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Giorno: 11 Dicembre 2015

Ultimi due incontri con “Alceste” al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara

da: organizzatori

Ultimi due appuntamenti con i seminari di approfondimento condotti da Eugenio Bolognesi, autore del romanzo “Alceste: una storia d’amore ferrarese. Giorgio de Chirico e Antonia Bolognesi” (Maretti editore, con il patrocinio della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, insignito della menzione d’onore al Premio Estense 2015).
Il quinto incontro della rassegna è in programma oggi alle ore 17 al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara (Corso Ercole I d’Este, 19).
La medesima location ospiterà l’ultimo seminario, domenica 13 dicembre alle ore 16 (entrambi ad ingresso gratuito).
L’autore, Eugenio Bolognesi, è pronipote di Antonia Bolognesi, che fu Musa dichiarata del Grande Metafisico durante il suo periodo trascorso a Ferrara (1917-1919) e da cui egli stesso trasse ispirazione per uno dei sui quadri più famosi, “Le Muse inquietanti”, uno dei quadri contenuti nella mostra attualmente in corso a Palazzo dei Diamanti.
La vicenda intima della famiglia Bolognesi nella figura di Antonia (la mitologica Alceste, la moglie ideale) viene infatti trattata dall’autore con squisita sensibilità al fine proprio di lasciare la parola a de Chirico e far emergere il valore intrinseco delle lettere.
“Alceste: una storia d’amore ferrarese” include, oltre ai testi di Fabio Benzi, Eugenio Bolognesi, Victoria Noel Johnson, Paolo Picozza, la trascrizione integrale di 125 documenti, 104 lettere e cartoline di Giorgio de Chirico indirizzate ad Antonia Bolognesi, numerose fotografie d’epoca e copie anastatiche dei manoscritti.
Informazioni:
Museo del Risorgimento e della Resistenza
Corso Ercole I d’Este 19, Ferrara
tel. 0532 244949

Gabetti Ferrara, un premio per l’innovazione

da: organizzatori

Menzione Speciale nella serata organizzata a Bologna nella sede del Museo Lamborghini. Un riconoscimento per chi ha saputo inventare formule efficaci per crescere

C’è anche un’impresa ferrarese, la newco Gabetti Ferrara, tra quelle che sono state premiate il 1° dicembre a Bologna nella sede del Museo Lamborghini: ha ricevuto la Menzione Speciale nell’ambito della serata organizzata dal gruppo Gabetti dal titolo “Oltre la storia-Energy Tour”, unica edizione del premio regionale “Imprese per l’innovazione e aggregazione”. La Gabetti Ferrara, realtà che associa cinque storiche agenzie immobiliari, ha due sedi operative in città: una in viale Cavour 17 e l’altra all’interno del centro commerciale “Il Castello” in via G.Giusti 4/80.
Gli ospiti sono stati accolti, con quella gentilezza caratteristica di questa terra, dai discendenti diretti di Ferruccio Lamborghini, dal figlio Tonino e dal nipote Ferruccio, omonimo del leggendario nonno, il quale ha condotto la visita guidata al museo di famiglia.
Alla cerimonia hanno partecipato e consegnato personalmente i premi ai prescelti, il Presidente di Gabetti Property Solutions Franchising Agency, dott. Roberto Busso, l’Amministratore Delegato di Gabetti Franchising Agency dott. Marco Speretta e il Consigliere Delegato di Tree Real Estate dott. Roberto Perego.
L’obiettivo del premio è quello di assegnare un riconoscimento alle migliori imprese in grado di mantenere e/o accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l’innovazione a 360 gradi ed offrire l’opportunità di effettuare un check-up approfondito sul processo di innovazione aziendale e che hanno saputo inventare formule efficaci per crescere, rilanciare business, recuperare competitività e fette di mercato. Hanno ritirato il premio di fronte ad una sala gremita i componenti del consiglio di amministrazione di Smart R.E. srl (titolare delle licenze Gabetti Franchising Agency) Claudio Baglioni, Alberto Bergami, Rita Fabbretti, Marcello Lampronti e Nicola Tuffanelli. La chiusura della serata è stata allietata dall’intrattenimento musicale di giovani e valenti musicisti, durante e dopo la cena nell’affascinante location.

Mercoledì 23 dicembre al Portico del Museo Archeologico di Belriguardo Voghiera un brindisi per ricordare Ottorino Bacillieri

da: organizzatori

Mercoledì 23 dicembre 2015, dalle ore 15,30, la Società Agricola Pettyrosso Vini e il Museo Archeologico di Belriguardo organizzano un brindisi con lo spumante Brut Gattabriosa (eccellenza 2015 vini dell’Emilia Romagna) di Montesanto con accompagnamento di stuzzichini nel contesto del solstizio d’inverno alla Delizia Estense del Belriguardo, sotto il porticato del Museo Archeologico. Un occasione per ricordare il Professor Ottorino Bacillieri “ Otto”. Grande studioso della storia locale. Figura simbolo della Delizia del Belriguardo, uomo instancabile, sempre impegnato per far sì che la Delizia diventasse un polo attrattivo .

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Lavori della Provincia per adeguamento della normativa antincendio nelle scuole secondarie superiori del territorio

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Lavori della Provincia nelle scuole secondarie superiori del territorio

Con i decreti firmati dal presidente Tiziano Tagliani, la Provincia approva i progetti esecutivi per lavori di adeguamento alla normativa antincendio in numerosi edifici scolastici di scuole secondarie superiori.
Un intervento complessivo di messa in sicurezza che vale due milioni di euro, dei quali 1,5 finanziati dal Ministero dell’istruzione e 500mila dal bilancio dell’amministrazione che ha sede in Castello Estense.
Entro l’anno tutti i lavori saranno affidati e avranno termine nel corso del 2016.
Nello specifico, si tratta d’interventi da eseguire negli impianti delle scuole, istallazione di porte antincendio e opere edili a servizio della certificazione e prevenzione degli incendi.
Per quanto riguarda il Delta, saranno interessati gli istituti di Lido Estensi e il centro scolastico di Codigoro.
Nel Centese, lavori saranno eseguiti nell’istituto Cevolani in via Matteotti, all’Isit di via Rigone e al Fratelli Taddia di via Baruffaldi.
Altri cantieri nella zona del Basso Ferrarese interesseranno gli istituti di Argenta, l’Ipsia di Portomaggiore e Ostellato.
A Ferrara, invece, i cantieri di messa a norma riguarderanno gli istituti Roiti, Bachelet sede e succursale, liceo Ariosto sede e succursale Ginevra Canonici, Varano e la sede di Cisterna del Follo del Vergani.
Sempre nel corso del 2016 la Provincia eseguirà anche interventi per circa 800mila euro per adeguare le scuole secondarie superiori alla normativa di prevenzione del rischio sismico. Fondi finanziati nell’ambito della ricostruzione post terremoto 2012, messi a disposizione dal commissario straordinario e presidente della Regione Emilia-Romagna.
Il 2017, infine, vedrà partire un ulteriore cantiere di due milioni all’ex Itip in via Pacinotti a Ferrara.
Un investimento (“scuole innovative”) che prevede la demolizione dell’attuale capannone (con copertura in eternit che andrà dunque smaltito) e la costruzione di una nuova scuola con tutti i requisiti e accorgimenti in termini di sicurezza e risparmio energetico, destinata a ospitare l’Ipsia.
La previsione di termine lavori è entro il 2018 e il finanziamento proviene per intero da un bando Inail.

