Skip to main content

Giorno: 24 Settembre 2015

Con il Bagigino Turismo e Pesca uniti; il progetto, sostenuto da Ascom Confcommercio e regione Emilia Romagna

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Comacchio non è solo anguilla. C’è un altro suo prodotto tipico unico, che solo le valli sanno restituire, e per cui è giunto il momento della promozione sul mercato. Legare turismo e pesca in quest’ottica è la filosofia innovativa del piano di valorizzazione e commercializzazione del bagigino, (acciuga delle valli di Comacchio).
Il progetto, supportato dall’assistenza tecnica, commerciale e marketing di Ascom Confcommercio Ferrara, è stato presentato ufficialmente oggi (24 settembre) nell’oasi di Valle Campo davanti al viceprefetto Niglio, alle autorità locali, agli Istituti di credito ed al mondo della Scuola – ed illustrato dalla famiglia Nordi, che gestisce proprio Valle Campo, e da Fernando Gelli esperto del settore pesca.
Il progetto, condiviso dalla Regione Emilia-Romagna e finanziato con fondi europei, intende dare evidenza al bagigino attraverso diverse attività di valorizzazione: un sito web rinnovato (www.vallecampo.it), una mostra fotografica, visite guidate agli ambienti di valle, e manifestazioni di promozione diretta del prodotto, come la recente sagra tenutasi tra fine agosto ed i primi di settembre. Piatto forte del bagigino di Valle Campo è infatti il suo processo di marinatura a crudo, avviato in queste settimane da Nordi e pronto ormai al lancio sul mercato in vere e proprie confezioni di facile riconoscibilità.
Come spiega Massimo Cestari, consigliere di Ascom Comacchio e tra i principali promotori del progetto, “nel nostro territorio la pesca può essere un’attività trainante non solo per se stessa, ma specialmente come fattore di turismo, sia enogastronomico sia naturalistico. Questo legame va sviluppato ulteriormente. Non ci fermiamo al sostegno del bagigino: abbiamo altre iniziative concrete a supporto degli imprenditori locali che cureremo”.
Da parte sua, Gianfranco Vitali, presidente di Ascom Comacchio, sostiene l’importanza del momento e conclude così la giornata: “Oggi si valorizza un’ulteriore peculiarità delle valli di Comacchio, che già costituiscono elemento unico e distintivo, di grande richiamo per un turismo attento all’ ambiente e alle tradizioni enogastronomiche. Tutti dobbiamo credere convinti alle positive ricadute che possono derivare per l’economia del territorio”. Un territorio sul quale si numerose iniziative e che come ha sottolineato l’assessore al Turismo Sergio Provasi “vede un concreta e bella collaborazione tra il Comune di Comacchio con Ascom allo scopo di incentivare sviluppo ed occupazione”.

proseguire il contrasto alla concorrenza sleale; l’intervento di Fipe Confcommercio

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

“I dati di controllo sulle attività commerciali – pubblicate in queste ore – con particolare riferimento ai risultati dell’Ordinanza contingibile ed urgente, emessa dal Comune di Ferrara il 25 giugno scorso, evidenzia senza dubbi che il problema che abbiamo sollevato più volte come Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio – commenta il presidente provinciale Matteo Musacci – era dunque reale e che occorre continuare su questa direzione perché il controllo sta alla base della buona vivibilità di un centro storico come quello di Ferrara”.
La Fipe in sinergia con Ascom era infatti intervenuta per sollecitare un’azione per contrastare la vendita incontrollata di alcolici da parte di molti esercizi commerciali (minimarket gestiti spesso da stranieri) del centro e in orario serale e notturno, che non rispondono ai numerosi regolamenti dei Pubblici Esercizi, atti, appunto, a regolamentare il consumo di alcolici. Da sempre la Fipe e l’Ascom conducono una battaglia a difesa della legalità in particolare nei confronti delle false sagre o dei circoli privati che in realtà svolgono attività di pubblico esercizio creando in entrambi i casi una profonda concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi
“Per un centro storico – prosegue Musacci – che rappresenta un biglietto da visita importantissimo per una città dalla chiara vocazione turistica, l’attività di controllo è essenziale per discernere chi agisce nel rispetto delle regole e quanti invece non rispettano le regole effettuando così comportamenti di vendite e somministrazioni illegali di alcolici, ad ogni ora del giorno e della notte, e che vanno sanzionate”.

logo-regione-emilia-romagna

Emilia-Romagna e Sudafrica si incontrano sull’acqua

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Collaborazione sul tema delle risorse idriche al centro di un incontro operativo tra la Regione, il sistema di gestione e ricerca regionale e una delegazione guidata dal ministro Mokonyane

Consolidare la partnership tra Emilia-Romagna e Sudafrica sui temi dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile legato allo sfruttamento delle risorse idriche, del trasferimento di conoscenze e formazione negli ambiti del trattamento e della gestione delle acque.
Sono questi i temi affrontati oggi pomeriggio nella sede della Regione Emilia-Romagna, a Bologna, dove è stata ricevuta una folta rappresentanza guidata da Nomvula Mokonyane, ministro delle Risorse idriche della Repubblica Sudafricana. La delegazione, composta da rappresentanti del Ministero delle Risorse idriche e dell’Ambiente oltre che da tecnici del settore e diplomatici, è stata accolta dall’assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Scuola Università e Formazione, Patrizio Bianchi.
Il ministro Mokonyane ha illustrato le problematiche, gli obiettivi, le necessità per la gestione di questa risorsa strategica, auspicando lo sviluppo di partnership internazionali, anche tra pubblico e privato, davanti a una platea composta da dirigenti e tecnici della Regione Emilia-Romagna ma anche rappresentanti delle maggiori aziende emiliano-romagnole operanti nel settore della gestione e trattamento delle acque, università e centri di ricerca.
La possibilità di partnership per l’Emilia-Romagna nascono anche dal lavoro di promozione svolto attraverso alcuni progetti cofinanziati e coordinati dalla Regione che si sono succeduti negli ultimi anni. Queste attività hanno permesso di stabilire contatti con autorità e imprese del settore ambiente del Sudafrica, sia a livello di governo nazionale che con alcune autorità locali.
Con questa missione, si è voluto rafforzare e definire nei dettagli un accordo di collaborazione che sarà siglato dall’italiano Cnr e Ewseta (Energy and Water Secto for Education and Training Authority) con il benestare dei due Governi e che avrà ricadute sul territorio regionale mediante il coinvolgimento di istituti, università e imprese. Tale accordo, denominato “Italy South Africa (Isa) Water Sector Reference Platform”, è un’iniziativa della durata di 5 anni di collaborazione scientifica, trasferimento di conoscenze e formazione ma anche progettualità concrete in termini di potabilizzazione, trattamento e distribuzione delle acque, veicolando le capacità e le competenze del sistema imprenditoriale italiano in una regione del pianeta dove il tema dell’acqua è molto importante data la scarsità e le carenze del sistema distributivo.

Expo, Bonaccini chiude la Settimana di Protagonismo con i sindaci dell’Emilia-Romagna

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Nella giornata conclusiva del momento Emilia-Romagna all’Esposizione Universale il presidente della Regione e i primi cittadini emiliano-romagnoli hanno affrontato insieme le sfide dei prossimi mesi

«Insieme potremo davvero continuare ad essere uno dei territori più avanzati d’Europa e del mondo. E lo abbiamo dimostrato anche qui ad Expo, dove possiamo dire che il bilancio è più che positivo. Lo abbiamo dimostrato con la presenza di tutti i territori emiliano romagnoli, di tante imprese, consorzi e associazioni di categoria nonché con l’abbinamento con le tante eccellenze del territorio, ad iniziare dalla Ferrari che è esposta davanti allo spazio dell’Emilia-Romagna». Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini concludendo l’incontro con i sindaci dei Comuni emiliano-romagnoli nella Sala della terra del Parco della biodiversità.
Al meeting “La sfida dell’Emilia-Romagna oltre Expo”, organizzato in collaborazione con Anci Emilia-Romagna, sono intervenuti l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, il presidente dell’Anci emiliano romagnolo Daniele Manca, il sottosegretario Andrea Rossi e l’assessore al Turismo Andrea Corsini.
La partecipazione dell’Emilia-Romagna all’Esposizione Universale ha puntato su attività di co-progettazione e sulla condivisione di azioni e iniziative con enti locali e territori, nella convinzione che soltanto lavorando insieme sia possibile costruire uno sviluppo di qualità, sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.
Facendo tesoro di questa esperienza, nell’incontro con i Sindaci si è discusso di come affrontare gli impegni dei prossimi mesi: dall’attuazione dei programmi comunitari alla realizzazione degli stati generali della green economy, dalle riforme istituzionali all’agenda digitale. «Il dopo Expo l’Emilia-Romagna lo terrà vivo anche con World Food Research Innovation Forum: abbiamo già deciso che si svolgerà una due giorni alla Fiera di Parma, il 9 e 10 maggio 2016, in occasione di Cibus» ha aggiunto il presidente Bonaccini.
Tracciando un bilancio dell’Emilia-Romagna ad Expo, l’assessore regionale Palma Costi ha evidenziato che «ai temi di Expo possiamo dare risposte grazie alla nostra agricoltura, industria, più in generale al manifatturiero, formazione e turismo. Grandi tradizioni coniugate a ricerca e a innovazione. Expo ci ha permesso di ragionare su chi siamo e dove andiamo. Bisogna continuare a capire come continuare questo grande viaggio nel mondo. Il mondo ha una forte domanda nei confronti dei nostri prodotti».
Il presidente dell’Anci Emilia-Romagna Daniele Manca cha sottolineato che «dopo Expo quello che resta ai Comuni, e che ritornerà nelle nostre comunità, è una grande opportunità per costruire nuovo lavoro, nuova crescita economica e anche di essere orgogliosi di appartenete ad una regione che se fa sistema ed è competitiva in Italia ma anche nella dimensione europea e mondiale. I nostri territori nel lavorare insieme – lungo la via Emilia, nella dimensione dell’acqua, dell’ambiente, delle straordinarie potenzialità del mare – possono offrire anche al Paese un grande punto di riferimento per ripartire, per crescere, per costruire lavoro ed opportunità».

Cooperazione internazionale, Gualmini incontra una delegazione dei Paesi della Loira

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Tra i temi discussi, il processo di riorganizzazione territoriale attualmente in corso in Francia e le analogie sul piano amministrativo tra le due Regioni

Due giorni in Emilia-Romagna per uno scambio di esperienze e confronto sui temi della formazione professionale, del welfare, dell’agroalimentare, della gestione dei programmi europei e della cooperazione internazionale. Temi di interesse reciproco, discussi nell’incontro di questa mattina a Bologna tra la vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle Politiche di welfare e Cooperazione internazionale Elisabetta Gualmini con una delegazione della Regione dei Paesi della Loira, composta dal vicepresidente della Commissione Strategie europee e internazionali Philippe Papin e il rappresentante della Camera di commercio e artigianato della Regione francese Emmanuel Brosseau.
Nell’incontro si è parlato anche delle analogie sul piano amministrativo tra le due Regioni e del processo di riorganizzazione territoriale attualmente in corso in Francia, che coinvolge anche i Paesi della Loira. “Siamo estremamente interessati alle riforme amministrative che stanno per essere realizzate nella vostra Regione – ha dichiarato Gualmini – , in particolare al processo di riorganizzazione e fusione tra Regioni. A questo proposito – ha proseguito la vicepresidente – vi propongo un’iniziativa da realizzare nei prossimi mesi a Bruxelles, per approfondire il tema e conoscere meglio le caratteristiche di questa riforma”.
Con l’incontro di oggi si è voluto consolidare le relazioni bilaterali tra l’Emilia-Romagna e i Paesi della Loira che durano da oltre 16 anni, e riguardano più settori: dagli scambi economici alla ricerca, alle politiche giovanili, all’educazione alla pace e alla cooperazione decentrata. Dopo l’incontro in Regione, la delezione visiterà alcuni centri di formazione professionale, consorzi e aziende dell’Emilia-Romagna, per poi proseguire verso Milano ed Expo 2015.

