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Giorno: 20 Aprile 2016

Venerdì 22 aprile inaugurazione della mostra “I Piatti del Re” presso la galleria del Liceo Artistico “Dosso Dossi” di Ferrara

da: Liceo Artistico Dosso Dossi – Ferrara

Si inaugura venerdì 22 aprile alle ore 17.30, nella galleria del Liceo Artistico “Dosso Dossi” di Ferrara, in via Bersaglieri del Po 25, la mostra dedicata ai “Piatti del Re” di Franco Morelli.

La mostra, curata dal prof. Gianni Cerioli, rimarrà aperta fino a domenica 8 maggio, rispettando i seguenti orari: 10-12.30, 16.30-19.30.

Franco Morelli (Ferrara 1925-2004) frequenta per un solo anno l’istituto d’arte Dosso Dossi. Ragioni di forza maggiore (la morte del padre prima e successivamente del nonno) lasciano lui e il fratello minore senza aiuti finanziari e i due ragazzi debbono trovarsi un lavoro per mantenersi. Nell’ottobre del 1945 fonda a Ferrara un Circolo Artisti Dilettanti al fine di garantire una visibilità a tutti quei “non professionisti” che, come lui, non hanno potuto avere un’istruzione artistica regolare. Per il CAD allestisce periodiche mostre collettive e conferenze. Nel 1946 crea una sezione a Cento (Ferrara). Solo nel 1951 organizza una sua mostra personale. Determinato nelle scelte, si mette in contrasto con il sistema delle arti vigente in quel momento nella città estense e, dalla fine degli anni Cinquanta, decide di non fare vedere più nulla di quanto produce. Coltiva in privato l’illustrazione, la pittura e la letteratura. Sino alla morte crea oli, tempere e, soprattutto, tavole disegnate con la penna biro. La Divina Commedia è l’opera sulla quale è tornato a lavorare in maniera continuativa per oltre un trentennio. Solo dopo la sua morte la vedova dell’artista Anna Luisa Bianchi Morelli, su indicazione di don Franco Patruno, inizia a promuovere la conoscenza dell’enorme patrimonio inedito.

La produzione grafica di Franco Morelli, connotata dalla forza creativa davvero fantastica delle otto serie dedicate alle cantiche della Divina Commedia, non smette mai di rivelare delle sorprese. All’interno del complesso, per la maggior parte ancora inedito, dei suoi lavori di illustratore si trova un gruppo di otto tavole, datate 1987-1988, intitolato I piatti del Re che sembra costituire una produzione a se stante, autonoma e, ad una prima lettura, palesemente al di fuori di quella linea dantesca che il nostro autore sembra privilegiare.

Eppure le ragioni dell’evidenza non stanno proprio come suggerisce la prima impressione. Se il riguardante si lascia prendere solo dalla magia delle chine colorate giapponesi che Morelli scopre i quegli anni, e dall’uso sapiente che ne sa fare, non può cogliere tutto il senso affabulatorio di una narrazione particolarmente precisa e coinvolgente. L’artista, che non espone più da anni la sua produzione, non è per questo meno attento a quanto avviene in città. Dal primo ottobre 1988 alla fine di marzo del 1989 si tiene nel Castello estense l’esposizione A tavola con il principe. Materiali per una mostra su alimentazione e cultura nella Ferrara degli Estensi. Il tema era evidentemente nell’aria tanto che Morelli lo precede di un anno. Con la presente esposizione si vuole togliere dal silenzio proprio queste otto tavole e ricostruirne il contesto.

La cronologia generale delle opere testimonia come in quel biennio della fine degli anni Ottanta la mano dell’artista sia particolarmente sollecita al fare. È un periodo felice di creazione. La tavola del grande piatto da portata del servizio da pesce reca un’annotazione che ci interessa: è stato un suggerimento del fratello minore a dargli lo spunto della serie. È probabilmente questa nota a datare la prima delle tavole create. Era questa una delle tante piccole “sfide” che venivano giocate tra lui e i suoi stretti familiari: la moglie Luisa, Alberto e la cognata Mariella, lasciando a lui la totale autonomia nella realizzazione. Franco era al centro dell’attenzione del suo gruppo familiare, coccolato e amato per la sua creatività, saggezza e umanità.

Nel biennio 1987 – 1988 Morelli è dunque in pieno fermento. Nel ’87 fiorisce la settima serie della Divina Commedia, la più bella a mio avviso. Un’opera a penna biro nera su carta che era iniziata alla fine dell’anno precedente e che durerà, rallentata da altre produzioni con variazioni e riletture, sino al 1993. Nasce per questo motivo la cartella dei “Fuori misura”. È la raccolta dei frammenti delle tavole sostituite e dai quali l’autore non ha il coraggio di separarsi. Alcuni riguardano le figure o parte delle anatomie altri sono dei tratteggi. Proprio sul tratteggio l’artista ha fondato una sua teoria per “figurare” gli spiriti che compaiono nelle tre cantiche.

