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Giorno: 2 Maggio 2016

Sabato 7 maggio inaugurazione della mostra di Marcello Darbo “Rifugi di umanità” a Ferrara

da: organizzatori

Sabato 7 maggio alle ore 18 presso la Casa d’arte “Il Vicolo” l’inaugurazione della mostra di Marcello Darbo “Rifugi di umanità”.

Osso rifugio: il corpo e la casa.

Tutto il rosso dell’umanità, col suo carico di dolore, passione, sangue e vita. Tutto raccolto, vissuto e sublimato, in umili case o nei tratti sfuggenti dei corpi.
Marcello Darbo, libero dall’ossessione dell’essere sempre sotto i riflettori, dopo due anni dall’ultima personale, Vite di frodo, esposta nel suo studio in via della Vittoria a Ferrara, e dopo sei anni dalla mostra Dove è pietà alla Galleria del Carbone, torna con Rifugi di Umanità, nuova tappa poetica nel personale cammino di riflessione.
Il rosso, dicevo: pennellate di vitalità, nonostante la sofferenza del corpo nella sua precarietà terrena, in particolare di quei corpi dimenticati dei tanti rifugiati in fuga dall’orrore. Corpi in fuga, nidi di calore. Corpi vivi, che sanno anche animarsi di una gioia assurda.
Nel gioco di quiete e tempesta, in questi moti di dignità, una musica sembra muovere il gesto di Darbo. Nelle opere in mostra, la denuncia del dolore ignorato pare, infatti, scandita da pause e riprese, il suo ritmo dettato da una musica interiore. Silenzio e rumore, fredda indifferenza e calore della vita. Quella vita che può nascere anche nella miseria di un esodo, in mezzo al fango, come nel caso del bimbo nato, lo scorso marzo, a Idomeni, in Grecia.
E allora Darbo, come a voler omaggiare la sacralità del rito, propone anche un’installazione con la quale riproduce l’elementare servizio da tavola di una festa (un battesimo, un matrimonio), e alcune piccole simil-case tibetane, realizzate impilando a piramide tappi colorati di barattoli e bottiglie.
Rifugi per il dolore di esistenze ai margini, dove non smarrire mai la propria umanità.

Sant’Agostino: Cispadana, al lavoro per un tracciato più lontano da San Carlo

da: gruppo consiliare Valore e Rispetto Comune di Sant’Agostino (Fe)

L’obiettivo che si era proposto il gruppo Consiliare d’Opposizione Valore e Rispetto è stato raggiunto: portare in discussione in Consiglio Comunale il tracciato DB deciso dalla Presidenza del Consiglio, un tracciato che risulta ancora troppo vicino al centro abitato di San Carlo, non sufficientemente migliorativo, anche in considerazione del taglio indiscriminato della viabilità locale. “Per noi era giusto che l’amministrazione affrontasse in assise formale questo delicatissimo tema così importante per la tutela del futuro della comunità di San Carlo, dell’intero comune e anche di Mirabello, con il quale si sta affrontando il tema della Fusione. Il fatto che sia stato accettato dimostra che ne è stato riconosciuto il valore per la comunità, anche se presentato dall’Opposizione. L’ordine del Giorno ha subito modificazioni, ma è stato approvato da tutto il Consiglio Comunale, con l’astensione di Massa Comune. È stato inserito correttamente un riferimento esplicito al coinvolgimento del comune di Mirabello nella richiesta della determinazione di un tracciato più lontano dal centro abitato di San Carlo. Su questo tema bisogna lavorare insieme, è chiaro. Fondamentale la richiesta della verifica che il nuovo asse viario risulti del tutto rispettoso dei recenti standard qualitativi richiesti ad una infrastruttura che verrebbe costruita in un territorio in cui è stato recentemente formalmente dichiarato e certificato il fenomeno della liquefazione delle sabbie. Perché quanto è stato fatto il progetto della Cispadana non se ne è tenuto conto, visto che è stato presentato prima del sisma 2012, e prima che ci si rendesse conto dell’esistenza di questa importante criticità edilizia, che anche per le abitazioni ha completamente rivoluzionato i criteri costruttivi resi obbligatori”.
Toselli ha detto che invierà la richiesta agli enti preposti. Verificheremo che venga fatto entro il 5 maggio (data in cui decadremo tutti), quale atto formale da parte del Comune di Sant’Agostino di cui gli enti competenti e la Regione – a cui chiediamo massima attenzione a dare priorità all’impatto territoriale, e non solo al contenimento dei costi di questa opera – dovranno rispondere al futuro Commissario Prefettizio. Commissario che solleciteremo a prendersi responsabilmente in carico questa importantissima questione. Diversamente, sarebbe solo un’ulteriore presa in giro per i Sancarlesi e i cittadini tutti“.

