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Giorno: 12 Febbraio 2016

Lunedì 15 febbraio doppio concerto al Jazz Club Ferrara: “Philm” e “Travelers”

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

 

Lunedì 15 febbraio, ore 21.30
Double Bill
WILLY GROOVE DJ SET

+

PHILIPP GROPPER PHILM
Philipp Gropper, sax tenore;
Elias Stemeseder, pianoforte;
Andreas Lang, contrabbasso;
Oliver Steidle, batteria

And

MATTEO BORTONE TRAVELERS
Antonin-Tri Hoang, sax alto e clarinetti;
Francesco Diodati, chitarra;
Matteo Bortone, contrabbasso;
Ariel Tessier, batteria

+

JAM SESSION

Crocevia di nuovi linguaggi del jazz europeo, il palco del Torrione ospiterà – lunedì 15 febbraio – un eccezionale doppio concerto. Dopo il consueto aperitivo a buffet accompagnato dalla funkeggiante selezione musicale di Willy Groove Dj, apre la serata Philm, gruppo berlinese guidato dal sassofonista Philipp Gropper, che passerà il testimone a Travelers. Il quartetto franco-italiano del contrabbassista Matteo Bortone, “Miglior nuovo talento” del Top Jazz 2015, presenterà “Time Images”, secondo album per Auand Records. Seguono funamboliche jam session.

Crocevia di nuovi linguaggi del jazz europeo, il palco del Torrione ospiterà – lunedì 15 febbraio, ore 21.30 – un eccezionale doppio concerto. Dopo il consueto aperitivo a buffet accompagnato dalla funkeggiante selezione musicale di Willy Groove Dj, apre la serata Philm, gruppo guidato dal sassofonista Philipp Gropper le cui musiche originali avremo il piacere di ascoltare per la prima volta al Jazz Club. Completano la formazione Elias Stemeseder al pianoforte (che ritroveremo il 9 aprile nel trio del batterista Jim Black), Andreas Lang al contrabbasso e Oliver Steidle alla batteria. Musicista di punta della scena berlinese, Gropper è cresciuto nella florida scena tedesca suonando con molti dei più importanti improvvisatori nord-europei e statunitensi. Oltre a Philm, il leader divide il palco (da oltre dieci anni) con la band Hyperactive Kid, assieme a Ronny Graupe e Christian Lillinger.
Dalla Germania varchiamo le Alpi con Travelers, quartetto franco-italiano del contrabbassista Matteo Bortone – neo eletto “Miglior nuovo talento” dal Top Jazz 2015 – che presenterà “Time Images”, secondo album per Auand Records. Sull’onda dell’ottimo riscontro di critica ottenuto per il primo lavoro, l’omonimo “Travelers”, Bortone conferma la direzione musicale intrapresa: composizioni che alternano momenti elettrici ed acustici ad atmosfere rarefatte che esplorano le possibili affinità tra improvvisazione e rock d’avanguardia. Il titolo “Time Images”, oltre ad evidenziare la passione di Bortone per il cinema, vuole mettere in risalto l’immagine come idea sensitiva di partenza, come concentrazione di souvenirs plurisensoriali, e il tempo come movimento, rimandando quindi alla mobilità dell’immagine. In questo nuovo lavoro la paletta sonora è arricchita da altri strumenti come il basso elettrico, il synth e il clarinetto (oltre al sax alto e al clarinetto basso) che apportano un nuovo colore alle improvvisazioni. I brani sono esclusivamente scritti da Bortone, eccezion fatta per “Houses of the Holy”, storica rock song dei Led Zeppelin.
Dopo aver conseguito un Master in Jazz presso il prestigioso Conservatorio Superiore di Parigi, Matteo Bortone (Otranto, 1982) si è trasferito a Roma dove vive dal 2013. Oltre all’attività di leader e compositore, Bortone svolge un’intensa attività come sideman sia in Italia, sia in Francia, suonando stabilmente nel trio di Alessandro Lanzoni e nel nuovo quartetto di Roberto Gatto, oltre a vantare una serie di importanti collaborazioni.
Segue il doppio concerto la pirotecnica jam session. Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto 21.30
Jam Session 23.00

In scena a Copparo le interviste di Eve Ensler, beneficenza per le donne vittime di violenza

