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Giorno: 10 Maggio 2016

Città del Ragazzo, arriva la festa di fine anno

da: ufficio stampa e comunicazione Camilla Ghedini

Teatro, fotografia e amicizia. Sono i concetti chiave attorno a cui ruota la tradizionale festa di fine anno in programma domani sera (giovedì), alla Città del Ragazzo (Viale Don Calabria, 13) diretta da Giuseppe Sarti. Aperta a tutta la cittadinanza, alla presenza delle autorità cittadine, vedrà un susseguirsi di rappresentazioni teatrali: si partirà con un estratto di 15 minuti di Solo lacrime di gioia, un lavoro complesso realizzato dal Centro Perez, che porterà sul palco, nel ruolo di attori, adulti con disabilità acquisita e volontari. Seguirà un intermezzo con la premiazione del concorso fotografico dedicato all’ Amicizia, rivolto agli studenti della Cdr e gestito dagli Ex Allievi. La terza parte, vedrà altre due esibizioni, a cura del Teatro Cosquillas, dagli emblematici titoli Ti fidi di me? e La scelta di una vita sbagliata. Fulcro della serata è dunque il teatro, che la Città del Ragazzo – vincitrice su questo fronte di progetti europei anche per il recupero scolastico –  utilizza come «potente strumento per costruire piccole comunità – spiega Sarti – in cui le persone possono conoscersi, riconoscersi, fidarsi le une delle altre». Affatto casuale la scelta dei temi, che ogni anno cambiano, tutti tesi a dare risposte di tipo educativo. «Chiunque, prima e indipendentemente dalla professione che svolge e dalla vita che conduce, è una persona con aspirazioni, passioni, talenti che noi, qui, vogliamo valorizzare».  Il programma della serata prevede: ore 19.30, accoglienza; 20, buffet; 21.15, inizio rappresentazioni.

Salute, a Ferrara 3 nuove farmacie: assegnate le prime sedi del concorso straordinario bandito dalla Regione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’avvio dell’attività al massimo entro sei mesi. In totale in Emilia-Romagna ne apriranno 119.

Bologna – Sono state assegnate le prime sedi del concorso straordinario, indetto dalla Regione, per nuove farmacie in Emilia-Romagna. 3, delle prime 119 totali, apriranno a Ferrara al massimo entro sei mesi, termine entro cui i farmacisti devono avviare la nuova attività.

Il provvedimento della Regione, che porta a conclusione gran parte del concorso bandito nel 2013, è stato pubblicato oggi sul Bollettino ufficiale (Burert n. 134). Le restanti 64 sedi, non assegnate perché non accettate dai vincitori del concorso cui sono state proposte, restano disponibili per la fase successiva.

In questi sei mesi i farmacisti dovranno reperire i locali, attrezzarli in modo adeguato, rimuovere le eventuali cause di incompatibilità. La procedura si concluderà con l’autorizzazione da parte del Comune all’apertura. Dopo la scadenza dei sei mesi necessari per avviare l’attività, si proseguirà quindi interpellando i concorrenti che seguono in graduatoria per assegnare le altre sedi disponibili (quelle non ancora assegnate, quelle assegnate ma non aperte in tempo utile, e quelle che si saranno rese disponibili in seguito alle scelte effettuate dai vincitori del concorso).

Al concorso hanno partecipato 5.740 farmacisti con 3.269 domande (sia singole che in forma associata). Tutta la documentazione e gli atti adottati sono disponibili nella pagina dedicata di ER Salute, il sito web del Servizio sanitario regionale: http://salute.regione.emilia-romagna.it. Per ulteriori chiarimenti, si può contattare l’Ufficio relazioni con il pubblico della Regione Emilia-Romagna chiamando il numero 800 662200, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00; il lunedì e il giovedì anche dalle 14.30 alle 16.30, oppure inviando una email a: urp@regione.emilia-romagna.it.

Il concorso era stato indetto in base all’articolo 11 del decreto legge n. 1/2012, convertito in legge (la n. 27/2012, “Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica”). Secondo quanto stabilito dalla normativa, i Comuni hanno individuato le zone in cui istituire le nuove farmacie in base alla popolazione residente, mentre alle Regioni è spettato il compito di bandire il concorso straordinario per attribuire la titolarità delle nuove sedi.

 

Il mercatino del nuovo e dell’usato del Gata presso le grotte del Boldini

da: organizzatoriLocandina Mercatino GATA

Fino al prossimo 14 maggio l’Associazione Amici di tutti gli Animali – G.A.T.A. sarà presente con il mercatino benefico del nuovo e dell’usato presso le Grotte del Boldini, in via Previati 18 a Ferrara, con orario dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Puoi trovare tante idee per i tuoi regali: oggettistica, abiti, bigiotteria, dischi, libri e molto altro ancora.

Il ricavato sarà devoluto per la cura dei gatti delle colonie cittadine. Il gruppo dei volontari si occupa di individuare e gestire le colonie feline nel territorio comunale di Ferrara, assicurando ai mici il cibo e le cure veterinarie. L’associazione si autofinanzia ed è possibile sostenerne le attività con donazioni o offrendo scatolette di cibo nelle ceste ospitate presso negozi e supermercati della nostra città.

Per contatti: tel. 0532.742242 – http://www.gata-ferrara.it

Salute, in Emilia-Romagna apriranno 119 nuove farmacie. Assegnate le prime sedi del concorso straordinario bandito dalla Regione

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’avvio dell’attività al massimo entro sei mesi. In una fase successiva toccherà ad altre 64 sedi.

Bologna – Sono state assegnate le prime sedi del concorso straordinario, indetto dalla Regione, per nuove farmacie in Emilia-Romagna. Si tratta delle prime 119, che apriranno al massimo entro sei mesi, termine entro cui i farmacisti devono avviare la nuova attività. Cinque saranno operative nel territorio di Piacenza, 14 a Parma, 27 a Reggio Emilia, 19 a Modena, 21 a Bologna, 3 a Ferrara, 9 a Forlì-Cesena, 10 a Ravenna, 11 a Rimini.
Il provvedimento della Regione, che porta a conclusione gran parte del concorso bandito nel 2013, è stato pubblicato oggi sul Bollettino ufficiale (Burert n. 134). Le restanti 64 sedi, non assegnate perché non accettate dai vincitori del concorso cui sono state proposte, restano disponibili per la fase successiva.

In questi sei mesi i farmacisti dovranno reperire i locali, attrezzarli in modo adeguato, rimuovere le eventuali cause di incompatibilità. La procedura si concluderà con l’autorizzazione da parte del Comune all’apertura. Dopo la scadenza dei sei mesi necessari per avviare l’attività, si proseguirà quindi interpellando i concorrenti che seguono in graduatoria per assegnare le altre sedi disponibili (quelle non ancora assegnate, quelle assegnate ma non aperte in tempo utile, e quelle che si saranno rese disponibili in seguito alle scelte effettuate dai vincitori del concorso).

Al concorso hanno partecipato 5.740 farmacisti con 3.269 domande (sia singole che in forma associata). Tutta la documentazione e gli atti adottati sono disponibili nella pagina dedicata di ER Salute, il sito web del Servizio sanitario regionale: http://salute.regione.emilia-romagna.it. Per ulteriori chiarimenti, si può contattare l’Ufficio relazioni con il pubblico della Regione Emilia-Romagna chiamando il numero 800 662200, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00; il lunedì e il giovedì anche dalle 14.30 alle 16.30, oppure inviando una email a: urp@regione.emilia-romagna.it.

Il concorso era stato indetto in base all’articolo 11 del decreto legge n. 1/2012, convertito in legge (la n. 27/2012, “Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica”). Secondo quanto stabilito dalla normativa, i Comuni hanno individuato le zone in cui istituire le nuove farmacie in base alla popolazione residente, mentre alle Regioni è spettato il compito di bandire il concorso straordinario per attribuire la titolarità delle nuove sedi.

Ravenna ha ospitato il premio nobel per la Medicina Mario Capecchi

da: ufficio stampa Alberto Mazzotti

Oggi in visita a Ravenna il professor Mario Capecchi, premio Nobel per la medicina 2007.