Stefania Agarossi e Olindo Sandri
Gruppo Consiliare Valore e Rispetto

Marcello Simoni all’Iti “Copernico-Carpeggiani”

da: Istituto di Istruzione Superiore “N. Copernico – A. Carpeggiani”

Il celebre scrittore ferrarese incontra gli studenti dell’Istituto.

Lunedì 2 maggio 2016 alle ore 11:30 nella sala Scotti della sede dell’ITI in Via Pontegradella, 25, lo scrittore ferrarese Marcello Simoni, autore di numerosi romanzi di successo, incontrerà gli studenti di alcune classi dell’istituto.
Durante l’anno scolastico, la prof.ssa Rita Rossi come attività che potesse far avvicinare gli studenti alla lettura, ha pensato, in collaborazione con la prof.ssa Marcella Di Stefano, di far leggere agli studenti il libro “Il mercante di libri maledetti” di Marcello Simoni. La lettura del libro ha appassionato gli studenti a tal punto da volerne incontrare l’autore in un botta e risposta nel quale potergli fare delle domande e soddisfare le loro curiosità. Lo scrittore ha accettato molto volentieri l’invito degli studenti. Lunedì 2 maggio, quindi, le misteriose atmosfere del romanzo riecheggeranno per i corridoi dell’ITI oltre che per voce dell’autore grazie anche alla presenza di Gian Filippo Scabbia che leggerà alcuni brani tratti dal romanzo accompagnati dalle musiche di Roberto Berveglieri.

Indetta la quinta edizione del Premio Internazionale di Letteratura “Alda Merini – Brunate 2016”

da: organizzatori

Il “Premio Internazionale di Letteratura “Alda Merini -Brunate” è nato nel 2011 su iniziativa della Biblioteca Comunale di Brunate, per ricordare Alda Merini “poetessa dei Navigli” che aveva sue radici a Brunate (Como) poiché nel paese, denominato “Balcone sulle Alpi” abitavano i nonni paterni.
Il premio persegue l’obiettivo di ricercare e valorizzare la poesia e le sezioni del premio si ispirano all’attenzione che Alda Merini aveva per la poesia altrui e ai valori che ha testimoniato con la sua vita e la sua opera.

Tutte le opere partecipanti alla Quinta Edizione del Premio “Alda Merini- Brunate dovranno essere inviate entro e non oltre il 31 maggio 2016.

Queste le sezioni a concorso per l’edizione 2016:

Sezione “A” – Inediti di Poesia
Ciascun concorrente partecipa con massimo tre componimenti di massimo 30 versi ciascuno.
Le poesie possono essere scritte in lingua italiana, in dialetto o in lingua straniera. A quelle in dialetto, o in altre lingue, deve essere allegata la traduzione in lingua italiana. (1° classificato 1000 €)

Sezione “B” – Volume edito di Poesia
Ciascun concorrente partecipa con un’opera pubblicata dopo il 1° gennaio 2013. (1° classificato 1000 €)

Sezione “C” – Racconti del Territorio
Ciascun concorrente partecipa con un racconto inedito dal tema “Il territorio del lago di Como ed i suoi dintorni”, di massimo 5 cartelle di 1.800 battute ciascuna. (1° classificato 500€)

Sezione “D” – Tesi di laurea e saggi sull’opera di Alda Merini e sulla poesia contemporanea
Ciascun concorrente partecipa con una tesi di laurea o un saggio che tratta l’opera di Alda Merini non solo in via esclusiva ma anche inserita nel più ampio contesto della poesia e della società contemporanea. L’eventuale pubblicazione non deve essere antecedente il 1° novembre 2009. (1° classificato 500€)