Di quello stesso anno è il corposo dattiloscritto Illustrazione della Divina Commedia. Commento dell’autore. Morelli, che è anche uno scrittore capace, diventa il critico di se stesso e commenta ogni tavola da lui illustrata. Sappiamo per sua stessa dichiarazione che la produzione delle tavole non segue mai un percorso lineare. La cronologia non procede secondo la partizione tradizionale del testo da illustrare. Anche qui le varianti in corso d’opera sono significative. Seguire il lavoro di sostituzione in questa serie è un vero lavoro di filologia. Eppure sarà possibile farlo: esistono ancora da qualche parte i negativi delle foto in b/n scattate dal fratello Alberto di tutte le tavole prodotte.

Ancora nel fervore creativo del 1987 Morelli inizia la piccola, splendida serie delle dieci tavole dedicate alla Genesi. C’è poi una versione “moderna” delle quattordici stazioni della Via Crucis, presentate due anni fa in questa galleria. È pure l’inizio della serie I Piatti del Re che viene completata l’anno successivo con una sola tavola di uno dei piatti di servizio. Nel 1988 crea inoltre la grande serie de I vecchi mestieri, ricognizione etno-antropologica dei mestieri avanti il boom economico italiano. L’intera serie è a penna biro nera su carta con rialzi a penna colorata.

Morelli ha sostenuto una sua lunga battaglia con il colore prima di privilegiare il monocromo. Tra la forza del colore e quella del disegno la scoperta dell’uso della penna a sfera gli ha permesso di tenere in equilibrio lo stile, la composizione e la narrazione. Non va in questo senso trascurato il fatto che l’uso del colore è prioritario nella serie dei Piatti del re se non per una sola tavola, quella del grande piatto da parata, che è bipartita per metà disegnata e per l’altra metà colorata. È come se Morelli avesse voluto consegnarci una dichiarazione di poetica circa l’uso del colore nella sua opera.

Fin dalla tavola iniziale vi un riferimento alla cosmologia aristotelico-tolemaica, celebrata da Dante nella sua opera, che viene approntata come fondamento per questa serie. Esiste, infatti, la possibilità di collocare i Piatti all’interno di quel percorso di umanesimo cristiano che è il punto centrale della poetica del nostro autore. La didascalia in stampatello alla base del piatto indica l’inizio di un percorso che non è solo terrestre ma soprattutto astrale. La composizione tiene conto dei movimenti e delle varie posizioni che i pianeti descrivono nella volta celeste. Ed è subito presente allora la fascinazione di quello strano animale dalla posizione eretta che può alzare gli occhi al cielo e interrogarsi su quello che vede nel buio della notte.

Nella realizzazione delle tavole, i pianeti vengono contrassegnati dai colori tradizionalmente loro riservati pur con variazioni e compaiono in posizioni sempre diverse. È il flusso del tempo che tutto avvolge. Oltre alla prima tavola dichiaratamente programmatica del piatto da pompa seguono, ma non in senso cronologico, un grande piatto da parata sempre sviluppato a fasce, quattro piatti da portata: carne, pesce, legumi, frutta e due piatti di servizio.

Nel piatto “da pompa” Morelli sembra muoversi dialetticamente tra le simulazioni di un cielo tolemaico e quello proprio di un tema natale. Allo stesso modo è una evidente licenza poetica il modo con cui vengono espresse sulla sfera celeste le distanze in gradi dei pianeti tra loro. La stella centrale a dodici punte partisce la carta del cielo in dodici case in cui vanno a collocarsi i pianeti e le stelle fisse, descritti nelle fasce del piatto. Il grande piatto “da parata” per metà colorato e per metà disegnato è strutturato in tre cerchi concentrici, all’interno dei quali sono raffigurate scene di giochi olimpici e opere del genere esiodeo le cui azioni sono ritmate dal Cielo e dalle stelle.

Nel piatto “da portata” con la selvaggina (il cibo della caccia era destinato ai soli nobili) la forma ottagonale è un palese omaggio a Saturno, il pianeta che governa potere e autorità. La stessa motivazione si ritrova nel piatto del servizio da pesce. La presenza di uno splendido pesce abissale, il regalesco, richiama la costellazione dell’Idra nell’asterismo delle mappe celesti. Anche se non sempre è chiaro il movimento messo in moto dall’autore nella descrizione astrologica, Morelli, tra ortodossia e eterodossia, prende ancora una volta le parti della sua autonomia di artista.

Nella struttura decorativa dei Piatti il cibo rappresenta il punto fermo, irrinunciabile. Attraverso il cibo si impone la presenza più immediata del mondo, dell’uomo, della sua storia e non solo. Il cibo viene cercato, esaltato, profuso ma anche volutamente esibito. In ogni modo tutto il creato è a disposizione dell’uomo. Eppure il mondo medievale ha conosciuto la carestia e la fame. Le teme come il suo eccesso contrario, quello della gula. È un peccato mortale perché, come la lussuria, l’avarizia e la cupidigia, è la dimostrazione di un pensiero egoista delle soddisfazioni sensibili.

Proprio perché figlia della sofferta esperienza della mancanza di cibo, la descrizione del nutrimento vive da un lato sulla enumerazione puntuale degli alimenti da mangiare o bere e dall’altro sul desiderio del cibo, dei prodotti della cultura e del commercio. Viene da chiedersi però a quale committenza siano destinati questi splendidi manufatti che riflettono la luce con la preziosità della maiolica. Forse la risposta si trova tra le pagine del De monarchia. Dante pensa che nell’idea di “Uno”, del monarca, non ci sia solo l’idea dell’onnipotenza, ma anche quella di giustizia, di pace, di non divisione tra gli uomini. Il re è soprattutto il legislatore, quello che affronta l’umanità e riconduce la società civile, il genere umano alla sua legge.

