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Giorno: 12 Aprile 2016

Giovedì 14 aprile torna a Ferrara la ricerca del Centro Studi Podresca

da: Centro Studi Podresca

Le abilità personali per guidare la propria vita.
A Ferrara una conferenza presenta un corso innovativo per conquistare una nuova maturità.

Sempre più attenzione viene dedicata al nostro stile di vita, alle decisioni da compiere, ai comportamenti quotidiani e ai loro effetti sul nostro benessere. Il fattore essenziale del nostro stile di vita siamo noi: come percepiamo noi stessi, come ci esprimiamo nelle nostre esperienze, come maturiamo le nostre scelte. Da questa evidenza emerge l’importanza di investire in se stessi, nel conoscere di più le proprie doti e ambizioni.

Il Centro Studi Podresca propone una conferenza gratuita a Ferrara, giovedì 14 aprile alle ore 21.00, con la collaborazione del Centro Olistico Progetto 21, che mette a disposizione i propri spazi di Via Briosi 80/a. L’incontro, condotto dalla dott.ssa Irene Tessarin, è rivolto a chiunque desideri disporre di più conoscenze e abilità per abbandonare i problemi e cambiare prospettiva, ovvero accettare il proprio passato, aumentare la partecipazione e il coinvolgimento nel presente e concepire i miglioramenti per il futuro!
Le abilità personali diventano così strumento per accettare la vita “così com’è” e interagire con essa, trasformando ogni evento in opportunità inedita!

L’iniziativa sarà occasione per presentare il libro “La teoria dell’essere” (Podresca Edizioni) autore Silvano Brunelli, e il corso “Intensivo sull’essere consapevole” in programma per il 22-25 aprile a Bologna presso la suggestiva Casa La Lodola, agriturismo sui colli tosco-emiliani, contesto ideale per accedere ad una conoscenza inedita di sé e acquisire l’abilità di rispondere in modo adeguato alle circostanze della vita maturando un benessere stabile.

La ricerca è frutto di trent’anni di applicazione e di risultati concreti nei corsi di studio e ha ottenuto importanti riconoscimenti in Meeting Europei e internazionali.
Per informazioni contattare la segreteria del Centro Studi Podresca da lunedì a venerdì chiamando 0432.713319 o scrivendo a info@podresca.it.

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Sabato 16 aprile l’Universal Js Day a Ferrara

da: Adelaide Vicentini

L’Universal JS Day che avrà luogo a Ferrara il 16 aprile dalle ore 9,00 alle ore 18,00, presso la sala convegni di CNA via Caldirolo n. 84 Ferrara, partner dell’iniziativa.
L’Universal JS Day è una giornata dedicata allo studio, approfondimento e discussione dell’applicazione
di una nuova tecnologia chiamata “Universal JS” che può essere utilizzata per lo sviluppo di applicazioni
multipiattaforma (Web, Desktop, Android, iOS, etc…).

Questa tecnologia, promossa e utilizzata già da grossi nomi del settore informatico come Facebook, Netflix e Google,
sta rivoluzionando il modo di sviluppare applicazioni in quanto permette di riutilizzare un elevata quantità di codice
di programmazione da una piattaforma all’altra; evitando quindi di dover risviluppare le stesse funzionalità più e più
volte a seconda del dispositivo finale, riducendo tempi e costi di sviluppo a parità di risultato finale.

Durante questa giornata-studio, 6 programmatori di tutti i giorni selezionati tramite l’argomento da loro proposto,
si improvviseranno relatori e esporranno la loro esperienza e illustreranno le nuove tecnologie oggetto della conferenza.

La giornata, rivolta principalmente a giovani programmatori ed esperti informatici dai 25 ai 35 anni,
con un bacino di utenza nazionale ed internazionale.
Sarà quindi un opportunità di formazione o aggiornamento dei partecipanti nei confronti di queste nuove tecnologie.”