Sezione “E” – La Poesia al tempo dei social network
Ciascun concorrente partecipa con massimo tre video (realizzati e/o montati con qualsiasi tecnica) che riportano una propria poesia edita o inedita.
Il video verrà postato dall’organizzazione sulla pagina facebook del Premio. I “mi piace” ricevuti sulla pagina determineranno il vincitore del pubblico. (1° pubblico 250€ ;1° giuria 250€)

Sezione “F” – Inediti di Poesia o Aforismi Giovani (Under 18)
A questa sezione possono partecipare coloro che risultano minorenni al 31 maggio 2016. Ciascun concorrente partecipa con massimo tre componimenti di massimo 30 versi ciascuno. Le poesie possono essere scritte in lingua italiana, in dialetto o in lingua straniera. A quelle in dialetto o in altre lingue deve essere allegata la traduzione in lingua italiana. (1° classificato 300€ ;2° classificato 200€; 3° classificato 100€)

Premio Speciale – 150 anni di Penčo Slavejkov per inediti di Poesia
Riservato a partecipanti di madrelingua bulgara. Il Premio prevede una sezione Inediti di Poesia e una sezione Inediti di Poesia per giovani (under 18) che risultano minorenni al 31 maggio 2016.
Ciascun concorrente partecipa con massimo tre componimenti, di massimo 30 versi ciascuno.
Le poesie possono essere scritte in lingua italiana o in lingua bulgara. A quelle in lingua bulgara deve essere allegata la traduzione in lingua italiana. (Premio speciale – 150 anni di Penčo Slavejkov 1° classificato 500€; Premio speciale – 150 anni di Penčo Slavejkov Giovani 1° classificato 300€; 2° classificato 200€; 3° classificato 100€.)

Ogni partecipante può partecipare a più sezioni. Le opere inedite (sezioni A, C, D, F, 150 anni di Penčo Slavejkov) potranno essere inviate in “formato elettronico” (due file, uno anonimo e uno con nome e indirizzo) alla mail info@premioaldamerini.org oppure in formato cartaceo (due copie, una anonima e una con nome e indirizzo) a: Premio Internazionale Alda Merini presso Comune di Brunate – via alla Chiesa, 2 – 22034 Brunate (CO). Le opere edite (sezione B e D) potranno essere inviate in “formato elettronico” alla email info@premioaldamerini.org oppure in formato cartaceo (cinque copie, di cui una firmata) a: Premio Internazionale Alda Merini presso Comune di Brunate – via alla Chiesa, 2 – 22034 Brunate (CO). Il video (sezione E) può essere inviato via email a social@premioaldamerini.org (con WeTransfer se supera i 2 MB) oppure può essere caricato su YouTube, inviando il relativo link allo stesso indirizzo email. Il video verrà postato dall’organizzazione sulla pagina Facebook del Premio.

Il bando integrale e la scheda di partecipazione possono essere scaricati dal sito del Premio: http://www.premioaldamerini.org/2016edition.html

