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Giorno: 23 Novembre 2015

Mercoledì 25 novembre incontro pubblico con Alan Fabbri, Luigi Vitellio, Vittorio Anselmi e Daniele Lugli

da: Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso

Mercoledì 25 si terrà una pubblica discussione a conclusione del terzo di tre incontri su “Profughi, migranti, immigrati”, organizzati dal think tank Pluralismo e dissenso, questa volta in collaborazione col gruppo consiliare Pd in Comune. L’incontro sarà alle 17.00 nella sala dell’Arengo, nel Palazzo municipale.
Con il titolo: “Profughi, migranti, immigrati: idee a confronto” interverranno Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord della Regione Emilia-Romagna, Luigi Vitellio, segretario provinciale del Pd di Ferrara, Vittorio Anselmi, capogruppo di Forza Italia in Comune e Daniele Lugli, del Movimento nonviolento e già Difensore civico regionale. Presenta Mario Zamorani, di Pluralismo e dissenso.
Dopo i tragici fatti di Parigi, dopo le dichiarazioni dei principali leader mondiali che invocano la distruzione dell’Isis, mentre cambiano alcune abitudini di vita in Europa come già avvenne negli Stati Uniti dopo l’attacco alle Torri gemelle, un confronto fra voci tra loro diversissime, anche affrontando il tema del dialogo con l’Islam moderato di profughi e migranti.
Cordiali saluti.
Mario Zamorani, Pluralismo e dissenso

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A un anno dal voto una “timeline” per raccontare il lavoro in Regione

da: ufficio stampa Pd Emilia Romagna

Sul sito del gruppo PD lo spazio virtuale con i principali provvedimenti dell’Assemblea

A un anno esatto dal voto del 23 novembre 2014 il gruppo PD in Assemblea legislativa ha creato sul proprio sito una “timeline” con i principali provvedimenti approvati: dalla legge n. 1 del 2015 sul taglio ai costi della politica ai 65 milioni per la sanità emiliano-romagnola stanziati recentemente in Assemblea. L’intenzione è di avere uno spazio, da aggiornare anche nei prossimi mesi ed anni, nel quale raccontare in tempo reale ai cittadini le attività e le scelte principali della Regione.
Questo il link: http://www.gruppopdemiliaromagna.it/un-anno-in-regione/

Arriva nei cinema dell’Emilia Romagna solo per due giorni il Teatro alla Scala con “Il Tempio delle Meraviglie”

