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Giorno: 19 Dicembre 2015

IL COMUNICATO
Vittoria: la giovane ballerina ferrarese potrà studiare a Milano

da: Amici della giovane promessa ferrarese della danza

Il Collegio dei Giudici del Tribunale di Roma ha revocato l’allontanamento dalla madre e il suo trasferimento in una casa-famiglia romana. L’Avvocato Miraglia: Una giustizia, che tenga conto dei sentimenti oltre che del Codice, è possibile

ROMA. La giovane promessa della danza potrà studiare a Milano e non sarà costretta a trasferirsi in una casa famiglia della Capitale, lasciando la madre a Ferrara e i suoi sogni di diventare un’importante étoile. Oggi pomeriggio, dopo sei ore di udienza e l’audizione della giovane promessa della danza e dei suoi familiari, il collegio dei giudici del tribunale di Roma, presieduto dalla dottoressa Franca Mangano, ha revocato il provvedimento di allontanamento emanato dal tribunale capitolino e disposto che la ragazzina studi a Milano, al centro di formazione Aida, e intraprenda gli studi delle lingue in un liceo milanese. Potrà quindi alloggiare in un convitto con le compagne durante la settimana e raggiungere la madre a Ferrara nei weekend.
«Una giustizia, che tenga conto dei sentimenti oltre che del Codice, è possibile» dichiara l’avocato Francesco Miraglia, legale della ragazzina «e il nostro ringraziamento va senz’altro in primis alla sensibilità e all’attenzione dimostrata dal presidente del collegio giudicante, la dottoressa Mangano, che ha saputo guardare oltre il Codice e le perizie, dando valore ai legami tra le persone e alla volontà stessa della ragazzina, i cui sogni rischiavano di infrangersi per effetto dal provvedimento di allontanamento emesso in precedenza. Da anni sostengo e mi batto quotidianamente per questo: la giustizia deve affiancare i cittadini, supportarli e aiutali e non essere calata dall’alto, con fredde imposizioni dettate dal rispetto delle regole, sì, ma che non tengano minimamente in conto dei sentimenti delle persone e dei vincoli di affetto che le uniscono».

Anbi diffonde i dati sulle disponibilità idriche del Paese

da: ufficio stampa A.N.B.I.

Francesco Vincenzi (Presidente ANBI – Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue): “Le piogge sono un fondamentale fattore da preservare al servizio del valore del territorio e dell’economia della bellezza”

All’inizio della stagione invernale, dopo un autunno straordinariamente mite, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) ha redatto un monitoraggio sullo stato delle riserve idriche del Paese: si conferma una generalizzata preoccupazione in prospettiva, pur essendo attualmente le criticità circoscritte a limitate porzione di territorio (in Sardegna, ad esempio).
“Il fatto che la carenza di precipitazioni stia penalizzando l’industria turistica montana, mentre le campagne sono fortunatamente a riposo – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – non può esimerci da una riflessione su quanto si sta registrando, indicando anche un aumento del rischio idrogeologico, causato dall’anomalo andamento meteo, che inaridisce i terreni, riducendone la capacità di assorbimento in caso di forti piogge. La perdurante assenza di precipitazioni anche nevose è altresì preoccupante in prospettiva, perchè non si stanno ricaricando le falde e si stanno abbassando i livelli dei bacini idrici. Il paradosso è proprio questo: alla vigilia del 2016, come gli sciamani, siamo ancora costretti a sperare nella clemenza di Giove Pluvio sia nella quantità che nelle modalità delle piogge, che auspichiamo venire.”
Un recente studio di Prometeia ha indicato in 240 miliardi il valore dell’“economia della bellezza” nel nostro Paese, pari al 16,5% del Prodotto Interno Lordo.
“Il termine bellezza – prosegue il Presidente di ANBI – qui va inteso in senso lato: dal patrimonio artistico alle buone pratiche, ma di certo il territorio ne è fattore protagonista così come il made in Italy agroalimentare, che per l’84% dipende dall’irrigazione, per la quale gli enti consortili distribuiscono annualmente circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua con fini anche ambientali e di tutela del paesaggio; entrambi sono quindi elementi strettamente legati alla disponibilità, nonché alla corretta gestione della risorsa idrica oggi in deficit di approvvigionamento. I Consorzi di bonifica, grazie all’utilizzo del sistema “Irriframe”, hanno risparmiato, in un anno, 500 milioni di metri cubi d’acqua ma, in questo momento, tornano alla mente le grandi quantità di pioggia che, nei mesi scorsi, invece di essere una risorsa da immagazzinare, si sono rivelate un dramma per i territori e le loro popolazioni. Torniamo quindi a ribadire – conclude Vincenzi – la necessità di un Piano Nazionale degli Invasi, capaci di trattenere le acque in eccesso da utilizzare nei periodi di magra, evitando al contempo fenomeni alluvionali sui centri abitati. Sarebbe questa la testimonianza di un Paese, che opera concretamente per il proprio futuro, non limitandosi a vivere, scrutando il cielo: dal gran lavoro della Struttura di Missione #italiasicura si deve passare a #italiavirtuosa.”