da: ufficio stampa Teatro Comunale De Micheli

Venerdì 19 febbraio alle ore 21, il Teatro Comunale De Micheli ospita “I monologhi della vagina”, letture delle interviste di Eve Ensler a donne che hanno raccontato la propria storia di violenza subìta. Lo spettacolo è a cura del V-Day Ferrara, che promuove, in collaborazione con il Cdd (Centro documentazione donna), un progetto di sostegno verso giovani donne vittime di violenza, rappresentando il testo che, da vent’anni a questa parte, non ha perso né forza né attualità.
Le voci arrivano da diverse parti del mondo e le età sono le più varie, ma per tutte il bisogno di fare condividere un pezzo di sé, magari mai svelato fino a quel momento. I Monologhi sono confessioni individuali e a volte corali, sono battute a ruota libera e ricordi vivissimi di ciò che è stato, spesso violenze e umiliazioni.
Secondo i dati Istat, 6milioni 788mila donne hanno subito una forma di violenza ma, negli ultimi cinque anni, è stato registrato un leggero calo: le violenze sessuali o fisiche sono passate dal 13.3% all’11,3%. Ciò pare dovuto a una maggiore informazione unita a una prevenzione più puntuale.
Ed è anche per questo che il V-Day Ferrara ritiene sia importante continuare, per il quinto anno, a rappresentare i Monologhi della vagina: affinché quella percentuale possa abbassarsi ulteriormente occorre una più ampia consapevolezza sociale delle situazioni e dei rischi in cui alcune donne si trovano. È importante, quindi, continuare a parlarne.
Oltre alla data di Copparo di venerdì 19 febbraio, il V-Day sarà domenica 21 febbraio, alle 18.30, al Teatro Off e venerdì 26 febbraio alle 21.30 al Jazz Club di Ferrara in compagnia della Tower Jazz Composers Orchestra.
Il ricavato degli spettacoli sarà devoluto, come gli anni passati, in beneficenza a progetti concreti che possano aiutare giovani donne a svoltare e incamminarsi verso una vita diversa, migliore.

Mesola: agricoltore sorpreso a catturare lepri con gabbia da nutria

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

La Polizia provinciale, grazie alla collaborazione con una guardia volontaria della Federcaccia, ha denunciato un agricoltore che catturava le lepri utilizzando una gabbia per le nutrie.
L’episodio è accaduto nelle campagne di Mesola, dove gli agenti provinciali sono intervenuti dopo che una guardia volontaria, nei giorni precedenti, aveva notato una gabbia da nutria al centro di un appezzamento coltivo, quindi posizionata in maniera insolita per catturare animali che creino danni all’agricoltura.
Il fatto (le gabbie, infatti, per essere efficaci devono essere collocate nei pressi dei corsi d’acqua, sugli stradelli formati dalle nutrie e quindi perpendicolarmente al canale), aveva destato sospetti nella guardia volontaria che, dopo alcuni appostamenti, ha visto l’agricoltore mentre rimuoveva la gabbia contenente un esemplare di lepre.
Sul posto è giunta una pattuglia della Polizia provinciale, che ha accertato come la gabbia, con dentro l’animale, fosse già stata issata su una carriola per portarla via.
Gli agenti hanno svolto l’intera attività di sequestro e identificazione dell’agricoltore, il quale ha cercato di giustificarsi qualificando l’utilizzo della gabbia da nutria come forma di prevenzione dei danni causati dalle lepri.
Tuttavia per il luogo, le modalità di utilizzo e una serie di informazioni fornitegli in precedenza nel corso di un sopralluogo da parte di tecnici per quantificare i danni, l’uomo è stato denunciato per caccia con mezzi non consentiti, oltre che per il periodo di divieto essendo la stagione venatoria conclusa alla fine di gennaio.
Dopo l’autorizzazione del magistrato, gli agenti hanno provveduto all’immediato rilascio della lepre.

Comacchio alla fiera del turismo di Monaco

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Proseguono a ritmo serrato le azioni promozionali all’estero dell’Amministrazione Comunale di Comacchio. L’obiettivo è quello di consolidare il confortante risultato del 2015 e il trend di crescita delle presenze straniere, confermato anche dal Centro studi Unioncamere regionale, che ha promosso Comacchio quale una delle località a più alto tasso di turismo internazionale dell’Emilia Romagna. Dopo Utrecht, Stoccarda e Zurigo, ora è la volta di Monaco di Baviera, dove continua l’azione promocommerciale rivolta al principale mercato turistico estero per Comacchio, quello tedesco.
L’Amministrazione Comunale è impegnata nella città bavarese in un progetto di co-marketing con l’agenzia regionale APT Servizi e con uno stand che si presenta emblematicamente come espressione dell’Emilia Romagna e di Comacchio. Numerosi gli operatori comacchiesi a lavoro nell’ampio spazio espositivo dedicato alla Città dei Trepponti e che per la prima vengono affiancati, tra l’altro, dalle pro loco di Mesola e di Goro, a testimonianza della dimensione sempre più ampia e integrata che l’offerta turistica della riviera del Parco del Delta del Po vuole esprimere.
“Ogni sforzo che facciamo per far conoscere all’estero ciò che offre Comacchio è un investimento importante per tutto il nostro territorio – commenta l’Assessore al Turismo, Sergio Provasi – Essere in Germania con i nostri operatori serve a confermare un mercato che l’anno scorso ha portato a Comacchio più di 400mila persone”.
Il Comune, nell’ambito del progetto Vacanze Natura 2016, ha già dato il via anche alle azioni di web marketing su tutti i più importanti mercati europei per assicurare la massima capillarità alla promozione del territorio. “Monaco è un’altra tappa importante del nostro percorso – conclude, infatti, l’Assessore Provasi – ma il nostro sistema turistico è già proiettato verso il nuovo appuntamento fieristico che dal 3 al 6 marzo ci vedrà protagonisti anche a Budapest”.