Domenica 13 dicembre al Teatro Comunale De Micheli di Copparo il tradizionale appuntamento “In famiglia al De Micheli”

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Domenica in tema natalizio il 13 dicembre al Teatro Comunale De Micheli con l’appuntamento pomeridiano per grandi e piccini di “In famiglia al De Micheli”.
Si inizia alle ore 16 in sala grande con “Il postino di Babbo Natale”, a cura di Claudio Milani e Associazione Latoparlato, con Claudio Milani ed Elisabetta Vigano. Non tutti sanno che Babbo Natale ha un postino personale che viaggia per il mondo tutto l’anno a raccogliere i desideri che i bambini scrivono dentro alle buste di carta e li porta direttamente al Circolo Polare Artico. Il Postino di Babbo Natale deve consegnare entro la mezzanotte del 24 dicembre la lettera dei desideri di un bambino, ma incontrerà sul suo cammino la Strega Balenga, pasticciona e un po’ perfida, che con i suoi sortilegi … Spettacolo per bambini dai 3 anni in su.
Nel bar del teatro alle ore 17, le narrazioni di Marcello Brondi e Teresa Fregola, con merenda a cura di Lara Tamoni, dal titolo “Babbo Natale suona sempre due volte!, storie e merende scintillanti, per tutti.
Sempre alle ore 17: presso il ridotto “C’e’ posta per Babbo!” Hai già spedito la lettera a Babbo Natale? Decoriamola insieme, laboratorio a cura di Laura Ori e Linda Bianconi, per bimbi dai 3anni; in seconda galleria la visita guidata a cura della Biblioteca Comunale “Un ponte di libri: il ponte dei bambini”, bambini dai 4 anni.
Info e biglietteria: 0532 864580.

L’assessore Donini inaugura a Ravenna il primo dei quattro DataCenter Lepida

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Con il sindaco Matteucci, l’assessore Cameliani e il direttore generale di LepidaSpA Mazzini. Dalla Regione un finanziamento complessivo di 4,5 milioni

Inaugurazione oggi a Ravenna, nell’area industriale delle Bassette, del primo dei quattro DataCenter Lepida, destinati a concentrare e rendere più efficiente l’hardware che negli anni si è accumulato nei ced dei Comuni dell’Emilia-Romagna, con dispendio di risorse economiche, energetiche e livelli non sempre adeguati di sicurezza, come hanno dimostrato i danni informatici provocati dal sisma tre anni fa.
A Ravenna il DataCenter Lepida occupa un edificio di 600 metri quadrati e un’area, entrambi di proprietà comunale, di 1260 metri quadrati complessivi. Al taglio del nastro erano presenti l’assessore regionale alle Reti di infrastrutture materiali e immateriali Raffaele Donini, il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, l’assessore comunale a “Ravenna digitale” Massimo Cameliani e il direttore generale di LepidaSpA Gianluca Mazzini.
Per rendere più efficiente l’Information Technology della pubblica amministrazione dell’Emilia-Romagna, si è deciso di concentrare le macchine e i servizi di datacenter e cloud in 4 unità, gestite da LepidaSpA – la società in-house per l’innovazione e le reti, che ha come socio di maggioranza la Regione e tutti gli enti locali e territoriali – con un finanziamento regionale complessivo di 4,5 milioni e la messa a disposizione dei locali da parte dei Comuni che ospitano le strutture.
I DataCenter Lepida sono un elemento costitutivo della Rete Lepida, “nativamente connessi”, e quindi con tutta la banda necessaria, e “ridondati”, a prova di emergenze naturali. Oltre a essere efficienti a livello energetico, permettono un notevole risparmio, determinato principalmente da due fattori. Primo, con il costo per la sola energia elettrica che ogni Comune sta pagando ora per il suo ced, nel DataCenter Lepida sarà possibile coprire i costi di energia elettrica, ammortamento e gestione delle macchine. Secondo, il costo dei servizi offerti, che sono molto competitivi rispetto alle offerte di mercato.
Una novità rispetto allo scenario nazionale è il modello elaborato e gestito da LepidaSpA, che prevede infatti una gestione in “condominio” del DataCenter, in modo da “armonizzare” le risorse pubbliche e quelle private, garantendo la sostenibilità del progetto anche nel lungo periodo e un supporto all’innovazione del tessuto produttivo locale. A Ravenna la parte privata è stata affidata, attraverso una gara, a iNebula, società che ha messo a disposizione 300mila euro. In base a questo modello, i privati che si aggiudicano lo spazio privato si vincolano comunque a mettere a disposizione di altri privati almeno il 30% delle infrastrutture.
Le dichiarazioni
Per l’assessore Donini, “il risultato raggiunto a Ravenna, con cantieri già aperti a Parma e la progettazione per Ferrara e Bologna, è possibile perché Regione ed enti locali lavorano insieme, in modo complementare, avendo già investito, in anni in cui il ‘sistema Paese’ ancora non ne parlava, in una rete a banda ultra larga. Rete che è diventata ricchezza e peculiarità del territorio più in generale, e non solo della pubblica amministrazione”.
“Nell’epoca delle comunicazioni veloci – ha commentato il sindaco Matteucci – le infrastrutture ‘immateriali’ sono altrettanto importanti, per una comunità, di quelle materiali. L’efficienza, l’affidabilità e la sicurezza delle reti di telecomunicazione sono un fattore fondamentale dello sviluppo di un territorio, oltre che un prezioso elemento della qualità della vita dei cittadini e dei rapporti fra questi ultimi e la pubblica amministrazione. Con l’inaugurazione di questo DataCenter compiamo un passo sicuramente importante in questa direzione”.
“Coroniamo una scelta politica forte e l’obiettivo di far diventare Ravenna il baricentro tecnologico delle pubbliche amministrazioni romagnole – ha affermato l’assessore Cameliani – . Il DataCenter offrirà inoltre un’opportunità di competitività, economicità e redditività in più per le aziende del nostro territorio che potranno utilizzare i servizi tecnologici offerti, tra cui quelli di back up, storage, continuità operativa e disaster recovery. Per quanto riguarda ai servizi, il DataCenter ci aiuterà a modernizzare i rapporti tra Comuni, cittadini e imprese con azioni dirette a favorire lo sviluppo e l’offerta di servizi digitali innovativi”.
“Passiamo – ha spiegato il direttore generale Mazzini – da una visione frammentata di tante macchine distribuite tra i tanti enti a una più concentrata, da macchine singole a macchine condivise con i vantaggi tipici della virtualizzazione tra cui quelli relativi al risparmio energetico. Il prossimo passo sarà quello relativo ai software, da singoli software per i singoli clienti a software su cloud, pagato in base all’utilizzo”.
Secondo Andrea Farina, presidente e amministratore delegato del Gruppo Itway di cui INebula fa parte, “l’inaugurazione di questa nuova infrastruttura nella città di Ravenna rappresenta una grande occasione per iniettare fiducia e innovazione nelle imprese del territorio. iNebula è impegnata a portare servizi innovativi che possono cambiare radicalmente il modo di lavorare delle nostre imprese portandole a essere competitive sui mercati internazionali. Grazie a questo DataCenter, di elevata qualità, non solo le imprese potranno beneficiare di servizi innovativi a costi molto contenuti, ma avranno il beneficio di poter conoscere l’ubicazione dei loro dati, che pur essendo in cloud, risiederanno fisicamente a due passi dall’azienda. Infine il nuovo DataCenter di Ravenna ci permette di offrire alle imprese del territorio un luogo vicino, gestito e sicuro, dove ospitare senza preoccupazioni i server che fino a oggi erano solite tenere in azienda, con notevoli rischi per la sicurezza e l’affidabilità”.