da: organizzatori

“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie” è il film evento dedicato a uno dei templi più esclusivi della musica e dello spettacolo mondiale, un luogo dove l’arte si costruisce, si rappresenta, si vive.
Il film, che arriverà nelle sale italiane il 24 e 25 novembre nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital (elenco delle sale su www.nexodigital.it), racconta la storia del Teatro che più di ogni altro ha catturato e legato a sé indissolubilmente i più grandi nomi della scena musicale di tutti i tempi. Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Arturo Toscanini, Maria Callas, Luchino Visconti hanno fondato il mito di un luogo, animato in anni più recenti da artisti come Claudio Abbado e Riccardo Muti, che ancora oggi suscita un senso di sacralità: nel film ce lo raccontano tra gli altri i direttori d’orchestra Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, i cantanti Mirella Freni e Plácido Domingo, i ballerini Carla Fracci e Roberto Bolle oltre ai Sovrintendenti Pereira, Lissner e Fontana.
Inaugurato nel 1778, il Teatro alla Scala di Milano è il luogo dove è nata la tradizione della grande opera italiana. Le emozioni assorbite dalle tende di velluto, dal legno del palcoscenico, dalle poltrone in platea sono vive ancora oggi e riemergono ogni notte, nel momento stesso in cui le luci si abbassano, il pubblico ammutolisce e inizia lo spettacolo. Così le videocamere, accompagnate dalla voce narrante di Sandro Lombardi, percorrono i corridoi e ci fanno respirare 237 anni di storia: una delizia per lo spettatore in un maestoso susseguirsi di scoperte e rivelazioni.
Gli autori Luca Lucini e Silvia Corbetta hanno dichiarato: “Immediatamente è stato chiaro che se avessimo voluto carpire i segreti di quasi 250 anni di storia del Teatro alla Scala di Milano, avremmo dovuto narrare ciò che la Scala è: una fabbrica di emozioni e un luogo unico al mondo, dove si concentrano passione, sacrificio, talento e dedizione. Abbiamo abbandonato la rigidità del racconto prettamente cronologico e ci siamo lasciati trasportare dalle rapide di un fiume fatto di luci, musiche, immagini, silenzi”.
“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie” vede anche la fotografia di Luca Bigazzi e la partecipazione straordinaria di Bebo Storti nel ruolo di Domenico Barbaja, Francesca Inaudi nel ruolo di Marietta Ricordi, Filippo Nigro nel ruolo di Bartolomeo Merelli, Giuseppe Cederna nel ruolo dell’Ingegnere Giuseppe Colombo, Andrea Bosca nel ruolo del concierge del Grand Hotel et de Milan, Gigio Alberti nel ruolo di Luigi Illica e Pia Engleberth nel ruolo di Biki.
Tra le location d’eccellenza che compaiono nel film anche il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia con la centrale termoelettrica Regina Margherita, che fa da sfondo alla ricostruzione di una scena in cui l’ingegner Colombo “attiva” la luce elettrica alla Scala.
“Teatro alla Scala. Il Tempio delle Meraviglie”, distribuito nel mondo da Nexo Digital, è prodotto da Skira Classica, Arte France, RAI Com e Camera Lucida e realizzato in associazione con Intesa Sanpaolo S.p.A. ai sensi delle norme sul Tax Credit. Si ringrazia il Teatro alla Scala per la collaborazione.
Luca Lucini:
Luca Lucini nasce a Milano nel 1967. Inizia la sua carriera di regista con piccole produzioni sperimentali autoprodotte. Gira numerosi video musicali per diversi artisti, fra cui Ligabue, Giorgia, Laura Pausini, e approda quindi alla regia pubblicitaria, lavorando per diversi brand, sia nazionali che internazionali. Dopo il primo corto “Il sorriso di Diana”, avvia una carriera di regista cinematografico che assomma già sei lungometraggi, dove lavora con tutti i più conosciuti attori italiani: “Tre metri sopra il cielo” (2004) e “L’uomo perfetto” (2005) con un esordiente Riccardo Scamarcio; le commedie corali “Amore, bugie & calcetto” (2008) con Claudio Bisio, Claudia Pandolfi e Angela Finocchiaro, e “Oggi sposi” (2009) con Filippo Nigro e Michele Placido; il dramma “Solo un padre”(2008) e “La donna della mia vita” (2010), con Luca Argentero e Alessandro Gassman. Nel 2010 fonda assieme a Raffaello Rianigiani e Mauro Belloni la casa di produzione Maremosso, specializzata in documentari e film indipendenti.
Silvia Corbetta:
Silvia Corbetta nasce a Monza nel 1978. Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano e si diploma in pianoforte al Conservatorio di musica di Brescia. Nel 2009 pubblica il saggio “Olivier Messiaen: Saint François d’Assise. Cammino verso la joie parfaite” per Zecchini Editore e nello stesso anno inizia a lavorare per il canale televisivo Classica come consulente musicale e presentatrice. Nel 2010 è coordinatrice di redazione nella stesura di cataloghi musicali per la Carisch S.p.A. Dal 2013 collabora anche con la RSI presentando le dirette radio della Stagione concertistica “Celebrating” trasmesse su Rete Due. È autrice del documentario “Arena 100. Un secolo di musica”, del volume dedicato a Rigoletto di Giuseppe Verdi per la collana “La grande opera italiana al Teatro alla Scala” realizzata in collaborazione con il Corriere della Sera e pubblicata da Skira Classica, di un numero speciale “Music & Book Gallery” sulla storia di Aida di Giuseppe Verdi all’Arena di Verona e curatrice del libro “1913-2013 I Arena di Verona” pubblicato per i cento anni del Festival dell’Arena di Verona.

Solidarietà dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco a sostegno del Comune di Verona per il recente furto delle opere dal Museo di Castelvecchio

da: Associazione Siti Unesco

Il Presidente dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO Giacomo Bassi, Sindaco di San Gimignano con tutti Soci presenti all’Assemblea che si è tenuta a Capriate San Gervasio presso il sito di Crespi d’Adda, esprime la piena solidarietà all’Amministrazione Comunale della Città di Verona, rappresentata dalla Vicepresidente dell’Associazione Antonia Pavesi, per il trafugamento dei capolavori dell’arte italiana, custoditi a Castelvecchio in uno dei musei più importanti del nostro patrimonio culturale. Auspica che le indagini sappiano presto individuare i responsabili di questo gesto efferato contro il patrimonio culturale di una Città come Verona e riconsegnare i capolavori alla visione del pubblico.