Un grande personaggio della ricerca mondiale è stato oggi in visita a Ravenna. Nella giornata odierna Mario Capecchi, premio Nobel 2007 per la medicina, veronese di nascita ma statunitense di adozione fin da bambino, ha scelto di trascorrere alcune ore a Ravenna mentre stava svolgendo una serie di lezioni accademiche in collaborazione con l’Università di Bologna.

La possibilità di soddisfare il desiderio del professore, accompagnato a Ravenna da un gruppo di colleghi iraniani e da alcuni giovani studenti sardi, è stata soddisfatta grazie all’impegno organizzativo della cooperativa Eta Beta e al sostegno di Unipol, cooperativa Zerocento, Comune di Ravenna e Lega delle Cooperative. Capecchi è stato ospite a pranzo ai “Passatelli” di Via Ponte Marino – alla presenza di diverse personalità cittadine, fra cui il direttore generale del Comune, Carlo Boattini – e quindi ha visitato i principali monumenti cittadini.

“Sono contento di essere ospite di una città così bella e accogliente, che non avevo mai avuto modo di visitare. Era un mio sogno, spero di poter tornare presto”, ha detto Capecchi visibilmente soddisfatto.

Nato nel 1937 a Verona, Capecchi si trasferì negli Stati Uniti subito dopo la fine della guerra seguendo la madre, un’artista statunitense che era stata deportata a Dachau come prigioniera politica. Laureato in Chimica e Fisica, ha insegnato prima ad Harvard e poi, dal 1973, alla Università dello Utah, stabilendosi definitivamente a Salt Lake City. Nel 2007, assieme a due colleghi, è stato insignito del Nobel per la medicina grazie agli studi di genetica su tecniche cosiddette di “gene targeting”, messe a punto attraverso l’utilizzo di cellule staminali embrionali: una tecnica che sta contribuendo in modo significativo allo studio di molte malattie come il cancro, oltre che allo studio dei processi di embriogenesi, ed alle discipline dell’immunologia e della neurobiologia.

 

Venerdì 13 maggio Anthony Strong in concerto per il Ravenna Jazz 2016

da: ufficio stampa Ravenna Jazz

Si avvicina al termine l’edizione 2016 di Ravenna Jazz. In attesa del concerto conclusivo al Teatro Alighieri (sabato 14 maggio con Michel Camilo), la kermesse jazzistica ravennate va in scena con un ultimo appuntamento della sezione “Ravenna 43° Jazz Club”: venerdì 13 maggio al Teatro Socjale di Piangipane con il cantante-pianista britannico Anthony Strong (inizio alle ore 21:30). Il suo “On a Clear Day” è un gioioso cortocircuito tra le canzoni jazz ‘di una volta’ e la fragrante modernità degli arrangiamenti, eseguiti assieme ad Alam Nathoo (sax tenore), Spencer Brown (contrabbasso) e Dave Ohm (batteria). Biglietti: posto unico 10 euro (tessera Arci obbligatoria: euro 5).
Il cantautorato iconoclasta del pianista e vocalist Giacomo Toni terrà banco al Cabiria wine bar dalle ore 18:30 (ingresso gratuito) per l’immancabile concerto Aperitif pomeridiano.
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con la partecipazione della SIAE.

L’inglese Anthony Strong (nato a Croydon nel 1984) ha studiato pianoforte classico alla Royal Academy of Music e pianoforte jazz alla Guildhall School of Music di Londra mentre parallelamente già veniva chiamato a suonare da gente come Michael Bolton e Kyle Eastwood, iniziando ad apparire con frequenza sulle reti televisive inglesi. Ha fatto anche pratica di musical nel West End londinese, nel ruolo di Jerry Lee Lewis in Million Dollar Quartet. Rod Stewart, che da campione del rock inglese è pur sempre un grande estimatore di jazz, per questo ruolo lo ha personalmente complimentato con un pittoresco “Fucking amazing!”. Fu proprio questa esperienza teatrale a far prendere alla sua carriera, partita dai più prestigiosi studi classici, l’indirizzo che ora sappiamo.
Da alcuni anni Strong ha una sua band, tutta made in England, con la quale ha iniziato a farsi sentire anche sul continente. Il suo primo album, Guaranteed! (2009), consisteva prevalentemente di canzoni originali e fu ampiamente sostenuto dalle radio britanniche. Il secondo disco, l’EP Delovely, segna invece il passaggio agli standard, mentre col terzo album (Stepping Out, 2013) Strong inizia la conquista di nuovi territori: già star in patria, diventa un beniamino anche del pubblico francese.
On a Clear Day (2015) è il suo più recente lavoro: le canzoni sono quelle di una volta, e come tali immancabilmente affascinanti, tra standard, Stevie Wonder e i tesori della Motown, ma la veste ritmica è di una modernità fresca e coinvolgente. Lo swing si trasforma in un dinamico ritmo urbano dalla contagiosa energia.

Giacomo Toni è un’anima punk incastonata nelle vesti di un cantautore. Le storie che mette in musica saltano qua e là sui tasti del pianoforte e scivolano lentamente, come sigarette spente sull’asfalto alle cinque del mattino, come bicchieri di vino bevuti in solitudine al bancone di un bar. I suoi concerti offrono capolavori comici, ballate splendide e malinconiche: ogni canzone è un tornado di riferimenti musicali disparati, dalla scuola genovese al jazz sperimentale. Giacomo Toni è il leader della ‘900 Band: tre dischi all’attivo e diversi riconoscimenti ottenuti, tra cui il premio Nuova Musica Italiana 2007 e il premio Augusto Daolio 2006 per il miglior testo. Nel giugno 2012 entra ufficialmente a far parte dell’etichetta MArteLabel e pochi mesi dopo vince il Festival Mondiale della Canzone Funebre. Il suo disco più recente, Musica per autoambulanze, lo conferma come cantautore iconoclasta, ironico, romantico e cinico al contempo.

Informazioni
Jazz Network, tel. 0544 405666, fax 0544 405656
e-mail: ejn@ejn.it
website: www.ravennajazz.org

Prezzi
Teatro Socjale di Piangipane: prezzo unico € 10 (tessera Arci obbligatoria: € 5).

Indirizzi e Prevendite
Teatro Socjale di Piangipane: Via Piangipane 153, Piangipane: biglietteria serale dalle ore 19:30;
informazioni e prenotazioni telefoniche: tel. 0544 405666 (lun-ven ore 9-13), ejn@ejn.it;
biglietteria on-line: www.crossroads-it.org, www.teatrosocjale.it
(si potranno degustare i mitici cappelletti del Socjale!: prenotazione a inizio concerto).
Cabiria wine bar, Via Mordani 8, tel. 0544 35060, info@cabiriaravenna.it

Per la prima volta arriva al Cibus il tutor delle carni Italiane

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Cibus: domani 11 maggio alle ore 10.00 presso le Fiere di Parma – padiglione 7 stand 063.

Insegna a riconoscere i tagli per risparmiare e mangiare meglio.

Per la prima volta, arriva al Cibus di Parma il tutor delle carni italiane, una nuova figura promossa da Coldiretti per aiutare i consumatori a conoscere, scegliere i pezzi più adatti in cucina, valorizzare le parti a basso costo e consigliare su dove fare acquisti di qualità direttamente dagli allevatori.

Il Tutor delle carni italiane debutterà a Cibus domani, mercoledì 11 maggio, alle ore 10.00 presso lo stand 63 di Coldiretti, al padiglione 7, con una lezione su come scegliere i tagli di carne che consentono di risparmiare senza rinunciare alla qualità. Il tutor, Michele Fogliati dell’azienda agricola An.fo.ra, concluderà la lezione con un cooking show a base di carne bovina.

Sempre domani proseguirà l’asta del Parmigiano Reggiano dell’azienda Bonat il cui ricavato sarà destinato in beneficenza per sostenere nelle aree più povere del mondo 38 interventi di agricoltura familiare a favore di 114.248 famiglie di contadini promossi da Focsiv, la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario.