I pianeti che impongono la loro presenza nella partitura della composizione, interrompendo la sequenza della figurazione, ci forniscono un’ulteriore riflessione sulla tirannia degli astri e sul libero arbitrio. Dante accetta la dottrina delle inclinazioni astrali le quali, sottraendo potere alle influenze stellari per attribuirlo alla libera volontà umana, assecondano quelle benefiche per non lasciarsi sopraffare dagli sguardi maligni dei corpi celesti. Morelli nella ricerca di “figurare” l’opera di Dante convive con quella straordinaria enciclopedia del sapere che è la Commedia. Colloquia costantemente con la sua trama concettuale e immaginale ma soprattutto studia, commenta, riflette sull’invito del Vangelo a considerare come l’uomo non viva di solo pane e come il cibo da solo non possa mantenere in vita il corpo in eterno. Hic est panis de caelo descendens: ut si quis ex ipso manducaverit, non morietur.

La programmazione della settimana all’Apollo Cinepark

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Nuovi arrivi interessanti in sala all’Apollo Cinepark. loc lui è tornato

Da giovedì arrivano “Le confessioni” , diretto da Roberto Andò, con Toni Servillo, Daniel Auteuil, Connie Nielsen, Pierfrancesco Favino, Lambert Wilson, Marie-Josée Croze e Moritz Bleibtreu e “Truman – Un vero amico è per sempre”, diretto da Cesc Gay e interpretato da Ricardo Darín, Javier Cámara e Dolores Fonzi.

In sala all’Apollo “Lui è tornato”, (Er ist wieder da), film diretto da David Wnendt, basato sull’omonimo best-seller satirico di Timur Vermes. Similmente a Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, il film è composto in gran parte da scene improvvisate, in cui l’attore principale (in questo caso Oliver Musacci che interpreta Adolf Hitler) interagisce con ignari passanti nei panni del suo personaggio, con conseguenze sorprendenti.

Restano in programmazione “ll libro della giungla”, remake con attori in carne ed ossa dell’omonima pellicola di animazione del 1967e “Veloce come il vento” di Matteo Rovere, con Stefano Accorsi e Matilda De Angelis e “Nemiche per la pelle” di Luca Lucini, con Margherita Buy, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli e Paolo Calabresi.
Per gli eventi speiali legati ad “Apollo Arte e Cultura”, lunedì 25 alle 20.15, dalla Royal Opera House sul grande schermo arriva “Lucia di Lammermoor”, fra le più amate opere di Doninzetti.

Arriva al Teatro Testoni di Bologna “Amici in Teatro”

da: Silvia Bottoni

Sabato 23 aprile 2016 dalle ore 15 si terranno le audizioni per il corpo di ballo dello spettacolo AMICI IN TEATRO presso il Teatro Testoni di Bologna. Domenica 1 maggio sempre al Teatro Testoni alle ore 20.15
si terrà invece il grande show con i ragazzi di Amici di Maria de Filippi delle edizioni 2015 e 2016 SIMONE BARONI, PAOLA MAROTTA, SHAILA GATTA, SILVIA BOREALE, LUCA D’ARBENZIO che si esibiranno in coreografie corali, esibizioni di canto, danza, parti recitate e colpi di scena. Allo spettacolo parteciperanno anche scuole di danza selezionate ( tra cui il Jazz Studio Dance di Ferrara) che potranno vivere una esperienza unica con i ragazzi di AMICI il celebre programma televisivo. AMICI IN TEATRO vuole dare il messaggio che bisogna continuare a credere nei propri sogni e continuare a portarli avanti per raggiungere i propri obiettivi anche se il programma televisivo per loro è finito. Per i ragazzi che studiano danza sarà uno stimolo a misurarsi in un contesto di grande professionalità toccando con mano i loro idoli dello schermo. Le audizioni di sabato 23 aprile sono aperte ai danzatori di tutti gli stili di età dai 12 ai 27 anni di qualsiasi livello e stile di danza. Durante l’audizione saranno scelti elementi per formare il corpo di ballo e solisti per assoli e passi a due. Una occasione unica assolutamente da non perdere. Per info: 393/9742056

Venerdì 22 aprile una conferenza su “L’Orlando Furioso” del prof. Cazzola: “In volo con l’Ippogrifo all’isola di Alcina”

da: ​ufficio stampa Ente Palio di Ferraraconvegno_cazzola_locandina (1)

Continuano gli eventi dedicati ai 500 anni dalla pubblicazione de “L’Orlando Furioso” e, venerdì 22 aprile, alle ore 21:15, nell’elegante Salone d’Onore della sede del Rione di Santa Maria in Vado, presso Casa di Stella dell’Assassino, in via Cammello 13/15, avrà luogo la conferenza dal titolo “In volo con l’Ippogrifo all’isola di Alcina” a cura del prof. Claudio Cazzola. Il prof. Cazzola, già insegnante presso il Liceo Classico Statale “Ludovico Ariosto” di Ferrara e tuttora docente a contratto presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara, studioso, scrittore e profondo conoscitore de “L’Orlando Furioso”, affronterà l’argomento relativo ad una delle figure più suggestive costruite per il Furioso che risulta senz’altro essere l’Ippogrifo e lo farà analizzando il viaggio di Ruggiero sul mitologico destriero sino all’isola della maga Alcina.