Domenica 29 novembre nella Parrocchia di San Biagio a Ferrara Messa celebrativa in ricordo di don Franco Patruno e don Francesco Forini

da: organizzatori

Domenica 29 novembre nella Parrocchia di Santa Maria Nuova (San Biagio) ricorderemo con una celebrazione eucaristica alle ore 18 don Franco Patruno, nel giorno del suo compleanno e don Francesco Forini amico , confratello e straordinario pastore, che con don Franco tanto hanno fatto per i giovani a Casa Cini e in Azione Cattolica. Celebrerà la Santa Messa il parroco don Renzo Foglia, guiderà l’omelia il diacono don Daniele Balboni.
Alla benedizione ricorderemo, con una particolare preghiera, un confratello assai sofferente, da tempo, nella malattia don Guglielmo Perelli, anche lui nato il 29 novembre, giorno in cui tutti i suoi amici e diaconi l’hanno sempre abbracciato nella gratitudine.
Santa Maria Nuova, via Aldighiei 40, Ferrara.

Mercoledì 25 novembre, al Circolo Arci Zone K, XYZ (Ian Svenonius/Memphis Electronic) in concerto

da: Circolo Arci Zone K

Un mercoledì all’insegna del rock internazionale al Circolo Arci Zone K di Malborghetto di Boara. Il ricco e variegato programma del Circolo, propone questa sera, gli XYZ, gruppo formato dal noto cantante Ian Svenonius (Make-Up, Chain & the Gang, Weird War) assieme all’artista/strumentista Memphis Electronic (già membro di NON!, Dum Dum Boys, die Idiots). Un duo elettronico-glam-rock- spacesoul per un progetto Trans-Atlantico franco-americano.
Chitarre “fuzz”, batterie elettroniche, sintetizzatori analogici, sonorità evocative di fantascienza e flipper computerizzati, glam, groovy gospel, sexy soul, ballate tormentate e dancefloor da rockers.
Il loro omonimo album, “XYZ”, realizzato per l’etichetta Radical Elite negli USA (distribuito dalla Dischord Records) e dalla Mono-Tone Records in Europa (distribuito dalla Distrolux), è stato realizzato sulla riviera francese a Nizza e mixato a Berlino da Fred Bigot (a.k.a. Electronicat). È un disco (come amano sottolineare gli XYZ) “piccante, per i pervertiti della musica, utile per chi di notte ha bisogno di compagnia e per chi è mattiniero e vorrebbe dormire di più. XYZ è davvero una nuova soluzione ad un vecchio problema”.
Alcune recensioni dicono che il loro disco “ricorda la prima musica elettronica psichedelica, con un tocco delle sonorità “crunch” appartenenti ai Cramps. “Bubblegum” ad esempio è un brano electro greaser contenente ritornelli accattivanti (“You’re the one/Bubblegum”), chitarre ritmiche a cresta d’onda, e bassi sintetizzati dal suono grasso e lamentoso, ma è anche interessato a smontare il mito del teenager in cerca di guai”.
Un appuntamento quindi unico ed immancabile al Circolo Arci Zone K, un’occasione da non perdere per tutti gli amanti della musica.
L’apertura del Circolo è prevista come sempre per le ore 18 e 30. Inizio concerto sarà invece verso le ore 22 circa. Ingresso Up To You riservato ai Soci Arci. Per informazioni chiamare il 346.0876998.

The apphole of the day

Iniziamo la settimana ripristinando il premio performer-del-giorno.
Oggi se lo aggiudica questo bomberone entrato in un negozio Apple di New York sventolando una katana.
Purtroppo non c’è modo di sapere per quale motivo il nostro abbia fatto ‘sta cosa.
Una cosa notevole.

Album: “San Francisco's Doomed” del 1990
Album: “San Francisco’s Doomed” del 1990

Ma anche un po’ da chiodi se confrontata col tipo che – mi pare l’anno scorso – ha sfondato il negozio Apple di Ferrara con la macchina per poi scendere e accendersi bello placido una sigaretta.
Ha ragione Lydia Lunch, New York non è proprio più quella di un tempo.
Una volta te ne potevi andare a vedere i Contortions e smanazzare una pistola in prima fila davanti a un James Chance intento a riempire il suo sax di pernacchiette.
Probabilmente non solo il suo sax ma anche i suoi mutandoni, stando al racconto di Jim Sclavunos.
E io di Jim Sclavunos mi fido, non solo per la sua batteria in Confusion Is Sex.
Mi fido perché era proprio lui a smanazzare quella pistola in faccia a quel pistola.
Così per oggi mi sembra doveroso spernacchiare New York e omaggiare il nostro samurai della domenica con un pezzo a tema.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

radio@radiostrike.info
www.radiostrike.org

DIARIO IN PUBBLICO
La bustina di zucchero, il cioccolatino e i furti delle opera d’arte

