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Giorno: 7 Febbraio 2016

Risultati della giornata di Serie A di Tchoukball del 7 febbraio

da: Ferrara Tchoukball

A Lendinara si è disputata una giornata di Serie A di Tchoukball.
Partite più equilibrate del previsto, con qualche sorpresa dovuta ad assenze e infortuni che hanno riguardato soprattutto Conad Ferrara e Lendinara Celtics.
Protagonisti in positivo della giornata i Los Cornetteros che vincono tutte e tre le partite far cui, sovvertendo il pronostico, quella con Lendinara che finora aveva perso unicamente con le capofila del campionato Saronno e Rovello.
L’altra squadra del Ferrara Tchoukball, Conad Foro Boario, cede invece di misura in tutte le partite.
Oltre al derby con Los Cornetteros fa notizia la sconfitta con Empoli che riaccende la speranza dei toscani di risalire dal penultimo posto.

Questi i risultati:
Conad 52 – Lendinara Celtics 58
Los Cornetteros 64 – Empoli White Wallers 45
Lendinara Celtics 55 – Empoli White Wallers 49
Los Cornetteros 63 – Conad 61
Conad 44 – Empoli White Wallers 46

Mercoledì 10 febbraio Alexander Hacke e Danielle De Picciotto live al Circolo Arci Zone K

da: Associazione Zone K

Un evento assolutamente straordinario al Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara, in collaborazione con Pentagon Booking, mercoledì 10 febbraio saliranno sul palco Alexander Hacke degli Einstürzende Neubauten e Danielle De Picciotto in una data unica per l’Emilia Romagna.
Alexander Hacke è nato nel quartiere proletario di Neukolln a Berlino nel 1965.
Inizia a produrre musica giovanissimo, sia da solo che in varie band tra cui Sentimentale Jugend insieme alla sua ragazza Christiane Vera Felscherinow (meglio nota come Christiane F, autrice de “Noi Ragazzi dello Zoo di Berlino”).
Ha appena quindici anni quando nel 1980 entra a far parte degli Einstürzende Neubauten come chitarrista e produttore. Ne è tuttora uno degli elementi portanti, anche il leader Blixa Bargeld lo definisce cruciale per il sound e la personalità della band.
Parallelamente continua a lavorare a progetti solisti e collaborare con vari musicisti, farà parte dei Crime And The City Solution tra l’86 e il ’92.
Nel 2005 pubblica l’album solista Sanctuary, da lui registrato con uno studio mobile tra l’Europa e il nord America con la partecipazione tra gli altri di Vinnie Signorelli (Unsane) e David Yow (The Jesus Lizard).
Nel 2006 sposa Danielle De Picciotto, artista multimediale americana trapiantata a Berlino, e cantante degli Space Cowboys, famosa anche per aver dato vita, insieme a Dr. Motte alla Love Parade.
Insieme i coniugi Hacke lavoreranno a numerose produzioni teatrali, performative e discografiche ispirate al cinema, alla letteratura e alle arti figurative, tra cui “Mountains Of Madness” ispirata all’opera di Hp Lovecraft.
Nel 2012 Alex Hacke partecipa alla reunion dei Crime and the City Solution, e all’album “American Twilight” pubblicato da Mute.
Nel 2014 Alexander Hacke e Danielle de Picciotto fondano la band Ministry of Wolves insieme a Mick Harvey (THE Birthday Party, The Bad Seeds).
Appuntamento prestigioso per la nostra città, da non mancare assolutamente in un locale che si sta distinguendo per la qualità assoluta della proposta musicale.
Apertura ore 20, inizio concerto ore 22 circa. Biglietti disponibili alla cassa e posti limitatissimi. Ingresso riservato ai Soci Arci. Per informazioni chiamare il 346.0876998.

Lunedì 8 febbraio continuano “I tè letterari di San Benedetto”

da: organizzatori

Per “I tè letterari di San Benedetto” lunedì 8 febbraio 2016, alle ore 16.00, presso il Cinema San Benedetto (via Tazzoli 11, Ferrara), Gianna Vancini e Gian Paolo Borghi commentano con l’autore FRANCESCO BENAZZI il libro Come scrivere 180 lettere al direttore senza mai ricevere risposta. Lettere alla “Nuova Ferrara” e al “Resto del Carlino” & scritti vari (Faust Edizioni).

La prima parte del volume raccoglie le lettere che il professor Francesco Benazzi ha spedito, in oltre vent’anni, ai quotidiani “il Resto del Carlino” e “la Nuova Ferrara”. Sono freschi cammei a tutto campo, storie minime che spaziano dalle lapidi del Castello Estense ai ciclisti indisciplinati, dalla ‘salama’ premiata a Parigi nel 1878 agli errori di toponomastica, fino alle notizie meteo scritte in versi per renderle meno monotone…
Nella seconda parte vengono proposti gli articoli – spesso veri e propri saggi – pubblicati su riviste locali. Il versatile autore ci conduce tra battaglie instancabili nei palazzi della burocrazia, poesie di Leopardi e fiabe di La Fontaine tradotte in dialetto, eventi della storia ferrarese, grandi protagonisti delle scene musicali tedesca e italiana.
Prenda di mira la mano senza guanto del bottegaio nel macinato, o l’anniversario dimenticato di Cosmè Tura, stiamone certi: la penna ironica e pungente di Benazzi non fa sconti.