SCHEDA DEL PROF.CAZZOLA
Claudio Cazzola (Ruina di Ro Ferrarese, 1949) studia Lettere Classiche a Firenze, ove si laurea il 4 luglio 1973 con una tesi sullo stile epico ed elegiaco del poeta latino Publio Ovidio Nasone col massimo dei voti e la lode. Assolti i propri doveri di leva, e conseguite tre abilitazioni all’insegnamento, torna ad insegnare greco e latino nel Liceo classico statale “L. Ariosto” di Ferrara che lo aveva visto studente, esercitando ivi la propria professione dal 1975 al 2011, quando viene congedato per raggiunti limiti di carriera.
Si è sempre sforzato di coniugare insegnamento e scrittura, come dimostrano i vari numeri dei volumi della “Collana dei Quaderni del Liceo Ariosto” da lui redatti, solo o a quattro mani.
Ha pubblicato nel 2013 presso Este Edition di Ferrara il saggio “L’enigma di Omero”, recentissimamente ritenuto degno di premiazione al X Concorso Lascito Niccolini.
L’ultimo per ora suo lavoro, uscito nel novembre 2015, si intitola “Ali alle parole. Gli incontri dell’Ariosto di Sera”, numero 63 della Collana sopra citata.
Tiene da anni incontri e conversazioni nelle scuole e presso diverse istituzioni in e fuori provincia su argomenti vari, dalla cultura classica alla produzione in prosa e poesia di Giorgio Bassani.
Lavora tuttora come docente a contratto presso il Dipartimento di Studi Umanistici della nostra Università.

VIDEOCONFERENZA
Magistratura e politica, una difficile dialettica

“L’Italia non è un paese normale”, “basta pensare al fatto che tre Presidenti del Consiglio negli ultimi anni sono stati indagati o condannati per fatti gravissimi: Giulio Andreotti, su cui pendeva l’accusa di associazione a delinquere andata prescritta, Bettino Craxi accusato di corruzione e morto latitante o esule che dir si voglia, e Silvio Berlusconi, condannato per frode fiscale”.

incontro chiavi lettura

Bastano queste parole del magistrato Leonardo Grassi a dare la misura della delicatezza e dell’attualità del tema affrontato nel quarto appuntamento del ciclo “Chiavi di lettura, opinioni a confronto sull’attualità”, organizzato da Ferraraitalia nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea: “Il potere dei giudici: diritto e rovescio dell’intangibilità dei magistrati”.
Grassi è presidente di sezione della Corte d’Assise d’appello del tribunale di Bologna, in passato si è occupato fra gli altri dei casi giudiziari relativi alle stragi dell’Italicus e della stazione di Bologna; insieme a lui, nel ruolo di “provocatore” – come lo ha definito Andrea Vincenzi di Ferraraitalia nell’introduzione al dibattito – Gian Pietro Testa, inviato speciale del Giorno negli anni Settanta, poi all’Unità, ad Avvenimenti, direttore del quotidiano napoletano Senza prezzo, direttore dell’emittente televisiva Ntv, scrittore e poeta.
Alla domanda di Gian Pietro “Chi è il giudice oggi in Italia?”, Grassi ha risposto: “E’ una domanda difficile. I giudici non dovrebbero occuparsi di tutto, dare un contributo alla formazione dell’opinione pubblica, in Italia però la situazione è diversa. Nel corso degli anni c’è stata una sovraesposizione della magistratura, che ha anche esercitato un ruolo di supplenza rispetto al deficit di altre Istituzioni”.
Il rapporto conflittuale con la politica è iniziato per lui “dai tempi dell’arresto di Calvi, negli anni Settanta, perché già allora la magistratura è andata a intaccare gli ambiti di un potere politico distorto”; “il governo dei giudici però non c’è mai stato – ha continuato Grassi – i magistrati hanno governato una serie di processi che hanno avuto un effetto mediatico e anche sul contesto politico contingente, l’esempio emblematico è stato Mani Pulite”. “Ma allora – ha chiesto Testa – come rimettere ordine?”, “Forse non è ancora il momento di mettere ordine, perché non sì è ancora espressa un’onesta intelligenza organizzativa per una riforma organica” del sistema giudiziario italiano. “Quello di cui mi rammarico – ha concluso il magistrato – è che il potere politico non ha saputo affrontare in modo razionale ed efficace i problemi che il lavoro della magistratura portava alla luce. Per questo ci troviamo ancora oggi in un groviglio di situazioni opache”.
Fra i temi sollevati nel corso del pomeriggio anche il dibattito interno alla magistratura su “una gestione costituzionalmente e socialmente orientata” del proprio mestiere e lo spinoso nodo della responsabilità civile dei giudici. Quest’ultima ripetterebbe un principio di equità, ma potrebbe anche essere anche un’arma a doppio taglio, perché da una parte si salvaguarda il principio della responsabilità individuale delle proprie azioni, dall’altra però si introduce un potenziale elemento di pressione sui magistrati, un freno in particolare per le azioni condotte nei confronti di imputati ‘eccellenti’.
Gian Pietro Testa ha dato voce a un’autocritica del giornalismo a questo proposito: “quanto influisce su questo dibattito il giornalismo, che intuisce o ipotizza dove bisognerebbe andare a parare e insiste in quella direzione? Ormai qui si va avanti a forza di scandali, non di problemi”. Secondo Grassi questo è un tema “affrontato spesso con spirito di rivalsa”, mentre l’obiettivo dovrebbe essere “trovare un punto di equilibrio fra le due esigenze di affermare la responsabilità in caso di errore e di salvaguardare il magistrato, pubblico ministero o giudice, da richieste risarcitorie pretestuose”.