Domenica 13 dicembre Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara ospita Vito Mancuso per presentare il suo libro “Dio e il suo destino”

da: responsabile eventi Ibs

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino, per la rassegna “Se una domenica d’inverno uno scrittore”, Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara presenta l’ultimo libro di Vito Mancuso edito da Garzanti, Dialoga con l’autore Fabrizio Fiocchi. L’incontro è previsto alle ore 17:00 di domenica 13 dicembre. L’evento è sponsorizzato da LIONS CLUB FERRARA HOST

L’idea di Dio sembra essere scomparsa dall’orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l’esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Nelle pagine ambiziose di questo libro, Vito Mancuso conduce il lettore in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida a liberarci dall’immagine tradizionale del Padre onnipotente assiso nell’alto dei cieli che ci viene ancora offerta da una Chiesa cattolica che sembra aver modificato il suo linguaggio ma non la sua rigida dottrina. Si riscopre così il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell’impersonale e del femminile. Come ha scritto Agostino: “Sebbene non possa esistere alcunché senza Dio, nulla coincide con lui”. Soltanto in questa consapevolezza risiede la possibilità di salvare dall’estinzione la spiritualità e la fede, e di far risorgere quella speranza e quella fiducia nella vita senza le quali non può esserci futuro per nessuna civiltà.
Vito Mancuso è un teologo italiano. E’ stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007),Io e Dio Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), tre bestseller da oltre centomila copie con traduzioni in altre lingue e una poderosa rassegna stampa, radiofonica e televisiva. Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Dal 2009 è editorialista del quotidiano “la Repubblica”. Il suo ultimo libro è “Questa Vita” (Garzanti Editore, aprile 2015). Da marzo 2013 è docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova.

Martedì 15 dicembre torna al cinema l’opera della Royal Opera House di Londra “Lo Schiaccianoci”

da: Ufficio stampa QMI

Natale non è Natale senza la classica produzione ballettistica: Martedì 15 dicembre 2015 alle ore 20:15 torna nei cinema Lo Schiaccianoci della Royal Opera House di Londra. Distribuito da QMI in 120 sale cinematografiche in tutta Italia

Balletto in due atti| 2 ore e 15 minuti (intervallo incluso)
Sulle musiche di Tchaikovsky, il grande schermo apre una finestra sulla fantastica notte della vigilia di Natale della giovane Clara. Il sentimento si mescola al sogno, al divertimento e al prodigio e quando Clara, con i suoi soldatini, vince la battaglia fantastica contro l’esercito dei topi, il suo schiaccianoci si trasforma in un bellissimo Principe. Danze vorticose, una corte scintillante e aria di festa: questi gli ingredienti vincenti del classico natalizio per eccellenza. Natale non sarebbe Natale senza lo Schiaccianoci del Royal Ballet e suoi frammenti dell’originale coreografia di Ivanov come il bellissimo pas de deux della Fata Confetto con il suo cavaliere.
Coreografia Peter Wright after Lev Ivanov
Musica Pyotr Il’yich Tchaikovsky
Scenografia originale Marius Petipa su Nußknacker und Mausekönig di E.T.A. Hoffmann
Produzione e scenografia Peter Wright
Designer Julia Trevelyan Oman
Lighting designer Mark Henderson
Orchestra della Royal Opera House
Cast:
Fata Rosa Laura Morera
Fata Confetto Myiako Yoshida
Principe Steven McRae
Clara Iohna Loots
Hans-Peter/Schiaccianoci Ricardo Cervera
Assistente di Drosselmeyer Jonathan Howells
Dr. Stahlbaum (Padre di Clara) Christopher Saunders
Mrs Stahlbaum (Madre di Clara) Elizabeth McGorian
FRITZ (Fratello di Clara) Thomas Bedford
Re Topo David Pickering
Costo biglietto: 10 -15 euro
Per l’elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte: http://www.rohalcinema.it
Pagina facebook: https://www.facebook.com/royaloperahousealcinema
Verifica le repliche con il tuo cinema
Le proiezioni nei cinema sono arricchite da interviste e filmati dietro le quinte dei protagonisti della Royal Opera House.
Media partner: Danza&Danza, Amadeus, Sipario, Il Corriere Musicale, Radio Classica, British Council, Al Femminile, Il Corriere della Sera, Sky Arte HD

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Crisi Saeco-Philips, dopo il vertice di oggi al Mise Governo: Enti locali, Regione e Città metropolitana compatti e determinati nella difesa di occupazione e azienda

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

La Regione Emilia-Romagna e le istituzioni locali bolognesi condividono e sostengono la proposta del ministro Federica Guidi di tenere tempi stretti sulla vicenda

Ancora più determinati e compatti nella difesa del lavoro e della azienda. È questa la posizione di Regione Emilia Romagna, Città metropolitana di Bologna e Comune di Gaggio Montano espressa nell’incontro di questa mattina a Roma con il Ministro allo sviluppo economico Federica Guidi dove si è affrontata la situazione della Saeco Philips di Gaggio Montano. Al confronto al Mise sono intervenuti l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, il sindaco del Comune di Gaggio Montano Maria Elisabetta Tanari, Benedetto Zacchiroli della Città Metropolitana di Bologna, i vertici dell’azienda con l’Ad Nicholas Lee, e i rappresentanti sindacali e dei lavoratori.
«In pieno accordo con il ministro Guidi – ha sottolineato l’assessore Costi – la Regione Emilia-Romagna farà la sua parte attivando gli strumenti di sua competenza per salvaguardare azienda e posti di lavoro in essere in un area dove l’obiettivo rimane quello di non perdere posti di lavoro in essere, in un a area dov’è necessario crearne dei nuovi».
Le istituzioni locali condividono e sostengono la proposta del ministro Guidi di tenere tempi stretti sulla vicenda. Ministro che incontrerà all’inizio della prossima settimana la multinazionale olandese insieme all’amministratore delegato Nicholas Lee con l’impegno subito dopo di riconvocare il tavolo nazionale al ministero.
Il sindaco Montano Maria Elisabetta Tanari ha aggiunto che «non è possibile sostenere un tale numero di esuberi in un territorio già segnato da crisi precedenti. Quindi è necessario trovare una soluzione che salvaguardi l’occupazione» mentre Benedetto Zacchiroli ha evidenziato che «Gaggio Montano non è solo una vallata ma è la città metropolitana di Bologna. Toccare quella realtà produttiva equivale incidere su tutta la città di Bologna».

Sabato 12 dicembre presso la bottega GiroBio di Ferrara presentazione del libro di Milton Fernandez “Donne (pazze, sognatrici, rivoluzionarie…)”

da: Paolo Trabucco

“Donne, inni d’amore, vie di fuga”: tre autori, tre luoghi, tre letture del mondo. Verso il 15° Convegno Nazionale Franco Argento – Culture e letteratura dei mondi

Il Cies di Ferrara, l’Associazione Cittadini del Mondo, il sito Vocidalsilenzio, in collaborazione con la bottega GiroBio, con il patrocinio del Comune di Ferrara, della Provincia di Ferrara e della Regione Emilia Romagna, invitano alla presentazione del romanzo di Milton Fernandez “Donne (pazze, sognatrici, rivoluzionarie…)”, Rayuela Editore, sabato 12 dicembre, alle ore 17.30 presso la bottega GiroBio, Via Terranuova 13.
Milton Fernández è nato a Minas, in Uruguay. E’ scrittore, poeta, regista, drammaturgo ed editore. In italiano ha pubblicato diverse opera di poesia e narrativa. “Donne (pazze, sognatrici, rivoluzionarie…)” raccoglie trentaquattro ritratti di donne talmente vere da sembrare inventate. Cantanti, ballerine, matematiche, scrittrici, scienziate, prostitute, curanderas, calciatrici, pilote d’aereo, schiave, rabdomanti, giornaliste, vagabonde, suore, filosofe, poetesse, amanti, guerrigliere… Forti, decise, ostinate. Donne che sono state capaci di sovvertire i ruoli a loro riservati, che hanno saputo cambiare le regole, e con esse il mondo.
L’incontro di domenica è l’ultimo di un ciclo inaugurato venerdì 6 novembre che ha visto la partecipazione di Paolo Cacciari, autore di Vie di fuga (Marotta e Cafiero, 2014) e che é proseguito domenica 15 novembre presso la Galleria del Carbone, dove Bartolomeo Bellanova ha prtesentato la sua raccolta poetica “A perdicuore; versi scomposti e liberati”.
L’iniziativa fa parte di un percorso che condurrà alla quindicesima edizione del Convegno Nazionale Franco Argento – Culture e letteratura dei mondi, che si terrà il 14, 15 e 16 aprile 2016.