Cento: uno speciale annullo postale per il Carnevale

da: ufficio stampa Servizio di Comunicazione Territoriale Centro Nord (Emilia Romagna e Marche)

La Filiale di Ferrara di Poste Italiane, in occasione del tradizionale Carnevale di Cento, su richiesta del Circolo Culturale Filatelico Numismatico Centese “Mario Grandi”, ha approntato un servizio temporaneo con uno speciale annullo postale che si potrà ottenere domenica 14 febbraio dalle 11.30 alle 17.30 presso lo spazio allestito in via Guercino n. 49/1 a Cento.
Nei giorni successivi alla manifestazione, i marcofili e coloro che volessero richiedere l’annullo possono inoltrare le commissioni a Poste Italiane / U.P. Cento / Sportello Filatelico Via Fratelli Rosselli, 1 – 44042 Cento (FE) (tel. 051 6858611)
Poste Italiane attiva Servizi Filatelici Temporanei dotati di bolli speciali che riproducono con scritte e immagini il tema di manifestazioni legate ad eventi di notevole interesse culturale, economico e sociale: convegni, congressi, raduni, fiere, mostre, celebrazioni di eventi storici, manifestazioni filateliche, sportive, culturali, umanitarie, anniversari di personalità non viventi, inaugurazioni di opere pubbliche di particolare rilevanza locale o nazionale.
Il servizio è rivolto a chi intenda pubblicizzare e storicizzare il proprio evento con la realizzazione del bollo speciale (Enti Pubblici o privati, Associazioni, Società, Partiti Politici, Organizzazioni sindacali, comitati promotori o organizzatori di manifestazioni).

Ultimi giorni per visitare la mostra del Premio Niccolini

da: Fondazione Carife

Domenica 14 febbraio chiuderà la mostra allestita alla Galleria d’arte del Liceo Artistico «Dosso Dossi» di Ferrara, in via Bersaglieri del Po 25a, inaugurata lo scorso 28 gennaio dopo la premiazione dei vincitori della sezione “pittura, scultura e progettazione architettonica” del Premio Niccolini.

Sono quindi pochi i giorni che rimangono per poter visitare questa mostra collettiva, aperta tutti i giorni dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,00 e ammirare le opere di tutti gli artisti, oltre ai premiati, che sono stati selezionati per eccellenza tra coloro che hanno partecipato al concorso. Eccoli in ordine alfabetico:

Alessio Bolognesi – vincitore sezione pittura
Nedda Bonini – segnalata sezione pittura
Cinzia Calzolari – segnalata sezione pittura
Gianni Deserri
Flavia Franceschini – segnalata sezione scultura
Mara Gessi
Paola Paganelli – segnalata sezione scultura
Roberto Pagnani
Paolo Pallara
Alfredo Pini
Anna Silvia Randi
Roberto Selmi
Terry May
Paolo Volta
Luca Zanta
Luca Zarattini – vincitore sezione scultura

Sono inoltre esposti tre progetti architettonici presentati da:

Studio Arch. Paolo Arveda – primo premio pari merito
Gruppo di architetti composto da Sonia Bottoni, Davide Brugnatti, Michele Manzella, Valentina Modugno, Annamaria Monteleone, Giuseppe Camillo Santangelo e Raffaella Zanotti. – primo premio pari merito
Gruppo di progetto composto dagli architetti Michela Biancardi, Angela Cazzoli, Nike Maragucci, Alessandro Tricoli, Rita Zambonelli e dott.ssa Gaia Cammarata – progetto segnalato

Il catalogo verrà invece prossimamente pubblicato sul sito http://niccolini.fondazionecarife.it/.

“Crescere in digitale”: partiti i laboratori sul territorio promossi da Ministero del Lavoro, Unioncamere e Google Italia

da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Govoni: “Nessun costo ricadrà sulle imprese ospitanti, che anzi riceveranno un bonus fino a 6.000 euro in caso assumano il giovane dopo il tirocinio.

Le competenze digitali sono essenziali per oltre la metà delle assunzioni programmate dalle imprese ferraresi per il 2016. Una richiesta – sottolinea la nostra Camera di commercio nell’ambito dei dati del Sistema Informativo Excelsior- che dà soprattutto ai giovani tra i 18 e i 34 anni una chance in più di trovare lavoro. Più nel dettaglio, alle ragazze e ai ragazzi under 30, professionisti del digitale, si rivolgono, nella nostra provincia, due assunzioni su cinque contro poco più di una su quattro riservata loro per ricoprire gli altri profili ricercati. Ma la difficoltà di reperimento dei giusti candidati in possesso di competenze digitali si rivela mediamente più elevata rispetto a quella delle altre professioni (16% contro il 10,1%).

A poco più di tre mesi dal lancio di “Crescere in Digitale”, promosso da Ministero del Lavoro, Unioncamere e Google Italia, il progetto ha già raggiunto risultati importanti: oltre 200.000 le ore di formazione erogate, pari a quasi 25 anni di studio; quasi 36.000 i ragazzi iscritti al progetto; più di 2.600 i giovani che hanno completato il percorso formativo online; circa 900 le aziende pronte (una cinquantina a Ferrara) ad ospitare uno o più aspiranti “digitalizzatori”. E oggi sono oltre 2.000 i giovani che, avendo superato i primi test, possono essere avviati al tirocinio previsto presso le tantissime imprese aderenti al progetto, distribuite su tutto il territorio nazionale.