L’attività di Coldiretti a Cibus 2016 può essere seguita su facebook all’indirizzo https://www.facebook.com/coldirERcibus

“Chiedo asilo”: un incontro per i genitori del Nido Comunale di Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchiovolantino invito incontro chiedo asilo_01

Anche quest’anno presso il Nido Comunale d’Infanzia “Il Giglio” avrà luogo “Chiedo asilo”, un’iniziativa che si ripete ormai da diversi anni e che questa volta sarà rivolta in particolare ai genitori dei bambini che si apprestano ad entrare nei servizi educativi del Comune di Comacchio il prossimo a.s. 2016/17, sia presso “Il Giglio” che presso lo Spazio Bambini “La Gabbianella”.

Quasi come una prima assemblea dei genitori, l’incontro sarà una prima occasione di contatto utile ad attivare la conoscenza, lo scambio di informazioni e un prolifico percorso di confronto che possa far fronte ai dubbi, alle domande, alle paure dei genitori e all’idea che quest’ultimi hanno rispetto ai servizi educativi in cui inseriranno i propri bambini.

All’incontro, infatti, sono invitati non solo gli “addetti ai lavori”, ovvero le educatrici e le coordinatrici pedagogiche, e i genitori che si accingono a fare per la prima volta questa esperienza, ma anche quelli che questa esperienza la stanno già facendo o si accingono a terminarla perché i propri bambini passeranno alla scuola dell’infanzia. Questi genitori “senjor”, infatti, raccontando la propria esperienza, potranno essere di supporto ai genitori “junior” e mitigare le eventuali ansie legate al dover affidare i propri figli al personale educativo, che oggi non conoscono, ma col il quale dovranno instaurare un rapporto di fiducia.

Ad intervenire sarà, inoltre, anche una rappresentanza delle insegnanti delle scuole dell’infanzia sia statali che paritarie del territorio comunale, del nido “Il giglio” e dello Spazio “La Gabbianella” e le coordinatrici pedagogiche, la Dott.ssa Patrizia Buzzi del Comune e la Dott.ssa Agnese Malpeli della cooperativa sociale Girogirotondo.

L’appuntamento con “Chiedo asilo” è, dunque, per mercoledì 11 maggio alle ore 17 in Via Fattibello, 8 a Comacchio. Per informazioni: 0533/318702 – pubblicaistruzione@comune.comacchio.fe.it.

Stampi Group, avviate procedure per la liquidazione, ma è in arrivo un acquirente interessato a tutto il gruppo

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Oggi incontro in Regione per la vertenza dello stabilimento di Monghidoro. Per la Regione l’obiettivo è assicurare produzione e occupazione.

Bologna – Stampi Group in liquidazione, ma è in arrivo un acquirente interessato a rilevare tutto il gruppo.
È questo, in sintesi, quanto è emerso dal confronto che si è tenuto oggi in Regione sulla vertenza della Stampi Group Srl di Monghidoro (Bo), azienda attiva nello stampaggio di materie plastiche che occupa 84 lavoratori.
Alla riunione hanno partecipato, oltre ad un rappresentante della Giunta regionale, il Comune di Monghidoro, la Città Metropolitana di Bologna, i rappresentanti dell’azienda, Unindustria Bologna nonché le organizzazioni sindacali Fim-Cisl e Fiom-Cgil di Bologna.
L’azienda ha comunicato che la scorsa settimana è avvenuta la messa in liquidazione del gruppo, ed ha informato che sono in corso contatti per garantire una concreta prospettiva di continuità del sito produttivo di Monghidoro. L’acquirente interessato ha confermato di voler  garantire la continuità aziendale, manifestando anche interesse per l’intero gruppo e si è dichiarato, da subito, interessato a sviluppare rapidamente tutti gli approfondimenti necessari. Il possibile acquirente si è anche impegnato a presentare il piano industriale ed avviare il confronto con le organizzazioni sindacali, che  puntano a definire una soluzione in tempi rapidi che consenta sia di mantenere la continuità aziendale del gruppo, sia salvaguardare l’occupazione.
La Regione riconvocherà  le parti per gli opportuni aggiornamenti, auspicando di chiudere rapidamente, e positivamente, la vicenda relativa all’azienda di Monghidoro.

Cooperazione, il presidente Bonaccini sigla un’ampia intesa con la Regione polacca della Wielkopolska

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’incontro con la delegazione a Parma, in occasione di Cibus 2016 e del World Food Research and Innovation Forum.

Bologna – Un’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Voivodato della Wielkopolska, per sviluppare e approfondire la collaborazione in più settori: scambi giovanili, istruzione, cultura, commercio, sport, protezione della natura, innovazione e sviluppo tecnologico. E’ stata siglata oggi a Parma, all’Auditorium Paganini, da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Krzysztof Grabowski e Marzena Wodzinska, rispettivamente vicepresidente e membro della Giunta della Wielkopolska. Tutto questo durante la visita di una delegazione della Commissione agricoltura della Regione polacca in Emilia-Romagna, in occasione di Cibus 2016 e del World Food Research and Innovation Forum.

Sono ormai dieci anni che l’Emilia-Romagna collabora con la Wielkopolska: il primo accordo risale infatti al 2006, a Poznan. Negli anni, si sono sviluppati progetti che hanno coinvolto le due Regioni sulle tematiche della scuola, della sanità, dell’economia, della ricerca e sviluppo, dell’educazione alla pace, dei trasporti e della logistica, dei fondi strutturali. Nell’ambito della collaborazione promossa come partner della sede comune a Bruxelles sono state sviluppate iniziative in materia di politica regionale, ricerca e innovazione, mercato unico, agricoltura e presidenza di turno dell’UE. L’intesa appena siglata va nella relazione di un ulteriore rafforzamento della relazione tra le due Regioni, e si basa sullo scambio di esperienze e sulla realizzazione di nuovi progetti comuni.

Giovedì 12 maggio presso l’agriturismo Principessa Pio di Ferrara si svolgerà il convegno “La Tavola Italiana. Le sensazioni del gusto”

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Approda a Ferrara, tappa unica in Emilia Romagna il convegno “La Tavola Italiana. Le sensazioni del gusto”, il 12 maggio presso l’agriturismo Principessa Pio di Ferrara (in via Vigne 38 dalle ore 17,00). Arte, cultura, saperi e sapori, tradizioni si intrecciano in un quadro unico ed esclusivo che si terrà nella città degli Estensi, essenza stessa del Rinascimento italiano. Ai partecipanti verrà dunque offerta una sapiente selezioni delle eccellenze enogastronomiche di queste terre grazie alla partnership con realtà che storicamente si muovono per la salvaguardia e la promo valorizzazione di tutto quanto è sulla ed intorno alla Tavola nel senso più ampio del termine: Ascom Confcommercio, Confagricoltura e La Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara.
Oggi (10 maggio) al ristorante Lemòkò (all’interno dello storico palazzo Spisani) sono state presentate alla stampa le linee guida dell’appuntamento di giovedì prossimo: è Stefano Goracci coordinatore scientifico e fondatore dell’associazione La Tavola Italiana ad anticipare le linee guida dell’appuntamento: “Questo convegno rappresenta l’occasione per presentare i progetti artistici, culturali, imprenditoriali e multimediali che l’associazione ha avviato in occasione di EXPO 2015. L’idea è quella di invitare gli ospiti, che giungono in Italia da varie parti del pianeta, a riscoprire i sapori genuini di una volta e le tradizioni culturali e artistiche di cui è ricca l’Italia. In questa occasione in particolare vogliamo valorizzare la qualità indiscussa delle aziende dell’area ferrarese che rappresentano un importante patrimonio per la promozione dei prodotti agroalimentari italiani a Milano, dove ha sede la nostra associazione”.
“In questo territorio – anticipa Davide Urban direttore generale di Ascom Ferrara – il circolo virtuoso ed integrato gusto, tradizioni, arte, capacità manuali raggiunge forse la sua massima espressione, tanto che ci hanno indotto a creare un apposita Accademia del Gusto. In questo nostro 70° di fondazione, l’enogastronomia è motivo “ricchezza” turistica: un patrimonio che si tramanda di generazione in generazione (basti pensare alle origini rinascimentali del Pane di Ferrara che abbiamo presentato con altre eccellenze all’Expo di Milano) ed è una delle armi migliori per conquistare un turista che sempre più vuole essere coinvolto con tutti cinque i sensi nella realtà che andrà a visitare trattenendolo su Ferrara e provincia”. Un lavoro di promo valorizzazione agricolo, commerciale e produttivo che ha coinvolto in questo progetto oltre una ventina di produttori prestigiosi: al fianco dell’Associazione di categoria di via Baruffaldi, è da sempre Confagricoltura Ferrara, presente in conferenza con il suo direttore Paolo Cavalcoli:“Penso che non si potesse scegliere posto più suggestivo per svolgere questo evento Principessa Pio è un luogo meraviglioso di una delle poche testimonianze di quell’ agricoltura urbana che caratterizzava le città medioevali e che ha superato indenne i secoli, la giusta cornice per altrettante meraviglie che sono rappresentate dai prodotti tipici locali, un modo nuovo e suggestivo per promuovere le eccellenze del nostro territorio”. Una partnership a più mani che vede coinvolta anche: “La Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara – commenta il presidente Sante Bandini – che è lieta di collaborare con realtà che valorizzano le produzioni locali e si augura che questo sia solo il primo di una serie di appuntamenti con l’associazione La tavola Italiana” proseguendo così un percorso concreto ed innovativo che possa valorizzare l’integrazione tra Agricoltura, Alimentazione, Ambiente, Arte ed Artigianato.

