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Giorno: 5 Luglio 2015

NOTA A MARGINE
La finanza europea svuota l’utopia dell’Europa

Le dichiarazioni dei rappresentanti delle istituzioni dell’Unione Europea, in occasione dell’imminente referendum greco, svelano con chiarezza la deriva sociale che sta investendo l’Europa del XXI secolo. L’arroganza di premier e presidenti nei confronti della situazione greca rivela lo stato reale dell’Unione, un progetto partito male e che, se il cittadino non farà appello alla sua ultima lacrima di umanità, finirà peggio.

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La bandiera greca fotografata da Vittorio Colamussi

E’ vergognosa la costante ingerenza dell’Unione Europea nella politica interna degli Stati membri. Juncker, che consiglia fortemente ai greci di accettare le proposte della Commissione e dei creditori, e Angela Merkel, che paventa disastri internazionali nell’ipotesi che l’uscita dall’Euro della Grecia si avveri, dimostrano i reali principi fondanti dell’Unione Europea: paura, ricatto e usura.

Dagli accordi di Bretton-Woods del 1944 fino al Trattato di Lisbona del 2007 è stato costituito un tessuto economico-sociale che sistematicamente prevede l’annullamento del cittadino privilegiando la logica ferrea del profitto capitalistico e la cieca adesione e fede nella dottrina liberistica imposta ai paesi europei dopo il disastro della Seconda guerra mondiale.

L’uomo da cittadino è stato riportato allo stato di suddito e si è concretamente realizzata quella totale alienazione profetizzata già a fine Ottocento, ma che nel XXI secolo assume i caratteri della sua deriva più inquietante. L’uomo è stato annullato in quanto soggetto creativo e lavoratore e in quanto soggetto razionale e coscienziale. Analogamente alle api virgiliane private del frutto della loro attività, la maggior parte degli uomini, integrati nell’elefantiaco apparato burocratico, è di fatto resa estranea al prodotto del lavoro. L’uomo è sostanzialmente alienato anche rispetto la propria essenza e al proprio libero arbitrio, inserito in un ormai insensato sistema di democrazia “delegata” che sancisce la rinuncia alla sovranità.

La distruzione dello stato sociale (istruzione, pensioni, sanità) si aggiunge alla privazione del lavoro, l’unica vera ricchezza di una nazione e unico modo per assicurare il rispetto della giustizia economica e sociale. E nell’ambito dello stato sociale è fondamentale aggiungere anche il concetto di cultura “inutile”, cioè non utilitaristicamente finalizzata alla produzione di merci. Il fallimento definitivo della società moderna risiede proprio nel non riconoscere il valore e la necessità della Cultura, come dimostrato dai costanti tagli alla ricerca scientifica, all’istruzione e alla conservazione del patrimonio artistico.

Si è deciso di preferire la finanza alla cultura, di preferire l’homo oeconomicus all’homo sapiens e di fondare così una società in cui è più importante controllare le oscillazioni dello spread anziché conservare il patrimonio artistico di Pompei, in cui ha più valore un punto percentuale del PIL rispetto a una poesia di Leopardi, a un dipinto di Botticelli o a un’opera di Rossini.

J.M. Keynes, nel suo “Prospettive economiche per i nostri nipoti” spiega come nella moderna società industriale si finga che “il male sia il bene e che il bene sia il male; perché il male è utile e il bene no”. E’ stato deciso di rinnegare la Repubblica dell’Utopia di Ezra Pound preferendo “leccare le scarpe dei panciuti della borsa e dei sifilitici del mercato”, rinunciando alla virtù dell’onestà.

In particolar modo, per la Grecia e l’Italia ciò ha rappresentato un omicidio dei propri saperi.

La deriva dell’Unione Europea era facilmente prevedibile dall’origine della sua costituzione e progettazione. L’istituzione europea, infatti, non sgorga dalla vita storica e collettiva di un popolo e non riconosce la particolarità di ogni realtà nazionale. L’Unione, che invece di unire ha diviso e inimicato, sgorga dalla falsa morale di uomini e donne che, con un termine nietzschiano, rappresentano gli odierni “predicatori di morte […], gente superflua che ha inquinato la vita”.

LA BELLEZZA CI SALVERA’
Il Marc Chagall che non ti aspetti

Marc Chagall considerato uno dei maestri dell’arte pittorica più originali di questo XX secolo appena trascorso, nasce a Vitebsk nell`attuale Bielorussia il 7 luglio 1887. Morirà nel 1985 a Saint Paul de Vence in Francia.

