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Giorno: 20 Marzo 2016

L’INTERVENTO
La casa del sisma: gli avvocati della famiglia Zaniboni rispondono al sindaco di Vigarano

Da avvocato Giovanni Govi e avvocato Valerio Guazzarini

La famiglia Zaniboni, per il tramite dei propri legali Avv.ti Giovanni Govi e Valerio Guazzarini, tiene a formulare alcune fondamentali precisazioni rispetto ai contenuti dell’articolo relativo al contenzioso in essere con il Comune di Vigarano Mainarda ed alle dichiarazioni del Sindaco e funzionari comunali ivi riportate.
In primo luogo, si tiene a rimarcare che la condizione di inagibilità dell’intero immobile di proprietà Zaniboni è stata, in primis, attestata dai Tecnici della Protezione Civile, come inequivocabilmente emerge dal contenuto della scheda Aedes n. 11 del 4/7/2012, ove, per l’appunto, tali Tecnici (anche evidenziando la completa accuratezza della verifica dai medesimi condotta) si esprimono in termini di inagibilità dell’intero edificio per alto rischio strutturale.
Dunque, i Tecnici della famiglia Zaniboni – peraltro qualificatissimi esperti che hanno redatto perizie e formulato valutazioni sotto la propria responsabilità – in sostanza si sono espressi in linea con quanto era già stato accertato dalla Protezione Civile.
S’aggiunga che in conformità con quanto attestato dalla Protezione Civile si è anche recentemente espresso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ferrara che, in esito a sopralluogo del 18/01/2016, ha confermato come l’intero fabbricato in questione sia, nella sua interezza, non fruibile proprio a causa delle “lesioni diffuse alle strutture” derivanti dalle scosse sismiche verificatesi durante il terremoto del 20 – 29 maggio 2012.
Dunque, il Comune, con il diniego di contributi e la revoca dell’Ordinanza di sgombero (ossia con gli atti impugnati innanzi al TAR nel giudizio tutt’ora in corso), ha ritenuto di basarsi sugli asseriti (e contestati) esiti di quell’unico sopralluogo svolto – in pochi minuti e senza particolare approfondimento – dall’Ufficio Intercomunale.
Ciò, quando, invece, tutti i sopralluoghi e le verifiche analitiche e circostanziate condotte dagli altri tecnici (ossia, tanto da quelli incaricati dalla proprietà, quanto da quelli della Protezione civile e dal Comando dei Vigili del Fuoco) hanno portato all’accertamento dell’inagibilità dell’intero immobile per gravi lesioni alle strutture.
Quanto, poi, allo stato del contenzioso, si tiene a ribadire come, ad oggi, si siano avuti soltanto pronunciamenti relativi alla c.d. “fase cautelare”, non essendosi ancora giunti ad una disamina nel merito da parte del Tar (innanzi al quale la causa tutt’ora pende).
In proposito, fermo che nel caso di specie risulta sussistere un gravissimo pregiudizio per la famiglia Zaniboni (atteso che l’inagibilità della propria abitazione incide anche sui diritti – costituzionalmente garantiti – alla casa ed all’incolumità), v’è, comunque, da evidenziare che il Consiglio di Stato, nell’Ordinanza con cui si è esclusivamente pronunciato in via cautelare, ha rilevato che “il provvedimento di diniego dei contributi comporta un danno di natura patrimoniale”.
Ciò, dunque, con la conseguenza che, ove le ragioni della famiglia Zaniboni vengano accolte nel merito, incomberà sull’Amministrazione comunale l’obbligo di risarcire il ricorrente della somma di € 917.637,45 oltre iva (corrispondente ai contributi negati), oltre ad interessi e rivalutazione, ed oltre ad ulteriori danni subiti e subendi anche sotto il profilo morale, esistenziale, biologico e psicofisico.
In proposito, si deve, altresì, rimarcare che la richiamata Ordinanza del Consiglio di Stato riconosce la rilevanza dell’accertamento tecnico per la cui ammissione rimanda al TAR.
Il che è, in verità, in linea con la richiesta di Consulenza Tecnica d’Ufficio formulata da parte Zaniboni sin dal ricorso introduttivo al TAR.
La famiglia Zaniboni, infatti, sin dal primo atto del contenzioso in essere, ha richiesto che lo stato della propria abitazione (e, dunque, il livello di danno e l’inagibilità della stessa) vengano, per l’appunto, constatati da un tecnico nominato dal TAR e, dunque, da un tecnico che dovrà essere super partes.
V’è, dunque, non solo la disponibilità all’effettuazione di ulteriori verifiche (per quanto le risultanze degli accertamenti svolti dalla Protezione civile, dal Comando dei Vigili del Fuoco e da tutti i tecnici incaricati dalla Proprietà, siano conformi nell’attestare la richiamata inagibilità dell’intero immobile), ma nuovi accertamenti sono addirittura auspicati, purché condotti da tecnici effettivamente obiettivi.
Quanto, poi, ai riferimenti alle richieste di sopralluogo dei tecnici della Regione – tecnici attivati dal Comune – si precisa che di tali richieste due non sono state accolte per insufficiente preavviso e per sussistenza di precedenti impegni della famiglia Zaniboni.
L’ultima richiesta di sopralluogo, invece, è stata declinata in considerazione della circostanza che, nelle more, è avvenuto il deposito, presso la Procura della Repubblica di Ferrara, di una denuncia da parte della sig.ra Zaniboni e dunque, nella consapevolezza che la ridetta denuncia avrebbe potuto minare la serenità dei funzionari regionali che si fossero espressi, ritenendo opportuno rinviare ogni ulteriore accertamento in attesa degli accertamenti della Magistratura.
Tanto posto, e pur con tutte le riserve del caso, prendendo atto delle recenti esternazioni del Sindaco circa il fatto che la “prima preoccupazione” dello stesso Sindaco sarebbe la “sicurezza”, la famiglia Zaniboni tiene a evidenziare nuovamente la propria disponibilità all’effettuazione di un sopralluogo da parte dei tecnici regionali, ovviamente in contraddittorio con i propri tecnici.
Disponibilità che viene rinnovata nell’auspicio che ciò finalmente conduca ad una definizione rapida ed obbiettiva della vicenda e, dunque, non determini ulteriori ingiustizie a carico della famiglia Zaniboni.
Ciò, sempre fermo che l’inagibilità dell’immobile già risulta dalla documentazione tecnica da tempo in possesso del Sindaco (documentazione, come ricordato, proveniente dalla Protezione Civile, dal Comando dei Vigili del Fuoco e dai numerosi tecnici incaricati dalla Proprietà) e, dunque, sempre fermo il dovere del Sindaco di prendere atto di tali risultanze (ed, in proposito, si rimarca che anche il Consiglio di Stato, nella citata Ordinanza, tiene a richiamare i “poteri” – con i connessi doveri – “sindacali a tutela della pubblica incolumità”).
D’altro canto, tale rinnovata disponibilità viene ad essere esternata anche in considerazione della circostanza che il Sindaco, sul quotidiano on –line “Estense.com” , ha, comunque, pure dichiarato “l’attiguo fienile, che è ufficialmente inagibile e riceverà i fondi per il ripristino” .
Anche se, in verità, nel caso di specie, come abbondantemente documentato, ciò che viene definito “fienile” è, a tutti gli effetti, parte dell’unica abitazione, le riportate affermazioni del Sindaco costituiscono una novità che ci si augura possa essere un primo passo verso il riconoscimento alla famiglia Zaniboni di tutto ciò che alla stessa spetta.