Clicca qui per vedere il programma.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
L’inganno di una società educante

Ciò che sfugge ormai alla nostra coscienza è cosa siamo, cosa stiamo diventando. Quanto ancora siamo liberi di essere gli autori di noi stessi? Quanto siamo in grado di mantenere la distanza da Vespa che intervista il figlio di Riina e da quanti gridano allo scandalo? Siamo ancora nelle condizioni di poterci muovere avanti e indietro per mettere a fuoco la vista?
Dobbiamo apprendere a misurarci con le convulsioni comunicative della nostra società democratica, che è tale anche perché tutela il diritto di fare informazione senza bavagli e censure. Intanto imparando a non confondere i sintomi con le cause, perché sarebbe come se, colpiti da una malattia, continuassimo a lagnarci di stare male senza provvedere a curarci. È proprio la cura che ci manca. La capacità di prendere le distanze, di procurarci gli anticorpi.
Dovremmo interrogarci su come la mente collettiva sta prevaricando le menti individuali, le nostre vite private. Nessuno trova che sia una violenza insopportabile, oltre che impunita, il martellamento quotidiano della pubblicità che fuoriesce da tutti i buchi e schermi possibili, una sorta di patologia globale invasiva della nostra società, una malattia endemica. È più facile non accendere la televisione sul gossip di Porta a Porta che liberarsi di questa condanna, di questo progressivo e inarrestabile lavaggio delle menti.
Quanto l’elaborazione delle immagini interne imposte ai nostri cervelli dal villaggio globale condiziona il nostro rapporto con il giudizio, con la realtà? Quanto ostacola e limita la nostra capacità di accesso ai fatti, quanto ci impone di raccontare un mondo complesso con un vocabolario sempre più inadeguato, sempre più povero?
Si chiama metaconoscenza il ragionare sulla conoscenza, sul funzionamento cognitivo nostro e degli altri, su come se ne diventa consapevoli e su come tenerne conto.
Essere cittadini della conoscenza è questo: non farsi educare, ma essere educatori di se stessi. Qualcuno, tempo fa, forse ricorderete, l’ha chiamato: “l’uomo nuovo”. Non solo potersi muovere liberamente nel mondo di fuori, ma anche essere altrettanto liberi di muoversi nel mondo di dentro. Non averlo adulterato dagli altri.
Quante convinzioni portiamo stupidamente con noi per la presunta superiorità della nostra visione. Dovremmo incominciare a fare la pedagogia di noi stessi e rifuggire dalla pedagogia che ci vogliono imporre da fuori. Pare che tutto intorno a noi sia educante: lo Stato, la televisione, il lavoro, la scuola, la comunità.
Solo sant’Ambrogio difende il prigioniero della caverna platonica che decisamente si rifiuta di volgere il capo. La questione è che noi invece continuiamo ancora a illuderci di averlo fatto.

Nulla gioverebbe alla nostra visione del futuro quanto trattare della qualità e della posizione del presente. Qual è la nostra opinione intorno al mondo? Se siamo in grado di averne una che sia nostra e non sempre di seconda o terza mano. La vera battaglia democratica, liberatoria, sta proprio nel riappropriarci della conoscenza, farne un processo che ci appartenga, sottrarla ai luoghi della sua manipolazione, della sua confezione, per poi vendercela come merce buona. Siamo immersi nella finzione e la prendiamo per vera. Così ogni giorno conviviamo con la finzione di noi stessi, perdendo di vista ogni autentico sapere, ogni apprendimento. Tutto si riceve già impacchettato dalla scuola, dalle università, dall’informazione.
Solo questo dovrebbe essere sufficiente a farci comprendere che la conoscenza, come avviene, come si raggiunge, chi la possiede e la distribuisce, è la vera grande questione di questo nostro millennio.
Viviamo di idee, di immagini, di pensieri il cui nutrimento è l’esperienza che si fa sapere. Ma tutto accade là, fuori di noi, e per questo è difficile da comprendere. Le spiegazioni che altri ci forniscono, che cucinano le agenzie a questo deputate, producono la cosiddetta opinione pubblica, spesso scadente, eppure la prendiamo per buona.
Sempre solo spettatori del mondo spettacolo, del mondo scena e retroscena, del mondo grande schermo televisivo. Finzione e realtà, realtà e finzione, l’eterno pirandelliano, il teatro dell’assurdo di Beckett e Godot. Non siamo attrezzati per affrontare tante sottigliezze, tanta varietà, tante mutazioni e combinazioni. Dobbiamo possedere le carte geografiche per orientarci, costruire le mappe della nostra esistenza.
All’articolo uno della nostra Carta costituzionale, dopo la parola “lavoro” dovremmo aggiungere “conoscenza”. Una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla conoscenza. Perché l’uno è indispensabile all’altra, perché senza l’uno e l’altra non c’è cittadinanza, non c’è sovranità né sociale né individuale.
È ciò che è mancato alla Rivoluzione francese. Anche noi come Josif Brodskij scriviamo: “Liberté, Égalité, Fraternité…Perché nessuno aggiunge Cultura?”.

