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Giorno: 15 Febbraio 2016

“Resistenza Ebraica in Europa”: il bilancio del Convegno internazionale

da: Istituto di Storia Contemporanea Ferrara

Cosa significa ribellarsi in un campo di concentramento dove nessuno poteva scampare alle camere a gas? Alla gravosa domanda ha cominciato a rispondere il convegno internazionale “Resistenza Ebraica in Europa”, che si è tenuto oggi, al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, e ha avvicinato centinaia di interessati, tra cui due istituti superiori della città e svariati studenti universitari. Dopo i saluti del Rabbino Caro, ha proseguito Andrea Pesaro, presidente della Comunità Ebraica locale, che ha marcato il valore testimoniale della resistenza: «Non provarono a salvare solo le vite delle persone, ma più spesso i documenti che provavano l’oblio della Shoah, poiché senza prove nessuno avrebbe creduto ai fatti».

Di fronte a tanta crudeltà non mancarono episodi di resistenza armata anche da parte delle comunità ebraiche perseguitate e la rivolta nel ghetto di Varsavia, o nei centri di sterminio di Sobibòr, Treblinka e Auschwitz-Birkenau, ne sono gli esempi più eroici e al contempo disperati. «La Resistenza francese – ha aperto i lavori Renée Poznanski, Ben Gurion University of the Negev – non si occupò degli Ebrei, siccome temeva di inimicarsi il popolo animato da sentimenti antisemiti. Si occuparono di metterli in salvo le organizzazioni umanitarie». Già allo stremo psichicamente quando anche non fisicamente e in condizioni materiali di disparità schiacciante, nei centri di sterminio industriali forse era l’esigenza insopprimibile di morire in dignità e di provare a sentirsi umani a spingere all’ultima difesa individuale. «Per riuscire a lasciare il Reich – ha motivato Beate Kosmala, German Resistance Memorial Center – servivano i mezzi. Le famiglie ebree tedesche che rimasero indietro non sottovalutarono il pericolo. E’ una credenza da sfatare. Rimasero bloccate in Germania poiché non avevano la disponibilità economica sufficiente a produrre i documenti con cui espatriare».

Ci furono molti gesti di reazione alla persecuzione: «Le modalità di resistenza furono molteplici – ha illustrato Edyta Gawron, Krakow Jagellonian University – Si prende più in considerazione quella collettiva e organizzata, sebbene si attiravano anche numerosi singoli». Infine la giornata di studi si è focalizzata sulla resistenza in Italia, dalle vicende dei fratelli Matilde e Giorgio Bassani, grazie al contributo di Antonella Guarnieri, direttrice del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, alla relazione presentata da Alberto Cavaglion dell’Università di Firenze sulla differenza tra antifascismo storico e resistenza armata dopo l’8 settembre del 1943: «L’introduzione delle Leggi Razziali del ’38 permise agli Ebrei di comprendere in anticipo cosa stesse accadendo. La componente ebraica era presente nelle resistenza di qualsiasi appartenenza politica – ha concluso –dagli azionisti ai comunisti. Il vero problema è la percezione della questione ebraica da parte degli antifascisti della prima ora e dei partigiani combattenti».

Delegazione del governo albanese per tre giorni di visita in Emilia-Romagna. Cooperazione economica, sociale e culturale al centro degli incontri in Regione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il presidente Bonaccini incontra il ministro del Welfare e Giovani, Blendi Klosi. Presenti all’incontro la vicepresidente Elisabetta Gualmini e l’assessore Patrizio Bianchi. Tra i temi trattati, l’aumento di minori albanesi non accompagnati, presi in carico nella nostra regione dal sistema di accoglienza per stranieri non accompagnati pur non possedendo i requisiti necessari.

Bologna – Rilanciare la cooperazione economica, sociale e culturale, favorire lo scambio di esperienze e competenze nell’ambito della formazione, dell’istruzione tecnica e professionale, del riassetto istituzionale, dell’organizzazione dei servizi educativi e alla persona.
Sono alcuni dei temi al centro dell’incontro tenutosi oggi tra il presidente della Regione Stefano Bonaccini con una delegazione del Governo albanese, guidata dal ministro del Welfare e Giovani, Blendi Klosi.
La delegazione albanese, di cui fanno parte il Consigliere Baskim Sala, la direttrice di Gabinetto, Brizida Jano e Ismail Ademi, co-direttore del Programma IADSA (Programma di cooperazione allo sviluppo “Conversione del Debito”), sarà per tre giorni in Emilia-Romagna e già oggi, oltre al presidente Bonaccini, ha incontrato la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al welfare, Elisabetta Gualmini e l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi.
“Dopo 25 anni di immigrazione albanese in Italia, la comunità di albanesi divenuti italiani è ancora in crescita ma, sono anche molti gli italiani, anche emiliano-romagnoli, che si sono trasferiti in Albania per vivere e lavorare. Guardo con interesse – ha dichiarato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – le riforme che il Governo albanese sta portando avanti, soprattutto nel sistema dell’istruzione e della formazione professionale, e mi sento lusingato dal fatto che la nostra regione venga assunta come riferimento per le politiche di welfare e formazione professionale. Rafforzeremo quindi – prosegue il presidente – la collaborazione con l’Albania, un Paese così vicino a noi, e non solo geograficamente, anche definendo strumenti operativi ad hoc.”
L’Albania ha, da tempo, un stretto rapporto di collaborazione con la Regione Emilia-Romagna con la quale ha recentemente siglato una dichiarazione congiunta per promuovere lo studio e la definizione di modelli di governance e di organizzazione gestionale dei Comuni. L’Assemblea Nazionale della Repubblica di Albania ha infatti da poco adottato una legge che prevede una importante fusione delle Local Government Unit, con la creazione di 61 nuovi Comuni. L’esperienza della Regione Emilia-Romagna, che ha già realizzato studi di fattibilità per le fusioni e le unioni comunali e identificato modelli organizzativi e di gestione applicata alle funzioni dei servizi comunali, è risultata di grande interesse per il Governo Albanese.
“Ho incontrato oggi il ministro Klosi con il quale abbiamo avuto un lungo confronto sulle reciproche iniziative di sviluppo del welfare e dei servizi sociali per bambini e anziani. Il processo di decentramento amministrativo che si sta avviando in questa fase in Albania – ha dichiarato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al welfare – risulta di grande interesse sia per le numerose similarità con l’organizzazione territoriale dei servizi pubblici in Italia sia per le opportunità di lancio di progetti congiunti”.
“Non ho poi rinunciato, come promesso ai sindaci dei comuni dell’Emilia Romagna – prosegue Elisabetta Gualmini – a presentare al ministro la situazione molto critica e ormai quasi insostenibile che riguarda i minori stranieri di origine albanese ospitati nelle nostre strutture di accoglienza. Ad oggi, sono il 64% del totale ed è un numero non solo non più gestibile sul piano finanziario ma – spiega la vicepresidente – un numero soprattutto che non può fare riferimento a stranieri in stato di abbandono. Molti di questi infatti hanno famiglie in Albania e parenti in Italia. Occorre dunque – sottolinea Elisabetta Gualmini – come ho detto con forza al ministro, trovare accordi specifici e trasparenti per frenare il flusso di minori albanesi che vengono in Italia senza avere le caratteristiche per essere accolti nelle comunità e strutture di welfare per garantire invece ospitalità a chi effettivamente versa in uno stato di abbandono. Ho proposto al ministro – prosegue Gualmini – l’istituzione di un osservatorio congiunto tra Albania ed Emilia Romagna finalizzato a monitorare i flussi in entrata in Italia di minori albanesi e a controllare le loro caratteristiche anagrafiche e i motivi dell’arrivo. La mia prossima visita in Albania, il 3 e 4 marzo prossimo, sarà poi ulteriormente dedicata a lavorare su questo punto e a trovare accordi di cooperazione efficaci e virtuosi per tutti.”
Con il ministro albanese, la vicepresidente Elisabetta Gualmini ha, infatti, affrontato anche la delicata questione legata al tema dei minori stranieri, in particolare albanesi, che vengono presi in carico nella nostra regione dal sistema di accoglienza per stranieri non accompagnati, pur non possedendo i requisiti necessari. In gran parte, si parla di 451 ragazzi di nazionalità albanese (il 57,6,%) dei minori non accompagnati presenti nella nostra regione (783), hanno, infatti famiglie, padri e madri ben identificati e, quasi sempre, parenti entro il quarto grado residenti sul territorio italiano. L’80% ha un’età compresa tra i 16 e i 17 anni. Sulle possibili soluzioni e sulla eventualità di definire progetti specifici per arginare quella che i Comuni dell’Emilia-Romagna stanno segnalando come una vera e propria emergenza, confermata anche dai dati forniti da un recente rapporto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (dicembre 2015), Elisabetta Gualmini ridiscuterà, i prossimi 3 e 4 marzo a Tirana, con il ministro Klosi e con i ministri albanesi degli Interni, Saimir Tahiri e della Giustizia, Ylli Manjani.
In materia di istruzione e formazione, la Regione Emilia-Romagna già da alcuni anni svolge attività a supporto delle attività del ministero di Blendi Klosi. Il progetto MECAVET – Mechanical Vocational Educational and Training for Youth, infatti, prevede la creazione di tirocini formativi presso le aziende, la riorganizzazione delle scuole professionali nel settore della meccanica e della meccatronica, il supporto per il miglioramento del coordinamento tra scuole/aziende, con particolare attenzione all’area di Scutari.
“La Regione Emilia-Romagna – ha sottolineato Patrizio Bianchi, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro – supporterà l’Albania nell’attività di riforma del sistema della formazione professionale. Siamo disponibili a collaborare a questo processo mettendo a disposizione del Governo albanese l’esperienza che la nostra Regione ha maturato in questi anni, anche attraverso l’ implementazione di modelli pilota per la riorganizzazione delle scuole professionali verso la il settore della meccanica e meccatronica e la creazione dei laboratori tecnici.”