L’intesa dimenticata per il Parco interregionale del Delta del Po

da: Valter Zago

Il fresco annuncio del Ministro Dario Franceschini che è intenzione del Governo promuovere una legge speciale per l‘istituzione del Parco naturale interregionale del Delta del Po – perché poi una nuova legge quando quella specifica c’è già? – ha l’indubbio merito di richiamare l’attenzione sulla mancata attuazione di quanto previsto dall’art. 35 della legge quadro n.394 sulle aree naturali protette a questo riguardo, ossia l’istituzione, entro due anni dalla sua approvazione avvenuta il 6 dicembre del 1991, di un parco appunto interregionale; in caso contrario, di un parco nazionale. Di proroga in proroga, si pervenne finalmente, alla fine del 1996, alla necessaria intesa preliminare tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Emilia-Romagna e la Regione Veneto. L’anno successivo cadde anzitempo il primo Governo Prodi e sull’art.35 scese l’oblio. I succesivi Governi infatti scordarono di proporre al Parlamento l’approvazione di altre proroghe o l’istituzione del Parco nazionale. Dopo l’intesa del ’96, agli atti sono rimaste solo due lettere di maniera, senza alcun seguito: la prima risalente all’anno 2000 dell’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna, Guido Tampieri; la seconda, otto anni dopo, del Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. In seguito – se si esclude la recente giusta comunione di intelligenza tra le due Regioni per conseguire il riconoscimento MAB dello straordinario valore ambientale del Delta del Po da parte dell’Unesco – non c’è stata più nessuna mossa istituzionale né a favore del parco interregionale né tantomeno di quello nazionale. Anzi, al contrario, ultimamente si è ingenerata la stramba convinzione in alcune personalità politiche regionali e locali di essere riuscite, con il conseguimento di tale riconoscimento “laddove altri hanno fallito, ad abbattere le barriere burocratiche”. E di conseguenza a risolvere così il problema della interregionalità. E sono, queste, le stesse personalità che ora sgomitano per strutturare – di stravaganza in stravaganza – una sorta di parco parallelo od ombra – il ‘Parco-MAB’, con tanto di uffici e personale dedicati – come succedaneo di quello interregionale. L’annuncio, per quanto laconico, di Franceschini fa innanzitutto chiarezza e neutralizza intanto questa creatività d’accatto: va istituito il Parco interregionale con legge speciale. Punto. Di più, allo stato dell’arte, non è dato sapere. Meglio allora sospendere il giudizio ed occuparsi, in attesa di saperne di più, di un esercizio più concreto. Come la riflessione – non fosse altro per evitare l’ennesima riscoperta dell’acqua calda – sull’impianto ed i contenuti dell’intesa sottoscritta, in una vana corsa contro il tempo, il 27 dicembre 1996, dal Ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi, dal Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan e dall’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna, Renato Cocchi, in ossequio alla legge sui parchi ancora oggi ben vigente: la 394 del 1991. Il suo testo integrale, mai oggetto di pubblicazione, è riportato qui in appendice ad una memoria sulla interregionalità che scrissi tre anni orsono in occasione di uno dei tanti ingannevoli preannunci di una ripresa dell’iniziativa politica in suo favore. Per poi doverla riporre nel cassetto, in attesa di tempi migliori. Ora, finalmente, la buona opportunità per ridargli luce è venuta, anche grazie all’approfondimento promosso recentemente dal ‘Gruppo di San Rossore’ sul Titolo V riformato della Costituzione, con particolare riferimento ai beni ambientali, culturali e paesaggistici, che andrà a culminare proprio a giorni, il 30 settembre, a Pisa, in un importante seminario ospitato dalla casa editrice ETS, presso la propria sede. E’infatti mia convinzione che, nel frattempo, quella memoria non abbia perso d’attualità. Se non altro per farsi un’idea della buona intesa siglata nel 1996 da cui adesso sarebbe saggio ripartire per costruire su solide e sostenibili basi il Parco naturale interregionale del Delta del Po.

Appendice

Per le politiche ambientali è tempo di anniversari e bilanci. L’occasione è fornita da due ventennali veramente emblematici. A livello globale, il ventennale della Conferenza di Rio che suscitò grandi speranze di un futuro della Terra all’insegna della sostenibilità. Sul piano italiano, quello della legge quadro delle aree protette che promosse una innovativa collaborazione tra Stato e Regioni a favore della difesa della biodiversità. Proprio a Rio de Janeiro, si è da poco conclusa l’evanescente Conferenza ‘Onu Rio+20′, in cui, a differenza  del Earth Summit di due decenni fa, si è respirato un clima di amara  delusione.

Ad una crescita della consapevolezza scientifica delle cause antropiche dei mali ambientali che affliggono il pianeta è corrisposto, in misura inversamente proporzionale, un indebolimento nell’ultimo ventennio della volontà politica di debellarle. Come raccontano incontestabilmente i dati sul popolamento umano e i suoi consumi, sulla biodiversità e sul surriscaldamento globale sempre più invasivo in termini di costi economici ed umani  per gli uragani, le siccità e le alluvioni. Unica nota di consolazione, in un contesto produttivo minato dalla speculazione finanziaria, la crescita in controtendenza, per fatturato ed addetti, dell’economia verde.

Solo entro il 2015, con un accordo globale, forse verranno assunti nuovi impegni per la difesa del clima. Nell’attesa, liberi tutti, i governi nazionali, di scegliere tra continuità e cambiamento in materia ambientale. E l’Italia? Vent’anni fa, con l’approvazione della legge 6 dicembre 1991, n.394, sembrava che essa fosse divenuta, in ambito europeo, un astro nascente delle aree naturali protette.

Oggi, alla prova dei fatti, il Bel Paese si è illanguidito nella condizione più realistica di stella cadente. Per responsabilità politiche che vanno equamente distribuite tra Stato e Regioni. Sia a destra che a sinistra dello schieramento politico – tranne rare e lodevoli eccezioni – è prevalsa progressivamente la irresistibile vocazione alla balcanizzazione, alla cura del proprio  orticello istituzionale.

Lo Stato si è occupato esclusivamente dei  parchi nazionali e delle aree marine protette. Per primo, esso ha contravvenuto al nuovo spirito federalista e al principio della sussidiarietà, non trasferendo, contrariamente agli  impegni assunti, la gestione delle sue centotrenta Riserve naturali disseminate lungo tutto lo Stivale né ai propri parchi nazionali né a quelli regionali.  Le Regioni non da meno si sono occupate solo dei loro parchi naturali.  Per non parlare dell’ UPI impegnata fino a qualche mese fa, senza avvertire il ben che minimo senso del ridicolo – i Parchi naturali ci sono in tutto il mondo, le Province no! –, a proporre lo scioglimento dei parchi regionali e il trasferimento delle loro funzioni alle Province. Tra Ravenna e Ferrara, non si è ancora spento l’eco delle strampalate idee tese addirittura a smembrare il Parco Regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna in due parchettini provinciali.

Il principio della leale collaborazione tra Stato e Regioni, l’asse politicamente portante della legge 394, incardinato nel comitato paritetico Stato-Regioni e nel programma triennale per le aree naturali protette, è così via via evaporato assieme all’impegno di redigere la Carta della natura, lo strumento fondamentale per la corretta pianificazione della Rete Ecologica Nazionale,  e alla promozione – prevista dalla successiva legge 9 dicembre 1998, n° 426, ‘Nuovi interventi in campo ambientale’ – dei progetti di sistema per i parchi dell’Arco alpino, dell’Appennino, delle Isole e delle Aree marine protette.

Sempre a proposito dello svilimento delle misure di protezione ambientale, va ricordato, non per ultimo in ordine d’importanza, il ribaltamento  gerarchico previsto dal nuovo Codice del Paesaggio del rapporto tra il Piano del Parco e quello Paesistico. In questo desolante panorama, al posto dell’ essenziale Piano per la Biodiversità ha visto nel frattempo la luce unicamente una debole omonima Strategia nazionale.  E, questa – buona ultima –, solamente nell’ottobre del 2010. A sedici anni di distanza dal recepimento del nostro Paese della Convenzione Internazionale sulla Biodiversità.  E a soli dieci giorni dallo svolgimento a Nagoya della Decima Conferenza delle Parti sulla Diversità Biologica.

Insomma, se è vero che in questo ultimo ventennio in Italia sono stati compiuti passi da gigante nell’incrementare il territorio presidiato dai Parchi, è ancora più vero purtroppo che a questa crescita non è corrisposta una adeguata gestione ambientale dei parchi medesimi, come dimostrato dalla risicatissima quantità di Piani territoriali e dei relativi regolamenti approvati. Lo stesso va detto anche al riguardo dei necessari Piani socio-economici, senza i quali, la promozione dello sviluppo sostenibile resta soltanto un vacuo proponimento.

In Italia, diversamente dai Paesi più avanzati, in buona sostanza, non ha trovato ancora piena cittadinanza  la specificità istituzionale dei parchi naturali come enti speciali dedicati alla gestione di  ambienti  di valore tanto straordinario da costituire i nodi strategici della propria  Rete Ecologica Nazionale. Infatti, la debolezza di quest’ultima è provocata proprio dalla genericità della missione affidata ai parchi medesimi e dalla conseguente mancata assegnazione ad essi di ruoli diversificati  nella protezione della biodiversità.

Le cause principali di tale deriva vanno individuate nella scarsa propensione all’ innovazione e nel debole e contraddittorio rapporto con il mondo scientifico intrattenuto dal  sistema politico-istituzionale italiano. Clamorosa, in questo senso, è stata l’assenza di qualsiasi riferimento al Bacino del Po tra i progetti di sistema dei parchi previsti dalla legge 426/1998, ‘Nuovi interventi in campo ambientale’.  Eppure, il sistema ambientale costituito dal grande fiume ed i suoi affluenti è lo straordinario corridoio ecologico  che connette intimamente la Pianura Padana agli altri sistemi ambientali dell’Arco alpino, dell’Appennino e del Mediterraneo.

Sempre allo stesso anno, il 1998, risale invece il primo blando inserimento delle aree emiliane colpite dal luttuoso terremoto del maggio scorso nella nuova zonazione sismica italiana. Ma bisognerà attendere altri otto anni per la sua definitiva pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La grande pericolosità sismica della Dorsale Ferrarese è nota al mondo scientifico da centinaia di anni. Le immagini dei capannoni atterrati dal terremoto alla stregua di castelli di carte, in un distretto industriale di sofisticatissima tecnologia e di elevato peso nell’economia nostrana, sono la  penosa  prova provata  dell’insostenibilità dei  modelli di sviluppo che hanno interessato la Pianura Padana e della inadeguatezza, a dir poco, delle politiche di prevenzione di Stato e Regioni dai rischi ambientali.

La Pianura Padana vanta molti primati e forti contraddizioni. E’ una delle aree economiche più ricche del mondo. Abitata da circa 16 milioni di abitanti, meno di un terzo della popolazione italiana, produce più del 40% del Pil nazionale e allo stesso tempo sversa nel Mare Adriatico sostanze inquinanti equivalenti a tutto il popolamento italiano moltiplicato per due. Qui, fino a qualche anno fa, si collocava il 37% dell’industria nazionale, il 35% della produzione agricola, il 55% della zootecnia, il 48% del consumo nazionale di energia elettrica. Tale quadro non è sostanzialmente cambiato. E sempre qui, specularmente,  si emette  il 40%, in Co2 equivalente, di tutti  i gas climalteranti del paese ed il 50% di quelli più direttamente nocivi alla salute.

Al centro della nostra più grande pianura, scorre  il fiume Po: la principale risorsa idrica della nazione. Il Bacino del Po è fortemente interessato dalle gravi conseguenze dei cambiamenti climatici con un alternarsi di periodi siccitosi e calamitosi, sempre più preoccupante, come dimostrato proprio dal disastroso andamento della stagione agraria in corso. Ed anche dai ben magri prelievi ittici nell’alto Adriatico seguiti all’estivo fermo pesca. Perché a mare, per la siccità, arrivano meno nutrienti. Per non parlare, poi, dell’aumentata vulnerabilità della fascia costiera padana interessata dal combinato disposto di subsidenza, eustatismo, riduzione degli apporti solidi dei fiumi, ingressione del cuneo salino, mareggiate sempre più invasive.

L’unitarietà della ‘ecoregione’ padana sia sul piano idrografico sia su quello aerologico, che vi si sovrappone perfettamente, il suo valore economico ed incidenza nella produzione di gas climalteranti,  contraddistinguono il Bacino del Po come un territorio strategico, da cui sarebbe miope prescindere, per la buona riuscita delle ambiziose e quanto mai necessarie politiche di sostenibilità, di modernizzazione ecologica, di contrasto ai cambiamenti climatici, rilanciate con forza cinque anni or sono dall’Unione Europea con la strategia del “20-20-20”.