L’Ici, l’Imu, le scuole e i privilegi scambiati per diritti

da: Leonardo Fiorentini – Presidente Gruppo Consiliare SEL Comune di Ferrara

Fiorentini: se si vuole ridiscutere la questione ICI/IMI, si ridiscuta tutto, contributi alle paritarie compresi.

Dichiarazione di Leonardo Fiorentini, consigliere comunale indipendente eletto nella lista di SEL, a proposito della recente polemica sull’imposizione di ICI e IMU alle scuole paritarie:

“E’ davvero curioso come, anche di fronte ad una sentenza di ultimo grado come quella sull’ICI/IMU alle scuole private, si continuino a rivendicare privilegi rispetto alla tassazione locale sugli immobili.

Il problema delle scuole poteva essere risolto facilmente se, a tempo debito – al posto che far finta di niente – si fosse ragionato su come inserire agevolazioni (non esenzioni) nelle aliquote comunali. Su queste, credo ci sarebbe stato un ampio consenso visto il ruolo riconosciuto dalle scuole paritarie nel nostro sistema educativo. Così ora il Comune ha il diritto e il dovere di chiedere conto del mancato versamento e i contribuenti il diritto (e non più il privilegio) di dimostrare che non vi è il presupposto per l’imposizione. E’ più che giusto però che l’Amministrazione proceda, come peraltro avevo richiesto con la mia interpellanza del luglio 2015.

Giunti a questo punto della discussione, viene pure il sospetto che l’aumento dei contributi comunali alle scuole FISM, tirati in ballo improvvidamente in questi giorni di polemiche e passato un po’ troppo velocemente sul tavolo dell’Assessora competente, non sia un necessario aiuto ad un sistema fragile in difficoltà a reggere l’urto della crisi economica, bensì niente altro che una partita di giro rispetto alle cartelle esattoriali emesse successivamente. Anche per questo ho chiesto all’Assessora da ormai un mese che mi venisse dato un quadro esaustivo dei contributi alle paritarie nelle altre realtà della nostra regione, e maggiori informazioni sulle situazioni di fragilità nel nostro territorio, ma sono ancora in attesa di una risposta.

Ma al di là delle perplessità personali, se si vuole ridiscutere la questione ICI/IMU rispetto alla scuole paritarie sono come detto disponibilissimo a farlo, e senza alcun pregiudizio ideologico, ma è evidente come a questo punto vada messo tutto sul tavolo della discussione.”

Workshop “La comunicazione e i suoi strumenti, nell’impresa e nel sociale” promosso da Fidapa

da: Fidapa Ferrara

L’ associazione F.I.D.A.P.A BPW Italy -Sezione di Ferrara, da sempre impegnata a promuove le competenze e la preparazione delle donne verso attività professionali, artistiche, sociali e culturali, propone un percorso formativo professionalizzante, dal titolo “La Comunicazione e i suoi strumenti nell’impresa e nel sociale” che prenderà l’avvio il prossimo 9 aprile e si concluderà il 21 maggio.

Sarà una vera e propria “cassetta degli attrezzi”, strutturata in 8 momenti formativi, ad uso delle persone che, per scopi professionali o personali, vogliono essere più efficaci nelle loro modalità relazionali e comunicative.