Pasta design, allegria al supermercato

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Aggirarsi per gli scaffali dei supermercati alla ricerca di qualche novità succulenta fa parte dello sport di molti di coloro che a casa si annoiano e hanno voglia di uscire e non pensare a nulla. Spesso di fronte a un pacchetto colorato che contiene non si sa quale altra nuova invenzione o diavoleria, si è attirati come un orso dal miele. Ammetto di non essere grande frequentatrice di questi luoghi, per me fare la spesa è sempre una sofferenza, soprattutto se si considera che sono in lotta continua con la bilancia, arma terribile. Però sono e resto molto curiosa. Come una simpatica e impertinente scimmia, direbbe mia madre. Mi piace vedere come le varie marche cerchino di attirare il consumatore sempre più sommerso da messaggi pubblicitari invadenti, mi fa sorridere vedere schiere di acquirenti attirati da confezioni che sembrano promettere sorprese mirabolanti. Le uova di Pasqua sono un bluff, in confronto. Esercizio sociologico o pseudo tale? Non direi, semplicemente mi piace l’essere umano e la sua varietà infinita. Ecco allora che scopro il designer russo Nikita Konkin, il ragazzo che cerca di lasciare trasparenze curiose, per un consumatore che vuole vedere cosa acquista. Un gioco con le forme della pasta, un semplice design bianco e poi una parte trasparente disegnata in base alla tipologia, che riproduce la sagoma di capelli ora liscissimi, per gli spaghettoni, ora ricci, per i cavatappi, ora ondulati, per le fettuccine. I pacchetti della pasta sono spesso anonimi e un po’ tristi. Eccoli invece cambiati. Diversi stili di pettinature degne di un abile ed elegante parrucchiere. Con la stravaganza e l’inventiva delle giovani generazioni che rincorrono il mercato, senza sosta. Divertente e invitante. Chi la comprerà?

Fotografie di Nikita Konkin, vedi

Camminata delle celebrità per l’Orlando Furioso

Quest’anno ogni idea è buona per celebrare il cinquecentenario dalla prima edizione de “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto. Incontri, convegni, performance, mostre e ora anche la “Camminata per l’Ariosto“… un modo sportivo di festeggiare “Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori”!

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Ritratto di Ludovico Ariosto, Tiziano 1510

Domenica 17 aprile è in programma infatti una camminata libera non competitiva, aperta a tutti coloro che vogliono trascorrere una mattinata lungo le mura ferraresi. Due i percorsi tra Mura e sottomura (dai Bagni Ducali fino a Rampari di Belfiore e ritorno) che, per l’occasione, sono stati chiamati “Bradamante” ed “Angelica”, come i protagonisti del poema.

Per chi parteciperà, in ricordo, una maglietta con un’immagine dell’Ariosto ispirata al ritratto che Tiziano fece del poeta. E, per rendere la giornata ancora più primaverile e poetica, l’ Associazione culturale e scuola di musica MusiJam Ferrara, con sede in viale Alfonso I d’Este 13, sarà presente con i suoi talenti per un momento musicale dedicato ai partecipanti.