Il suo peregrinare aldiquà e aldilà dell’oceano Atlantico e fra est e ovest del continente europeo, inseguito dagli eventi della storia e dal suo essere di origine ebraica, ha opportunamente disseminato la sua presenza artistica nei musei più importanti del mondo e ha fatto sì che la sua poesia pittorica semplice fosse, oggi più che mai, apprezzata da milioni di persone che affollano le sue mostre itineranti. Una di queste, molto importante, si è tenuta a Milano nei mesi scorsi, formando lunghe code ai botteghini per innumerevoli giorni.

Ma c’è anche un Marc Chagall che i più non si aspettano: un grande esecutore e pittore di estese vetrate istoriate legate al piombo, fantasioso e visionario come da par suo. Schermi diafani, ispirati, opere d’arte saldamente bloccate da oltre cinquanta anni sulle secolari pareti di imponenti cattedrali come quella di Metz, che si concedono solamente a coloro che si predispongono ad andare…verso la montagna,in quanto l’inverso non è possibile.

Le pitture su vetro di Metz, con l’uso delle grisaglie, storie impresse con la maestria del pittore sulle tessere di vetro soffiato, richiamano e ci rimandano alla vicina cattedrale gotica di Saint Denis, un sobborgo a nord di Parigi, a poca distanza da Metz. Qui l’abate Suger aveva ideato otto secoli prima la prima vetrata istoriata, profondamente legata alla fede religiosa e alla spiritualità, e raccontato i testi sacri e le vite dei Santi come in un grande libro illustrato aperto per tutti.

Per apprezzare questi capolavori si deve quindi preventivare un’escursione sul posto, a Metz.

Nell’est della Francia, al confine con il Lussemburgo, la città offre ai visitatori il suo superbo duomo gotico, risalente all’inizio del XIII secolo: viene chiamato la “lanterna di Dio” per la luminosità proiettata all’esterno la notte proprio grazie ai 6500 metri quadrati di vetrate dipinte alle pareti dalla sua costruzione fino al 1970.

vetrata di Chagall
Un’immagine delle vetrate di Marc Chagall

Chagall dipinge le sue vetrate dal 1958 al 1968, con la collaborazione di un laboratorio artistico di Reims, Simon e Marc, già collaboratori nel 1957 di un altro artista importante, Jacques Villon, che dipingerà le vetrate della Cappella del Sacro Sacramento.

Immaginarle al tramonto o al buio della notte, e poi inebriarsi dei loro colori quando la luce naturale le illumina e trasmette all’interno della cattedrale tutto il caleidoscopio delle pietre preziose, zaffiro, rubino, topazio, smeraldo e ametista, produce una profonda e vibrante emozione dal sapore plurisecolare.

La versatilità e la padronanza della tecnica pittorica su vetro di Marc Chagall si esprime nella vetrata a tre bifore dei “Mazzi di fiori e uccelli”, la cui rappresentazione appare come un paravento setoso sul quale vengono ricamati i soggetti. Ma è la rappresentazione attraverso un tratto favolistico del genere umano sospeso, leggero, in odore di santità, come i soggetti ispirati dai passi del vecchio e nuovo Testamento, che lascia attoniti. All’interno di un contesto severo, circondati da raffigurazioni ieratiche, le immagini fuori dal tempo di Chagall impreziosite dalla trasparenza e dal gioco della luce trasmessa colpiscono per i colori intensi, forti e per i contorni decisi.

È una reale sorpresa come la rappresentazione di narrazioni secolari, quali le scene ispirate dal libro della Genesi, poste in questo contesto, possano concretizzarsi in una figurazione per alcuni irriverente, con corpi nudi femminili in abbondanza, esplicitati e ripetuti nelle diverse lancette, e che non escludo abbiano fatto dormire sonni non troppo tranquilli alla commissione giudicante del tempo. Ma Marc Chagall era Marc Chagall.

vetrata di Chagall
Il rosso rubino delle vetrate di Marc Chagall

I colori dominanti del rosso, del blu, del verde e del giallo, solitamente di fondo come nella fantasiosa vetrata dalla Creazione alla Cacciata dei Progenitori, esaltano volti che paiono usciti da un fumetto curvilineo, ma è sempre l’intensità delle scene a tenere banco.

Marc Chagall dipingerà altre vetrate nello stesso periodo nella cattedrale di Assy e a Gerusalemme, senza dimenticare quella donata ed esposta al Palazzo di vetro dell’ONU a New York.

