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Giorno: 12 Dicembre 2015

Dottor Bau, medici a quattro zampe

Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato. (Arthur Schopenhauer)

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I nostri amici animali possono essere un immenso valido aiuto in ogni momento della vita, ci stanno accanto ogni giorno senza chiedere molto, ci accolgono con amore anche quando meno ce lo aspettiamo. Il loro ruolo durante una malattia, poi, è quasi miracoloso. Si è parlato molto di pet therapy, intendendo con essa una terapia dolce, basata sull’interazione uomo-animale, che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo. La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e, tramite questo rapporto, stabilire un canale di comunicazione paziente-animale-medico e stimolare la partecipazione attiva del paziente. Fu lo psichiatra infantile Boris Levinson a enunciare, per la prima volta, intorno al 1960, le sue teorie sui benefici della compagnia degli animali, che egli stesso applicò nella cura dei suoi pazienti. Oggi la pet therapy, che coinvolge generalmente un professionista del campo sanitario, un medico veterinario, un coadiutore dell’animale e un coordinatore d’intervento (psicologo, educatore, infermiere etc.), trova ampia applicazione in case di riposo, ospedali e comunità di recupero. L’animale è individuato a seconda del paziente, in base alle sue preferenze, alle sue capacità psico-fisiche, e anche alle sue allergie, fobie e risposte emotive fin dalle prime sedute. Cani, gatti, cavalli, asini, delfini, tutti possono aiutare. Oggi però ci occuperemo di cani, non solo per il mio amore immenso per questo animale (che, in questo caso, non conta) ma per l’impiego che se ne sta facendo a Ferrara, all’Ospedale Sant’Anna di Cona, grazie a un gruppo eccezionale di persone, di cui vi parleremo, Tiziano e Sara in primis. Se poi avete visto il commovente film Pet Therapy, Un cane per amico (2008), di George LaVoo, con Jeff Bridges, comprenderete ancora meglio come il solitario e silenzioso scrittore Jon Katz, che sta vivendo una crisi creativa dopo la separazione dalla moglie, esca dal suo stato di apatia solo quando un canile gli affida un Border Collie irrequieto e indisciplinato, segnato dai maltrattamenti subiti in passato…

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Anche il Ministero italiano della Salute (vedi)  sottolinea come, nei bambini con particolari problemi, negli anziani e in alcune categorie di malati e disabili, il contatto con un animale possa aiutare a soddisfare certi bisogni fondamentali (affetto, sicurezza, relazioni interpersonali) e a recuperare alcune abilità che queste persone possono aver perduto. I bambini, poi, hanno una reazione particolare, i bambini, questa meraviglia. Alcune recenti esperienze, continua il Ministero, condotte in Italia su piccoli pazienti ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di Attività Assistite da Animali (AAA), dimostrano che la gioia e la curiosità da loro manifestate durante gli incontri con l’animale consentono di alleviare il disagio dovuto alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e il personale sanitario. Le attività ludiche e ricreative organizzate in compagnia e con lo stimolo degli animali, il dare loro da mangiare, il prenderli in braccio per accarezzarli e coccolarli hanno lo scopo di riunire i bambini, farli rilassare e socializzare tra loro in modo da sollecitare contatti da mantenere durante il periodo più o meno lungo di degenza, migliorare, cioè la qualità della loro vita in quella particolare contingenza. Un sostegno davvero grande e importante.

Ecco allora che, Sabato 28 Novembre, è stato effettuato il primo sopralluogo presso l’ospedale di Cona per portare sostegno ai bambini ricoverati: gli amici pelosi Cipolla (il capo…), Polly, Barny e Bianca, assieme al Responsabile Scientifico Francesca Bissi (veterinaria comportamentalista) e a Teresa Cavalletti (Educatrice Cinofila), hanno fatto la loro visita al reparto pediatrico per portare cura e assistenza ai bambini ricoverati.

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Il progetto è stato creato e sviluppato dalla onlus Vola nel Cuore (http://www.volanelcuore.it), importante associazione di volontariato che da dieci anni opera a favore dei bambini all’interno dei reparti pediatrici, mediante la figura di “Claun” che da tempo stava lavorando al Progetto Cipolla.

 Tiziano Menabò, Presidente responsabile della Onlus, e Sara Chendi, Medico Veterinario nonché volontaria di Vola nel Cuore e collaboratrice, hanno voluto esaudire il desiderio del volontario/collega/amico Cipolla deceduto prematuramente nel 2014. Amante dei bambini e degli animali, da sempre esprimeva il desiderio di coesione tra “Claun” e animale come terapia per alleviare le sofferenze psicologiche dei piccoli degenti.

Cipolla è anche il nome della mascotte del Progetto, una cagnolina salvata da un canile di Reggio che sta ancora lavorando per diventare un’amica di corsia per i bambini.

 Dopo una conferenza stampa il 3 Dicembre con la direzione ospedaliera, sabato 5 dicembre, è iniziato il percorso che ha visto protagonisti i bambini assieme a queste magnifiche creature a 4 zampe, incontratisi presso la sala giochi del reparto di pediatria. A gennaio 2016, poi, l’Associazione Chiaramilla (http://www.chiaramilla.it) riprenderà il progetto “Con un balzo di coda…”, svolgendo Attività Assistite da Animali presso il Reparto di Onco-ematologia Pediatrica e presso la Medicina Riabilitativa del S. Giorgio.

Zampette, manine, carezze e giochi per qualche tempo allevieranno momenti impegnativi, accompagnando, magari, un tenero ricordo ad uno più difficile, complesso e duro.

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http://www.volanelcuore.it

L’associazione di volontariato Vola nel Cuore onlus opera sul territorio di Ferrara ed in particolar modo presso l’ospedale S. Anna, nei reparti di Pediatria e Neonatologia, con cui ha una regolare convenzione dal febbraio 2005. L’obiettivo storico dell’Associazione era di dare assistenza ospedaliera pediatrica gratuita ai piccoli pazienti ricoverati sostituendosi, con i propri volontari, ai genitori nel caso gli stessi fossero impossibilitati o assenti. Oltre all’attività di assistenza ospedaliera, dal 2007, la Onlus:

  • dona attrezzature mediche indispensabili ai reparti ospedalieri;
  • svolge attività ricreative presso i reparti pediatrici: il sabato visita i bambini con i suoi volontari claun (clown) formati per questo tipo di servizio;
  • sviluppa progetti per il benessere dei bambini ospedalizzati;
  • fa parte del Coordinamento Associazione Volontariato Protezione Civile di Ferrara.

http://www.chiaramilla.it

L’Associazione ChiaraMilla è impegnata in diversi progetti di AAA svolti sul territorio dell’Emilia Romagna. Lo scopo delle varie attività è principalmente quello di migliorare lo stato di benessere delle persone che sono per lo più costrette a vivere situazioni di disagio.

http://www.bringpet.com/

E’ il social network che permette di trovare i locali commerciali che accettano l’ingresso di animali domestici e consente agli utenti di lasciare il proprio feedback in relazione alle caratteristiche degli esercizi commerciali recensiti e dei servizi disponibili. Sostiene il “Progetto Cipolla”.