E’ cresciuta nel tempo, inoltre, la consapevolezza dell’indispensabilità di un solido quadro d’intese interistituzionali per risolvere i grandi problemi ambientali del Bacino del Po, come attestato  dall’importante accordo volontario sottoscritto a Roma, nel 2007, tra le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, le Province autonome di Trento e Bolzano e la Repubblica e Cantone Ticino per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Ma, per quanto importante sia stato tale accordo, il sisma del maggio scorso e soprattutto la tremenda siccità, che – come già successo ben altre due volte negli ultimi anni –  ha compromesso irrimediabilmente anche questa annata agraria, dimostrano inconfutabilmente la sostanziale inefficacia, per le politiche ambientali, delle sinergie istituzionali alla sola scala interregionale.

Infatti, i giganteschi problemi  ambientali di una macroarea unitaria, come lo è quella padana, richiedono per la loro complessità soluzioni certamente di respiro interregionale, ma anche e soprattutto di scala nazionale, europea e globale.  A partire proprio  dalla strategia di sviluppo sostenibile tracciata a Goteborg, nel 2001, dal Consiglio Europeo. In base, poi, al Libro Bianco sulla Governance, hanno preso da tempo l’avvio processi di concertazione tripartita tra Comunità Europea, Stati nazionali ed autorità regionali e locali.

Il Governo centrale e le Regioni del Bacino del Po, anche in vista dell’Expo 2015 di Milano, dovrebbero proporsi quindi un’iniziativa strategica comune che porti al più presto alla stipula di una fondamentale ‘Intesa di Sostenibilità’ con l’Unione Europea, nell’ambito della programmazione strategica delle politiche europee di coesione 2007-2013 e per influire costruttivamente alla definizione di quella successiva 2014-2020.

Tale Intesa di Sostenibilità, al fine di promuovere l’integrazione sostenibile fra un’elevata qualità ambientale e lo sviluppo economico delle Regioni della Pianura Padana, farebbe bene a prevedere le linee generali ed il quadro di riferimento per il coordinamento dei piani e dei programmi socioeconomici, infrastrutturali e insediativi, in corso e il loro eventuale aggiornamento; gli obiettivi generali di sostenibilità, a livello di macroarea, integrando ed eventualmente aggiornando quelli vigenti nelle singole regioni; gli strumenti attivati in coerenza con le linee e gli obiettivi generali; i progetti-obiettivo di area vasta, con eventuali indicazioni di priorità, coordinati con le iniziative in corso; previsioni delle risorse finanziarie necessarie e delle loro coperture regionali, nazionali e comunitarie; le modalità di monitoraggio e di verifica dei risultati.

L’idea forte di una Intesa di Sostenibilità per il Bacino del Po non è nuova. Essa ha fatto parte dei ‘materiali’ presentati alla Conferenza nazionale programmatica dei Democratici di Sinistra svoltasi a Firenze sul finire del 2005. Come tante altre buone idee partorite a favore della sostenibilità, dalla prima Conferenza di Rio ad oggi, essa non ha trovato ancora attuazione perlomeno  per un difetto di volontà politica.

Ma è indubbio che, ora,  le vicissitudini sismiche e soprattutto climatiche della Pianura Padana ne rilanciano  la bontà e la lungimiranza.

Sempre restando in tema di anniversari e di relativi bilanci, come non ricordare pure che sempre vent’anni fa il nostro Parlamento  pose il primo mattone delle politiche di sostenibilità di area vasta per il Bacino del Po decidendo, con l’approvazione della legge quadro sulle aree protette, l’istituzione in Italia di un primo parco interregionale proprio nel  Delta del Po da incardinare in una necessaria e preventiva intesa tra il Ministero dell’Ambiente e le Regioni Emilia-Romagna e Veneto oppure, in subordine, qualora nell’arco di due anni non ne fossero maturate le condizioni politico-istituzionali, di un parco nazionale.

Si sa che a tutt’oggi quanto previsto dal comma 4 dell’art. 35 della  legge dello Stato  che tratta della  istituzione del Parco Interregionale del Delta del Po è stato totalmente disatteso. Ma è pure utile ricordare a tale riguardo che, cinque anni dopo la sua approvazione e dopo solo sette mesi dall’insediamento del primo governo Prodi, il 27 dicembre 1996, il Ministro all’Ambiente, Edo Ronchi, il Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, e l’Assessore all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna, Renato Cocchi, sottoscrissero il testo, qui in appendice, dell’intesa propedeutica all’istituzione del parco interregionale. Una intesa che, grazie ai suoi realistici e costruttivi  contenuti,  mantiene inalterata anche  a distanza di tempo  la sua validità e saggezza.

Infatti, vi si teneva nel debito conto sia il fortunato persistere, nell’area più fragile per antonomasia del Paese, il Delta del Po, di elevatissimi tassi di diversità biologica e del loro peso strategico internazionale,  sia della sua forte antropizzazione di lunga e ricca storia e dei complessi problemi di governance che essa comporta.

Così l’intesa prevedeva che il territorio del parco interregionale fosse gestito da specifici Enti Parco regionali, istituiti dalle due Regioni, secondo le competenze e le norme ad essi assegnate dalle rispettive leggi istitutive, in conformità con l’intesa stessa; l’unitarietà e l’armonizzazione della sua gestione venisse garantita da un Comitato di coordinamento comprendente le rappresentanze delle  Giunte regionali, dei Parchi regionali e del Ministero dell’Ambiente; la Presidenza del Comitato fosse attribuita ad uno dei rappresentanti delle Giunte regionali secondo una rotazione biennale ad iniziare da quello del Veneto; il perimetro del Parco interregionale fosse individuato dalle due Regioni d’intesa con il Ministero dell’Ambiente; i benefici finanziari statali a favore del parco interregionale fossero parificati a quelli spettanti ai parchi nazionali.

Ma, poi, le Regioni non onorarono, nei tempi preventivati, gli impegni assunti con il Ministro dell’Ambiente. Di lì a poco, il primo Governo Prodi convinto promotore del Parco interregionale cadde anzitempo.  Dopo l’istituzione del Parco regionale del Delta del Po sul versante emiliano-romagnolo, se ne istituì un’altro regionale su quello veneto. E così il largo partito trasversale del fare, sempre e comunque, che da qualche anno  ha come propria portabandiera l’associazione ‘Italiadecide’ – “apartisan” e ispirata ad un sano “patriottismo repubblicano”, secondo il suo presidente – ha pensato che ciò bastasse ad evitare  il coinvolgimento diretto dello Stato nel governo ambientale del Delta e ad accantonare il bisogno di un Parco Interregionale.

Così nell’areale  ideale del parco naturale si è via via sovrapposto un parco di altro tipo. Una sorta di parco energetico, il cui vessillo è l’alta ciminiera della centrale termoelettrica di Porto Tolle. La cui riconversione a carbone ‘pulito’, farebbe sul serio piazza pulita della naturalità che permane nei suoi dintorni. Con gravissimo nocumento, tra l’altro, per l’agricoltura, la pesca, il turismo e la diversità biologica dell’area. Di parco in parco, l’ultimo neonato al suo confine – a Ravenna, nei pressi di Mirabilandia – è il parco tematico subdolamente denominato ‘Dune del Delta’. Uno zoo-safari che “si ispira ad una nuova filosofia che propone un rapporto diverso, più lucido e consapevole, tra l’uomo e l’ambiente…tra l’uomo e gli animali”. Con tanto di dromedari, zebre, lama, ibis, struzzi, antilopi e bisonti.

Proprio il contrario di ciò che si sarebbe dovuto e si deve ancora fare per contrastare efficacemente il decadimento ambientale, sociale ed economico della Pianura Padana, di cui soffre  soprattutto   per la sua intrinseca fragilità il Delta del Po.

A favore della modernizzazione ecologica del Bacino del Po, per misurarsi qui efficacemente con la crisi economica mondiale e le sfide della globalizzazione, c’è ben altro da fare. C’è bisogno, oggi a maggior ragione di ieri, di istituzioni fortemente inclusive, di grande sinergia tra esse, di più Regione, di più Stato, di più Europa. Dalla crisi economica e dallo smarrimento politico che affliggono il Paese si esce solo imparando  dagli errori a non ripeterli e innovando in profondità e in ogni direzione. Innanzitutto nella Pianura Padana. Per i tanti motivi qui di necessità solo tratteggiati. L’idea della ‘Intesa per la Sostenibilità del Bacino del Po’ ne è la strada maestra e l’istituzione del Parco Interregionale del Delta del Po il suo  inaugurale, più che maturo e  indispensabile  tratto.

Ripartendo da una base già strutturata, l’intesa preliminare siglata nel dicembre del 1996 dal Ministero dell’Ambiente e dalle Regioni Emilia-Romagna e Veneto. E ponendo finalmente al servizio della salvaguardia della biodiversità e della promozione della sostenibilità la nuova istituzione, pensata al momento solo per Delta del Po, in grado di superare la separatezza dei due attuali Parchi regionali e di potenziarne l’efficenza e l’efficacia gestionale.

La complessità del suo stato – sia fluviale, sia terrestre, sia costiero –  la dimensione del suo areale, la ricchezza della propria diversità biologica e la forza della sua antropizzazione  porranno il nuovo Parco Interregionale del Delta del Po nella condizione ottimale, all’interno della rete europea delle aree protette, per qualificarsi come straordinario parco-laboratorio in cui affinare, implementare e innovare le migliori strategie per conservare il futuro alla Terra e alle generazioni che verranno.

Appendice

 

MINISTERO DELL’AMBIENTE

REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                               REGIONE VENETO

                                             Dichiarazione congiunta

All’atto della sottoscrizione dell’intesa per l’istituzione del Parco interregionale del Delta del Po, le Regioni Veneto ed Emilia-Romagna ed il Ministero dell’Ambiente – fatte salve le decisioni collegiali del Governo cui sono demandate le scelte definitive – concordano:

a) sulla necessità che gli impianti di produzione di energia elettrica presenti nel territorio del Parco del Delta del Po siano convertiti a gas metano o altri combustibili a basso impatto ambientale, attraverso piani di conversione presentati agli Enti parco delle due Regioni. Tali conversioni si potranno realizzare di concerto con il Ministero dell’Industria anche attraverso conferenze di servizi con la partecipazione di Regioni, Enti Locali ed aziende interessate;

b)  sulla esigenza di dare adeguata soluzione ai problemi posti dalla presenza di aree demaniali e di poligoni militari nel parco interregionale, ricercando la possibilità di localizzazioni alternative esterne al parco stesso;

c)  sulla opportunià che le aree demaniali dello Stato, ed in particolare le riserve naturali statali, rientranti nel territorio del parco interregionale possano, su loro specifica richiesta, essere trasferite alle Regioni al fine di giungere ad una gestione integrata con le restanti parti del parco.

Il Ministro dell’Ambiente

Edo Ronchi

p. Il Presidente della Giunta Regionale               Il Presidente della Giunta Regionale

dell’Emilia-Romagna                                              del Veneto

Renato Cocchi                                                Giancarlo Galan

27 dicembre 1996

LE  REGIONI EMILIA-ROMAGNA E VENETO ED IL MINISTERO

                                                 DELL’AMBIENTE

        VISTO   l’art. 10 della Legge 28.08.1989, n.305 “Programmazione triennale per la tutela dell’ambiente”, il quale individua il Parco del Delta del Po tra i parchi nazionali da istituire;

VISTO l’art. 35, comma 4, della Legge 6.12. 1991, n. 394;

VISTO  il Decreto Legge 23 ottobre 1996, n.548 che all’art. 6 stabilisce che il termine di cui all’art. 35, comma 4, della Legge 6 dicembre 1991, n. 394 è differito al 31 dicembre 1996;

VISTA  la Legge della Regione Emilia-Romagna n. 27 del 2.07.1988 e successive modifiche, che ha istituito il Parco Regionale del Delta del Po il cui perimetro è determinato dai piani territoriali delle Stazioni, in corso di approvazione, ai sensi della legge regionale n. 11/1988 e successive modificazioni;

VISTO  il Piano d’area del Delta del Po, approvato con provvedimento del Consiglio Regionale della Regione Veneto del 5 ottobre 1994, n. 1000, pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Veneto n. 101 del 29.11.1994;

DATO ATTO  che la Regione Veneto si impegna ad approvare entro il 30 giugno 1997 la legge di istituzione del Parco regionale del Delta del Po.

 

CONCORDANO

sulla presente intesa avente per oggetto la istituzione del Parco interregionale del Delta del Po.

ART. 1

Parco interregionale

E’ istituito il Parco interregionale del Delta del Po.