FRANCESCO BENAZZI, insegnante di lettere negli istituti superiori cittadini, ora in pensione, ha partecipato a numerosi concorsi letterari conseguendo vari premi. Da sempre appassionato di musica classica tiene, all’Università Popolare, corsi di cultura musicale e guida all’ascolto. Collaboratore di riviste del Gruppo Scrittori Ferraresi e membro del “Tréb dal Tridèl” (l’Accademia della Crusca del dialetto ferrarese), è al suo terzo libro dopo “Mi, Frara e Ludvìg” e “Ferrara nel processo unitario (1860-61)”.

LA LETTURA
Ballata per un fuggiasco

E’ un pensiero laterale sui migranti quello che ci regala Gian Pietro Testa, giornalista, scrittore, pittore e molto altro…

 

Ho fuggito la terra bruciata
Dove le sabbie coprono il fuoco
Di un inferno che emerge di giorno
Dal ventre sconvolto del mondo.

 

Ho fuggito l’orrida fine
Dei miei fratelli morti di fame
Ho fuggito il pianto silente
Della donna dall’arido grembo.

 

Mia madre, gli occhi suoi neri
Asciutti di pianto
Vai mi disse vai
Cammina la sabbia infuocata.

 

Vai, mi disse, cammina
Corre verso il sole che cala
Vai, mi disse, cammina
Il nostro è soltanto un addio.

 

E camminai le cento e più leghe
Del mio amaro destino
Camminai il rosso deserto
Il mondo alla fine del sole.

 

E le notti, quelle notti
Il buio rotto dai fallo
A bere un tè bollente
Spiato da mille occhi curiosi.

 

Occhi lucenti senza speranza
Piccoli fari accesi nel buio
Il buio deserto di luce
Vivo se il giorno è già morto.

 

E sopra gli occhi curiosi
Cadevano lacrime di stelle
A cui le volpi chiedevano consiglio
Per sfuggire al nero serpente.

 

Mi avvolgeva una fredda coperta
Ti silenzio pauroso
Brutto da improvvisi lamenti
E si sentiva da fughe lontane.

 

Chi è? Domandavo tremando
Attorno a me danzavano
Ignudi i neri fantasmi del mio
Terrore sei nostro dicevano in coro.

 

Come sarà – chiedevo – il mondo
Alla fine del mondo?
E i fantasmi dicevano
Siamo già alla fine del mondo.

 

Via, gridavo allora non andate lontano
Orribili sagome nere fuggite
Della mia fantasia
E dei miei occhi smarriti.

 

Ho ripreso il lungo cammino
Della speranza e piangevo
La infondo dov’era finito il
Sole c’era infine la vita.

 

Tenevo stretto nel pugno
Una piccola croce di legno
Tieni mi disse mia madre
Stringi la mano ti guiderà lontano.

 

Io aggiunsi ti seguirò col cuore.
Col cuore duro di madre ferita
con tenero cuore di madre lontana
Col cuore, figlio mio, ti seguirò.

 

Ho camminato le cento e più leghe
Del mio cupo destino
Fino alla distesa azzurra
Di un mare omicida.

 

La barca affollata di grida
Piombava nel vortice nero
Di una tempesta a me sconosciuta
E poi salivo in alto verso le stelle.

 

Gridavano gli uomini folli
Gridavano le madri con loro fagotto
Il duro fagotto di tenera carne
L’urlo del mare l’urlo del cielo.

 

Infine approdammo un mattino di sole
Su una spiaggia dorata
Ci misero addosso coperti di carta
Ci dettero il pane duro degli altri.

 

Ma eravamo salvi nel mondo
Al di qua del sole
Poi ci chiusero in un campo spinato
Dove la vita non era più mia.

 

Alzai la mano oltre le sbarre
A chiedere un piccolo soldo
Mille leghe per essere ancora
Soltanto un povero Cristo.

LA LETTURA
Assordanti silenzi: le parole che non ti ho detto

Un viaggio nel passato, attraverso un’Italia che non c’è più e che ha perso molte speranze di epoche vissute guardando al futuro. Un viaggio per le strade di una Roma che sembra così lontana, che scompare a poco a poco nella nebbia offuscata della memoria.