Fotografie di Progetto Cipolla, gentile concessione di Tiziano Menabo’

Il vicesindaco Maisto premia i volontari youngERcard

da: AreaGiovani

La cerimonia ad Area Giovani: 143 i ragazzi che hanno partecipato ai progetti di cittadinanza attiva

«Troppo spesso si sente dire che i giovani non si impegnano e non hanno voglia di fare. Per fortuna momenti come questo smentiscono i luoghi comuni. Nella nostra provincia sono stati 143 i ragazzi che hanno svolto volontariato con youngERcard, compresi 37 minorenni, un numero di cui non si può non tenere conto. Il desiderio di mettersi in gioco c’è: sta a noi, alle istituzioni ma anche agli enti e alle associazioni, non soffocarlo ma creare le condizioni perché possa crescere, contribuire a formare cittadini attenti e curiosi». Con queste parole il vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto ha aperto l’evento organizzato nel pomeriggio di giovedì 10 dicembre presso il centro comunale Area Giovani: una festa informale per ringraziare chi ha scelto di dedicare parte del proprio tempo e delle proprie energie per la crescita della comunità in cui vive, partecipando ai progetti di cittadinanza attiva proposti localmente dalla carta regionale. Un’occasione per riconoscere l’impegno e la buona volontà delle nuove generazioni, premiate con una chiavetta usb e con dei voucher dal valore di 50 euro, spendibili per l’acquisto di un biglietto o di un abbonamentoTrenitalia o per un volo aereo a scelta, tramite il sito Volagratis.com.
«La scelta di regalare un viaggio a chi ha svolto più di 80 ore di volontariato non è casuale – ha spiegato Fausto Pagliarini, del Servizio Giovani comunale -. La Regione Emilia-Romagna, che ha lanciato youngERcard un anno e mezzo fa, ha voluto dare ai ragazzi un’ulteriore opportunità per fare nuove esperienze, imparare attraverso il confronto con l’altro, che è poi l’invito alla base di tutti i progetti attivati».
Tra i ragazzi che hanno partecipato all’evento, assieme a un nutrito gruppo di ferraresi, anche una delegazione di giovani provenienti da Fiscaglia, accompagnati dal responsabile Marveno Brina, e alcuni volontari che hanno prestato servizio a Ostellato.
I presenti hanno descritto brevemente le attività in cui sono stati coinvolti: aiutare i bambini a fare i compiti nei doposcuola e nei centri estivi, contribuire alla realizzazione di eventi come cene di quartiere e festival, affiancare gli operatori nei percorsi di ippoterapia per disabili, supportare le iniziative organizzate dalle biblioteche per promuovere la lettura, realizzare video per documentare l’attività scolastica e formare gli studenti in campo audiovisivo.
I 49 progetti proposti nel ferrarese da youngERcard hanno riguardato tanti ambiti diversi: dal sociale all’educativo, dal culturale all’ambientale. La lore realizzazione ha coinvolto sei Comuni – oltre al capoluogo estense anche Ostellato, Fiscaglia, Argenta, Bondeno, Comacchio – 21 associazioni, 3 cooperative, una biblioteca, un centro giovani e un centro sportivo.
Chi volesse maggiori informazioni sui progetti attualmente a disposizione può consultare il sito www.youngercard.it. Gli enti o le associazioni che volessero proporre dei progetti per accogliere dei volontari possono scrivere all’indirizzo areagiovani@edu.comune.fe.it.

Startup: “Knowbel, quando l’innovazione è a supporto delle imprese emiliano romagnole”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Oggi l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi all’inaugurazione a Spilamberto di Knowbel, l’incubatore di startup tecnologiche del Tecnopolo di Modena

«Un altro tassello fondamentale a supporto delle start up in Emilia-Romagna. Un centro d’eccellenza dell’innovazione al servizio del fare impresa». Così l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi durante l’inaugurazione di questa mattina a Spilamberto di Knowbel, l’incubatore di startup tecnologiche del Tecnopolo di Modena che è gestito dalla Fondazione Democenter-Sipe.
Il Tecnopolo Knowbel è, infatti, stato certificato da UBI Global (unico soggetto certificatore riconosciuto a livello mondiale) tra i primi 10 incubatori di innovazione al mondo. Un prestigioso riconoscimento che qualifica la rete dei Tecnopoli dell’Emilia-Romagna nel panorama dei soggetti dell’innovazione su scala internazionale e apre nuove opportunità per le startup e le imprese emiliano romagnole.
«Questo tecnopolo – ha aggiunto l’assessore Costi – è il luogo fisico delle startup e delle imprese innovative, dove questi soggetti sviluppano innovazione e si incontrano per crescere. Dove, insieme a strutture, tecnologie e laboratori, si trovano anche percorsi e competenze al servizio del territorio. L’impegno della Regione sull’innovazione e sull’internazionalizzazione sta portando a risultati concreti. Vogliamo continuare a stare vicino alle imprese, stimolarle, creare un sistema che supporti la crescita, un futuro di lavoro, per agire oltre la crisi».

Comune di Comacchio: ricerca e progettazione di nuove aree da destinare alla sosta di camper e caravan

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

L’Amministrazione Comunale di Comacchio ha bandito un avviso esplorativo per raccogliere manifestazioni di interesse per la progettazione, realizzazione e gestione di nuove aree da destinare alla sosta temporanea di caravan, autocaravan, camper e mezzi simili per il pernottamento al di fuori delle strutture ricettive.
Gli uffici comunali, di concerto con l’Assessorato all’Urbanistica, hanno, infatti, avanzato una proposta per l’individuazione di nuove aree, tutte di proprietà comunale o ad uso del Comune, atte ad essere destinate a tale scopo. L’idea nasce, innanzitutto, dalla necessità di prevenire la sosta selvaggia all’interno dell’area urbana o all’interno di aree verdi, ma il fine è anche quello di poter incentivare il pernottamento dei visitatori sul territorio e di poter realizzare importanti interventi di “riqualificazione” a costi ridotti, a bassissimo impatto in termini di opere di urbanizzazione e, pertanto, di facile reversibilità.
In particolare le aree individuate sono: a Comacchio, i parcheggi pubblici Coop in via Fattibello e san Francesco in via dello Zuccherificio; al Lido di Spina la parte di strada tra le due pinete di via Leoncavallo; al Lido degli Estensi il parcheggio pubblico in Via Marina degli Estensi; a Porto Garibaldi le aree parcheggio in via Sicilia; al Lido degli Scacchi il parcheggio pubblico in via del Vascello d’Oro; al Lido di Pomposa il parcheggio pubblico in viale Carrà; al Lido delle Nazioni i parcheggi pubblici in viale Malta e in Largo Pitcairn; a Lido di Volano il parcheggio pubblico in via degli Aironi e via della Vigna.
I soggetti interessati dovranno far pervenire la propria manifestazione di interesse, completa di tutta la documentazione prevista dall’avviso pubblico, entro le ore 12 dell’11 gennaio 2016, inviandola o recapitandola a mano presso l’’Ufficio Protocollo del Comune di Comacchio di Piazza Folegatti n. 26.
Per informazioni è possibile consultare l’avviso pubblico sul sito web istituzionale del Comune di Comacchio (www.comune.comacchio.fe.it) o rivolgersi ai numeri 0533/310120 – 318617 e agli indirizzi mail apini@comune.comacchio.fe.it , claudio.fedozzi@comune.fe.it.

Oggi a Rimini il primo appuntamento dei rappresentanti dei soci dei Coop Alleanza 3.0

da: Ufficio Stampa Coop Adriatica

Coniugare l’aspetto economico con la partecipazione, i progetti sociali, la solidarietà e l’innovazione. Questi i temi al centro dell’evento di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense “Soci 3.0: insieme per prenderci cura del futuro”

