Skip to main content

Giorno: 5 Agosto 2015

8 Agosto: Favole Sotto gli Alberi al suo 5° appuntamento

da: organizzatori

Da Reggio Emilia lo spettacolo vincitore del Festival Nazionale del Teatro per Ragazzi

L’undicesima edizione della rassegna estiva di Teatro per Bambini e Famiglie Favole sotto gli alberi prosegue, sabato 8 agosto alle ore 21,15, presso il Giardino delle Duchesse (ingresso da Via Garibaldi, 6 – Ferrara), con lo spettacolo: “C’era una volta un re… No! C’era una volta una principessa” della compagnia reggiana Teatro dell’Orsa che, fra fiaba tradizionale e suggestioni del presente, presenta lo spettacolo che ha conseguito il Primo Premio come Miglior Spettacolo al Festival Nazionale del Teatro per Ragazzi di Padova.
Le motivazioni della giuria di Padova per il conferimento di questo ambito premio non necessitano di ulteriori presentazioni: “Per la straordinaria bravura e forza scenica dell’attrice-narratrice che ha saputo catturare ed emozionare grandi e piccini, cambiando registro, tono, vocalità, gestualità con impareggiabile forza scenica; per l’ottima composizione del tessuto drammaturgico che, ripercorrendo la tradizione popolare italiana e non, tocca con intelligenza e delicatezza il tema del rispetto della donna e si dimostra in grado di mantenere sempre viva l’attenzione e la partecipazione emotiva del pubblico; per le musiche e i canti, tutti perfettamente in sintonia con l’elevata concezione della narrazione; per il sapiente utilizzo di luci e musiche sempre puntuali, per la regia attenta e impeccabile.
Se le fiabe fossero sempre raccontate così… se le fiabe fossero sempre animate così… se i gesti e le voci dei personaggi che le accompagnano fossero sempre così intensi, espressivi e coinvolgenti… allora anche gli adulti pretenderebbero, prima di andare a dormire, la loro Fiaba della Buonanotte.”
Quello di sabato sera alle Duchesse sarà qundi un appuntamento di eccellenza che sposa la tradizione di fiabe dal sapore antico alla contemporaneità delle tamatiche, sempre afforntate con poesia e leggerezza.
Lo spettacolo, che vede in scena la brava e intensa Monica Morini, accompagnata dal vivo da Fabio Bonvicini con i suoi virtuosismi da polistrumentista (organetto, piva, flauti), è composto da tre fiabe dal ricco repertorio popolare italiano, rivisitate con ironia e forza femminile, in cui i canti camminano con la parola e galoppano tra valli e paesi lontani.
Tre storie dagli ingredienti saporiti: tre elementi della cucina popolare come uva, zucca e sale sono il contorno gustoso alle fiabe, per raccontare la cucina non solo come luogo di trasformazione (e di reclusione della donna) ma anche di una sapienza antica, saporita e salace. Le donne, infatti, oltre a cucinare, sanno essere regine del loro destino ed ecco allora storie di principesse cacciate per avere parlato al momento sbagliato, di fanciulle da conquistare con un dono, ma anche di giovani contadine che non hanno bisogno di castelli per sentirsi preziose.
Uno spettacolo per incantarci con le storie, per sorridere e per tessere parole che ricordano il catalogo delle vite vissute da mille donne differenti, con e senza cavalieri, fuori e dentro il castello.
Monica Morini e Bernardino Bonzani, rispettivamente prima attrice e regista del Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia, lavorano dal molti anni come autori, attori e registi di una compagnia che ha scelto la storia e la tradizione popolare come filo rosso di un progetto artistico pluripremiato e riconosciuto a livello nazionale. Le loro drammaturgie si arricchiscono e prendono forza grazie al continuo intrecciarsi con il lavoro di ricerca musicale.
Collaborano stabilmente nella compagnia lo scenografo e costruttore di macchine teatrali Franco Tanzi, oltre ad attori professionisti e allievi attori formatisi nei laboratori e nei seminari tenuti e organizzati dalla Compagnia. La scrittrice Annamaria Gozzi collabora ai progetti di ricerca, mentre con il regista video Alessandro Scillitani la compagnia ha realizzato diversi docufilm.
Nel 2003, nell’ambito di Scenario, il più importante riconoscimento teatrale nazionale riservato alle nuove compagnie, il Teatro dell’Orsa riceve il Premio Ustica per il Teatro di impegno civile e sociale per lo spettacolo Cuori di Terra – Memoria per i sette fratelli Cervi. Lo spettacolo è accolto in importanti Festival e realizza oltre 130 repliche sul territorio nazionale.
Successivamente, con il Progetto Memoria e lavoro – Ballata operaia sul tema del lavoro, la compagnia consegue nel 2012 il Premio del pubblico Ermocolle.
Nel ricco curriculum della compagnia, si annoverano numerosi altri lavori incentrati sul tema della memoria storica, progetti di impegno civile – come quello sul tema della violenza sulle donne insignito del “Premio 8 marzo” – che conseguono, anno dopo anno, numerosi riconoscimenti nazionali.
Nel 2009 il Teatro dell’Orsa vince il “Premio I Teatri del Sacro” indetto da Federgat / Eti Roma con lo spettacolo Il Vangelo visto da un cieco di Giampiero Pizzol.
Nell’ambito del teatro ragazzi, il Teatro dell’Orsa opera con una esperienza che si forma agli inizi degli anni ’90 con il lavoro di narrazione nelle biblioteche e con i registi Marco Baliani, Letizia Quintavalla, Bruno Stori e con il Teatro delle Briciole e Teatro Gioco Vita. In seguito vengono realizzate numerose narrazioni-spettacolo rappresentati nei circuiti nazionali (Rodarissimo, Il canto della Terra – la leggenda di Bambino Bisonte, Racconti della Buonanotte, L’acciarino magico produzione Europa Teatri, I viaggi di Gulliver, Il viaggio di Odisseo, La fonte incantata, Pollicino, C’era una volta un Re…No! C’era una volta una principessa) che si avvalgono della collaborazione di Franco Tanzi, straordinario mimo, regista, scenografo e costruttore di macchine teatrali.