La Tavola Italiana (http://www.latavolaitaliana.org/it/) in qualità di associazione non profit raccoglie aziende d’eccellenza della filiera alimentare italiana, ha come obiettivo quello di favorire nei suoi sostenitori un nuovo modo di intendere la tavola italiana, sviluppando la consapevolezza degli aspetti culturali, artistici, ambientali, artigianali, agroalimentari e salutistici degli alimenti così come di valorizzare fortemente il binomio vincente, cibo e sana alimentazione.

Nuovo Codice degli appalti e opportunità per le piccole e medie imprese

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Giovedì 12 maggio convegno Cna con la presenza del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani.

Ferrara – ”Nuovo Codice appalti: cosa cambia. Opportunità per le piccole e medie imprese”, è il tema del convegno, promosso da Cna Costruzioni, che si svolgerà giovedì 12 maggio, a Ferrara, presso la Sede provinciale della Cna (via Caldirolo, 84). Relatore il presidente provinciale di Cna Costruzioni, Riccardo Roccati, al quale seguiranno Lorenzo Minganti, esperto in diritto amministrativo e lavori pubblici, Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara e presidente della Provincia, Rinaldo Incerpi, presidente nazionale Cna Costruzioni. Coordina i lavori Alberto Minarelli, presidente provinciale Cna.

L’iniziativa cercherà di approfondire le novità contenute nel nuovo codice degli appalti, varato dal Governo lo scorso 15 aprile, soprattutto sotto il profilo delle opportunità per le piccole e medie imprese, in linea con le nuove direttive europee in materia di opere pubbliche.

Fra gli aspetti della nuova normativa ritenuti positivi da Cna, che saranno valutati nel dettaglio al convegno, l’obbligo di frazionare i grandi appalti in lotti funzionali, rendendoli così più accessibili alle piccole e medie imprese; le maggiori garanzie sui pagamenti, per le attività che operano in subappalto, che riceveranno direttamente dall’ente titolare dell’appalto; la possibilità, per le opere fino a un milione di euro, di organizzare gare a invito, con un numero crescente di imprese invitate a seconda dell’ammontare della gara.  Ad avviso della Cna, è ora indispensabile che amministrazioni locali e dirigenti pubblici delle stazioni appaltanti accolgano queste novità, valutando l’accesso delle pmi come un opportunità e non un problema, nel rispetto delle norme.

Giovedì 12 maggio l’esplosiva creatività di Hobby Horse chiude l’edizione primaverile di Downtown Tower

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Giovedì 12 maggio – Clandestino, via Ragno 50 Ferrara – Ore 21.30
Downtown Tower Spring Edition

Hobby Horse + Jam Session

Dan Kinzelman, fiati, elettronica e voce;
Joe Rehmer, contrabbasso, elettronica e voce;
Stefano Tamborrino, batteria, percussioni, elettronica e voce

È con l’esplosiva creatività di Hobby Horse che, giovedì 12 maggio, il Clandestino di via Ragno chiude in bellezza l’edizione primaverile di Downtown Tower realizzata in collaborazione con Jazz Club Ferrara. La band, formata da Dan Kinzelman, Joe Rehmer e Stefano Tamborrino, presenterà “Rocketdine”, nuovo lavoro edito da Parco della Musica Records. Segue il concerto l’infuocata jam session.

È con l’esplosiva creatività di Hobby Horse che, giovedì 12 maggio ore 21.30, il Clandestino di via Ragno chiude in bellezza l’edizione primaverile di Downtown Tower realizzata in collaborazione con Jazz Club Ferrara.

La band, formata da Dan Kinzelman (fiati, elettronica e voce), Joe Rehmer (contrabbasso, elettronica e voce e Stefano Tamborrino (batteria, percussioni, elettronica e voce), presenterà “Rocketdine”, nuovo lavoro edito da Parco della Musica Records.

Incrocio coinvolgente tra improvvisazioni ipnotiche e dirompente dinamicità̀, la musica di Hobby Horse varca i confini di genere con influenze free jazz, ambient, rock e sprazzi di musica elettronica. Il repertorio proposto consiste principalmente in pezzi originali, composti appositamente per la formazione, con l’aggiunta di brani tratti da Tom Waits, Robert Wyatt e Thelonius Monk.

Mescolando un senso melodico delicato e sottile, dinamiche propulsive ed un interplay pressoché telepatico, Hobby Horse ha sviluppato un suono profondamente originale, frutto di un percorso di ricerca intrapreso già dalle prime performance del 2010. Dopo “Eponymous” (Parco della Musica Records, 2013) e “Lives”, raccolta uscita nel 2015 in allegato a Musica Jazz, è tempo di “Rocketdine”, un disco potente, che pur stupendo per la sua sua carica innovativa non tradisce le aspettative di pubblico e critica. Tenebrose atmosfere elettroniche, vamp evocativi e violente esplosioni di energia vengono unite, attraverso una sottile corrente di lirismo, a delicate parentesi narrative che più si avvicinano alla musica da camera. Composizione e improvvisazione si dispiegano in direzioni imprevedibili ma consequenziali, eliminando quasi del tutto l’assolo tradizionale in favore di un dialogo ricco e profondo in cui le scelte timbriche, dinamiche, melodiche e armoniche assumono un ruolo di pari importanza. Il risultato è un’esperienza di ascolto sorprendente e affascinante, difficile da categorizzare.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30) e 0532 767101

DOVE
Clandestino, via Ragno 50 – Ferrara

COSTI E ORARI
Ingresso libero

Concerto 21.30
Jam session 23.00

Under 20 Elite: esordio vincente alle Finali Nazionali

da: ufficio stampa Vis 2008

Si è aperta ieri a Vicenza la Finale Nazionale Under 20 Elite la Finale Nazionale U20 Elite che si giocherà appunto a Vicenza ed a Creazzo dal 9 al 15 maggio. Alla Finale Nazionale Under 20 Elite partecipano 16 squadre, suddivise in quattro gruppi. Il programma prevede da lunedì 9 a mercoledì 11 una fase con gironi all’italiana con gare di sola andata. Le squadre vincitrici dei quattro raggruppamenti saranno ammesse direttamente ai quarti, mentre le seconde e le terze classificate disputeranno gli spareggi. Sabato 14 sarà la volta delle semifinali, mentre domenica 15 riflettori puntati sulla finalissima per il tricolore. I ragazzi della categoria Under 20 Elite di Vis 2008, con le insegne VITALDENT-CARICENTO, sono la prima formazione ferrarese della storia del basket a partecipare a questa prestigiosa finale nazionale maschile. I vissini, inseriti nel girone C, hanno affrontato, nella prima giornata, la forte compagine di Amatori Pescara e, dopo una partita combattuta sino all’ultima palla, hanno strappato il foglio rosa, sconfiggendo gli avversari con il risultato finale di 58 a 51. Un esordio con alloro quindi per i ragazzi di Franchella, Spettoli e Campi. Prossimo impegno martedì 10, alle ore 16:00 presso il Palazzetto dello Sport di Via Goldoni 32, Vicenza.