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Pratiche radiologiche: la Regione chiederà al Ministero di sospendere le nuove linee guida

da: Ufficio stampa Gruppo Partito Democratico Emilia-Romagna

Interrogazione a risposta immediata della Consigliera Zappaterra all’Assessore Venturi

“Le nuove linee guida per le pratiche radiologiche clinicamente sperimentate, approvate di recente dal ministero della Salute, pongono un forte limite allo sviluppo della teleradiologia prevedendo la presenza in loco dell’intera équipe per ogni esame di radiologia convenzionale” ha denunciato ieri la Consigliera regionale PD Marcella Zappaterra, presentando un’interrogazione a risposta immediata (sottoscritta anche dai colleghi PD Stefano Caliandro, Giuseppe Paruolo e Paolo Calvano) rivolta alla Giunta. “Ciò comporterebbe costi significativi ingiustificati visto che con l’attuale normativa i tecnici radiologici possono svolgere, in assenza del medico radiologo e con la sola prescrizione medica di base, l’attività radiologica che non comporta rischi rispetto alle metodiche – ha spiegato Zappaterra – per questo motivo sarebbe opportuno che l’Emilia-Romagna sospendesse l’applicazione di quelle linee guida e si attivasse affinché il Ministero le modifichi”.
Ha condiviso le medesime perplessità anche l’Assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi che, nel dare risposta all’interrogazione, ha rassicurato la Consigliera Zappaterra “Sarà nostra cura sottoporre alla Commissione salute nazionale, convocata per il 16 dicembre, e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, una iniziativa mirata alla richiesta di una deroga dell’applicazione di tali indicazioni e avviare un celere percorso per la modifica delle linee di indirizzo”.
L’Assessore Venturi nella sua risposta ha affermato che le linee guida non hanno contenuto clinico: si tratta di un documento a valenza organizzativa, e per questo sollevano un conflitto di attribuzioni, trattandosi di una dimensione di esclusiva competenza delle Regioni e delle Province autonome. “Le indicazioni del ministero rischiano di comportare una situazione di estrema rigidità organizzativa e relegano sia il prescrittore, che avrà naturalmente già valutato i rischi e i benefici derivanti dall’esecuzione dell’esame, sia il tecnico sanitario di radiologia medica, ad un ruolo secondario e non conforme alle competenze che tali professioni hanno acquisito. La conseguenza – valutava Venturi – sarebbe che i Tecnici sanitari di radiologia medica non potrebbero effettuare esami senza la presenza fisica del medico radiologico”.
“La risposta dell’Assessore ci rassicura sicuramente – ha concluso Zappaterra – la Commissione competente dell’Assemblea Legislativa sarà aggiornata con un’informativa dopo la riunione della Commissione salute nazionale convocata per metà dicembre.

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Lunedì 14 dicembre uffici chiusi al pubblico per tre ore al servizio Agricoltura della Provincia

da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Lunedì 14 dicembre 2015 uffici chiusi al pubblico dalle 9,30 alle 13 nello stabile della Provincia in Viale Cavour, che ospita il servizio Agricoltura.
Il motivo è dovuto alla convocazione di un incontro dei dipendenti provinciali con la responsabile del personale della Regione Emilia-Romagna, per illustrare la fase operativa della procedura di ricollocazione del personale sotto le dipendenze dell’amministrazione di Viale Aldo Moro dagli inizi di gennaio 2016.
Procedura, com’è noto, resa necessaria dopo l’entrata in vigore della legge regionale approvata lo scorso 28 luglio che, in pratica, ritira dalle Province le funzioni negli anni precedenti delegate, e lasciando agli enti di area vasta l’esercizio delle sole funzioni fondamentali come stabilito dalla legge Delrio (7 aprile 2014).

La polizia provinciale sanziona due pescatori di frodo romeni sorpresi nel Po di Volano

da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Ancora un’operazione di contrasto al bracconaggio ittico messa a segno dalla Polizia provinciale nel Po di Volano, nei pressi del ponte in Via Prinella a Ferrara.
Una pattuglia, durante una perlustrazione notturna, ha scorto una barca sull’acqua e si è appostata per attendere l’arrivo dei pescatori di frodo che stavano pescando sul fiume convinti di essere protetti dall’oscurità e dalla nebbia. Dopo poco tempo sul posto è arrivata una seconda pattuglia della Polizia provinciale che ha proceduto all’immediata liberazione del pesce catturato: oltre un quintale e mezzo fra carpe, siluri e abramidi, con alcuni esemplari di grosse dimensioni.
Gli agenti sono saliti sulla barca dei pescatori di frodo nella ricerca delle reti, che purtroppo per la corrente, il buio e la nebbia, non sono state ritrovate, tranne un piccolo tramaglio di venti metri impigliato nei rami di un albero caduto.
Uno dei rumeni risiede nella vicina Romagna mentre il secondo è domiciliato in casa dell’amico. Entrambi sono stati scortati presso il comando della Polizia provinciale e sanzionati per 560 euro, pagati immediatamente in contanti.
Un’ulteriore sanzione è stata elevata per violazione al Codice della Strada per altri 85 euro.
Sono stati contestati i reati di pesca senza licenza e con attrezzatura non consentita, a uno dei due, e di pesca in acque non consentite, ad entrambi.
“Ancora un plauso agli agenti – dice il comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli – che proseguono l’impegnativa e faticosa attività di contrasto al fenomeno predatorio attuato quasi sempre da cittadini rumeni. Un doveroso plauso, ne sono certo, al quale si uniscono anche le migliaia di pescatori onesti e rispettosi delle leggi”.

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La Giunta regionale si riunisce a Modena lunedì 14 dicembre

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Tappa nel modenese per l’esecutivo guidato dal presidente Stefano Bonaccini, che incontrerà la stampa alle ore 12 nella sede del Comune. A seguire, al PalaPanini, premiazione del Modena Volley, squadra vincitrice della della Supercoppa italiana 2015. In serata a Carpi, presentazione della Legge sulla Memoria del Novecento in Emilia-Romagna

Giornata tutta modenese per la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, che prosegue gli appuntamenti sul territorio.
I lavori cominciano alle ore 9 a Castelfranco Emilia, dove l’esecutivo guidato dal presidente Stefano Bonaccini visiterà l’istituto superiore “Spallanzani” e Villa Sorra.
Dopo una riunione di Giunta che si terrà nel Municipio di Modena, in piazza Grande 16, il presidente Bonaccini ed esponenti della stessa Giunta regionale terranno una conferenza stampa, alle ore 12 con la partecipazione del sindaco Gian Carlo Muzzarelli.
A seguire, al PalaPanini in viale dello Sport 25 (e non nel Municipio come precedentemente comunicato / RPT corretta) si terrà la premiazione della squadra di pallavolo maschile Modena Volley, vincitrice della Supercoppa italiana 2015. Il programma prevede quindi una visita al Museo Ferrari e un incontro a porte chiuse con i sindaci del modenese nella sede della Provincia.
La giornata si concluderà alle ore 21 a Carpi, dove a palazzo dei Pio (sala Nori) in piazza dei Martiri verrà presentata la Legge sulla Memoria del Novecento in Emilia-Romagna, con la Fondazione Fossoli.