Teatro in carcere: “recito, dunque so(g)no”, primo seminario di formazione rivolto al personale penitenziario

da: ufficio stampa Balamòs Teatro

“Recito, dunque so(g)no”. Primo seminario di formazione rivolto al personale penitenziario, il 21 dicembre 2015 all’ISSP di Roma

Il prossimo 21 Dicembre è prevista la realizzazione presso l’Istituto Superiore di Studi Penitenziari di un seminario di formazione sul tema del teatro in carcere, organizzato in collaborazione col Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere.
L’evento denominato “Recito, dunque so(g)no”, vede la partecipazione di numerose personalità del mondo accademico, coordinate dal prof. Vito Minoia, docente di Storia del Teatro all’Università degli Studi di Urbino e dei rappresentanti dell’Amministrazione Penitenziaria, come descritto nel programma che si allega.
L’attività prevista nell’ambito del seminario è rivolta agli operatori penitenziari del Comparto Ministeri e di Polizia Penitenziaria impegnati nell’area trattamentale degli istituti che seguono nello specifico le attività teatrali. Gli Istituti individuati per partecipare a questo primo seminario di formazione sono ubicati nelle regioni Lazio, Marche, Toscana e Umbria.
Al seminario partecipa anche Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale, responsabile del progetto teatrale “Passi Sospesi” di Balamòs Teatro negli Istituti Penitenziari di Venezia, in qualità di relatore sul tema “Le vie della formazione interculturale”.
Di seguito il programma completo:
Lunedì 21 dicembre 2015, Sede ISSP, Via Giuseppe Barellai 140 – 00135 Roma
Recito, dunque so(g)no
Primo seminario di formazione rivolto al personale penitenziario
a cura dell’ISSP – Istituto Superiore di Studi Penitenziari
in collaborazione con il CNTiC – Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere
nell’ambito del progetto Nazionale di Teatro in Carcere “Destini incrociati”
ore 10.00 -10.45
Prima sessione: lo sguardo istituzionale
(interventi di Massimo De Pascalis, Marzia Fratini, Mauro Palma)
ore 10.45 -11.30
Seconda sessione: storia, metodologie e prospettive formative
(interventi di Vito Minoia, Gianfranco Pedullà, Valeria Ottolenghi, Ivana Conte)
ore 11.30- 12.00
Terza sessione: il vissuto raccontato in prima persona
(interventi di Fabio Cavalli e Giancarlo Porcacchia)
ore 12.00-12.30
Quarta sessione: Un posto attivo nel territorio
Intervento di Enrichetta Vilella e video a cura di Maria Celeste Taliani
sulla seconda edizione della Rassegna “Destini incrociati” (Pesaro, 11-12-13 dicembre 2015)
Pausa pranzo
ore 14.30 – 15.00
Quinta sessione: la verità della scena
Spettacolo a cura della compagnia penitenziaria di Civitavecchia
diretta da Ludovica Andò (Compagnia Sangue Giusto)
ore 15.00-15.45
Sesta sessione: teatro ed emergenza educativa
(interventi di Valentina Venturini, Carmelo Cantone, Marta Costantino)
ore 15.45 – 16.30
Settima sessione: la vie della formazione interculturale
(interventi di un referente di Teatro Necessario, Massimo Di Bisceglie, Michalis Traitsis)
Ore 16.30 – 17.00
Conclusioni e progetti futuri in seno al Protocollo d’Intesa
De Pascalis (DAP), Minoia (CNTiC), Venturini (Università RomaTre)
RELATORI
1) Massimo Di Bisceglie, Comandante di Polizia penitenziaria, Casa Circondariale di Genova Marassi, promotore di programmi di formazione attraverso il teatro per gli agenti del proprio istituto.
2) Marta Costantino, esperto in ambito penitenziario, ex direttrice della Casa di Reclusione di Saluzzo (Cuneo), Nel 2009 un documentario della tv fiamminga dal titolo “Inside/Out” (Diritto/Rovescio, regia di Maria Tarantino) la ritrae in stretta relazione con le attività teatrali della Compagnia “Voci Erranti” nel proprio istituto.
3) Enrichetta Vilella, responsabile di area educativa nella Casa Circondariale di Pesaro, dove nel 2002 ha contributo ad avviare una sperimentazione – tuttora in corso – con l’associazione teatrale Aenigma all’Università di Urbino.
4) Carmelo Cantone, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Toscana, attivo nel sostenere le attività di teatro in carcere (a Padova, a Roma, in Toscana).
5) Massimo De Pascalis, Vice Capo dell’Amministrazione Penitenziaria, già direttore dell’Istituto Superiore di Studi Penitenziari.
6) Marzia Fratini, responsabile delle “Attività trattamentali” per l’Ufficio Osservazione e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.
7) Mauro Palma, Presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale del Consiglio d’Europa, Coordinatore del tavolo n. 9 (Istruzione, Cultura e Sport) degli Stati Generali per l’Esecuzione Penale.
8) Gianfranco Pedullà, regista teatrale per il Teatro popolare d’arte di Firenze che da oltre 25 anni opera negli istituti penitenziari della Toscana (Arezzo, Prato, Pistoia), Coordinatore del Gruppo di lavoro sulla “Formazione” del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere.
9) Valeria Ottolenghi, critico teatrale (membro del direttivo Associazione Nazionale Critici di Teatro ), componente del gruppo di progettazione triennale (2015-2017) del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere e della direzione artistica delle Rassegne “Destini Incrociati” ( Firenze 2012 e Pesaro 2015).
10) Ivana Conte, responsabile teatro sociale e formazione dell’associazione nazionale AGITA (Associazione per la promozione e la ricerca della cultura teatrale nella scuola e nel sociale), componente del gruppo di progettazione triennale (2015-2017) del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere e della direzione artistica della Rassegna “Destini Incrociati” (Pesaro 2015)
11) Valentina Venturini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo all’Università Roma Tre, componente del tavolo n. 9 (Istruzione, Cultura e Sport) degli Stati Generali per l’Esecuzione Penale.
12) Fabio Cavalli, regista teatrale condirettore insieme a Laura Andreini Salerno del Centro Studi Enrico Maria Salerno – Teatro La Ribalta operante nell’Istituto di Rebibbia Nuovo Complesso, co sceneggiatore del film “Cesare deve morire” (regia di Paolo e Vittorio Taviani) invitato a far parte per la sue competenze del tavolo n. 9 (Istruzione, Cultura e Sport) degli Stati Generali per l’Esecuzione Penale
13) Vito Minoia, studioso di Teatro educativo inclusivo all’Università degli studi di Urbino, presidente del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, direttore dell’associazione teatrale Aenigma all’Università di Urbino e della Rivista europea “Catarsi-Teatri delle diversità”.
14) Un referente di Teatro Necessario, compagnia promotrice del progetto “Scatenati” alla Casa Circondariale di Genova-Marassi e dell’edificazione del Teatro dell’Arca all’interno delle mura dello stesso istituto.
15) Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro, conduttore dei laboratori teatrali al Centro Teatro Universitario di Ferrara, direttore del progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, coordinatore degli incontri su Teatro in Carcere al Festival della Rivista “Internazionale” a Ferrara.
16) Giancarlo Porcacchia, attore ex detenuto, oggi collaboratore alle attività esterne del Centro Studi Enrico Maria Salerno – Teatro La Ribalta.
17) Maria Celeste Taliani, videomaker, da 12 anni specializzata nella produzione di documentazioni filmiche in istituti penitenziari italiani.