Gli altri appuntamenti della delegazione
La visita in Emilia-Romagna è iniziata con una serie di tappe che si sono svolte a Bologna nella prima mattinata: al Centro Servizi Saliceto (Via di Saliceto, 71), al Centro per le famiglie (Via del Pratello, 53) e alla Comunità di pronta accoglienza per minori italiani e stranieri “Il Ponte”(Via del Pilastro, 13/2) e, nel pomeriggio, dopo l’incontro in Regione, proseguirà con l’ Istituto professionale Salesiano della Beata Vergine di San Luca e con il centro di formazione CNOS –FAP. Nel tardo pomeriggio la delegazione si trasferirà a Ferrara per visitare l’istituto tecnico e professionale al turismo e agricoltura Vergani e per partecipare a una tavola rotonda sulla Formazione Professionale con l’assessore Bianchi . Martedì 16 febbraio, nuovo incontro in Regione (Viale Aldo Moro 38 – Sala Riunioni 3° Piano), sempre con Patrizio Bianchi, che ha anche la delega del coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, formazione professionale, università e ricerca e lavoro, sui modelli di formazione professionale e sulle prospettive di futura collaborazione tra i due Paesi.

Il Park Gallanti Holiday Village di Comacchio premiato agli “Oscar dell’Ecoturismo”

da: organizzatori

Il Park Gallanti Holiday Village di Comacchio (Ferrara) è il tra i vincitori degli Oscar 2016 dell’ecoturismo. Il prestigioso riconoscimento di Legambiente è stato assegnato, quest’anno, solo a 26 strutture ricettive italiane che si sono contraddistinte per l’impegno nei confronti della natura e dell’ambiente.

E’ stata la recente costruzione di un impianto fotovoltaico da 100 kwh ad aver permesso al Park Gallanti Holiday Village di vincere l’ambito premio “Amici del Clima”. Grazie al nuovissimo impianto, infatti, la struttura ricettiva estense è in grado di soddisfare totalmente il fabbisogno energetico dalle 50 mila presenze annue, anche in alta stagione. Inoltre, con le prossime ristrutturazioni programmate, sarà dato grande sviluppo anche al solare termico per implementare la produzione dell’acqua calda sanitaria a costo ed impatto zero.

“Questo importante premio – afferma il direttore del Park Gallanti, Mauro Visentini – rappresenta per noi il coronamento dell’impegno nei confronti dell’ambiente. Da sempre attenti al rispetto e alla salvaguardia della natura, ci siamo sempre sottratti alle speculazioni edilizie, riuscendo a conservare, in oltre 55 anni di esistenza, le stesse caratteristiche d’origine”.

Nato nel 1959 su un terreno di circa 3 ha sulle rive del Mare Adriatico nel comune di Comacchio (Ferrara), il Park Gallanti Holiday Village è una struttura ricettiva 4 stelle costruita prevalentemente con pietra naturale e legno, lasciando ampi spazi di verde a giardino. Molto di questo verde è dato da piante autoctone come il tamerice e il pino felicemente conservati fin dal sorgere dello stesso.

La proprietà (S.A.I.T. S.r.l.) ha sempre voluto mantenere un giusto equilibrio con la natura in cui la struttura è inserita. Pur avendolo dotato dei più moderni comfort e delle migliori soluzioni abitative, il Park Gallanti è stato sempre salvaguardato il verde, diventando un’Oasi Verde sul Mare tra il Parco del Delta del Po’ di Volano e le caratteristiche Valli di Comacchio.

Mercoledì 17 febbraio il film “Short Skin” al Cinema Boldini

da: Arci Ferrara

Cinema Boldini, via Previati 18
SHORT SKIN – I DOLORI DEL GIOVANE EDO
mercoledì 17 febbraio ore 21.00 – ingresso 5 euro

Mercoledì 17 febbraio alle ore 21.00 inizierà la rassegna promossa da UCCA (Unione Circoli Cinematografici Arci) L’ITALIA CHE NON SI VEDE – Rassegna itinerante del cinema del reale. Ad aprire la rassegna l’opera prima di Duccio Chiarini, “Short skin – i dolori del giovane Edo”

Sin da quando è piccolo, il diciassettenne Edoardo soffre di una malformazione al prepuzio che lo rende timido e insicuro con le ragazze. Chiuso nel suo microcosmo asessuato, reagisce infastidito alle pressioni del mondo esterno. Tutti attorno a lui sembrano parlare solo di sesso: l’amico Arturo, talmente ossessionato dall’idea di perdere la verginità che sarebbe pronto anche a farlo con un polpo, i genitori di Edo che premono affinché si dichiari a Bianca, la vicina di casa arrivata come ogni anno da Milano per le vacanze; persino la sorellina Olivia, alla ricerca di una canina con cui fare accoppiare il cane di famiglia. A rompere il guscio di Edoardo non saranno tuttavia le pressioni del mondo esterno quanto il ravvicinato incontro con una ragazza conosciuta per caso. Costretto a uscire dal cono d’ombra nel quale si è nascosto per anni, Edoardo cercherà di risolvere il suo problema con goffi stratagemmi per trovare infine il coraggio di affrontare le proprie paure.

Presentato al Festival di Venezia 2014 nella sezione “Biennale College”, ha ricevuto una nomination al Festival di Berlino 2015.

«Lo spunto creativo per il film l’ho avuto leggendo La mia storia disegnata male di Gipi. Quando ho visto il coraggio e il modo con cui raccontava fatti che lo avevano toccato direttamente e veramente, ho deciso di tirar fuori una vicenda che era successa a me al liceo, e d’intrecciarla con storie accadute in quel periodo ai miei amici, ricomponendo così il quadro generale di quel sentimento di fragilità dell’adolescente che è chiamato a diventare uomo e che subisce anche pressioni per diventare ‘maschio’. La condizione medica di Edoardo è un espediente per raccontare qualcosa di più grande e importante – che è il passaggio all’età adulta e il liberarsi delle proprie paure». [Duccio Chiarini]

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara.
www.cinemaboldini.itwww.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

Nuovo mezzo per trasporto disabili donato alla Cri di Ferrara

da: Croce Rossa Italiana – Ferrara

La Croce Rossa Italiana Comitato Provinciale di Ferrara nella persona del Presidente esprime il suo più sincero ringraziamento per il contributo volontario che la Signora Silvana Melloni ha devoluto alla nostra Associazione per l’acquisto di un mezzo attrezzato per il trasporto disabili, in nome e nel ricordo del Capitano d’Artiglieria Bruto e Sotto Tenente di Vascello Francesco rispettivamente papà e fratello della signora, deceduti nell’eccidio dell’ 08 Giugno 1945 alle carceri di Via Piangipane.

Grazie alla generosità della Sig.ra Melloni, il nostro Comitato potrà ulteriormente rendere incisiva l’azione sociale a supporto delle persone in difficoltà.

Fondo a sostegno delle produzioni cinematografiche e audiovisive

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Il bando in uscita ai primi di marzo. L’assessore Mezzetti: “L’obiettivo è quello di moltiplicare imprese, occupazione e visite turistiche sul nostro territorio”. Il direttore della Cineteca Farinelli: “Un fatto storico per mondo del cinema della nostra regione”.

Bologna- Uscirà i primi di marzo il bando relativo al Fondo a sostegno per l’audiovisivo della Regione Emilia-Romagna, che mette a disposizione di produttori nazionali ed esteri un milione e 200 mila euro nel 2016 per venire a girare in Emilia-Romagna. La novità rispetto allo scorso anno e’ che il bando sarà a sportello. La gestione dell’istruttoria è affidata alla Emilia-Romagna Film Commission. Le domande potranno essere presentate dal 2 marzo al 31 luglio. I progetti potranno essere di vario genere: lungometraggi, film e serie per la tv, documentari/docu fiction e serie web (realizzati anche con tecniche di animazione) e dovranno prevedere almeno sei giorni di lavorazione sul territorio regionale. Le domande saranno valutate da un nucleo di esperti, in base alla fattibilità, alle strategie di marketing e distribuzione, alle ricadute economiche sul territorio, e soprattutto alla qualità culturale ed artistica del progetto. Ogni impresa potrà presentare fino a due progetti.

L’annuncio è stato dato dall’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti nell’ambito della Berlinale, alla presenza delle autorità italiane a Berlino, dei rappresentanti delle film Commission Italiane e della presidente Stefania Ippoliti, di Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, di Andrea Romeo direttore artistico del Biografilm festival, di produttori nazionali e stranieri e della stampa nazionale ed internazionale.