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Domani la Camera di Commercio di Ferrara celebra la 53^ edizione della “Giornata della riconoscenza provinciale”

da: Ufficio Stampa Camera di Commercio di Ferrara

Riconoscimento “San Giorgio” a Elisabetta Sgarbi per aver saputo sviluppare e promuovere settori in fase di continua trasformazione, quali quello cinematografico e dell’editoria

Menzione speciale al presidente Pasquale Maiorano per aver condotto con una efficiente ed efficace gestione il Tribunale di Ferrara fino ai massimi livelli del sistema giudiziario nazionale
Domani mattina (sabato 12 dicembre) la Camera di commercio di Ferrara celebrerà, presso la sala Conferenze di Largo Castello, con inizio alle ore 10.00, la Giornata della Riconoscenza Provinciale. Una cerimonia che, pur giunta ormai alla sua 53^ edizione, ha saputo mantenere intatto nel tempo il suo valore ideale: segnalare cioè alla pubblica opinione quelle persone, associazioni ed aziende che, nei campi dell’economia, della scienza, della cultura e della solidarietà, si siano particolarmente distinte, contribuendo al progresso economico e sociale della provincia.
“Tra poche ore – sottolinea Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio – alla presenza delle massime Autorità locali, premieremo persone accomunate da un grande merito: l’encomiabile impegno profuso nel raggiungimento di sempre più alti obiettivi di sviluppo, individuale e collettivo, della nostra comunità. A loro – conclude Govoni – la Camera di commercio offrirà il giusto riconoscimento perché avanguardia di quell’attitudine laboriosa e di quel talento imprenditoriale che costituiscono una componente decisiva del patrimonio di capitale umano e di capacità direttiva su cui ha potuto e deve poter contare la nostra provincia, attesa da nuove prove e nuove sfide”.
La Giunta della Camera di commercio ha, quest’anno, deliberato di attribuire i seguenti riconoscimenti:
Riconoscimento “San Giorgio”
a ELISABETTA SGARBI
per aver saputo sviluppare e promuovere, con riconosciute doti di competenza professionale, capacità organizzativa ed efficacia mediatica, settori in fase di continua trasformazione, quali quello cinematografico e dell’editoria.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio intende rendere omaggio ad una eclettica artista che ha saputo efficacemente ricoprire ruoli di crescente responsabilità, affermando una immagine di particolare sobrietà e concretezza.
Riconoscimento “Alessandro MASI e Gaetano RECCHI”
a CPR SYSTEM S.C.
per aver saputo conseguire, con tenacia e lungimiranza, un forte e consolidato sviluppo aziendale, divenendo punto di riferimento a livello nazionale in un comparto fortemente specializzato e selettivo, anche grazie all’utilizzo di soluzioni tecnologicamente avanzate.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio intende premiare una realtà in continua espansione, in grado di ricoprire un ruolo di fondamentale importanza nella promozione della cultura del riciclaggio e della tutela dell’ambiente.
Riconoscimento “Alberto V d’Este”
a INTERNAZIONALE A FERRARA
per aver saputo regalare a Ferrara l’emozione di un weekend di inizio autunno, promuovendo un fitto calendario di eventi culturali e aggregativi di forte richiamo, con un programma ricco di protagonisti di alto profilo del mondo del giornalismo e della comunicazione.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio esprime apprezzamento nei confronti di un’organizzazione che ha saputo trasformare il centro storico cittadino in un libero spazio aperto alla cultura mondiale.
Riconoscimento “Beato Giovanni Tavelli”
a ASSOCIAZIONE VOLA NEL CUORE ONLUS
per la generosa, infaticabile missione di volontari che, operando in contesti di disagio sociale o fisico, alleviano la sofferenza dei piccoli pazienti con il buonumore e un sorriso.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio esprime la gratitudine della comunità nei confronti di una associazione che, adoperandosi per regalare serenità ai bambini, riesce a fornire un qualificato supporto alle famiglie e a rendere un servizio davvero esemplare in termini di solidarietà umana.
Riconoscimento Speciale “Giovane Imprenditore”
a MARCO ROMEO
per i positivi risultati conseguiti nella realizzazione di un progetto aziendale innovativo che, unendo lo sbocco occupazionale per giovani professionisti disoccupati al recupero di quanti vivono in condizioni di svantaggio sociale, favorisce l’integrazione e le pari opportunità.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio intende testimoniare l’apprezzamento per la visione di un giovane imprenditore che ha voluto mettere la propria professionalità al servizio di realtà che si occupano di accoglienza e assistenza.
Riconoscimento “Camera di Commercio Ferrara”
a DISTILLERIE MOCCIA SRL
per aver saputo diversificare con successo la propria gamma produttiva ed essersi affermata anche sui mercati internazionali, grazie alla continua ricerca della qualità, alla capacità di adattamento ai continui cambiamenti del mercato e al lungimirante spirito imprenditoriale.
Riconoscimento “Camera di Commercio Ferrara”
a ECOESTENSE SAS DI BARUFFA PAOLO & C.
per la creatività e la capacità di offrire, tramite soluzioni produttive e gestionali fortemente innovative, una vasta gamma di servizi in un settore che promuove la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Riconoscimento “Camera di Commercio Ferrara”
a PROGETTO CASA SAS DI MARZOLA ROBERTO E C.
per l’intenso ed apprezzato impegno professionale nel settore della consulenza immobiliare che, conquistando la fiducia dei clienti, hanno portato l’agenzia ad integrarsi nel territorio e a conseguire significativi risultati.
Riconoscimento “Camera di Commercio Ferrara”
a WEAR SRL
per aver conseguito brillanti risultati nell’arco di un innovativo, ininterrotto percorso di sviluppo aziendale, nonché per la capacità di offrire soluzioni tecnologicamente avanzate, unite ad un servizio professionale altamente specializzato ed attento alle esigenze della clientela.
Riconoscimento Speciale
a HOSTARIA SAVONAROLA SRL
per aver saputo rinnovare e valorizzare al meglio la più genuina tradizione gastronomica del nostro territorio, unendo alla altissima qualità della cucina un servizio ricettivo e ricreativo in continua espansione.
Riconoscimento Speciale
a LUCA TARGA
per l’ambizione e la determinazione che, unite alla forte disciplina e alla qualificata professionalità, gli hanno consentito di conquistare eccellenti traguardi nel campo della comunicazione.
Riconoscimento Speciale
a MARINO RIZZATI
per la passione con cui ha creato e custodito per quasi mezzo secolo la sua attività nel centro di Comacchio, un angolo di storia nel quale il profumo della carta è da sempre protagonista assoluto.
Riconoscimento Speciale
a ROMANO ROSSI
per aver scelto Ferrara come punto di partenza e ancora oggi fulcro della sua attività che, in oltre vent’anni, gli ha consentito di occupare un ruolo significativo nella ristorazione locale.
Riconoscimento Speciale
a SIMONE DOVIGO
per l’originalità dello stile con il quale ha saputo, con dinamismo e determinazione, trasformare la propria passione per le due ruote in un progetto di turismo slow nel quale il viaggiatore viene accompagnato nella conoscenza più intrinseca del territorio.
Riconoscimento Speciale
a STEFANO MURONI
per la straordinaria e rapida carriera di un versatile artista che, coniugando con grande rigore la documentazione storica con una profonda passione civile, ha voluto mettere la propria arte al servizio dei futuri talenti.
Menzione speciale al presidente
Pasquale MAIORANO
per aver condotto con una efficiente ed efficace gestione il Tribunale di Ferrara fino ai massimi livelli del sistema giudiziario nazionale

Due segnalazioni di Giuliana Berengan: un suo articolo sul Wall Street Magazine “Il silenzio dell’odio” e il libro di Doju Dinajara Freire “Come una nuvola”

da: Giuliana Berengan

Care amiche e cari amici, da questo 9 di Dicembre è on line sul Wall Street Magazine il mio articolo che si avventura nell’accidentato e coinvolgente terreno dei sentimenti che non riconosciamo come “umani” ma che pure stanno aggrappati nel profondo del nostro essere, del nostro sentire, pronti a riemergere per alimentare i venti di guerra. Se vorrete farlo girare sulla vostra rete ve ne sarò grata: è un tema di riflessione che credo sia importante condividere poiché nessuno di noi è immune ai germi dell’odio.
Ecco il link: http://wsimag.com/it/cultura/18556-il-silenzio-dellodio
Colgo l’occasione per inviarvi in allegato la scheda di presentazione di un libro prezioso per contenuti e illustrazioni, che vi consiglio vivamente: è un piccolo gioiello per favorire pensieri armoniosi e gentilezza del cuore. Un caro saluto.
Giuliana Berengan