I numeri dell’immigrazione in Italia e a Ferrara

Lunedì è arrivata la notizia dell’ultima tragedia in mare, che ha causato oltre 400 morti nel Mediterraneo a largo della Libia, mentre i ministri degli Esteri europei discutono su una possibile risposta unitaria che possa superare le forti tentazioni nazionalistiche. Un evento importante in termini di analisi del fenomeno migratorio sul territorio nazionale e locale si è svolto nei giorni scorsi presso la Sala del Consiglio del Comune di Portomaggiore. Qui si è tenuta la presentazione dei dati del Dossier Statistico Nazionale sull’Immigrazione 2015 e del Rapporto dell’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione, rispettivamente a cura del Centro Studi e Ricerche Idos e del Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione della provincia di Ferrara.
La scelta di Portomaggiore non è stata casuale: è il comune della provincia di Ferrara con la maggior percentuale di popolazione straniera in rapporto alla popolazione residente (1.719 cittadini stranieri su 12.094, pari a 14,21%), seguito da Cento (4.056 stranieri residenti su 35.877 abitanti, pari all’11,31%) e Argenta (2.316 stranieri su 22.074, con un tasso del 10,49%). La città di Ferrara arriva al quarto posto con il 9,40% (12.606 stranieri residenti su 134.063 abitanti). Ma andiamo con ordine.

Secondo il Dossier Statistico Nazionale, a inizio 2015 l’Italia presenta un consistente numero sia di residenti stranieri (5.014.000) sia di italiani residenti all’estero (4.637.000). Un dato interessante è che nel 2014 gli italiani residenti all’estero sono aumentati più degli stranieri residenti in Italia: rispettivamente +155.000 e +92.000 unità.
Gli stranieri residenti incidono sulla popolazione complessiva per un valore superiore alla media europea: 8,2% rispetto al 6,2%. I non comunitari sono i più numerosi (3,5 milioni), sebbene sia rilevante la provenienza europea: 2,6 milioni, dei quali quasi il 60% cittadino Ue. Al primo posto fra i paesi di provenienza c’è la Romania (1.131.839 persone), seguita da Albania (490.483), Marocco (449.058), Cina (265.820) e Ucraina (226.060). Volendo ampliare lo sguardo anche agli arrivi e a un trend di medio periodo, negli ultimi tre anni si è assistito a una diversificazione delle tipologie di migranti. Nel 2014 sono sbarcate in Italia oltre 170mila persone, tra richiedenti asilo e migranti economici, più della somma dei 4 anni precedenti e con la previsione di un andamento simile nel 2015. Tuttavia il flusso di coloro che arrivano in Italia per cercare lavoro, i cosiddetti ‘migranti economici’ – una di quelle espressioni ‘politically correct’ che vorrebbero rendere ‘asettico’ un tema che non può e, anzi, non deve esserlo – ha conosciuto una grande frenata, mentre sono aumentati i richiedenti asilo e i rifugiati: con 64.625 richieste di asilo registrate nell’anno 2014.
Il Dossier dà informazioni anche riguardo la popolazione scolastica. La scuola in Italia è sempre più multietnica: dei quasi 1,1 milioni di minori stranieri che vivono nel nostro paese, sono stati 814.187 gli iscritti a scuola nell’anno scolastico 2014/2015, il 9,2% della popolazione scolastica, più nel Nord e nel Centro (rispettivamente, 13,6% e 11,1%). I dati più interessanti emergono però in relazione all’inserimento degli stranieri nel mondo del lavoro e del loro contributo in termini di Pil. Gli occupati stranieri nel 2014 erano 2.294.000 (1.238.000 uomini e 1.056.000 donne), più di un decimo degli occupati complessivi (10,3%) e il dossier Idos stima che nel 2013 il contributo al Pil nazionale degli occupati stranieri è stato di 123.072 milioni di euro: l’8,8% del totale. Inoltre i lavoratori stranieri verserebbero in media 7-8 miliardi di contributi all’anno, ma non riuscendo a maturare tutti il diritto alla pensione, l’Inps ha stimato che abbiano lasciato nelle casse previdenziali oltre 3 miliardi di euro: un contributo non indifferente pensando alle difficoltà del sistema pensionistico italiano in questo periodo al centro del dibattito pubblico.