Sullo sfondo di un tramonto rosa che avvolge ricordi e pensieri, un ragazzo degli anni Cinquanta torna dal passato, si ferma sul pianerottolo della casa di famiglia dove si è respirato tanto amore e attende il figlio, ormai adulto. Due sconosciuti si trovano l’uno davanti all’altro, Vittorio e Walter Veltroni, padre e figlio, due uomini che non si sono mai veramente incontrati, perché non ne hanno avuto tempo e possibilità. Il padre se ne è andato a soli 37 anni, a causa di una rara malattia. Il bambino è rimasto senza guida, pur sotto le calde e avvolgenti ali protettrici della madre Ivanka. Insieme per una sola sera e per la prima volta, lo scambio del racconto delle loro vite è il racconto di due generazioni non tanto lontane temporalmente, ma così diverse per l’evoluzione veloce che i fatti hanno voluto percorrere.
Nel quartiere Salario di una Roma che cambia c’è tanta nostalgia per l’epoca di film che non si vedono più, delle note dei Beatles nelle sale da ballo dei ragazzi, della bellezza di Brigitte Bardot, della poesia di Luigi Tenco, della ribellione di Pasolini, delle pagine de Il giovane Holden, quelle che si divorano. Quante cose sono cambiate. “Quei bambini che giocavano con un pallone di cuoio marrone, stando attenti a non colpirlo di testa dalla parte dei lacci, non avrebbero mai potuto ipotizzare la Playstation o concepire di vedere una partita, magari la loro, su un telefono che non avrebbe avuto fili, né spine”. Ma poi ci sarebbero stati anche tempi bui. “Non avremmo mai immaginato che quell’uomo politico tante volte apparso in televisione, e che ogni tanto vedevamo passare per il viale circostante l’area delle nostre partite, con le mani dietro la schiena, mentre si riavviava la frezza bianca, sarebbe stato un giorno rapito e ucciso, quando l’Italia del dopoguerra perse per sempre la sua innocenza. E non avremmo certo potuto neanche pensare che uno di quelli che avrebbe sparato, in via Fani, era proprio il bambino con i ricci che lo stava osservando, dopo aver sottratto caparbiamente la palla a centrocampo a un mediano avversario”. Era il tempo della guerra civile ripetuta, quella di figli che avevano fatto gli stessi errori dei padri: trent’anni dopo, esser di essere di destra o di sinistra, significava ancora poter morire. Non era cambiato molto, chi pensava di poter cambiare il mondo si sarebbe presto stancato, pensando che fosse diventato più facile comprarlo. Ma dire questo a un padre che, speranzoso, era uscito da una guerra con la voglia di ricostruire e di vivere in libertà, è inutile e doloroso. Meglio tacere e abbracciarsi anche solo per poco.

Cover-libro-CIAO_Veltroni

Un solo rammarico. Impossibile da realizzare, ovviamente. Se solo ci fosse una bella macchina del tempo… Quegli amici perduti con i quali si erano condivisi paure e ideali, si vorrebbe incontrarli uno a uno, al tiepido e rassicurante tramonto, per parlare, mettersi in guardia dagli errori che si sarebbero fatti, dirsi la verità su quello che il tempo avrebbe riservato. Per non sbagliare. Attraverso gli occhi di un adulto che ripercorre la vita del padre, grande e stimato radiocronista, si rivede la nostra Italia, quello che sperava di essere, quello che è diventata, il tradimento di molti dei suoi valori. Con il rammarico per non averla potuta troppo aiutare e magari salvare, nonostante i numerosi tentativi. Perché a pugilato non si combatte con i fiori. E allora si appendono i guantoni al chiodo, come confessa di aver fatto Walter, per fortuna non sporchi di sangue. Si è capito in tempo.

Walter Veltroni, Ciao, Rizzoli, 2015, 248 p.

creativita

Una tre giorni di laboratori per “Il mondo creativo” che c’è in te

Gli appassionati del fai da te non potranno credere ai propri occhi: tutta la fiera di Bologna invasa da materiali per il bricolage, la decorazione della casa e l’artigianato tout court. Una settantina di laboratori con curiosità assolute come imparare a cucire fasciatoi portatili e cuscinetti in stile zakka, realizzare spille in 3D, scatole optical e oggettistica shabby, fino agli hobby più tradizionali come creare stencil, decoupage e bijoux, e poi l’arte del ricamo, della maglia e dell’uncinetto.

Tutto questo e molto di più alla Fiera di BolognaIl mondo creativo Spring 2016” che si terrà dal 12 al 14 febbraio, dalle 10 alle 19.

Per saperne di più clicca qui.

Incontentabili

Sono milioni quelli che desiderano l’immortalità, e poi non sanno che fare la domenica pomeriggio se piove. (Susan Ertz)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Max Gazzè

Maximilian

A sorpresa (ma non troppo) Max Gazzé si sta affermando come il fenomeno musicale del momento. Dopo il successo del suo ultimo album Maximilian e la diffusione capillare in tutte le radio del primo singolo estratto La vita com’è, passata la data zero di Pescara Gazzé ha iniziato il suo tour a Bologna registrando il sold out per le date di ieri e venerdì e aprendo, a grande richiesta, le porte dell’Estragon anche questa sera.
Pochi giorni fa è stato rilasciato anche il secondo singolo estratto dall’album, Mille Volte Ancora, ed il relativo videoclip.

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…