Lo spettacolo “C’era una volta un re… No! C’era una volta una principessa” è
adatto a tutti i bambini a partire dai 4 anni.
La rappresentazione si svolgerà alle ore 21,15.
L’ingresso è di € 5,00 per i piccoli e di € 6,00 per i grandi.
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà presso la Sala Estense di Piazza
Municipale.
Informazioni: Il Baule Volante – Andrea Lugli – Paola Storari 0532/770458 – 347/9386676.
ilbaulevolante@libero.it www.ilbaulevolante.it

Pluralismo e Dissenso: “è più opportuno costruire ponti che installare catene”

da: Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso

Non so se il Comune, sollecitato in questa direzione da altri o no, installerà delle catene o altre forme di divisione nella piazza davanti al Duomo.
Ritengo sia più opportuno costruire ponti piuttosto che installare catene.
In ogni caso se lo farà fin d’ora comunico che organizzeremo un flash mob sul luogo.

logo-regione-emilia-romagna

Treni: Donini su obbligo di prenotazione per gli abbonati ai servizi AV

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore, con il collega della Toscana Ceccarelli, scrive all’amministratore delegato di Trenitalia Soprano: “Chiediamo garanzie concrete per i viaggiatori”

Le Regioni Emilia-Romagna e Toscana insieme, per chiedere a Trenitalia “garanzie concrete che nessun viaggiatore regolarmente abbonato venga lasciato a terra”, e che non subisca penalizzazioni. Il punto della questione è il provvedimento sull’obbligo di prenotazione (sospeso fino al 31 agosto) per gli abbonati ai servizi dell’Alta Velocità. L’assessore ai Trasporti dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini, insieme al collega della Toscana Vincenzo Ceccarelli, ha scritto all’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano ricordando come le due Regioni abbiano riconosciuto da tempo l’importanza dei servizi AV, anche per la mobilità dei pendolari. In particolare, per la tratta Bologna-Firenze, “sono rimasti praticamente gli unici a collegare il centro di Bologna con quello di Firenze”. E’ inoltre attivo, da alcuni anni, “un sostegno economico agli abbonati emiliano-romagnoli che utilizzano i servizi dell’Alta Velocità Bologna-Firenze di Trenitalia. Riteniamo quindi – si legge nella lettera – che le Regioni Emilia-Romagna e Toscana abbiano titolo a esprimere la propria opinione sul provvedimento in oggetto, che per la sua valenza nazionale produce effetti anche per i nostri concittadini”.
Sulla base dei comunicati ufficiali di Trenitalia, le preoccupazioni dei pendolari “hanno trovato una temporanea risposta con la sospensione fino al 31 agosto dell’applicazione di sanzioni per l’eventuale inosservanza del provvedimento”. Poiché si tratta di una data molto vicina, “è necessario che Trenitalia sviluppi e comunichi con la massima chiarezza quali soluzioni tecniche e organizzative intende adottare per annullare o ridurre di molto gli inconvenienti che la prenotazione obbligatoria, sempre e comunque, comporta agli abbonati”. Donini, insieme a Ceccarelli, sottolinea anche come sull’Alta Velocità Bologna-Firenze, per la brevità del tempo di viaggio, l’altissima frequenza dei collegamenti e un’intensità di abbonati relativamente modesta (circa 250 outcoming da Bologna e 350 da Firenze), i potenziali rischi legati al sovraffollamento dei treni siano assai minori rispetto ad altre relazioni.
“Associamo quindi – concludono i due assessori – la voce delle Regioni Emilia-Romagna e Toscana a quella dei rappresentanti dei viaggiatori nella richiesta che Trenitalia fornisca concrete garanzie che nessun viaggiatore regolarmente abbonato venga lasciato a terra – e che non subisca penalizzazioni – dal treno di cui abitualmente si serve sulla relazione ad Alta Velocità Bologna-Firenze”.

logo-regione-emilia-romagna

Patto sisma, 20 milioni di spazi patto agli Enti locali colpiti dal sisma del 2012. Risorse sbloccate a Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La Giunta regionale assegna le risorse che consentiranno di avviare o completare interventi sugli edifici pubblici danneggiati. Costi e Petitti: “Un risultato importate ottenuto grazie al lavoro fatto insieme da Comuni, Province e Regione”. I dati territorio per territorio.

Nuove risorse disponibili per realizzare opere o ripristinare edifici pubblici danneggiati dal sisma del 2012. Grazie al lavoro degli amministratori dell’Emilia-Romagna è stata approvata una norma nel decreto legge 78 del 19 giugno 2015 che attribuisce ulteriori spazi patto agli Enti locali colpiti dal sisma del 20 e del 29 maggio 2012, pari a 20 milioni di euro. In particolare, gli spazi potranno essere utilizzati dai Comuni e dalle Province per realizzare opere o ripristinare edifici pubblici danneggiati dal sisma, finanziati da rimborsi di polizze assicurativi, il cui impiego sarebbe stato altrimenti bloccato dai vincoli del patto di stabilità interno.
“E’ un risultato importate ottenuto grazie al lavoro fatto insieme a Comuni e Province e Regione”, sottolineano gli assessori regionali al Bilancio Emma Petitti e alla Ricostruzione Palma Costi. “Con questo intervento sono state soddisfatte tutte le richieste degli Enti per il 2015 per quanto riguarda le opere finanziate dalle polizze assicurative. Gli spazi finanziari assegnati ai comuni e alle province consentiranno l’avanzamento o il completamento degli interventi su edifici pubblici come municipi, scuole, chiese e cimiteri già inseriti nei Piani attuativi del commissario delegato alla ricostruzione”.
I criteri di riparto sono stati concordati con i sindaci e i presidenti di Provincia il 22 luglio scorso e già il 3 agosto è stato possibile per la Giunta regionale attribuire i 20 milioni di euro disponibili, anticipando ancora una volta di 2 mesi la scadenza prevista dalla legge dello Stato (30 settembre 2015). “Un’assegnazione così tempestiva – spiegano Costi e Petitti – consente agli Enti locali un’efficace pianificazione della spesa per gli interventi di ripristino, ricostruzione o per le opere di adeguamento sismico agli edifici pubblici danneggiati”.