“Torniamo soddisfatti da Berlino – ha riferito l’assessore Mezzetti -. Abbiamo registrato grande interesse da parte di diversi addetti del settore internazionali e nazionali presenti alla Berlinale”. “Dopo un primo bando di rodaggio – ha aggiunto – oggi siamo pronti per reggere un impatto più consistente anche grazie a maggiori risorse a disposizione”. “C’è stato apprezzamento per il lavoro svolto – ha aggiunto – e soprattutto per il taglio che abbiamo dato all’iniziativa, non solo tesa ad attrarre nuove produzioni ma anche ad investire sulla filiera produttiva del settore cinematografico e audiovisivo regionale”. “L’auspicio – ha concluso – è che questa operazione possa moltiplicare l’occupazione e le imprese che operano nel nostro territorio nonché un ritorno economico e turistico”. Attualmente sono 800 le imprese che operano nel settore per un totale di circa 3800 addetti.

“E’ stato un momento storico – ha commentato Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna”-. “L’Emilia-Romagna – ha aggiunto – finalmente non ha solo una legge ma anche un sistema operativo per far sì che il cinema possa svilupparsi completamente nella nostra regione”. “Qui già operano moltissimi professionisti – ha sottolineato Farinelli – e realtà che adesso hanno finalmente anche un sostegno consolidato dalla Regione, potendo quindi lavorare in maniera più rafforzata, guardando anche fuori dai confini nazionali. E’ un momento importante, che rimarrà nella storia di chi ama il cinema e di chi vuole che questo settore sia sempre più determinante nel nostro territorio”.

Soddisfazione anche da parte di Claudia Belluzzi, responsabile dell’Emilia-Romagna Film Commission : “Abbiamo raggiunto un obiettivo che vede con l’approvazione della legge regionale prima, e con l’avvio del fondo dopo, una crescita di interesse intorno al nostro territorio, riscontrata anche dai numerosi contatti avuti nel corso della Berlinale”. “A questo bando – ha concluso Belluzzi – si affiancano anche un bando per lo sviluppo ed uno per il sostegno alla produzione, riservati alle imprese regionali”.

Info: filmcom@regione.emilia-romagna.it

Uncai: acquisto fitofarmaci con delega

da: ufficio stampa Uncai

Appello dei Contoterzisti UNCAI al Ministero delle Politiche agricole e forestali per una procedura d’acquisto e utilizzo dei prodotti fitosanitari semplificata e sostenibile economicamente da tutti.

C’è preoccupazione tra i contoterzisti chiamati ad acquistare grossi quantitativi di prodotti fitosanitari per conto delle aziende agricole sprovviste dell’autorizzazione necessaria per il loro acquisto e utilizzo (il cosiddetto patentino). Sono infatti poche le aziende agricole dove il titolare, un dipendete o un famigliare possiede il patentino. Solo in questo caso, la responsabilità del prodotto fitosanitario, dall’acquisto allo smaltimento, è dell’agricoltore, che può eventualmente avvalersi del contoterzista per la distribuzione dei prodotto.
Quando l’azienda agricola è sprovvista di patentino, il distributore fattura al contoterzista che a sua volta fattura all’azienda agricola in modo distinto il costo del prodotto e la prestazione. Si tratta di una procedura macchinosa e difficilmente sostenibile per molti contoterzisti “perché gli agricoltori sono soliti saldare alla fine dell’annata agraria i contoterzisti che hanno svolto il servizio di distribuzione – illustra Fabrizio Canesi, direttore degli agromeccanici Apima Uncai di Cremona e di Milano, Lodi, Como e Varese –. Per soddisfare ciascun cliente, a inizio anno gli agromeccanici dovrebbero anticipare la spesa di importanti quantitativi di prodotti fitosanitari, e non tutti sono in grado di farlo. Sempre più contoterzisti contattano preoccupati gli uffici Apima di Cremona e Lodi e lo stesso accade in altre province della Lombardia”.
Se è vero che alcune aziende agromeccaniche vedono in questo giro di fatturazioni un’opportunità per fornire un servizio in più alle aziende agricole, strutturandosi anche come distributori di fitofarmaci, “la maggior parte dei contoterzisti è in difficoltà anche in Veneto”, aggiunge Francesco La Gamba, direttore dei contoterzisti Apiumai, associazione padovana che unisce quasi 300 contoterzisti.
“Per andare incontro alle necessità della categoria – l’appello del presidente UNCAI Aproniano Tassinari – sarebbe necessario che tutte le Regioni adottassero la procedura prevista dall’Emilia Romagna, dove i distributori di fitofarmaci possono fatturare anche alle aziende agricole sprovviste di patentino, purché il ritiro e la gestione dei prodotti sia a carico del contoterzista incaricato dei trattamenti. Perché le Regioni seguano senza riserve il modello Emilia Romagna, occorre però un’esplicita apertura da parte del Ministero delle politiche agricole alla possibilità di delegare il contoterzista al semplice ritiro dei prodotti”. Tramite contratto di appalto (delega), il titolare dell’azienda agricola potrebbe conferire al contoterzista il titolo che lo legittima a ritirare e utilizzare i prodotti fitosanitari che vengono fatturati all’azienda. La conservazione dei prodotti verrebbe quindi effettuata presso l’azienda agricola, mettendo a disposizione dell’agromeccanico un locale dedicato, oppure in maniera separata presso il magazzino del contoterzista.

L’Adac, il club automobilistico tedesco, arriva a Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

La trasferta in Germania per Comacchio ha già dato i suoi primi frutti. L’Amministrazione Comunale e Visit Comacchio, presenti a Monaco di Baviera alla F.re.e. (Reise und Freizeitmesse), la più grande e celebre Fiera del turismo del Sud della Germania, hanno, infatti, raggiunto un accordo importante con la direzione di ADAC, il club automobilistico tedesco più importante d’Europa, per la realizzazione di un servizio speciale sulla Città dei Trepponti che comparirà sia sulla rivista cartacea che sul portale web del Club. Protagonista del reportage sarà una famiglia tedesca, che accompagnata da un fotografo, arriverà a Comacchio nel periodo di Pentecoste facendosi immortalare durante la visita.
Dopo Utrecht, Stoccarda e Zurigo, Comacchio riceve, quindi, ottimi riscontri anche dall’ampio stand realizzato a Monaco in collaborazione con Apt Servizi Emilia Romagna. Al di là dell’incremento del numero di partecipanti alla fiera e del notevole interesse mostrato dai visitatori per la località lagunare, infatti, sono stati gli stessi operatori comacchiesi presenti presso lo stand ad ottenere ottimi risultati, riuscendo non solo ad intessere numerosi contatti, ma anche a vendere, direttamente in fiera, diversi soggiorni. Un segnale che fa ben sperare per la prossima stagione turistica e che va a confermare il grande interesse che il mercato tedesco nutre nei confronti del territorio comacchiese, ponendosi tra l’altro come secondo mercato per arrivi e presenze e costituendo circa il 15% dell’intero movimento turistico sulla costa.
“La tappa di Monaco è stata sicuramente molto prolifica – ha commentato soddisfatto il Sindaco Marco Fabbri, recatosi personalmente in Germania – La collaborazione avviata con un club automobilistico come quello di ADAC è un traguardo importante. Il Club, infatti, conta oltre 19 milioni di membri e da anni si pone come il vero e proprio punto di riferimento per il mondo dei campeggi”.

LA SEGNALAZIONE
I diritti dei lavoratori, il sindacato e la politica, nella Fiat degli anni 80 nel nuovo libro di Giuseppe Fornaro

da: Festina Lente Edizioni

13 dicembre 1988, con la pubblicazione delle notizie circa la violazione dei diritti dei lavoratori all’Alfa di Arese da parte della Fiat, esplode quello che all’epoca fu chiamato dai media il “caso Fiat”.
A darne per primi la notizia “Il manifesto” e “l’Unità”. In un mondo ancora diviso in blocchi, un’altra guerra fredda si sta consumando dietro i cancelli della più grande e importante fabbrica italiana. Meno di un anno dopo, il 9 novembre 1989, l’abbattimento fisico della cortina di ferro che divide l’Europa, ma la guerra fredda dentro i cancelli delle fabbriche invece continua.
Rappresentanza sindacale, rappresentanza politica e tutela del bene comune. Cgil e Pci nella Fiat degli anni ‘80, di Giuseppe Fornaro e pubblicato da Festina Lente Edizioni, ricostruisce quei fatti di ventisette anni fa per offrire attraverso uno sguardo nel passato una chiave di lettura dei conflitti, anche quelli attuali, nei luoghi di lavoro.
Una ricostruzione dunque che non è solo memoria storica, ma anche analisi sociologica dei rapporti di forza all’interno dei processi produttivi. Anzi, da questo punto di vista, l’autore suggerisce che i rapporti di forza tuttora esprimono il conflitto tra le diverse componenti della produzione e che poco o nulla è cambiato nei luoghi di lavoro. Da un lato i lavoratori, che ogni giorno devono difendere dignità e diritti, dall’altro i datori di lavoro che tendono a comprimere i diritti, nella convinzione che ciò sia più funzionale alla produzione. Una visione miope, ma che purtroppo, osserva l’autore, sta facendo presa anche tra i lavoratori attraverso il ricatto occupazionale, più forte a seguito della crisi economia che dura ormai da quasi un decennio.
Come uscire da questo cul de sac per le organizzazioni sindacali? A questa domanda cerca di rispondere il libro di Fornaro, disponibile in tutte le librerie, sulle principali piattaforme on line e sul sito della casa editrice www.festinalentestore.it, sia in formato cartaceo in e-book.

