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Giorno: 18 Luglio 2015

Lunedì 20 luglio, all’Arena Cinematografica Estiva La Romana, Parco Pareschi, in programmazione il film di Éric Lartigau: La Famiglia Bélier

ARENA CINEMATOGRAFICA ESTIVA LA ROMANA – PARCO PARESCHI C.SO GIOVECCA 148
Lunedì 20 luglio in programmazione il film di Éric Lartigau: LA FAMIGLIA BÉLIER

Paula Bélier ha sedici anni e da altrettanti è interprete e voce della sua famiglia. Perché i Bélier, agricoltori della Normandia, sono sordomuti. Paula, che intende e parla, è il loro ponte col mondo, divisa tra lavoro e liceo, scopre a scuola di avere una voce per andare lontano. Incoraggiata dal suo professore di musica, si iscrive al concorso canoro indetto da Radio France a Parigi. Indecisa sul da farsi, restare con la sua famiglia o seguire la sua vocazione, Paula cerca in segreto un compromesso impossibile. Ma con un talento esagerato e una famiglia (ir)ragionevole niente è davvero perduto.
Sei nomination ai Cèsar e un trionfo di critica e di pubblico, La Famiglia Bélier ha travolto i cinema della Francia, diventando in poco tempo un fenomeno cinematografico e conquistando più di sette milioni di spettatori.

Musica Marfisa, Matteo Cardelli recital: concerto di sabato 18 luglio 2015 ore 21,30

da: Circolo culturale Amici della Musica “Girolamo Frescobaldi” – Ferrara

FERRARA – Stasera (sabato 18 luglio 2015, ndr) alle 21,30 a “Musica a Marfisa d’Este” ritorna il pianista ferrarese Matteo Cardelli, ormai una vera e propria “star” della rassegna estiva organizzata dal Circolo Frescobaldi con la collaborazione dei Civici Musei d’Arte Antica, presso la Palazzina di Marfisa D’Este di Corso Giovecca 170. L’ingresso è a offerta libera pro Ant di Ferrara.

Infatti anche nelle edizioni precedenti Cardelli è stato ospite molto apprezzato dal pubblico locale ed è facile immaginare che stasera il suo concerto farà il pienone anche perché sarà interprete di brani del grande repertorio: inizierà con la Sonata Hob.XVI: 52 in Mi bemolle maggiore di Franz Joseph Haydn composta nel 1794 per il fortepiano e rivelatasi poi una vera e propria prolusione estetica alla musica pianistica di Beethoven. Il secondo brano è la celeberrima Polacca-Fantasia in La bemolle op.61 di Fryderyk Chopin intensamente drammatica con valorizzazione spesso virtuosistica della melodia nelle pagine che la compongono. Infine un altro capolavoro del romanticismo pianistico, la Fantasia op.17 di Robert Schumann fatta di un lirismo tanto essenziale quanto appassionato e testimone del suo ardente amore per la fidanzata Clara Wieck.

Nato a Ferrara nel 1992, Matteo Cardelli si è diplomato nel 2010 con 10 e lode sotto la guida del Maestro Lanzoni presso il Conservatorio Girolamo Frescobaldi di Ferrara, dove nel 2013 ha conseguito il Diploma accademico di Secondo livello con 110 e lode e Menzione d’onore, e dove sta attualmente ultimando il biennio in Musica da camera.

IL CASO
Toccare il cielo con un cristallo

La notizia è di quelle che fanno rumore nel mondo dell`architettura, di quello industriale collegato e dei grandi record contemporanei: il principe Al-Waleed bin Talal, ricco uomo d`affari da oltre 20 miliardi di dollari e membro della famiglia reale Saudita, procederà da ora senza sosta con i lavori per la costruzione della sua futura torre in acciaio e cristallo, la Kingdom Tower, prevista a Gedda per il 2019. Una freccia scoccata nel punto più alto del mondo, pare oltre i 1000 metri, si mormora 1008 metri, ma ancora non è precisato il dettaglio finale.

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Il rendering della Kingdom Tower.