Arriviamo ora alla situazione nella nostra provincia. Nel complesso, i residenti stranieri in provincia di Ferrara sono 30.300, l’8,5% dell’intera popolazione residente. Il territorio con la media più alta è il distretto Centro-Nord (Ferrara, Masi Torello, Voghiera, Copparo, Berra, Formignana, Jolanda di Savoia, Ro Ferrarese, Tresigallo) con un 49,47% di incidenza della popolazione straniera sull’intera popolazione straniera – solo Ferrara ha un 41,60%.
Dai dati emerge però una diversa incidenza della popolazione straniera sul territorio provinciale considerando il totale della popolazione straniera residente e il totale della popolazione residente tout court. In quest’ultimo caso la distribuzione cambia, quasi una sorta di decentramento sul territorio provinciale: Ferrara ha un tasso di incidenza del 9,40%, mentre Portomaggiore, Cento o Argenta hanno tassi di incidenza a due cifre (14,21%, 11,31% e 10,49%).
Un dato positivo emerge dall’analisi delle imprese: le attività di cui i titolari sono cittadini extracomunitari risultano 1.721, quelle con amministratori extracomunitari 576. Per quanto riguarda invece il lavoro dipendente, si registra una lieve diminuzione dei lavoratori stranieri occupati (comunitari ed extracomunitari), che passano dai 13.534 del 2013 ai 13.146 del 2014. Si tratta all’incirca del 43,8% della popolazione straniera residente in provincia di Ferrara.
Per capire un po’ di più come leggere le cifre abbiamo fatto alcune domande a Federico Tsucalas, coordinatore del Centro Servizi Integrati per l’Immigrazione della provincia di Ferrara.

Tutti i dati sotto riportati si riferiscono si riferiscono al 31/12/2014

Il Dossier Statistico Nazionale sull’Immigrazione 2015 realizzato da Idos ha evidenziato come negli ultimi tre anni si sia assistito a una diversificazione delle tipologie di migranti: a fronte della frenata dei ‘migranti economici’ vi è stato un aumento dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Anche a Ferrara si può riscontrare una tendenza analoga?
Dall’analisi dei dati forniti dalla Questura di Ferrara si può notare un calo importante di permessi di soggiorno per lavoro subordinato pari al 14% (-869). Diminuiscono anche i permessi di soggiorno per famiglia (-612). Aumentano invece i permessi di soggiorno per richiesta asilo, passando da 68 a 463, a seguito della gestione territoriale delle attività di accoglienza emergenziale.

È cambiata, e se sì come, la distribuzione dei paesi di origine?
Per quanto riguarda i paesi di provenienza, è possibile registrare aumenti di rumeni, che si attestano quale prima presenza straniera a Ferrara in continuità con lo scorso anno (+6,2%, + 294 residenti), ucraini (+2,4%, + 79 residenti), pachistani (+2,25%, +63 residenti) e nigeriani (+14,5%, +115 residenti). In diminuzione, invece, i residenti marocchini, seconda nazionalità della provincia (-2,4%, -106), albanesi (-0,9%, -23), moldavi (-0,3%, -8) e tunisini (-1,3%, -11).
Nel complesso, i residenti stranieri in provincia di Ferrara sono 30.300, l’8,5% dell’intera popolazione residente. Il territorio con la media più alta è il distretto Centro-Nord (Ferrara, Masi Torello, Voghiera, Copparo, Berra, Formignana, Jolanda di Savoia, Ro Ferrarese, Tresigallo) con un 49,47% di incidenza della popolazione straniera sull’intera popolazione straniera; seguito dal distretto Ovest (Cento, Bondeno, Sant’Agostino, Mirabello, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda) con il 25,84% e dal Distretto Sud-Est con il 24,69% (Argenta, Portomaggiore, Codigoro, Comacchio, Goro, Lagosanto, Fiscaglia, Mesola, Ostellato). Il territorio che registra un maggiore aumento è il distretto Centro-Nord (+4,34%) mentre rimangono relativamente stabili gli altri due (Ovest -0,58%; Sud-Est +0,39%).

Nel 2014 la presenza di cittadini di origine straniera residenti in provincia di Ferrara ha registrato un lieve aumento rispetto al 2013, ma se si osserva il fenomeno nel suo trend decennale, si assiste a una diminuzione e a un rallentamento. Un’interpretazione di questo dato?
L’immigrazione è un fenomeno strutturale che non si arresta, però cambia. Il rallentamento segnalato può essere causato dal fatto che l’Italia in generale e a Ferrara risulta meno attrattiva per i migranti. Allo stesso tempo va comunque segnalato il già citato aumento della migrazione di carattere umanitario che fa il paio con quanto appena descritto.

Dai dati si nota la diversa incidenza della popolazione straniera sul territorio provinciale considerando il totale della popolazione straniera residente e il totale della popolazione residente tout court. Nel primo caso la media più alta si ha nel distretto Centro-Nord, nel quale è compresa Ferrara (da sola 41,60%), mentre nel secondo emerge quasi una sorta di decentramento sul territorio provinciale: Ferrara ha un tasso di incidenza del 9,40%, mentre Portomaggiore, Cento o Argenta hanno tassi di incidenza a due cifre. Come si possono leggere questi dati?
Gli stranieri si concentrano dove ci sono maggior opportunità di servizi, lavoro, alloggi e mobilità, con particolare riferimento al tema del lavoro.