“La digitalizzazione – evidenzia Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – è la via maestra per accelerare il processo di modernizzazione in corso del nostro Paese. Per questo è necessario insegnare ai nostri ragazzi, più aperti all’utilizzo delle nuove tecnologie, come utilizzare al meglio questa loro naturale predisposizione per elevare quelle competenze digitali già oggi essenziali alla sviluppo del nostro tessuto produttivo. Crescere in digitale – ha proseguito Govoni – serve proprio a questo: a far parlare i nostri giovani il linguaggio del futuro per avere più opportunità di entrare nel mondo del lavoro e, allo stesso tempo, aiutare le nostre imprese a sfruttare al meglio i vantaggi di Internet”.

Tre le fasi previste dal progetto:
1. 50 ore di training online: il corso online, ideato e offerto da Google e sviluppato dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne, offre ai giovani l’opportunità di ampliare le proprie conoscenze dell’ecosistema digitale e apprendere tecniche e strumenti a supporto della crescita e dell’internazionalizzazione delle imprese. Al completamento del corso, il giovane ha accesso al test di valutazione, anch’esso totalmente online, che gli consente di verificare le conoscenze acquisite.
2. Laboratori sul territorio: il superamento del test offre la possibilità di accedere ad uno dei laboratori – che verranno attivati su tutto il territorio nazionale (finanziati con i fondi nazionali di Garanzia Giovani) – volto a: illustrare le caratteristiche dei territori e delle imprese che ospiteranno i tirocinanti, sia sul versante delle specializzazioni del tessuto economico-produttivo sia su quello del livello di digitalizzazione delle aziende locali;
3. 3000 tirocini: in aziende tradizionali da avvicinare al digitale, organizzazioni d’impresa, agenzie web, grandi imprese. I tirocini della durata di 6 mesi, finanziati con i fondi nazionali di Garanzia Giovani, saranno retribuiti (500€ al mese). Nessun costo – fa sapere la Camera di commercio – ricadrà sulle imprese ospitanti, che anzi riceveranno un bonus fino a 6.000 euro in caso assumano il giovane dopo il tirocinio. Le imprese possono esprimere il loro interesse ad ospitare un tirocinante sul sito www.crescereindigitale.it compilando l’apposita domanda. Le attività dei tirocinanti saranno supportate, monitorate e coordinate in tempo reale attraverso una community di esperti.

Per informazioni dettagliate scrivere a info@crescereindigitale.it oppure per conoscere l’iniziativa telefonare all’URP della Camera di commercio ( 0532/783.802-815 ).

Sabato 13 febbraio concerto di Vincenzo Zitello al Teatro di Pieve di Cento

da: Associazione Culturale Arpeggi

Concerto d’Arpa Celtica e Arpa Bardica.

Il concerto dal titolo “Talismano”, si svolge attraverso un percorso dotato di poetica autonomia e di matura sintesi espressiva e si svolge coinvolgente, in un crescendo fatto di lirismi, evocazioni, allusioni, ritmi, variazioni e virtuosismi che invariabilmente rapiscono ed incantano ogni ascoltatore. Vincenzo Zitello Compositore, Polistrumentista, Concertista tra i più importanti arpisti al mondo, e primo pioniere dell’Arpa Celtica in Italia, segue un preciso orientamento di ricerca che mira ad esaltare le insospettabili potenzialità che dimorano tra le corde delle sue arpe. In concerto ne utilizza due che vengono suonate in alternanza, l’arpa Celtica e l’arpa Clarsach, due strumenti della tradizione Gaelica con caratteristiche sonore ed espressive differenti.

Sabato 13 febbraio, ore 21
Pieve di Cento, Teatro Comunale
Piazza Andrea Costa, 17
In collaborazione con Atti Sonori
(Intero 12 €, Ridotto 10 €)

LA MEMORIA
Fantasia e tenacia: in ricordo di Paolo Mandini che oggi festeggerebbe 73 anni di vita intensa

di Antonio Rubbi

Ci eravamo trovati, giusto un mese fa, amici e compagni, la città nelle sue espressioni che la rappresentavano, sindaco Tagliani in testa, a salutare Paolo Mandini che ci avrebbe lasciati per sempre. Troppo presto e troppo dolorosamente, per Paola e Stefania e per noi tutti. Parlare di lui al passato mi riusciva a stento allora, fatico ad abituarmici ora quando ancora mi pare debba arrivare, attesa e gradita, la sua telefonata per raccontarmi di un fatto della città, del risultato della partita della nostra amata Spal, ma più frequentemente per un fatto politico del giorno , fosse esso inerente a problemi cittadini o nazionali o riguardassero le preoccupanti vicende dell’inquieto e confuso mondo di questi tempi.
Perché con Paolo di politica prevalentemente si parlava. Per lui, come del resto per tutti noi che venivamo della stessa militanza partitica e da una esperienza di vita che se pur distante negli anni era simile nei valori cui si ispirava e nei percorsi da compiere la politica era, ed è rimasta, come una specie di seconda pelle.