Legambiente su Rapporto Pesticidi Ispra

Ufficio stampa del circolo Legambiente “Delta del Po”

il giorno 21 Aprile 2016 si è svolto a Comacchio un convegno sulla “qualità delle acque di balneazione”. Organizzato dall’amministrazione comunale con la partecipazione di CADF e di ARPAE E.R. i quali hanno presentato gli studi dal 2013 ad oggi. Studi richiesti dopo la sospensione della balneazione, in alcune aree della costa Comacchiese, per il superamento degli inquinanti di origine animale o umana.
Il CADF ha relazionato sull’intervento che le competeva: il controllo dei flussi di acqua fognaria in uscita e la messa sotto controllo degli sfiori che entrano in funzione in caso di forti piogge. Ha messo in evidenza l’attenzione e la ricerca per arrivare a mettere sotto controllo, con diversi strumenti, l’emissione forzata di acqua fognaria contenente inquinanti .
Il dott. Alessandro Gallina ha illustrato un modello per capire il movimento concatenato dell’acqua e le ingressioni di agenti inquinanti. Il dott. Andrea Valentini ha illustrato un modello oceanografico per verificare l’evoluzione dei parametri di balneazione tenendo conto dei complessi fattori del mare.
Il circolo Legambiente “Delta del Po” non ha mancato a presentare i complimenti per l’attenzione dimostrata e prende atto che L’amministrazione Comunale e gli enti coinvolti hanno affrontato seriamente la necessità di ridurre gli inquinanti nelle acque del Canale Navigabile e nel mare lungo la costa.
Quello che preoccupa Legambiente è stato la non partecipazione dei consorzi di bonifica che hanno in gestione le acque nel territorio alle spalle della costa Comacchiese.
Era risaputo che le acque provenienti dalle aree agricole veicolavano diversi tipi di inquinanti . Il dilavamento dei terreni agricoli portano alle idrovore acque più o meno inquinate.
La Pubblicazione dell’inchiesta prodotta da ISPRA evidenzia ancora di più la necessità che anche i Consorzi di Bonifica si siedano al tavolo convocato dal Sindaco di Comacchio ed affrontino il problema delle acque inquinate in uscita dalle idrovore di loro competenza.
I Consorzi di Bonifica Ferrarese e Renana hanno uomini capaci e tecnologie da mettere al servizio dell’ambiente.
L’ambiente è quello che usufruisce l’agricoltore ed i suoi familiari quando trascorrono i momenti di riposo sulla costa. L’ambiente è quello che l’agricoltore respira nei propri poderi quando utilizza concimi o pesticidi . L’ambiente è quello che non c’è più quando l’agricoltore si ammala ( vedasi le notevoli probabilità di malattie dovute alla coltivazione con pesticidi e concimi ). L’ambiente è quello che non c’è più quando un cittadino si ammala dovuto al nutrirsi di frutta o prodotti alimentari freschi contenenti residui di concimi o pesticidi.
Chiediamo al Sindaco di Comacchio di aumentare gli sforzi per portare al tavolo di discussione anche i Consorzi di Bonifica Ferrarese e Renana , ai quali chiediamo lo stesso impegno e serietà profuso nel tempo per mantenere queste terre strappate alla malaria e poste in sicurezza idraulica . Siamo certi che anche i consorzi di Bonifica implementeranno la messa in sicurezza ambientale le aree vallive e la costa, territori che esprimono per tutti un grande valore ambientale.

Settima edizione dell’International Week per Smiling International School

da: organizzatori
E’ dedicata al mistero la tradizionale International Week organizzata da Smiling School, la scuola di Ferrara che dal 1997 promuove formazione bilingue e cultura internazionale. L’iniziativa si svolge tra il 9 e il 13 maggio e coinvolge tutte le classi, dai piccoli della materna ai ragazzi del Liceo. Durante la settimana gli studenti partecipano ad attività e lezioni che hanno come filo conduttore il mistero, declinato in tutte le sue sfaccettature: dal mostro di Lockness al ritrovamento dell’Uomo di Similaun, dalle piramidi egiziane alle linee di Nazca, dai segreti del medioevo agli enigmi dell’età vittoriana. Ogni classe approfondirà il proprio argomento con laboratori interdisciplinari e progetti interclasse. A conclusione di questa settimana densa di impegni, ​v​enerdì 13 maggio nell’istituto di Via Roversella ci sarà il World Book Day. Una grande festa dove oltre a uno Smiling Market con i prodotto creati dalle classi sarà possibile ammirare anche 36 quadri della pittrice Irene Campominosi, opere che saranno battute all’asta nel pomeriggio. “I nostri studenti partecipano ogni anno entusiasti alle varie iniziative che organizziamo – spiega la preside, Caterina Azzini – Inoltre i nostri studenti di primaria e secondaria hanno creato moltissimi disegni per la Logo Competition, una gara per la selezione del logo che meglio rappresentasse il titolo di questa edizione, intitolata “The Amazing Unknown / Il Fascino del Mistero”.
Locandina International Week Smiling School

 

Costituzione di un Comitato per il Sì

da: Mario Zamorani – Coordinatore di Pluralismo e Dissenso

1. Dopo Locke, Montesquieu contribuì in modo decisivo alla elaborazione della teoria dello Stato liberale democratico, in particolare indicando la necessità del bilanciamento (e non solo meccanica separazione) dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Dallo Spirito delle leggi: “Non vi è libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo e da quello esecutivo. Se esso fosse unito al potere legislativo, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario, poiché il giudice sarebbe al tempo stesso legislatore. Se fosse unito con il potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore”.

2. Credo che nessuno possa contestare il fatto che la riforma costituzionale per cui si voterà in autunno rappresenti il principale passaggio politico nazionale degli ultimi anni. Antonio Polito sostiene: “Però la grandissimamaggioranza degli elettori non decideranno in base a questi ragionamenti – in precedenza espressi dallo stesso Polito – … Gli italiani faranno una scelta politica. E quando dico politica non mi riferisco a quelli che voteranno per partito preso, a prescindere, per colpire il governo o per sostenerlo. Quella è una minoranza di politicizzati. Tutti gli altri dovranno decidere se approvano il tentativo di Matteo Renzi di rendere più facile il comando del leader; di dar vita … a un governo con pochi lacci e lacciuoli. Oppure se temono questo progetto …”.

3. A mio giudizio se alcuni magistrati non si limiteranno ad esprimere le loro opinioni su questo argomento ma faranno campagna politica sul merito (a favore o contro la riforma) entreranno pesantemente, pericolosamente e gravemente in una sfera di potere che non è la loro. A maggior ragione se lo faranno persone conosciute e riconoscibili per il ruolo più o meno importante che esercitano. A parti rovesciate quante e quanto rumorose critiche opportune si svilupperebbero se avvenisse il contrario?

4. Rino Formica, intervistato nei giorni scorsi da Fabrizio Roncone che incalzava dicendo: “Il garantismo non è mai inutile”, precisava: “In Italia, purtroppo, sì. Perché la politica ha da tempo perso la partita con la magistratura. Vogliamo ricordare le parole pronunciate pochi giorni fa da Piercamillo Davigo, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati?”. E Roncone: “Più o meno, ha detto: I politici continuano a rubare e senza vergognarsi nemmeno un po’”. Formica: “Davigo parla come un Ayatollah. Dico: secondo la Costituzione il magistrato deve rispondere solo alla legge e la legge non può essere soggetta a interpretazioni. Farlo significa appunto comportarsi da leader religioso. … I giudici da vent’anni, e ogni anno di più, si sentono investiti di un ruolo preciso: pensano di essere i guardiani dell’onestà. Così quando Davigo, ragionando da Ayatollah, dice di essere convinto che il sistema politico è un sistema criminale, come quello mafioso o quello terroristico, che infetta e mina il Paese, io non escludo che per bonificarlo pensi anche di doverne assumere il controllo”. Forse le parole di Formica sono frutto di forzature ma certo fanno riflettere.