La manifestazione è organizzata da I-Playsport ed è patrocinata dal Comune di Ferrara e dal Comitato Italiano Paralimpico CIP.

Per tutte le informazioni clicca qui.

Cosmonauti

12 aprile 1961: il cosmonauta sovietico Jurij Alekseevič Gagarin a bordo della Vostok I è il primo uomo nello spazio. Durante il volo, guardando dalla navicella ciò che nessuno aveva mai visto prima, comunicò alla base che “la Terra è blu […] Che meraviglia. È incredibile”. Dopo 88 minuti di volo intorno al nostro pianeta, guidato da un computer controllato dalla base, la capsula frenò la sua corsa accendendo i retrorazzi, in modo da consentire il rientro nell’atmosfera terrestre.

Samantha Critoforetti
Samantha Critoforetti

Tante volte un ostacolo è solo un messaggio che la vita ti dà. Devi trovare un’altra strada, ma non vuol dire che non puoi arrivare a destinazione. (Samantha Cristoforetti)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Boh

La notizia del giorno è senza dubbio questa storiaccia 100% italiana con l’Unione Europea.
Il Consiglio d’Europa ha infatti accolto un ricorso presentato dalla CGIL contro l’applicazione “a singhiozzo” della 194.
Secondo la CGIL, questa “applicazione a singhiozzo” violerebbe la Carta Sociale Europea.
Cito testualmente:
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Brano: “Live And Let Live” di Love
Brano: “Live And Let Live” di Love

La CGIL ha snocciolato anche un po’ di cifre.
Cifre che parlano chiarissimo: dal 2003 al 2009, i ginecologi “obiettori” sono saliti dal 57,8% al 70,7%.
E nel Sud Italia le percentuali arrivano anche all’85%, come in Basilicata.
Anche se nella relazione mancano le cifre delle donne “a cui sono stati negati i servizi a causa della mancanza di personale non obiettore”, secondo il Comitato “la copertura è più che soddisfacente”.
Boh.
Questa cosa dei medici “obiettori” l’ho sempre trovata un po’ incomprensibile.
Quand’ero alle elementari mi è stato detto che i medici sono tenuti a seguire quel famoso giuramento di Ippocrate.
Una cosa che mi era stata spiegata più o meno così: “un medico dev’essere pronto a prestare i propri servizi persino a un Adolf Hitler”.
Magari quella volta ho capito male o malissimo ma quella frase ce l’ho ancora spiaccicata nel cervello.
E magari la faccio di nuovo troppo semplice ma con le dovute proporzioni questo atteggiamento mi fa pensare a quante volte, in veste di tecnico del suono, mi sarei rifiutato di rendere udibili band e/o artisti che reputavo dannosi per la razza umana.
Forse dovremmo iniziare a obiettare un po’ tutti.
Una roba tipo “eh no a te un etto di mortadella non te lo faccio perchè l’altra settimana mi hai detto che i Rolling Stones ti piacciono solo fino al ’72 quindi vai mo’ alla Lidl a prenderti quella nella plastica”.
Potrebbe anche essere divertente.
A chi non piacerebbe un barista che ti risponde “mi dispiace a te niente grappetta perchè prima ti ho sentito dire che non te ne frega niente della Spal, ciao ciccio”.
Grasse risate e poi via agli spargimenti di sangue.
Perchè se quel barista è un tipo dai principi così solidi figuriamoci un eventuale ubriacone molesto.
In fondo c’è gente che ha basato la propria vita sulla grappa.
Sarò anche stupido ma non capirò mai il perchè di tutte queste differenze su un semplice e soggettivo sistema di valori su cui qualcuno basa la propria vita.
Soprattutto quando si parla di lavoro.
C’è qualche differenza fra un fan di Papa Francesco e un fan dei Flipper?
Di nuovo: boh.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano

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