Provincia di Modena:
Nel modenese sono stati sbloccati fondi per 7,9 milioni di euro. I Comuni che ne potranno beneficiare sono Carpi (1.940.916 euro), Novi di Modena (935.352), Cavezzo (519.997), Concordia sulla Secchia (487.776), Camposanto (319.485), Bomporto (251.592), San Felice sul Panaro (185.643), Medolla (167.100), Castelfranco Emilia (136.656), Nonantola (128.707), Finale Emilia (107.813), San Possidonio (88.361), San Prospero (59.931), Mirandola (54.338), Soliera (23.524), Bastiglia (15.971) e Ravarino (2.559). Assegnati alla Provincia di Modena spazi per oltre 2,5 milioni di euro.

Provincia di Ferrara:
Nel ferrarese gli spazi patto sono pari a oltre 5,2 milioni di euro, distribuiti tra i Comuni di Cento (1.580.096 euro), Bondeno (1.173.220), Ferrara (926.620), Sant’Agostino (689.899), Mirabello (235.691), Vigarano Mainarda (249.531), Poggio Renatico (103.121) e Argenta (11.752). Oltre 136 mila euro sono stati sbloccati alla Provincia di Ferrara.

Città metropolitana di Bologna:
Nel bolognese le risorse sbloccate ammontano a oltre 5,2 milioni di euro. I Comuni interessati sono San Giovanni in Persiceto (1.467.460), Crevalcore (1.316.138 euro), Galliera (651.317), Pieve di Cento (491.591), Castello d’Argile (273.186), San Pietro in Casale (229.576),Baricella (108.652 euro), Sala Bolognese (5.060), Malalbergo (2.571) e Minerbio (2.244). Alla Città metropolitana sono stati assegnati spazi per oltre 726 mila euro.

Provincia di Reggio Emilia:
In Provincia di Reggio Emilia gli spazi patto sono pari a 1,5 milioni di euro, assegnati ai Comuni di Guastalla (674.358 euro), Reggiolo (386.125), Campagnola Emilia (122.653), Correggio (109.480), Gualtieri (92.371), Boretto (63.288), Novellara (25.468), Luzzara (22.270), Brescello (6.843) e Rio Saliceto (6.600). Sbloccati alla Provincia di Reggio Emilia spazi per 2.182 euro.

sel

Replica al Sindaco Marco Fabbri

da: Circolo del Delta, Sinistra Ecologia Libertà

Siamo alle solite. Il Sindaco Marco Fabbri non sopporta voci fuori dal coro addomesticato che lo sostiene. Anche per sua fortuna viviamo in uno Stato democratico. Se ne faccia una ragione: ne accetti la dialettica e le regole. E la smetta di raccontare frottole su Facebook. L’ultima nota politica del nostro Circolo del Delta, così come lo sono state le precedenti, è pienamente coerente con quanto da tempo Sinistra Ecologia Libertà coralmente sostiene a proposito della promozione dello sviluppo sostenibile di Comacchio, del Delta e dell’intera Provincia di Ferrara. Per rinfrescarsi le idee consigliamo a Marco Fabbri la rilettura del programma di ‘Centrosinistra per Comacchio’, la lista unitariamente promossa da SEL e da altre formazioni di sinistra che nelle ultime elezioni comunali ha conseguito oltre il 10% dei consensi elettorali. In particolare laddove si perora la causa della salvaguardia dei campeggi che la Giunta Fabbri invece intende sacrificare sull’altare del Dio Mattone.

Gianni Bigoni,
Coordinatore
Circolo del Delta
Sinistra Ecologia Libertà

Alessandra Tuffanelli
Coordinatrice
Federazione di Ferrara
Sinistra Ecologia Libertà

Anbi: “il futuro del sud non può prescindere dall salvaguardia idrogeologica”

da: ufficio stampa A.N.B.I.

“Nel momento, in cui il Governo avrà definito la governance delle politiche di coesione territoriale, ci rivolgiamo al Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ribadendo la piena disponibilità dei Consorzi di bonifica ad operare nella logica di quella cultura del fare, che gli appartiene e che ci appartiene e che oggi deve essere rivolta soprattutto alle regioni del Sud.”
A ricordarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue, che prosegue:
“Il nostro Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico prevede, per le regioni meridionali ed insulari, 605 interventi pari a 2.145 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali e capaci di attivare almeno 15.000 posti di lavoro. I progetti sono immediatamente cantierabili: una risposta concreta di cui l’economia, l’occupazione, il territorio di questo Paese ha bisogno. Non può esserci sviluppo senza sicurezza dalle alluvioni e dalle frane, che tanto dolore hanno lasciato al Sud come oggi nel Veneto, cui va la nostra umana vicinanza di fronte a cambiamenti climatici sempre più violenti. Laddove rispondono ai principi di autogoverno e sussidiarietà e non a quelli della più deteriore interpretazione della politica, rappresentata spesso da commissariamenti senza fine, i Consorzi di bonifica si confermano efficienti e capaci di dare risposte concrete alle esigenze del territorio.”

La Stella di Comacchio; Sophia Loren e il Delta del Po in mostra dal 28 agosto

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Immagini e foto dal set per raccontare un territorio, un film e la sua diva.
A sessant’anni dall’uscita del film La donna del fiume, Comacchio rende omaggio alla sua stella, Sophia Loren. Dal 28 agosto al 31 ottobre a Palazzo Bellini una mostra con manifesti e locandine originali mai esposti prima, fotografie dell’epoca e le testimonianze di chi nel ’54 partecipò al film.