Proprio in questi giorni ha visto la luce il libro Come una Nuvola che ha nel sottotitolo la propria ragione: “Impariamo da un gatto a vivere in armonia”.
La fama e il prestigio dell’Autrice Doju Dinajara Freire, coordinatrice per l’Italia del Global Peace Initiative of Women, ha già lanciato nel mondo questa fiaba per “grandi e piccini” che educa all’ascolto, all’osservazione della Natura, alla pazienza, al rispetto e alla gentilezza. Un modo semplice e piacevole per avvicinarsi alla pratica del silenzio e della meditazione.
Con grande piacere aggiungo che il libro ha una forte componente “ferrarese” dal momento che le bellissime illustrazioni sono di Linda Mazzoni e io stessa ho l’onore di esserne curatrice editoriale.
Sono dunque lieta di dare il benvenuto al gatto Nuvola e alla sua delicata e poetica storia.
Il libro è promosso da “Save The Words” Campagna Internazionale in Difesa delle Parole, avrà una distribuzione nazionale ma già ora lo si può richiedere direttamente alla Editrice Frik and Book (www.frikandbookedizioni.com)
A Ferrara è in vendita nelle principali Librerie. Un cordiale saluto.
Giuliana Berengan

L’OPINIONE
Scienza e polemiche. Sull’uso strumentale della conoscenza per promuovere interessi di parte

Ci sono molte questioni spinose che trovano ampia diffusione sui media per la straordinaria capacità che hanno di generare scontro, discordia, contrapposizione feroce; tra gli ultimi in agenda quello delle vaccinazioni, del riscaldamento globale, dell’uso degli ogm, del consumo di carne. Non vi è dibattito mediatico su queste tematiche che prescinda dagli schieramenti di esperti e dal richiamo costante alla scienza per mostrare le buone ragioni dei pro e dei contro. Ora, il fatto che si trovino sempre esperti e scienziati, dell’una o dell’altra parte, mostra a chi vuol vedere, alcune cose particolarmente importanti.
Per alcuni la scienza sembra essere il tribunale di ultima istanza, dove dirimere scientificamente, cioè oggettivamente e sicuramente, questioni complicate eliminando riserve ideologiche, politiche e sociali.
Per altri la scienza sembra essere al contrario un’attività al servizio degli interessi economici, finanziari ed ideologici, di soggetti che gestiscono il potere a livello planetario.
Se i primi alimentano una fiducia spesso fuori dalla realtà e se i secondi coltivano un pessimismo raramente condivisibile, entrambi ne riconoscono la potenza e la centralità ed entrambi sembrano ignorare cosa la scienza sia  e cosa ci si possa aspettare da essa.

La scienza è un impresa conoscitiva umana che è bene distinguere dalle sue applicazioni. Essa può essere pensata come un processo sociale autocorrettivo di osservazione, ipotesi, verifica sperimentale, produzione di teorie, che si regge sulla possibilità di falsificazione.
La tecnologia invece può essere pensata come l’applicazione sistematica del pensiero scientifico ai processi operativi e pratici di manipolazione dell’ambiente che da sempre caratterizzano le culture umane.
I prodotti e i sistemi che vengono costruiti applicando il sapere ingegneristico fondato sulla scienza hanno realmente modificato l’ambiente di vita; la pratica della scienza, l’ingegneria e la tecnologia non solo modificano il mondo fisico in cui agiamo, ma cambiano anche i modi mentali e fisici con i quali pensiamo il mondo e interagiamo al suo interno; esse permettono e richiedono un continuo riallineamento del nostro orientamento mentale e fisico se vogliamo continuare a prosperare e a crescere in esso. Queste pratiche ci condizionano come individui, gruppi e società cambiando il nostro orientamento per adattarlo ad un mondo che noi stessi abbiamo aiutato a cambiare.

La presenza di esperti che professano pareri diversi ma ben fondati, mostra un aspetto caratteristico della scienza come impresa collettiva: quello di accettare, anzi di fondarsi proprio, sul confronto, sullo scambio, sulla critica tra gli scienziati. Ma mostra anche l’uso retorico che può essere fatto di ogni sapere scientifico e l’utilizzo interessato di ogni soluzione tecnologica che viene immessa sul mercato. Questo radicamento sociale ed antropologico del sapere scientifico ne fa una risorsa importante, forse essenziale, di qualsiasi strategia perseguita a livello di organizzazione. Mentre il pensiero comune sembrerebbe attribuire al pensiero scientifico (sbagliando) l’attributo della ricerca di verità, ogni uso strategico è finalizzato invece ad un interesse, ad una finalità ben diversa: massimizzare il profitto per le aziende che detengono il sapere in forma di brevetti o di strutture produttive, rafforzare l’influenza geopolitica per gli stati, legittimare la fiducia e la visibilità per ottenere maggiori finanziamenti per i centri di ricerca e così via.
Tutto questo ovviamente non mette in discussione l’importanza della ricerca scientifica e del sapere così costruito: mette piuttosto in crisi l’idea obsoleta ma diffusa a livello di un certo senso comune, che le questioni davvero rilevanti possano essere decise esclusivamente in base ad una riflessione scientifica di tipo lineare, meccanico, deterministico. Mette in discussione la possibilità che una simile scienza possa essere il tribunale di ultima istanza dove decidere la correttezza di scelte pubbliche e collettive rilevanti. Senza nulla togliere alla straordinaria importanza dell’impresa scientifica bisogna riconoscere che anch’essa come ogni attività umana è un campo d’azione caratterizzato dalla complessità, dove ci sono vincoli, opportunità, mode, ideologie, paradigmi dominanti, ortodossi ed eretici, tattiche e retoriche.

Dunque che fare? Credere nella scienza è soprattutto credere nella bontà di alcuni suoi fondamenti: il costante interrogarsi, l’apertura, l’indagine sulle eccezioni non spiegate, la falsificazione, la produzione di teorie in competizione tra di loro; questa, piuttosto che la produzione di verità è la sua natura. Più nel circuito della ricerca entrano nuovi scienziati e ne escono i vecchi portatori di vecchie teorie più è facile che ci possano essere al suo interno cambiamenti di vedute. Paradossalmente dunque, più la scienza progredisce più ci interroga e più ci affascina, più ci obbliga a riflettere e a cambiare i nostri stereotipi e le nostre categorie di riferimento.

Ma è anche vero che siamo profani, cittadini comuni, che hanno altro a cui pensare: in fondo, di qualcuno ci si deve pur fidare per le questioni che, pur importanti, stanno fuori dagli orizzonti del mondo quotidiano. Tornando dunque ai temi iniziali oggetto del contendere dai quali siamo partiti, su quali buone ragioni l’uomo della strada potrebbe costruire i suoi giudizi, ad esempio in materia di riscaldamento globale, se il richiamo alla scienza si rivela esso stesso dubbio e non definitivo? Sicuramente aiuta molto la consapevolezza della complessità, il riconoscimento del fatto che ogni attore (singolo e collettivo) agisce nel sistema in modo strategico, perseguendo degli scopi che solo rare volte sono esplicitati e che sempre più spesso sono presentati in una forma adatta ad influenzare e convincere un uditorio che reputa comunque il sapere scientifico molto importante. Molto aiuterebbe una marcata alfabetizzazione scientifica che, purtroppo in Italia, sembra assai distante dall’essere ritenuta davvero importante. Molto servirebbe una consapevolezza epistemologica capace di illuminare un poco i processi quotidiani di costruzione di conoscenza.
In questo gioco di specchi, ritorna invece con forza il pregiudizio, l’appartenenza di tipo politico, la prescrizione dogmatica, la posizione a priori pro o contro qualcuno che non richiede e non accetta giustificazioni argomentate; lo stesso richiamo ai valori non sembra in grado di aiutare a dirimere definitivamente questioni che richiedono alta capacità di discernimento, conoscenza e responsabilità diffusa che, per essere affrontate seriamente, abbisognano di un approccio scientifico diffuso, sanamente olistico, in grado di inglobare i più diversi punti di vista. Nel mondo post moderno, privo di punti di riferimento assoluti, ogni cosa rimanda all’esigenza di riconcettualizzare l’uomo e il suo posto nel mondo: se si vuole mantenere e sviluppare la libertà non si sfugge alla responsabilità personale neppure pensando di delegare le scelte alle ragioni della scienza.

