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Giorno: 26 Settembre 2015

Expo: Coldiretti svelati gli effetti antinvecchiamento della pera igp

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Ricca di sostanze antiossidanti e cardiopreventivi, la pera è il frutto ideale per tutte le età

I soggetti che consumano da 3 a 5 o più di 5 porzioni al giorno di frutta e verdura presentano una riduzione del rischio di patologie cardiovascolari del 7% e 17% rispettivamente nei confronti di chi consuma meno di 3 porzioni al giorno. E’ uno dei dati emersi nel corso dell’incontro “La pera dell’Emilia Romagna Igp, aspetti produttivi e nutrizionali – incontro con i produttori di Modena” promosso da Coldiretti Emilia Romagna in collaborazione con Fruit Modena Group che si è tenuto oggi ad Expo nel Padiglione Coldiretti nel corso del quale sono state presentate le caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche della pera.
“Il basso potere calorico, l’elevato quantitativo di fibra alimentare e il buon contenuto in vitamine, minerali ed antiossidanti – ha detto Cristina Angeloni, docente di biochimica della nutrizione del corso di laurea in Farmacia dell’Università di Bologna – fanno della pera un frutto adatto alla nutrizione di bambini, adulti, anziani e sportivi. Le pere sono lo spuntino ideale e rappresentano un ingrediente eclettico in cucina per preparazioni dolci e salate. Grazie alla presenza di varietà invernali ed estive è un frutto che si può definire ‘di stagione’ tutto l’anno”.
La nutraceutica – ha continuato Angeloni – riconosce, attraverso una rinnovata relazione tra biologia, chimica e medicina, lo stretto rapporto che esiste tra le nostre abitudini alimentari e la nostra salute. Nutraceutico è un termine utilizzato per indicare componenti di alimenti, che forniscono importanti benefici per la salute dell’uomo, non solo in termini conservativi, ma soprattutto preventivi. Le pere sono una fonte significativa di flavonoidi, sostanze con effetti antiossidanti, antiinfiammatori, cardiopreventivi e neuroprotettivi. Per questo la pera potrebbe essere definita un vero e proprio farma-alimento.”
Con quasi 473 mila tonnellate di pere prodotte e oltre 18.mila ettari coltivati – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – l’Emilia Romagna è ai vertici della classifica nazionale della produzione delle pere che in Emilia Romagna trovanop il suo ambiente privilegiato tanto che proprio in regione si produce il 70% delle pere italiane.
Conosciuta fin dai tempi antichi ma scarsamente diffusa a causa delle difficoltà di conservazione – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – la pera ha visto una grande espansione negli anni più recenti. Abate Fetel, Conference, Decana, Max Red Bartlett eWilliam sono le varietà più diffuse tra i consumatori che ne apprezzano le ottime caratteristiche nutrizionali.
“La certificazione dell’Indicazione Geografica Protetta IGP di cui gode la pera dell’Emilia Romagna – ricorda Coldiretti regionale – valorizza la sua unicità e tipicità. Purtroppo, un frutto così ricco di qualità nutritive e gradito al palato dei consumatori non riesce a spuntare un prezzo equo per i produttori che lavorano sottocosto non riuscendo a coprire neanche i costi di produzione. La mancata redditività delle imprese impedisce nuovi investimenti con la grave conseguenza che, negli ultimi quindici anni, la superfice investita a pere in regione si è ridotta di quasi un terzo, dai 29 mila ettari del 2000 ai 21 mila del 2014, mettendo a rischio un patrimonio inestimabile di conoscenza ed esperienza.

Domani 27 settembre, patto per riviera romagnola, agricoltori, ristoratori, albergatori

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Domani, domenica 27 settembre 2015 ore 10,30, Expo 2015 – padiglione Coldiretti, inizio cardo sud;
PATTO PER RIVIERA ROMAGNOLA, AGRICOLTORI, RISTORATORI, ALBERGATORI PER RILANCIARE TURISMO E TERRITORIO CON CIBO E PRODOTTI AGRICOLI LOCALI.

Sarà presentato domani, domenica 27 settembre, alle ore 10,30 ad Expo, nel padiglione Coldiretti il primo “Patto per la Riviera – la prima filiera corta dal campo al palato del turista”. Agricoltori, ristoratori e albergatori uniscono le forze per un turismo vincente e a km zero che strizza l’occhio al mondo intero.
Open forum sulla nuova alleanza tra turismo-enogastronomia e agricoltura nata e promossa all’interno del circuito Campagna Amica, la Fondazione creata da Coldiretti per avvicinare il consumatore ad un’agricoltura sostenibile, garantita e di qualità. Il patto si propone di valorizzare tutti gli attori protagonisti della filiera, dall’agricoltore al ristoratore fino all’imprenditore alberghiero e balneare, sensibilizzando operatori e consumatori all’uso e consumo di prodotto locali, dalla frutta, come le pesche Igp, alla carne di vacca romagnola, fino ai grandi salumi, come quelli di Mora Romagnola, i formaggi e la pasta tutta italiani prodotta proprio in riviera dal pastificio Ghigi, con una buona innaffiata di vini quali il Sangiovese, l’Albana. Il Trebbiano di Romagna.
Nell’arco di una giornata ci sarà la possibilità di degustare il pesce azzurro dei pescatori di Cesenatico, tutta romagnola all’esterno del padiglione Coldiretti ci saranno dimostrazioni della stampa manuale di tele romagnole e verranno eseguiti canti, suoni e balli della tradizione del liscio romagnolo.

Coldiretti Ferrara: successo per il made in fe ad Expo

da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Tanto interesse per le animazioni e le promozioni del nostro territorio e dei nostri prodotti messi in campo da Coldiretti Ferrara nel corso del secondo appuntamento al Padiglione Coldiretti, per un giorno “tra terra e acqua” come la nostra provincia.