Gli stranieri in Italia sono l’8% della popolazione, producono una ricchezza pari al 9% del PIL e versano in media 7-8 miliardi di contributi all’anno. Anche a Ferrara i dati sottolineano che gli stranieri sono una risorsa economica…
Chiara Sapigni, assessore alla Sanità, Servizi alla Persona Politiche Familiari durante l’incontro di presentazione dei dati, ha ricordato come senza la presenza di stranieri, il nostro territorio avrebbe meno servizi per i cittadini. Un esempio è dato dalla a spesa sanitaria, che viene suddivisa per quota pro capite tra i residenti, e alla quale la componente straniera, mediamente giovane e attiva, contribuisce in modo importante. Ma è anche stato ribadito che a prescindere da quanta ricchezza viene restituita, chi si trova in stato di necessità va aiutato, che è il mandato della rete di servizi pubblici costruita sul territorio, e che è la sola possibilità di crescere assieme.

Quanti sono i lavoratori stranieri non occupati e in cerca di occupazione in provincia di Ferrara? Qual è la loro distribuzione sul territorio provinciale e per quanto riguarda i paesi di origine?
Per quanto riguarda il lavoro dipendente, si registra una lieve diminuzione dei lavoratori stranieri occupati (comunitari ed extracomunitari), che passano dai 13.534 del 2013 ai 13.146 del 2014. Si tratta all’incirca del 43,8% della popolazione straniera residente in provincia di Ferrara.
Diminuiscono i dati relativi a cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari) disoccupati: nel 2012 erano 7.662, nel 2013 7.853 (+2,5%), mentre nel 2014 scendono a 6.704.
Analizzando i dati di occupati suddivisi per genere, il 47,8% degli stranieri è di sesso maschile e il 52,2% di sesso femminile, in continuità con l’anno precedente.
Per quanto riguarda invece i disoccupati, iscritti al Centro per l’Impiego della provincia di Ferrara: il 39,6% è di genere maschile (in aumento rispetto allo scorso anno) mentre il restante 60,4% è di sesso femminile.
Per quanto riguarda le provenienze di chi cerca una prima occupazione, dalle iscrizioni al centro per l’impiego, la maggior parte viene dalla Romania, seguono Ucraina, Marocco, Moldavia, Pakistan, Albania, Polonia, Nigeria, Tunisia e Camerun.

Uno dei primi luoghi e strumenti di integrazione è il sistema scolastico. Come sono cambiate in questi anni le classi delle scuole ferraresi?
Rispetto agli studenti stranieri nelle scuole ferraresi (pubbliche e private), si registra un aumento degli studenti afferenti alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado. L’analisi del dato riferito alle scuole di ogni ordine e grado (dall’infanzia alla secondaria di secondo grado) fanno registrare un aumento complessivo del 3,74% passando da 5.162 alunni nel 2013 a 5.355 nel 2014 (+193 unità). Gli aumenti più significativi vengono registrati nella scuola primaria (+146) e nella scuola secondaria di secondo grado (+64).

Nell’incontro di lunedì la Consulta sull’Immigrazione di Portomaggiore è stata portata come esempio di esperienza di successo, altri esempi di strumenti e di buone prassi di politiche di integrazione?
L’analisi dei dati ha portato a considerare le risposte che le amministrazioni stanno mettendo in campo. Portomaggiore, che ha vissuto tra i primi la necessità di far fronte a un importante flusso migratorio stabilitosi nel comune, nel marzo del 2013 ha creato la Consulta per l’Integrazione, un gruppo operativo di 8 persone tra cui il sindaco, un referente dell’ASL, un referente delle istituzioni scolastiche, uno delle forze dell’ordine e almeno due immigrati.
L’obiettivo è l’integrazione tra cittadini attraverso la conoscenza dei servizi pubblici, la condivisione delle regole e il monitoraggio delle situazioni critiche, come conflitti abitativi, problemi di uso degli spazi comuni, pulizia e morosità condominiale, cura dei bimbi, disattesa degli appuntamenti ambulatoriali, insolvenza delle rette e altre questioni che rendono difficile la convivenza. Lo strumento sono gli incontri frequenti con i cittadini stranieri e non, perché il dialogo è il primo strumento utile alle soluzioni positive.
Un’altra buona prassi è rappresentata dal Consiglio delle Comunità straniere di Ferrara, che opera con lo scopo di fornire ai cittadini stranieri, regolarmente soggiornanti nel territorio comunale, un’istanza per il dibattito, la partecipazione e la formulazione di proposte sui temi della vita pubblica locale che li riguardano più da vicino.

Leggi la sintesi del Dossier Statistico sull’Immigrazione

Leggi la presentazione del Rapporto dell’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione

ECOLOGICAMENTE
Ecolabel e Emas

L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha pubblicato il “Rapporto Benefici ed incentivi a livello locale per l’adesione a Ecolabel UE. Analisi dello stato dell’arte, valutazione di efficacia e buone pratiche” (vedi) e le “Linee Guida in materia di informazione, assistenza e controlli verso organizzazioni richiedenti la registrazione Emas o in possesso della stessa” (vedi).