Prosegue di slancio nel terzo millennio ciò che dalla notte dei tempi è il sogno coltivato nella mente di uomini potenti, re e imperatori: ostentare attraverso il simbolo di una costruzione verticale che raggiunga e superi il cielo, oltre le nuvole, il potere inaccessibile ai più, il raggiungimento di una congiunzione tangibile fra il tempo terreno e il sovrannaturale, sospeso fra l`inquietudine, il tormento, la fama e l`insonnia degli architetti incaricati.
Gli esempi non mancano: dalla torre di Babele prepotente icona non ancora svelata appieno alta pare 90 metri, le piramidi egiziane alte oltre 140 metri o delle civiltà precolombiane nel Nuovo mondo, alle torri medievali cresciute nel tessuto urbano all`interno della competizione fra le varie famiglie nobiliari e i comitati d`affari, (a titolo di esempio fra le 100 stimate costruite in quel tempo a Bologna, la Torre degli Asinelli misura in altezza 98 metri) e, solo come modello dei tempi che stavano cambiando, la parigina Tour Eiffel alta 301 metri e simbolo dell`Esposizione Universale del 1889.
Dal XX secolo, con la costruzione delle prime torri americane, la Chrisler tower, la Trump tower, l`Empire State Building, se il successo commerciale e l`immagine rimangono la motivazione determinante, è la speculazione immobiliare che diviene trainante. Grazie al contributo delle nuove tecnologie progettuali e costruttive combinate all`innovazione dei materiali di rivestimento utilizzati nelle nuove torri, si introduce l`epopea dell`acciaio e del vetro quale abito conveniente e d`impatto, e diversi decenni dopo anche virtuoso e sostenibile.
Dagli anni Trenta del `900 le architetture verticali rappresentano i luoghi, sono i landmark per eccellenza. Archistar di tutto il mondo si sono confrontate, per la verità non sempre in modo originale, per far sì che il loro committente potesse toccare il cielo con un cristallo. Una grande emozione conquistarle queste vette e ve lo racconteremo.

Per vedere un breve video sulla costruzione delle Kigdom Tower clicca qui.

CONTINUA

L’INTERVISTA
L’AnarChic Vitaldix riporta in volo gli ‘angeli tremendi’

Vitaldo Conte/Vitaldix. Scrittore e teorico d’arte. Docente di Storia dell’arte all’Accademia di belle arti di Roma, dove vive. Come artista ha partecipato ad alcune centinaia di eventi e performance, esposizioni personali e collettive, in Italia e all’estero. Come teorico-performer ‘ri-nasce’ nel 2009 con il nome di Vitaldix.

Vitaldo, nei tuoi lavori costante l’interfaccia dell’arte contemporanea e – per dirla con lo stesso Renato Barilli o Marshall McLuhan o Carmelo Strano,dell’ estetica tecnologica? Un approfondimento?
L’arte contemporanea non può rifiutare oggi il rapporto con l’estetica, o meglio con la sinestesia tecnologica, sia in chiave di congiunzione di linguaggio e sia in chiave di riflessione critica. La tecnologia come linguaggio d’arte tende sempre più a incamerare, come nel mio lavoro teorico-artistico, le spinte visionarie e immaginali dell’essere (la spinta verso gli estremi confini del conoscibile), anche se a detrimento talvolta della sensorialità naturale che per non soccombere deve trovare in questa una propria ‘extreme extension’. Tutto ciò può divenire una meta-narrazione delle pulsioni translate nel gioco-rito della creazione.

Conte, più nello specifico, uno zoom in merito sui tuoi ultimi lavori pubblicistici?

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Opera di Vitaldo Conte

I miei attuali interessi teorici sono prevalentemente sul corpo come pagina e libro d’arte, fino alle sue estreme espressioni nel segno-ferita e nella Beauty art, presenti pure nelle sue maschere virtuali. In queste poetiche tradizione e avanguardia si congiungono nella vocazione di una scrittura che vuole evadere dai confini della pagina e tela. Un altro aspetto che sto approfondendo riguarda il Dada nelle sue molteplici anime.

Vitaldo in Vitaldix, anche costanti azioni performative, un florilegio?
Diverse sono state infatti le mie azioni performative negli ultimi tempi in rassegne varie. In queste la mia parola teorica è diventata azione-musica rituale e pulsionale di fuoriuscita espressiva, attraverso il mio avatar Vitaldix in compagnia delle T Rose. Come nel caso del mio ultimo evento: nella manifestazione sulle “Letture dell’Angelo” a Rocca Massima (Latina), ideata da Ugo Magnanti, in cui corpo e tecnologia si uniscono in un filo di una fune aerea, la più lunga del mondo, per esprimere un volo di poesia e arte. Ho dedicato il mio volo, che si svolgeva nel giorno del solstizio d’estate di quest’anno, agli “angeli tremendi” di Rilke e al Centauro auspicato da Marinetti.