Il benvenuto ad Expo di giovedì 24 settembre, al Padiglione Coldiretti aveva il sapore e la suggestione di Ferrara: tra terra e acqua! Un allestimento all’ingresso del Padiglione ricordava la nostra costa e le sue produzioni vallive e marine, dalle vongole di Goro all’anguilla di Comacchio, ed agricole, con due tavole imbandite con diversi tipi di riso in bella vista. Elementi che si sono ritrovati in cucina, nel terrazzo dove gli ospiti della giornata hanno potuto assaggiare alcune specialità preparate con maestria dai cuochi che si sono alternati tra pranzo e cena.
Antipasto con salami all’aglio e vongole, cui ha fatto seguito un risotto mantecato all’anguilla di valle, un fritto di pesce e gamberetti di valle, pinzimonio di verdure con pane di Ferrara e pere caramellate con cioccolato e panna, sono state la proposta della scuola Alberghiera Remo Brindisi di Lido degli Estensi, con alla testa lo chef Liborio Trotta ed un gruppo di ragazzi che hanno seguito il servizio ai tavoli.
La cena ha visto invece l’antipasto di salumi e formaggi, le vongole, ed a seguire risotto al radicchio rosso, salamina (dell’azienda La Bosca di Piazzi Flavio) con purè e pampepato, a cura dell’agriturismo Cà Nova di Ro.
Vini del territorio offerti dalle cantine Mariotti e Pettyrosso, con la loro interpretazione di vini rossi (in particolare Fortana) e bianco (dai vigneti di Montesanto di Voghiera) rispettivamente, in grado di accompagnare perfettamente le varie portate.
Sapori ferraresi anche negli spazi del mercato dei produttori con otto aziende ferraresi di Coldiretti che hanno offerto degustazioni e vendita dei loro prodotti: dall’aglio di Voghiera dell’azienda agricola il Cantinone (Aglio del Nonno), ai vini del Bosco, alle confetture e al miele dell’azienda i Sapori dell’Orto di De Zen Fabrizio, ai salumi ferraresi delle aziende Billo Angiolino e figli e della Corte dei Sapori del fratelli Bassi, al miele dell’azienda Luca e Marilena Bellini, alle pere ferraresi di Bernardini Luciano, al riso di Jolanda di Giancarlo Fogagnolo, alle zucche, alla farina, alla pasta ed ai cosmetici di Dario Dolcetti.
In più per tutta la giornata un vero street food con gamberetti e bagigini di valle, direttamente dal Parco del Delta del Po e dalle valli di Comacchio ad Expo in un tripudio di profumi e di sapori molto apprezzati, con centinaia di piatti distribuiti a tantissimi visitatori.
Applausi a scena aperta poi per le animazioni: il laboratorio di preparazione del cappellaccio di zucca ferrarese, con le sfogline della sagra di San Carlo, seguitissime nella loro tradizionale preparazione della sfoglia, rigorosamente a mattarello, e poi nella farcitura con il ripieno alla zucca come prevede l’IGP appena conseguita.
Stessi applausi e grande attenzione anche per l’esibizione di due rappresentanze del Palio di Ferrara con giovani sbandieratori e tamburini rispettivamente delle contrade di San Paolo e di San Luca, che hanno incantato tutti quelli che passavano dal Cardo Sud di Expo con impeccabili giochi di bandiere e l’incalzante rullare dei tamburi.
Esaurite infine in poche ore circa 2000 pere abate (fornite da O.P. Chiara), distribuite per “assaggiare” Ferrara ed anche per tentare di vincere uno dei dieci cestini premio con altri prodotti ferraresi e l’invito a venire nel nostro territorio per conoscere ancora meglio le nostre specialità.
Specialità che, ancora all’insegna di “terra e acqua” sono state al centro dello show cooking dello chef Riccardo Vecchi, che ha preparato ed illustrato tre ricette con pesce e molluschi made in Fe: risotto alle vongole di Goro, spigola con salsa di acciughe, orata al vino bianco del Bosco, sotto l’egida di Coldiretti Impresa Pesca il cui responsabile nazionale Tonino Giardini ha evidenziato l’importanza del settore ittico per il nostro territorio e come fare scelte oculate al momento dell’acquisto, anche in questo caso cercando la “filiera corta” italiana.
“Siamo lieti di aver potuto rappresentare, anche se in modo molto sintetico – commenta il presidente di Coldiretti Ferrara Sergio Gulinelli – i prodotti di stagione del nostro territorio e di aver dato possibilità a diverse nostre aziende associate di farsi conoscere all’interno di questa manifestazione di livello mondiale. Ringraziamo il nostro presidente nazionale, Roberto Moncalvo, di recente eletto tra l’altro vice presidente degli agricoltori europei, per aver condiviso con noi la giornata, fermandosi a conoscere le nostre aziende ed apprezzando i nostri prodotti, dal fritto di valle alle preparazioni della cucina, sino alla salamina e al pampepato. Ringraziano anche i rappresentanti dei comuni di Comacchio, Goro, Mesola e Jolanda che assieme al nostro presidente regionale, Mauro Tonello sono stati presenti nei diversi momenti della giornata ferrarese qui a Milano e con i quali sono ovviamente aperti percorsi di ulteriori collaborazioni e sinergie per l’interesse delle nostre imprese e del territorio”.
La presenza ferrarese, all’interno della settimana di Coldiretti Emilia-Romagna e più in generale di Coldiretti nell’ambito di Expo 2015, è stata connotata dalla possibilità di far conoscere e toccare con mano, quando anche di poter assaggiare, prodotti e produzioni, suoni e tradizioni vere e concrete, uscendo un po’ dal clima di virtualità che accumuna molti degli altri padiglioni.
“La nostra organizzazione – conclude Gulinelli – si è distinta da tempo per voler e poter essere a fianco dei consumatori e dei cittadini ed il metterci la faccia significa anche rapporti veri e concreti, prodotti veri e produttori veri che tramandano il buono della nostra terra e della nostra memoria verso il futuro, senza perderne l’identità più profonda. Per questo crediamo fortemente nella filiera tutta agricola e tutta italiana e nel nostro progetto di un modello di sviluppo originale e rispettoso di ambiente, territorio, dignità delle persone, sicurezza e benessere. Perché Coldiretti, come recita un nostro slogan, molto veritiero, è la forza amica del Paese”.