Un appuntamento che, per la prima volta, ha visto riunite oltre 650 persone tra rappresentanti sociali e dirigenti di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense, le tre cooperative di consumatori che il 1° gennaio si fonderanno in Coop Alleanza 3.0. È l’evento “Soci 3.0: insieme per prenderci cura del futuro”, che si è svolto oggi a Rimini. Oltre agli esponenti delle tre cooperative ha preso parte all’incontro anche una delegazione di Coop Sicilia.
L’incontro è stato dedicato al confronto sugli elementi che contraddistingueranno le politiche sociali di Coop Alleanza 3.0, che conterà oltre 2,7 milioni di proprietari: i suoi soci. Al centro dell’appuntamento, in particolare, la sfida della partecipazione, in una realtà che sarà presente in 12 regioni, con oltre 400 negozi e 22 mila dipendenti; in una grande cooperativa, infatti, anche la partecipazione è una risposta ai bisogni dei soci. Tra i temi della giornata, inoltre, la formazione e l’innovazione, essenziali per affrontare il futuro, la solidarietà e l’attenzione alle fasce sociali più deboli, come tratto distintivo del cooperare, anche e soprattutto in momenti in cui la povertà si acuisce. Coop Alleanza 3.0, infatti, è un’impresa fatta di persone, che si uniscono per raggiungere obiettivi che da soli non riuscirebbero a ottenere, esattamente come hanno fatto tanti cooperatori nella storia. Lo scopo è quindi quello di sempre: garantire benessere e vantaggi a tutti i soci, continuando a operare sui territori, oltre che con i negozi, con attività sociali, culturali, educazione al consumo consapevole e alla legalità, lotta allo spreco e solidarietà. Tutti i progetti e le attività continueranno ad essere condivisi e attuati insieme ai soci volontari e alle comunità locali.
La giornata si è aperta con gli interventi dei tre vicepresidenti e direttori soci di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense – rispettivamente Elio Gasperoni, Mirco Dondi e Dino Bomben – seguita dalle relazioni di Enzo Risso, direttore scientifico di SWG su “Le sfide della partecipazione e dell’engagement” e di Stefano Laffi, ricercatore dell’agenzia di ricerca sociale Codici, dedicata a “Le sfide della formazione”. L’appuntamento è continuato quindi con Luca De Biase del Sole 24 Ore, con l’intervento “Fare innovazione”, e Andrea Brandolini, capo servizio delle analisi statistiche della Banca d’Italia, con la relazione “La società italiana e la povertà”. La conclusione è stata affidata ai presidenti delle tre cooperative – Adriano Turrini, Paolo Cattabiani e Mario Zucchelli – insieme dell’amministratore delegato alla Gestione di Coop Estense, Massimo Ferrari. A condurre la giornata è stata Maria Latella, giornalista di Sky Tg 24.

Oggi a Ferrara celebrata la giornata della “Riconoscenza provinciale”: la relazione del presidente della Camera di commercio

da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

A tutti voi, premiate e premiati di oggi, e ai vostri famigliari, le mie più vive congratulazioni e un caloroso benvenuto alla cinquantatreesima edizione della giornata della “Riconoscenza provinciale”. Grazie per quel che avete fatto, per quel che fate e che continuerete a fare. La Giornata di oggi è un riconoscimento al contributo che date alla nostra comunità. Un territorio diventa comunità se vi sono persone che si rendono conto che ci si realizza se si realizzano anche gli altri; e che si è liberi e gratificati se liberi e realizzati sono anche gli altri. E voi lo avete fatto ed è questo che ha mosso e che muove i vostri comportamenti.
Ringrazio le Autorità, che ci hanno onorato della loro presenza, i rappresentanti delle categorie economiche e tutti coloro che hanno lavorato per la buona riuscita di questo evento. Un ulteriore, sentito ringraziamento va ad Elisabetta Gori, bravissima conduttrice che, ancora una volta, sarà l’animatrice di questa giornata, e agli insegnanti ed ai ragazzi della scuola alberghiera che sempre collaborano alle nostre iniziative.
Ferrara è una provincia di straordinarie energie, che trae dalla sua cultura, dalla sua rete sociale, dai suoi diversi territori, dal suo patrimonio civile, risorse utili all’innovazione e allo sviluppo dell’economia. La qualità delle nostre imprese non è uno slogan, una illusione, o un accorgimento propagandistico: è una realtà che suscita apprezzamenti nel mondo, e che tutti noi dobbiamo conoscere meglio per valorizzare ancor di più.
Anche per questo, oggi, ci complimentiamo con Scent, startup creata da uno spin off della nostra Università, che il 26 novembre scorso, a Milano, ha vinto – pensate – la quinta edizione del premio Gaetano Marzotto, nella sezione principale “Premio per l’impresa”.
I giovani fondatori di questa startup ferrarese, che la Camera di commercio premierà il prossimo mese di marzo, hanno ideato dispositivi in grado di rivelare l’insorgenza di formazioni tumorali sui pazienti attraverso l’esame delle variazioni chimiche che possono caratterizzare i gas emessi dal corpo umano. Una innovazione rivoluzionaria rispetto ai test attualmente in uso, solitamente basati su un’analisi di tracce organiche prelevate dai pazienti. Un’affermazione, quella di Scent, che mi auguro possa stimolare soprattutto i più giovani, affinché conoscano e trovino rinnovate ragioni di impegno.