I diversi workshop si avvarranno di eccellenze del mondo accademico, culturale, manageriale e professionale: Camilla Bozzi, Stefano Caracciolo, Gabriele Gamberi, Fabio Mangolini, Claudia Musolesi e saranno affiancati dalle responsabili del progetto e socie Fidapa, Annalisa Ferrari e Silvia Pellino, qui nella loro veste professionale specifica di formatrici e rispettivamente, di sociologa e antropologa, oltre che di docenti d’aula.

I temi: dalle parole e linguaggi dell’esperienza femminile alle strategie del public speaking, dal come fare un curriculum efficace ai linguaggi delle diversità, dal galateo informatico a come organizzare una riunione, dal linguaggio della gentilezza fino all’uso professionale delle parole nel web e nei social network.

Martedì 22 marzo gli imperdibili “The Altered Hours” live al Circolo Arci Zone K

da: Associazione Zone K

Un evento assolutamente straordinario al Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara, in collaborazione con Pentagon Booking, martedì 22 marzo saliranno sul palco The Altered Hours dall’Irlanda in una data unica per l’Emilia Romagna.
The Altered Hours arrivano da Cork City e sono composti da Cathal, Elaine, Nora, Patrick e Kevin. “In Heat Not Sorry” è il nome del loro primo LP, registrato allo studio Funkhaus di Berlino e rilasciato dalla Art For Blind insieme alla Penske Recordings. Successivamente dopo aver lavorato con Fabien Leseure per il loro EP del 2013 “Sweet Jelly Rool” uscito per l’etichetta del loro guru Anton Newcombe dei Brian Jonestown Massacre (A Recording Ltd), procedono con l’esplorazione delle loro capacità per riuscire a dare il massimo durante le loro esibizioni sui palchi.
Il gruppo torna a Berlino nel 2014 e passa tre settimane esplorando, sperimentando e registrando insieme a Leseure ai controlli.
Il progetto inizia con una grande varietà di canzoni e idee, un unico e coerente stile che emerge con enfasi sulle registrazioni live. Il risultato sono 10 tracce che rappresentano l’evoluzione della band, iniziando con un attraente suono psichedelico in evoluzione. Questo lavoro è stato influenzato in parte dalle strutture e dintorni del palazzo della Funkhaus studio costruito negli anni 50 (inizialmente centro di trasmissione radio della Repubblica Democratica Tedesca). Il suono e atmosfera di “In Heat Not Sorry” rispecchia l’interesse della band verso l’improvvisazione e allo stesso tempo quell’elegante equilibrio tra la tranquillità ed il caos.
Appuntamento prestigioso per la nostra città, da non mancare assolutamente vista anche l’unicità dell’evento.
Apertura ore 19, inizio concerto ore 22 circa. Ingresso ad offerta libera e riservato ai soci Arci. Per informazioni il numero da chiamare è sempre 346.0876998.

Martedì 22 e mercoledì 23 marzo all’Apollo il docufilm “Renoir – Oltraggio e Seduzione”

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Per Apollo Cinepark Arte e Cultura, martedì 22 e mercoledì 23 marzo alle 21.00 “Renoir – Oltraggio e Seduzione”. In esclusiva sul grande schermo, il tour cinematografico nella Barnes Foundation di Philadelphia che conserva la più grande collezione al mondo dell’artista francese.Renoir_LOC
Il dottor Albert C. Barnes (1872-1951) ammirava infatti Renoir più di qualsiasi altro artista, tanto da raccoglierne oltre 181 opere, risalenti soprattutto all’ultima fase della sua produzione. Il film offrirà così un accesso illimitato a questa straordinaria collezione, che permette di comprendere perché la figura Renoir abbia diviso l’opinione pubblica per oltre 100 anni.
Nell’inverno del 1881-1882 il pittore visitò l’Italia: Venezia, forse Firenze, Roma, Napoli, la Calabria, Capri e Palermo. Questo viaggio lasciò una traccia profonda sulla sua arte: da allora Renoir rivolse la propria attenzione a soggetti più atemporali, un’anticipazione delle ricerche che avrebbe portato avanti sino alla morte. In quest’ultimo periodo, dominato da monumentali nudi femminili, lo stile del pittore si arricchì di riferimenti all’arte classica e l’uso del colore si fece via via più tratteggiato, come nei suoi lavori giovanili. Renoir. Oltraggio e Seduzione racconta proprio la reinvenzione artistica di Renoir, esplorandone le profonde implicazioni per due grandi artisti del 20° secolo: Picasso e Matisse.
Renoir visse sempre all’insegna della semplicità. Fu un artista alla perenne ricerca di rinnovamento, un impressionista capace di sconvolgere le regole della rappresentazione, pur rimanendo un estimatore del classico e della tradizione. Era Renoir un artista decadente? O aveva ragione Matisse quando spiegava che i suoi voluttuosi ritratti femminili sono “i nudi più belli mai dipinti”? Gli spettatori potranno decidere in autonomia, guidati dai principali critici d’arte del New York Times e del Washington Post, da studiosi di fama internazionale e da diversi artisti.
Renoir. Oltraggio e seduzione è diretto da Phil Grabsky ed è distribuito in Italia da Nexo Digital in collaborazione con MYmovies.it.