Un tempo nella nostra studiosa giovinezza di intellettuali(ni) pronti a storcere la bocca di fronte alla riproducibilità dell’arte nell’epoca tecnica, secondo i dettami del filosofo Benjamin, si usava incartare i cioccolatini con involucri riproducenti opere d’arte famose nel tentativo, poi fallito, di contrastare la moda e la fama di altrettanti celebri cioccolatini che assieme al bacio ti proponevano, e ancora ti propongono, massime, riflessioni, dettami in uno stile oracolare molto simile a quegli oroscopi a cui l’occhio corre seppur distrattamente in ogni tipo di quotidiano. Ma vuoi mettere scartare la raffaellesca ‘Madonna della seggiola’ e mettersi in bocca l’irresistibile scioglievolezza? In ogni caso sia lo scritto che l’immagine riportavano l’opera d’arte a una cartina da cioccolatini. Questa era in fondo l’educazione all’arte e alla scrittura che si voleva proporre. Leggo ora che invece del Tondo Doni di Michelangelo si offre al nostalgico avventore un caffè mussoliniano. A legger le cronache di “Frara” citta dalle 100 meraviglie si scopre che il bar un tempo frequentato poiché amabile momento di riposo dei pelosi e dei loro accompagnatori umani serve un caffè con zucchero contenuto in nostalgiche bustine dove campeggia lui, il dux dalla mascella fiera e dall’occhio proteso verso la conquista del mondo. E’ chiaro che brividi di malessere scorrono lungo il filo della schiena del lettore e un tempo avventore. Meglio, molto meglio una bustina con l’immagine della Primavera di Botticelli! E voglio scialare: anche proposta sotto le sembianze di Julia Roberts che impone la sua matura bellezza all’interno di calze e collants o di profumi francesi implacabilmente presentati da voci angliche che storpiano e spiacevolmente deturpano la dolce fonìa della lingua d’origine del prodotto. Così all’imperator fati, al muscoloso e pensoso conducator della nostra stirpe resta l’onore di una cartina da caffè dove il messaggio svanisce e si consuma nei brevi attimi dello strappo fatale e del lento girar del cucchiaino nella tazza. In tal modo da velleitarie nostalgie verso una fede feroce l’immagine fa ripiombare il dux in un tempo, per fortuna, decisamente sorpassato e reso inutile come inutile appare la cartina strappata.

Ben altra sorte attende invece le opere d’arte.

E si faccia attenzione alla modalità con cui 17 straordinarie opere d’arte, il meglio della collezione del Museo di Castelvecchio di Verona vengono sottratte al mondo con una banalissima e semplicissima incursione di tre uomini armati che non fanno fatica ad aver ragione di un solo guardiano che in quel momento si trovava nel grande museo vuoto e in procinto di chiudere.

Le reazioni di Tomaso Montanari su “la Repubblica” ben sottolineano come la responsabilità di quel facile furto non sia dovuta solo alla scarsità del personale ma a quella incuria, leggerezza, indifferenza verso il nostro patrimonio culturale e la sua conservazione. Qualunque sia stata la motivazione per cui si è così facilmente violato il principio primo della tutela e della conservazione delle opere d’arte questa gravissima scorreria inficia e mina dall’interno il tentativo del ministro Franceschini di rilanciare funzione e scopo del museo. Come scrive Montanari “non è possibile che Castelvecchio fosse difeso da una singola guardia giurata, come l’ultimo dei supermercati”. E come mi diceva Salvatore Settis riferendomi una conversazione avuta col ministro Franceschini in Persia, la cura per quanto necessaria è troppo violenta rispetto alla situazione del nostro patrimonio culturale affidato a musei fatiscenti (e si pensi al freddo e al caldo a cui sono sottoposti i delicatissimi quadri come ben ci ha insegnato la condizione della Pinacoteca ferrarese il cui stato francamente ci preoccupa dopo la vampata di calore ben presto estinta da altre notizie certo più gravi ma sul piano culturale certamente meno urgenti).