La competizione di oggi si chiama “Innovazione e Cambiamento”. Non può esserci innovazione senza che qualcuno un po’ folle, e forse inconsapevole, decida di correre il rischio e di investire per cambiare l’ordine delle cose. Questo individuo un po’ folle, uomo o donna, giovane o meno che sia, è l’imprenditore!
E’ inutile nasconderci dietro ad un dito e fare finta di nulla. Il nostro Paese e, più in generale, anche larghe parti dell’Europa vedono nella figura dell’imprenditore l’immagine di qualcuno che persegue il suo interesse personale anche a discapito della collettività.
Manca, ahimè, una cultura a favore dell’impresa, ed il Rapporto 2015 della Banca mondiale lo dimostra:
• l’Italia si posiziona al 56° posto per la facilità di fare impresa, schiacciata dal peso della burocrazia e delle tasse: il nostro total tax rate è del 64,5%, contro una media dell’area euro del 44,2%;
• un italiano che voglia fondare un’impresa impiega 10 giorni contro la mezza giornata necessaria per una sola procedura in Nuova Zelanda. E ancora:
• il costo per aprire un’impresa in Italia è di 3.783 euro contro i 93 euro della Danimarca (applicando lo stesso costo della Danimarca, potremmo risparmiare 2,7 miliardi ogni anno);
• la quota dei giovani in cerca di lavoro è la più alta d’Europa (nel 2014 il 26,2% ): una vergogna assoluta, uno spreco di capitale umano;
• solo il 5% degli imprenditori italiani ha meno di 40 anni.
Eppure, in Europa, tra il 2009 e il 2014, nonostante la crisi e un aumento della disoccupazione del 3%, le Piccole e Medie imprese hanno creato quasi 2 milioni di nuovi posti di lavoro.
L’Europa, l’Italia, la nostra comunità hanno un bisogno disperato di più imprenditori . E’ indispensabile agire nella direzione di uno sforzo di sistema per promuovere la cultura dell’imprenditorialità, specialmente tra le nuove generazioni.
Cito, a tal proposito, le parole di un importante imprenditore israeliano, Yossi Vardi: “In Israele ci sono 600.000 startup su 8 milioni di persone; da noi tutte le mamme vogliono che il loro figlio ne apra una; quando il bimbo ha sette anni gli dicono che dovrà vincere il nobel, questo fattore culturale è stato fondamentale nel nostro sviluppo”. Vi domando: è così anche in Italia?
I tempi sono maturi per riconoscere all’impresa il ruolo che merita. Per pensare “in grande” dobbiamo prima pensare “al piccolo”. Nelle ultime settimane i richiami in questo senso si sono fatti più insistenti, a reclamare le ragioni di quella che è stata definita – dalla stampa più autorevole – “l’architrave di passioni e competenze che regge alla base il sistema economico” del Paese. Quei sei milioni di produttori “invisibili” che tengono insieme – attraverso una fittissima rete di rapporti – il tessuto non solo economico, ma anche sociale dell’Italia.
Dobbiamo diventare uno Stato che fa il tifo per chi fa impresa e nel quale tutti siano promotori di questa finalità: startup nation dovrà essere un vero e proprio piano nazionale per mobilitare e attrarre nuovi investimenti, persone e competenze nel Paese.
Servono maggiori investimenti in ricerca e sviluppo, maggiori incentivi nei confronti delle imprese innovatrici, servono strumenti finanziari specifici per finanziare nuove startup e giovani talenti. Servono partnership pubblico-privato efficaci, legami tra università e impresa più stabili, attenzione al mercato del lavoro, potenziamento qualitativo dell’istruzione. Sono queste, a mio parere, le chiavi per avviare una nuova fase di crescita.
Se il federalismo sarà il banco di prova più importante dei prossimi decenni del Paese, allora deve essere il federalismo che serve alle imprese. Quel federalismo fatto di responsabilità nella solidarietà, di valorizzazione delle eccellenze per metterle al servizio di tutti. Non quello che moltiplica le normative, che ricostruisce a livello locale burocrazie antiquate, che frammenta anziché unire i mercati.
Dobbiamo fare avanzare il Paese alla stessa velocità, sospingendo la nave più lenta, non rallentando quella che guida il convoglio!
Veniamo dalla crisi economica più grave e lunga dopo la Seconda guerra mondiale. Una crisi che ha causato ferite profonde, allargato le disuguaglianze, rallentato la mobilità sociale. Ora, tuttavia, registriamo segnali di ripresa, che rappresentano una sfida oltre che una opportunità per troppo tempo attesa.
E’ l’intero sistema Paese, non solo un suo segmento o la sua élite, che deve compiere il salto in avanti. Dalla crisi – penso sia ormai evidente a tutti – non usciremo riproducendo le condizioni di prima. L’orologio non può tornare indietro!
Con la stessa forza con cui si è abbattuta sulle economie di tutto il mondo, la crisi ha però riportato all’attenzione l’importanza dei valori “tangibili” per lo sviluppo: la produzione dei beni e le regole che ne governano lo scambio. Questa ritrovata consapevolezza – unita all’esercizio della responsabilità – è la risorsa più preziosa su cui possiamo contare per recuperare quel bene insostituibile che è alla base di ogni prospera convivenza: la fiducia.
Un obiettivo possibile solo se tutti insieme, nessuno escluso, riusciremo a condividere la visione di una società diversa, più rispettosa dei sacrifici delle persone, più giusta verso chi si impegna ad osservare le sue regole, più ricca di opportunità per chi ne fa parte. L’esperienza di chi fa impresa sa da sempre che i grandi sconvolgimenti sono anche momenti in cui si aprono le più grandi opportunità.
Tuteleremo il nostro modello sociale, i nostri valori, la coesione che riteniamo indispensabile, soltanto se saremo capaci di migliorarci, di essere al tempo stesso più competitivi e più solidali, se avremo la forza di crescere nelle conoscenze, di diffonderle, di creare lavoro, di premiare i giovani, il merito, le eccellenze, e insieme di allargare le opportunità (amici, è il senso della giornata di oggi).
Talvolta la polemica offusca la visione del bene comune. Non si tratta di negare la competizione tra idee e interessi diversi, né il confronto dialettico. E’ necessario che il pluralismo si esprima e che la democrazia sia viva. Ma dobbiamo anche allenarci a riconoscere gli obiettivi da condividere e le necessarie convergenze. Perché così saremo tutti più forti. E saranno più credibili il Paese e le sue istituzioni.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di ritrovare certezze e un futuro da condividere. C’è bisogno di riaffermare un insieme di valori che sia comune a tutti. Valori senza i quali non può esistere una identità collettiva utile a costruire un nuovo Paese: l’Italia di domani.
Voi, premiate e premiati di oggi, ne siete ricchi e lo dimostrate ogni giorno: capacità ed impegno personale, amore per l’arte e la cultura; forte desiderio di conoscenza; etica imprenditoriale e responsabilità sociale; solidarietà, altruismo e generosità sono i vostri tratti distintivi. Siamo orgogliosi di voi.
In questa direzione, nella Vostra direzione, faremo in modo si muoverà la “futura” Camera di commercio, aprendo nuove strade, allargando gli argini, investendo nella formazione e nei saperi, dicendo la sua dove ci sarà bisogno di lei!
E ci muoveremo con le caratteristiche degli imprenditori:
• con perseveranza;
• con passione sconfinata;
• con generosità;
• vedendo opportunità dove altri non le vedono;
• attivando e motivando talenti.
Oggi, le Camere di commercio sono chiamate a cambiare. Lo stiamo già facendo – con impegno e tempestività ma non senza sacrifici – tagliando i costi, facendo economie di scala, qualificando la spesa. Perché vogliamo fare meglio ed essere ancora più utili alle imprese.
Per questo, abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento una riforma in tempi rapidi, che dia certezze sulla mission e sulle risorse del sistema camerale, valorizzando appieno la ricchezza dei territori attraverso Camere di commercio sane sotto il profilo finanziario, forti ed efficienti dal punto di vista organizzativo, efficaci nelle loro azioni. Che è poi il nostro modo di affermare un principio di cittadinanza economica e, quindi, di pari dignità e pari opportunità di tutte le imprese di fronte al mercato.
Perchè Noi apparteniamo alle imprese. Nessun’altro può indicarci le priorità da seguire. E’ questa la nostra forza. E’ questo il patrimonio che abbiamo il dovere di custodire gelosamente!
E a proposito di coraggio, di intraprendenza e di innovazione, Papa Francesco ha detto, di fronte al Parlamento europeo e al mondo intero: “E’ giunta l’ora di costruire insieme l’Europa che abbraccia con coraggio il suo passato e guarda con fiducia il futuro per vivere pienamente e con speranza il suo presente. E’ giunto il momento di abbandonare l’idea di un’Europa impaurita e piegata su sé stessa per suscitare e promuovere l’Europa protagonista, portatrice di scienza, di arte, di musica e di valori umani”.
Le difficoltà poste sul nostro cammino rendono, infatti, sempre più evidente che nessun Paese europeo può risolvere da solo i problemi posti dalle crisi economiche, così come quelli delle minacce del terrorismo internazionale e dagli inediti, epocali flussi migratori. Lo sanno bene gli imprenditori, a confronto con uno scenario sempre più concorrenziale su scala globale, che richiede il sostegno di istituzioni, regole e scelte politiche a livello continentale.
Progettare il futuro, a partire dalle difficoltà e dalle sfide che stiamo vivendo, è la strada per governare bene anche il presente, con i suoi problemi cosi gravi. Come amava ricordare Jean Monnet: ”Non possiamo fermarci quando il mondo intero è in movimento”.
Un grande allenatore di tanto tempo fa, prima di andare in campo, ricordava ai suoi uomini una verità dello sport come della vita: “Chi non dà tutto, non dà niente”. Ecco, da padrone di casa di questa nostra Giornata di festa voglio fare mio questo appello. Chi vuole essere generoso verso il futuro deve cominciare a dare tutto al presente!
A noi tutti, dunque, l’augurio di mantenere questo spirito, capaci di ricollocare i Vostri valori ed il Vostro esempio nelle condizioni nuove che la storia ci consegna.

Direzione Provinciale Legacoop: rilancio del territorio e fusione con Modena

da: Ufficio Stampa Legacoop Ferrara

“Il ruolo della cooperazione può contribuire al rilancio dei territori e delle comunità, in una fase in cui la nostra provincia continua a mostrare indicatori economici peggiori di quelli regionali; situazione purtroppo aggravata dalla crisi della Cassa di Risparmio”. Con queste parole Andrea Benini, presidente di Legacoop Ferrara, ha aperto la Direzione provinciale di Legacoop che si è svolta ieri (venerdì 11) presso la sede della cooperativa Copma. Per l’occasione è intervenuto Lauro Lugli, Presidente di Legacoop Modena, con cui Legacoop Ferrara si appresta alla fusione. I due Presidenti, nella fase attuale di grande trasformazione, dichiarano di voler “portare a compimento entro i primi mesi del prossimo anno quanto deciso al congresso, per rafforzare le nostre organizzazioni attraverso le alleanze, che per noi si traducono in Legacoop Estense e, anche a livello nazionale, nell’Alleanza delle Cooperative Italiane”. Dopo la presentazione, a cura di Chiara Bertelli dell’Ufficio Promozione di Legacoop, degli scenari socio economici e dell’andamento delle cooperative ferraresi, che mostrano una sostanziale tenuta in termini di fatturato e addetti, la parola è passata ad alcuni rappresentanti delle cooperative per illustrare storie e casi di particolare rilievo. Maurizio Bonizzi di Città della Cultura Cultura della Città ha presentato le cooperativa innovativa nata a Ferrara anche grazie al progetto Coopstartup. Matteo Tomasi, presidente della cooperativa Lavanderia Girasole, ha raccontato l’esperienza dei 14 lavoratori in mobilità che hanno recentemente costituito a Comacchio un workers buyout (impresa recuperata). E’ stata infine presentata Coop Alleanza 3.0, la grande cooperativa di consumo, risultato della fusione tra Coop Estense, Coop Adriatica e Coop Consumatori Nord Est, che vedrà la luce ufficialmente il primo gennaio. A seguire, il dibattito tra i presenti e l’intervento di Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara, che ha ribadito come “l’obiettivo comune imprescindibile deve essere quello di fare buona economia: recuperare posti di lavoro e costruire percorsi innovativi per far crescere aziende che arricchiscano il nostro territorio ma riescano a competere anche altrove”. Maisto ha poi richiamato l’attenzione sui fondi che arriveranno su Idrovia, Meis, sisma e rigenerazione urbana e “consentiranno di trasformare molte aree della città con un utilizzo innovativo degli spazi, in sinergia con i privati”. Ha concluso la Direzione il Presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti che ha evidenziato il ruolo della cooperazione nella gestione delle crisi e nella promozione di nuovi progetti di sviluppo.