Martedì 22 marzo Sandra Rossetti commenterà il film “Hannah Arendt” e parlerà della filosofa presso il Centro Documentazione Donna

da: Centro Documentazione Donna

Il film ricostruisce un periodo fondamentale della vita di Hannah Arendt: quello tra il 1960 e il 1964. All’inizio della vicenda, la cinquantenne intellettuale ebrea-tedesca, emigrata negli Stati Uniti nel 1940, vive felicemente a New York con il marito, il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher. Ha già pubblicato testi fondamentali di teoria filosofica e politica, insegna in una prestigiosa Università e vanta una cerchia di amici intellettuali. Nel 1961, quando il Servizio Segreto israeliano rapisce il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann, nascosto sotto falsa identità a Buenos Aires, la Arendt si sente obbligata a seguire il successivo storico processo che si tiene a Gerusalemme. Nonostante i dubbi di suo marito, la donna, sostenuta dall’amica scrittrice Mary McCarthy, chiede e ottiene di essere inviata in loco come reporter della prestigiosa rivista ‘New Yorker’. Hannah nota che Eichman, uno dei gerarchi artefice dello sterminio degli ebrei nei lager, è un mediocre burocrate, che si dichiara semplice esecutore di ordini odiosi e, d’altro canto, si sorprende nell’ascoltare testimonianze di sopravvissuti che mettono in evidenza la condiscendenza dei leader delle comunità ebraiche in Europa, di fronte ai nazisti.
Dai suoi resoconti, e in seguito dal suo libro, “La banalità del male: Eichman a Gerusalemme” (1963), emerge la controversa teoria per cui proprio l’assenza di radici e di memoria e la mancata riflessione sulla responsabilità delle proprie azioni criminali farebbero sì che esseri spesso banali (non persone) si trasformino in autentici agenti del male. L’ebreo Kurt Blumefeld, uno dei suoi più cari amici, non riesce a perdonarla per quegli scritti, mentre lo scandalo si diffonde in Israele e negli USA. La presidenza della sua Università è fortemente contrariata, la stampa la attacca violentemente, ma il marito, la sua devota allieva tedesca Lotte Köhler e molti studenti approvano e sostengono l’essenza, apparentemente paradossale, del suo pensiero.
Già in passato von Trotta ha realizzato film riguardanti donne “eccezionali” e dissidenti: “Rosa L”., del 1985, ritratto della leader marxista Rosa Luxemburg, interpretata dalla stessa Sukova, e “Vision”, del 2009, rievocazione di Hildegard von Bingen, mistica cristiana del XII secolo. La messa in scena privilegia le sequenze in interni, con suggestivi colori grigi che evocano bene gli anni ’60, e riesce a creare un’aspettativa non retorica, né artificiosa.
Ne emerge l’isolamento della protagonista e la sua peculiare fisicità (nella meditazione, nell’eloquio e nell’assiduità a fumare), ma anche la rivendicazione ostinata della libertà di pensiero e la coerenza logica. Da segnalare anche l’uso intelligente di immagini autentiche del processo ad Eichman.

Lunedì 21 marzo termina alla Boiardo il laboratorio sulle problematiche della cecità

da: Istituto Comprensivo Statale “Alda Costa”

Lunedì 21 marzo termina presso la scuola secondaria Boiardo il laboratorio teorico­-pratico promosso sulle problematiche relative alla disabilità della cecità, ospiti il dott. Domenico Ietto (Servizio lavoro della regione Emilia Romagna) e la dott.ssa Alessandra Mambelli (Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti ­ sezione provinciale di Ferrara).

L’iniziativa è stata promossa sotto gli auspici dell’Assessore al Coordinamento delle Politiche Europee allo Sviluppo, Scuola, Formazione professionale, Università, Ricerca e Lavoro Patrizio Bianchi ed il Servizio Lavoro della Regione Emilia Romagna diretto da Paola Cicognani.

Nelle due ore di attività laboratoriale in programma lunedì gli allievi della Scuola Secondaria di via Benvenuto Tisi da Garofalo sperimenteranno bendati una simulazione motoria della disabilità; seguirà un momento di condivisione dell’esperienza e un’illustrazione dei percorsi d’inclusione sociale previsti dalla legge 68/99, curata da Domenico Ietto.

Questa esperienza conclude il Progetto educativo “Le diverse abilità” destinato all’integrazione degli alunni diversamente abili e realizzato in collaborazione con l’Unità Operativa Integrazione del Comune di Ferrara: i conduttori protagonisti dei cinque incontri previsti dal laboratorio, iniziati lo scorso lunedì 22 febbraio, sono stati gli educatori ATI Franca Cheti De Luca e Corrado Fordiani.