Il territorio del parco interregionale è gestito da specifici Enti Parco regionali, istituiti dalle due Regioni, secondo le competenze e le norme ad essi assegnati dalle rispettive leggi istitutive.

L’unitarietà della gestione è garantita dal Comitato di coordinamento interregionale di cui al successivo articolo.

ART. 2

Assetto istituzionale (Comitato di coordinamento)

E’ istituito il Comitato di coordinamento, di seguito indicato “Comitato”, composto da un rappresentante della Giunta Regionale del Veneto ed uno della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna, da un rappresentante di ciascuno degli Enti Parco regionali e da un rappresentante del Ministero dell’Ambiente.

La Presidenza del Comitato viene attribuita ad uno dei rappresentanti delle Giunte Regionali secondo una rotazione biennale ad iniziare da quello della Giunta Regionale del Veneto.

 

Il Comitato di coordinamento:

  1. delibera a maggioranza assoluta dei suoi componenti;
  2. riceve, di volta in volta, il necessario supporto logistico dall’Ente Parco della Regione di cui è espressione pro-tempore il Presidente del Comitato;
  3. elabora, sulla base degli elementi forniti dai due Enti Parco regionali ed in conformità a quanto previsto dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394 indirizzi e criteri omogenei diretti:

1) – per il regolamento del Parco:

I) a disciplinare:

– la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti;

– lo svolgimento delle attività artiginali, commerciali, di servizio, agro-silvo-pastorali e della pesca;

– il soggiorno e la circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto;

– lo svolgimento di attività di ricerca scientifica e biosanitaria;

– lo svolgimento di attività sportive, ricreative ed educative;

– i limiti alle emissioni sonore, luminose o di altro genere, nell’ambito della legislazione in materia;

– lo svolgimento delle attività da affidare a interventi di occupazione giovanile, di volontariato, con particolare riferimento alle comunità terapeutiche e al servizio civile alternativo;

– l’accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap e anziani;

II) a vietare:

– la cattura, l’uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali; la raccolta e il danneggiamento delle specie vegetali, salvo nei territori in cui sono consentite le attività agro-silvo-pastorali, nonché l’introduzione di specie estranee, vegetali o animali, che possono alterare l’equilibrio naturale;

– l’apertura e l’esercizio di cave, di miniere e di discariche, nonché                l’asportazione di minerali;

– la modificazione del regime delle acque;

– lo svolgimento di attività pubblicitarie al di fuori dei centri urbani, non autorizzate dagli Enti Parco regionali;

– l’introduzione e l’impiego di qualsiasi mezzo di distruzione o di alterazione dei cicli biogeochimici;

– l’introduzione, da parte di privati, di armi, di esplosivi e qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura se non autorizzati;

– l’uso di fuochi all’aperto;

– il sorvolo di veicoli non autorizzato, salvo quanto definito dalle leggi sulla   disciplina del volo;

2) – Per il piano del parco:

I)  a disciplinare i seguenti contenuti:

– organizzazione generale del territorio e sua articolazione in aree o parti caratterizzate da forme differenziate di uso, godimento e tutela;

– vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con  riferimento alle varie aree o parti del piano;

– sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani;

– sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici informativi, aree di campeggio, attività agro-turistiche;

– indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente       naturale in genere;

 

II)  a suddividere il territorio del parco in base al diverso grado di protezione, dalle zone di protezione integrale e orientata, alle zone di protezione compatibili con le attività agro-silvo-pastorali, di pesca e artigianali fino alle zone di promozione economico-sociale;

 

3) – A disciplinare il rilascio dei nulla-osta relativi a concessioni o autorizzazioni

per  interventi, impianti ed opere all’interno del Parco;

 

4) – Per il piano economico-sociale a disciplinare:

  • la concessione di sovvenzioni a privati ed enti locali, la predisposizione di           attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed impianti di carattere turistico, naturalistico da gestire in proprio o da concedere in gestione a terzi sulla base di atti di concesione;
  • l’agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizionali, artigianali, agro-silvo-pastorali, culturali, servizi sociali e biblioteche, restauro, anche di beni naturali e ogni altra iniziativa atta a favorire, nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco, lo sviluppo del turismo e delle attività locali connesse; una quota parte di tali attività deve consistere in interventi diretti a favorire l’occupazione e il volontariato, nonché l’accessibilità e la fruizione in particolare  per i portatori di handicap;
  • la concessione, a mezzo di specifiche convenzioni, dell’uso del nome e dell’emblema del parco a servizi e prodotti locali che presentino requisiti di qualità e che soddisfino le finalità del parco;
  • l’organizzazione di speciali corsi di formazione con il rilascio del titolo ufficiale di guida del parco.

 

  1. esprime parere in merito alla conformità del regolamento, del piano del parco, del     piano di sviluppo socio-economico e dei piani e degli altri strumenti di promozione, programmazione e gestione del Parco agli indirizzi e alle direttive di cui al precedente punto c).

Ciascuno degli Enti Parco regionali predispone, per la parte di propria competenza, il regolamento, il piano del Parco, il piano di sviluppo socio-economico e gli altri strumenti di promozione, programmazione e gestione del parco, in conformità agli indirizzi e alle direttive elaborate dal Comitato di coordinamento.

Detti strumenti sono approvati dalle singole Regioni secondo le modalità indicate dalle legislazioni regionali.

Il Comitato di coordinamento si esprime sugli strumenti suddetti preliminarmente alla loro approvazione regionale.

In caso di inerzia del Comitato nella sua iniziativa o delle Regioni nell’adozione degli atti di loro competenza, si segue il procedimento sostitutivo, di cui ai commi 4 e 5 dell’art. 12 della legge 6 dicembre 1991, n. 394.

ART. 3

                                         Obiettivi e finalità

Il Parco interregionale viene istituito al fine di coordinare e promuovere le azioni degli Enti Parco regionali e degli altri soggetti interessati, volte a conseguire una unitaria organizzazione della tutela dell’intero sistema territoriale del Delta del Po, valorizzarne la rilevanza naturalistica di interesse nazionale e internazionale, attuare gli obiettivi propri delle aree protette volti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico e alla contestuale promozione dello sviluppo sostenibile delle attività economiche e insediative.

ART. 4

                                             Perimetro del Parco

Il perimetro del Parco interregionale del Delta del Po sarà individuato, tenuto conto delle aree regionalmente protette e delle zone di importanza naturalistica nazionale e internazionale, dalle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna entro il 30 giugno 1997, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente.

Il medesimo procedimento si segue per le modifiche del perimetro del Parco.

ART. 5

                                  Misure provvisorie di salvaguardia

Per il territorio dell’Emilia-Romagna, fino all’adeguamento agli indirizzi di cui al precedente articolo 2 con le procedure previste dal medesimo articolo, costituiscono misure di salvaguardia le disposizioni del Piano territoriale paesistico regionale approvato con D.C.R. n. 1338 del 28.01.1993 ed i Piani territoriali delle Stazioni del Parco regionale del Delta del Po.

Per il territorio del Veneto fino all’approvazione della legge istitutiva del Parco Regionale si applicano le norme del Piano d’Area del Delta del Po e le norme di cui al Provvedimento del Consiglio Regionale del Veneto n. 1000 del 5 ottobre 1994, pubblicato sul B.U.R. n. 101 del 29 novembre 1994.

Nell’ambito del perimetro del Parco interregionale del Delta del Po è vietata l’attività venatoria. Sono consentiti i prelievi faunistici di cui all’art.11, comma 4 della legge 6 dicembre 1991, n. 394.

Le Regioni Veneto ed Emilia-Romagna si impegnano a realizzare gli obiettivi di piena tutela delle aree sensibili poste dalle normative nazionali ed internazionali. Tali obiettivi oltre che attraverso le azioni e disposizioni del parco, potranno essere perseguiti anche mediante altre idonee iniziative nazionali o regionali.

 

ART. 6

                                                   Impegni

Le Regioni si impegnano:

– a coordinare le proprie azioni al fine di  conseguire una unitaria organizzazione e gestione del sistema territoriale del Parco interregionale del Delta del Po, in grado di garantire la tutela e la valorizzazione dell’ambiente naturale e storico del delta padano, nonché recuperi ambientali di parti alterate, garantendo nel contempo lo sviluppo socio-economico delle popolazioni interessate;

– a quantificare i fabbisogni finanziari, sulla base di una stima dettagliata relativa a:

a) avvio delle attività;

b) la realizzazione di primi interventi di riqualificazione ambientale (ivi compresa l’eventuale acquisizione di aree di particolare pregio naturalistico) e di valorizzazione e fruibilità delle aree (ivi compresa la realizzazione delle infrastrutture necessarie);

c) le prime iniziative di promozione economica e sociale;

d) l’avvio di programmi di educazione e informazione;

e) l’attuazione di un Programma straordinario di investimenti.

Il Ministro dell’Ambiente si impegna:

– a proporre l’iscrizione del Parco interregionale nell’Elenco Ufficiale delle aree naturali protette, categoria aree naturali protette nazionali, ai fini dell’assegnazione di fondi relativi ai Programmi triennali per le aree naturali protette per far partecipare il Parco interregionale del Delta del Po alla quota di finanziamenti riservata alle aree protette nazionali;

– a consentire ai Comuni ricadenti entro i confini del Parco di accedere ai benefici previsti dalle leggi nazionali, dal Reg. CEE 2052/88 e successive modifiche ed integrazioni e da altri Regolamenti comunitari;

– nell’assegnazione delle risorse previste direttamente dalla legge del 6 dicembre 1991, n. 394, o da altre leggi di spesa, ad applicare i principi e le disposizioni dell’articolo 7 della legge medesima assegnando al Parco interregionale priorità corrispondente a quella dei parchi nazionali per le spese di investimento per progetti;

 

ART. 7

                                                    Efficacia dell’intesa

La presente intesa si considera priva di ogni efficacia qualora entro il                             30.6.97 il perimetro del Parco non venga definito ai sensi dell’art. 4 e qualora, entro il successivo termine di 120 giorni, non siano state emanate le leggi regionali istitutive del Parco interregionale del Delta del Po, in conformità con l’intesa stessa.

p. Il Presidente della Giunta Regionale                      Il Presidente della GiuntaRegionale

della Regione Emilia-Romagna                                      della Regione Veneto

Renato Cocchi                                                        Giancarlo Galan

Il Ministro dell’Ambiente

Edo Ronchi

27 dicembre 1996

Programma IV Tappa “Avanziamo”, sabato 3 ottobre dalle ore 15.00 al Museo di Storia Naturale

da: associazione Culturale Officina Dinamica

“Ridurre lo spreco alimentare significa anche ridurre i rifiuti organici ?”
Incontro pubblico e premiazione concorso fotografico Sabato 3 Ottobre ore 15.00 Museo di Storia Naturale

Lo spreco alimentare costituisce un problema etico e di sostenibilità del nostro futuro: recentemente questo tema ha avuto molta rilevanza sia dal punto di vista economico sia da quello culturale
Nelle nostre tavole, nei ristoranti, nei nostri uffici, nelle fabbriche, nelle scuole e nelle mense, nelle scuole e negli ospedali, si verificano enormi perdite e sprechi di cibo. Combattere lo spreco alimentare è una battaglia che si vince solo se vi è coinvolgimento, conoscenza e mettendo insieme le storie e le esperienze di tutti ovvero di chi produce, chi distribuisce, chi consuma, chi raccoglie, chi smaltisce.
Officina Dinamica si impegna con AvanziAMO, progetto patrocinato dal Comune di Ferrara e reso dinamico grazie alle numerose realtà coinvolte a riportare in primo piano una rete di realtà variegate che, in una logica di scambio di conoscenze e prospettive, lo arricchiscono di contenuti, esperienze e soluzioni possibili.
Per questo AvanziAMO è suddiviso in tappe: per dare spazio e focalizzarsi su diversi aspetti che possano costituire approfondimenti.
In questa sua quarta tappa, è prevista una tavola rotonda con un focus sul tema avanzo e rifiuti, una tematica trasversale nella lotta contro lo spreco. Questo ci ha spinto a farci alcune domande che saranno i punti sui quali si svilupperà questo incontro.
Cosa si intende per spreco e cosa si intende per rifiuto. Di che cifre stiamo parlando? Quanto costa scartare? Cosa prevede il Piano Regionale per i rifiuti? Come si possono applicare azioni che possano premiare i soggetti più virtuosi che si impegnano concretamente a ridurre lo scarto? Cos’è la tariffazione puntuale? La tariffazione puntuale è veramente una componente verso il cambiamento di strategia sul trattamento dei rifiuti che veramente potrebbe contribuire a ridurre la quantità dei rifiuti da smaltire?