I prossimi appuntamenti di qualità di Apollo Cinepark, dal cinema d’animazione all’opera teatrale

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

La dolcezza dell’amicizia arriva al cinema Apollo Cinepark con due “special events”.
Sabato 12 e domenica 13 dicembre torna nelle sale di via del Carbone “Il mio vicino Totoro”, il film che più di tutti rappresenta l’immagine dello Studio Ghibli.
Un’occasione unica per riscoprire sul grande schermo, in un’edizione di alta qualità completamente rimasterizzata, un capolavoro dell’animazione senza età che ha fatto divertire ed emozionare grandi e piccoli di tutto il mondo da quando fu realizzato nel 1988.
Per gli eventi di “Apollo Arte e Cultura”, l’Apollo Cinepark propone martedì 15 dicembre alle ore 20.15, dalla Royal Opera House di Londra, il più classico dei balletti di repertorio “Lo schiaccianoci”, con le coreografie di Peter Wright ispirate alle originai di Lev Ivanov per le splendide musiche Tchaikovsky, le scenografie di Julia Trevelyan Oman e le luci di Mark Henderson.

Domenica 13 dicembre al Circolo Arci Zone K il duo “La Scapigliatura” in concerto

da: Circolo Arci Zone K

Continua l’intensa programmazione del Circolo Arci Zone K di Malborghetto di Boara (FE), con il live de LA SCAPIGLIATURA, Domenica 13 Dicembre 2015, duo di Cremona vincitore della Targa Tenco 2015 come Migliore Opera Prima.
Il progetto La Scapigliatura prende vita dalla tradizione cantautorale italiana, rivisitata con un linguaggio ironico e ricco di riferimenti al pop e – per non perdere il contatto con il movimento bohéme che li ispira – alla cultura alta, raccontando con fare cinematografico storie di pensieri e sequenze quotidiane dove le donne e le idee si intrecciano (soprattutto le donne) nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta dei due autori (Niccolò e Jacopo Bodini). L’ascolto è un viaggio musicale che dalla canzone d’autore, passa per l’elettronica francese e le atmosfere suggestive del rock nord-europeo, creando paesaggi sonori di vasti orizzonti.
Un background internazionale ed eclettico che riflette le esperienze di vita e lavoro della band: Jacopo musicista e filosofo, si esibisce sui palchi più intimi della Francia, dove sta conseguendo un dottorato di ricerca. Niccolò, di poco più giovane e studente in Giurisprudenza a Milano, è attivo da tempo nel campo dello spettacolo: ha condiviso il palco con artisti come Morgan, LeLe Battista e Violante Placido, e il microfono di Chiedo Asilo su Radio 24, trasmissione musicale di Gaetano Cappa e Marco Drago; ha collaborato con Elisabetta Sgarbi per la casa editrice Bompiani e al prestigioso festival La Milanesiana.
Apertura Circolo ore 18.00. Inizio concerto previsto per le 22.00 circa. Ingresso Up To You e riservato ai soci Arci. Info line – 346.0876998

L’INIZIATIVA
Nei racconti dei nonni il significato autentico del Natale

Guai a chi ce lo tocca! Anche quest’anno sta arrivando: non abbiamo fatto in tempo a mettere via (o ancora peggio a buttare) zucche e altre chincaglierie di Halloween che (implacabilmente) stava già arrivando: il tanto atteso Natale. Giusto il tempo del Black Friday per liberare i magazzini delle grandi catene e far posto alla merce che finirà impacchettata e spacchettata tra la notte del 24 e la mattina del 25 dicembre.
Vogliate scusare un inizio così caustico, io in realtà adoro il Natale, è la mia festa preferita, ma proprio per questo negli ultimi tempi comincia a passarmi la voglia di festeggiarlo. Di mezzo ci sarà anche la nostalgia di persone che lo rendevano ancora più speciale e che ora non ci sono più, ma ahimè forse centrano molto di più le luci di colori sempre più improbabili e accecanti; le decorazioni sempre più vistose ed eccessive; la corsa sempre più sfrenata ai regali, non importa cosa e a chi, l’importante è farli; le abbuffate sempre più ricche di cibo e povere di compagnia. Quest’anno ci si è messa anche l’ennesima strumentalizzazione politica e mediatica della ‘tradizione’ e dell’‘identità’. Ebbene sì, sto parlando delle vicende di Rozzano e del loro contraltare di Pietrasanta. Salvini che afferma “Se qualcuno ritiene di favorire i nostri bambini, negando quelle che sono le nostre tradizioni, è fuori di testa”, mentre il Presidente del Consiglio, che avrebbe ben altro di cui occuparsi in questi frangenti in tema di scuola e di altre emergenze, trova il tempo di dichiarare al Corriere della Sera: “Confronto e dialogo non vuol dire affogare le identità in un politicamente corretto indistinto e scipito. L’Italia intera, laici e cristiani, non rinuncerà mai al Natale. Con buona pace del preside di Rozzano”. Vale la pena di accennare al fatto che, è proprio il caso di dirlo, è stato fatto “molto rumore per nulla”, come hanno spiegato le insegnanti che quella scuola la vivono tutti i giorni [clicca qui per ascoltare la loro testimonianza]

Era da un po’ che pensavo a qualcosa di particolare da scrivere per questo Natale 2015 e l’idea che mi era venuta era proprio di conoscere meglio le tradizioni legate a questo periodo dell’anno, dall’Avvento all’Epifania. Di fronte a tutto quello che stava avvenendo però ho temuto il peggio: non vorrò mica diventare anche io una sentinella a difesa delle tradizioni e dell’identità italiane, naturalmente cristiane cattoliche, di fronte all’ondata relativista, multiculturalista, terzomondista, buonista e altri non meglio precisati ‘–ista’?
Poi però mi sono anche chiesta: le tradizioni e l’identità socio-culturale di cui voglio scrivere io sono le stesse di cui si riempiono la bocca lor signori? E fortunatamente la risposta è no, perché lor signori, e con loro molti altri, forse tutti quanti, probabilmente quelle usanze se le sono un po’ cucite addosso. Fin qui, sia ben chiaro, niente di male: l’importante è che allora tutti si possano cucire addosso le proprie, senza che qualcuno si arroghi di dire quale sia legittima e quale no.
A questo proposito mi è tornato in mente un famosissimo libro di Hobsbawm e Ranger, “L’invenzione della tradizione”. Nell’introduzione Hobsbawm scrive: “Scopo e caratteristica delle “tradizioni”, comprese quelle inventate, è l’immutabilità. Il passato al quale fanno riferimento, reale o inventato che sia, impone pratiche fisse (di norma formalizzate), quali appunto la ripetizione”. A questa immutabile reiterazione Hobsbawm oppone la “consuetudine”: “Non esclude a priori l’innovazione e il cambiamento, […] non può permettersi l’immutabilità” semplicemente perché nemmeno “la vita è così”.
Ecco, io mi sono occupata di consuetudini non di tradizioni, perché ho chiesto a persone nate fra gli anni Venti e la fine degli anni Quaranta di raccontarmi le tradizioni che hanno vissuto, per capire cosa è rimasto e cosa è cambiato, non un racconto statico, ma memorie di Natali che furono e che non sono più, nel bene e nel male.
Come era vissuto una volta il Natale? Qual erano i valori più sentiti? Cosa si faceva? Che cosa ci si aspettava? Sono queste le domande che ho fatto. Ed è venuto fuori che in fondo non era fatto di giorni particolari, di ricorrenze da celebrare, ma di un’atmosfera speciale, un’atmosfera di misticismo sospeso, non necessariamente cattolico in senso stretto, nel contesto del quale ogni fatto o gesto assumeva una sua pur dimessa ritualità. Era un Natale senza fronzoli ed esagerazioni fatto di piccole cose, era l’insieme di tante situazioni che capitavano una e una sola volta l’anno: le mance dei parenti e dei genitori, la messa di mezzanotte, la poesia imparata a memoria, il pranzo fatto di cibi speciali, il gioco della tombola. Era il ritrovarsi tutti assieme, era l’aria che si respirava, carica di gioia e di allegria.