paolo-mandiniPaolo per di più le vicende della politica le viveva ancora con la immedesimazione e l’ardore di quando si trovava in prima linea e sentiva di dover dar conto quotidianamente del suo pensiero e del suo operato, benché la condizione del pensionato e i problemi di salute che lo affliggevano gli dovessero suggerire un minor grado di tensione e di coinvolgimento.
Mi ricordava il tempo in cui avevamo operato assieme, un decennio buono in Federazione e poi quasi altrettanto sui banchi del Consiglio Comunale. La stessa voglia di ascoltare e di apprendere, ma anche di confrontarsi senza timore referenziale, sino alla contrapposizione e allo scontro, che non erano stati infrequenti soprattutto negli anni incandescenti dei movimenti giovanili e studenteschi del ’68-’69. C’erano stati momenti in cui davvero avevamo faticato a capirci: il partito dei grandi ancora arcigno e guardingo, culturalmente non pronto ad accogliere le novità dirompenti che tali movimenti proponevano e dall’altro schiere di giovani e ragazze suggestionati da correnti di pensiero e propositi di cambiamenti radicali dello stato delle cose esistenti, rappresentati in una miriade di gruppi e gruppuscoli, partiti e partitini sin li sconosciuti e quasi sempre espressi in nomenclature estreme. Va dato merito a quel gruppo di giovani che si trovavano in quegli anni con Paolo alla testa della Federazione giovanile se, dopo aver tanto battagliato nei cortei, nelle assemblee studentesche, nelle sezioni e nei circoli, con larghissima parte di quei giovani e ragazze sapemmo ritrovarci e riprendere ad operare insieme.
Mi ricordava il Paolo dei dibattiti in Consiglio Comunale ai tempi dell’istituzione dei Consigli di Quartiere per allargare la partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica; dell’apertura di nuovi istituti e sedi in città per incrementare interesse e partecipazione a dibattiti culturali in grado di favorire la conoscenza reciproca ed una collaborazione maggiore tra le forze politiche e sociali della città. E infine, l’inizio del suo lungo e insuperabile impegno, come assessore allo sport. Ha ben scritto Fiorenzo Baratelli, suo amico da una vita, che Paolo Mandini è stato il migliore assessore allo sport che Ferrara abbia avuto e gli sportivi ferraresi di ieri e di oggi hanno già dimostrato di riconoscerlo come tale e sono convinto che non mancheranno più significativi attestati in futuro.

Come dirigente politico Paolo Mandini non aveva solo il gusto del dibattito; sapeva bene che occorreva unire a questo anche il momento dell’azione, del fare. Ed in questo era pieno di risorse. Era dotato di una fantasia e di una mente talmente fervida da sfornare a getto continuo idee e proposte. Per tanti versi mi ricordava l’incontenibile Roffi dalle mille trovate. Ero piuttosto io a mantenere un atteggiamento di cautela quando mi sottoponeva certi parti della sua insuperabile fantasia. Perché Paolo lo conoscevo bene e sapevo che se era bravissimo e assolutamente affidabile per tante cose, non era quel che si dice un organizzatore provetto ed era piuttosto disordinato nelle sue iniziative, cosicché, poteva capitare che alcune brillanti idee si arenassero ancora allo stadio della messa in cantiere ed altre languissero in rifacimenti continui e tempi infiniti.
Ma poi era venuto un momento che mi aveva costretto a ricredermi e mi aveva sorpreso sino allo sbalordimento. Era stato quando era andato a prestare la sua opera nel movimento cooperativo ed in talune circostanze aveva avuto l’incarico di portare avanti iniziative di solidarietà internazionale, che interessato e sensibile come era sempre stato per le vicende internazionali, accendevano il suo entusiasmo. In alcune occasioni si era rivolto a me, in quel periodo alla direzione del partito a Roma a dirigere la sezione esteri, ed ero stato ben felice di potergli dare una mano. Era stato relativamente facile far giungere gli aiuti che il movimento cooperativo aveva raccolto per il Fronte di Liberazione di Angola e Mozambico, per l’Anc che in Sud Africa si batteva contro l’apartheid; bastava collegarsi con i reggiani che avevano un canale aperto e che avrebbero facilitato il recapito. Assai più complicato era stato, qualche anno dopo dar seguito all’appello proveniente da Cuba volto ad ottenere materiale di cancelleria scolastica di cui c’era estrema carenza. Come concretamente Paolo avesse fatto non so, ma non troppi mesi dopo nell’ambasciata cubana a Roma era pervenuta una lettera di ringraziamento del governo cubano diretta alla cooperazione italiana.
E infine la faccenda dell’orologio per Mostar. Una storia quasi incredibile. Tra le tante conseguenze tragiche della guerra serbo-bosniaca c’era stata la distruzione a Mostar del famoso e bellissimo Ponte Vecchio sulla Neretva, costruito dai Turchi nel 1556, e successivamente ornato con un enorme orologio murale d’epoca, anch’esso andato perduto. I bosniaci chiedevano aiuto per la ricostruzione dell’uno e il rifacimento dell’altro. Ed era appunto a nome di una cooperativa specializzata di Modena che dichiarava di prendersi in carico il ripristino dell’orologio murario che Paolo stavolta agiva. Come sia andata a finire di preciso non so, quel che so di certo è che continuò ad occuparsene a lungo con tenace impegno.