Ci aspettiamo che da questa discussione escano tre cose.
• Un rafforzamento della coscienza da parte della cittadinanza e del fatto che per migliorare e ottenere risultati apprezzabili, ognuno deve fare qualcosa
• Le indicazioni per portare un pacchetto di proposte sul tema alla tappa che si terrà in concomitanza con la settimana europea per la riduzione dei rifiuti (data presunta 24 novembre)
• Ulteriori approfondimenti utili per favorire la creazione delle premesse per la costituzione, da parte del Comune di Ferrara, di una food policy in grado di redigere una carta ferrarese sul cibo all’insegna della concretezza e dove ogni soggetto aderente possa assumersi impegni e responsabilità.

Partecipano al dibattito:
Alessandro Bratti, Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati
Stefano Mazzotti Museo di Storia Naturale di Ferrara Caterina Ferri e Luca Vaccari, Comune di Ferrara Stefano Mazzetti , Sindaco di Sasso Marconi
Paolo Azzurro Università di Bologna Marco Mascagni. EcoBio Confesercenti
Marcello Guidorzi e Alessandro Zangara, verso il Des Alessandro Orsatti, OrsattiGroup
Giampaolo Barbieri, Areacopparo spa Alberto Santini, HERA
Tania Giovannini , Coop estense Anna Zonari, Agire Sociale

PROGRAMMA
A cura di Mario Santi coordinatore scientifico Moderatrice Roberta Lazzarini Officina Dinamica
prima sessione Il progetto, le tappe, gli impegni
15.00 Saluto di apertura Stefano Mazzotti Museo Di storia Naturale e del Direttivo di Officina Dinamica
15.10 AvanziAMO e il suo percorso. Roberta Lazzarini Associazione Culturale Officina Dinamica
15.25 Le domande di questa tappa: ruolo dei diversi attori, azioni e strumenti per diminuire i rifiuti e ridurre lo spreco alimentare Mario Santi – coordinatore scientifico progetto
15,45 L’esperienza del Comune di Ferrara nella lotta allo spreco. Caterina Ferri – Assessora all’ambiente del Comune di Ferrara
seconda sessione il ruolo degli attori produttivi e il peso dell’iniziativa dei cittadini
16,00 Mangio meglio, mangio bio e scarto meno Marco Mascagni EcoBio Confesercenti
16,15 Alcune pratiche individuali e sociali per la riduzione dei rifiuti Marcello Guidorzi Gas Cittànova, DES Ferrara
16.30 Gli eco ristoranti; una rete che sostiene un turismo di qualità e riduce rifiuti – Alessadro Orsatti Gruppo di lavoro ristorazione e ricezione sostenibile
PAUSA Proiezione video La gente di avanziamo. A domanda rispondo… così A cura di Daniele Zappi
terza sessione Come incentivare la lotta allo spreco e alimentare e l’intercettazione delle eccedenze con la tariffa rifiuti
17.00 Le iniziative a Ferrara di prevenzione rifiuti. Il contributo di gestori, amministrazioni ed ente regolatore. E’ sufficiente la leva tributaria/tariffaria? – Alberto Santini HERA responsabile Modena e Ferrara Hera spa
17.15 Perchè misurare il rifiuto? (il residuo e/o il Food Waste, oggetto della devoluzione (FW)
Giampaolo Barbieri Presidente Area spa Copparo (FE)
17.30 Misurare e Incentivare la devoluzione nell’azione regionale di indirizzo e controllo Paolo Azzurro Università di Bologna
quarta sessione il rapporto tra donatori e utilizzatori delle eccedenze
17.45 Sasso Marconi: un comune a spreco 0 Stefano Mazzetti /Sindaco di Sasso Marconi
18.00 Coop riduce e devolve Tania Giovannini Coop estense
18. 15 Ridurre gli sprechi senza dimenticare i meno abbienti: sollecitare nuove strade per il sostegno alimentare ai poveri – Anna Zonari Agire Sociale
18.30 Dibattito e CONCLUSIONI Mario Santi – verso La Tappa di Novembre con focus sulla carta di Ferrara.

Domani, 25 settembre, ad Expo campane reggiane a suon di parmigiano reggiano e lambrusco

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Sarà eseguito per la prima volta ad Expo Milano domani, venerdì 25 settembre, il concerto di campane che sarà suonato in diversi momenti della giornata davanti al Padiglione di Coldiretti, Cardo sud, dall’Unione Campanari reggiani. Arriveranno ad Expo con cinque campane di cui la maggiore è di oltre 6 q.li montate con il tradizionale sistema a slancio che suoneranno alternando due metodi di suono fondamentali per il territorio reggiano, ‘sbacioccata’ e ‘a distesa’.
Una sequenza di rintocchi codificata dalla scuola reggiana accompagnerà le aziende agricole di Campagna Amica di Reggio Emilia e le loro tipicità presenti ad Expo all’interno della settimana di Coldiretti Emilia Romagna, le attività e i laboratori aperti al pubblico.
La tradizione campanara reggiana, che ha scandito i tempi della vita nelle campagne negli ultimi 300
anni e si è tramandata con un sistema di codici sul quale suonavano tutte le campane, si sposa con fragore con la tradizione agricola di cui è stata sempre parte integrante.
Le aziende agricole di Reggio Emilia faranno degustare il loro Parmigiano Reggiano Doc, il Lambrusco Reggiano Doc oltre ai salumi tipici e ai piatti della tradizione, dai tortelli ai cappelletti serviti alla contadina con il vino nel brodo.
Il Lambrusco sarà protagonista anche di una nuova interpretazione che lo vede elemento fondamentale nell’impasto della pizza per ridurne la presenza di lievito aggiunto sfruttando i lieviti naturali della fermentazione.

Roma: il Comune di Ferrara al Seminario “conferenza sulla carta della Partecipazione”

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

É stata presentata alla Camera dei Deputati, dall’Onorevole Marina Sereni (Vice Presidente della Camera dei Deputati) la CARTA DELLA PARTECIPAZIONE.
Tra gli invitati il Comune di Ferrara che in questi anni, attraverso l’Urban Center, ha concretamente attivato esperienze che hanno messo al centro delle scelte amministrative l’ascolto e la progettazione partecipata con i cittadini.
Consapevoli della necessità di accrescere la cultura della partecipazione dei cittadini alle decisioni (un diritto affermato anche dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea) e sviluppare linguaggi e valori comuni, l’Istituto Nazionale di Urbanistica insieme alla Associazione italiana per la Partecipazione Pubblica (Aip2) hanno presentato la Carta della partecipazione: un documento breve e scorrevole – una sorta di decalogo – che vuole aiutare a fare chiarezza nel campo, definendo mediante semplici principi generali, comprensibili a tutti, cosa si intende per processo partecipativo.
Tra i dieci principi elaborati e codificati nella Carta affinché la partecipazione dei cittadini alle decisioni sia effettiva e di qualità e non rimanga una procedura astratta ed inefficace, partendo dalla necessità di definire in modo condiviso l’oggetto della partecipazione, vi sono il principio di informazione (le informazioni rilevanti devono essere a disposizione e devono essere comprensibili), quello di equità (tutte le opinioni vanno valorizzate), di armonia (si deve puntare a un accordo sul processo e sui suoi contenuti) e di valutazione (la partecipazione va valutata con metodologia adeguata, i risultati devono essere pubblici).
Presenti all’ incontro l’assessore all’ urbanistica Roberta Fusari e la Portavoce del Sindaco di Ferrara Anna Rosa Fava che, dopo aver presentato le attività del Comune di Ferrara, hanno confermato la volontà di aderire alla Carta della Partecipazione e l’ impegno a favorire la creazione di una Rete della partecipazione in Italia tra soggetti operativi in ambito locale e nazionale, anche tramite lo scambio di informazioni e la realizzazione di buone pratiche.
http://www.inu.it/18343/documenti-inu/presentata-la-carta-della-partecipazione/

Dal 2 al 4 ottobre a Bologna, Piazza Re Enzo: Tapas and Beer Fest, Bologna per Strada

da: organizzatori

TAPAS AND BEER FEST – BOLOGNA PER STRADA
la Torinese 1888 e La Frasca On the Road presentano cibo tradizionale in morsi e birre artigianali italiane di qualità accompagnati da una colonna sonora di musica dal vivo

Una kermesse per celebrare l’universo della birra artigianale italiana abbinata al cibo tradizionale “in morsi” della cucina bolognese e nazionale. La sinergia fra i due soggetti organizzatori – La Torinese 1888 bistrot ristorante, da una parte, e La Frasca On The Road, versione itinerante della storica osteria bolognese di via Andea Costa, dall’altra – è un’occasione unica per conoscere e sposare un bello spaccato del panorama brassicolo nostrano, rappresentato da stili e tipologie più disparate, a specialità gastronomiche proposte nella stuzzicante versione “da passeggio”.
Una tre-giorni, dal 2 al 4 ottobre, con un’imperdibile Beer Selection dedicata all’universo craft griffata La Frasca On The Road (https://www.facebook.com/lafrascaontheroad): alle spine le creazioni di dieci piccoli birrifici del movimento nazionale, proposte in abbinamenti specifici con le appetitose “tapas” realizzate dagli chef della Torinese. Cornice dell’evento lo splendido porticato di Palazzo Re Enzo, nel cuore pulsante del centro storico. Fra gli appuntamenti da non perdere i gruppi che suoneranno sul palco venerdì e sabato: The Hangovers (ven 2), i Moonage (sab 3) e i Frankspara (sab 3 ), band bolognesi che hanno già pubblicato, caratterizzate da uno stile autentico e da un crescente seguito di pubblico.
Negli ultimi tempi la richiesta di birra artigianale ha avuto un’impennata notevole, affermandosi come prodotto di eccellenza per un pubblico trasversale. La Torinese e La Frasca on the Road hanno unito le proprie realtà e competenze in una sfida che si apre a suggestioni nuove: valorizzare lo stretto rapporto tra birre e cucina, alla scoperta di una nuova frontiera gastronomica.
A fare gli onori di casa quattro protagonisti della scena birraria bolognese – Zapap (Castello di Serravalle, presente anche con la linea Birra Bologna), Birra del Reno (Castel di Casio), Beltaine (Granaglione) e Birra Babilia (Bologna) – affiancati da una bella squadra di fuori regione con importanti nomi quali Birrificio Italiano (Lurago Marinone, CO), Birra del Borgo (Borgorose, RI), L’Olmaia (Montepulciano, SI), Birrificio Lariano (Dolzago, LC) e ancora Brewfist (Codogno, LO) e Doppio Malto (Erba, CO).
Si andrà dalle chiare più classiche a birre di frumento come Blanche e American Wheat, passando per Ipa, Apa, Stout, Ginger Ale e altro ancora. Al pubblico verranno suggeriti sodalizi gastronomici mirati, che sposeranno le birre alle golosità create da La Torinese: spiedino petroniano, lasagna tradizionale, pappa al pomodoro, polipo e patate, tigelline ragu’ e squaquerone, tortino di zucca e tarfufo nero, maltagliati cozze e fagioli, polpettine in umido alla bolognese e dulcis in fundo focaccina dolce con panna montata e bicchierino di cioccolata in tazza.

Il calendario dell’evento TAPAS AND BEER FEST
Venerdì 2 Ottobre: dalle 17 alle 24 / The Hangovers in concerto (h.21)
Sabato 3 Ottobre: dalle 11 alle 24 – I Moonage in concerto (h. 18) /I Frankspara in concerto (h.21)
Domenica 4 Ottobre: dalle 11 alle 24
Una grande festa che tingerà di biondo l’autunno di Bologna!

Per informazioni:
La Torinese 1888
tel 051/236743
alvoltone.bologna@gmail.com
https://www.facebook.com/tapasandbeerfest?fref=ts

Sottosegretario all’ambiente, on. Silvia Velo: “bonifica dei sin, unica strada possibile”

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

La bonifica dei SIN come opportunità di sviluppo ambientale, sociale ed economico dei territori è già una realtà ed è anche l’ unica prospettiva possibile.