ELOGIO DEL PRESENTE
La crisi della politica e l’ideologia della narrazione

I partiti tradizionali sono in crisi e così la politica che su quel modello si era articolata: ne sono segni evidenti la corruzione, l’immagine di una casta legata a conservazione del potere proprio piuttosto che al bene pubblico, il degrado della democrazia interna. Una larga parte della crisi della politica è opera della politica stessa, che ha accentuato la ricerca del consenso immediato e la difesa di interessi personali, a partire dalla preoccupazione alla propria rielezione.
La crisi della politica ha anche origini nei cambiamenti sociali, nella scomposizione e declino dei gruppi sociali compatti che avevano caratterizzato l’Italia del dopoguerra, nella crisi delle ideologie che sono state a lungo elementi di aggregazione di masse accomunate dalla percezione di un comune destino. Le ideologie, oltre che espressioni di pensieri forti (nel senso di chiusi e divisivi), sono state espressione di blocchi sociali compatti che attorno a esse potevano riconoscersi e alimentare identità altrettanto compatte. La progressiva differenziazione sociale e l’emergere della società degli individui hanno cambiato definitivamente lo scenario, aprendo la possibilità – almeno auspicata – di un confronto più laico e aperto.
Con la crisi della politica e dei partiti che l’hanno interpretata è venuto meno un articolato sistema di rappresentanza – il sistema dei cosiddetti corpi intermedi – così oggi non esiste più una corrispondenza tra gruppi sociali e aree di affiliazione, in sostanza non è più chiaro chi rappresenta chi. I gruppi sociali deboli perdendo i tradizionali canali di rappresentanza, avvertono il venir meno di qualsiasi protezione. Insieme alla protezione viene meno la possibilità di riferimenti identitari. Così, di fronte alla crisi delle ideologie tradizionali (la crisi delle grandi narrazioni, ovvero di visioni del mondo alternative e compatte) riemerge in altre forme l’esigenza di narrazioni che forniscano supporti di senso alla vita quotidiana. Le narrazioni sono sempre importanti in quanto forniscono modelli mentali per interpretare i fatti, aiutano a ricostruire un nesso tra passato e presente, ci permettono di immaginare traiettorie di vita diverse da quelle presenti. Le narrazioni sono, quindi, un costrutto dell’identità, un dispositivo per elaborare criteri di scelta e per ridurre l’incertezza proposta dal mondo intorno a noi.
Le narrazioni a cui la politica fa oggi ampio ricorso – condensate nel pensiero personale del leader –diventano la nuova base dell’appartenenza, ma non sono molto diverse da quelle che condensavano le profonde differenze ideologiche che segnavano la contrapposizione tra cattolici e comunisti negli anni Cinquanta o Sessanta. Le narrazioni odierne restano fortemente divisive, non meno di quanto fossero le ideologie forti, ancorché costruite su fatti e su emozioni più contingenti. Le narrazioni odierne sono l’espressione e lo strumento di battaglie di potere personale giocate su tecniche comunicative piuttosto che su contenuti e programmi. I partiti nella loro semplificata e aggressiva comunicazione quotidiana interpretano la nuova ‘ideologia della narrazione’, offrendo una debole risposta alle frantumazioni identitarie e all’incapacità di elaborare scenari futuri credibili nel lungo periodo. Le forme della comunicazione del magmatico mondo del populismo (termine che uso qui per connotare uno stile prima che aggregazioni politiche) sollecitano appartenenze emozionali piuttosto che adesioni razionali a questa o a quella proposta politica. Ma la democrazia ha bisogno di proposte politiche concrete e di visioni di lungo periodo.

[Mercoledì 4 maggio alle 17,30 alla libreria IBS+Libraccio di Ferrara Maura Franchi e Augusto Schianchi presentano “Democrazia senza” (Diabasis) e discutono con Patrizio Bianchi e Sergio Gessi sulle difficoltà odierne della democrazia]

Maura Franchi vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi presso il Dipartimento di Economia. Studia le scelte di consumo e i mutamenti sociali indotti dalla rete nello spazio pubblico e nella vita quotidiana.
maura.franchi@gmail.com

IL CONCERTO
Calcutta e l’amore ai tempi della precarietà

Un po’ di odore di fumo tra i capelli, le mani alzate coi polsi avvolti nel vecchio Casio al quarzo, camicie a scacchi e Vans ai piedi. E’ un salto indietro di trent’anni – al concerto all’Arci Zona Roveri di Bologna – dove Calcutta canta di “una cantina buia dove noi” e di tante ragazze per lui, come Irina che lo “invita a cena” e Lucia che lo “invita a uscire”, ma di cui alla fine non fa nulla, perché preferisce restarsene malinconicamente a casa col cane (anche se lui non c’è più). Chi già così tanto tempo fa ascoltava quasi clandestinamente le vecchie cassette di Lucio Battisti non può non ritrovarsi qui tra le parole della “Canzone del sole” e di “Dieci ragazze per me”. E anche dentro a quelle camicie scozzesi fuori dai jeans.