Expo: presentato in anteprima mondiale il primo latte d’asina

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

L’ASININO REGGIANO, FORMAGGIO MAGRO, CON LATTE NON PASTORIZZATO

Si chiama Asinino Reggiano ed è il primo formaggio al mondo prodotto esclusivamente con latte di asina. È stato presentato oggi per la prima volta a livello mondiale ad Expo 2015, al Padiglione Coldiretti, in un incontro sulla multifunzionalità degli allevamenti promosso dall’associazione regionale allevatori in collaborazione con Coldiretti Emilia Romagna. Si tratta di una autentica anteprima in quanto fino ad oggi non era possibile trasformare in formaggio il latte di sola asina. Il risultato – spiega Coldiretti Emilia Romagna – è stato ottenuto nel più grande allevamento d’asini d’Europa, l’azienda Montebaducco di Quattro Castella (Reggio Emilia), grazie alla collaborazione tra l’allevatore Davide Borghi e il tecnologo alimentare Giuseppe Iannella. “Fino a non più di un anno fa – ha spiegato Davide Borghi – la possibilità di trasformare il latte di asina in formaggio si scontrava con l’impossibilità di caseificarlo con i cagli in uso per la trasformazione degli altri tipi di latte in quanto il latte d’asina è molto diverso da quello di vacche, bufale, pecore, capre”. L’ostacolo è stato superato grazie all’intuizione di Iannella che, dopo approfondire ricerche, ha individuato nel caglio di cammello il prodotto più adatto. Si tratta di un altro tassello nella produzione dell’azienda di Montebaducco che, con i suoi ottocento asini, produce già da anni latte per alimentazione, principalmente dei neonati con problemi di intolleranza alimentare, e una linea di cosmetici.
Il risultato della trasformazione – spiega Iannella – è un formaggio magro, ottenuto da latte non pastorizzato con una procedura di trasformazione che ne esalta le caratteristiche. Il gusto al palato è molto particolare e, a seconda del grado di stagionatura, si può avere nella tipologia a pasta tenera o semidura. “Siamo ancora nelle fasi iniziali di produzione – ha sottolineato Iannella – e ci sono ampi margini di miglioramento, soprattutto in termini di resa casearia”.
L’Asinino Reggiano – informa il produttore – per ora è richiesto dagli chef per la preparazione dei loro piatti ed è proposto nelle degustazioni. L’obiettivo è quello della commercializzazione seppure rivolto a un segmento di nicchia. Per questo, Davide Borghi ha deciso che il formaggio stagionato verrà proposto in una raffinata confezione in ceramica, prodotta con materiali biologici e di manifattura artigianale italiana, che è in grado di conservare alla perfezione il cibo in essa contenuto, specialmente prevenendo l’ossidazione dei grassi.

Continuano le amichevoli dello United, che venerdì 25 settembre ha fatto visita al Povegliano

da: ferraraunited

Continuano le amichevoli dello UNITED, che venerdì 25 settembre ha fatto visita al Povegliano, squadra Veronese di A2 inserita nel girone B. Trattasi di una squadra di tutto rispetto, nata dalla fusione il Dossobuono, neo retrocesso dall’A1.
A sorpresa Il risultato finale è a favore dei Ferraresi per 25 a 22, a termine di una partita disputata con tre tempi da 20 minuti ciascuno
L’andamento della gara delinea come il gruppo si stia amalgamando partita dopo partita, forte di una difesa arcigna e piuttosto ordinata che ha messo sin da subito in difficoltà l’attacco Veronese, che faticava a tirare da fuori dagli 8-9 metri, complici delle buone collaborazioni difensive dei ferraresi e un Maranini tra i pali, ancora una volta in gran forma.
Ribaudo come al solito ruota tutti gli effettivi disponibili che si fanno trovare pronti e mettono grinta e concentrazione.
Nicola Giovanardi non si fa attendere e segna il suo primo Goal. Rispondono bene anche il mancino Gherardo, Braiato, Gallerani , Ferretti eTommaso Sgargetta che sono apparsi molto concentrati soprattutto in fase difensiva.
Sebbene i risultati importanti arrivino dalla difesa , meno dall’attacco e dalla fase conclusiva – dove il gioco risulta ancora macchinoso – non c’è dubbio che lo United abbia fatto un passo in avanti rispetto all’uscita precedente.
Ancora assenti Scalabrin e Pastore e privi di Alberino, Rendine, Montanari , Battaglia, Zanella, sono scesi in campo: Maranini, Sgargetta C., Garani, Succi, Hristov, Castaldi, Giovanardi M., Gallerani, Ferretti, Gherardo, Braiato, Sgargetta C., Giovanardi N. Allenatore Lucio Ribaudo.

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Assestamento di bilancio, 52 milioni di euro di risorse regionali in più

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Oltre 30 milioni di nuovi finanziamenti vanno al sistema socio-sanitario, fondi per le zone colpite dal sisma, per la cultura e il turismo. Dodici milioni al sistema delle imprese