Tante le aziende per “Oh my job”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Sono già una ventina le aziende che hanno aderito a “Oh my Job”, il Workshop dedicato all’incontro tra domanda e offerta di lavoro promosso dall’Amministrazione Comunale di Comacchio e dall’Informagiovani di Porto Garibaldi, che si terrà Giovedì 18 Febbraio alle 14.00 a Palazzo Bellini (Via Agatopisto, 3). Come negli anni precedenti, alle aziende sarà assegnata una postazione nella quale, in base ai profili ricercati, chi vorrà potrà consegnare il proprio curriculum vitae ed effettuare brevi colloqui conoscitivi. Le adesioni finora giunte riguardano in maggior parte attività economiche appartenenti al comparto turistico-ricettivo (stabilimenti, ristoranti, campeggi, hotel, villaggi turistici, bar), ma saranno presenti anche titolari che ricercano profili differenti in ambito educativo e formativo, florovivaistico e dei servizi. Numerose, inoltre, le associazioni di categoria che hanno confermato la loro presenza in rappresentanza dei propri associati, come ASCOM – CONFERSECENTI, CNA e le associazioni degli stabilimenti balneari ASB e CESB.
Il pomeriggio di “Oh my Job” avrà inizio alle ore 14 con la registrazione dei partecipanti e con il saluto del Sindaco Marco Fabbri. Le imprese che desiderano partecipare all’iniziativa possono scaricare il modulo di adesione su www.comune.comacchio.fe.it o contattare l’Informagiovani di Porto Garibaldi allo 0533-328336 o all’indirizzo e-mail informagiovani@comune.comacchio.fe.it.

Clicca qui per vedere la locandina.

Sabina Guzzanti al Teatro Comunale di Ferrara martedì 16 febbraio

da: organizzatori

SABINA GUZZANTI
in
“COME NE VENIMMO FUORI”

regia
GIORGIO GALLIONE

Martedì 16 febbraio 2016
Teatro Comunale di Ferrara – ore 21,00

Sabina Guzzanti, artista da sempre impegnata su diversi fronti, cinema, televisione, scrittura e musica, come già annunciato, farà tappa al Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado” martedì 16 febbraio alle ore 21,00, con il suo nuovo spettacolo teatrale “Come ne venimmo fuori”.

Sabina Guzzanti torna in teatro per incontrare il pubblico con un monologo satirico esilarante. Uno spettacolo essenziale ed incisivo. Una imperdibile conferenza spettacolo sull’attualità politica e sociale, anche attraverso l’interpretazione di una galleria di personaggi contemporanei… consentendo agli spettatori di farsi belle risate, salutari e liberatorie!

“Ho lavorato per parecchio tempo ma ho sempre dovuto rimandare. Sarà uno spettacolo naturalmente di satira politica, con una particolare attenzione centrata sulla critica a questo sistema economico neoliberalista, e sulla ricostruzione storica di come questo pensiero si sviluppa, si corregge e si afferma”.

Biglietti disponibili in vendita presso:
Biglietteria del Teatro Comunale di Ferrara (Corso Martiri della Libertà, 5 – FE)

Per informazioni: 0532 202675

SABINA GUZZANTI FERRARA

Martedì 16 febbraio il film “Il sentiero della felicità” al Cinema Boldini

da: Arci Ferrara

IL SENTIERO DELLA FELICITÀ – LA VITA DI YOGANANDA al Cinema Boldini martedì 16 febbraio ore 21.00.
Ingresso ridotto 5 euro acquistando il biglietto su www.movieday.it.
Ingresso 6 euro presso la biglietteria del cinema la sera della proiezione.

Il Sentiero della felicità – La vita di Yogananda di Paola di Florio e Lisa Leeman, è il secondo film organizzato al cinema Boldini tramite Movieday, la prima piattaforma web italiana che permette a chiunque di organizzare proiezioni cinematografiche in sala.

Un capolavoro epico senza tempo, una biografia non convenzionale sullo yogi e guru che ha trascorso gran parte della sua vita negli Stati Uniti d’America e che ha introdotto molti degli insegnamenti di meditazione del Kriya Yoga soprattutto attraverso il suo libro.
Utilizzando un mix continuo di filmati d’epoca e di finzione, questo documentario prende il pubblico per mano portandolo a conoscere la vita di un santo che ha cambiato il mondo occidentale.
Ogni sguardo, ogni fermo immagine, ogni musica, ogni parola è qualcosa che tocca in profondità lo spettatore per portarlo alla ricerca della verità tanto accarezzata, sognata e approfondita da Yogananda.
Evocando il viaggio dell’anima, il film crea un’immersione nei regni invisibili lontani dal mondo materiale e dall’ego umano che noi tutti conosciamo.

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara.
www.cinemaboldini.itwww.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

Nuova vita agli spazi abbandonati con il bando culturability di Fondazione Unipolis

da: organizzatori

400 mila euro per progetti culturali e sociali innovativi che rigenerano vuoti urbani, ex siti industriali, edifici degradati. La call è aperta dal 15 febbraio al 15 aprile.

Al via la terza edizione del bando culturability promosso da Fondazione Unipolis: 400 mila euro per progetti culturali e sociali innovativi che rigenerano e danno nuova vita a spazi, edifici, ex siti industriali, abbandonati o in fase di transizione. Cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità economica, occupazione giovanile: questi gli ingredienti richiesti per riempire di creatività questi vuoti e restituirli alle comunità.

La call “culturability – rigenerare spazi da condividere” è aperta dal 15 febbraio al 15 aprile 2016. Al bando possono partecipare organizzazioni no profit, imprese private che operano in campo culturale ricercando un impatto sociale e team informali con prevalenza di under 35. I progetti dovranno essere inviati online tramite il sito www.culturability.org.

Fra le proposte pervenute, ne saranno selezionate 15 che avranno l’opportunità di partecipare a un percorso di formazione nei mesi di giugno e luglio. Tra queste, a settembre una Commissione di Valutazione selezionerà i 5 progetti finalisti che riceveranno 50 mila euro ciascuno e continueranno l’attività di mentoring. Gli altri 150 mila euro saranno utilizzati per realizzare le attività di formazione e accompagnamento per l’empowerment dei team, rimborsi spese per partecipare ai programmi di supporto.

Sin dalla sua prima edizione, il bando culturability ha sostenuto progetti di innovazione culturale con un impatto sociale promossi dai giovani. Quest’anno Fondazione Unipolis ha scelto di indirizzare il bando specificamente a iniziative di rigenerazione, con l’obiettivo di intercettare proposte rappresentative di un nuovo modo di produrre e fruire cultura nei diversi territori del Paese. Negli ultimi anni sono cresciute anche in Italia le esperienze di rigenerazione urbana. Progettualità differenti che vanno dal recupero di edifici abbandonati a percorsi di rivitalizzazione di quartieri periferici, passando per il riuso di spazi sottoutilizzati. In molte di queste esperienze, la cultura rappresenta il punto di partenza per avviare progettualità dal forte impatto sociale, che nascano dal basso all’insegna di processi di collaborazione e co-progettazione tra cittadini, organizzazioni private e istituzioni pubbliche. All’origine, c’è la disponibilità di edifici inutilizzati (oltre sei milioni quelli mappati), ma anche la diffusione di nuove logiche di sostenibilità e partecipazione territoriale. Attraverso il bando culturability, Fondazione Unipolis intende contribuire a far emergere e sostenere queste progettualità.

Seminario sulla Mediazione Sociale

da: ufficio stampa Coopcamelot

“Mediazione sociale: luogo di incontri creativi. Conflitti, reti, progettazioni” è il seminario che si terrà il prossimo 18 febbraio presso la Sala 20 Maggio 2012, Terza Torre, Regione Emilia – Romagna, Viale della Fiera 8, Bologna.
Ad organizzarlo è la rete D.N.A., rete di centri e attività di mediazione sociale dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Mediattivi – Coordinamento mediazione ACER, con il sostegno di Cispel (associazione che raggruppa le ACER) e il patrocinio della Regione Emilia – Romagna e della Sezione Bolognese – Romagnola degli Alpini “Angelo Manaresi”.