5. Come fanno riflettere alcune parole di Claudio Cerasa a proposito del Movimento 5 stelle: “voleva essere portavoce del popolo e si è affermato invece come portavoce delle procure”. Alcuni sondaggi elettorali testimoniano la possibilità che questo partito arrivi a governare il Paese.

6. Nei prossimi giorni con amici e compagni costituirò un Comitato per il sì al referendum costituzionale che si chiamerà: “Sì, cambiare. Ferrara laica, liberale, radicale”.

Cibus: vitigni dell’Emilia Romagna salvati rappresentano il 10% delle superfici di viti

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Dall’uva “Fogarina” al “Famoso”, la mostra di Coldiretti a Parma.

Più del 10 per cento dei 50 mila ettari di vigne dell’Emilia Romagna sono ormai coltivate con vini ottenuti da vitigni che hanno rischiato di sparire e che oggi rappresentano una percentuale di circa l’8 per cento dei sei milioni di ettolitri di vino prodotti in Emilia Romagna . È la stima di Coldiretti Emilia Romagna che ha realizzato a Cibus, salone internazionale dell’Alimentazione di Parma, una “cantina dei vini salvati dall’oblio”. Si tratta di vitigni autoctoni, che a causa delle poca produttività o della difficoltà di coltivazione e vinificazione hanno rischiato di sparire dai vigneti dell’Emilia Romagna. Negli ultimi vent’anni, grazie alla passione dei viticoltori e all’attività di ricercatori, questi vitigni sono stati recuperati e salvati – afferma Coldiretti – anche grazie all’attenzione delle istituzioni verso la salvaguardia della biodiversità e alla ricerca da parte dei consumatori di prodotti del territorio, anche a sostegno all’economia locale, come dimostra il fatto che le bottiglie più richieste sono quelle prodotte a livello regionale.

I nomi di questi vini – informa Coldiretti – vanno da quelli più famosi a quelli sconosciuti restati nella memoria di pochi. Sicuramente conosciuta è l’uva Fogarina, anche se digitando il suo nome su Google, tra le prime risposte otterrete “canzone popolare italiana” o “italian song”, in realtà si tratta di un vino che è stato molto importante per la bassa pianura reggiana dove negli anni Venti del secolo scorso venivano prodotti 50 mila quintali di uva. Ha rischiato di sparire nel dopoguerra, ma per fortuna è stato recuperato all’inizio degli anni Novanta, anche perché il grande esperto di vini, Luigi Veronelli affermava che vinificato in maniera adeguata poteva dare risultati pari a quelli dei grandi vini Toscani.

In Terra di Romagna l’emblema dei vini salvati è l’uva Longanesi, un vitigno forte e resistente – ricorda Coldiretti – che ha attraversato tutto il secolo scorso prima di uscire dall’anonimato ed essere iscritto al registro nazionale delle varietà di vite. Recuperato nel 1913 da una vite collocata in un appostamento di caccia in un’azienda di Bagnacavallo, ha preso il nome dalla famiglia che l’aveva scoperto: i Longanesi, detti Bursôn. Come il precedente, anche il Sauvignon Rosso (nessuna parentela con l’omonimo bianco) ha preso il nome di Centesimino dal soprannome di Pietro Pianori, il primo che lo reimpiantò dopo la sua riscoperta nel cortile di un Palazzo a Faenza, le cui mura lo avevano protetto dalla Fillossera.

Ampiamente conosciuti sono anche il romagnolo Pagadebit, giunto in Romagna ai tempi dei Bizantini, famoso perché “aiutava a pagare i debiti”, e il bolognese Pignoletto, un tempo confuso con Pinot Bianco e Riesling italico, mentre l’analisi del Dna ha rivelato caratteri genetici sostanzialmente identici al Grechetto Gentile che sulle colline bolognesi ha trovato il suo habitat ideale, e il piacentino Ortrugo, vitigno che sembrava scomparso e poi ritrovato all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso.

Meno conosciuto, nonostante il nome, è il romagnolo “Famoso”, derivato da un’uva bianca che dopo anni di abbandono è stato riscoperto in Romagna e riportato in produzione, insieme all’uva del Tundé, un’uva a bacca rossa che, forse per sistemi di coltivazione errati che portava a basse rese, ha rischiato di sparire ed è stata oggi recuperata e valorizzata, grazie all’impegno di un gruppo di agricoltori. Alla storia di questi vini romagnoli si può paragonare la storia del vitigno dell’uva Termarina, uno dei più antichi vitigni censiti nella zona di Parma e Reggio recuperato da antichi ceppi autoctoni e rilanciato nel 2007 con l’iscrizione al registro nazionale delle varietà di vite.

Molto antichi sono, in provincia di Reggio Emilia, il vitigno dell’Uva Spergola che viene fatto risalire all’inizio degli anni Mille, ai tempi di Matilde di Canossa, e il vitigno del Lambrusco di Corbelli o di Rivalta, scoperto quando si è deciso di riportare alla luce il “giardino segreto” della Reggia di Rivalta, dove sono stati ritrovati due antichi filari di questa vite.

Santa Maria, Melara, Bervedino sono invece i nomi di vitigni dei colli piacentini che non si trovano vinificati in purezza, ma entrano a comporre l’uvaggio del Vin Santo di Vigoleno, la più piccola Doc d’Italia con meno di 3.000 bottiglie prodotte ogni anno sulle colline piacentine.

Il recupero di questi vini – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è importante sia per la salvaguardia della biodiversità, sia per mantenere viva l’agricoltura in zone dove rischia di sparire. Il loro rilancio si deve anche ai nuovi sbocchi commerciali dei mercati e delle fattorie di Campagna Amica che hanno offerto nuove opportunità agli agricoltori che proprio nel settore vitivinicolo sono all’avanguardia nelle vendite dirette. Una su tre delle 22 mila aziende con vigneto nella nostra regione – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – vende direttamente al consumatore. Quello della vendita diretta del vino – commenta Coldiretti Emilia Romagna – è una tendenza in continuo aumento negli ultimi anni anche come risposta alle richieste dei consumatori di conoscere personalmente il produttore e scoprire le caratteristiche del prodotto che intendono acquistare, andando contemporaneamente alla scoperta del territorio di origine.

La Cantina dei vini salvati

Bursôn – detta anche uva Longanesi, recuperato a Bagnacavallo, inizio Novecento in un appostamento di caccia.

Centesimino – registrato anche come Sauvignon Rosso, recuperato nel cortile di un palazzo di Faenza le cui mura lo hanno preservato dalla Fillossera.

Famoso – dopo anni di abbandono per la bassa produzione, è stato recuperato grazie all’impegno di un gruppo di viticoltori.

Fogarina – attorno al 1920 era un dei vitigni forti del reggiano poi era rimasto solo nella canzone, oggi recuperato dopo i giudizi lusinghieri del grande Luigi Veronelli.

Lambrusco Di Corbelli o Di Rivalta – riscoperto nel 2012 all’interno del “giardino segreto” della Reggia di Rivalta a Reggio Emilia è oggetto di studio di esperti e di recupero da parte di produttori.

Malbo Gentile – risale al vitigno “Amabile di Genova” fatto portare nei territori estensi ai primi del 1400 da Gigliola da Carrara, consorte di Niccolò III d’Este. Tipico di Reggio Emilia e Modena

Malvasia di Candia aromatica – originario dell’Isola di Creta, importato in Italia attorno al 1250. Prodotto nelle vallate di Parma e Piacenza.

Ortrugo – sembra scomparso, ma è stato riscoperto all’inizio degli anni Settanta, diventando una delle colonne della viticoltura dei Colli piacentini.

Pagadebit – per la sua resistenza era il vitigno che garantiva sempre la produzione e “pagava i debiti” del contadino. La vinificazione di alta qualità lo ha fatto diventare un vino importante dell’enologia romagnola.