La Giunta regionale vara l’assestamento di bilancio 2015, con 52 milioni di euro di risorse regionali destinate alla spesa corrente e agli investimenti. Del totale, ben 30 milioni saranno destinati a interventi nel settore socio-sanitario.Tutto ciò significa – sottolinea la Giunta – mettere a disposizione nuove risorse in favore dei cittadini, dei servizi loro dedicati, della qualità del nostro territorio.
Il provvedimento approvato dalla Giunta, dopo il vaglio da parte della Commissione assembleare, approderà nelle settimane successive all’esame dell’Assemblea legislativa, per l’approvazione definitiva.
Per quanto riguarda la spesa corrente, non sono state previste maggiore entrate ma, per effetto di rimodulazioni, è stato possibile finanziare ulteriori interventi.
Di particolare rilevanza i 10 milioni di euro destinati alla sanità, per aggiungere prestazioni rispetto ai Livelli essenziali di assistenza (LEA) rivolti ai cittadini e per finanziare gli interventi necessari ad abbattere le liste di attesa per le visite specialistiche.
Di rilievo anche gli interventi per il sostegno alle categorie più deboli, ad esempio con il finanziamento di 1 milione di euro per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
E poi la promozione delle attività culturali e di quelle rivolte ai giovani, con 1 milione e 780 mila euro.
Anche il turismo beneficerà, grazie all’assestamento di bilancio varato dalla Giunta, di 1 milione di euro, destinati all’Azienda di promozione turistica e agli impianti invernali di risalita.
Il tema della legalità, sempre di stretta attualità, sarà sostenuto con risorse ulteriori pari a 480.000 euro: con questi fondi la Regione consentirà lo svolgimento a Bologna del processo Aemilia.
Anche sulle spese in conto capitale, cioè gli investimenti, la Giunta – grazie ai dati di bilancio dell’anno scorso – ha la possibilità di avere ulteriori margini di spesa. In questo modo sarà possibile disporre di 20 milioni di euro per la sanità, per l’acquisto di attrezzature mediche, tecnologie, avviare ristrutturazioni. Mentre per l’acquisto di materiale rotabile sono destinati 5.1 milioni di euro.
Anche le aree colpite dal sisma del 2012 beneficeranno della manovra finanziaria della Regione: 7 milioni di euro saranno destinati ad opere pubbliche (strade, piazze, e così via) non finanziabili con le risorse del Commissario alla Ricostruzione.
Attenzione anche al sistema delle imprese: saranno finanziati interventi a sostegno di progetti di ricerca e innovazione (2016 e 2017), complessivamente con oltre 12 milioni di euro.
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore al Bilancio Emma Petitti: “Pur in un momento di particolare complessità gestionale, la Giunta è riuscita nell’intento di approvare un progetto di legge di assestamento che riesce a contribuire ulteriormente alla realizzazione dei progetti strategici contenuti nel programma di mandato del presidente Bonaccini”.
“In particolare – ha ricordato Petitti – si è data concreta risposta alle esigenze del sistema socio-sanitario regionale con oltre 30 milioni di nuovi finanziamenti, su un totale di 52 milioni, per garantire sia prestazioni aggiuntive rispetto ai livelli essenziali che per consentire maggiori investimenti nelle strutture sanitarie. Inoltre – ha concluso l’assessore – attenzione è stata rivolta alla riqualificazione dei centri urbani colpiti dal terremoto e ai progetti innovativi delle imprese”.

Copparo: commemorazione dei partigiani Ricci e Alberti

da: ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Ieri mattina (sabato 26 settembre) in occasione del 71°anniversario della fucilazione da parte dei nazifascisti di Idris Ricci e Ultimo Silvano Alberti (25 Settembre 1944), il sindaco Nicola Rossi, e i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche, hanno ricordato il sacrificio dei due partigiani copparesi con una breve commemorazione presso il Cippo commemorativo in via L. Marchi. Dopo il minuto di silenzio, nel suo discorso il sindaco Nicola Rossi ha ricordato il sacrificio dei due giovani partigiani – nostri concittadini – che hanno dato la loro gioventù e la loro vita per i loro ideali. «In questi periodi, dove anche il senso civico vacilla, avere momenti come questi – ha concluso il sindaco – dove commemoriamo persone come Idris e Silvano risultano per noi non solo doverosi, ma utili a rafforzare la nostra comunità»

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Il sindaco Tiziano Tagliani ringrazia per il lavoro investigativo

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

“Avvisato dal Questore questa mattina circa il rinvenimento del corpo di Pierluigi Tartari e il fermo di un altra persona indagata per rapina e omicidio, ho immediatamente espresso la soddisfazione mia e quella di tutta la città per un lavoro investigativo di grande intelligenza e grande sforzo: non ci sono stati tentativi inesplorati e l’attività è stata svolta a 360 gradi fin dal primo giorno . Ciò che é accaduto e per noi tutti una situazione di profonda tristezza e dolore. Ai familiari va il mio pensiero e spero che il ritrovamento di Pierluigi possa restituire almeno un po’ di serenità. Una serenità che é dovuta anche alla comunità di Aguscello e ai ferraresi tutti fortemente scossi da un reato efferato e da una condotta di elevato spessore criminale.
Grazie ancora al Questore, alla Polizia di Stato e ai tanti volontari che hanno partecipato alla ricerca senza risparmiarsi nessuna energia “

Ciclo di conferenze scientifiche al Liceo Ariosto di Ferrara

da: Liceo Classico Statale Ludovico Ariosto Ferrara

Il Liceo Ariosto inaugura, lunedì 28 settembre, una serie di incontri sulle nuove frontiere delle scienze. Attraverso un ciclo di lezioni-conferenze, ricercatori che operano anche in campo europeo illustreranno agli studenti delle classi quinte degli indirizzi scientifici la loro quotidianità di studiosi impegnati presso le maggiori università. Gli incontri, oltre ad avere un ruolo formativo, intendono anche fornire agli studenti strumenti per le loro future scelte universitarie. Il progetto si apre con la lezione-conferenza su “Modello standard e cosmologia”, tenuta dal dott. Luca Marzola, diplomato al Liceo Ariosto nel 2002, fisico teorico presso l’Università di Tartu, Estonia.