Lunedì 21 dicembre al Jazz Club Ferrara ultimo appuntamento del Monday Night Raw 2015 con il Filippo Vignato Trio in concerto

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

E’ il Filippo Vignato Trio a firmare – lunedì 21 dicembre – l’ultimo appuntamento 2015 di Monday Night Raw. La formazione del giovane trombonista italiano è completata da Yannick Lestra al piano elettrico e Attyla Gýarfás alla batteria. Ad impreziosire la serata è il consueto aperitivo a buffet accompagnato dalla raffinata selezione musicale di Andreino Dj. Segue il concerto l’infuocata jam session.

E’ il Filippo Vignato Trio a firmare – lunedì 21 dicembre ore 21.30 – l’ultimo appuntamento 2015 di Monday Night Raw. Un progetto recentissimo quello formato a Parigi nel novembre 2014 dal giovane trombonista italiano che, assieme al pianista francese Yannick Lestra e al batterista ungherese Attila Gýarfás, presenta un universo sonoro dove acustico ed elettrico si fondono e sovrappongono, dove la sensibilità improvvisativa dei tre ridefinisce in tempo reale la narrazione musicale, mai uguale a se stessa ed in continuo divenire. Spingendosi di continuo verso l’inaspettato e l’imprevedible, i componenti agiscono collettivamente in un disinvolto dialogo tra jazz contemporaneo, rock e improvvisazione radicale.
Vicentino, classe 1987, Filippo Vignato inizia lo studio del trombone a dieci anni per diplomarsi a pieni voti presso il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara. Dopo aver trascorso dieci mesi ad Amsterdam sotto la guida del leggendario trombonista Bart Van Lier, risiede temporaneamente a Parigi per una residenza artistica presso la Cité Internationale des Arts. Immaginifico compositore e arrangiatore, oltreché musicista, Vignato fa parte di svariati progetti che vanno dal jazz alle musiche improvvisate (è nella Rebel Band di Giovanni Guidi), dalla musica contemporanea alla musica etnica, collaborando con alcune tra le più importanti personalità della scena jazzistica e dell’avanguardia italiana. Ad impreziosire la serata è il consueto aperitivo a buffet accompagnato dalla raffinata selezione musicale di Andreino Dj. Segue il concerto l’infuocata jam session. Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Durante la consueta pausa del Jazz Club Ferrara, la formula concerto + jam session si trasferirà di nuovo in centro storico, presso il Clandestino di via Ragno, con una Downtown Tower Winter Edition. Quattro concerti a ingresso gratuito, per ben quattro lunedì consecutivi. Ecco gli appuntamenti da non perdere: Carlo Atti Superbalance Quartet (28/12), The Flying Padres (04/01), Rope (11/01) e Daniele Santimone Trio (18/01). Info su www.jazzclubferrara.com
INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.
DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.
COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15
Non si accettano pagamenti POS
Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto 21.30
Jam Session 23.00
DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini
UFFICIO STAMPA
Eleonora Sole Travagli
e-mail: solejazzclubferrara@gmail.com
cell. + 39 339 6116217