La locandina ci restituisce una Sophia Loren dalla travolgente bellezza, alle sue spalle la laguna. A sessant’anni dall’uscita del film di Mario Soldati La donna del fiume, Comacchio rende omaggio alla sua stella, con una mostra che coglie l’occasione dell’anniversario per fare un viaggio nel tempo e nel territorio di Comacchio.
La mostra, allestita nelle sale di Palazzo Bellini, riunisce una selezione di immagini – tra fotografie di scena e di backstage, scatti delle location per come appaiono oggi, manifesti e locandine originali mai esposti prima – che unite alle voci e alle testimonianze di coloro che nel ‘54 hanno assistito alle riprese, raccontano questo territorio, il film e la sua diva.
La mostra, curata da Stefania Marconi e Andrea Samaritani è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Comacchio, in collaborazione con l’Ente di gestione per i Parchi e le Biodiversità – Delta del Po. Ad organizzarla Open Group e Articolture, società bolognese di progettazione culturale, in collaborazione con Ferrara Film Commission, l’associazione A Spasso nel tempo e con il contributo di CARIFE.
Fondamentale è stata la collaborazione di Paolo Micalizzi, profondo conoscitore del cinema girato nel Delta del Po e consulente scientifico del progetto, che ha concesso l’utilizzo delle preziose fotografie di scena e di backstage che fanno parte del suo Archivio, e quella di Giampaolo Guidi, a cui appartengono le locandine, i manifesti e i cimeli d’epoca che ci restituiscono intatta l’atmosfera del tempo e ci dimostrano come La donna del fiume abbia goduto di un’ampia risonanza nazionale e internazionale.
L’inaugurazione a Palazzo Bellini avverrà venerdì 28 agosto alle 18.00, poi alle 21 in Piazzetta Trepponti sarà proiettato il film La donna del fiume.
Con la pellicola, che uscì nel 1955, Comacchio irruppe sullo schermo facendo conoscere agli spettatori l’affascinante paesaggio del Delta padano e le sue genti. Il film fu interamente girato tra Comacchio e le sue Valli, a Lido di Volano, Taglio della Falce e nei canneti di Pila a Porto Tolle, coinvolgendo, come attori secondari, figuranti o semplici spettatori, numerosi abitanti del territorio. A questi luoghi la mostra fa un continuo rimando lungo tutto il percorso, ma soprattutto incentivando lo spettatore a continuare la visita fuori dalle sale di Palazzo Bellini, seguendo l’itinerario cineturistico “La nascita di una nuova stella del cinema: Sophia Loren” promosso dal Centro di Documentazione Cinematografica del Delta del Po. L’itinerario tocca infatti le principali location del film: la Manifattura dei Marinati, dove Nives, la protagonista della pellicola, interpretata da Sophia Loren, era addetta alla lavorazione delle anguille; Lido di Volano, dove furono girate le scene della festa da ballo e della rissa; Taglio della Falce, dove tuttora è esistente e visibile la casa dove abitava Nives

LUISS: Emilia Romagna prima regione del Nord Italia per iscritti al test. Fino al 2 settembre borse di studio illimitate per gli studenti più meritevoli

da: organizzatori

UNIVERSITA’ LUISS GUIDO CARLI: fino al 2 settembre per iscriversi al test di ingresso ai corsi di laurea triennale e Magistrale a ciclo unico per l’a.a. 2015/2016.
Con il Progetto 9000, borse di studio illimitate agli studenti più meritevoli per studiare gratuitamente presso l’ateneo romano.
L’ Emilia Romagna è la prima regione del Nord Italia per numero di iscritti alle prove di ammissione ai corsi di laurea triennali e a ciclo unico.

Gli studenti dell’Emilia Romagna hanno ancora poco meno di un mese per partecipare alla prova di ammissione della LUISS ai corsi di laurea Triennale in Economia e Scienze Politiche e Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, per l’a.a. 2015/2016, prevista per il 4 settembre a Roma, con un motivo in più per diventare studenti dell’ateneo capitolino.
Fino al 2 settembre gli aspiranti candidati che si iscriveranno al test di ingresso potranno, infatti, concorrere all’assegnazione di borse di studio illimitate, a copertura integrale dal pagamento della retta, grazie al Progetto 9000. Questo è il nome dell’iniziativa che premia il merito indipendentemente dal reddito familiare e che consente di accedere gratuitamente alla LUISS, grazie alle sole capacità dei ragazzi.
In occasione della prova del 4 settembre, le borse di studio verranno attribuite a tutti gli studenti che conseguiranno un punteggio minimo di 9000, calcolato moltiplicando il risultato personale del test di ammissione, espresso in centesimi, per il voto del diploma di istruzione secondaria superiore, quest’ultimo a partire da un minimo di 90. Alla votazione di 100/100 e lode è assegnato un punteggio pari a 101. L’esonero totale del pagamento è relativo al primo anno di studi ma può essere confermato per l’intera durata del corso di studi, a condizione di essere in regola con gli esami e di conseguire una votazione media ponderata non inferiore a 28/30.
L’interesse dei liceali della Regione verso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali “Guido Carli” è confermato dal numero di domande di ammissione al test, dove l’Emilia Romagna è la prima regione tra quelle del Nord Italia, per numero di domande. Con Bologna in testa con il 46% delle domande di ammissione, seguita da Ravenna (11%), Cesena – Forlì (10%) e Modena (8%). Seguono a pari merito Parma e Reggio Emilia con oltre il 6,5%, Rimini e Ferrara (5%) e Piacenza con il 2% circa.
Per tutti gli studenti fuori sede sono previste, tra gli altri, una serie di facilitazioni a partire dalla ricerca dell’alloggio, attraverso ad esempio un servizio apposito a cui si può accedere dal sito dell’università: www.casaluiss.it.
A completare la strategia di employability della LUISS, l’internazionalizzazione e la circolazione dei saperi, come formula per garantire agli studenti un vero e proprio passaporto di mobilità oltre confine. Un disegno formativo che conta ben 152 accordi di cooperazione con prestigiose università in tutto il mondo. Fra questi 20 programmi di Double Degree, che permetteranno agli studenti di tutti i Dipartimenti di conseguire un doppio diploma di laurea, riconosciuto in Italia e nel paese in cui andranno a completare il loro percorso universitario.
LUISS Guido Carli, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali, costituisce oggi un punto di riferimento scientifico e culturale in Italia e all’estero per gli studenti interessati alle discipline economiche, manageriali, sociali e giuridiche.
Nel 2015 LUISS si posiziona al secondo posto della classifica generale degli atenei non statali d’Italia del Sole 24 Ore. L’ateneo si classifica inoltre al primo posto nella categoria qualità dei dottorati.
La LUISS conta complessivamente 7682 studenti e una media di 1473 nuovi immatricolati ogni anno. Il 92% degli studenti e l’84% dei laureati sono in corso, contro una media nazionale rispettivamente del 59% e 45%.
L’età media dei laureati e il tempo medio di completamento degli studi sono significativamente inferiori rispetto alla media nazionale. Gli studenti dei corsi di laurea triennale completano gli studi in 3,3 anni con una età media di 22 anni (contro una media nazionale di 5,1 anni e 24 anni di età), quelli dei corsi di laurea magistrale in 2,1 anni con 24,5 anni di età (contro una media nazionale di 2,8 anni e 25,5 anni di età), quelli dei corsi di laurea a ciclo unico in 5,1 anni con 24 anni di età (contro una media nazionale di 7,1 anni e 25,5 anni di età).