Domenica 27 settembre, spose in Delizia al Verginese di Gambulaga

da: Circolo culturale Amici della Musica “Girolamo Frescobaldi” – Ferrara

Destinazione Cuba per le «Spose in Delizia»; la sfilata di moda-sposa, ideata l’anno scorso da Barbara Nocita (e arrivata quest’anno alla seconda edizione), sarà l’occasione, oggi (Domenica 27 settembre 2015 – ndr) alle ore 17 per una raccolta di fondi a favore di Voghiera Soccorso, per il pagamento delle due autoambulanze già acquistate (di cui una con strumentazione pediatrica, unico caso nella provincia di Ferrara). È un’iniziativa che fa indubbiamente bene al territorio di Gambulaga, Voghiera, Portomaggiore, Masi, e paesi limitrofi.
Gli organizzatori dell’evento hanno scelto proprio Cuba come nazione-ospite, ma tutto si svolge alla Delizia Estense del Verginese, a Gambulaga (Via del Verginese 56); l’ingresso è libero però è necessaria la prenotazione chiamando il numero 366 7884097.
Il pomeriggio inizierà con il défilé-sposa, animato dalla presentatrice Ester Dianati, durante il quale sarà visivamente introdotto anche un piccolo omaggio a Cuba; l’isola caraibica sarà poi presente in grande stile nelle musiche dal vivo eseguite dal gruppo AngelicaMente e “raccontata” ai presenti da un road-show curato dalla Press Tour con il patrocinio dell’Ente del turismo di Cuba.
Seguirà un aperitivo offerto a tutti i partecipanti presso il bar La Campanella, proprio accanto alla Delizia del Verginese.

Domenica 27 Settembre, Balamòs Teatro: “Cantica delle donne, istantanee per una storia universale”

da: Associazione Culturale Balamòs

Balamòs Teatro – progetto teatrale “Passi Sospesi”
Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Venezia
Spettacolo teatrale “Cantica delle donne”
Domenica 27 Settembre 2015 – ore 17.00
Centro Teatro Universitario di Ferrara
“Cantica delle donne – istantanee per una storia universale”

Domenica 27 settembre, alle ore 17.00, il Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19), nell’ambito di Unifestival, ospita lo spettacolo “Cantica delle donne” creato dalle donne detenute dell’Istituto penale femminile di Giudecca, Venezia e diretto da Michalis Traitsis (prenotazione obbligatoria a info@balamosteatro.org, 328 8120452).
Da diversi anni Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro, è responsabile del progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, con il partenariato scientifico del Centro Teatro Universitario di Ferrara. Il progetto teatrale “Passi Sospesi” è inoltre finanziato dalla Regione Veneto e ha il partenariato del Teatro Stabile del Veneto, dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e del Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere.
Nell’ambito di questo progetto in occasione della Giornata internazionale della donna e della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 2014, è nato lo studio teatrale “Cantica delle donne” che, oltre a un gruppo di donne detenute, vede in scena l’attrice e musicista Lara Patrizio e la partecipazione di Luminita Gheorghisor. Al lavoro c’è anche il contributo artistico di Patrizia Ninu, la collaborazione tecnica di Cristina Iasiello, il video di Marco Valentini e le foto di Andrea Casari.
“Ci siamo interrogati se una giornata internazionale abbia un senso – afferma Michalis Traitsis – per il rischio di mettere a posto coscienze o di solidarizzare solo per un giorno, per la convinzione che ogni giorno dovrebbe essere quello giusto per essere dalla parte dei diritti e contro ogni discriminazione. Noi non abbiamo risposte, se non il bisogno di valorizzare la ricchezza e la complessità della figura femminile attraverso testi, immagini, musiche, canzoni, danze, al femminile e a ritrovare un senso, ogni giorno. Anche con il nostro provare a pensarci e sperimentarci realmente insieme, attraverso il teatro. Perché forse la più grande forza del teatro è quella di trasformare il dolore in poesia. E di restituirci e restituire bellezza”.
ingresso libero con prenotazione obbligatoria:

Balamòs Teatro
328 8120452
info@balamosteatro.org

movimento5stelle

M5S chiede a Bonaccini chiarimenti sulle trivellazioni in Emilia Romagna

Da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna

L’arroganza del potere PD è ormai fuori controllo. All’inaugurazione della Fiera di Copparo il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini non accetta di rispondere pubblicamente rimanendo al proprio posto ad una semplice domanda di cittadini dei movimenti contro le trivellazioni , un quesito pienamente pertinente con i contenuti del suo discorso pubblico appena terminato. Per quasi 10 minuti infatti, Bonaccini aveva illustrato e magnificato la politica regionale PD, parlando di tutela dei territori, di eccellenze locali, di coinvolgimento delle popolazioni, di stanziamenti di fondi e progetti di riqualificazione e difesa delle aree protette. La richiesta è partita dal pubblico, al termine del discorso, quindi senza interruzioni ed è stata formulata con una semplice levata di due piccoli cartelli con la scritta “Presidente, permette una domanda? ”.La risposta immediata è stata un’irritata reazione dell’interessato e del sindaco Rossi di Copparo che prontamente hanno tacciato una civilissima richiesta banale e più che lecita, di essere una “sceneggiata teatrale” per fare gazzarra. La tecnica dell’attacco quando si ha paura di dare risposte è ben consolidata e nota di questi tempi nei rapporti tra cittadini e mondo politico. La domanda è poi stata formulata , a fatica, con un faccia a faccia piuttosto teso che evidentemente è il rapporto preferito da chi ama fare sfoggio della propria posizione dominante e non vuole condividere un momento informativo col resto del pubblico. La domanda era la seguente :
Presidente , perchè la Regione Emilia Romagna non si è mai espressa palesemente contro il Decreto Sblocca Italia(a differenza di molte Regioni del centro sud) nello specifico contro gli articoli 37 e 38 che aprono autostrade alle compagnie petrolifere che faranno scempio di un territorio pieno di fragilità? E come voterete, Lei e la Sua Giunta, alla richiesta di referendum abrogativo per abolire gli articoli 37 e 38 dello Sblocca Italia e il 35 del decreto Sviluppo, in discussione martedì 29 in Regione?
La risposta non è arrivata, ma c’è stata la solita uscita brusca con codazzo, che assomiglia molto a una fuga. Anche questo un film già visto, l’unico metodo possibile quando sul finale parte l’imprevisto, la variabile indipendente a cui moltissimi esponenti politici sono ormai disabituati e allergici, cioè il cittadino informato in cerca di risposte.

carofiglio-regola-equilibrio

NOTA A MARGINE
Carofiglio a Unifestival: “La regola dell’equilibrio è ammettere di commettere errori”