Anche Unife aderisce il 21 marzo con due eventi alla XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

“Ponti di memoria, Luoghi di impegno”. E’ questo il filo conduttore della XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che lunedì 21 marzo collegherà molte città italiane che ricorderanno le circa novecento vittime innocenti delle mafie. E proprio il 21 marzo anche il Laboratorio MaCrO del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, il Comune di Ferrara, il Coordinamento di Ferrara di Libera, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e Avviso Pubblico – Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, proporranno due eventi dedicati al tema delle vittime delle ecomafie e alla tragedia della “Terra dei Fuochi”, insieme a studiosi, giornalisti, amministratori ed esperti del tema.
Alle ore 15 presso la Sala Consiliare Dipartimento di Giurisprudenza, (corso Ercole I d’Este 37), si terrà l’incontro “A munnezza è oro. Una strage silenziosa. Società civile e diritto nel contrasto alle ecomafie”, che vedrà intervenire Alessandro Bratti, Presidente Commissione Parlamentare Ecomafie, Giuseppe Battarino, Consulente Commissione Parlamentare Ecomafie, Antonio Pergolizzi dell’Osservatorio Nazionale ambiente e legalità di Legambiente e Costanza Bernasconi del Dipartimento di Giurisprudenza di Unife in qualità di moderatrice.
Secondo appuntamento della giornata alle ore 18 presso la Libreria Feltrinelli, (via Garibaldi 30), con la presentazione del libro “Così vi ho avvelenato. Il grande affare dei rifiuti tossici raccontato da un boss della camorra” di Gaetano Vassallo e Daniela De Crescenzo.
Gaetano Vassallo, proprietario di una società per lo smaltimento degli scarti industriali, è stato legato al clan dei Casalesi. Partito con una piccola discarica su un terreno di famiglia, è arrivato a gestire l’affare più lucroso mai realizzato dalla camorra: la più grande raccolta di scorie tossiche di tutta la penisola. Condannato nel 2010, nel prossimo ottobre finirà di scontare la sua pena.
Daniela De Crescenzo, cronista del Mattino, fa parte del comitato scientifico della rivista Narcomafie.
Dopo i saluti dell’Assessore comunale Chiara Sapigni, Coordinatrice Provinciale Avviso Pubblico, interverranno Daniela De Crescenzo e Alessandro Bratti. A moderare sarà la giornalista Camilla Ghedini.
Grazie alla collaborazione della Camera penale ferrarese, l’iniziativa è aperta anche agli avvocati, che possono iscriversi inviando una email all’indirizzo: camerapenaleferrarese@gmail.com.

Info: tel. 0532/770504 – centro.mediazione@comune.fe.it

Per informazioni: Carlotta Cocchi – 0532/293554 – 338/6195391

Lunedì 21 marzo la cittadinanza onoraria a Don Stoppiglia

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Avrà luogo lunedì sera, in occasione della Seduta del Consiglio Comunale, la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Don Giuseppe Stoppiglia, ex parroco di Comacchio ed ex Presidente dell’Associazione Macondo che da anni opera in America Latina e Africa. L’evento è stato presentato questa mattina dall’Assessore Sergio Provasi e da Sandra Carli Ballola ed Ermanno Mantovani, due dei firmatari dell’istanza presentata al Comune di Comacchio.
“Siamo portavoce di un desiderio che nasce da centinaia di cittadini ed in particolare da quel gruppo di giovani che hanno conosciuto Don Stoppiglia durante gli anni di sacerdozio qui a Comacchio – ha spiegato appunto la Prof.ssa Carli Ballola – questa onorificenza non vuole essere un’operazione nostalgia, ma il riconoscimento di una figura che a Comacchio è stata protagonista di una rivoluzione anche culturale e che ha poi avuto riscontro anche a livello nazionale e globale”.
“Con questa cittadinanza onoraria abbiamo voluto cogliere anche il desiderio inespresso dello stesso Don Giuseppe che, proprio a Comacchio, è diventato sacerdote nel 1965 – ha aggiunto Ermanno Mantovani – Fino a qualche giorno fa lui era all’oscuro di tutto, perché a collaborare con noi è stato Don Gaetano Farinelli. A Prescindere da quello che è diventato dopo aver lasciato Comacchio, Don Stoppiglia ha indirizzato la nostra vita all’ascolto e all’aiuto del prossimo, segandoci per sempre”.
“Don Giuseppe fu sacerdote a Comacchio in un periodo di forti cambiamenti – ha ribadito Sandra Carli Ballola – In quegli anni seppe interpretare la Chiesa e la Citta di Comacchio in maniera diversa e noi oggi vorremmo ripartire proprio da quegli interrogativi sul ruolo che questo territorio deve avere e che già, più di 50 anni, fa Don Stoppiglia aveva, quasi profeticamente, proposto”.
A concludere la conferenza stampa è stato, infine, l’Assessore Provasi: “ho avuto l’onore di conoscere Don Stoppiglia e devo dire che è stato illuminante. Siamo molto lieti di aver potuto accogliere questa proposta e di poter finalmente dare un riconoscimento ad una personalità che per la comunità comacchiese è stata così carismatica”.

Lunedì 21 marzo, in diretta dalla Royal Opera House, “Boris Godunov”, distribuita da QMI, all’Apollo