LA STORIA
Una lunga attesa è finita: Guido Reni e i Carracci tornano a Bologna

di Maria Paola Forlani

…Se i saggi ti chiedono perché quest’incanto sia effuso invano sulla terra e il cielo, dì loro cara, che se gli occhi furono creati per vedere, allora la bellezza trova in se stessa la propria ragion d’essere. ( R. W. Emerson)

Sono oltre trenta opere – in larga maggioranza realizzate su tela – tutte provenienti dalla Sala bolognese della Pinacoteca Capitolina, all’interno dei Musei Capitolini di Roma. Un patrimonio di indicibile valore, che ha segnato una svolta fondamentale nella ricerca pittorica italiana ed europea, compone una mostra d’eccezione: quella che la Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna,Genus Bononiae, Musei nella Città e l’Assessorato Culturale e Sport di Roma-Sovrintendenza Capitolina ai beni Culturali presentano a Palazzo Fava con il Patrocinio del Pontificio consiglio della Cultura, nell’occasione dell’Anno Santo Straordinario, “Guido Reni e i Carracci. Un atteso ritorno. Capolavori Bolognesi dai musei Capitolini” (aperta fino al 13 marzo 2016, catalogo Bonomia University Press).
La circostanza – di fatto irripetibile – della disponibilità di un nucleo di dipinti bolognesi dei Musei Capitolini è offerta da un intervento di restauro della sala che normalmente li ospita. Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna si potrà procedere al ripristino del pavimento ligneo dell’ambiente espositivo e a interventi finalizzati a una migliore fruizione delle opere da parte del pubblico.

Una delle sale di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini
Una delle sale di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

L’eccezionale prestito dell’intero nucleo dei dipinti della Sala bolognese, che per la durata dei lavori di restauro sarebbero stati sottratti al pubblico dei Musei Capitolini, consente di esporre a Bologna, negli ambienti carracceschi di Palazzo Fava, una selezione di quadri della scuola felsinea acquisiti dal cardinale Giulio Sacchetti: “un atteso ritorno”.
Prospero Fontana, Guido Reni, Annibale e Ludovico Carracci, Giovan Andrea Sirani, Alessandro Tiarini, Domenichino, Denys Calvaert, Sisto Badalocchio, Francesco Albani sono solo alcuni degli autori dei capolavori esposti a Palazzo Fava. Maestri protagonisti di una stagione particolare – la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo – che vide consolidarsi legami storici, politici, artistici tra Bologna e Roma, con la fioritura della scuola del capoluogo emiliano che nell’Urbe trovò il favore di mecenati e committenti di assoluto livello.
Il folto gruppo dei dipinti bolognesi della Pinacoteca Capitolina, fondata alla metà del Settecento da papa Benedetto XIV Lambertini – originario della città emiliana – deriva principalmente, come già detto, dall’acquisizione della collezione del cardinale Guido Sacchetti, presente a Bologna nel triennio 1637-1640 in qualità di Legato pontificio e di quella dei Pio di Savoia. Opere mai ritornate tutte insieme nella città dove erano state realizzate. Si rende così possibile, in questa circostanza, la possibilità di ammirare e di apprezzare a Bologna capolavori dei maestri emiliani visibili esclusivamente in riva al Tevere, tra cui alcuni mirabili esempi della produzione estrema di Guido Reni.
Decisamente unico e irripetibile e anche l’abbinamento fra le opere esposte e gli affreschi di Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, e della loro Accademia, che corrono lungo le pareti di Palazzo Fava luogo simbolo per Bologna. La mostra curata da Sergio Guarino, curatore storico della Pinacoteca Capitolina, con la collaborazione di grandi studiosi – come Andrea Emiliani, Patrizia Masini, Angelo Mazza e Claudio Strinati – è il primo frutto di un vasto progetto di ricerca in cui convergono sia le vicende di un accorto mecenatismo sia gli sviluppi del dibattito pittorico bolognese dei primi decenni del secolo XVII.

Sale di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini
Sale di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni.
Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

Il più antico dei capolavori è un bozzetto di Prospero Fontana, la “Disputa di Santa Caterina d’Alessandria”, e da esso prende avvio l’itinerario di visita. Di Annibale, il più estroso, il più libero, il più dotato pittoricamente dei Carracci, sono esposte due versioni di “San Francesco in adorazione del crocefisso”.
Il primo, restaurato per accompagnare papa Francesco a Rio de Janeiro, è uno degli esempi più alti della nuova formulazione dell’iconografia del santo all’indomani della Controriforma, quando la codificazione dottrinale portò a una generale riflessione sulle raffigurazioni religiose del canonico “Discorso sopra le immagini sacre e profane” (1582) del cardinale Gabriele Paleotti, vescovo di Bologna. La pulitura del dipinto del 2013 consente di leggere l’ardita scala cromatica, mettendo in luce brani di modulazione pittorica assai vivi nel teschio in primo piano e il breve e delicato accenno paesistico di gusto veneziano.
Il secondo San Francesco, si presenta con le braccia aperte verso il crocifisso, di grande forza espressiva avvolto da un paesaggio assai vibrante nel plastico comporsi chiaroscurale. Di Ludovico, che a differenza dei cugini non lasciò Bologna, sono qui esposte la grande “Allegoria della Providenza” e la “Santa Cecilia”: “Si può lasciare alla fantasia dei musicologi il pensare se [Cecilia] starà ‘toccando’ un Cavazzoni o un Merulo, o qualche più semplice canto” così scriveva Francesco Arcangeli, che del piccolo quadro aveva colto l’atmosfera di poesia “venata di pensieri quotidiani”, nel catalogo della mostra bolognese del 1956 dedicata ai Carracci. Segue un “Ritratto di giovane” e un tondo, “Madonna con il Bambino”, pochissimo visto, per il fatto che sostava negli uffici della Soprintendenza.

Sale di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni. Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini
Sale di Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni.
Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini

Ma è nella sala dedicata a Guido Reni che la mostra acquista il suo accento più coinvolgente e di scoperta verso i dipinti degli ultimi anni, quelli della “seconda maniera” del maestro bolognese. Non è più il “divino” Guido, ma un Guido umanissimo. L’artista indugia verso il mistero di figure femminili – “Fanciulla con corona”,
“Cleopatra”, “Lucrezia”, “Donna con vaso” – incompiute, enigmatiche, rarefatte.
Il “San Girolamo” presenta un vivido naturalismo, che con gli occhi fissi su una semplice croce di legno si batte il petto con un sasso: i tradizionali attributi, con l’aggiunta dell’accenno al manto rosso della dignità cardinalizia (che in realtà il santo non ebbe mai), fanno da contorno all’intenso volto, reso ancora più ascetico dagli occhi profondamente scavati. Le rughe accentuate, la chioma spettinata, la bocca aperta in preghiera, la stessa ondulazione della barba sono tutti segni di una pittura che vuole indagare i meandri del pentimento interiore e della conversione del cuore.

Con “Anima Beata” Guido trasfigura il proprio testamento spirituale.
L’opera rappresenta in piedi sul globo, un giovane alato che innalza lo sguardo verso il cielo, dove alcuni puttini affiancano la luce divina che si irradia verso il basso, le braccia sono spalancate, in un canonico gesto di preghiera e di fiducioso abbandono: il corpo perfetto nudo, è solo in parte coperto da un drappo rosa che dal braccio destro gira dietro la figura per chiudersi pudicamente davanti a lei.
In questo suo ultimo quadro Guido Reni riassume la poetica di un’intera carriera, senza rinnegare se stesso ma nello stesso tempo senza nessun nostalgico compiacimento. La circostanza della morte avvenuta a non molta distanza della conclusione della tela può creare eccessive suggestioni sul tema del presentimento della fine, ma è indubbio che l’“Anima beata” sia davvero una sintesi della forte religiosità personale dell’artista e di una idea finale di una pittura ristretta all’essenziale, di un’arte vera e autentica in quanto “svelata”, privata dall’obbligo del racconto e della descrizione.