II rapporto presenta lo stato dell’arte in Italia per quanto riguarda i provvedimenti agevolativi adottati dalle pubbliche amministrazioni a livello locale per incentivare le organizzazioni registrate Emas e i prodotti certificati Ecolabel Ue. Sulla base del quadro degli incentivi adottati il documento effettua dei confronti tra diverse realtà regionali, individuando sia buone pratiche da valorizzare sia eventuali disparità territoriali rispetto alle quali definire interventi di mitigazione.
Dagli esiti dell’analisi emerge l’opportunità di concentrare gli sforzi sia in ambito regionale sia nazionale per favorire interventi integrativi che mirino a sostenere l’adozione di sistemi agevolativi snelli, in termini attuativi, stabili, cioè capaci di dare garanzia nel medio-lungo periodo ai soggetti destinatari e leggeri, cioè sostenibili per i bilanci regionali.
In sintesi il rapporto:
• effettua dei confronti tra diverse realtà regionali individuando sia buone pratiche da valorizzare sia eventuali disparità territoriali rispetto alle quali definire interventi di mitigazione;
• contiene un’analisi delle diverse tipologie di provvedimenti agevolativi adottati che, attraverso la predisposizione di specifiche schede, ne definisce l’efficacia, i punti di forza e di debolezza al fine di fornire utili indicazioni di natura operativa ai soggetti ‘programmatori’.

Una segnalazione importante: la nostra regione è di gran lunga la più attenta a questa strategia di certificazione.

Volo di ombrelli in vista

Uno stupore da togliere il fiato, un’allegria istantanea, un sorriso da “smile”, un’idea felice, un “Ma dai!” e poi “Sembra di essere in un’altra città!”… queste le reazioni e le sensazioni che l’anno scorso abbiamo provato vedendo per la prima volta il cielo di via Mazzini pieno di ombrelli colorati sistemati ad arte. Non c’è stato ferrarese o turista che non abbia immortalato l’originalissimo addobbo con foto e post che hanno inondato il web e raggiunto i paesi di tutto il mondo.

Alla luce del successo dello scorso anno, via Mazzini torna, dal 23 aprile fino al 30 giugno 2016, a colorarsi di “Ombrelli in Cielo”. E’ questo il titolo dell’iniziativa che, con qualche piccola novità rispetto al precedente “Cielo di Ombrelli”, prevede la collocazione di una ancor più colorata distesa di ombrelli, su una delle più belle strade di Ferrara. In occasione dell’inaugurazione, sabato 23 Aprile, ci sarà una piccola festa con concerti di musica dal vivo, durante i quali si esibiranno artisti locali, oltre che il famoso Luca Gagliano.

Anche quest’anno l’evento sarà realizzato grazie all’impegno dei commercianti della Via, al sostegno di alcuni colleghi della vicini Via Saraceno e al supporto della Amministrazione Comunale. L’obiettivo è, come nella precedente edizione, di portare allegria e buonumore a tutti i passanti e rendere ancora più suggestive le passeggiate per il centro storico di Ferrara.

Vi invitiamo a realizzare tantissime fotografie e a pubblicarle sui social network con il tag #ombrelliincielofe

Dal comunicato stampa di Feshion Coupon

 

Saggezza

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Marilyn Monroe

Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori. Per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare. (Marilyn Monroe)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Gli Isis si riformano per un tour estivo

Scenari apocalittici si stagliano all’ombra di quest’estate ormai quasi prossima alla prossimità.
Come se la famigerata prova costume non fosse già abbastanza, ecco che noi poveri europei ci ritroviamo a fare i conti con un nuovo agente ansiogeno pre-mare.
Non solo un agente ansiogeno ma anche un evergreen.
Una specie di classico moderno come gli hipster: l’Isis.
Sembra infatti che quei maragli dell’Isis stiano preparando un tour estivo in Europa con Boko Haram “di spalla”.

Brano: “I Just Wasn't Made For These Times” dei Beach Boys
Brano: “I Just Wasn’t Made For These Times” dei Beach Boys

La notizia è riportata dall’attendibilissimo quotidiano tedesco “Bild”.
Quei maragli dello Stato Islamico sarebbero pronti a invadere le spiagge mascherati da venditori di collanine, magliette e altra chincaglieria assortita.
“Bild” cita una “fonte attendibile” che ha elencato come zone a rischio Spagna, Francia e Italia.
La nostra Intelligence però ha già bollato la notizia con parole come “destituita di qualunque fondamento”, “si tratta di uno scenario fantasioso” e “non ci sono riscontri che possano far pensare a progettualità di questo genere”.
Boh.
Da quando ho scoperto che esiste quel comico tedesco io non mi stupisco più di niente.
Ma magari la nostra Intelligence ha già piazzato un sacco di tiratori sceltissimi sopra a quelle piattaforme con le trivelle di cui si è parlato tanto in questi giorni.
Io mi fido della nostra Intelligence.
Poi come al solito di queste cose non ci capisco niente.
Ma tanto al mare non ci vado.
Mi piace molto la città d’estate.
Non ho mai capito perché dovrei stare in mezzo alla sabbia, sotto al sole, quando posso ascoltare i Beach Boys con una birra in mano e una sedia anche austera sotto al mio culetto.
Sono un sempliciotto, mi accontento.
Magari un giorno mi potrò permettere anch’io una bella lettiera sotto al pianoforte come fece Brian Wilson.
Per ora mi accontento di un tastierino, Isis permettendo.
Speriamo bene e in bocca al lupo alla nostra Intelligence.
Via col pezzo di oggi.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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