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Per gli eventi speciali dell’Apollo Cinepark, lunedì 21 alle 21.00 in diretta dal Royal Opera House di Londra “Boris Gudonov”, opera in 3 atti che vede Richard Jones alla regia e Antonio Pappano alla direzione dell’orchestra e del coro della Royal Opera House, rinnovare la loro collaborazione con questa nuova creativa, produzione del capolavoro storico di Musorgskij.
Nella sua prima versione (1869) in sette scene, l’originale visione del compositore del dramma di Pushkin su Tsar Boris Godunov – che regnò in Russia tra il 1598 e il 1605 – era troppo per l’amministrazione dei teatri dell’Impero, che pretesero dei cambiamenti, incorporati nella seconda versione dell’opera, con la quale Boris alla fine ebbe la sua prima nel 1874. Molti commentatori preferirono l’integrità della prima versione, meno convenzionale rispetto alla tradizione operistica. L’interpretazione di Bryn Terfel di uno dei ruoli più complessi dell’opera è molto attesa, al fianco del celebre baritono: John Graham-Hall è il furbo Principe Shuisky, John Tomlinson il monaco vagabondo Varlaam.
Interpreti : Boris- Godunov Bryn Terfel
; Principe- Shuisky John Graham-Hall; 
Pimen- Ain Anger
; Grigory Otrepiev (il ‘Falso Dmitry ‘)- David Butt Philip; 
Varlaam- John Tomlinson; 
Xenia- Vlada Borovko; 
Balia di Xenia’s- Sarah Pring; 
Fyodor- Emily Edmonds
; Andrei- Shchelkalov Kostas Smoriginas.

La Laguna di Venezia è il sito più in pericolo d’Europa

Grazie alle giornate di Primavera del Fai, in questo fine settimana stiamo scoprendo o riscoprendo il patrimonio artistico, paesaggistico e culturale del nostro paese, un patrimonio spesso troppo trascurato. Come dimostra purtroppo il campanello d’allarme suonato, in questi stessi giorni, riguardo questo patrimonio: a Venezia sono stati puntati i riflettori sui sette siti più in pericolo in Europa.
L’allarme è stato lanciato grazie al programma “I sette più a rischio”, iniziato nel gennaio 2013, ideato da Europa Nostra con l’Istituto della Banca Europea per gli investimenti e finanziato con uno dei sottoprogrammi di Creative Europe (per maggiori info clicca [qui]).

europa nostra

Fondata nel 1963, Europa Nostra è la federazione paneuropea di organizzazioni a difesa del patrimonio, supportata da una vasta rete di enti pubblici, aziende private e singoli individui, copre 40 paesi in Europa ed è la voce della società civile impegnata nella salvaguardia e promozione del patrimonio culturale e naturale nel continente. Quale sentinella più autorevole dunque per ammonire le istituzioni e le comunità e non solo sulle sette meraviglie europee più in pericolo in questo 2016?
L’Italia non è affatto rimasta fuori dall’elenco; anzi uno dei suoi gioielli più preziosi è stato dichiarato “il sito più a rischio in Europa”: la Laguna di Venezia.
Candidata al programma “I sette più a rischio” da Italia Nostra Onlus, data l’importanza, la complessità e le dimensioni di questo bene culturale per l’Europa e per il mondo, per la sua salvaguardia sono necessarie una serie di misure a breve e lungo termine.
“Europa Nostra suona il campanello d’allarme per ricordare al mondo intero che Venezia non può sopravvivere senza la sua Laguna. Venezia nasce dalle acque. La laguna non solo rappresenta l’origine e il passato della città storica, ma è anche un organismo vivente in simbiosi con la città, ed è quindi indispensabile per assicurarle un futuro”, ha sottolineato il presidente di Europa Nostra, Plácido Domingo.
Per una volta però la ‘tirata d’orecchi’ non ha riguardato solo noi italiani, anche se ciò non può certo rappresentare una consolazione. A quanto pare la cattiva abitudine di trascurare i luoghi della propria storia e della propria memoria è trasversale all’intero continente europeo, senza distinzioni fra Nord e Sud.
Insieme alla Laguna veneziana, le “sette gemme”, scelte dall’associazione Europa Nostra perché in pericolo a causa della “mancanza di risorse o di adeguate competenze”, sono: il sito archeologico di Ererouyk e il villaggio di Anipemza in Armenia; la fortezza di Patarei Sea a Tallinn in Estonia; l’aeroporto Helsinki-Malmi in Finlandia; il ponte girevole Colbert a Dieppe in Francia, il quartiere Kampos a Chios in Grecia; il convento di Sant’Antonio da Padova in Estremadura in Spagna; infine l’antica città di Hasankeyf con i suoi dintorni in Turchia.
Plácido Domingo ha affermato: “questa lista porta attenzione a dei rari esempi del patrimonio culturale e naturale europeo che rischiano di essere perduti per sempre. Le comunità locali sono impegnate a tentare di salvare queste testimonianze della nostra storia comune, ma necessitano di molto sostegno. Da parte di Europa Nostra, raccomando agli stakeholders di interesse nazionali ed europei sia pubblici che privati, di unire le forze per garantire un futuro promettente a questi siti. Salvare il nostro patrimonio culturale porta incommensurabili benefici sociali ed economici non solo alle regioni e ai paesi coinvolti, ma all’Europa nella sua interezza”.

Per maggiori info: www.europanostra.org

L’appello di Placido Domingo per la Laguna di Venezia

Il video sui Sette più a rischio

Quando gli alberi parlano

Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima. (Vincent van Gogh)

Qualche giorno fa su Repubblica, cronaca di Bari, è apparso un articolo curioso, anche se forse non insolito. Forse è capitato anche a voi a volte di aver avuto la stessa magica impressione: quella di un albero che parla, che cerca di trasmettere un messaggio, che comunica, che emana sentimenti, che provoca sensazioni, che pensa. Ecco allora l’antico, immenso e tenero ulivo pensieroso fare il giro del web (vedi).
Spesso la natura ci riserva grandi sorprese, soprattutto quando la nostra fantasia si lascia andare libera e leggera. A volte basta immaginare, a volte lei stessa ci suggerisce come e quando farlo. Un albero sta lì, spesso da secoli, talora da pochi anni, con la propria storia da raccontare, la propria vita da comunicare. Questo ulivo pugliese pare pensoso, quasi un tenero anziano barbuto perso nei suoi ricordi, accoccolato sulla riva di un fiume ad aspettare il vento. Grazie a lui ora ricordo che, qualche tempo fa, ho incrociato un albero altrettanto interessante.