L’avvocato Guido Guerrieri è tornato. Il celebre personaggio letterario nato dalla penna di Gianrico Carofiglio con “La regola dell’equilibrio” (Einaudi, 2014) festeggia i suoi primi sei romanzi di vita. Nell’ambito di Unifestival, il festival dell’Università di Ferrara in corso proprio in questi giorni sul listone, in uno dei tanti eventi in programma è stato proprio Carofiglio, ospite venerdì 25 settembre a Palazzo San Crispino, a parlare di questa sua ultima fatica letteraria e delle contraddizioni proprie del mondo del diritto e della giustizia. Insieme all’autore pugliese, ex magistrato e deputato nella XVI legislatura, il docente di diritto costituzionale all’Università di Ferrara Andrea Pugiotto e il direttore della Scuola Forense di Ferrara Federico D’Anneo, promotori di questa trilogia sulla giustizia basata sul racconto della scrittura giuridica raccontata da libri non giuridici. La rassegna “Ingresso lib(e)ro” prosegue oggi con Gherardo Colombo e domani con Maurizio Torchio.

Gianrico Carofiglio
Gianrico Carofiglio

L’incontro si è rivelato l’occasione per conoscere più nel dettaglio l’avvocato Guerrieri ma soprattutto per confrontarsi sulle tante tematiche etiche che ruotano attorno al grande mondo della giustizia. Partendo da questo suo romanzo, Carofiglio ha spiegato come “la regola dell’equilibrio sia ammettere di commettere errori, dove l’equilibrio è una condizione perenne, un non divorzio dalla realtà. Noi invece viviamo in un’Italia che, al contrario, divorzia troppo spesso dalla realtà, un paese molto bravo ad accusare e autoassolversi e quasi incapace di affermare ‘mi sono sbagliato’, frase che nella mia esperienza parlamentare non ho mai sentito pronunciare da nessun politico”. Problemi tutti italiani che trovano conferma anche nella scrittura giuridica, considerata essenziale da Carofiglio soprattutto perché “scrivere per un giurista è un dovere di chiarezza, non un opzione, così come è dovere evitare oscurità non necessariamente legate a una forma di esercizio del potere. Noi siamo chiamati a farlo nel miglior modo possibile, e io – continua lo scrittore – cercai di esserlo fin dai miei primi anni di esercizio poiché mi piace la chiarezza e fare in modo che il lettore si accomodi in quello che scrivo”. Per quanto riguarda le antinomie della giustizia, il dibattito si è incentrato sulla ricerca della verità come obiettivo centrale della giustizia nonostante tutti i problemi etici che si possono presentare; e ovviamente non mancano i problemi, come per esempio la prescrizione che “quando la si spiega all’estero fa ridere chiunque. È ovvio che in Italia – spiega Carofiglio – se hai la possibilità di chiudere con la prescrizione è tuo dovere farlo anche se così strutturata è una vergogna. Negli Usa il tema della prescrizione è molto diverso rispetto al nostro paese, il quale negli ultimi anni ha addirittura peggiorato la situazione. Sarebbe fondamentale, nonostante complicanze e resistenze, riuscire finalmente ad effettuare una giusta riforma della prescrizione in Italia”. Su questo versante, secondo l’autore è veramente “uno scandalo il fatto che nel nostro paese i reclusi per reati fiscali siano solo trentacinque, mentre in Germania sono migliaia, e questo ovviamente non vuol dire che i tedeschi commettano più reati di noi. Basterebbe infatti saper far rispettare le regole, perché se viviamo all’interno di un sistema che fa rispettare le regole si farebbe sicuramente più fatica a violarle”.

Uno scatto dell'evento
Un momento dell’incontro

Per quanto riguarda l’avvocato Guerrieri, il suo creatore ha spiegato di non ricordarne le origini o le ispirazioni che lo hanno portato alla creazione di questo personaggio, mentre il nome deriva come spesso avviene “dall’apertura casuale dell’elenco telefonico alla ricerca di un nome. Quando iniziai a scrivere romanzi – continua l’autore – ero pubblico ministero e nel creare il personaggio di Guerrieri sentivo il bisogno di dare voce a un personaggio che stesse dalla parte opposta alla mia, poiché credo che questo sia l’unico modo davvero una nuova una storia. La cosa fondamentale è il punto di vista e avere un personaggio di mestiere differente dal mio è il modo di scoprire nuovi dettagli, cosa che non accadrebbe e che invece mi annoierebbe se dovessi raccontare tutto secondo il mio punto di vista”. Chi conosce i romanzi di Carofiglio sa anche dei suoi personaggi controversi, questione che egli ha definito come “la creazione voluta e cercata di un corto circuito, perché a mio parere se esiste una funzione dominante dei romanzi è quella di far smontare le certezze e creare instabilità. In fondo la regola dell’equilibrio è anche questa e va detto che l’ossessività verso le regole nasconde spesso un problema con queste stesse regole, così come è assolutamente necessario stare anche dalla parte del torto perché altrimenti qualcosa non va, mancherebbe la partecipazione alla disuguaglianza del mondo”.

C’è stato spazio per ascoltare anche le ragioni che hanno portato Gianrico Carofiglio a rinunciare alla toga appena scaduto il termine del suo mandato da parlamentare per dedicarsi integralmente alla carriera da scrittore, scelta avvenuta “non per sfiducia ma per ragioni personali, perché terminato il mio compito in Parlamento mi accorsi che la scrittura aveva ormai un peso enorme nella mia vita e, per una questione di coerenza, decisi di proseguire esclusivamente su questa strada”.
Una scelta che ci fa quindi rimanere in grande attesa del prossimo capitolo dell’avvincente avvocato Guerrieri, rassicurati dal suo creatore in persona del fatto che (a differenza sua) questo grande personaggio letterario contemporaneo non attaccherà la toga al chiodo. Almeno per ora.