movimento5stelle

Crac banche, la proposta del M5S: “Fondo regionale per sostenere i ricorsi dei cittadini truffati”

da: Ufficio Stampa M5S Emilia-Romagna

Lunedì prossimo verrà presentato un emendamento al bilancio regionale per la creazione di un fondo di 300mila euro: “La Regione ha il dovere offrire supporto tecnico e legale a chi rischia di perdere i risparmi di una vita”. Chiesta anche l’apertura di un Osservatorio regionale sul caso.

Un fondo per sostenere le vittime del crac delle banche: è quello che il gruppo regionale del M5S proporrà di inserire all’interno del bilancio regionale che andrà in discussione lunedì 21 dicembre attraverso la presentazione di un apposito emendamento. “L’Emilia-Romagna è stata duramente colpita dal fallimento di Carife e di altre banche insediate in regioni storicamente feudi del PD (come Banca Etruria in Toscana e Banca Marche). Noi pensiamo che la politica nazionale ed europea che salva le banche ed il management, ma lascia a piedi i risparmiatori, debba essere completamente modificata, anzi invertita – spiegano Andrea Bertani e Raffaella Sensoli, consiglieri regionali del M5S – Ed è per questo che stanno lavorando i nostri parlamentari sia a Roma che a Bruxelles. Noi dobbiamo operare con gli strumenti e con le azioni possibili a livello regionale, stando a fianco delle vittime di fallimenti prodotti per incapacità dei gruppi dirigenti che si sono tradotti in tragedie per molte persone, intere famiglie e per pensionati che hanno perso, o rischiano di farlo, i risparmi di una vita. Soggetti deboli da aiutare nella fase di arbitrato e nel confronto con chi ha il potere di schiacciarli e di vedere negati i propri diritti”. “Per questo – aggiungono i due consiglieri – abbiamo preparato un emendamento al bilancio regionale che sarà discusso lunedì 21 dicembre per mettere a disposizione di tutti i possessori di obbligazioni di Carife, Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti misure di supporto agli arbitrati ed alla complessa fase che si apre ora: 300.000 euro subito per l’assistenza legale, il supporto tecnico e la consulenza degli uffici regionali per accompagnare le vittime del crac e del Salvabanche nelle fasi di conciliazione. Il tutto da rendere operativo entro gennaio, assieme a un Osservatorio straordinario regionale per seguire quotidianamente questa vicenda. In più come M5S sosteniamo la raccolta firme del Codacons per l’azione collettiva che stanno preparando”.

E’ nata oggi la Pro Loco Città di Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

È stata presentata ufficialmente questa mattina al Piano Nobile di Palazzo Bellini, alla presenza del Sindaco Marco Fabbri, dell’Assessore al Turismo Sergio Provasi, del Presidente Unpli Ferrara Enzo Barboni, di Don Paolo Cavallari e delle Pro Loco di Goro, Mesola, Codigoro, Lagosanto e Voghiera, la Pro Loco “Città di Comacchio”. L’associazione è la trentatreesima della Provincia di Ferrara e, come da statuto firmato dal Presidente Roberto Farinelli e dai soci Antonio Cinti, Silvia Benedetti, Enrica Manes e Luca Boccacini, avrà come finalità la promozione della storia, della cultura e delle tradizioni comacchiesi.
“La nascita di un’associazione come questa è un altro segno del valore intrinseco del nostro territorio e di quanta collaborazione ci sia tra l’Amministrazione Comunale e la società civile – ha spiegato entusiasta l’Assessore Provasi – il fatto che sia un’iniziativa arrivata da cittadini comacchiesi è sintomo di quante risorse umane importanti abbia Comacchio e di quanto ogni contributo sia fondamentale per tutto il territorio”.
“Per Comacchio oggi è una data storica – ha dichiarato il neo Presidente della Pro Loco, Roberto Farinelli – crediamo che abbia ancora tanto da offrire e quello che vogliamo fare è lavorare a contatto con l’Amministrazione comunale, con le scuole, con i musei e con le altre associazioni, cercando di promuovere la nostra Città il più possibile. Ecco perché il nostro logo non rappresenta solo i Trepponti, ma lo skyline di tutta Comacchio”.
“Per quanto riguarda i progetti e gli obiettivi che intendiamo raggiungere – ha continuato Farinelli – sono da ricercare nel turismo, nell’ambiente, nella divulgazione e fruizione della cultura e nella valorizzazione e conservazione del territorio, del patrimonio archeologico e monumentale e delle tradizioni storiche millenarie di Comacchio”.
“Auguro a questi ragazzi di fare un buon lavoro – ha commentato nel suo intrevento conclusivo il Sindaco Marco Fabbri – la Pro Loco ‘Città di Comacchio’ si inserisce in un sistema ben rodato di associazionismo in cui sicuramente saprà integrarsi. La capacità del nostro territorio di fare squadra si è dimostrata in questi anni fondamentale e le sfide per questa nuova associazione di certo non mancano: dall’apertura del nuovo museo, alla riattivazione della Salina di Comacchio, fino al proseguimento degli scavi archeologici a Santa Maria in Padovetere e Valle Pega”.