Il seminario, ad ingresso libero, si propone come momento formativo, con alcuni tra i massimi esperti nazionali, oltre che raccordo tra chi, come enti pubblici e terzo settore, si occupa di mediazione sociale ed è chiamato quotidianamente a dare risposta a una grande varietà di problemi: dai quartieri in situazione di degrado ai conflitti abitativi, fino alla difficile integrazione interculturale ed intergenerazionale negli spazi pubblici.
La data scelta è a ridosso del 20 febbraio, Giornata Mondiale della Giustizia Sociale, e Giornata Regionale della Mediazione Sociale, istituita proprio da D.N.A lo scorso anno.
La mediazione sociale ha ricadute positive non solo sulla sfera umana ma anche sul tessuto economico. Si tratta di una materia impalpabile, che si avvale prevalentemente della parola e delle relazioni, è un lavoro svolto sottotraccia, che opera all’interno di contesti difficili su cui produce effetti nel medio e lungo periodo, in termini di coesione sociale e convivenza. L’esigenza dei promotori del seminario, è quella di portarla al centro del dibattito.

La mattinata sarà aperta dai saluti di Stefano Rimini, per Vicepresidenza e Assessorato al welfare e politiche abitative della Regione Emilia – Romagna, e introdotta da una performance teatrale di NODI Palyback Factory, che, per tutta la giornata, attraverso diverse interpretazioni teatrali, darà voce alle esperienze, alle emozioni e agli stimoli condivisi dai partecipanti. A seguire gli interventi delle reti DNA e Mediattivi.
Seguirà la tavola rotonda moderata da Ana Uzqueda, con Duccio Scatolero, Giovanni Cosi e Elvio Martini, studiosi e formatori che ricostruiranno la storia, i contesti e le prospettive future della mediazione sociale.
Nel pomeriggio i partecipanti si divideranno in gruppi per lavorare sulle applicazioni e progettualità della mediazione sociale nei diversi ambiti: scuola, Pubblica Amministrazione, cittadinanza attiva e sicurezza.

Della rete D.N.A. fanno parte le cooperative Camelot di Ferrara, Mediando di Modena, L’Ovile di Reggio Emilia, Villaggio Globale di Ravenna, Fratelli è Possibile di Rimini, e le associazioni Equilibrio & Risoluzione dei Conflitti di Bologna e Super Partes di Forlì, che nell’ottobre 2015 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per promuovere la mediazione sciale come metodo efficace ed economico di gestione del conflitto e garantire maggiore qualità negli interventi.

Per iscriversi è necessario registrarsi al seguente link http://www.eventbrite.com/e/mediazione-sociale-luogo-di-incontri-creativi-tickets-21054856643.

Domani ultimo evento collaterale alla mostra su Primo Levi

da: ufficio stampa Meis

Domani (martedì 16 febbraio, ndr), alle 16.30, presso la Sala dei Comuni del Castello Estense di Ferrara si terrà l’ultimo evento collaterale alla mostra I mondi di Primo Levi.

Domenico Scarpa, italianista e traduttore, nonché consulente letterario del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, interverrà sui Complete Works, la traduzione integrale dell’opera di Primo Levi, edita negli Stati Uniti lo scorso ottobre da Liveright di New York, che consacra il chimico torinese come unico autore italiano a essere stato tradotto integralmente in lingua inglese.

Tra immagini inedite, videoinstallazioni, sculture, audiovisivi e pannelli esplicativi, la mostra promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi e dal MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah) fa scoprire al visitatore gli svariati mondi esplorati dal poliedrico Levi – il campo di sterminio, cui riuscì a sopravvivere e che descrisse “con strenua chiarezza”; la scrittura, che frequentò cimentandosi nei più diversi generi letterari; la chimica, suo ambito professionale; le altre scienze esatte, verso cui manifestò una curiosità inesauribile; il lavoro, cui dedicò un libro straordinario come La chiave a stella – e aiuta a riflettere sulla Shoah, sui recessi più dolorosi e insondabili del XX secolo, e più in generale sull’animo umano, sulla parola e sulla vita.

L’esposizione è allestita in Castello Estense, nella Sala Imbarcadero 1, ed è aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17.

Made in Italy & Futuro in Italia: conferenza alla Camera di Commercio promosso da Confagricoltura ed Ascom

da: ufficio stampa Ascom

Difendere e sopratutto valorizzare e promuovere il made in Italy. Da questo preciso punto partono in stretta collaborazione Ascom Confcommercio e Confagricoltura con il seminario, aperto al pubblico, “Made in Italy & futuro in Italia” che si terrà il 18 febbraio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Ferrara a partire dalle ore 15. Un lavoro in partnership nella lotta alla contraffazione (in tutti campi dall’alimentare al tessile abbigliamento passando per i medicinali) per una proposta forte e motivata a favore di una cultura della Legalità che vede le due Associazioni di categoria impegnate, fianco a fianco, da alcuni anni in progetti congiunti che hanno coinvolto, in modo importante, anche il mondo della Scuola.

Ad aprire l’appuntamento Pier Carlo Scaramagli presidente di Confagricoltura Ferrara con il rapporto “L’impatto della contraffazione sui prodotti agroalimentari italiani”. A seguire un parterre di prestigiosi relatori che affronterà in modo completo come proporre la cultura del made in Italy come chiave di volta dello sviluppo futuro del Paese. Il convegno vedrà la partecipazione del Direttore del Settore Agroalimentare di Nomisma Denis Pantini con un contributo su “Imitazione e contraffazione dei prodotti agroalimentari: stato dell’arte, impatti economici e scenari evolutivi”. Seguirà l’intervento del tenente colonnello Antonio Magro del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Ferrara con “Riflessioni su conoscenza, legalità e vigilanza sul falso Made in Italy”, mentre Michele Rubbini, direttore Programma di Chirurgia Coloproctologica Università/AUSL di Ferrara, analizzerà i “Componenti nascosti del cibo: come conoscere e riconoscere un cibo di qualità”. A svolgere le conclusioni dell’articolato pomeriggio di lavori sarà Giulio Felloni presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara con “Il piacere dell’Eccellenza: dal Cibo all’Abbigliamento”.

Mercoledì 17 febbraio Roberta Anau presenta il libro “Un’ebrea terra terra”

da: da: ufficio stampa IBS Eventi Ferrara

Mercoledì 17 febbraio ore 17:30, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino, Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, Roberta Anau presenta il libro “Un’ebrea terra terra” (Golem edizioni).
Dialoga con l’autrice Maria Gloria Panizza.

Sono gelosa di tutto quello che ho creato qui dentro. Posso mordere se qualcuno attenta ai miei fiori, alle mie piante, alla mia frutta. Permetto agli altri di entrare, a patto che sappiano afferrare il genius loci. Per tutti questi anni ho continuato a considerare la Miniera, le case, le camere, le sale da pranzo del ristorante, e tutto il verde dei giardini e dei boschi come una mia estensione, non certo un servizio pubblico. Ho un rifiuto totale verso l’essere considerata al servizio di qualcuno, quindi mi difendo mettendo le mani avanti.
Ho introdotto i nuovi precetti della “casa del sidro”, in primis la vecchia regola del mangia questa minestra, qui si ammannisce solo quello che piace a me, si finisce tutto quello che ci si fa mettere nel piatto, non si cucina niente di diverso per i bambini, che devono imparare ad assaggiare di tutto e non solo le quattro P, pasta, pane, patate, prosciutto, qui non si gioca a pallone, non si fanno movimenti inconsulti se si avvicina un insetto e quelli che non amano i cani son pregati di andare da un’altra parte.
“Una poco classica Santippe ebrea”, da pensionata statale, si reinventa come imprenditrice agricola, in una terra non proprio di latte, ma di sicuro con qualche goccia di miele. Roberta “sragiona”, spacca le zolle e il capello, orecchio fino, occhio lungo, cervello e bocca in perenne movimento. Un percorso da autodidatta senza fine, il suo, legato a filo triplo con natura, animali e Ferrara, in cui la storia e le Storie si fondono, la scrittura e le Scritture si compenetrano e si completano, e le scoperte vanno a braccetto con le elucubrazioni, la “vita di coppia”, le bue e un ironico cipiglio alla Brontolo.
Un romanzo della memoria vivido e schietto, la scommessa di un’anima traboccante, che nessun vaso di Pandora potrebbe contenere.

Lauren Bush: la nuova voce del jazz

da: ClaSy Comunicazione – ufficio stampa e pubbliche relazioni per lo spettacolo

Doppia data in Italia per la cantante canadese Lauren Bush, nuova voce del jazz internazionale: il 18 febbraio a Ferrara e il 19 febbraio a Ravenna per i Venerdì in Jazz del Mariani Lifestyle.
I concerti, in cui si raccontano vecchie storie con un vestito nuovo, sono dedicati al Song book dei grandi compositori americani, Gershwin, Ellington, Berlin, Van Heusen.
Sul palco con Lauren Bush, un organ trio tutto italiano: Luca di Luzio, Sam Gambarini e Max Ferri.

Sarà un viaggio attraverso il Song book dei grandi compositori americani quello che Lauren Bush, cantante canadese ora inglese di adozione, proporrà nelle due date italiane giovedì 18 e venerdì 19 febbraio 2016 rispettivamente a Ferrara (Circolo Arci Zone K, via Santa Margherita 331) e a Ravenna (Mariani Lifestyle, via Ponte Marino 19) alle ore 22.