Si è espressa così l’ on. Silvia Velo, Sottosegretario al Ministero dell’ Ambiente, intervenendo poco fa a RemTech Expo, il più importante evento in Italia sulla tutela del territorio (Fiera di Ferrara, fino a domani). Abbiamo 39 + 1 SIN in Italia e sono tutte aree industriali in parte ancora attive, in parte dismesse. Dalla bonifica di queste aree, ha proseguito l’ on. Velo, passa non solo la salute ambientale e quella dei cittadini, ma anche, in molti casi,la possibilità di re-industrializzare quelle aree. Quelle che oggi sono dismesse e inutilizzabili, con le bonifiche possono essere restituite a usi produttivi e industriali. Spesso si tratta di aree retro-portuali, quindi collocate in una posizione logistica favorevole all’ insediamento di imprese produttive; in altri casi, la bonifica avviene ancor meglio, perché l’ attività imprenditoriale e industriale rimane attiva, e Taranto ne è l’ esempio più eclatante.
Io vengo da Piombino, un’ area siderurgica che ha attraversato una profonda crisi. Ne stiamo uscendo, ma lì l’ individuazione di un investitore, di un partner industriale è passata anche attraverso la messa a disposizione di risorse pubbliche per le bonifiche e di norme che rendono più certe le responsabilità del privato, che identificano i soggetti responsabili a carico dei quali ci sono il danno e il ripristino ambientale, e che sgravano il cosiddetto privato incolpevole, dando così più serenità
a chi poi vuole investire. Quindi, ha concluso il Sottosegretario, non antitesi tra bonifiche e industria, ma anzi un legame che deve essere proficuo e che nell’ ultimo anno e mezzo abbiamo cercato di rendere più semplice, più efficiente e più trasparente.

Sabato 26 settembre, Comacchio Jazz prende il via a ritmo gipsy

da: Associazione Culturale Jazzlife

Si apre con Giò Belli Jazz Manouche Quartet la rassegna musicale della Sagra dell’Anguilla.
Sabato 26 settembre il quartetto proporrà un viaggio nella musica manouche di Django Reinhardt.

Al via sabato 26 settembre 2015 alle ore 21.30 dall’Arena Palazzo Bellini, Comacchio Jazz, la rassegna che, promossa dall’Associazione Culturale Jazz Life nell’ambito della XVII Sagra dell’Anguilla, con il patrocinio del Comune di Comacchio, porta per il secondo anno la grande musica jazz nel ferrarese.
Protagonista del primo appuntamento, il Giò Belli Jazz Manouche Quartet, costituito da Giò Belli e Marco Gelli (chitarre), Graziano Brufani (contrabbasso) e Lele Barbieri (batteria). I ritmi gipsy jazz della musica manouche del grande Django Reinhardt la faranno da padrone, unendo la tradizione musicale tzigana, il virtuosismo e il jazz americano con le sonorità e la creatività dello swing anni Trenta.
“La mia è una ricerca continua per scoprire nuovi linguaggi – ha commentato Giò Belli – Questo mi permette di ritrovare ogni volta lo stupore iniziale. La musica manouche è una filosofia: non basta una chitarra. Bisogna viverci dentro. Per questo quando mi sveglio dico sempre ‘good morning, Django’!”.

Ingresso libero.
In caso di maltempo il concerto si terrà presso la Sala Polivalente di Palazzo Bellini.

Prossimo appuntamento “Jazz & Beer”: giovedì 1 ottobre ore 21.30 con Luca di Luzio Trio con Piero Odorici, special guest.
Ristorante “Alle Aie sul Lago” a San Giuseppe di Comacchio: musica, “Pizza delle Valli” e degustazione birra artigianale.
www.sagradellanguilla.it – Infoline 3351340537

Vini divini e antichi sapori al Settembre Copparese

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Nell’ambito del 68° Settembre Copparese, che sarà inaugurato oggi alle ore 18 dal presidente della Regione Stefano Bonaccini (venerdì 25 settembre), due appuntamenti gourmet; sabato 26 e domenica 27 settembre la via XX Settembre diventa un percorso alla scoperta dei 7 vitigni autoctoni dell’Emilia-Romagna.
Parliamo di Albana, Sangiovese, Fortana, Pignoletto, Lambrusco, Malvasia, Gutturnio, che l’Associazione Italiana Sommelier (Ais) propone in queste due serate alla scoperta dei sapori, profumi e sensazioni che questi stupendi vini possono offrire. Quattro enoteche all’aperto nella cornice della storica via XX Settembre per degustare vini unici e particolari, sotto l’esperta guida dei sommelier di Ais Emilia-Romagna.
Questi in dettaglio gli appuntamenti: sabato 26 settembre, via XX Settembre ore 18 e ore 21 “Alla scoperta dei vini emiliano romagnoli” – percorsi di degustazione, per info e prenotazioni 349 5759598. Alle ore 20.30 al Ristorantino, sempre in via XX Settembre “I profumi dei nostri vini incontrano i sapori del mare”. Cena a tema, per info e prenotazioni 342 5603303.
Domenica 27 settembre, altra degustazione in via XX Settembre ore 18 e ore 21 “Alla scoperta dei vini emiliano romagnoli” – percorsi di degustazione, per info e prenotazioni 349 5759598. Alle ore 20.30 al Ristorantino, sempre in via XX Settembre “I profumi dei nostri vini incontrano i sapori della terra”. Cena a tema, per info e prenotazioni 342 5603303.

A Bologna al via i corsi per degustatori di birra

da: organizzatori

A Bologna torna ad ottobre il corso dedicato alla degustazione e alla cultura della birra firmato Fermento Birra, dal 2007 punto di riferimento dell’informazione birraria con il portale affiancato dal 2012 dall’omonima rivista.

Un iter formativo unico nel panorama nazionale rivolto a chiunque, per passione o lavoro, intenda approfondire questo affascinante mondo. Il percorso è suddiviso in tre moduli – Conoscere la birra, Viaggio nell’universo birra e Tecniche di degustazione e abbinamento – di sette lezioni ciascuno (di cui una visita guidata in birrificio) che vedranno coinvolti docenti d’eccezione: esperti autorevoli, giudici internazionali, birrai rinomati e giornalisti del settore. Un totale di 52 ore di lezione suddivise in teoria e assaggi guidati, corredate da un esame conclusivo che darà la possibilità di ottenere l’attestato finale. I moduli possono essere frequentati anche singolarmente.
Dal 19 ottobre fino al 23 novembre, tutti i lunedì, si svolgerà presso gli spazi di Alce Nero – Berberè, via G. Petroni 9, dalle ore 20.30 alle 23, il secondo dei tre corsi, il modulo “Viaggio nell’universo birra” sette lezioni con l’obiettivo di presentare in maniera esaustiva la geografia birraria dei principali paesi: storia, stili, caratteristiche principali della produzione, con un occhio anche al presente e alle nuove tendenze. Arricchisce il corso la visita guidata ad un birrificio artigianale del territorio.

Calendario delle lezioni:
Lunedì 19 ottobre 2015 dalle ore 20.30 alle ore 23
Belgio: le ale tradizionali e le nuove tendenze. Degustazione guidata.
Docente: Gianfranco Sansolino – publican di Harvest pub

Lunedì 26 ottobre 2015 dalle ore 20.30 alle ore 23
Belgio: la fermentazione spontanea. Degustazione guidata.
Docente: Nicola Grande – birraio di Birra Etnia

Lunedì 2 novembre 2015 dalle ore 20.30 alle ore 23
Italia: storia, evoluzione e tendenze del fenomeno birra artigianale. Degustazione guidata.
Docente: Nicola Utzeri – direttore editoriale di Fermento Birra Magazine

Lunedì 9 novembre 2015 dalle ore 20.30 alle ore 23
Regno Unito: storia, tradizione e nuove tendenze. Degustazione guidata
Docente: Mirco Marconi – docente presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Colorno (Pr) e Pollenzo (CN), autore e degustatore professionista

Domenica 15 novembre 2015
Visita guidata al birrificio artigianale

Lunedì 16 novembre 2015 dalle ore 20.30 alle ore 23
Germania e Repubblica Ceca: storia, nuove tendenze e tipologie tradizionali. Degustazione guidata.
Docente: Giovanni Campari, birraio del Birrificio del Ducato

Lunedì 23 novembre 2015 dalle ore 20.30 alle ore 23
Stati Uniti: storia del movimento artigianale e le principali tipologie. Degustazione guidata.
Docente: Stefano Ricci – blogger e giudice

Corso “Viaggio nell’universo birra” – Bologna Edition
Dove: Alce Nero Berberè (via G. Petroni 9, Bologna)
Quando: tutti i lunedì dal 19 ottobre al 23 novembre, dalle ore 20.30 alle 23
Costo: 200 euro ( comprensivo di materiale didattico e set di bicchieri per la degustazione)
Posti disponibili max 30

Per maggiori informazioni e iscrizioni:

– scrivi a corsi@fermentobirra.com
– contattaci allo 055.483572
– consulta il sito www.corsodegustazionebirra.it

sel

Alessandra Tuffanelli (SEL): sei civette sul comò

da: organizzatori

Relativamente al comunicato apparso oggi sulla stampa locale, a firma di quello sparuto gruppo, definito “minoranza interna a Sel”, si ritiene doveroso fare alcune precisazioni.

Le persone firmatarie della nota, a titolo e a nome di chi parlano? Non di certo a nome dei cittadini, che dandoci la loro fiducia nelle scorse amministrative, poi confermata dalle consultazioni regionali, ci hanno conferito mandato a perseguire nel nostro territorio il progetto di alleanza di centrosinistra. E neppure a nome del partito e della sua Assemblea Federale, dalla quale i citati sei signori (sei, non sette, in quanto Paola Ferrarese non è un membro effettivo del nostro organismo politico provinciale) hanno preso le distanze da mesi rifiutando il confronto interno, ignorando le convocazioni e disertando gli incontri. Se ritengono di poter dare un contributo positivo e propositivo alla discussione interna e all’elaborazione del nostro progetto politico, che lo facciano nella sede preposta e nei modi opportuni.

Alessandra Tuffanelli
Coordinatrice Provinciale
Sinistra Ecologia Libertà

Una notte che dura tre giorni, da domani a domenica Unife scende in piazza

da: ufficio Comunicazione ed Eventi UniFe

Una arena coperta da 100 posti a sedere, tre grandi gazebo, numerose postazioni situate nel quartier generale di piazza Trento Trieste e in altri luoghi universitari e della città, 300 tra ricercatori, studenti e dipendenti per piu’ di 100 eventi. Questa la sintetica “carta d’identità” di Unifestival, da domani fino a domenica, tre giorni per presentare le diverse attività dell’Ateneo, a testimonianza del radicamento sempre più forte tra comunità universitaria e comunità cittadina.
Domani in tutta Europa si svolge la Notte dei Ricercatori, una iniziativa promossa dalla Commissione Europea che fin dal 2005 coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. A Ferrara la Notte “esplode” letteralmente in tre giorni per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.
I 100 eventi che si succederanno dal mattino alla sera comprendono esperimenti, dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre e visite guidate, conferenze, proiezioni e seminari divulgativi, compreso l’incontro domenica con le testate giornalistiche locali per verificare, dal loro osservatorio, come sia cambiato nel tempo il ruolo dell’Ateneo. Una tre giorni anche per festeggiare insieme alla città, ai suoi studenti ed ex studenti un compleanno importante: il 4 marzo 2015 l’Università di Ferrara è entrata nel suo 625° anno di vita. Ferrara Città Universitaria si ritrova dunque nel suo centro storico ma anche in altri luoghi universitari e della città, con diversi appuntamenti ai Dipartimenti di Giurisprudenza, Architettura e Economia e Management, al Polo degli Adelardi, a Palazzo Turchi di Bagno, al Centro Teatro Universitario e al Consorzio Wunderkammer.
Una Università senza la partecipazione attiva degli studenti non può esistere e, come afferma Leonardo Uba, presidente del Consiglio degli studenti “Noi studenti ci sentiamo protagonisti di Unifestival: poter aprire le porte del nostro ateneo e fonderle con la città, rappresenta il più bel modo di vivere insieme la vita universitaria. Unifestival ci rende partecipi di una città che viviamo per la maggior parte dell’anno e che per molti di noi è una seconda casa: proprio per questo ci sentiamo parte di un progetto comune, volto a fare in modo che molti giovani trovino in Ferrara non solo una via di passaggio ma anche di stabilimento”. Appuntamento dunque a partire da domani: inaugurazione, dopo la camminata delle 6.25, alle 9.30 in Arena, con il Rettore Nappi, il Sindaco Tagliani e lo stesso Uba, a dimostrazione di quanto intenso sia il legame tra città e Università.