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Bologna, la solidarietà di Bonaccini al procuratore aggiunto Giovannini

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Il presidente della Regione: “Minacciare una istituzione, equivale a minacciare la convivenza civile e democratica della società nel suo insieme”

«Siamo tutti chiamati a difendere sempre la legalità. Minacciare una istituzione, o chi la rappresenta, equivale a minacciare la convivenza civile e democratica della società nel suo insieme. Sono episodi che non vanno mai sottovalutati». Così il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in merito alla telefonata con minacce di morte rivolta al procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini.
«Non va abbassata mai la guardia, poiché l’uso della violenza e delle minacce hanno fatto conoscere a questo Paese troppe dolorose e tragiche pagine. Al procuratore Giovannini – conclude Bonaccini – va la mia piena solidarietà».

Incontro col già deputato e vice ministro Ugo Intini per parlare di socialismo

da: PSI Ferrara

Intini e il futuro del Socialismo in Italia

«C’è bisogno di socialismo. A rivelarlo è la crisi economica e politica dell’ultimo ventennio. Siamo un Paese per molti aspetti arretrato, e questo succede perché non c’è un socialismo forte. Siamo stati grandi anticipatori, a cominciare dalle lotte fatte sul fronte dei diritti. Lo spazio per tornare protagonisti, in Italia e in Europa, c’è. Soprattutto oggi che i partiti nazionalisti fanno leva sulla paura del terrorismo per affermare che l’Europa è un ‘male’. Un ‘male’ è pensare che si possa fare a meno dell’Europa». Così Ugo Intini, giornalista, già deputato, portavoce del partito, sottosegretario agli Esteri nel Governo Amato, Viceministro degli Esteri nel Governo Prodi, venerdì sera al Duca d’Este, dove dialogando con la giornalista Camilla Ghedini ha presentato il suo ultimo libro Avanti! Un giornale un’epoca (Pone Sisto Editore), ricostruzione dell’Italia attraverso le pagine di un giornale (da lui diretto dal 1981-1988) cha fatto la storia del Paese, dal 1896 al 1993, contribuendo addirittura ad alfabetizzarlo. E l’evento, introdotto dalla neo segretaria provinciale, Rita Cinti Luciani, è stato occasione per riflettere su una politica «i cui leader adeguano programmi e parole ai sondaggi – ha rimarcato Intini – e in cui a livello dirigenziale è venuto meno il requisito del merito. Per noi non è mai stato così». Parole accolte in maniera propositiva da Cinti Luciani, che ha confermato «l’importanza della formazione, umana e istituzionale» e da Leonardo Uba, giovane segretario comunale dello Psi. «Io sono orgogliosamente socialista. Perché nella mia generazione c’è voglia di conoscere e fare. La questione anagrafica non ci toglie nulla, anzi. Abbiamo alle spalle una storia importante che ci consente di guardare al futuro con fierezza e solidità».

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Pasta Barilla – Compie dieci anni l’accordo per la fornitura di grano duro alta qualità dell’Emilia-Romagna

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Al via il rinnovo per la campagna cerealicola 2015-2016. Presentazione martedì 22 dicembre alle ore 11 a Bologna

Compie dieci anni l’accordo per la fornitura a Barilla di grano duro alta qualità dell’Emilia-Romagna. Martedì 22 dicembre alle ore 11 presso la sede della Regione, che è promotrice dell’intesa, verrà firmato il rinnovo valido per la campagna cerealicola 2015-2016.
L’appuntamento è presso la sala stampa della Giunta regionale (Bologna, viale Aldo Moro, 52 – 12° piano). L’incontro con i giornalisti sarà l’occasione per illustrare le novità di un accordo che coinvolge tutta la filiera, “dalla terra alla tavola”, di un prodotto simbolo del made in Italy quale la pasta e che negli anni ha garantito qualità e redditività.
Interverranno Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura, Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti Gruppo Barilla, i rappresentanti della Società Produttori Sementi, Op Grandi colture italiane, Op Cerali, CeralCap, Capa Ferrara Op.

IN PELLICOLA
L’erba in fumo, creative soluzioni anticrisi

erba%20di%20graceRitrovarsi, vedova, alla soglia della mezza età (nel mezzo del cammin di nostra vita), in un bel borgo della fiorita, tranquilla e idilliaca Cornovaglia (Port Isaac) ma senza un soldo, perché il marito ha lasciato un vuoto finanziario enorme. Ritrovarsi a dover gestire problemi mai visti prima, con le normali e semplici abitudini quotidiane sconvolte, ritmate da gesti semplici che intrecciano chiacchierate con le amiche e the delle cinque con tanto di pasticcini e torte.