A Metz sul fianco sinistro della Cattedrale c’è un mercato alimentare e di fiori coperto a forma di ferro di cavallo dove si vende il pesce, la carne, le torte strepitose, pane di tutti i tipi ed una quantità inverosimile di formaggi ragione per la quale De Gaulle diceva :

“Non potete ignorare un paese che ha duecentosessantacinque varietà di formaggio.”

Verrebbe comunque la voglia di rimanere ad annusare questi profumi tutto il giorno.

Siamo a due passi dalla zona dello champagne: una ragione in più per apprezzare quello che l’artista venuto dall’est voleva che si vedesse attraverso le sue opere raccontate sul vetro, nutrite da una luce colorata nelle sue mutevoli trasformazioni del giorno e della notte, e delle stagioni.

L’ANALISI
Oro nero, il grande gioco del petrolio ridisegna la politica energetica internazionale

In un mondo complesso, connesso e inter-relazionato, dove il ruolo del petrolio assume importanza sempre maggiore (anche se, in realtà, questa importanza strategica è sempre esistita), vi sono alcune letture interessanti che analizzano scenari sempre più articolati e in continua evoluzione. E’ ormai chiaro a tutti come la presenza di nuovi paesi produttori alla ribalta stia già alterando irrimediabilmente gli equilibri geopolitici del mondo. Per questo è importante fare un’attenta analisi delle mappe energetiche del pianeta, e conoscerla bene. Equilibri e attori sono cambiati: il vecchio cartello dell’OPEC trova rivali nelle repubbliche indipendenti dell’ex U.R.S.S., che hanno avviato importanti progetti di estrazione delle risorse naturali energetiche, o nella stessa Russia che, dopo l’era eltsiniana di grandi privatizzazioni, ha progressivamente riportato sotto il controllo dello Stato la maggior parte dei colossi energetici russi.

Il petrolio rappresenta, e rappresenterà sempre di più, la variabile strategica con cui pilotare le scelte di politica interna ed estera, di chi consuma, di chi produce e di chi vede (e lascia) transitare gasdotti e oleodotti nei propri territori. Lo si comprende oggi con la situazione-crisi russa, per non parlare del Nord Africa o dell’Iran. Questa risorsa strategica e i suoi nuovi scenari sono, e saranno, una variabile destinata a stravolgere il ruolo del Mediterraneo, anello di congiunzione tra i gasdotti russi e gli oleodotti di un’Africa già controllata dai cinesi e in forte sconvolgimento politico-culturale. E non solo. La chiamano anche la politica del petrolio.

copertina del volume petrolio
Il volume Petrolio. la nuova geopolitica del potere (Excelsior 1881, 2011)

Una di queste interessanti e dettagliate letture, utili per capire le regole di questo “grande gioco” (anche se è del 2011, la sua attualità è evidente) è sicuramente il saggio “Petrolio, la nuova geopolitica del potere”, composto di 8 capitoli e scritto da un eminente docente universitario massimo esperto di relazioni internazionali, il professor Giancarlo Elia Valori.

Il volume ripercorre e delinea il ruolo di petrolio e gas negli scenari economici e produttivi mondiali, attraverso un’analisi precisa e attenta della geopolitica mondiale di produttori e consumatori. Quest’ultima, definita, con precisione, come “l’insieme delle relazioni che esistono tra la condotta di una politica di potenza sviluppata sul piano internazionale e il quadro geografico in cui essa si esercita”, è oggi lo strumento essenziale per comprendere i fatti che ci circondano quotidianamente. Il suo ruolo viene estremamente enfatizzato e rilanciato, ove si consideri che le oscillazioni del prezzo del petrolio al barile determinano trasferimento di risorse ma anche, e soprattutto, di potere e pressione geopolitica dai compratori ai venditori.