Il tasso di abbandono si attesta all’1,4%, contro un valore nazionale del 18%, mentre il tasso di occupazione a un anno dalla laurea raggiunge l’80%.

Ferrara si mobilita per la giovane ballerina

da: organizzatori

Il giudice di Roma vorrebbe costringerla a vivere in una casa famiglia, impedendole di frequentare la scuola di ballo, ma gli amici di Ferrara lanciano un gruppo Facebook con più di 2000 aderenti in soli due giorni. Sullo sfondo, perizie pseudoscientifiche e centri di accoglienza più costosi di un albergo di lusso.

Solo pochi giorni fa è uscita la notizia di quanto rischia di succedere a una quattordicenne di Ferrara: un giudice del Tribunale di Roma vorrebbe allontanarla dalla madre, per destinarla a una casa famiglia. Questo, oltre a negarle drammaticamente gli affetti famigliari, renderebbe impossibile la frequentazione presso la prestigiosa scuola di danza Aida di Milano, dove è stata ammessa, e probabilmente rovinerebbe il suo sogno di diventare una ballerina professionista.
Ma la gente di Ferrara non ci sta. Alcuni amici della ragazza hanno fondato il gruppo “Amici della giovane promessa ferrarese della danza” che in due soli giorni è arrivato a più di 2000 iscritti, con commenti tra l’incredulo e il furioso: “Anche la danza adesso e motivo di allontanamento? Siamo davvero oltre la frutta…” – “Questi sarebbero da rinchiudere in manicomio sono pazzi i Servizi Sociali! Ma lasciate stare i bambini e le famiglie e andate a zappare la terra…” – “Sono i casini di una mala giustizia e di neuropsichiatri, figure inutili, quale professionalità? Ditemi voi a che serve e cosa cavolo fa un neuropsichiatra?” – “Diversi consulenti dei Tribunali minorili di Roma ma anche di Foggia, di Taranto, di Lecce, di Potenza ecc. non sono oculati, sono superficiali, impreparati e dannosi e il giudice di turno prende come verità tutto quello che hanno scritto con leggerezza”; decine di commenti, anche irripetibili.
La realtà supera la fantasia.
Il tutto nasce da una separazione conflittuale. Il padre trasferitosi all’estero è rientrato in Italia l’anno scorso chiedendo di costruire un rapporto con la figlia ormai preadolescente. La madre acconsente senza problemi finché la figlia non inizia a mostrare avversione per le visite con il padre. Viene quindi chiamato il Tribunale e il giudice – ascoltando la ragazza – viene a conoscenza di alcuni atteggiamenti troppo morbosi da parte del papà. Viene quindi presentata una denuncia: l’incidente probatorio è fissato per il prossimo ottobre.
Come spesso succede in questi casi, il giudice richiede il parere di un Consulente tecnico d’ufficio, un neuropsichiatra infantile di Roma, al fine di comprendere meglio la vicenda. Secondo lo psichiatra, la bambina va allontanata dalla madre. La (cosiddetta) perizia è tutta un programma: “Nessuno [degli] attori della vicenda è mai stato ricoverato in un servizio psichiatrico, né abbiamo certificazioni ed esami che ci mostrino ed evidenzino uno stato di psicopatologia dell’uno o dell’altro. D’altro canto la situazione è fortemente patologica e si trascina da circa dodici anni, ci è quindi necessario definire cosa intendiamo per patologia al di fuori, o meglio, oltre la nosografia psichiatrica.”
La nosografia è lo studio puramente descrittivo delle malattie. L’ultima frase, in parole povere, significa: ‘non ci risulta che queste persone (inclusa la ragazza) soffrano di una qualsivoglia malattia psichiatrica assodata, perciò ce la dobbiamo inventare’.
Non si tratta di un caso isolato. Uno psicologo di Trento ha scritto in una perizia che una violenza sessuale era una “mancanza di delicatezza”, mentre uno psichiatra, sempre di Trento, ha accolto un papà per una consulenza in pantaloncini e ciabatte, e in un altro caso ha diagnosticato una malattia mentale a una mamma in soli 45 minuti, facendole perdere la custodia del figlio.
Perizie pseudoscientifiche e rimborsi d’oro per i centri di accoglienza
Tutto ciò ha origine dalla discrezionalità di discipline come la psichiatria e psicologia e porta a innumerevoli abusi ed errori, come scrive sagacemente lo psicologo Giuseppe Raspadori: “È l’unico campo, si badi bene, in cui avviene che uno «scienziato» possa permettersi il lusso di diagnosticare una patologia grave e un altro suo pari affermare che la stessa persona è perfettamente sana. Non avviene in nessun altro campo della medicina. Ma nessuno batte ciglio, o osa chiedere i danni di tanto arbitrio, o mandare tutti al diavolo.”
Forse sarebbe ora di “mandare al diavolo” queste discipline da qualsiasi ambito giuridico: molti, troppi, bambini soffrono a causa di queste valutazioni discrezionali. Per di più le famiglie o le parti meno abbienti non hanno la possibilità di difendersi adeguatamente per via dell’alto costo delle consulenze di parte – un grosso affare per i centri di accoglienza che, per ogni bambino, ricevono dallo Stato un pagamento di svariate centinaia di euro al giorno: più cari di un hotel a 5 stelle!

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlu

Paola Secchiero eletta direttrice del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale

da: ufficio Comunicazione ed Eventi UniFe

La Prof.ssa Paola Secchiero, ordinario nel settore scientifico-disciplinare di Anatomia Umana, è stata eletta Direttrice del Dipartimento di Morfologia, chirurgia e medicina sperimentale per il triennio accademico 2015/2018.