Gershwin, Ellington, Berlin, Van Heusen saranno interpretati dalla talentuosa cantante canadese che, artist in residence al Charterhouse, sta conquistando la piazza jazz londinese con le sue doti di scat singer. L’artista, che canta se stessa, senza riferimenti alle grandi voci della tradizione, per l’occasione sarà accompagnata da un organ trio made in Italy composto da tre nomi di spicco del panorama jazz italiano: Luca di Luzio (chitarra), Sam Gambarini (organo hammond), Max Ferri (batteria).

Durante il suo soggiorno in Italia, Lauren Bush registrerà come ospite alcune tracce del nuovo CD di Luca di Luzio, di prossima uscita.

Nata e cresciuta in Canada, Lauren Bush si è recentemente trasferita a Londra. Figlia di un trombettista jazz affermato e di un’insegnante di musica, per molti anni ha considerato la musica solo un hobby. Dal 2004, dopo aver ottenuto una parte nella big band dell’università, ha viaggiato per il Nord America, esibendosi in vari festival americani, tra cui Corpus Christi Jazz Festival, Victoria International Jazz Festival, Al Idaho Jazz Festival con Bobby McFerrin esibendosi anche a Handy Park a New Orleans. Finalista del concorso Riga Jazz Stage in Lituania, a Londra si è esibita all’Elgar Room della Royal Albert Hall. Nel 2010 il quartetto di Lauren ha registrato il suo primo demo con alcuni arrangiamenti originali di standard come “Softly, as in a morning Sunrise” e “When You’re Smiling”. Tre di questi brani sono andati in onda su Metromedia Radio di New York e in alcune stazioni radiofoniche londinesi. Anche i social network hanno confermato il talento di Lauren con oltre 164.800 visualizzazioni del brano “Softly, as in a Morning Sunrise”. A breve uscirà “All My Treasures”, suo album di debutto del quale è anche produttrice.

FERRARA: Circolo Arci Zone K, via Santa Margherita 331 (ingresso offerta libera)
Infoline: 346 087 6998

RAVENNA: Mariani Lifestyle, via Ponte Marino 19 (ingresso gratuito)
Info e prenotazioni: 0544 215206 – info@mariani-ravenna.it

Parcheggio di Cona a pagamento? Un’ingiustizia anche per gli studenti

da: Leonardo Uba – presidente del Consiglio Studenti di Unife

Ci sono molte categorie che verrebbero penalizzate se il parcheggio dell’ospedale di Cona venisse messo a pagamento: primi fra tutti i pazienti, ma anche i dipendenti (dell’azienda ospedaliera e non), coloro che per gravi motivi di salute usufruiscono periodicamente di visite e cure speciali e tanti altri.
Aggiungo un’ ulteriore categoria: gli studenti universitari. Ho raccolto, in qualità di rappresentante degli studenti di UniFe, numerose lamentele e preoccupazioni in merito. Molti sono i ragazzi e le ragazze che quotidianamente vanno a Cona per le lezioni o per svolgere attività di tirocinio in ambito medico o para medico: mi riferisco agli studenti di medicina, a quelli di infermeria, fisioterapia e ai tanti ricercatori. Pensiamo ad uno studente con lezioni a frequenza obbligatoria che, per un semestre, debba recarsi al Sant’Anna, pagando euro 5,50 al giorno: alla fine dei sei mesi avrà speso una somma pari a due rate di iscrizione all’università!
Questi giovani frequentano l’ambiente ospedaliero svolgendo prestazioni e attività importanti, e costituiscono un tassello fondamentale della filiera sia accademica sia sanitaria: la loro corretta istruzione pratica e teorica di oggi li renderà qualificati professionisti di domani, a vantaggio di tutta la società.
Per le categorie sopraindicate, pagare un prezzo –qualsiasi esso sia- per usufruire d un servizio sanitario pubblico o per studiare è a dir poco assurdo, per lo meno fino a quando le reti di trasporti non saranno state sufficientemente potenziate. Fino a quando non ci saranno le condizioni ottimali di base per permettere tanto ad un paziente quanto ad uno studente di recarsi all’ ospedale in maniera efficiente e veloce, chiedere di pagare il parcheggio resterà un paradosso.

Internalizzazione, Bandi, Export: il seminario organizzato da Ascom con Unicredit

da: ufficio stampa Ascom

Fornire un quadro aggiornato delle opportunità di contributo a fondo perduto, messe a disposizione dalla Camera di Commercio di Ferrara e dalla Regione Emilia Romagna, a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle imprese. E’ questo il tema del seminario che si svolgerà il prossimo 16 febbraio a partire dalle ore 15,30 nella sede di Ascom Confcommercio Ferrara (Centro Congressi al primo piano in via Baruffaldi) per illustrare i bandi regionali e camerali relativi.
A seguire, sempre sui temi di stretta attualità come la digitalizzazione e l’export, si terrà inoltre un video seminario a cura di Unicredit.
Per qualsiasi informazione in merito al seminario è possibile contattare l’ufficio Credito di Ascom allo 0532234.269

A Copparo Anagrafe e Servizi Demografici chiusi

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Mercoledì 17 febbraio, gli uffici Anagrafe (all’interno del Centro Servizi per il Cittadino) e Stato Civile, rimarranno chiusi nella mattinata, per aggiornamento e manutenzione programmi informatici. Nel pomeriggio l’apertura degli sportelli sarà come di consueto dalle ore 15 alle ore 18.

Conferenza “Ted – Dream” in diretta mondiale all’Apollo

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

La tecnologia e l’innovazione faranno tappa all’Apollo Cinepark domani, martedì 16 febbraio: alle ore 20.00, per lo Special Event, TED: Dream. Opening Night – Live at Cinema.
In diretta planetaria da Vancouver arriva la più importante conferenza mondiale su Tecnology, entertainment e design che – nelle passate edizioni – ha visto salire sul palco, fra gi altri, Bono, Bill Clinton, Bill Gates, Michelle Obama, J.J. Abrams, Philippe Stark, Al Gore, James Cameron, Isabel Allende e Gordon Brown.
Prendete le tematiche più calde del momento in ambito tecnologia, entertainment e design (da cui l’acronimo TED), scegliete le menti più brillanti del mondo, quelle più richieste, ricercate, apprezzate e lasciate a ciascuna di loro 18 minuti per esprimere le proprie idee.: questa è la ricetta di TED, il ciclo di conferenze che propone il meglio della cultura e dell’innovazione per un pubblico ogni anno più vasto.
I numeri sono impressionanti: oltre 8 milioni di fan nel mondo, più di 300 mila solo in Italia, migliaia di biglietti polverizzati in pochi minuti in ogni città in cui gli incontri di TED si svolgono anno dopo anno, sia all’estero che in Italia, andando in sold out con mesi e mesi di anticipo. Ora tutto questo arriva su grande schermo: per la prima volta nella sua storia la prima attesissima conferenza di TED per il 2016 sarà trasmessa in lingua originale da Vancouver nei cinema del mondo.
Ted 2016. DREAM. Opening Night è distribuito nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con Radio DEEJAY.

Mercoledì 17 febbraio incontro sulla medicina di genere al Centro Documentazione Donne

da: Centro Documentazione Donna

Presso la Biblioteca del Centro Documentazione Donna, via Terranuova 12 – Ferrara, mercoledì 17 febbraio 2016 ore 16,30, Debora Romano e Cristina Tarabbia parlano di MEDICINA DI GENERE: un approccio clinico equo e appropriato alle patologie di donne e uomini.

La medicina di genere, basata su due concetti fondamentali, il sesso, differenze strettamente biologiche tra uomini e donne, e il genere, influenza dei fattoti socio-culturali, non va considerata una nuova branca specialistica delle scienze biomediche .
È piuttosto una dimensione trasversale della medicina che fornisce una chiave di lettura più corretta delle osservazioni cliniche: la possiamo considerare uno strumento di maggiore appropriatezza clinica, diagnostica e terapeutica, per rispondere più adeguatamente ai bisogni di salute della donna e dell’uomo, nonché al principio di equità delle cure, e per ridurre il livello di errore nella pratica clinica.
La medicina di genere non è la medicina delle donne: si occupa di entrambi i generi laddove il dismorfismo femminile e maschile crea la differenza clinica.
È evidenza clinica il differente profilo di morbilità tra femmina e maschio: vi sono patologie che compaiono solo in un genere, altre prevalenti.
Al di là della prevalenza epidemiologica, comunque, donne e uomini che si ammalano di una stessa patologia presentano peculiari differenze nella fisiopatologia di organi e apparati, nella manifestazione clinica ed evolutiva delle malattie, tali da meritare un’attenzione diversa, studi e ricerche declinate secondo il genere, per produrre raccomandazioni e linee guida diversificate.
Anche la terapia farmacologica rappresenta una grossa sfida: i farmaci sono ancora poco studiati e sperimentati nella donna, e la scarsità di dati non consente alcuna conclusione definitiva
La medicina attuale è ancora antropocentrica, costruita a misura d’uomo sia a livello di arruolamento per la ricerca e gli studi clinici, sia di sperimentazione farmacologica e, per quanto antropocentrica, non cura sufficientemente bene neppure gli uomini, poiché trascura di cogliere la specificità maschile nelle patologie classicamente femminili.
Naturalmente, la conoscenza delle differenze deve sconfinare dall’ambito puramente culturale e prevedere importanti applicazioni genere-specifiche in termini di politica sanitaria: senza tale orientamento, i Sistemi sanitari fruirebbero servizi metodologicamente scorretti, discriminatori, ed economicamente svantaggiosi.
Alcuni contrastano la suddivisione per “genere” adducendo come motivazione che il paziente deve essere considerato come una “persona”. Proprio perché la /il paziente è una “persona”, la medicina di genere rappresenta uno strumento di equità e appropriatezza della cura in quanto consente di collocare ogni paziente (con la propria specifica individualità di genere) in una precisa posizione sulla gaussiana, anziché in categorie, cliché, stereotipi che conducono inevitabilmente al pregiudizio. La medicina di genere non rappresenta un ritorno alle diseguaglianze tra i sessi: svela realtà vecchie come il mondo, semplicemente osservandole da una diversa prospettiva.