Leggi anche la nostra recensione de “La regola dell’equilibrio”

PUNTO DI VISTA
Ladri di democrazia e avvocati difensori

Ad alcuni giorni di distanza da quanto accaduto all’incontro targato Pd sulla riforma della scuola con la presenza della ministra Stefania Giannini, la cosa che desta sorpresa, almeno a me, è la reazione di alcuni in difesa degli urlatori. Ridotta all’osso la questione si può riassumere così: poche decine di persone particolarmente contrarie alla riforma hanno ritenuto, per tutti gli altri, che fosse inutile sentire non solo la ministra, ma anche chiunque altro sull’argomento. Hanno ritenuto fosse talmente tempo perso da alzare il tono della protesta e della rabbia fino a causare l’annullamento della serata.
L’hanno fatto anche mostrando cartelli con sopra scritto: “Ladri di democrazia”. Ci può essere più di un fondato motivo per contestare, anche duramente, il metodo (oltre al contenuto) con cui è stata condotta in porto la riforma della “Buona scuola”, ma è legittimo domandarsi se in questo caso i ladri di democrazia non siano stati altri. Se le cose stanno così, sorprende che il mondo sindacale ferrarese, o almeno una parte, sia corso in aiuto di una causa che appare persa come poche altre.
Qui non si discute del merito della vicenda, perché non c’è stata nemmeno occasione per approfondire i temi della protesta, ma della modalità scelta, che fa a pugni con le parole libertà e democrazia. E se altri lo hanno fatto precedentemente non è giustificabile che si continui a farlo. Perché allora il sindacato, almeno in parte, si schiera senza battere ciglio con chi decide per tutti se sia il caso di ascoltare una voce, oppure con chi, nel sacrosanto diritto di tenere un’assemblea, ne fa subire le conseguenze a turisti arrivati a Roma da ogni angolo del pianeta per vedere il Colosseo, trovando i cancelli chiusi?
È comprensibile che a parlare con passione di certe cose possa andare il sangue alla testa, soprattutto quando si ha più di una ragione per pensare di non essere rispettati o che le cose stiano prendendo una piega sbagliata, ma se si fa piazza pulita anche dello spazio nel quale tutti hanno libertà di parlare la cosa cambia. Non ha torto Beppe Severgnini quando, ospite da Lilli Gruber, ha detto che il sindacato ultimamente sembra fare di tutto per rendersi antipatico. Il problema è che in tempi nei quali la democrazia non gode di una salute di ferro bisogna stare attenti perché, la storia insegna, c’è sempre il rischio che prima o poi qualcuno ne approfitti per buttare il bimbo insieme all’acqua sporca.
E ci si potrebbe anche chiedere cosa ci fa l’Anpi in difesa degli urlatori? Non è forse l’associazione che ricorda e diffonde in Italia la storia dei partigiani, cioè di chi è dovuto salire in montagna proprio per affermare quei valori democratici che qualcuno, quelli sì ladri, aveva rubato, provocando conseguenze disastrose che ancora fanno accapponare la pelle?
Una cosa ancora. Gli schiamazzatori si sono presi dei fascisti e delle merde. Sul secondo termine non è il caso di soffermarsi, tanto è palese il gorgo salviniano nel quale la discussione è trascinata, come precipitata, per fatale ironia, in una sorta di catino tutto ferrarese: sotto il livello del mare. Il termine fascista, invece, si presta ad alcune considerazioni. Occorrerebbe fare attenzione all’uso delle parole: molti pensano che siano gratis e prive di peso specifico, mentre in realtà bisogna cacciarsi nella testa che sono come il cameriere… prima o poi il conto lo porta sempre. È sbagliato usare un termine a sproposito. Ha ragione Fiorenzo Baratelli a farlo notare, fa troppo comodo dire sempre in questi casi: “fascista”. Si deve avere il coraggio e l’onestà di riconoscere che la mancanza di cultura democratica è un limite che ha abitato – e abita purtroppo ancora – sia nella cultura di destra che in quella di sinistra. Anche nella grande famiglia della sinistra hanno albergato culture, mentalità, visioni, teorie, scorciatoie (anche violente e armate), che in nome delle élites, delle avanguardie, dell’intellighenzia, hanno ritenuto di avere la verità ultima in tasca (scientifica, qualcuno direbbe con timbro ottocentesco), ritenendosi in dovere – non solo in diritto – di parlare e decidere per tutti. Non sono tutti fascisti, perché alcuni atteggiamenti hanno trovato – e trovano – anche nell’alveo della sinistra il terreno di nascita e di crescita. Può far comodo buttare sempre la palla nell’altra metà campo, ma con la storia non si scherza, se si vuole ascoltarne davvero la lezione.

PUNTO DI VISTA
Buoni o cattivi

“Buoni o cattivi non è la fine, prima c’è il giusto o sbagliato da sopportare…”
(Vasco Rossi)