Domani, 25 settembre ad Expo arriva il fungo che batte gli ogm

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Domani, venerdì 25 settembre 2015 ore 11.00, Expo 2015 – padiglione Coldiretti, inizio cardo sud.
ARRIVA AD EXPO IL FUNGO CHE BATTE GLI OGM.
UNA COLLABORAZIONE COLDIRETTI, CONSORZI AGRARI D’ITALIA, UNIVERSITÀ CATTOLICA DI PIACENZA E PIONEER HI-BRED ITALIA.

Eliminare il rischio delle aflatossine nel mais e in tutta la filiera alimentare che passa dalle stalle fino ai piatti sulle nostre tavole. E’ questo il risultato di un ricerca dell’Università Cattolica di Piacenza che verrà presentata domani, venerdì 25 settembre 2915 alle ore 11.00, al Padiglione Coldiretti al convegno “AF-X1: la nuova soluzione italiana per tutelare le produzioni maidicole locali dal rischio aflatossine”.E’ la risposta di Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia e Pioneer Hi-Bred Italia in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza a quanti indicavano negli organismi geneticamente modificati la strada per combattere le aflatossine del mais.
Al convegno interverranno: Gianluca Lelli, Capoarea azione economica Coldiretti, Paola Battilani, professore associato Scienze della Produzioni vegetali sostenibili, Università Cattolica di Piacenza, Giovanni Marzi, Marketing Manager Europe, Pioneer Hi-Bred, Stefano Masini Capoarea Ambiente e Territorio Coldiretti, Mauro Tonello presidente di Consorzi Agrari d’Italia.

Expo: Emilia Romagna importatrice netta di pesce, deficit di 513 mln euro

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

COLDIRETTI IMPRESA PESCA: MEGLIO ACQUISTARE DIRETTAMENTE DA PESCATORI

L’Emilia Romagna è una importatrice netta di pesce. Second elaborazioni di Coldiretti Impresa Pesca sugli ultimi dati dell’Osservatorio dell’economia ittica regionale, i deficit commerciale è superiore ai 513 milioni di euro a causa della forte differenza tra export e import. La nostra regione che “produce” pesce per 108 milioni di euro, infatti esporta circa 27 mila tonnellate di pesce per un valore di 80 milioni di euro contro 112 mila tonnellate di importazione per un valore di 593 milioni di euro.
La massiccia presenza di pesce proveniente da altre zone, ha spinto Coldiretti Impresa Pesca Emilia Romagna a promuove ad Expo, ne padiglione Coldiretti un incontro con i visitatori per spiegare come riconoscere l’origine del pescato. Il presidente di Coldiretti Impresa Pesca, Tonino Giardini, ha ricordato che, per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo è importante verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Giardini ha anche consigliato di rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresa Pesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica proprio sulla Riviera emiliano romagnola. Logicamente – è stato detto all’incontro – bisogna sempre controllare che la carne del pesce abbia una consistenza soda ed elastica, che la pelle sia lucida, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi o concavi, mentre l’odore non deve essere forte, sgradevole o con richiami all’odore dell’ammoniaca.
La regione Emilia Romagna – ricorda Coldiretti Impresa Pesca – con i suoi 120 chilometri di costa sul mare Adriatico è una delle regioni con più forti e antiche tradizioni di pesca, ma tra il 2000 e il 2011, secondo i dati dell’Osservatorio regionale sull’Economia ittica, il numero dei battelli da pesca dell’Emilia Romagna è calato di 400 unità, passando in dieci anni da 1.059 a 659 barche, un trend drammaticamente simile a quello nazionale che negli ultimi trent’anni ha perso il 35% delle imbarcazione (oggi sono solo 13.500) e 18 mila posti di lavoro.
Mentre il consumo di prodotti della pesca è in leggero aumento, i prezzi dei prodotti sono in calo a causa della pressione dei prodotti provenienti da Paesi con costi molto inferiori ai nostri, anche a causa di minori garanzie sociale e minore rispetto ambientale. Per questo – sottolinea ancora Coldiretti Impresa Pesca Emilia Romagna – la diffusione della vendita diretta e dello street food, accorciando la filiera e soprattutto garantendo l’origine e la provenienza del prodotto è una strada per assicurare maggio valore aggiunto a chi pesca e determina maggiori garanzie per il consumatore.

Furti: coldiretti, il parmigiano e’ il formaggio piu’ rubato nel mondo

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Il Parmigiano è il formaggio piu’ rubato al mondo non solo perché viene sottratto da caseifici, magazzini e supermercati, ma anche per il furto di identità che subisce quotidianamente nei diversi continenti. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’operazione della Polizia di Stato di Modena che ha sgominato un’associazione per delinquere responsabile dei furti di oltre 2.000 forme di Parmigiano Reggiano in stabilimenti e depositi di stoccaggio.
Se nei supermercati è spesso oggetto di taccheggio, negli stabilimenti e nei magazzini a colpire – sottolinea la Coldiretti – sono vere e proprie bande organizzate che lo rivendono poi al mercato nero senza adeguate garanzie qualitative, ma anche provocando un crollo dei prezzi sul mercato a danno dei produttori che stanno affrontando una situazione di grave crisi che mette a rischio il futuro del prestigioso formaggi.
A preoccupare è anche il fatto che la produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha sorpassato per la prima volta quella degli originali nel 2014 per effetto – sottolinea la Coldiretti – della moltiplicazione selvaggia delle imitazioni in tutti i continenti. Nel 2014 la produzione delle imitazioni del Parmigiano e del Grana ha superato i 300 milioni di chili realizzati per poco meno della metà negli Stati Uniti, dal falso parmigiano vegano a quello prodotto dalla Comunità Amish, dal parmesan vincitore addirittura del titolo di miglior formaggio negli Usa al kit che promette di ottenerlo in casa in appena 2 mesi, ma anche quello in cirillico che si è iniziato a produrre in Russia dopo l’embargo, il parmesao brasiliano, il reggianito argentino e il parmesan perfect italiano, ma prodotto in Australia. E sono solo alcuni degli esempi di falsificazioni portate in piazza che – denuncia la Coldiretti – tolgono spazio di mercato al prodotto originale. Se gli Stati Uniti sono i “leader” della falsificazione con le produzioni in Wisconsin, California e New York, le imitazioni sono molte diffuse dall’Australia al Sud America ma anche nei Paesi emergenti, mentre sul mercato europeo ed in Italia sono arrivati i cosiddetti similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia. Una concorrenza sleale nei confronti degli autentici Parmigiano reggiano e Grana Padano che devono essere ottenuti nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione.
Da difendere – continua la Coldiretti – c’è un sistema produttivo dal quale si ottengono circa 3,2 milioni di forme all’anno, con 363 piccoli caseifici artigianali della zona tipica alimentati dal latte prodotto nelle appena 3348 stalle rimaste nel 2014, dove si allevano 245mila vacche. Una stagionatura che varia da 12 a 24 mesi, il divieto nell’uso di insilati, additivi e conservanti nell’alimentazione del bestiame, un peso medio delle forme di 40 chili, l’impiego di 14 litri di latte per produrre un chilo di formaggio e 550 per produrre una forma sono le caratteristiche distintive del prodotto alimentare italiano piu’ conosciuto e piu’ imitato nel mondo, che ha ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento della loro determinazione a conservare inalterato nel tempo il metodo di lavorazione e l’altissimo livello qualitativo del formaggio che puo’ contare su ben nove secoli di storia. Le origini del Parmigiano Reggiano risalgono al Medioevo e vengono generalmente collocate attorno al XII secolo quando presso i monasteri benedettini e cistercensi di Parma di Reggio Emilia si diffuse la produzione di un formaggio a pasta dura, ottenuto attraverso la lavorazione del latte in ampie caldaie. Tra le prime citazioni quella di Giovanni Boccaccio che nel Decamerone nel 1351, nel descrivere il Paese del Bengodi diceva “Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n’aveva”.

Comacchio: sabato 26 settembre speciale annullo postale per la XVII Sagra dell’Anguilla

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

La Filiale di Ferrara di Poste Italiane, in occasione della XVII Sagra dell’Anguilla, su richiesta del Circolo Culturale Filatelico e Collezionistico Comacchiese “E. Zambianchi”, ha approntato un servizio temporaneo con uno speciale annullo postale che si potrà ottenere sabato 29 settembre dalle 9.30 alle 16.30 nello spazio allestito presso Palazzo Bellini in via Agatopisto n. 5 a Comacchio.
Nei giorni successivi alla manifestazione, i marcofili e coloro che volessero richiedere l’annullo possono inoltrare le commissioni a Poste Italiane / U.P. Comacchio / Sportello Filatelico Via Don Minzoni, 10 – 44022 Comacchio (FE) (tel. 0533 319511).
Poste Italiane attiva Servizi Filatelici Temporanei dotati di bolli speciali che riproducono con scritte e immagini il tema di manifestazioni legate ad eventi di notevole interesse culturale, economico e sociale: convegni, congressi, raduni, fiere, mostre, celebrazioni di eventi storici, manifestazioni filateliche, sportive, culturali, umanitarie, anniversari di personalità non viventi, inaugurazioni di opere pubbliche di particolare rilevanza locale o nazionale.
Il servizio è rivolto a chi intenda pubblicizzare e storicizzare il proprio evento con la realizzazione del bollo speciale (Enti Pubblici o privati, Associazioni, Società, Partiti Politici, Organizzazioni sindacali, comitati promotori o organizzatori di manifestazioni).

Ferrara: sabato 26 settembre speciali annulli postali per il 50mo Premio Estense e i 70 anni di attività di Unindustria

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

La Filiale ferrarese di Poste Italiane, in occasione della 50ª edizione del Premio Estense e dei 70 anni di attività di Unindustria Ferrara, ha approntato un servizio temporaneo con speciali annulli postali che si potranno ottenere sabato 26 settembre dalle 16 alle 19 nello spazio allestito presso il Teatro Comunale in Corso Martiri della Libertà a Ferrara.
Nei giorni successivi alla manifestazione, i marcofili e coloro che volessero richiedere gli annulli possono inoltrare le commissioni a Poste Italiane / U.P. Ferrara Centro / Sportello Filatelico V.le Cavour, 27 – 44121 Ferrara (tel. 0532 297336).
Poste Italiane attiva Servizi Filatelici Temporanei dotati di bolli speciali che riproducono con scritte e immagini il tema di manifestazioni legate ad eventi di notevole interesse culturale, economico e sociale: convegni, congressi, raduni, fiere, mostre, celebrazioni di eventi storici, manifestazioni filateliche, sportive, culturali, umanitarie, anniversari di personalità non viventi, inaugurazioni di opere pubbliche di particolare rilevanza locale o nazionale.
Il servizio è rivolto a chi intenda pubblicizzare e storicizzare il proprio evento con la realizzazione del bollo speciale (Enti Pubblici o privati, Associazioni, Società, Partiti Politici, Organizzazioni sindacali, comitati promotori o organizzatori di manifestazioni).

movimento5stelle

Mozione M5S su “Aliquota IRAP delle ASP”

da: organizzatori

Al Presidente del Consiglio Comunale di Ferrara
Al Signor Sindaco di Ferrara

OGGETTO: “Mozione verso la Regione Emilia-Romagna per una modifica delle aliquote Irap delle Asp in misura pari a quella prevista per le Cooperative sociali o in alternativa l’esenzione totale”.