Era nella sua indole offrirsi ad ogni causa nobile ed aiutare chiunque si trovasse in una condizione di difficoltà e bisogno, fosse una singola persona, una comunità, un popolo intero. Bisogna anche dire che aveva grande facilità e naturalezza di approccio con persone di altri paesi, di altre storie e culture, di altre razze. E questo approccio lo manteneva allo stesso modo per tutti, dai più umili ai più “grandi”, quelli che entrano nella storia. L’avevamo visto a Ferrara portare a passeggio lo sfortunato protagonista della “primavera di Praga” Alexander Dubček, io l’avevo visto nella sede della Coop di Modena farsi amico in un breve pomeriggio un personaggio come Mikhail Gorbaciov che il mondo intero nel periodo della “perestroika” aveva osannato. Si era immediatamente accattivato la sua simpatia e quando si erano salutati si erano pure scambiati una divertita reciproca pacca sulle spalle. Io Gorbaciov lo conoscevo da anni, avevo trascorso con lui giornate e giornate, ma una confidenza del genere non me la sarei permessa.

Nella vita di Paolo non erano mancati i momenti di amarezza. I peggiori furono certamente quelli in cui lui ed un gruppo di compagni ed amici che condividevano lo stesso pensiero e lo stesso atteggiamento avevano ritenuto loro dovere di cittadini e di militanti di una forza politica che della correttezza amministrativa aveva fatto una sua bandiera, denunciare quel sistema di potere che si era costituito attorno alla amministrazione comunale e ad alcune sue scelte, discutibili al massimo ed opache quando bastava per mettere in allarme e che coinvolgeva settori della politica ferrarese del movimento cooperativo, segnatamente la potente Coop Costruttori. Apriti cielo! Contro questi maldicenti “grilli parlanti” e “moralisti a tempo perso” fu condotta una virulenta campagna per isolarli e metterli all’indice. Una condotta tracotante e miope. Un ceto dirigente un po’ meno coinvolto e un po’ più accorto avrebbe all’opposto cercato di indagare più a fondo i motivi di quelle critiche e l’oggetto specifico della denuncia che veniva fatta. Sarebbe stata anche la strada migliore per cercare di suturare la ferita profonda che era venuta a crearsi all’interno dello stesso schieramento. Lo fecero più tardi, quando arrivarono loro alla direzione del partito: Roberto Montanari prima, con nettezza e a modo suo, Mauro Cavallini dopo. Ma poi furono i fatti a parlare: il crac rovinoso della Coop Costruttori, con tragiche conseguenze per migliaia di famiglie e di lavoratori e pesanti ricadute sull’economia argentana e ferrarese, le cause in giudizio nelle aule dei tribunali; il Palazzo degli Specchi ridotto ormai alle sembianze di uno spettro a testimonianza simbolica dello scempio compiuto. Nell’acceso scambio polemico di quegli anni ci saranno state certamente forzature da una parte e dall’altra. A Paolo capitava di trovarsi sopra le righe, non aveva difficoltà ad ammetterlo. Ma riconoscere ora, alla luce di quanto accaduto, chi era nel vero non dovrebbe essere difficile. E’ sperabile allora che qualcuno tra i responsabili senta di dovere quanto meno delle scuse a quanti condussero quelle battaglie di verità?