“Si stanno per concludere le procedure per l’elezione dei Direttori di Dipartimento del nostro Ateneo – commenta Cristiana Fioravanti, Delegata del Rettore alle Pari Opportunità – fa piacere constatare che già tre Professoresse ordinarie sono state elette Direttrici di Dipartimento. Si tratta di un risultato significativo, da perseguire con costanza, che dimostra l’impegno delle donne nei ruoli di governo dell’Ateneo.
Dopo aver conseguito la Laurea in Scienze Biologiche e il Dottorato presso l’Università di Ferrara, Paola Secchiero ha trascorso un lungo periodo negli Stati Uniti presso prestigiose istituzioni (NIH e University of Maryland) in qualità di Guest Researcher, Research Associate e Assistant Professor, fino a ricoprire nel 2006 il ruolo di Professore Ordinario a Unife. E’ titolare dell’insegnamento di Anatomia Umana per diversi corsi di Laurea ed è membro garante del Collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare e Farmacologia dell’Ateneo.
È nella lista dei Top Italian Scientists nel mondo (posizione 826, fonte Virtual Italian Academy basata su Google Scholar). La sua attività scientifica è documentata da più di 200 pubblicazioni su riviste internazionali con collegio di Referees, riportate su PubMed e citate sull’ ISI Web of knowledge-Journal Citation Reports (JCR). E’ inoltre responsabile scientifico di numerosi progetti di Ricerca finanziati come Principal Investigator. Si occupa attualmente di ricerche traslazionali in ambito onco-ematologico e cardiovascolare, svolgendo in particolare attività di ‘preclinical testing’ mediante l’impiego di sistemi in vitro (in cellule primarie) e in vivo (in modelli animali), combinando approcci di biologia molecolare e cellulare.
Paola Secchiero oltre ad aver svolto incarichi gestionali e dirigenziali di gruppi di ricerca, ha maturato esperienza di natura amministrativa presso altre amministrazioni pubbliche in qualità di Presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione dell’Azienda per i servizi sanitari (A.S.S.) n. 1 Triestina, membro del Consiglio di Indirizzo e Verifica del’I.R.C.C.S. Burlo Garofolo, e membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio per l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica per la gestione del Parco “Area Science Park”.
Dal 2010 è inoltre Responsabile Scientifico del “Laboratorio per le Tecnologie delle Terapie Avanzate”, del Tecnopolo di Ferrara, piattaforma Scienze della Vita nell’ambito del progetto Regione Emilia-Romagna per la creazione della rete regionale dell’alta Tecnologia, finanziato dalla Comunità Europea per promuovere e sostenere la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico.

Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

pd-logo

Moria vongole: Bertuzzi (PD) “è emergenza”

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Continua la moria delle vongole nella Sacca di Goro.
Le cause ormai sono note: il caldo torrido di questi giorni, provocando l’aumento della temperatura dell’acqua, che arriva a toccare i 35 gradi, provoca il fenomeno dell’anossia, ovvero l’assenza di ossigeno all’interno delle acque.
Chi più risente di questo fenomeno sono certamente le cooperative impegnate nell’allevamento di vongole veraci. “Il fenomeno del surriscaldamento delle acque si sta verificando anche in altre aree di laguna del nostro paese, in particolare nella laguna di Orbetello, dove sono state prelevate tonnellate di pesce morto per anossia.
La questione è dunque nazionale” sottolinea la Senatrice Maria Teresa Bertuzzi, capogruppo PD in Commissione Agricoltura al Senato, che continua: “nella nostra laguna fortunatamente la Regione è intervenuta celermente disponendo la delocalizzazione straordinaria di alcuni allevamenti. La situazione è sicuramente di emergenza e come tale è necessario individuare la strada migliore per riconoscerla come evento straordinario. Non è possibile però immaginare che questo sia un accadimento irripetibile; il cambiamento del clima rende necessario pensare ad interventi strutturali capaci di azzerare il fenomeno dell’anossia in modo definitivo. Si tratta quindi di disastro ambientale che dovrà necessariamente coinvolgere anche il Ministro dell’ambiente”.
Per dare contezza della dimensione che può assumere il fenomeno, si consideri che solo Goro conta 44 cooperative dedite all’allevamento della vongola verace, 2.700 ettari di estensione, 1.300 addetti, 20.000 tonnellate di prodotto commercializzato per un volume di affari tra i 50 e i 70 milioni di euro.
“Si sta inoltre procedendo – conclude la Senatrice PD – alla valutazione della perdita di produzione, primo passo per definire i danno economici provocati dal fenomeno. Il Partito Democratico, consapevole della gravità del problema, si sta muovendo su tutti i fronti per mettere in campo le necessarie azioni strutturali che possano contrastare efficacemente il problema dell’anossia e della conseguente moria delle vongole, con l’obiettivo di garantire un intervento a tutti i livelli istituzionali”.

logo_cciaafe

Marchio “ospitalità italiana”: vince l’offerta migliore

da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Govoni: “Una opportunità straordinaria per valorizzare le eccellenze ferraresi nel mondo, simbolo distintivo del gusto e dell’accoglienza”.
Adesioni dal 1° settembre al 15 ottobre 2015, al via la nona edizione

Riaprono i bandi promossi dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Ferrara, in collaborazione con Ascom, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Unindustria, le associazioni a tutela dei consumatori e con Isnart – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche – per l’assegnazione del marchio “Ospitalità Italiana” alle imprese turistiche che hanno scelto la qualità quale obiettivo da perseguire e che, ogni anno, decidono di mettersi in discussione sottoponendosi a delle valutazioni.
Nella nostra provincia, sono già 23 gli alberghi, 48 i ristoranti, 3 i campeggi e 10 gli agriturismi (per un totale di 84 strutture), che oggi possono fregiarsi del prestigioso marchio della Q dorata e, dunque, essere inseriti sul portale nazionale www.10q.it. Aderire al circuito “Ospitalità Italiana”, dunque, significa offrire al potenziale ospite la certezza che non sarà deluso, allinearsi agli standard qualitativi offerti a livello internazionale, dare rilievo all’immagine dell’intero territorio, regalando al turista un bel ricordo della ospitalità di un’intera comunità. È questo il vero obiettivo di Camera di commercio e Provincia: non premiare semplicemente i virtuosi, che sono sempre più numerosi, ma spronare tutti gli operatori a intraprendere o a continuare un processo di evoluzione in ambito ricettivo, elemento fondamentale per la vocazione turistica della provincia.
Come funziona?
L’iter per ottenere il marchio “Ospitalità Italiana” è un percorso rigoroso che passa attraverso varie fasi.
1. la singola impresa decide di sottoporre la propria candidatura alla Camera di commercio;
2. dopo un controllo preliminare, l’impresa viene sottoposta ad una scrupolosa valutazione del livello di qualità dei servizi offerti, con una visita in loco da parte di tecnici specializzati;
3. concluse le valutazioni tecniche, una commissione di valutazione si riunisce per la decisione finale.