Questo accade a Grace Trevethyn (Brenda Blethyn), che di colpo si ritrova sola, senza aver mai lavorato, abbandonata e sull’orlo di una crisi di nervi perché potrebbe essere costretta a vendere tutto, la grande casa di una vita, con il suo giardino fiorito di cui si prende cura con amore da sempre. Un marito, John, che si è probabilmente suicidato gettandosi da un aereo senza paracadute e che, per giunta (scoprirà poi), aveva pure un’amante nella grande Londra.

Traendo ispirazione dal vizio del fidato giardiniere Matthew e sapendo di poter contare sulle proprie abilità di vivaista/giardiniera e sul suo incredibile, unico e infallibile pollice verde, Grace decide di coinvolgerlo nella coltivazione idroponica di una serra di piante di marijuana per poterla poi rivendere sul mercato londinese di Notting Hill e pagare gli enormi debiti che l’affliggono. Il lavoro comincia a ritmi intensi e serrati nelle ore notturne, e in breve tempo, cresce molta materia prima. Incontri con spacciatori professionisti, avventure e disavventure. Tutto s’intreccia.

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Questa strana coppia riesce perfettamente nell’impresa della coltivazione, ma incontra problemi continui in fase di vendita. I due, in maniera davvero comica, si cacciano e si tolgono dai guai, continuamente. Il successo di Grace sarà il coronamento di questa simpatica e divertente storia, una donna che trova di nuovo l’amore nel francese Jacques Chevalier (Tchéky Karyo), un importante e buffo boss della malavita londinese con cui era entrata in affari. Dopo varie peripezie, quando torna a casa, Grace si accorge che nella serra ormai si danno tutti appuntamento, e che oltre al poliziotto locale sono in arrivo anche altri agenti di polizia. Per salvarsi non resta che bruciare tutte le piantine, i cui profumi provocano una sorta di estasi generale.

Sulla vicenda Grace decide di scrivere un libro, dopo essere convolata a nozze con lo spacciatore francese. Dentro il pub del villaggio tutti sono riuniti per vedere in televisione Grace che ritira a New York un importante premio letterario. Soldi per i debiti recuperati,allora, grazie al suo romanzo “The Joint Venture” (tradotto nella versione italiana in “Fumo di Londra”) che va a ruba in Gran Bretagna e che parla di una storia simile a quella capitata a lei. Commedia romantica deliziosamente e tipicamente inglese. Con humour unico.

Lerba%20di%20GraceL’erba di Grace, di Nigel Cole., con Leslie Phillips, Brenda Blethyn, Craig Ferguson, Martin Clunes, Tchéky Karyo, Gran Bretagna 2000, 90 mn.

LA BELLEZZA CI SALVERÀ
La luce dell’infanzia nell’arte sacra: l’età di Giotto

2. SEGUE. Il Nuovo Testamento suggerisce nei suoi vari episodi la possibilità di un atteggiamento maggiormente empatico nei confronti dei bambini.
Se nell’età classica il fanciullo era considerato un essere umano imperfetto e destinato spesso a morte prematura, nell’iconografia della Strage degli innocenti le lacrime e lo strazio delle madri evidenziano un rapporto affettivo di amore e di compassione precedentemente tenuto celato nell’intimità. Così i bambini entrano nella storia e cominciano a occupare un posto nella società in relazione alla loro età e in un mondo separato da quello degli adulti, non più oggetto inconsapevole, ma piuttosto soggetto al centro di differenti dinamiche sociali, culturali e relazionali.

Le fonti storiche visive documentano che anche in età medievale il sentimento dell’infanzia spingeva ad accordare maggiore importanza alla realtà bambina. La sua presenza nel contesto artistico era inizialmente individuabile nelle piccole dimensioni del corpo, nelle sembianze di putti alati, di angeli e cherubini perché percepiti come simbolo di purezza e innocenza. Non erano ancora raffigurazioni naturalistiche come non lo saranno le tante immagini della Madonna con il Bambino; pur tuttavia una evoluzione in senso naturalistico e sentimentale appare nell’iconografia sacra già a partire dal XIII secolo nella pittura di Giotto, negli episodi dell’infanzia di Gesù e di Maria.

Con Giotto (1267-1337), le arti visive si appropriano dell’infanzia.
Nella Cappella degli Scrovegni a Padova, il tema della Natività e della Madonna con il Bambino è ispirato dalla visione realistica dell’infanzia da un lato e dall’altro dall’idealizzazione della capacità del bambino di amare e di essere amato. I Vangeli dell’Infanzia di Luca e Matteo, che narrano le vicende della nascita di Gesù, costituiscono il nucleo delle rappresentazioni della Natività da cui Giotto trae spunto anche per ricostruire l’ambiente di contorno. Di fatto l’icona del sacro neonato testimonia più l’immaginario del mondo adulto che l’universo infantile; pur tuttavia, tracce di un nuovo modo di rapportarsi con l’infanzia sono evidenti nel realismo con cui spesso sono documentati i segni infantili, le modalità di accudimento, l’espressività dei volti, l’anatomia e la gestualità del bambino.