Il pensiero di Paolo negli ultimi tempi era rivolto, come credo la maggior parte di noi, a cercare risposte dal caotico e mal governato mondo che ci ritroviamo. Come la fermiamo quella orribile marmaglia nera dei fanatici e feroci seguaci del sedicente Califfo prima che si attesti in forze anche davanti all’uscio di casa nostra, in Libia, e pronta a sguinzagliare nei paesi europei i suoi sicari di morte? E come fronteggiamo la massa dei migranti che scappa dai paesi in guerra, fatto salvo il dovere, prima di tutto, di assisterli affinché non anneghino? Seminando paure, alzando sempre più filo spinato, lasciando fare le ronde di razzisti e xenofobi sollecitati ad arte da movimenti populisti e forze di destra che sull’odissea dei migranti intendono procacciarsi popolarità e voti, o piuttosto con una più energica ed unitaria iniziativa europea di intervento nei paesi d’origine, e per regolare e distribuire più equamente, tra i 28 paesi dell’Unione, il loro carico e organizzando i rimpatri di quanti non hanno motivi per restare? Si sfogava con me, ma capivo che su problemi come questi avrebbe voluto confrontarsi in sedi ben più ampie e rappresentative. Cosa pensava la gente bisognava farlo con il contatto diretto, non solo online. E questo si sarebbe dovuto fare anche a proposito di misure del governo che non lo convincevano tanto e delle quali avrebbe voluto dire molto di più di quel che si poteva affidare ad uno smilzo trafiletto di giornale. Ci voleva ben altro spazio per spiegare perché lui ritenesse “liberista” della più bell’acqua la riforma del Jobs Act che si sarebbe voluto far passare come “di sinistra”, e lo lasciavano scettico le riforme costituzionali perché con la motivazione che si superava il bicameralismo si era giunti a proporre una sorta di mini Senato che non si capiva bene che vesti indossasse e che funzioni avrebbe dovuto assolvere nella sua nuova vita. L’unico dato certo che questa riforma vista insieme al progetto di nuova legge elettorale in cantiere ci avrebbe dato tanto una Camera quanto un nuovo piccolo senato di persone nominate dalle segreterie (o meglio da alcuni segretari) di partito producendo uno strappo serio al principio di rappresentatività della sovranità popolare indicato dalla costituzione e quindi al carattere democratico delle istituzioni parlamentari del paese.
Come sorprendersi poi se cittadini ed elettori si staccavano sempre di più dalle istituzioni, dai partiti, dalla politica? Avevamo vissuto entrambi in modo traumatico (penso sia stato cosi per una grande quantità di elettori della nostra regione, soprattutto tra quelli orientati a sinistra) il fatto che alle elezioni regionali dello scorso anno solo il 37 (!) per cento dell’elettorato si fosse recato alle urne. Questo nell’Emilia Romagna, una delle regioni più evolute e democraticamente avanzate dell’intero paese! Ma ciò che aveva ancor più sbalordito è che questo dato non avesse sollevato un’ondata di richieste di spiegazioni, un sussulto degli iscritti e simpatizzanti di partiti di sinistra che la regione l’avevano da sempre guidata, un moto anche di indignazione. Tutto velato, silenziato, archiviato in fretta. A questo era giunta una politica che era andata via via allontanandosi dagli interessi e dai sentimenti di larghe masse popolari e fatta da partiti trasformatisi in semplici comitati elettorali a sostegno del prescelto di turno perché possa ricevere la delega necessaria alla sua personale carriera. Si era ormai parecchio lontani da quella concezione della politica come portato di valori ideali per cui battersi con dedizione a assoluto disinteresse, come opera e servizio nell’interesse della comunità e della sua parte più emarginata in specie, come funzione da esercitare nel pubblico e nel privato con rettitudine ed onestà. Una concezione della politica che non può essere solo dei tempi andati ma che deve essere di ogni tempo. Soffriva per questa piega delle cose ma non disperava che fosse ancora possibile recuperare un modo di fare politica che fosse ancora capace non di carpire qualche voto in più ma di accendere il pensiero e scaldare i cuori.

Oggi Paolo avrebbe compiuto 73 anni. Da come gioiva quando dai periodici controlli medici di Padova tornava con buoni esiti, o si deprimeva quando stabilivano il contrario, si può capire come fosse tenacemente attaccato alla vita e pensasse, sperasse, di festeggiare e questo compleanno e tanti ancora a venire. Lo voleva perché sentiva forte l’affetto dei suoi cari, la simpatia e la solidarietà degli amici, la stima di tanti. Lo voleva perché sentiva di avere ancora tanto da studiare e imparare, tanto da vedere e curiosità da soddisfare, tanto da fare.
Per noi lo doveva perché sentivamo quanto ancora potesse dare a noi tutti e alle cause per cui ha speso una vita. Credo sarebbe lieto di sapere che per quel tanto che ci sarà concesso proveremo a fare anche la sua parte.

Roma, 12 febbraio 2016

 

Antonio Rubbi è stato un esponente di primo piano del Pci sia a livello locale che a livello nazionale. E’ stato segretario della Federazione provinciale del Pci nel decennio delle ‘riforme’ e della grande avanzata del Pci: gli anni settanta. Dopo molti anni di presenza nel Comitato Centrale del Pci, entrò nella Direzione nazionale e fu nominato responsabile della Sezione Esteri, divenendo uno dei più stretti collaboratori di Enrico Belinguer. Ha, inoltre, scritto libri importanti sulle esperienze e occasioni che l’importante e delicata responsabilità gli consentirono. Pubblicò libri su Nelson Mandela, Arafat, sulla Russia di Eltsin, su Enrico Berlinguer. Sono testi preziosi per ricostruire il contesto, i fatti e le scelte di politica internazionale che videro il Pci di Berlinguer attivo e protagonista insieme ai grandi dirigenti del sud del mondo e delle grandi socialdemocrazie europee.