Un’ultima cosa ancora: un grazie di cuore ad Anna Maria, Giorgio, Lucia, Maurizio e Teresa, che hanno voluto condividere con me i loro ricordi di Natale. Li leggerete nei prossimi giorni. A loro e a tutti voi lettori un augurio di un felice e sereno Natale.

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Appennino Tosco Emiliano Riserva Unesco, domani a Bologna la cerimonia ufficiale

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini consegneranno la pergamena al presidente del Parco Fausto Giovannelli. Appuntamento in Cappella Farnese a Palazzo d’Accursio alle ore 17

Una cerimonia aperta a tutti, per celebrare ufficialmente e festeggiare l’ingresso dell’Appennino Tosco Emiliano tra le Riserve dell’Uomo e della Biosfera Unesco. Si svolgerà domenica 13 dicembre a Bologna, in Cappella Farnese a Palazzo d’Accursio (piazza Maggiore 6) alle ore 17, quando il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini consegneranno al presidente del Parco nazionale Appennino Tosco Emiliano, Fausto Giovanelli, la pergamena che suggella il prestigioso riconoscimento ottenuto il 9 giugno scorso. Un riconoscimento duplice per l’Emilia-Romagna, perché è stato conferito anche al Delta del Po.
“Si tratta di un risultato straordinario – afferma Bonaccini – perché due aree che rappresentano il cuore del patrimonio naturale della nostra regione sono entrate a far parte delle 631 Riserve Unesco al mondo. La pergamena che consegniamo testimonia quale patrimonio di bellezza e saperi custodisca l’Appennino, e al tempo stesso è un incoraggiamento per le nuove sfide che ci attendono. L’obiettivo che vogliamo raggiungere – prosegue il presidente – è coniugare la difesa dell’ambiente, della biodiversità e delle tradizioni storiche e culturali con lo sviluppo del turismo e la crescita dell’economia di questi territori. Possiamo dire con orgoglio che con il Mab Unesco all’Appennino Tosco Emiliano e al Delta del Po abbiamo aggiunto un altro tassello per fare dell’Emilia-Romagna una regione sempre più europea”.
“Con la cerimonia di domenica – sottolinea Giovannelli – si conclude il riconoscimento e prende il via la costruzione di un piano d’azione e di una governance del progetto per cui saranno decisive la condivisione delle conoscenze, la partecipazione e la collaborazione tra soggetti pubblici e privati. La Rete mondiale dell’Uomo e della Biosfera – conclude – è sempre più attuale, perché incentrata su una sfida epocale, alla quale anche il nostro Appennino saprà offrire un contributo importante: coniugare innovazione, cultura e sviluppo sostenibile”.
Riserva Mab Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano
L’area ha una superficie di oltre 223 mila ettari (10 volte più grande del territorio del Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano) e interessa 38 Comuni nelle provincie di Reggio Emilia, Parma, Modena, Massa Carrara e Lucca, 16 dei quali fanno parte del Parco nazionale Appennino Tosco Emiliano. Vanta la presenza di un Parco nazionale e di Parchi regionali, oltre che di 64 prodotti – Dop, Igp e tradizionali – a testimonianza di un’antica e produttiva storia di civilizzazione e insediamento umano. La varietà del clima euro-mediterraneo e dei suoi paesaggi è un altro profilo d’eccellenza della vasta area territoriale che va dalla Garfagnana alle colline di Langhirano, dalle terre del Prosciutto di Parma e del Parmigiano Reggiano di montagna, di Canossa, di Bismantova, alla Lunigiana dei castelli Malaspina, degli olii, dei mieli, dei vini.
La candidatura a Riserva Mab Unesco – avviata e coordinata dal Parco nazionale Appennino Tosco Emiliano – è stata sottoscritta dalle due Regioni, Emilia-Romagna e Toscana, da 38 Comuni e rispettive Province, dalle Camere di Commercio di Parma e Reggio Emilia, Università di Modena-Reggio e Parma, Fondazione Reggio Children, Consorzi di bonifica, Istituti scolastici, Coldiretti, Cai, Legambiente, oltre che da numerose associazioni operative sul territorio e dagli stessi cittadini. Anche per questo la cerimonia di domenica è aperta a tutti e costituirà un’occasione per festeggiare il successo dell’Appennino e dare il via a progetti e iniziative di valorizzazione.

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Risorse per l’edilizia scolastica: martedì conferenza stampa con il sottosegretario Lotti, il presidente Bonaccini e l’assessore Bianchi

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il 15 dicembre alle ore 11 in Regione

Cinquantasette milioni di euro di fondi BEI (Banca europea degli investimenti) per l’edilizia scolastica dell’Emilia-Romagna nel periodo 2015/2017.
Ne parleranno nel corso della conferenza stampa in programma martedì 15 dicembre alle ore 11 il sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio Luca Lotti, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore alla Scuola Patrizio Bianchi.
L’appuntamento è nella Sala stampa della Giunta regionale, viale Aldo Moro 52 – 12° piano, Bologna-

Lunedì 14 dicembre “Note di Stelle” nel Duomo di Argenta con il supporto di Ascom Confcommercio

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Note di Stelle nella serata del 14 dicembre: risuoneranno nel Duomo di Argenta a partire dalle ore 20,30 in un iniziativa i cui proventi saranno tutti dedicati a sostenere i progetti e le iniziative parrocchiali. Un evento che vede tra i suoi promotori il Comune di Argenta, la Fondazione G.Battista Aleotti 1546 ed Ascom Confcommercio, main sponsor Emilbanca, Cashmere Global e Tpv Compound, e con il sostegno della Pro Loco, Ilma e Ferrara Incoming.
“Un concerto con il quale ribadiamo il nostro ruolo attivo in questa comunità non solo negli aspetti economici ma più in generale come promotori di eventi che sappiano valorizzare il territorio partendo dalle sue tradizioni più autentiche e radicate” spiega Tonino Natali, presidente della delegazione argentana di Ascom Confcommercio.
Dal canto suo Gianluigi Zaina come presidente della Fondazione Aleotti aggiunge: “La cultura è il motore del made in Italy e d è l’anima del territorio. Siamo vicini a queste manifestazioni che mettono al centro le eccellenze di Argenta. Un segno di coraggio e di apertura”.
Davide Urban direttore generale di Ascom aggiunge: “Il nostro è un lavoro su tutto il territorio provinciale per valorizzare con eventi e manifestazioni il commercio di vicinato ed il suo ruolo indispensabile”.
Il concerto, inserito nelle manifestazioni natalizie “GiocaArgenta” prevede un fitto programma suddiviso in due momenti con musiche di Rossini, Albinoni, Marcello, Beethoven, Vivaldi. Chiamati ad interpretare le arie della serata una pattuglia di apprezzati solisti: Silva Pozzer (soprano), Marcella Ventura (contralto), Roberto Valeriani (oboe), Maria Cleofe Miotti (mandolino), Fabio Cocchi (violino) con l’intervento dell’orchestra New Ensemble di Bologna. Due i cori coinvolti: il San Michele Arcangelo di Mezzolara (diretto dal maestro Carlo Ardizzoni) e l’Orlando di Lasso di Ospital Monacale. Maestro concertatore e direttore della serata sarà Paolo Taddia. La serata sarà ad offerta libera.