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Concerto di Calcutta al Zona Roveri di Bologna

A coronare il flash back ci sono persino i dischi in vinile sul banchetto che vende i gadget del cantautore 26enne, arrivato da Latina con la sua felpa scolorita e l’aria scazzata. Per non dire delle fragole nella vaschetta che passa ai ragazzi della prima fila sotto al palco, per poi chiedere: “Vi sono piaciute? Fragole buone buone”. Cavolo, Luca Carboni! Ti giri e Carboni c’è davvero, ma non sul palco; è mescolato tra la folla di ragazzi con addosso un giubbotto mimetico e l’altrettanto mimetico anonimato di chi si trova in mezzo a una popolazione musicale che forse non è mai andata a gridare a un concerto le sue Persone silenziose, Farfallina, Dustin Hoffman che non sbaglia un film o il Fisico bestiale che ci vuole. In quel caso lì, al posto degli smartphone tenuti in alto nelle mani, c’erano gli accendini accesi a oscillare la loro luce sopra la folla. Gode di tranquillo anonimato anche Alberto Ronchi, fino a pochi mesi fa assessore alla Cultura della giunta bolognese di Merola e, da metà degli anni Novanta fino ai primi del 2000, assessore alle politiche e istituzioni culturali a Ferrara. Ma questo ci sta, perché Ronchi è sempre stato un politico fuori dal coro, e la sua passione per la musica lo ha portato a fondare la manifestazione “Ferrara sotto le stelle”, che dal 1996 a oggi mette insieme ogni estate una rassegna di concerti di musica contemporanea e indipendente nel cortile del castello estense.

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Alberto Ronchi al concerto di Calcutta al ZonaRoveri di Bologna
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Luca Carboni tra il pubblico del concerto bolognese di Calcutta
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Dischi e magliette di Calcutta al concerto dell’Arci ZonaR
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Fan con vinile di “Mainstream” all’uscita del concerto di Calcutta

Alle 23,30 ancora Calcutta non sale sul palco, ma via facebook annuncia “Ragazz* di zona roveri fra poco cominciamo/ non siamo stronzi, abbiamo solo aspettato che tutti entrassero”. Una volta in scena, parla, canta e si muove con quel fare trasandato ed elementare che spazza via tutto il senso di fasullo, confezionato e luccicante, che ormai sembra essere diventato un tutt’uno con la musica. Dice: “Al Covo (sempre a Bologna, ndr) mi hanno tirato preservativi e cortisone. Questo vuol dire che la gente ormai conosce le mie dipendenze. Dedico questa canzone al Bentelan!”. E via con “Del verde”, dove lui ancora battistianamente canta “preferirei del verde tutto intorno” e “preferirei perderti nel bosco che per un posto fisso/ preferirei una spiaggia di Sardegna/ preferirei scaldarmi con la legna”. Poi “Amarena”, che – spiega – “è il primo pezzo che ho scritto e quello che mi sembra sempre il più bello”.

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Fan al concerto di Calcutta
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Calcutta sul palco dell’Arci ZonaR
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Il pubblico durante il concerto di Calcutta
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Copertina dell’album “Mainstream”

I titoli delle sue canzoni anticipano subito la scelta di non essere altisonante, ma sempre periferico e sghembo, indie e pop. Come “Pomezia”, “Frosinone”, “Arbre magique”: dichiarazioni d’amore sottotono, la rabbia gettata lì così, per diventare poi quasi un malessere passeggero. I video su Youtube, che nel passaparola hanno portato in giro la voce e i testi di Calcutta fino a renderlo uno dei cantanti emergenti più apprezzati, sono girati come vecchie pellicole casalinghe. Anche le foto dei dischi hanno questa marginalità qui; non c’è l’immagine patinata del divo, ma un amico che esibisce la sciarpa col suo nome dietro a turisti in bermuda e tracolla da gruppo-vacanze.

Video di “Mi piace andare al mare”

Verso la fine del concerto con quella sua semplicità disarmante (che è poi uno stile distintivo), Calcutta dichiara: “Ormai ho finito tutti i pezzi che avevo e che quindi ve ne ricanterò alcuni che ho già fatto, solo che ve li faccio sentire arrangiati… un po’ peggio”. E vai con “Cosa mi manchi a fare” e “Gaetano”, roba di tutti i giorni mescolata nelle rime che scompigliano i luoghi comuni con disincantata malinconia. Canta “volevo avere dei figli/ né troppi né pochi/ né tardi né domani” e “ho fatto una svastica in centro a Bologna/ ma era solo per litigare/ non volevo far festa e mi serviva un pretesto/ ma in verità ti vorrei accompagnare/ fare ancor quattro passi con te/ ma è difficile se vai veloce/ stare al passo con te”. Spettacolo senza tanta messa in scena, che racconta i sentimenti senza la retorica. Finalmente qualcuno che ti torna a cantare vita e pensieri piccoli, tante volte contraddittori. Forse è questo che conta: è l’amore ai tempi della precarietà.