Debora Romano e Cristina Tarabbia sono la presidente e la responsabile scientifica della sezione di Ferrara
dell’AIDM (Associazione italiana donne medico). Trotula De Ruggiero, medica salernitana

Scuola e famiglie alleate per “Educare Insieme”

da: Istituto Comprensivo “G. Perlasca”

Dal 19 febbraio un nuovo ciclo di incontri all’istituto Perlasca.

Un “ponte” ideale tra la scuola e le famiglie: insegnanti, esperti e genitori si incontrano, la sera, per “Educare insieme”. Dal 19 febbraio, dalle ore 20.30 alle 22.30, nella sede dell’auditorium della Scuola Secondaria “T. Bonati”, Via Poletti 65, riparte il progetto “Educare insieme”.
Per il quinto anno consecutivo il preside dell’Istituto Perlasca Stefano Gargioni ha accolto con entusiasmo il progetto dell’insegnante Ilaria Pasti, che si propone di rispondere a bisogni di genitori ed educatori riguardo a temi critici legati all’educazione di bambini e preadolescenti.
Serve un linguaggio comune per parlare di “Prepotenza e remissività”, di “bullismo” e “cyberbullismo”, di un “cibo che fa soffrire”, di “stereotipi” e diversità”.
Il Progetto è finalizzato alla costruzione di un’alleanza Scuola-Famiglia, nel rispetto dei diversi ruoli e punti di vista, per individuare traguardi educativi comuni.
Sono previsti cinque venerdì di dialogo e confronto: al primo incontro, il 19 febbraio, sono invitati a partecipare anche gli alunni dai 9 anni in poi; ci si confronterà sul tema “Il cibo che aiuta: nutrirsi senza soffrire, nutrirsi di legalità” con l’intervento di Debora di Tunno, volontaria di “A.I.C. Italia” (Associazione italiana celiachia) e di Silvia Urbinati, volontaria di “Libera, Ferrara” .
L’11 marzo il tema sarà “Sono io il più forte?Come educare bambini ed adolescenti ad essere coraggiosi”, proposto da Francesca Solmi, pedagogista, operatrice CSC, e da Alberto Urro, educatore.
Il 1° aprile si parlerà di “Prepotenza: attacco o difesa?”, con il contributo di Chiara Baratelli, psicoanalista con specializzazione in disturbi alimentari e di Andrea Falcioni,vice brigadiere del Comando dei Carabinieri di Ferrara.
Il 29 aprile Elena Buccoliero, Giudice onorario del Tribunale di Bologna, Ufficio Diritti dei minori del Comune di Ferrara, parlerà di “Prepotenza e remissività: due fragilità a confronto”.
Infine il 27 maggio Chiara Baratelli porrà l’interrogativo: “Legami virtuali: dipendenza o risorsa?”
“I tragici fatti di cronaca degli ultimi tempi ci impongono di porre attenzione all’educazione ai sentimenti ed alle differenze di genere di bambini, bambine e preadolescenti – spiega l’insegnante Ilaria Pasti -, ci rammentano inoltre quotidianamente la necessità di ‘educarci’ al rispetto dell’Altro nelle sue peculiarità per promuovere una relazione empatica tra persone di pari dignità”.
“Ciascuno cresce solo se sognato”, ricorda la frase di Danilo Dolci scelta per la brochure. “Educare Insieme” vorrebbe offrire a educatori e famiglie un’opportunità in più di ascoltarsi e dialogare, per imparare a crescere. Insieme.

Mercoledì 17 febbraio i “Comaneci” live al Circolo Arci Zone K

da: Associazione Zone K

Un altro interessante concerto al Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara, in collaborazione con Pentagon Booking, mercoledì 17 febbraio saliranno sul palco i Comaneci.
Alle Olimpiadi del 1976 Nadia Comaneci, un’esile ragazzina rumena, lasciò il mondo senza fiato per la grazia con cui fluttuò tra le parallele, vedendosi assegnare il primo “dieci” della storia della ginnastica artistica. A lei, alla leggerezza con cui sorprese ogni aspettativa e arrivò là dove nessuno avrebbe immaginato potesse arrivare, rimanda il nome del gruppo ravennate formato da Francesca Amati (chitarra, piano, voce) e Glauco Salvo (chitarra, banjo, lap steel). Il loro è un progetto musicale minuto e originale, di canzoni semplici in cui il folk incontra il blues, di lentezze acustiche attraversate da una voce sorprendente per la sensualità e l’infanzia che porta con sé. I loro concerti, ospitati spesso in spazi particolari, quasi che il luogo ne sia uno dei protagonisti, sono quanto di più lontano da uno “spettacolo”: piccoli riti collettivi, in cui artisti e pubblico si confondono e la musica è un filo teso, un modo di abitare il mondo, un piccolo tempo donato.
Appuntamento da gustare nell’atmosfera intima del Circolo Arci Zone K che aprirà per l’occasione alle ore 19. L’inizio del concerto è previsto invece per le ore 22.
L’ingresso sarà Up To You e riservato ai Soci Arci. Per informazioni chiamare il 346.0876998.

Ferrara Baseball, tutti avanti con la preparazione

da: Ferrara Baseball Softball Club A.s.d.

Squadre giovanili impegnate nei tornei indoor, prime sgambate per la formazione LAB. Tegola sui Mandrakes : brutto infortunio per Ventura.

Proseguono gli impegni del Ferrara Baseball, con calendario fitto per tutte le categorie. La squadra ragazzi il 28 febbraio parteciperà all’ultima giornata della Rovigo Winter League : la finalissima impegnerà (bravi loro) Padova e Ponte di Piave, favorita a punteggio pieno. Gli estensi, reduci dalle prove impervie con Rovigo e lo stesso Ponte, proveranno ad evitare il cucchiaio di legno nella finale di consolazione con Vicenza, parimenti maltrattata all’esordio da Godo e Padova.
Nell’attesa, domenica 21 febbraio faranno il loro debutto gli esordienti (categoria dei nati tra il 2005 e il 2009), che affronteranno la Alligator Winter League a Ravenna : tre sfide per i debuttanti ducali, contro le due formazioni di casa (Gechi e Lucertole) e i parietà di Godo (i Goti) e Cesena. Le partite dureranno 45 minuti, con regola del coach pitch (lancerà, cioè, l’allenatore della squadra avversaria) e senza classifica finale, perchè lo spirito sia principalmente quello di divertire e coinvolgere le nuove leve.
Continuano anche gli allenamenti delle formazioni adulti. La squadra Lab, sfidando il clima ancora rigido, si misurerà nei weekend di febbraio in una serie di amichevoli coi vicini rivali di Badia Polesine ; subito voglia di riscatto per Rotondo e compagni, magari ancora un po’ scottati dall’ultimo precedente ufficiale (quando i Drunkballs si imposero a Conegliano, orbando gli estensi della finale di campionato).
Al lavoro anche i Mandrakes, in vista della prossima edizione della Pig League . Segnali positivi di coesione del gruppo, ma purtroppo cattivissime notizie dall’infermeria : pesante infortunio al braccio per la prima base Ventura, che ricevute le cure mediche rischia ora di rimanere lontana dal campo per un periodo davvero lungo. Prova a sdrammatizzare con una battuta il Presidente Squarzanti («Compro un purosangue da corsa e mi si azzoppa ») mentre in squadra, nonostante l’apprensione, c’è chi invece si dice certo che la ragazza tornerà presto : « E’ una tigre », assicurano dallo spogliatoio, « E brucerà le tappe pur di riprendere a giocare ».

LA SEGNALAZIONE
A Forlì una mostra per indagare il mito di Piero della Francesca

di Maria Paola Forlani

Una rassegna con circa 250 opere per analizzare il ruolo di Piero della Francesca (1410-20, 1492) ha ricoperto nella storia dell’arte italiana, anche alla luce del mito che la Modernità dell’Otto-Novecento ha costruito attorno a lui. Così Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani e presidente dell’autorevole comitato scientifico che l’ha concepita, spiega “Piero della Francesca. Indagine su un mito”, la mostra che, sotto la direzione generale di Gianfranco Brunelli, fino al 26 giugno ai Musei di San Domenico di Forlì indaga la produzione artistica del grande pittore di Borgo San Sepolcro, l’oblio e infine la sua riscoperta.