INTERSEZIONI
I rifugiati mettono in scena le loro storie a teatro

da Cooperativa sociale Camelot

Il Teatro Nucleo di Pontelagoscuro ha ospitato per dieci giorni la residenza artistica di due registi, che hanno realizzato un laboratorio teatrale con alcuni rifugiati residenti a Ferrara.
Il risultato è l’emozionante spettacolo “La Fuga” andato in scena il 9 dicembre.

Douglas è un richiedente asilo che vive a Cona nella casa gestita dalla cooperativa Camelot, ha studiato recitazione fin da bambino. In Nigeria era attore per il teatro e per il cinema, ha anche lavorato in alcuni colossal di Nollywood, ed ora il suo sogno è tornare sul palco. Lo spettacolo “La Fuga” gli ha ridato la speranza di poterci riuscire.

La scena si apre con due pannelli neri che si muovono spinti da un gruppo di migranti e si dispongono a formare la prua di una nave di fronte al pubblico. Il senso è: siamo tutti sulla stessa barca. Non solo chi scappa dal proprio paese, ma ogni abitante della terra. E se non riscopriamo il senso di comunità, non c’è futuro per nessuno.
“La Fuga” è uno spettacolo intenso che mette in scena il talento espressivo e la ricchezza umana di chi si è abituati a considerare un “problema”. A recitare sono, assieme ad un’attrice italiana, rifugiati e richiedenti asilo che vivono a Ferrara, che per oltre una settimana hanno partecipato al laboratorio teatrale tenuto, presso il teatro “Julio Cortàzar” di Pontelagoscuro, dai registi Andrea Santantonio eNadia Casamassima del Centro Iac (Centro Arti Integrate) di Matera, ospiti della residenza artistica “Cose Nuove” organizzata dal Teatro Nucleo.

Parlano di sé, si mescolano tra il pubblico, ripropongono le frasi razziste di un articolo del ‘58 che gli americani scrissero contro gli italiani e sembra di sentire i luoghi comuni di oggi sui profughi. Ballano, cantano, si rincorrono, si interrogano, ci interrogano, e alla fine disegnano per terra i loro desideri. Una casa, un albero di arance, una chiesa, una piscina, un’auto, una scatola dei ricordi, un bambino. Poi, un attimo prima della conclusione dello spettacolo e degli applausi finali, prendono per mano gli spettatori e li conducono in scena per spiegargli perché hanno fatto quel disegno, e cosa rappresenta. Dapprima le persone sono in imbarazzo, poi tutti vogliono ascoltare e si alzano spontaneamente per andare a sentire i racconti dei rifugiati. Il teatro compie la magia: indurre all’ascolto, alla curiosità, a superare le proprie resistenze.

“Non vogliamo gli applausi, vogliamo parlare”, dicono gli attori. Ma gli applausi arrivano lo stesso, per suggellare questa comunione laica che ha portato tutti incredibilmente vicini nel copro e nei sentimenti.

“Abbiamo voluto rappresentare l’allontanamento necessario, la diaspora dei popoli, l’emigrazione da terre inospitali. Quelle fughe che spingono ad allontanarsi dai conflitti in cui si è solo vittime, dalle terre in cui non si è chiesto di nascere. Quelle fughe a cui ci stiamo abituando ad assistere, a cui non riusciamo a trovare rimedio, ma a cui vogliamo dare una voce”, ha spiegato il regista Andrea Santantonio.

“Non volevamo parlare della loro traversata, di cui abbiamo già visto e sentito tanto, ma di quanto loro si sentano ancora in viaggio. Nessuno di loro si sente approdato, e questa è una condizione comune a tanti esseri umani”.

“Per noi è importante che loro siano attori non solo dello spettacolo, ma della loro esistenza. Che iniziano a porsi non come oggetto, ma come soggetto attivo, che mettano a disposizione quel che hanno per creare comunità”.

Non sono parole, ma è quel che è accaduto al termine dello spettacolo, con il pubblico
che ha voluto conoscere queste persone.

Oami è fuggita dal Gambia dove lavorava in una TV locale come attrice di soap opera, e tornare a recitare è come recuperare un pezzetto della sua storia.
Al pubblico regala un canto in lingua mandingo. “E’ un canto di benvenuto – spiega – racconta di un paese che accoglie, così come un uomo tra le sue braccia”.

E’ l’augurio che facciamo a noi e a loro oggi, Giornata mondiale dei diritti umani, anniversario della proclamazione, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.

Operazione Caravaggio: la tela sosia della ‘Natività’ scomparsa

La “Nativitàdi Caravaggio, rubata a Palermo nel 1969, è forse l’opera più ricercata al mondo. Attorno alla tela si è creata una leggenda nera tanto che ne hanno ampiamente parlato scrittori noti e giornalisti, e anche la mafia l’ha tirata in ballo a più riprese. Ma dopo 46 anni di ‘latitanza’, il quadro riappare grazie alla fabbricazione di un facsimile hi tech da parte dei maestri clonatori di Factum Arte, laboratorio madrileno che vanta, tra le duplicazioni d’eccellenza, la tomba di Tutankamon a Luxor e le “Nozze di Cana” di Paolo Veronese.

Ideata e finanziata da Sky Arte, che la racconterà in un documentario in onda il 6 gennaio prossimo, l’Operazione Caravaggio svelerà al mondo intero il simulacro della “Natività” il 12 dicembre, quando la copia hi tech riempirà il vuoto lasciato dal dipinto sparito nell’ Oratorio di San Lorenzo a Palermo.

Eterno ragazzo

11 Dicembre 1944, nasce Gianni Morandi. Auguri!

Kafka_portrait
Franz Kafka

La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio. (Franz Kafka)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Rice Above

In questi giorni folli, giorni in cui Trump parla di chiudere internet e una coraggiosa aquila calva gliene canta quattro c’è poco da fare.
Possiamo solo cercare di capire dove sta andando il mondo.
Roba facile facile, insomma.
Per questo oggi torniamo a parlare di un indicatore in questi casi infallibile: Instagram.
Ma aggiungiamo ottani alla benza perchè qui si parla di Instagram + Giappone.
Scopro infatti quest’ennesima “cosa virale” che impazza nel paese del Sol Levante, una cosa che è stata prontamente battezzata “Rice Ball Babies”.

Brano: “Acid Police” dei Boredoms Album: “Chocolate Synthesizer” del 1994
Brano: “Acid Police” dei Boredoms
Album: “Chocolate Synthesizer” del 1994

In sostanza, un adulto prende per la faccia il più o meno cosciente neonato e gli comprime le guanciotte.
Così, per colmare questa lacuna: far assomigliare la faccia dei bebè alle polpette di riso.
Super!
Possiamo farlo anche a casa amici, servono solo due mani e un comune bambino piccolo piccolo.
Non ho controllato se ci sono già dei tutorial su YouTube ma se domani ho tempo provo a farne uno.
A questo punto, mentre attendiamo che qui da noi, qualcuno frigga il proprio figlio per farlo somigliare a un arancino, qualche adulto si incida una guancia col coltello per diventare un sofficino e qualche tenerone ci dimostri che è così tenero che si taglia con un grissino ci resta solo una cosa da fare, mentre inganniamo il tempo: celebrare il Giappone con uno dei suoi migliori contributi all’umanità.
Questo pezzo scritto e suonato da uno che così, per amor di performance si è affettato un pezzo di chiappa proprio come in quella barzelletta di Pierino.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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