L’INTERVISTA
La Casa di Ariosto si riempie di antiche note

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Laura Trapani, flautista e concertista, ferrarese d’adozione.

Laura Trapani è nata in Texas, ma vive e lavora fra Ferrara e l’Emilia Romagna. È diplomata al conservatorio di Milano e specializzata a Modena sulla musica di Edgard Varèse, con il maestro Roberto Verti. Ha suonato come solista e primo flauto nelle orchestre più prestigiose del panorama italiano e collabora come artista da camera in Italia e all’estero. Per il secondo anno consecutivo è il direttore artistico della rassegna cameristica “Pomeriggi musicali a casa di Ludovico Ariosto”, che inizieranno il 7 maggio 2016.

Come nasce la sua idea di creare un festival a casa dell’ Ariosto?
In realtà questa è la seconda edizione del festival come direttore artistico a casa Ariosto e diversi anni fa vi erano già stati organizzati dei festival musicali. La struttura non è molto grande per contenere orchestre o grandi gruppi, ma adatta per contenere piccoli gruppi da camera. Antares, l’associazione musicale per la divulgazione della musica classica da me fondata nel 2006, ha collaborato con i Musei d’Arte Antica di Ferrara per rilanciare le attività musicali a casa Ariosto, anche in vista dei festeggiamenti per i 500 anni dell’Orlando Furioso (22-04-1516/22-04-2016).

Chi sono gli artisti invitati?
Gli artisti provengono da diverse realtà musicali ferraresi, ma anche internazionali e si prestano a titolo volontario per rilanciare una delle più importanti realtà di Ferrara e internazionali, quale è appunto Casa Ariosto.
La prima data del festival vanterà un ospite internazionale: Solène Greller, arpista di Ginevra, che assieme alla sottoscritta in qualità di flautista, inaugurerà il festival il 7 maggio. Seguiranno poi ogni sabato concerti con artisti locali e componenti dell’orchestra Antiqua Estensis, della quale sono cofondatrice assieme ad altri musicisti di Ferrara.

I programmi che verranno eseguiti?
La mia idea: vista l’importanza storica del luogo e il cinquecentenario, saranno eseguiti dei programmi di musica antica con la caratteristica della contaminazione musicale tra i vari stili. Quindi, non eseguiremo solamente dei concerti seguendo un’unica tematica, ma aggiungeremo tra un brano e l’altro delle contaminazioni moderne, sempre comunque inerenti ad uno stile accademico di ricerca.

Ci può fare un esempio?
Il 7 maggio io e Solène Greller suoneremo dei brani appartenenti al periodo di Maria Stuarda (1542-1587), per poi attraversare due secoli di storia di letteratura scritta per duo, dove flauto e arpa si abbineranno per le loro dolci e intense sonorità.
Il 14 maggio la brava Emanuela Susca eseguirà un programma per due chitarre e flauto traverso.
Un altro esempio di ricerca musicale sarà la collaborazione nata con il professor Lazzari, docente al Conservatorio Girolamo Frescobaldi di Ferrara, e il suo ensamble di musica antica, con strumenti antichi (flauti barocchi, cembalo e viola da gamba). Ci cimenteremo insieme in un duo per flauto moderno e flauto barocco.
Il 26 maggio, sarà molto bello anche il concerto del gruppo Nuova ricerca musicale, molto caratteristico per la varietà di sonorità che si presenteranno, con i suoni di liuti, viole da gamba, violino, viola e flauti a becco.