E’ possibile scaricare i bandi e le relative schede di adesione dal sito www.fe.camcom.it (sezione “turismo”). Per maggiori informazioni: ufficio Marketing del territorio, innovazione e qualità della Camera di commercio (promozione@fe.camcom.it 0532-783.821).

Domenica 6 agosto all’Arena La Romana il film di Lee Toland Krieger “Adeline”

da: organizzatori

Nata intorno all’inizio del ventesimo secolo, Adaline Bowman non avrebbe mai pensato di poter essere ancora viva nel ventunesimo; ma un momento magico della sua vita la salva dalla morte e le regala l’eterna giovinezza. Così, a 29 anni, Adaline smette di invecchiare e comincia un’avventura unica, che mai essere umano ha vissuto. Questo destino incredibile le consente di vivere, per molti decenni, la storia delle trasformazioni del mondo, che fanno da sfondo alle sue vicende personali e sentimentali: dalle due Guerre Mondiali alle lotte degli anni ’60 per la libertà, fino ai nostri eventi più recenti. Nascondendo abilmente il proprio segreto a tutti, tranne alla propria figlia, Adaline riesce a vivere con delicatezza e riserbo la sua vita, finché un giorno la donna incontra l’affascinante e carismatico filantropo Ellis Jones che riaccende il lei la passione per la vita e per l’amore. Dopo un weekend con i genitori di lui, che rischia di portare alla luce l’incredibile verità, Adaline prende una decisione che cambierà per sempre la sua vita.

L’arena è organizzata dall’Associazione Ferrara sotto le stelle con Arci Ferrara, con il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Quest’anno al Parco sarà possibile acquistare abbonamenti da 10 ingressi che avranno validità per tutta la durata della manifestazione.
ABBONAMENTO 10 INGRESSI – 50 €
ABBONAMENTO 10 INGRESSI, SOCI ARCI – 35 €
INGRESSO: INTERO 6 €; RIDOTTO 4,50 € (Soci Arci, studenti Università di Ferrara e possessori della fidelity card – Gelateria La Romana).
Inizio proiezioni ore 21.30. Apertura Parco ore 21.00
In caso di maltempo le proiezioni si svolgeranno presso la Sala Boldini, via Previati 18. Per informazioni: Arci: 0532.241419, Arena Estiva: 320.3570689, Sala Boldini: 0532.247050.
Per il programma completo della manifestazione: www.cinemaboldini.it.

UN’ALTRA ECONOMIA
Se anche la catastrofe è ricchezza: i parodossi del Pil

Il Pil è probabilmente l’indice economico più conosciuto nel mondo. Attorno all’obiettivo della sua crescita orbitano non soloil i piani economici dell’Unione Europea e le politiche economiche nazionali, ma anche una parte considerevole della dottrina economica, in cerca di modelli di studio più efficaci ed efficienti; il timore di un suo calo toglie il sonno, oltre che ad una folta schiera di macroeconomisti, anche a buona parte di cittadini risparmiatori, soprattutto a coloro che appartengono alle fasce di reddito inferiori: proprio questi hanno imparato a loro spese nel recente passato cosa significhi trovarsi in una recessione senza apparente via d’uscita.
Oggi gli obiettivi economici principali dell’Ue di fatto sono la crescita del Pil, la crescita del Pil pro capite e un rapporto deficit/Pil non superiore al 3%; allo stesso modo in termini di Prodotto interno lordo si misurano gli obiettivi verso cui la Banca Mondiale orienta i Paesi ad economie arretrate tramite i suoi investimenti. Nel tempo il termine Pil è divento sinonimo di sviluppo; e dello sviluppo è stato misura, ma qui dovrebbe sorgere una domanda: cosa si intende per sviluppo?

Il concetto di sviluppo è presente nella società fin dall’antichità classica. Allora esso era privo del significato economico che attualmente lo contraddistingue, si trattava piuttosto di aumento del benessere inteso come crescita spirituale dell’individuo. Tale concetto è rimasto pressoché invariato fino all’avvento del mercantilismo nell’Europa del XVI secolo. A quell’epoca l’idea di crescita venne riformulata in maniera decisamente più materialista: è il progresso materiale dell’uomo a determinarne lo sviluppo, inteso per le persone come aumento del reddito e dei beni a disposizione, per gli Stati come affermazione della propria potenza militare e della propria egemonia territoriale. Idee queste che vengono “esasperate” con il calvinismo, nel quale vi è addirittura una correlazione fra fede e predestinazione alla ricchezza e all’affermazione sociale. La secolarizzazione della società europea ha portato a una radicalizzazione dell’antropocentrismo: un esempio lampante può esserne il movimento illuminista del XVII secolo, in cui vi è uno strettissimo legame fra sviluppo economico e progresso scientifico, che assume anche il significato di dominio sulla natura.

Il concetto di sviluppo economico ha quindi coinciso sempre più con quello di produzione di merci scambiabili sul mercato e dotate di prezzo, questo è stato il motivo fondamentale per cui, dal dopoguerra, si è adottato il Pil come unità di misura dello sviluppo dei paesi. Per PIL (Prodotto interno lordo) si intende il valore di tutti i beni e servizi finali, materiali e non, prodotti all’interno di un Paese in un certo periodo di tempo, generalmente pari ad un anno, al netto delle transazioni intermedie. Come indice di benessere delle persone invece è stato considerato il rapporto fra il Pil del Paese ed il numero dei suoi abitanti, il Pil pro capite. Utile inoltre la distinzione fra Pil nominale e Pil reale: il primo è la somma delle quantità dei beni finali valutati al loro prezzo corrente, il secondo la somma delle quantità dei beni finali valutati a prezzi costanti, ossia al netto delle oscillazioni monetarie (inflazione e deflazione). Se il Pil pro capite indica il livello di reddito all’interno di un Paese e viene considerato come indice di benessere dei suoi cittadini, la sua variazione ne indica il tasso di crescita o decrescita: i periodi in cui esso aumenta sono chiamati espansioni, i periodi in cui esso diminuisce recessioni.