Giotto, Natività. Padova, Cappella degli Scrovegni
Giotto, Natività. Padova, Cappella degli Scrovegni

Nella Nascita di Maria nella parete nord della Cappella degli Scrovegni a Padova (1303-1304), la madre Anna seduta sul letto riceve dalle mani della levatrice un fagottino tutto fasciato: è Maria completamente avvolta da leggere bende di lino per proteggere la fragilità del suo corpo appena nato, secondo norme di puericultura in uso all’epoca e che si tramanderanno per secoli.
La rappresentazione della cura della neonata lavata ai piedi del letto già vuole significare che il bambino inizia ad essere percepito come un bene prezioso da difendere e da proteggere.

Giotto, Natività. Padova, Cappella degli Scrovegni
Giotto, Natività. Padova, Cappella degli Scrovegni

Anche la Nascita di Gesù viene narrata nei più piccoli particolari quasi fosse un avvenimento appena accaduto, partendo dall’intensità umana del gesto di accoglienza con cui la madre riceve tra le sue braccia il bambino. Nel volto della madre si colgono anche l’attenzione e la concentrazione permeata d’amore e di ansia a premonizione del futuro sacrificio. Il bel profilo di Maria, forse il profilo più dolce di donna mai dipinto, suggerisce un racconto visivo fortemente mistico.
Il culto di Gesù Bambino diventa così simbolo dei sentimenti riguardanti l’infanzia e oggetto privilegiato di devozione ma anche di amore umano. La riduzione di Gesù a neonato veicola in Giotto quei sentimenti di tenerezza suscitati dallo stato infantile nei primissimi anni, permettendo l’umanizzazione del Salvatore.

2.CONTINUA

LA LETTURA
Marinetti e “L’aeropoema di Gesù”: una possibile sintesi fra scienza e fede

L’ultima opera di Marinetti, scritta nel 1944 alla fine della seconda guerra mondiale e poco prima della scomparsa del fondatore del futurismo, è “L’Aeropoema di Gesù”, edita postuma a cura di Claudia Salaris da Editori del Grifo soltanto nel 1991. Si tratta di un lavoro sorprendente, vista la storia iconoclastica e anticlericale di Marinetti, più noto in tal senso il suo “L’Aeroplano del Papa”, già ampiamente discusso negli anni scorsi.

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La copertina di “L’Aeropoema di Gesù”

L’analisi più creativa e più recente, a cui facciamo riferimento anche qui, è quella di Luigi Tallarico nella presentazione a Roma di “Marinetti 70. Sintesi della critica futurista” (a cura di Antonio Saccoccio e Roberto Guerra, Armando editore). Tallarico, 90 anni, di Roma, storico e critico d’arte, è tra i principali esperti del Futurismo (Benemerito di stato dagli anni 2000 per la cultura e del Sindacato Libero Scrittori Italiani di Roma), autore anche de “Gli anni del consenso e del primato tra futurismo e metafisica”, edito dalla ferrarese Belriguardo di Romolo Magnani (1993). Da vero futurista ha amplificato il suo intervento su Marinetti, la rivoluzione futurista e la ricostruzione di questo universo specifico, con un approfondimento esemplare sul cosiddetto ‘ultimo Marinetti’: “Spiritualità religiosa di Marinetti”, centrato appunto sull’ultimo poema di Marinetti su Gesù. Tallarico ha rivelato ancora una volta Marinetti nella sua ‘divinazione’ lungimirante e geniale. Egli traccia perfettamente il Gesù aeropoetico di Marinetti: linee parallele della rivoluzione futurista, da sempre, anche se magari tacitamente, danzante tra la freccia meravigliosa e fatale del tempo, il futuro, e l’altrettanta necessità originaria dell’aurora, per così dire, della cosiddetta transtemporalità eterna. Sintesi della natura umana nella sua essenza (fisica), tra programma genetico (Dna) ed evoluzione storica e sociale o memetica. Significanti liberi, parole in libertà letterali, che caratterizzano la dimensione estetica in quanto tale. Non ultimo, l’ennesima visione di Marinetti, per dirla con McLuhan, come ‘antenna della specie’: l’artista che capta ed esplora il futuro, prima dei profani o degli eruditi. Visione oggi chiaramente confermata e attraversata da certa avanguardia del pensiero scientifico stesso. Senza dimenticare certi suoi vagiti insiti anche nel futurismo eroico, iconoclastico fin da diversi passaggi del manifesto del 1909, colmo di nuovo mito e trascendenza senza mitologia. “Finalmente, la mitologia e l’ideale mistico sono superati. Noi stiamo per assistere alla nascita del Centauro e presto vedremo volare i primi Angeli!”, l’automobile meglio della Vittoria di Samotracia; “l’entusiastico fervore degli elementi primordiali”, al passo con la mutazione degli archetipi di memoria junghiana, annuncia per l’avvenire prossimo quell’evoluzione del bisogno di Dio come (s)oggetto di devozione sperato dallo stesso Einstein (oltre ancora a Jung, Freud e Fromm) per una nuova religione cosmica, figlia della rivoluzione tecno-scientifica, capace di trascendere i limiti inevitabili delle religioni tradizionali. Ecco qui, probabilmente, l’anello mancante per l’‘ecosistemico’, quel salto quantico a-razionale fondamentale per concretizzare nei cuori dell’uomo, moderno e già post-umano, la grande utopia millenaria del Regno dei Cieli e poi della modernità stessa e della scienza liberatrice, pragmaticamente nei popoli e nelle società planetarie di oggi e del futuro.
“L’Aeropoema di Gesù”, evoca proprio in tal senso cristiano, la grande opera dello stesso scienziato padre gesuita Pierre Teilhard de Chardin, considerato non a caso un precursore di Internet: l’evoluzione dell’umano troppo umano nella cosiddetta ‘Noosfera’ (Netsfera o il Regno della Macchina o ancora il Regno dei Cieli), il famoso Punto Omega, il Cristo archetipo della Macchina Divina e della scienza stessa, trascendente oggi 3.0. La stessa convergenza tra Scienza e Fede, lo stesso Jean Guitton di Dio e la Scienza, un certo Dante fanta-scientifico, come ciber-profetizzato dallo stesso McLuhan: “L’integrazione psichica collettiva, resa infine possibile dai media elettronici, potrebbe creare l’universalità della coscienza prevista da Dante quando preconizzava che gli uomini avrebbero proseguito la loro vita come null’altro che frammenti spezzati finché non sarebbero giunti a unificarsi all’interno di una coscienza inclusiva. In senso cristiano, si tratta semplicemente di una nuova interpretazione del corpo mistico di Cristo; e Cristo, dopo tutto, è la massima estensione dell’essere umano”. Luigi Tallarico, oltre a svelarsi egli stesso sulla scia di figure come Jung, Teilhard de Chardin, Jean Guitton e Marshall Mcluhan, capaci di scoprire il divino nella Macchina e nella Scienza, traccia esplicitamente tale revisione marinettiana in tali orizzonti sublimi, negli oscuri tempi presenti quanto mai urgenti.