NOTA A MARGINE
Sanità a marcia indietro: calano medici e infermieri, aumentano i precari

di Federico Messina*

Allarmante: è il dato relativo al calo del numero dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e del loro costo, emerso dal resoconto annuale curato dalla Ragioneria dello Stato di recente pubblicazione (15 gennaio 2016). Dallo stesso documento emerge anche che, nel frattempo, l’età degli operatori sanitari cresce. Se l’età media del personale nel 2001 era di 43,5 anni e nel 2014 arriva a 49,7 (uomini 51,7 donne 48,7), le previsioni per il 2019 pronosticano una media di 55,6 anni.
Nel 2014 sono 6.500 dipendenti in meno rispetto all’anno precedente; -2,7% rispetto al 2007. Un calo che prosegue anche nei primi 9 mesi 2015, periodo in cui si registra una contrazione dello 0,92% (altri 6.500 dipendenti circa). Scende anche il costo del lavoro: la sanità si colloca al secondo posto dopo il comparto della scuola. Nel 2014 la spesa complessiva per il comparto sanitario è stata di 39,126 miliardi (-0,9% rispetto al 2013, circa 390 milioni di euro). Il Conto annuale 2014 del ministero dell’Economia evidenzia anche come la retribuzione media per il personale del Ssn sia scesa lievemente (-0,3%) rispetto al 2013.
Calano i medici. I dirigenti medici a tempo indeterminato calano dai 113.803 del 2013 ai 112.746 del 2014 (-1.057), con una età media che è arrivata 52,83 anni (52,2 nel 2013). Lo stipendio medio è stato di 73.019 contro i 73.248 (meno 229 euro).
In calo gli infermieri che nel 2014 sono risultati 26.9149, contro i 271.043 nel 2013 (-1894). Sale anche per loro l’età media che si attesta sui 47,07 anni (nel 2013 era 46,35). In calo anche per gli infermieri le retribuzioni medie: nel 2014 a 32.430 euro contro i 32.528 euro del 2013 (-98 euro).
Crescono i precari: i medici precari sono 7.905, in crescita rispetto ai 7.409 del 2013. Stesso destino per gli infermieri: quelli con lavoro precario erano 9.884 nel 2013, mentre sono diventati 10.934 nel 2014 (1.050 in più).
Nonostante il recente recepimento della direttiva europea sugli orari lavorativi renda necessario un turnover più efficace e l’adeguamento del numero di personale sanitario alle sempre più crescenti esigenze di salute dei cittadini, questi dati evidenziano chiaramente i la politica a marcia indietro del nostro servizio sanitario nazionale. Mentre il ministro della Salute, Lorenzin propaganda nuovi concorsi e assunzioni, nel mondo reale le aziende sanitarie tagliano i servizi.
La normativa europea è stata così trasformata in una sorta di prezioso assist per le deboli casse del Ssn. Sfruttando il pretesto di sollevare il personale sanitario da carichi di lavoro stressanti, in realtà si risparmia sul costo del lavoro, si tagliano gli stipendi di medici e infermieri, portandoli ai livelli inferiori a quelli del 2013. Una spending review all’Italiana, in cui piuttosto che tagliare gli sprechi si preferisce tagliare sul lavoro, sul personale sanitario e dunque sull’offerta sanitaria e sui servizi. È questo dunque un altro passo in avanti verso la privatizzazione?

* specialista in Chirurgia generale, Chirurgia colorettale e del pavimento pelvico

Lasciati andare con Art&Ciocc

Abbandoniamo ogni inibizione, non preoccupiamoci della dieta e delle dicerie dei dottori, lasciamoci andare alla passione e al buon umore: da oggi fino a domenica a Ferrara c’è Art&Ciocc, la festa del cioccolato.

Ventisette stand di maestri cioccolatieri da tutta Italia proporranno il cioccolato in tutte le sue infinite declinazioni e in tutte le sue forme: dai cuneesi al rhum al liquore al cioccolato servito in cialde croccanti; dal maxi-cremino alla nocciola e gianduia al cioccolato di Modica passando per torrone e confetti al cioccolato; cioccolatini all’olio extravergine, lastre di cioccolato nei vari gusti; e ancora macarons, croccanti e fino al cioccolato “crudo”, presentato dal maestro cioccolatiere umbro Marco Segoloni. Non mancherà, inoltre, un tocco “internazionale” con la partecipazione di artigiani dalla Slovenia e dal Belgio che proporrà i curiosi Nasi di Gand. Una manifestazione tutta da gustare, fitto il programma delle attività collaterali con oltre una decina di bar e ristoranti che proporranno menù a tema

Art&Ciocc è in Piazza Castello da venerdì 12 a domenica 14 febbraio, dalle ore 9 alle 22.

Art&Ciocc è promossa da Comune, Ascom e Camera di Commercio.

Qui il sito dell’iniziativa.

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

Senza freni

Hermann-Hesse
Hermann Hesse

Alcuni pensano che tenere duro renda forti, ma a volte è lasciarsi andare che lo fa. (Hermann Hesse)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

La musica si fa soltanto insieme

“La musica come la vita si può fare in solo modo: insieme”. Il vero grande successo di questa edizione 2016 del Festival di Sanremo ancora in corso è stata sicuramente la performance del maestro Ezio Bosso, che con queste parole ha emozionato non solo la platea del teatro Ariston ma tantissimi italiani; per i più molto probabilmente è stata una piacevolissima scoperta, nonostante Bosso sia da tempo considerato uno dei pianisti e compositori più influenti degli ultimi decenni. La grave forma di Sla che lo ha colpito qualche anno fa ha fatto sì che il primo album della sua carriera uscisse solamente nel 2015: “The 12th Room” è il titolo di questo sua opera (da ieri in cima a tutte le classifiche di vendite negli store musicali online) nella quale è contenuto il brano Following a Bird eseguito a Sanremo.

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

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