L’innovazione e la ricerca musicale per lei sono fondamentali….
Credo fortemente che la musica abbia bisogno di attingere dal passato per evolversi nel presente e quindi proiettarsi nel futuro. Occorre suonare la musica del passato con strumenti del passato, come è giusto interpretare la musica moderna con strumenti moderni. La contaminazione tra strumenti del passato e strumenti moderni può essere sublime. Ricercare un certo tipo di suono d’insieme e di fraseggio musicale è sempre stato parte fondamentale della mia attività di ricerca artistica come musicista e interprete. L’evoluzione del suono equivale all’evoluzione del linguaggio sociale dell’uomo del XXI secolo. Attingere dal passato ed evolvere le sonorità è come quando un artista figurativo si spinge oltre il significato della mera figura e dona più enfasi alla sua opera, o con il colore o con un taglio su una tela antica o con una frase del passato sopra a un cartellone bianco gigantesco. Il suono e la sua evoluzione sono la stessa cosa: l’evoluzione del suono va di pari passo con l’evoluzione dell’uomo e del suo modo di esprimersi nel nuovo mondo.

Contenta di vivere a Ferrara?
Ferrara è ormai la mia città, mi sento a casa, al sicuro, mi sento avvolta dalla bellezza totale, vivo tra opere d’arte e storia, qui ci sono molti artisti amici cari.

Prossimi impegni?
Ho molti progetti e idee ma per dirla con Beethoven:” Sarà il destino a bussare ancora alla mia porta….”

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Note di vita: la scalata musicale di Laura Trapani, flautista

Naples’ death

Ebbene sì, è successo ancora: si è sciolto il sangue di San Gennaro.

Brano: “Liquified” dei Meat Puppets
Brano: “Liquified” dei Meat Puppets

Favoloso.
E mentre scrivo sta anche nevicando col sole.
Ancora meglio.
A questo punto mi aspetto Maradona che passa qua sotto, palleggiante verso la stazione.
Se succede, gli faccio una foto e lo scrivo domani.
Allora mentre rimango qui ad aspettare che Sorrentino si ritiri dal cinema, ne approfitto per fare i miei complimentoni a “The Man” in persona: il grand.mo San Gennaro.
Complimenti, San Gennaro.
Via col pezzo a tema.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

Gli archivi si aprono alle scuole: a tu per tu con le fonti documentarie

Chi lo pratica lo sa: si produce documentazione attraverso diverse modalità, tutte mirate a testimoniare e far conoscere. Scrivere, trascrivere, intervistare, rilevare, elaborare dati, registrare, fotografare, riprendere, pubblicare, sono alla base della documentazione. Per scavare tra i documenti del passato, saperli leggere e tessere storie e microstorie, è necessario attingere dagli archivi, dove il materiale documentario di un certo rilievo viene conservato con cura.

E’ in programma dal 2 all’8 maggio prossimi l’edizione 2016 della “Settimana della didattica in Archivio – Quante storie nella storia” con cui, come di consueto, l’Archivio storico del Comune di Ferrara proporrà un ricco calendario di appuntamenti che si terranno nella propria sede, alla Biblioteca Ariostea e al Teatro comunale “Claudio Abbado”.
Verranno proposti incontri, visite guidate e laboratori didattici, rivolti soprattutto al mondo della scuola, ma non solo. Sarà un viaggio tra le fonti documentarie e le antiche testimonianze del nostro passato, alla ricerca delle tracce dirette della storia della nostra città e del nostro territorio. Un percorso che testimonia il felice connubio fra archivi e scuole, tra fonti documentarie e didattica, tra archivisti, insegnanti e studenti che si sono negli anni impegnati nella lettura delle preziose “carte”.

L’iniziativa, giunta alla sua XV edizione, è promossa dalla Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna, dall’Archivio di Stato di Bologna, da Ibc (Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna) e dall’Associazione nazionale archivistica italiana (Anai) Sezione Emilia-Romagna, con il Patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna.

Per consultare il programma dettagliato clicca qui.

 

Un altro mondo

Leonard Bernstein
Leonard Bernstein

Ogni grande lavoro artistico riaccende e riadatta il tempo e lo spazio, e la misura del suo successo è l’estensione per la quale si viene portati a essere abitanti di quel mondo, l’estensione per la quale si viene invitati e si lascia che si respiri la sua strana, speciale aria. (Leonard Bernstein)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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