Albero chino, Mosca, Simonetta Sandri
Albero chino, Mosca, Simonetta Sandri

Passeggiavo per le vie di una Mosca quasi primaverile, quando a un tratto, di fronte a un imponente e maestoso edificio governativo sormontato da enormi falci e martello, retaggio di un passato non poi tanto lontano, scorgo un vecchio tronco fare capolino da un cancello che stringe la sua vita dalla circonferenza alquanto imponente, occhieggiare al viandante curioso, quasi in un favoloso inchino. Tagliato, piegato, chino, come un vecchio signore stanco, ma con la forza ancora di sorridere a chi si fermi a portare una parola di conforto o anche solo a mostrare un cenno di curiosità. La mia mano si allunga spontanea in una carezza, toccare quel fusto dal legno scavato e profumato mi da un’energia che cercavo, sola, per le strade deserte. Sembra strano ma accarezzare un albero trasmette una scossa che sale dai piedi fino al cuore, quasi un fulmine che illumina a giorno un cielo grigio e nuvoloso. Se poi lo si abbraccia, a dispetto dello sguardo incuriosito e stupito dei passanti, la terra trasmette tutta la sua forza, quella della vita che continua, anche se ferita, mozzata, maltrattata, decapitata. Proprio come quell’albero senza testa, che, come una lucertola senza coda, continua a illuminare quella lunga strada, quella via che ognuno cerca di percorrere come meglio può, quelle pietre un po’ sconnesse calpestate da tante scarpe dalle mille storie.

Albero chino, Mosca, Simonetta Sandri
Accanto all’albero, Mosca, Simonetta Sandri

Rami non ce ne sono più, ormai, lui è rimasto lì solo, ma tenace, ancora con la voglia di dare linfa decisa e vitale a chi ne abbia bisogno. Perché con il suo sorriso di essere vivente piegato dalla vita, ma non spezzato, farà crescere altri rami giovani e rigogliosi. Quelli che ognuno di noi vorrà far nascere dalla radici che metteremo in un paese o in un cuore. Con forza e convinzione.

Allora caro albero monco ma gentile, grazie per la tua linfa, per il tuo respiro lento ma perseverante e continuo. Ti abbraccio ancora e, con una riverenza da ballerina di grande teatro, elegantemente ti saluto. Ora devo proseguire nel mio cammino.

Fotografia in evidenza Michele Grecucci, fotografie di Mosca, Simonetta Sandri

FRA LE RIGHE
Quando manca l’amore

mariapia veladiano
Mariapia Veladiano

Un narcisista spinto e compiaciuto nel possedere la vita delle donne. Una alla volta, certo, afferrata con galanteria, portata a sentirsi unica e insostituibile, ma poi lasciata cadere.
Lui è così e per lui alcune donne hanno smesso di vivere. Una strategia di seduzione scientifica, uno schema da ripetere ogni volta verso la prescelta. Lui si sente grande nel lusingare, nel fare sentire importante la donna, che senza di lui non sarebbe quasi niente. Le donne con lui germogliano e poi miseramente sfioriscono disperate.
Una storia è perfetta quando muore prima di essere perfetta, quando controllo e autocontrollo decidono la fine, perché oltre un certo confine di intimità non è bene andare. Se si valica un limite, la storia è destinata a corrompersi: solo l’arte è perfetta, le relazioni no, di amore non se ne parla.

È arrivato ora il turno di Bianca che, però, ha qualcosa di diverso, ha un profumo che non lo abbandona e un po’ riesce a turbarlo, a procurargli quel lieve fastidio, forse dovuto a un’ombra di insicurezza.
E allora bisogna chiudere, iniziare la procedura di allontanamento, la sparizione poco a poco: “oggi non posso scusami”, “davvero non ce la faccio, tanto so che capirai”, “ti chiamo io appena posso”.
Poi viene la negazione di sé senza spiegazione e il silenzio totale. Lui sa che non deve essere né troppo diretto né patetico quando lascia, sa anche che la malcapitata lo cercherà, vorrà capire, sapere: il solito copione, ma alla fine si stancherà annientata. E allora lui potrà ricominciare con un nuovo bersaglio. Tutto da capo, un metodo collaudato per sentirsi sempre più grande, sempre più indispensabile alla vita di una donna che si abbandona sedotta nelle sue mani.
Anche Bianca è lasciata cadere in un colpo, nessun diritto di rivendicare, nessun sentimento a cui appellarsi, nulla. Bianca ha l’anima accartocciata, è sola, non è stata unica, ora lo sa, anche se ci ha creduto. È stata come le altre, quindi niente.

copertina libro

Una storia quasi perfetta, Mariapia Veladiano, Guanda

Guide per un giorno: le visite Fai di primavera accompagnate dagli studenti

Preparatissimi, gentili e sorridenti, gli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole superiori Aleotti e Roiti hanno guidato i tanti turisti e cittadini che ieri hanno approfittato della Giornata Fai di primavera, per visitare ambienti nascosti, normalmente non accessibili al pubblico, della Basilica di San Giorgio fuori le Mura e del Palazzo ducale di Ferrara. I ragazzi sono apparsi molto disinvolti col pubblico, composti, organizzatissimi nel distribuirsi le varie spiegazioni di tipo architettonico, artistico e storico dei beni prescelti. Visibilmente soddisfatti i professori.
Le visite sono state una vera e propria scoperta anche per i ferraresi stessi che hanno potuto apprezzare particolarità e curiosità grazie a queste aperture straordinarie.