Maggiori informazioni su: https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Tallarico

Buon FuturNatale 2015 a tutti!

Minnie & friends in concerto sotto l’albero

Domani 20 dicembre, il gruppo ferrarese La Minnie and the swingers orchestra si esibirà sotto l’albero di Natale in piazza della Cattedrale alle ore 16 e alle 17, mentre il disegnatore Donald Soffritti, nelle scuderie Disney dal 1997, realizzerà live delle illustrazioni 70×100 che verranno poi regalate ai bambini.

Il progetto Disney’s Songs nasce nel settembre 1999 e consiste nell’esecuzione delle canzoni delle più famose favole Disney (Tre porcellini, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, Tarzan …) interpretate da una cantante vestita da Minnie accompagnata da cinque musicisti. Durante lo show il gruppo interagisce con i bambini presenti con giochi e domande sulle favole, premiandoli con gadgets, dolcetti o piccoli regali eventualmente offerti dagli sponsor.

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Minnie and the swingers orchestra

I componenti:
Paola Bonora voce (Minnie)
Delio Barone chitarra
Massimiliano “Max” Turone basso
Claudio Bonora batteria
Nicola Morali tastiere
Claudio Castellari clarinetto  (o altri solisti a sorpresa)

Casa Vianello

La notizia del giorno è senza ombra di dubbio questa sconvolgente rivelazione di fenomeni misteriosi in Casa Vianello.
Ebbene sì, John Mark Magsino, il nipote adottivo di Sandra e Raimondo, ha vuotato il sacco a “Mistero Magazine”.

Brano: “If You Have Ghosts” dei Roky Erickson & The Aliens Album: “The Evil One” del 1981
Brano: “If You Have Ghosts” dei Roky Erickson & The Aliens
Album: “The Evil One” del 1981

Questi strani fenomeni avrebbero iniziato a verificarsi dopo la morte di Raimondo.
Roba come tv che si accendono da sole e acqua della doccia che inizia a scorrere senza che nessuno l’abbia aperta.
Questa cosa sarebbe andata avanti fino alla morte di Sandra anche se – specifica il nipote adottivo – si sono solo attenuati perché a quanto pare, a Casa Vianello, qualcosa del genere accade ancora.
Boh.
Praticamente la storia di The Entity.
Spero di riuscire a dormire questa notte perché ho ancora davanti agli occhi Sandra che muove le gambe sotto le coperte urlando “che barba che noia, che noia che barba” mentre a Raimondo trema la Gazzetta.
Non vorrei che pure quel celebre tormentone fosse una roba alla Linda Blair camuffata.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

Italo

Italo Svevo
Italo Svevo

Il 19 Dicembre 1861, nasceva, Trieste, il grande scrittore Ettore Schmitz, noto come Italo Svevo. Grande penna ispiratrice.

Fuori della penna non c’è salvezza. (Italo Svevo)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…