Pignoletto – confuso a lungo con Riesling Italico e Pinot Bianco, l’analisi del Dna ha consentito di scoprire che è imparentato con il Grechetto Gentile. È diventato l’emblema dell’enologia bolognese.

Santa Maria, Melara, Bervedino – sulle colline piacentine sono rimasti pochi vigneti di questi vitigni, ma sono fondamentali per il Vin Santo di Vigoleno, la più piccola Doc d’Italia.

Spergola – vitigno autoctono del reggiano salvato grazie alla riscoperta di un antico ceppo ultracentenario.

Termarina – è uno dei più antichi vitigni censiti nella zona di Parma e Reggio recuperato da antichi ceppi autoctoni e rilanciato nel 2007 con l’iscrizione al registro nazionale delle varietà di vite.

Tundè – era quasi scomparsa per la sua bassa produzione, ma un attento sistema di allevamento e grande attenzione nella vinificazione hanno riportato questo vitigno in auge nel 2009.

Benatti (Cna): un buon compromesso, ma ora parliamo di sviluppo della città

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Regolamento distese tavolini per le attività artigianali di Ferrara.

In merito alla delibera adottata dal Comune di Ferrara, relativa alle distese esterne alle attività artigianali in territorio comunale, il Direttore provinciale della Cna, Diego Benatti, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“L’accordo raggiunto tra Associazioni di categoria e Amministrazione comunale di Ferrara sulla possibilità, per le aziende artigianali del Comune, di realizzare distese esterne nelle immediate adiacenze della propria attività, costituisce un buon compromesso,  a cui si è giunti dopo un franco confronto. Al tempo stesso, esso rappresenta un punto di partenza per andare incontro alle giuste esigenze delle imprese di poter sviluppare la propria attività, aumentandone l’appeal nei confronti di cittadini e consumatori. Da un lato, quindi, si va nella direzione di un centro storico sempre più vitale, accogliente e, soprattutto, aperto alla libertà di iniziativa delle sue imprese. Dall’altra, riteniamo che l’accordo e l’approvazione della delibera sulle distese possa finalmente sgombrare il terreno da discussioni eccessivamente particolaristiche, per dare avvio ad un confronto ispirato a una visione più ampia dello sviluppo di questa città e del suo centro storico”.

Rugby: bene le Velenose, la prima squadra chiude la stagione all’ultimo posto

da: ufficio stampa Cus Ferrara

Prima squadra. La stagione è terminata con la dolorosa retrocessione della Txt Cus Ferrara Rugby che ha perso l’ultima partita in casa contro Mirano Rugby per 33-17. Under 14. Nel concentramento di domenica a Ravenna, i cussini hanno perso 41-0 da Ravenna e 26-5 da Rimini. Velenose. Si è svolta domenica 8 maggio a Pieve di Cento la penultima tappa regionale della Coppa  Italia Seven di Rugby Femminile. Ancora un buon risultato delle ragazze ferraresi, che hanno iniziato la giornata affrontando il Forlì, loro avversario Nr.1 per la leadership in Emilia Romagna. La partita si è chiusa in parità, tre mete per parte ( Zaccarini, Rossi, Ravani le scorer cussine) ed anche le trasformazioni (100% per Benini) non hanno portato ad una superiorità, per cui il 21-21 finale, lascia invariata la situazione di classifica complessiva, che vede MTE Ferrara e Forlì appaiate al vertice. I successivi impegni sono stati come sempre una formalità, con otto mete segnate sia al Ravenna ( 40 a 10) sia al Pieve (40 a 5), a cui va aggiunto il 20 – 0 a tavolino della partita con Imola, che anche domenica si è ritirata quando è stato il momento di affrontare Ferrara e Forlì : una scelta antisportiva che priva di prezioso minutaggio di gioco alcune ragazze che invece avrebbero estremo bisogno di giocare. A Pieve hanno giocato : Ravani (5mt), Ruiba (5), Zaccarini (2), Benini ( 2 + 3 tr), Pellizzari (2), Rossi(1), Ferro (1), Fecchia (1), Bovini, Lunghi, Ghirardello, Cheval. Prossimo appuntamento il 22 maggio a Forlì per l’ultima tappa regionale della Coppa Italia, a cui seguirà la finale nazionale del 4/5 giugno di Calvisano.

Ex Bredamenarinibus, in Regione incontro dopo comunicazione di 46 licenziamenti dello stabilimento di Bologna

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’appuntamento fissato per il prossimo 13 maggio. Intorno al tavolo, oltre la Regione i rappresentanti di Industria italiana autobus, sindacati e Comune e la Citta metropolitana di Bologna.

Bologna – La vertenza di Industria italiana autobus (ex Bredamenarinibus) approda in Regione. È stato, infatti, convocato in viale Aldo Moro per la mattina di venerdì 13 maggio un incontro per affrontare la situazione dopo la comunicazione fatta dalla azienda il 6 maggio scorso sul licenziamento collettivo, di 46 unità, per la riduzione del personale dello stabilimento di Bologna.
All’incontro – convocato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi – interverranno l’azienda, le organizzazioni sindacali, le rappresentanze dei lavoratori nonché il Comune e la Citta metropolitana di Bologna.

Settore Giovanile: la squadra U16 centra l’obiettivo Finali Nazionali

da: ufficio stampa Pallacanestro Vigarano

Prosegue l’avventura del gruppo di Basket Academy, rotta su Battipaglia.

La formazione di coach Marco Castaldi, dopo aver chiuso al secondo posto il competitivo campionato U16 Elite in regione, aveva centrato la qualificazione diretta alla fase interregionale, senza passare dagli spareggi.

Spareggi insidiosi che sono risultati fatali per tutte le altre squadre emiliane, eliminate senza pietà dalle agguerrite rivali. Niente da fare infatti per Fortitudo Rosa Bologna (Emilia 3), Valtarese Borgotaro (Emilia 4), Basket Parma (Emilia 5) e Libertas Bk Rosa Forlì (Emilia 6).

Le granata invece insieme a Scuola Bk Faenza, campione FipCrer, erano riuscite a spuntarla grazie a un buon bilancio fatto di 17 vittorie e 3 sconfitte nelle 20 gare di campionato regionale. Bilancio che ora sale a 20v-3p

Il tutto con una squadra fortemente sotto età. Infatti il gruppo U16 (età di riferimento classe 2000), è composto principalmente da atlete 2001, 2002 e 2003. Una soddisfazione ancora maggiore, ed un futuro ancora più verde in casa Academy. Due le nazionali a roster Giulia Natali (guardia, 2002) e Caterina Gilli (ala, 2002). Insieme a diversi elementi di Azzurrina FipCrer come Silvia Nativi (play, 2002), Alice Prisco (guardia, 2002) e Dafne Gianesini (ala, 2001). Il tutto con l’esperienza e la versatilità di Rebecca Ferraro (ala, 2000).

Per la società di Emanuela Benatti era il primo Interzona della giovane storia del club, anche se non certo i primo traguardo, dopo i titoli italiani U13 e U14 JTG dello scorso anno, oltre ai titoli regionali di categoria.

Il concentramento Interzona ha visto le ferraresi inserite nel barrage n° 6 a Cairo Montenotte (Sv) insieme a ElleDiErre Roma (Lazio 4), Visconti Brignano Bergamo (Lombardia 5) e Basket Venaria (Piemonte 2).

Questi i risultati delle tre giornate:
Basket Academy – ElleDiErre Roma 67-49
Basket Academy – Visconti Brignano 64-60
Basket Academy – Basket Venaria 57-42

Ora le volpine si prepareranno per le Finali Nazionali in programma dal 29 Maggio al 04 Giugno aBattipaglia (Sa) con le migliori 16 squadre italiane, suddivise in 4 concentramenti.