Giancarlo Elia Valori
Giancarlo Elia Valori

L’analisi contenuta nel testo si concentra su numerose questioni: sul terrorismo internazionale, sulle rotte dei rifornimenti (attuale il problema posto da vie quali lo Stretto di Hormuz), sui dati relativi alle riserve reali o presunte di fonte energetiche, oltre che sulle politiche finanziarie, sui prezzi e sui vari orientamenti strategici dei Paesi produttori. Un’attenzione particolare è posta ai movimenti che hanno portato alle primavere arabe, da cui emerge che qui l’elemento religioso non ha avuto alcun ruolo reale ma dove, piuttosto, un’ondata forte di cambiamento e un’accresciuta coscienza della popolazione hanno portato una nuova aria che, d’altro canto, potrà comportare tensioni anche più forti sulle risorse energetiche. Di fronte a un disordine generalizzato del mercato, i costi delle principali fonti di energia sono comunque in aumento, anche se a ondate più o meno cicliche. Le difficoltà e criticità che emergono, ed emergeranno, nel panorama generale, sono principalmente dovute a richieste crescenti in termini di energia, da parte dei Paesi emergenti quali Cina, India e Brasile e i costi in aumento della prospezione di nuove fonti. Particolare attenzione è data alla “geopolitica delle pipeline”, con capitolo dedicato al ruolo di Israele, oltre che ai sistemi petroliferi iraniani e russi e al nodo asiatico.
Uno sforzo di collaborazione congiunta e una strategia comune per aree regionali dovrebbero essere rinforzati nel futuro, con un ruolo, pertanto, fondamentale riconosciuto alle politiche pubbliche e alla cooperazione multilaterale e sovranazionale in tema di energia.

Giancarlo Elia Valori, Petrolio, la nuova geopolitica del potere, Excelsior 1881, 2011, pp. 245.

ACCORDI
A qualcuno piace caldo. A me no. .
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Rake di Townes Van Zandt.

Oggi è domenica, di nuovo.
E c’è un caldo orrendo, di nuovo.
Sui giornali si parla di “emergenza caldo” e “BOLLINO ROSSO”.
Non lo so, ma non ne parlano ogni anno?
Quest’anno però grosse novità: mancano i soliti mantra come “bere molta acqua”, “mangiare molta frutta”, “adotta un anziano e portalo al supermercato”.
Mi viene voglia di prendere un megafono, piazzarlo sul balcone e urlare quei consigli saggi con il fervore di Totò quando faceva quello sketch.
Dicono che il picco dovrebbe arrivare proprio oggi e “un nuovo picco” arriverà la settimana prossima.
Boh.
Alcuni, anche alla luce di queste piogge blitz mi parlano di una “tropicalizzazione del clima”.
Non so cosa pensare.
Mi sa che fino a quando non vedo i tucani e le scimmiette preferisco non pensarci.
L’unica cosa che posso fare è soffrire più o meno in silenzio.
Per fortuna ho i miei rimedi non “della nonna” ma “da nonna” proprio.
La mia lista di dischi assorbicaldo.
Fanno come le piantine con quella storia dell’anidride carbonica e dell’ossigeno.
Quindi ecco una piantina per oggi.

album: Delta Momma Blues (1971)

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3 Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

radio@radiostrike.info
www.radiostrike.org

IMMAGINARIO
Metafisica del cuore.
La foto di oggi…

Un tenda di cotone a separare il dentro dal fuori, tre gradini, scarpe da donna rimaste lì ad aspettare. Le calzature rosa potrebbero essere quelle di Antonia, la fidanzata del pittore metafisico Giorgio De Chirico. Un paesaggio, silenzioso e assolato, che fa sentire l’approdo in un angolo di frescura domestica nel pieno del calore estivo. L’immagine di Flavia Franceschini, artista e scultrice, è quella selezionata per il premio speciale metafisica del concorso fotografico dedicato alle “Case abitate”.

Ancora silenzi, luci e ombre negli altri scatti di Flavia. Le didascalie citano frasi, scritte da Giorgio De Chirico nelle lettere alla fidanzata, Antonia Bolognesi. “Cara Antonia”, “Carissima, qui è principiato il caldo”, “Scrivimi due righe e credimi tuo”. Metafisica del cuore.

La selezione delle foto di “Case abitate 2015. La metafisica del quotidiano” è in mostra nella sede di Acer (Azienda casa Emilia-Romagna), via Vittorio Veneto 7, Ferrara.

OGGI – IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

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La fotografia di Flavia Franceschini vincitrice del premio speciale metafisica
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Un’altra foto di Flavia Franceschini per il concorso “Case abitate 2015”
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Case abitate 2015, foto di Flavia per la seconda edizione del concorso di Acer Ferrara

Ogni girno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla]

GERMOGLI
L’Algeria è libera.
L’aforisma di oggi

In Algeria si festeggia la ricorrenza dell’indipendenza, acquisita il 5 luglio 1962, dopo una guerra durata quasi otto anni (scoppiata il 1º novembre 1954).

la battaglia di Algeri
Un’immagine da “La battaglia di Algeri”(1966) di Gillo Pontecorvo

La vita senza libertà, è come un corpo senza lo spirito. (Khalil Gibran)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…