Il Pil e il Pil pro capite di cui spesso sentiamo parlare nei telegiornali sono quindi utilissimi strumenti per valutare lo stato di salute dell’economia dei Paesi, ma sono davvero anche di validi indici per il benessere delle popolazioni? A dire il vero no, si tratta piuttosto di un’approssimazione economica che andrebbe presa molto più “con le pinze” rispetto a come viene fatto ancora oggi: il Pil infatti, come detto, tiene conto del valore prodotto, ma non considera fattori fondamentali per determinare il benessere delle persone, primo fra tutti la polarizzazione del reddito, ossia una sua iniqua distribuzione: secondo i dati Istat, il Pil pro capite italiano nel 2013 era di quasi 25.500 euro, ma, sempre secondo Istat, ad uno sguardo più approfondito appare evidente il divario di reddito fra le Regioni del Nord, del Centro e del Mezzogiorno. Calcolato in base alle regioni il Pil pro capite è risultato pari a 33.500 euro nel Nord-ovest, a 31.400 euro nel Nord-est e a 29.400 euro nel Centro, mentre il Mezzogiorno, con un livello di PIL pro capite di 17.200 euro, ha presentato un differenziale negativo molto ampio: il suo livello è stato inferiore del 45,8% a quello del Centro-Nord. Non solo considerare il Pil pro capite a livello nazionale non permette di cogliere le differenze a livello regionale presenti in un Paese, ma in qualsiasi caso questo venga utilizzato tenderà ad “appiattire” la realtà. Si pensi ad esempio ad una coppia di cittadini, uno ricchissimo ed uno poverissimo: chi si trovasse di fronte al Pil pro capite calcolato sulle loro ricchezze otterrà l’immagine di due persone benestanti e non potrà pensare di attuare interventi mirati in favore del più bisognoso.
Così come per la polarizzazione, l’indice Pil trascura anche molti altri fattori determinanti, come ad esempio il tasso di mortalità infantile, il livello d’istruzione, la speranza di vita, il tasso di tecnologia, la salubrità ambientale, la disoccupazione, l’equità fra i sessi, la democratizzazione, l’efficienza delle strutture sanitarie eccetera. Inoltre il Pil non solo può portare ad una visione ipersemplificata della realtà, ma anche ad una sua vera e propria distorsione: si pensi al caso di un disastro naturale, tutti concorderanno sul fatto che questo causi un peggioramento della condizione delle persone coinvolte. Tuttavia, a seguito di tale disastro, si avvierà la macchina dei soccorsi e delle eventuali ricostruzioni e riparazioni dei danni arrecati dalla sciagura. Questi hanno un prezzo e andranno a far parte del Prodotto interno lordo che, paradossalmente, potrà crescere non per un effettivo aumento del reddito delle persone bensì per i movimenti monetari causati dalla sciagura, non certo fonte di benessere.

Nel tempo gli economisti e i sociologi si sono sempre più interessati alla ricerca di un indice in grado di fornire precise informazioni circa il benessere delle popolazioni non più unicamente basato sulla ricchezza prodotta. Il principale contributo a riguardo è stato offerto, nel 1993, dagli economisti Mahbub Ul Haq e Amartya Sen, i quali progettarono l’Isu (Indice di sviluppo umano), di cui parlerò nei prossimi articoli.
Il valore prodotto in un’economia e la sua crescita sono fattori fondamentali del benessere della popolazione, ma non sono gli unici. Proprio in questo sta la risposta alla domanda posta ad inizio articolo: lo sviluppo non concerne esclusivamente la ricchezza monetaria disponibile per le persone, bensì tutto ciò che può concorrere alla loro sicurezza, alla loro salute e alla loro autorealizzazione, in definitiva al loro benessere. Il Pil e la sua crescita sono sicuramente un buon punto di partenza, ma i veri obiettivi da raggiungere sono molto più lontani, tanto lontani quanto i traguardi di vero sviluppo equo e sostenibile.

IMMAGINARIO
Marfisa, olè!
La foto di oggi…

Tango da cinema nel loggiato della palazzina di Marfisa d’Este. Ad evocare i passi di danza protagonisti sul grande schermo ci sarà stasera il duo composto da Simone Montanari al violoncello e Antonio Rolfini al pianoforte.

Stasera, 5 agosto 2015, ore 21.30, loggiato del giardino della palazzina Marfisa, corso Giovecca 170. Ingresso a offerta libera a favore dell’associazione per l’assistenza domiciliare oncologica Ant. A cura del circolo Amici della musica Frescobaldi con l’assessorato alla cultura del Comune di Ferrara

OGGI – IMMAGINARIO MUSICA

due-passi-tango
Ballerini di tango a Ferrara in una foto di Stefano Pavani che fa parte di una serie dedicata al tango

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Abbracci.
L’aforisma di oggi

Stringimi a te

Paulo-CoelhoUn abbraccio vuol dire “Tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende”. La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. (Paulo Coelho)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
Razzismi.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca di ieri e di oggi.

Il 5 agosto 1938 esce il primo numero della rivista La difesa della razza, nella quale era sostenuta la superiorità degli ariani e si esortavano gli italiani a proteggersi dalle contaminazioni biologiche delle razze inferiori.

Avrai ragione tu

[per ascoltarlo clicca sul titolo]

caparezza
Caparezza

“Magari chiedo scusa ai leghisti
Magari, scrivo a caratteri cubitali
Voglio la Padania libera via dall’Europa per il gusto di chiamarvi extracomunitari
Chiedo scusa ai discotecari, fighetti, politici, elfi, facoceri, gnomi e re
che poi dicono gli artisti sono comunisti
I comunisti ce li avete in testa come me” (Caparezza)