Conte, riassumendo, quello che tu chiami Trans art e/o Futurdada o/e Transfuturismo, significa in un certo senso, dare un cuore e desiderio alla tecnoscienza? L’arte “elettronica” ha questo importante ruolo oggi, nonostante crisi contemporanea e economicismo dominante?
Le mie definizioni che hai citato auspicano infatti una tecnoscienza con in dotazione cuore e desiderio, che possono avere la maschera simbolica di una rosa rossa: come ho scritto in AnarChic, nel colloquio-intervista con Marco Fioramanti su NightItalia 9 (giugno 2015). Queste peculiarità sono fondamentali per esprimere una immagin/azione senza confini, che può essere un deterrente alle attuali crisi e imposizioni del cinismo economico-finanziario. La sfida alle stelle futurista può oggi essere vissuta come una reale possibilità di espressione, cercando la propria rotta nel caso come nelle vocazioni dadaiste.

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Vitaldo Conte

Fra le pubblicazioni: “Nuovi Segnali” (Antologia con audiocassetta sulle poetiche verbo-visuali e sonore italiane anni ‘70-’80, 1984); “Dispersione” (2000); “Anomalie e Malie come Arte” (2006); “SottoMissione d’Amore” (2007); “Pulsional Gender Art” (2011); “Avanguardia 21”, AA. VV.; “Marinetti 70. Sintesi della critica futurista” (a cura di A. Saccoccio e R. Guerra, Armando, 2014). Fra gli ebook: “Fuoripagina TransArt” (2014); “La Carmelina. Fra le mostre pubbliche curate: “Dispersione” (Foggia, 2000); “Malie plastiche” (Foggia, Lecce, 2002); “Anteprima XIV Quadriennale” (Palazzo Reale, Napoli, 2003-04); “Julius Evola” (Reggio Calabria, 2005-06); “Mistiche bianche” (Reggio Calabria, 2006); “DonnaArte” (Trepuzzi, 2007); “Eros Parola d’Arte” (Lecce, 2010). Poeta (lineare, verbo-visuale, video, sonoro-spettacolare) con pubblicazioni, cartelle, dvd, ecc.

Per saperne di più visita il sito di Vitaldo Conte cliccando qui.
Per vedere il video “Letture dell’Angelo” a Rocca Massima (Latina) clicca qui.

IMMAGINARIO
Ultimo sguardo alla Rosa di fuoco

Ultimi due giorni utili per visitare la mostra “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí” al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Per chi non l’avesse ancora visitata o per chi volesse gustare ancora una volta l’atmosfera di frizzante di rinnovamento culturale che trasformò Barcellona tra fine Ottocento e inizio Novecento che si respira nelle sale, è stata ampliata la fascia oraria di apertura: il 18 e il 19 luglio la mostra è aperta dalle 10 alle 23.

La mostra  è a cura di Tomàs Llorens e Boye Llorens, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

Immagini tratte dal sito ufficiale di Ferrara Arte.

Per saperne di più clicca qui.

ACCORDI
Love a loser.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Love a Loser di The Raincoats.

Da ragazzo che gira ormai da anni con una valigetta piena di “documenti di lavoro” oggi devo dire che proprio per questo sono un po’ commosso.
Ma se qualcuno si chiedesse “ah chissà che lavoro fa questo” io purtroppo sarei costretto a rispondere citando il Drugo in quella scena immortale: sono disoccupato.
E’ per quello che sono commosso, porca vacca.
Per quello e anche perché ho letto di questo 23enne di Liverpool, tale Jordan Lockett, che purtroppo attualmente si trova a vivere da senzatetto.
‘Sto tipo però pare aver avuto un gran colpo di fortuna perché mentre chiedeva qualcosa da mangiare ai passanti in Bold Street, si è trovato davanti questo Aaron O’Dwyer che usciva, vedi te il caso, da un colloquio di lavoro.
Notando un sacco di fogli, ovvero i “documenti di lavoro” di Lockett, O’Dwyer gli ha sganciato 5 sterline e si è accorto che quei “documenti di lavoro” erano curriculum.
E tutti iniziavano con questa frase: sono stanco di buttarmi via.
Non proprio il massimo come incipit per un CV ma forse, proprio perché colpito da quella frase, O’Dwyer ne ha fotografato uno, promettendo a Lockett che l’avrebbe postato sul suo Twitter.
In nemmeno un giorno sembra che la foto sia stata ri-twittata 3000 volte e questo vuol dire che adesso, quasi sicuramente, Jordan Lockett qualche possibilità di smettere “di buttarsi via” se la sia procurata.
Augurando una botta di fortuna simile a chiunque sia in quella condizione e/o quella in cui sono io ecco il pezzo di oggi.

album: Looking In The Shadows (1996)

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3 Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

radio@radiostrike.info
www.radiostrike.org

GERMOGLI
Leggerezza. L’aforisma di oggi.

Leggerezza, leggerezza che si fugge tuttavia…

leggerezza
Paul Valery

“Bisogna essere leggeri come un uccello e non come una piuma.” (Paul Valéry)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…