Se si è notato, solo dopo 48 ore la notizia è rimbalzata sulla stampa e sui media ma sempre defilata e presentata come un grave incidente procurato “su commissione” da qualche fantomatico miliardario che vuole godersi nel caveau di qualche banca compiacente quei capolavori o da una banda di ladri che chiederanno un riscatto. E quasi a livello fantascientifico -ma in questi tempi malvagi pur possibile- la notizia del furto interrompe la consegna del premio dato a due donne che hanno parte preponderante seppur non necessariamente collegate alla esecuzione di furto così anomalo: Barbara Serra conduttrice del canale di al-Jazeera e Paola Marini direttrice del Museo di Castelvecchio. Sarà sicuramente una coincidenza ma quanto di simbolicamente importante può rivelarsi presso un pubblico così teso e preoccupato per i fatti mostruosi che stanno avvenendo a Parigi, a Bruxelles e nelle altre capitali europee? Ripeto solo un caso, ma quanto di simbolico in questo caso. Così Montanari ha gioco facile nel mettere in evidenza un punto fondamentale. Il nostro patrimonio è un museo diffuso ben superiore ai 20 supermusei individuati dalla riforma Franceschini tuttavia “è completamente indifeso, reso vulnerabile da decenni di tagli selvaggi ai bilanci della cultura e degli enti locali”. La legislazione poi è totalmente inadeguata a questo tipo di reato che, Montanari ricorda, il giurista Paolo Maddalena definisce “disastro culturale” Scrive ancora l’amico Montanari: “Oggi, come oggi, se rubo un Mantegna è come se rubassi una bicicletta e i ladri di Castelvecchio rischiano per le modalità del reato (rapina a mano armata), ma non per l’oggetto straordinario di quel reato.”

E’ scontato dire che in tempi così calamitosi necessariamente passa sotto silenzio presso gli “itagliani” la ferita mortale che viene inflitta ancora una volta alla bellezza che è verità, alla negazione della Storia in nome di un’economia che sempre di più diventa una ringhiosa protagonista di necessità che sempre più dimostrano il lento e irrisolvibile scivolamento della nostra idea illuminista dei valori.

Così su un’opera immensa come la Madonna della quaglia di Pisanello si stende l’oscurità limacciosa che riporta la sua straordinaria carica d’interpretazione del mondo in cui ci è necessario vivere ad un unico valore venale. Quell’opera ha un prezzo e solo a prezzo la si giudica.

Allora se questa è la logica non mi sento più umano ma uno Charlot qualsiasi stritolato dagli ingranaggi della macchina economica come, appunto, il titolo del film ne proclama la sua attualità: Tempi moderni.

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Mercatino della fantasia, ultimi giorni per trasformare tanti sogni in realtà

“Quando si vive in una baracca e si sogna una casa…”

C’è ancora tempo fino al 30 novembre per donare i propri oggetti e gli abiti che non si usano più e metterli a disposizione del Mercatino della fantasia, il cui ricavato verrà utilizzato per la costruzione di case e centri per il poverissimo villaggio di Parauapebas, Brasile. Il mercatino, alla ventesima edizione, si tiene nel Chiostro grande di San Paolo fino al 2 dicembre e, anche quest’anno, oltre alle bancarelle è stata allestita una bellissima mostra fotografica sul tema delle abitazioni. Abbiamo incontrato Don Sibani, l’organizzatore dell’iniziativa, che ci mostra che la maggior parte delle case dei villaggi della zona sono ancora baracche con pareti cartonate o fatte di fango e paglia, con palafitte e coperture in eternit. La trasformazione del territorio in questi vent’anni è avvenuta, soprattutto grazie alle donazioni dei ferraresi, ma c’è ancora molto lavoro da fare.

Oltre a donare qualsiasi tipo di oggettistica, si possono sostenere i progetti di Paruapebas:
– donando un oggetto prezioso in oro e argento perché si trasformi in cibo, medicinali e aiuto;
– aiutare come volontario durante il marcatino;
– versare un contributo (conto corrente postael n 12152484, intestato a Parrocchia di San Matteo Apostolo, via Farini 35 – 44012 Pilastri (Fe), causale “Progetti in Brasile”.

Galleria fotografica, clicca le immagini per ingrandirle.

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Una volontaria riceve una donazione di abiti
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Le bancarelle del mercatino
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Cravatte e di tutto un po’
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Don Sibani, l’organizzatore del Mercatino
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Foto in mostra, scatto di Anderson Souza
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Catalogo della mostra

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La virtù della modestia

dipinto cinese
Dipinto cinese del XIII secolo

Chi si ritene stupido è lungi dall’essere il più stupido.
Chi si ritiene confuso è lungi dall’essere il più confuso.
La mente veramente confusa non capisce mai nulla.
Il vero stupido non raggiunge mai la saggezza.

(Zhuangzi)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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