Quando intorno al 1850 i Preraffelliti inglesi iniziarono la loro battaglia per una pittura che ritornasse alle fonti della purezza e della semplicità quattrocentesche, ignoravano Piero della Francesca. Nemmeno il loro mentore, John Ruskin, nei suoi pellegrinaggi italiani fra le “pietre di Venezia” e le “mattinate fiorentine” pensò mai di recarsi ad Arezzo. Forse Piero non sarebbe nemmeno piaciuto a questi inglesi spiritualizzati. Troppo chiaro, troppo poco simbolico, troppo poco devoto.

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La fama di Piero si era oscurata a pochi anni dalla morte, anche se Vasari gli dedica una delle sue “Vite” e nel 1795-96 il Lanzi ne parla come di “Uno dei pittori da far epoca nella storia…se avesse la grazia di Masaccio gli saria quasi pari”.
A parte l’uso di un termine come “grazia” per l’arte virile e ferma di Masaccio, il giudizio in realtà appare del tutto negativo, poiché non coglie nulla dell’essenza della pittura pierfrancescana, e tale incomprensione prosegue nel giudizio di Cavalcaselle e Crowe, che addirittura affermano: “mancò in lui la qualità essenziale per un artista, qual è quella della scelta delle forme, per essere fra i più eccellenti”.
I fraintendimenti dell’arte di Piero della Francesca continuarono fino al 1913, quando allora assai giovane Roberto Longhi pubblicò il saggio su “Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana”, dove finalmente colse i nessi fra il Centro e il Nord italiano proprio attraverso la figura di Piero, nodo cruciale per il quale l’arte di Antonello da Messina e quella di Giovanni Bellini ricevevano il sigillo di un nuovo luminismo prospettico ignoto ai toscani. Con la monografia del 1927 Longhi portò a compimento gli studi su Piero e ne sistemò il catalogo.
Dall’analisi longhiana appariva anche il ruolo fondamentale svolto da Domenico Veneziano nella formazione di Piero: quella prima sintesi di luce, spazio e colore, di prospettiva toscana e naturalismo fiammingo, che era il portato più nuovo a Firenze dalla morte di Masaccio.
Proprio negli anni della formazione artistica fiorentina di Piero era in corso il tentativo di avvicinamento fra Chiese d’Oriente e d’Occidente: a Firenze, Ferrara e Venezia era possibile vedere i maestosi seguiti dell’imperatore Giovanni VIII Paleologo e dei Patriarchi ortodossi come il Cardinal Bessarione. Al fasto si accompagnava la suggestione di una liturgia solenne e antica, la ieraticità di gesti e di voci che si ritrovano esattamente nelle figure di Piero, quasi un omaggio alla grande speranza della ritrovata unità dei cristiani. Il ciclo con le “Storie della Vera Croce” ad Arezzo appare come una grande metafora di quelle speranze, un anno prima che la caduta di Bisanzio calasse come definitiva condanna sul più antico impero sopravvissuto a Roma. Piero trasforma questo affresco in una meditazione abissale sulla permanenza della fede e della divinità all’interno del frastuono del mondo, l’affermazione dell’eternità sugli effimeri destini dell’uomo. E a questo giunge per via squisitamente pittorica, espressiva attraverso il sovrano mezzo della prospettiva, che misura e ritma figure e cose, volti e gesti nella cadenzata solennità di una regola anch’essa eterna e conciliabile.
Piero lo troviamo poi a Modena, il primo dei tanti centri dell’Emilia Romagna in cui sostò, lasciando saggi della sua maestria: tutti perduti, salvo il celebre affresco “araldico” nel Tempio Malatestiano di Rimini, da lui firmato nel 1451.
Per illustrare la cultura pittorica fiorentina tra gli anni Trenta e Quaranta del Quattrocento la mostra fa perno su una “Madonna con il Bambino”, l’opera più giovanile ascrivibile a Piero giunta fino a noi, ed esibisce opere di Domenico Veneziano, Beato Angelico, Filippo Lippi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, esponenti di punta della pittura post-masaccesca e protagonisti di quella ricerca prospettica che Piero eleverà a pietra angolare del suo linguaggio figurativo, divenendone anche il più compiuto teorico.

Filippo Lippi, Paolo Uccello e Andrea del Castagno, esponenti di punta della pittura post-masaccesca e protagonisti di quella ricerca prospettica che Piero eleverà a pietra angolare del suo linguaggio figurativo, divenendone anche il più compiuto teorico.

Gli spostamenti dell’artista fra Modena, Bologna, Rimini, Ferrara e Ancona nel quinto decennio del secolo determinano l’affermarsi di una cultura pierfrancescana nelle opere di artisti emiliani come Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti, Bartolomeo degli Erri, Lorenzo e Cristoforo da Lendinara, quest’ultimo indagato non solo per le ben note tarsie prospettiche, ma anche per l’attività più squisitamente pittorica.
Il raggio d’influsso marchigiano di Piero, grazie alla sua presenza nella Urbino di Federico da Montefeltro, trova riscontro in altri artisti, tra cui Fra Carnevale e Giovanni Angelo da Camerino, mentre il riflesso della sua attività in patria e ad Arezzo è esemplificata dalle opere mirabili di Luca Signorelli, Bartolomeo della Gatta e Perugino, mentre esempi eloquenti di Melozzo e di Antoniazzo Romano testimoniano l’impatto che ebbero nella città pontificia gli affreschi, poi inesorabilmente ricoperti da Raffaello, che Piero eseguì tra l’inverno del 1458 e la primavera del 1459 nell’appartamento di Pio II.

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La quasi totale scomparsa dei lavori romani di Piero resta uno dei maggiori ostacoli alla dimostrazione del ruolo determinante che la sua “sintesi prospettica di forma-colore” – per usare l’aurea formula coniata da Roberto Longhi nella capitale monografia del 1927 – ebbe una costruzione di una lingua figurativa italiana che coinvolse anche la Scuola veneta. Un capitolo quest’ultimo ben esemplificato in mostra da opere di Antonello da Messina, Giovanni Bellini e del veronese Francesco Benaglio, a confronto con l’unico dipinto di Piero tuttora nella città lagunare: il “San Girolamo e un devoto” delle Gallerie dell’Accademia.

A fianco delle opere di Piero e di coloro che (prima che un secolare oblio calasse inspiegato sulla sua figura) ne ascoltarono la lezione fino a considerarlo, come scrisse Luca Pacioli nel 1509, il “monarca della pittura”, stanno oggi in mostra a Forlì le opere dei due secoli che, in Italia e in Europa, ne riscoprirono la grandezza: il XIX e il XX. Un arco cronologicamente e concettualmente molto ampio che mette in luce il reingresso del maestro di Sansepolcro nella coscienza degli artisti e della storiografia tutta, dai macchiaioli a Seurat, fino a Balthus e Hopper, da Cavalcaselle a Berenson, da Adolfo Venturi a Longhi.

Modella di profilo, opera di Georges Seurat, conservata al Museo d’Orsay a Parigi. Seurat Georges (1859-1891)1886 Francia – Parigi, Musée d’Orsay

Longhi attribuì a Piero la “creazione del moderno colorismo come armonia calda e solare di toni contrapposti e di gamma totale, espansi sulle superfici di un riposo coloristico non più raggiunto”, facendone così il punto di riferimento per il tonalismo contemporaneo, per esempio la pittura di Guidi dominata da una gran luce diffusa, cadenzata da figure immote nell’atmosfera sospesa, chiuse nei loro gesti bloccati e ieratici, che possiamo ritrovare anche nella “Silvana Cenni” di Casorati.

Casorati_Silvana Cenni. bdSilvana Cenni: una figura solenne, stagliata come un’icona muta e immota al centro d’un partito architettonico d’assoluta assialità. In quella sua severa giovinezza assorta, nel suo allargare le braccia e distendere le lunghe, gelide mani come a comprendere tutto il mondo dentro il suo abbraccio, si ripete il gesto analogo della

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“Madonna della Misericordia” di Piero, “chiusa nell’autosufficiente contemplazione della propria indefettibile perfezione geometrica”, come scrive oggi Daniele Benatti.

Un giorno da europarlamentari

Giacche, cravatte, vestiti scuri, scarpe eleganti. Dovranno presentarsi così i ragazzi del Liceo Roiti che il 4 e 5 marzo prossimi usciranno per un giorno dal ruolo di studenti, per vestire i panni di europarlamentari per la sessione d’istituto del progetto annuale Mep (Model European Parliament), prima tappa ufficiale di una serie di incontri di simulazione del Parlamento Europeo che proseguirà a livello regionale, nazionale ed internazionale.
Nel corso di questi incontri, i delegati dibattono su una serie di tematiche, dopo settimane di preparazione e documentazione. Le dieci tematiche su cui hanno lavorato i ragazzi quest’anno sono tutte di stretta attualità, questioni su cui anche il vero Parlamento europeo sta dibattendo in questi mesi: dall’esportazione di armi alla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell’UE in materia di immigrazione, dai problemi giuridici ed etici nell’uso dei droni armati per scopi militari all’aiuto umanitario, dalla prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di giovani cittadini europei da parte delle organizzazione terroristiche alla strategia dell’Unione europea per la parità tra donne e uomini.

Per saperne di più visita le pagine del sito ufficiale del MEP

 

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