PREMESSO CHE
• l’articolo 1, comma 299, della legge 23 dicembre 2005, n.266 (finanziaria per l’anno 2006), ha previsto che le Regioni possano avvalersi della facoltà di esentare le ONLUS dall’IRAP, ai sensi dell’articolo 21 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, e possono estendere tale esenzione anche alle Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP), succedute alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB);
• le Regioni possono prevedere, in sostanza, l’applicazione dell’agevolazione deliberata ai fini IRAP in favore delle ONLUS anche in favore delle ASP «succedute» alle IPAB;
• la Regione Emilia-Romagna rientra nell’ambito di applicazione della suddetta normativa statale;
• la Regione Emilia-Romagna attualmente assoggetta le ASP alla massima aliquota prevista, 8,50, ai fini IRAP, mentre ha ridotto l’aliquota IRAP per le organizzazioni non
lucrative di utilità sociale (Onlus) e per le cooperative sociali immettendo il 3,21 per cento anziché il 3,90;
• alcune Regioni come il Piemonte hanno ridotto questa aliquota IRAP in questione nei confronti delle ASP al 4,25 mentre altre Regioni invece hanno previsto l’esenzione totale;
• la possibile riduzione dell’aliquota IRAP attualmente fissata per le ASP occorre tener presente che come chiarito dal decreto legislativo 68/2011 gli effetti finanziari derivanti dagli interventi di variazione di aliquote sono esclusivamente a carico del bilancio della Regione, cosi come producono effetto sul bilancio regionale i tagli accettati dalla Regione al Fondo sanitario nazionale in fase di riparto;
• la possibile riduzione avrebbe un effetto non drammatico per il bilancio regionale, ma decisamente miracoloso per i conti delle Asp che potrebbero chiudere i loro bilancio in pareggio o in attivo;
CONSIDERATO CHE

• la riduzione delle aliquote IRAP a carico delle ASP avrà un impatto per i soggetti che operano nell’ambito assistenziale, anche perché la componente del costo del lavoro incide in maniera significativa sul valore della produzione, essendo il numero e la qualifica del personale fondamentale per l’assistenza alla persona;
• dall’analisi dei bilanci delle ASP, presenti sul territorio regionale, emerge che un abbattimento del 50% del tributo IRAP (dall’8,50% al 4,25% come praticato dalla Regione Piemonte) determinerebbe, per la maggior parte delle ASP, la chiusura in pareggio dei bilanci, se la Regione determinasse un abbattimento tale da uguagliare le aliquote Irap a cui sono soggette le Asp a quello riservato al privato cooperativo, chiuderebbero addirittura in utile;
• è evidente la sperequazione, la distorsione fiscale che penalizza le Asp rispetto al mondo della cooperazione sociale, che già beneficia di altre agevolazioni;
• che per la Asp “Ad Personam” l’Irap versata alla regione corrisponde a 358.313,81 euro per il 2013 e 376.724,73 per il 2014.

INVITA LA GIUNTA REGIONALE E L’ASSEMBLEA LEGISLATIVA

in attuazione dell’articolo 1, comma 299, della legge 23 dicembre 2005 n. 266 (disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006)), a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data del 1° gennaio 2016, a disporre l’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive per le Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP) succedute alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza della Regione Emilia-Romagna, in misura pari a quella prevista per le Cooperative sociali o in alternativa l’esenzione totale.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

a farsi promotore di questa iniziativa in ogni sede Istituzionale.
Con osservanza.

La Presidente del Gruppo Consiliare M5S
Dr.ssa Ilaria Morghen

Trashcult, l’associazione Genitori per le scuole di Mirandola e Hangar Social Live organizzano a Mirandola la rassegna cinematografica Hangar Social Live Movie Cult

da: organizzatori

Trashcult, l’associazione Genitori per le scuole di Mirandola e Hangar Social Live organizzano a Mirandola la rassegna cinematografica Hangar Social Live Movie Cult in cui verranno proiettati quattro film. Si comincia Giovedì 01 Ottobre con Whiplash, un film del 2014 diretto da Damien Chazelle. Giovedì 15 Ottobre seconda pellicola della rassegna: Lo Sciacallo (2014), con la regia di Dan Gilroy. Giovedì 29 Ottobre è la volta de I Nostri Ragazzi (foto), un film del 2014 diretto da Ivano de Matteo. La rassegna si concluderà il 12 Novembre con Storie Pazzesche (2014) di Damiàn Szifròn. L’iniziativa si svolge presso l’Hangar Social Live in via Brunatti 1, dalle ore 21. La sala ospita duecento posti, disponibili anche su prenotazione. Il contributo richiesto per l’ingresso è di 5 euro ad evento, mentre l’intera rassegna ha un costo di 16 euro. Per informazioni : info@trashcult.com.

Venerdi 25 settembre: le declinazioni della democrazia contemporanea

Da: Istituto Gramsci

VENERDI 25 SETTEMBRE, BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA, ORE 17
La Democrazia come problema
LE DECLINAZIONI DELLA DEMOCRAZIA CONTEMPORANEA
Conferenza di Giuditta Brunelli
Introduce Manuela Paltrinieri

Le democrazie rappresentative contemporanee sono sottoposte a tensioni di vario genere che rischiano di alterarne profondamente la natura. Si pensi alla scomposizione dei legami sociali determinata dall’aumento drammatico delle diseguaglianze; alla crisi della funzione di intermediazione dei partiti politici, sempre più spesso ridotti a strutture organizzative a sostegno di un leader candidato a guidare il governo; alla dislocazione del potere di decisione politica presso organismi sovranazionali estranei al circuito democratico (fenomeno aggravato dalla lunga crisi economica iniziata nel 2007). Tutto questo sta determinando, nel nostro Paese, conseguenze negative sul funzionamento della forma di governo (con uno spostamento di poteri verso l’organo esecutivo a danno delle Camere) e, più in generale, una delegittimazione delle istituzioni rappresentative, assediate dai due fenomeni speculari del populismo e della tecnocrazia. Appare dunque urgente (almeno) ricostruire un rapporto corretto tra elettori ed eletti, che passi attraverso un’adeguata valorizzazione del Parlamento come luogo in cui si compie, in forma dialogica, il processo di unificazione politica, e attraverso una legge attuativa dell’art. 49 Cost., che assicuri finalmente procedure democratiche interne ai partiti politici, anche per regolare in modo trasparente le funzioni pubbliche loro attribuite dalla legge, come la facoltà di presentare candidature elettorali.
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara.

Expo: arriva il “precision farming” con trattori guidati dai satelliti

da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

COLDIRETTI: DIFESA AMBIENTE E MINORI SPRECHI CON LE NUOVE TECNOLOGIE

Affiancano gli agricoltori per la produzione di grandi prodotti dell’agricoltura tradizionale come i pomodori, ma non solo. Succede a Piacenza dove il Consorzio Agrario Terrepadane ha sviluppato il “Precision farming”, l’agricoltura di precisione, un sistema che consente di coltivare i campi con estrema precisione, basso impatto ambientale e risparmio dei costi. Il sistema è stato presentato ad Expo, nel padiglione Coldiretti, in un incontro promosso da Coldiretti Emilia Romagna in collaborazione con Coldiretti Piacenza e Consorzio Agrario Terrepadane.

Con il “Precision Farming” – informa Coldiretti Emilia Romagna –il trattore viene guidato sul campo tramite la costellazione di satelliti artificiali che ruotano attorno alla terra. Operazioni complesse di lavorazione, come la semina, il trapianto, la concimazione e i trattamenti antiparassitari avvengono con estrema precisione, senza gli errori di sovrapposizione o distribuzione in eccesso che una guida manuale, per quanto attenta, inevitabilmente comporterebbe. In questo modo – spiega Coldiretti – Emilia Romagna si ottiene un più razionale uso di prodotti per la difesa e la concimazione delle colture e un risparmio del carburante e la conseguente emissione di CO2 , con benefici per le tasche degli imprenditori agricoli e dell’ambiente.
Come è stato spiegato all’incontro ad Expo, tutto questo avviene attraverso il sistema Rtk (Real Time Kinematic) una tecnologia che, attraverso una rete di antenne ripetitrici istallate a terra che aumentano la precisione del normale segnale Gps inviati dai satelliti orbitanti attorno alla terra, guida trattori di diversi tonnellate (dotati di un box simile al navigatore delle auto) con una precisione che ha uno scarto massimo di 2,5 centimetri. In pratica il coltivatore potrebbe sedersi a… leggere il giornale. Il Cap Terrepadane – informa Coldiretti regionale – ha già installato oltre 80 di questi sistemi e 6 antenne ripetitrici che coprono il territorio agricolo che va da Milano-Lodi a tutta la campagna piacentina.
Non si affidano invece ai satelliti i sistemi di fertirrigazione e sub-irrigazione, ma costituiscono un’innovazione che porta l’azienda agricola verso il futuro. All’incontro di Expo – informa Coldiretti – il Cap Terrapadane ha presentato anche il sistema di fertirrigazone, una tecnica che consente di irrigare e fertilizzare i campi contemporaneamente, con un notevole risparmio di acqua ed energia, con benefici per l’ambiente . Il tutto avviene attraverso la posa in campo di file di manichette forate adeguate in base alle colture e alle caratteristiche del terreno. In questo modo le radici delle colture vengono irrigate e nutrite direttamente con un apporto costante e calibrato di acqua e sostanze fertilizzanti. È una tecnica che si sta diffondendo rapidamente – afferma Coldiretti – al punto che Terrepadane ha già steso sul territorio piacentino già 65mila chilometri di manichette.

Sagra dell’Anguilla 2015: le Chiese di Comacchio nei tre week end ‘aperte per visite

da: organizzatori

Durante i fine settimana della sagra dell’anguilla 2015, le Chiese di Comacchio ‘aperte per visite’;
insieme a Duomo, Rosario, Carmine e S. Antonio-Suffragio tour guidati anche al Santuario di S. Maria in Aula Regia.

Anche Santa Maria in Aula Regia sarà fra i templi della devozione mariana che – durante la Sagra dell’Anguilla 2015 – si potranno visitare con l’accompagnamento guidato. Il Santuario al limite occidentale di Comacchio, al termine del Loggiato dei Cappuccini e nella quale è custodita un’immagine della Vergine particolarmente cara alla popolazione locale – tanto da essere riprodotta in numerosi tabernacoli e altaroli che punteggiano un po’ tutto il paese – si svolgeranno, condotti da Padre Gian Pio, ogni sabato di Sagra dalle 11 alle 12 e nelle domenica 4 e 11 ottobre dalle 12 alle 13. Ma anche la Concattedrale di San Cassiano e le Chiese del Rosario, del Carmine e di Sant’Antonio – in collaborazione con la Parrocchie Duomo-Rosario – saranno ‘aperti per visite’: il Duomo ogni sabato dalle 15,30 alle 17 e dalle 19,30 alle 21; la Chiesa della Madonna del Carmine – in via Carducci – nelle domeniche 27 settembre e 4 ottobre dalle 10,30 alle 12 mentre quella del Rosario – in via Sambertolo – nelle domeniche 27 settembre e 11 ottobre dalle 15,30 alle 17,30. Infine i tour a Sant’Antonio da Padova, altrimenti conosciuta come Chiesa del Suffragio o Sacrario dei Caduti in quanto custodisce le spoglie di alcuni comacchiesi morti durante la Prima e Seconda Guerra mondiale, sono in programma domenica 4 ottobre dalle 10,30 alle 12.
Il programma completo e dettagliato della XVII Sagra dell’Anguilla, che proseguirà sino all’11 ottobre, è consultabile e costantemente aggiornato sul sito www.sagradellanguilla.it

provincia-ferrara

Da sabato 26 settembre al via settima edizione corso su affido familiare

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Settima edizione del corso su affido familiare.
Primo appuntamento sabato 26 settembre.

È al via la settima edizione del corso di informazione e formazione sull’affido familiare. Cinque incontri, per un totale di 15 ore, che avranno luogo nella sede del Centro per le Famiglie “Isola del Tesoro” del Comune di Ferrara (Piazza XXIV Maggio), nei quali gli operatori psicosociali e le associazioni tematiche di volontariato offriranno un quadro complessivo di cosa significhi prendere un bambino in affido.
Il corso è organizzato nel rispetto della direttiva regionale in materia.
Il primo appuntamento, in calendario sabato 26 settembre dalle 9 alle 12, tratterà degli aspetti giuridici e il percorso dell’affido familiare e sarà condotto da Angela Mambelli, assistente sociale Asp-Centro servizi alla persona di Ferrara, nonché componente dell’équipe centralizzata affido.
Lunedì 5 ottobre dalle 15 alle 18 sarà la volta di Paola Corticelli, psicologa Ausl di Ferrara (Uonpia Smria), anch’essa componente dell’équipe centralizzata affido, che tratterà i temi del bambino e suoi bisogni, il rapporto con la famiglia d’origine, il progetto di affido, bisogni e competenze dei nuclei affidatari.
Terzo appuntamento sabato 17 ottobre (9-12) sulle esperienze di affido: luci, ombre e complessità, a cura di una referente dell’associazione “Dammi la Mano” delle famiglie affidatarie di Ferrara.
Penultima data lunedì 26 ottobre dalle 15 alle 18 ancora con Paola Corticelli che curerà il tema: famiglie affidatarie, risorse, aspettative, bisogni e fragilità.
Chiude il ciclo l’incontro di lunedì 9 novembre condotto da Laura Lepore, antropologa dell’associazione italiana di scienze antropologiche ed esperta sulle differenze culturali-religiose di minori stranieri, che parlerà dei diversi modelli culturali, religiosi e familiari dei minori stranieri che vanno in affido.

  • 1
  • 2