Ci sono certe materie che non si possono insegnare solo in teoria: una di queste è la democrazia.
Non ho la competenza per insegnare ad altri cosa voglia dire. Nel mio piccolo, da maestro elementare, tutti i giorni provo a metterci impegno e fatica per cercare di farla vivere nella comunità della classe di cui faccio parte.
So che non è facile, so che si sbaglia molto spesso, ma so anche che è necessario provare e riprovare per ricercare un modo che si avvicini sempre di più a una forma democratica condivisa.
Ho imparato a scuola, osservando i bambini, che la via del confronto a volte è attraversata da quella dello scontro e che il dialogo può iniziare anche dalle grida.
Dialogare con l’altro però non è un dovere: o si sente che l’altro può aiutarti a crescere o si può farne a meno.
Confrontarsi con l’altro non è un obbligo: o si sente il bisogno di una visione diversa o non si può dare per scontato.
In tutto questo l’insegnante gioca un ruolo fondamentale perché ha interesse che la comunità di cui fa parte, sperimentando il dialogo e il confronto, capisca sperimentandola l’importanza di visioni diverse per il miglioramento e la crescita comuni.
Quando non si dialoga e non ci si confronta si è distanti e quando si è lontani ciascuno, sia esso bambino o adulto, spesso ha interesse a partecipare al gioco dei “buoni e cattivi”.
Ma chi sono “i buoni e i cattivi”?
Di solito quelli che dicono: NOI, pensano di essere i “buoni” e alludono a LORO come ai “cattivi”.
Di conseguenza, per capire chi siano i “buoni” e i “cattivi” occorre partire dalle motivazioni di ciascuno, dalle aspettative, ma anche dalla considerazione che si ha di sé, degli altri e del contesto.
Provo a fare qualche esempio concreto riferendomi alla serata di contestazioni al ministro dell’istruzione del 17 settembre scorso a Ferrara.
Se i “buoni” sono quelli che dicono che bisognava lasciar parlare Stefania Giannini, io sono “cattivo” perché sostengo che, dopo averla ascoltata, anche altri avrebbero dovuto intervenire pubblicamente per farle delle domande.
Se i “buoni” sono quelli che hanno dato dei fascisti, delle merde, degli stronzi e dei “sindaci di Venezia”(1) a chi ha contestato il ministro e ha criticato l’impossibilità di intervenire in un dibattito pubblico, io sono un “cattivo” perché ho gridato al ministro: “Dimissioni” e “Vergogna“.
Se i “buoni” sono quelli che non affiderebbero i loro figli agli educatori che mostravano cartelli critici verso il ministro, io sono un “cattivo” perché non vorrei che il futuro dei miei figli fosse affidato a politici volgari.
Se i “buoni” sono coloro che pretendevano un comportamento civile ed educato, io sono un “cattivo” perché quella sera ho rivolto al ministro un cartello con sopra scritto: “La cosiddetta buona scuola non è di sana e robusta Costituzione“.
Se i “buoni” sono quelli che pensano che protestare contro il ministro dell’istruzione di un governo che non cerca il confronto sia “democrazia al contrario“, io sono un “cattivo” perché credo sia giusto far sentire anche le “voci fuori dal coro“.
Se i “buoni” sono quelli che dicono che “l’unico modo civile di manifestare il proprio malumore è il voto”, io sono un “cattivo” perché penso che si possa esprimere il proprio dissenso anche protestando in maniera non violenta.
Se i “buoni” sono tali perché pretendono, con autorità, il dialogo e il confronto nel rispetto delle proprie regole, io sono un “cattivo” perché credo che il dialogo e il confronto si favoriscano con autorevolezza nel rispetto delle regole democratiche condivise.
Se i “buoni” sono LORO che si fanno chiamare “democratici”, NOI che crediamo esista nel nostro paese un importante problema di democrazia siamo i “cattivi”.
La parola “cattivo” deriva da “captivus” cioè prigioniero.
Per questo motivo, quando vedo che sulla lavagna predisposta dalla cosiddetta “buona scuola” sono state cancellate le parole “dialogo e confronto” per scrivere con suono stridulo: “buoni” da una parte e “cattivi” dall’altra, spiego e rispiego, mi indigno e mi arrabbio, contesto e protesto perché, da “buon cattivo” insieme a molti altri, penso che ci sia un gran bisogno di rompere le sbarre di questa gabbia per liberare idee e proposte diverse.

(1)Caterina Ferri, Assessore all’Ambiente del Comune di Ferrara: “Grazie a un gruppo di fascisti urlatori che si spacciano per sinistra la ministra Giannini ha dovuto rinunciare al dibattito. Questo è il livello”.
Luigi Vitellio, responsabile provinciale PD:  “Sono amareggiato, vecchi metodi, fascisti, hanno impedito al Ministro di parlare questa sera alla festa del circolo centro.”.
Davide Bertolasi, consigliere comunale: “Fascisti. Chi non fa parlare la gente si merita solo l’appellativo di fascista”.
Giulia Bertelli, responsabile per il welfare nella segreteria PD: “Oggi ho realizzato cos’è la merda. La merda è tutto ciò che impedisce la discussione, il confronto. Merda è chi urla in faccia alle persone e non ascolta la risposta. Merda è chi contesta senza nemmeno accettare un contraddittorio. Merda è chi vuol essere ascoltato ma non accetta altra voce oltre alla sua”.
Ilaria Baraldi, consigliere comunale: “Contestare a oltranza la ministra Giannini impedendole di pronunciare una sillaba non è diverso da mettere all’indice libri per bambini nelle scuole pubbliche”.
Stefano Versari, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna: “Chi genera ansia in maniera negativa, cioè senza motivo è uno stronzo”.
(Fonte: “Contestazioni alla Giannini, dal PD “merde” e “fascisti” e “Assunzioni e classi di concorso” da Estense.Com)

IMMAGINARIO
Piazza per Federico.
La foto di oggi…

Dieci anni dopo. Federico Aldrovandi aveva 18 anni ed era presto, quel mattino del 25 settembre 2005, dieci anni fa. A ricordarlo “Musica, parole e immagini per Federico”. Due giorni di incontri, approfondimento ma – soprattutto – il concerto tutti insieme, oggi, dal tardo pomeriggio a sera. Nella piazza Municipale di Ferrara sul palco le esibizioni di Trinacria Express, Thomas Cheval (pianoforte), Costa!, Gasparazzo, Giorgio Canali e Rossofuoco,  Strike, 99 Posse, Punkreas. L’attore Valerio Mastandrea come speciale padrone di casa dell’iniziativa.

“Musica, parole e immagini per Federico”, dalle 17.45 di oggi, sabato 26 settembre 2015, piazza Municipale, Ferrara. Ingresso a offerta libera.

Sempre oggi, ma alle 11 in sala Estense, piazza Municipale a Ferrara, l’incontro “Reato di tortura, numeri identificativi, democratizzazione. Cosa [non] ha ottenuto il movimento?”, incontro con le associazioni e i movimenti impegnati in queste battaglie. Interventi di Lino Aldrovandi (Associazione Federico Aldrovandi), Checchino Antonini (ACAD), Valentina Calderone (A Buon Diritto), Elia De Caro (Antigone), Antonio Marchesi (Amnesty International). Modera Cinzia Gubbini.

OGGI – IMMAGINARIO MUSICA

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“Musica parole e immagini per Federico”: il manifesto disegnato da Zerocalcare per la due giorni di iniziative per ricordare Aldrovandi oggi a Ferrara

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

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