Per chi volesse fare la visita oggi, ecco gli orari:

Giornate Fai di Primavera a Ferrara oggi domenica 20 marzo

Basilica di Giorgio fuori le mura – Il chiostro, la sacrestia, l’abside e il monastero

13.30-17.30 (ultimo ingresso)

Castello Estense – Le Sale del duca

Piazza del Municipio 2
10.00-12.30 (ultimo ingresso)
14.30-17.00 (ultimo ingresso)

Complimenti vivissimi agli organizzatori, ai volontari Fai e agli studenti!

Clicca le immagini per ingrandirle.

Il campanile della Basilica di San Giorgio visto dal chiostro
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Il chiostro di San Giorgio progettato da Biagio Rossetti
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Riflessi nel fossato del Castello visti dal ponte che collega il Palazzo ducale

Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

aria-primavera

Segnali di Primavera

gianni_rodari
Gianni Rodari

Marzo pazzo e cuorcontento
si sveglia un mattino pieno di vento:
la prima rondine arriva stasera
con l’espresso della primavera.

(Gianni Rodari)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

L’uomo che comprò il fucile

La notizia di oggi è il puro nonsense con cui adnkronos.com ci presenta “il fucile con cui si sparò Kurt Cobain”.
Senza dire altro.
Dicono solo che la polizia di Seattle ha pubblicato questa foto di un signore con pezzetto che tiene in mano il fucile.
Con aggiunta: “Cobain, che aveva 27 anni quando è morto, ha contribuito a diffondere la musica grunge rock del Pacifico nord-occidentale, insieme a gruppi come Pearl Jam, Soundgarden, Alice in Chains e Mudhoney.”
Boh.

Brano: “Divine And Bright” degli Earth (feat. Kurt Cobain & Kelly Canary)
Brano: “Divine And Bright” degli Earth (feat. Kurt Cobain & Kelly Canary)

Ma due parole su chi fece il lavoro sporco acquistando quel fucile per il suo amico Cobain?
In fondo pure quel ragazzo era ed è ancora un “musicista rock del-Pacifico-nord-occidentale”.
E pure fra i più apprezzati e rispettati.
Così a ‘sto punto le dico io le due paroline.
Dylan Carlson, figlio di un militare e costretto a vari spostamenti dalla tenera età si ritrova a Seattle negli anni ’80.
E una sera lui e Cobain diventano amici e successivamente coinquilini.
Dylan è un tipo abbastanza strano e taciturno.
Un ex metallaro che si chiudeva in biblioteca per dei pomeriggi a leggere tutto ciò che trovava su roba tipo “i denti”.
Alla fine – proprio mentre abita insieme a Cobain – decide di mettere su il gruppo che ancora porta in giro per il mondo, gli Earth.
E così, dopo aver attaccato a Cobain la fissa delle armi, Dylan gli propone di collaborare saltuariamente su qualche pezzo degli Earth.
Gli Earth si basano su una sola idea a quel tempo: prendere dei riff pesantissimi e ripeterli e ripetermi e ripeterli.
Praticamente i Black Sabbath + il minimalismo di LaMonte Young.
Una specie di Metal Machine Music “da meditazione”.
Un’idea da pirlacchione, volendo.
Ma un’idea senza la quale non avremmo mai avuto quella roba che alcuni chiamano “drone-metal”.
Roba che ha fatto la fortuna di band come gli osannatissimi Sunn o))) di Stephen O’Malley.
Ma roba capace di anticipare anche la meravigliosa che Neil Young fece per Dead Man di Jarmusch.
Io li ho visti gli Earth, nel 2007 circa.
Era già il secondo periodo, quello più “western-morriconiano”.
Sempre all’insegna della ripetizione fino a non capire più niente ma con un gusto più “adulto” anche se sempre parecchio gotico e parecchio “ex-metallaro”.
Tutto molto più meditativo ma dio santo se c’erano ancora le basse… a un mio amico fecero passare quel leggero mal di pancia di cui soffriva dal pomeriggio.
Alla fine del concerto poi sono andato al banchetto e ho comprato un disco e una maglietta direttamente da Dylan Carlson in persona.
Sembrava il solito tipo taciturno, educatissimo e molto cortese.
Ci siamo salutati con una stretta di mano e mi ricorderò sempre quel suo “thankyoverymuch” bofonchiato con quella sua voce da paperino.
Così, visto che adnkronos.com non ci vuole dire di più, via con un pezzo sul pezzo ovvero la migliore collaborazione di Cobain e Dylan Carlson insieme a Kelly Canary delle Dickless.
Un pezzo che dietro a quelle urla cattivissime di Kelly Canary ha, secondo me, una sua certa bellezza pura e quasi commovente.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.