Save Concordia, un cooking show per recuperare il prezioso teatro di Portomaggiore con il supporto di Ascom

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

La cucina stellata per il teatro Concordia di Portomaggiore. Si svolgerà lunedì 14 dicembre a partire dalle ore 20,30 (negli spazi del teatro Smeraldo sempre a Portomaggiore ) un vero e proprio cooking show per raccogliere fondi per il recupero del prezioso contenitore culturale portuense.
Protagonisti ai fornelli tre chef noti ed apprezzati per competenza, passione a livelli stellari: Maria Grazia Soncini (la Capanna di Eraclio), Adalberto “Athos” Migliari (la Chiocciola) e Fabrizio Albini (cucina San Francesco – Cappuccini Resort).
La Cena – organizzata e promossa dalla locale Pro Loco, dall’Amministrazione Comunale e con il supporto di Ascom Confcommercio Ferrara – vedrà anche il concorso degli studenti dell’apprezzato istituto alberghiero “O.Vergani” di Ferrara. Il teatro Concordia, un piccolo gioiello architettonico ottocentesco, fu inaugurato nel 1844 e rimase in funzione sino al 1955: dopo gli interventi al tetto ed al ridotto ora si rende necessario ripristinare interni con una spesa complessiva stimata intorno ai 3 milioni di €uro.
Marco Ravaglia della Pro Loco spiega: “Con questa iniziativa vuol contribuire ad accendere un riflettore sul Teatro Concordia, uno dei pochi palazzi storici della nostro centro che fu luogo di cultura, intrattenimento e della vita sociale portuense a cavallo dei 2 secoli trascorsi ed è anche l’obiettivo che sta portando avanti il neonato “Comitato Pro Restauro Antico Teatro Concordia Portomaggiore”, gruppo presente anche su Facebook”.
Un invito alla società civile immediatamente raccolto da Ascom Confcommercio: “Aderiamo con immenso piacere – commenta Mauro Bondandini, presidente della delegazione territoriale portuense – come associazione crediamo che sia necessario valorizzare e restituire la piena funzionalità dei centri storici di cui il commerciante è la luce e l’anima. Questa iniziativa vuol essere un primo segnale di inizio ad un percorso lungo, complesso ed economicamente impegnativo ma che potrà restituire a Portomaggiore un luogo di importanza e rilevanza grandissime”. Un impegno che Ascom realizza su tutta la provincia “Siamo presenti – sottolinea Davide Urban, direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara – in tutta la provincia con iniziative legate all’evento del Natale e più in generale con attività sviluppate per il sostegno culturale, sociale ed economico dei centri commerciali naturali e per il recupero della tradizioni più autentiche”.
La cena – i cui proventi andranno appunto al recupero del teatro Concordia ed a favore della parrocchia di Portomaggiore – potrà essere prenotata chiamando lo 0532. 320168 oppure scrivendo info@prolocoportomaggiore.it.

L’OPINIONE
Il risveglio dell’Europa dei popoli

Si può ipotizzare una svolta in Europa? Le ultime manifestazioni di volontà popolare fanno propendere per l’ottimismo, non per questioni di orientamento politico quanto per il valore assoluto del messaggio.

Le elezioni francesi dicono che la gente quando è chiamata ad esprimersi non solo non è prevedibile ma qualche volta addirittura può sorprendere. I risultati della consultazione rappresentano la voglia di qualcosa di diverso, di nuovo, da qualunque parte possa venire perché fa più paura rimanere ancorati al “ce lo chiede l’Europa”, che oramai è un’ammissione di impotenza. Le persone, gli elettori, si scoprono stufi di dover scegliere tra partiti e idee che alla fine si dimostrano sempre uguali, destra o sinistra e peggio ancora centro-destra e centro-sinistra, che vuol dire non voler essere troppo di qualcosa ma nemmeno di qualcos’altro, quindi sostanzialmente uguali, sospesi nelle scelte e nelle responsabilità.

Forse siamo stufi di fingere di scegliere, dell’illusione del cambiamento, del fatto che cambiano le persone ma il mondo rimane lo stesso. Obama è stato migliore di Bush? Un presidente nero ha dato più stabilità al mondo di un presidente bianco? Di una cosa dobbiamo ringraziarlo però, ci ha dimostrato che il colore della pelle non c’entra niente, come del resto la Merkel ha dimostrato che le quote rosa non migliorano il mondo, quindi non è nemmeno una questione di sesso.

Anche in Francia ovviamente la politica era tristemente uguale a se stessa, ridondante, da troppo tempo. Si svaluta il lavoro in nome dell’euro e si salvano le banche a scapito dei risparmiatori e la Le Pen sarà pure di destra, estrema destra, ma cosa potrebbe fare di più terribile di quanto visto in era Hollande o Sarkozy? Cosa esattamente hanno fatto costoro per migliorare la vita dei propri elettori in termini di sicurezza, di lavoro, di benessere diffuso? Quando i partiti tradizionali tacciano di populismo una forza politica che dichiara di voler combattere le elitè o gli interessi bancari a favore della gente comune non solo è un tentativo di volerla screditare ma è anche un ammettere che temi del genere sono al di fuori della loro portata e delle loro intenzioni. E questo, forse, gli elettori lo stanno capendo.

Il Front National è contro la moneta unica ma dire di essere stanchi dello strapotere di una moneta sugli interessi reali delle persone dovrebbe essere patrimonio di tutti, invece viviamo un sistema in cui maggioranza e opposizione non accettano chi chiede di cambiare ricetta economica, di riprendersi il diritto di esercitare una politica economica indipendente e avere la visone di un cambiamento. Non vogliono accettare che qualcuno si possa essere reso conto che non si può continuamente lasciare le decisioni alle oligarchie europee su come dobbiamo vivere, cosa dobbiamo mangiare, con quale olio dobbiamo condire la nostra insalata e quali valori vogliamo abbracciare o quali bisogni soddisfare.

Anche la Danimarca, chiamata alle urne per pronunciarsi su una più stretta cooperazione nella giustizia e affari interni, ha detto di no, a dimostrazione che puntualmente quando il popolo viene chiamato ad esprimersi su più unione o più sovranità nazionale sceglie sempre la seconda. Per questo probabilmente non siamo quasi mai chiamati ad esprimerci in merito.

Ma chi è contrario all’euro o allo strapotere dell’Unione europea non è un disfattista, uno xenofobo, un becero nazionalista come viene descritto dalla solita politica in cerca di facili consensi, è semplicemente alla ricerca di qualcosa di nuovo, di rappresentanti che siano in grado di interpretare la volontà e i bisogni dei suoi cittadini.

Le persone stanno maturando, grazie purtroppo alla recessione, ai suicidi per mancanza di lavoro, agli attentati ma soprattutto alle risposte date dagli indefiniti centro – destra e sinistra. Sono costrette a prendere le decisioni che la politica non sa prendere, stretta da interessi di quella piccolissima parte della popolazione che muove i fili.

Come potrebbero far passare il Ttip se l’eurozona collassasse? Accordi del genere non avrebbero più senso, le multinazionali dovrebbero rivedere i loro piani, smettere di trattare in stanze segrete con oscuri personaggi portatori di interessi diversi da quelli delle popolazioni europee e cominciare a parlare con gli Stati europei tornati sovrani e questi a loro volta sarebbero costretti a parlarne nei parlamenti nazionali che normalmente ci deludono, ma che sono pur sempre frutto di libere elezioni e, volendo, a portata di cittadino.

La Germania dovrebbe trovare altri mercati per smistare i suoi prodotti perché in un’Europa senza costrizioni prevarrebbe il libero mercato e gli Stati riacquisterebbero le loro armi di difesa come ad esempio la valutazione corretta data dal mercato del valore delle proprie monete nazionali (leggasi svalutazione per alcuni, rivalutazione per altri).

L’insofferenza sale di fronte ai messaggi di una politica ambivalente, borderline, ogni volta che è chiamata a decidere come ad esempio nel caso migranti. Un po’ di tempo fa ci regalavano accordi contestabili con il dittatore Gheddafi, che li fermava a suo modo, oggi invece contratta con il doppiogiochista Erdogan che finge di voler entrare in Europea ma frena le ondate migratorie solo se l’Europa elargisce fondi, usa la Nato per i suoi scopi e grazie al suo scudo si permette l’abbattimento di un caccia russo.

E poi c’è il terrorismo e l’Isis. L’Europa e la Nato combattono questi fenomeni in maniera confusa, senza un piano che guardi realmente al futuro e in ordine sparso senza concludere nulla perché sono portatori di interessi diversi e rifiutano anche di coordinarsi con la Russia che si sa avere interessi diversi da quelli di Europa e Usa. Ma la gente, gli elettori, che interessi hanno? Interessa a qualcuno la loro opinione?

E sullo sfondo c’è sempre l’indirizzo politico attuato nei confronti della Grecia, della popolazione greca, un monito per tutti noi, che ci dice che in caso di bisogno nessuno ci aiuterebbe, anzi per Mario Monti quella vicenda è stata la dimostrazione che l’unione monetaria ha funzionato e anche per questo forse gli elettori cominciano a non crederci più. Per molti è stato infatti l’esempio più lampante di come gli interessi bancari e delle elitè europee possano passare sopra agli interessi delle persone, senza ritegno. Nemmeno il peggiore degli usurai sarebbe arrivato a spremere così tanto una delle sue vittime, con l’aggravante che era stata tolta la possibilità di rivolgersi alla polizia. Usura legalizzata.

In Italia succede poi una faccenda strana per certi aspetti. Il nostro leader maximo rinuncia alla sua quota bombardamenti in Siria in nome di quanto accaduto in Libia, quasi a dimostrazione che una volta tanto la storia insegna qualcosa. E mette persino in discussione le sanzioni alla Russia impedendo di fatto che esse siano prorogate in automatico per il 2016. Un tentativo forse di intercettare gli elettori più attenti anche se purtroppo per lui chi vede questo è capace di vedere anche il resto, ancor di più in un momento in cui la consapevolezza sembra crescere e l’Europa dei popoli manda segnali di risveglio.

claudiopisapiafe@gmail.com

FRA LE RIGHE
Beduschi: “La mia famiglia a fumetti per imparare a ridersi addosso”

A guardarsi bene, viene anche da ridere. Giovanni Beduschi, vignettista e disegnatore, mette in immagini il suo quotidiano condiviso con moglie e figlio piccolo. Il mondo di Gio, Cris & Ricky, Festina Lente edizioni (2015) è il tratteggio di una famiglia, l’istantanea episodica di quel che succede tutti i giorni.

Una famiglia come tante o con qualcosa di speciale?
Una famiglia in cui, credo, molti potranno riconoscersi e che riesce a ironizzare su ciò che capita, a fermare l’attenzione su frammenti da non tralasciare, sui problemi che così si possono stemperare. Uno spaccato di noi, ma anche di molti altri. Un marito che lavora, una moglie altrettanto impegnata e un bimbo di cinque anni. Ce ne sono tanti di nuclei così in cui, la famiglia rimane un punto di riferimento, soprattutto oggi.

Sua moglie come l’ha presa?
Mia moglie… cercava il principe azzurro, poi non so come sia andata a finire…

Le strisce quotidiane che riguardano la vostra famiglie sono anticipate da una collaborazione con Leonardo Pieraccioni. Come nasce questo intreccio?
Nel 1999 disegnai una storia inedita scritta da Pieraccioni che, a distanza di quindici anni, è finita nel libro. Parlando di Pieraccioni, sempre di umorismo si tratta perciò ho ritenuto opportuno che il lavoro si aprisse con questa citazione.

Perché scegliere di leggere ‘Il mondo di Gio, Cris e Ricky’?
“Perché ci può essere un modo alternativo di vedersi, che è quello del sorriso, del meno tragico di come appare, insomma, di uno sguardo diverso. E, mi creda, di questi momenti la nostra vita è piena. Basta coglierli”.

Giovanni Beduschi, cartoonist, caricaturista, vignettista, autore satirico e organizzatore di eventi umoristici, dopo il diploma di grafico pubblicitario e dopo aver vissuto per anni a Milano, per meglio dedicarsi all’umorismo ha scelto di abitare in Brianza. Collabora con vari giornali e ha al suo attivo diverse pubblicazioni tra cui: Il vangelo secondo Silvio, Codice della coppia, Re di coppia o due di picche, 5 anni di salto agli ostacoli. Ha ricevuto importanti riconoscimenti tra i quali il David per l’illustrazione, il Premio Forattini e lo Spirito diVino per la satira. Ama, con l’aiuto di alcuni amici disegnatori, raccontare le tecniche del fumetto ai ragazzi delle scuole e lo si può trovare facilmente nelle piazze italiane intento a disegnare caricature e vignette, per regalare a tutti, con garbo e ironia, una scusa per sorridere.

Umili note

Per un istante si distoglie lo sguardo dalle bancarelle affollate e dalla gente che riempie la piazza la domenica mattina, già carica di pacchi e pacchetti regalo: colpisce la musica flebile e dolce di un violinista appartato, umile e degna parvenza di quei pastori che aspettavano speranzosi la venuta del Salvatore.

Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

Giornata nazionale per la trasparenza e la lotta alla corruzione

George Orwell
George Orwell

Si tiene a Roma la giornata nazionale per la trasparenza e la lotta alla corruzione a cui parteciperanno le più importanti associazioni italiane attive su questi temi. La mattinata sarà dedicata alle associazioni e agli esperti della società civile che lavorano sul tema della trasparenza e della legalità, per approfondire e trovare punti di intesa comuni su argomenti “caldi” che vedranno a breve un intervento del Governo o del Parlamento.

Un popolo che elegge corrotti, impostori, ladri, traditori, non è vittima, è complice. (George Orwell)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

La notizia nella notizia

Buongiorno amici.
Continuiamo la nostra permanenza in estremo Oriente perché anche oggi è da qua che arrivano le vere notizie.
Premessa: non sono un giornalista.
Søren Kierkegaard, persona che stimo davvero molto, una volta scrisse:
Il giornalismo è il male del mondo moderno, e questo ci verrà rivelato con una chiarezza sempre maggiore.
La sua degenerazione verso la sofistica non conosce limiti, perché può affondare sempre più in basso nello scegliersi i lettori.

Brano: “Hong Kong Garden” di Siouxsie & The Banshees Album: “Once Upon A Time: The Singles”
Brano: “Hong Kong Garden” di Siouxsie & The Banshees
Album: “Once Upon A Time: The Singles”

E così porterà a galla quella feccia del genere umano che nessun governo o Stato riuscirà mai più a controllare.
Molto spesso lo capisco, questo mio amico immaginario.
Tuttavia sono sicurissimo che quell’amabile musone, se fosse vivo, oggi sarebbe qui con me a ridere di gusto.
Magari con una bella tazza di caffè rigorosamente amarissimo ma accompagnato da biscotti danesi gentilmente offerti da Lui, il tenero musone Søren.
Ma perché mai il tenero Søren dovrebbe ridere con un cretino come me, vi chiederete voi, gent.mi lettori?
Ma perché se sparisce un “tycoon cinese” e tu sei un giornalista (spero per te anche ben pagato) di un’agenzia di stampa come ADNkronos, puoi tu, giornalista che ti occupi della notizia, uscire con un titolo come:
“SPARITO IL TYCOON CINESE GUO GUANGCHANG: È GIALLO” ?
Per me sì eh, puoi eccome.
E ti dico anche grazie perché non ridevo così da un bel po’.
Però come ho detto prima, io non sono un giornalista.
Non ne so niente.
Comunque grazie, davvero.
Rido con poco, lo so.
Quindi per oggi, via con con questo pezzo che fu scritto come gesto di solidarietà a dei poveri cinesi.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

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