– 00 Ferraro Rebecca – Ala – 2000 – 176cm
– 06 Ceno Elena – Guardia – 2002 – 170cm
– 08 Ruggeri Alessandra – Play – 2001 – 161cm
– 09 Natali Giulia – Guardia – 2002 – 173cm
– 10 Salani Ylenia – Guardia – 2001 – 171cm
– 11 Ribello Alessia – Ala – 2001 – 170cm
– 13 Nativi Silvia – Play – 2002 – 173cm
– 14 Orazzo Sara – Guardia – 2001 – 172cm
– 15 Bettini Laura – Guardia – 2001 – 168cm
– 16 Farina Victoria – Grd/Ala – 2003 – 169cm
– 17 Gilli Caterina – Ala – 2002 – 181cm – (Cap)
– 18 Gallerani Federica – Ala – 2001 – 173cm
– 20 Rossetti Emma – Guardia – 2001 – 166cm
– 23 Prisco Alice – Play/Grd – 2002 – 165cm
– 27 Gianesini Dafne – Ala – 2001 – 176cm

Mercoledi 11 maggio la proiezione del film “Tom à la Ferme” al cinema Boldini

da: Arci Ferrara

Secondo appuntamento con la Rassegna dedicata alle opere cinematografiche del regista Xavier Dolan al Cinema Boldini di Ferrara. È la volta di Tom à la ferme, film basato sull’omonima opera teatrale scritta da Michel Marc Bouchard. In concorso nel 2013 alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Tom, giovane pubblicitario, moderno e urbano, parte per la campagna per assistere ai funerali del suo amante morto in un incidente stradale. È in una fattoria isolata che incontra per la prima volta la madre del defunto. Lei non ha idea di chi sia o di cosa abbia vissuto con suo figlio. Tom scopre allora tutta una realtà inventata dal suo amante. Per salvaguardare l’onorabilità della famiglia e per non spezzare il cuore della madre, il fratello maggiore del defunto costringe Tom, con le minacce e le botte, a partecipare alla finzione.

Tom à la ferme è un film carico di vita, di fascino perverso, di un nervosismo vibrante e represso. Ti si attacca addosso e ti contagia con l’irrequietezza e la voglia di esplodere, come una febbre interiore che consuma ma spinge inesorabilmente in avanti. La cosa cui questa nuova regia del giovanissimo talento canadese Xavier Dolan si avvicina di più è il thriller esistenziale. Un thriller esistenziale dove gli elementi spiccatamente queer che hanno sempre caratterizzato la sua produzione mantengono un rilievo senza per questo preponderare e schiacciare le istanze di un film che è una dolente ode alla vita, un racconto di disperata ricerca identitaria e di radici che non ci sono più, una storia d’amore già finita e per questo da rivivere con passione.
In un panorama rurale canadese piatto come la vita che vi si è costretti a condurre, aspro e tagliente come le foglie del mais prima della raccolta, fisico e commovente come il parto di un vitello, l’irrompere di Tom e dei segreti che porta con sé nella vita della madre del suo fidanzato morto e di suo fratello (che fa di tutto per nascondere l’omosessualità del figlio scomparso alla genitrice) rappresenta l’ingresso di un catalizzatore che porterà a reazioni violente e scomposte come a riaffermare una vitalità repressa. E il legame di Tom con quel mondo così diverso dalla metropoli che rappresenta, e che lo seduce con la sua brutalità vera e sanguigna, gli fa mettere in discussione il suo posto e il suo senso nel mondo e dentro sé stesso. Dolan, che ha una consapevolezza e una maturità formale notevole, tanto da permettergli perfino di giocare coi formati senza risultare velleitario, annega le sofferenze del personaggio che interpreta e degli altri protagonisti in tensioni palpabili e primi piani strettissimi, in una colonna sonora alla Bernard Hermanne in una costante alternanza tra registri che spaziano dal naturalistico al surreale. Lascia che la vita esploda in tutta la sua violenza, chiaramente affascinato da essa, come se volesse che l’esistenza stessa lo brutalizzasse, come se le identità possano affermarsi solo per contrasti carichi di amore e di attrazioni.

Per informazioni:
Sala Boldini, via Previati 18 – Ferrara.
www.cinemaboldini.itwww.arciferrara.org
Tel. Cinema (sera) – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419

Coldiretti: bene proroga per lavori ricostruzione nelle aziende agricole danneggiate dal terremoto del 2012

da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Coldiretti esprime soddisfazione per il positivo accoglimento delle richieste avanzate a nome delle aziende agricole rappresentate, in occasione dell’evento del 28 aprile al Paladozza di Bologna.

Soddisfazione per la proroga al dicembre 2018 della conclusione dei lavori e la rendicontazione delle spese per le aziende agricole danneggiate dal sisma del maggio 2012. È quanto ha espresso Coldiretti Emilia Romagna nell’apprendere la notizia diffusa dal Presidente regionale Stefano Bonaccini.

“La proroga per consentire alle aziende di concludere i lavori e presentare la rendicontazione – ha detto il presidente regionale, Mauro Tonello – è una risposta positiva a quanto Coldiretti aveva chiesto nella manifestazione del 28 aprile al Paladozza diBologna, alla quale avevano partecipato più di 7.000 coltivatori, davanti ai quali il presidente Bonaccini si era impegnato per una positiva risoluzione”. Con la proroga – commenta Coldiretti Emilia Romagna – c’è la possibilità di attivare tutte le misure necessarie per completare l’opera di ricostruzione di strutture aziendali che permetteranno di ritornare alla piena attività agricola in uno dei territori più produttivi dell’agricoltura emiliano romagnola.

Sisma: proroga per la ricostruzione delle imprese agricole danneggiate

da: ufficio stampa Gruppo Partito Democratico Emilia-Romagna

Calvano e Zappaterra (PD): “Decisione UE che premia il lavoro di squadra”.

Nella mattinata di oggi la Commissione europea ha concesso la proroga al 31 dicembre 2018 dei termini per il pagamento di aiuti compensativi della Regione Emilia-Romagna alle imprese agricole danneggiate dal sisma del 2012.

“La ricostruzione post-sisma va avanti grazie al lavoro della filiera politica ed istituzionale che dagli enti locali emiliani passa dalla Regione e dal Governo nazionale e fino all’Unione Europea” commentano i Consiglieri regionali PD ferraresi Paolo CalvanoMarcella Zappaterra, che proseguono – l’impegno costante e minuzioso, spesso invisibile, che gli amministratori locali portano avanti ad ogni livello, porta a risultati come questo. Come ha commentato il Presidente Bonaccini, questa è la prima volta che l’Unione concede una proroga che vada oltre i 4 anni per i benefici fiscali e legati agli adempimenti per i risarcimenti”.

Quest’azione consente alle imprese agricole danneggiate di concludere i lavori entro un periodo di quasi due anni più lungo rispetto alla precedente scadenza per presentare la rendicontazione delle spese e ottenere i risarcimenti.

“Aspettando l’ordinanza del Presidente Bonaccini, in qualità di Commissario delegato per la ricostruzione, che specifichi le regole per presentare domanda alla luce dei nuovi termini fissati – concludono Calvano e Zappaterra – non possiamo che sottolineare ancora una volta quanto sia importante accompagnare la ripresa delle attività economiche che dopo il terremoto si prodigano per superare definitivamente le problematiche dovute al sisma e continuare a lavorare con la determinazione e la laboriosità che distingue la nostra comunità”.

LA STORIA
In viaggio per l’Europa sui binari del treno

All’alba del terzo millennio un viaggio in treno attraverso la Mitteleuropa puὸ apparire ai più desueto, dal sapore antiquato, fuori moda in tempi di “tour all-inclusive 3.0 iperorganizzato da otto giorni/sette notti”. Il treno offre relax a occhi chiusi in compagnia dei propri pensieri, consente un buon libro a occhi aperti come cibo, cullati e accompagnati dal fruscio dell’aria fuori, richiede un quaderno di appunti di viaggio per la cronaca quotidiana del giorno e della notte, vissuta fra sussulti di carrozza e il panorama che scorre e sfugge rapido all’esterno del vetro del finestrino.
È un viaggio immaginato, pensato e poi condotto come un viaggiatore curioso, con l’ambizione di riscoprire la bellezza del tempo lento, per una volta, non scandito dal check-in, dall’invadente e fastidioso spoglio di sicurezza, dal gate che non si trova. Ah! L’aereo è allineato ai ritmi odierni, veloce e popolare fra i turisti settimanali e abituale al sottoscritto per professione. Un viaggio da Bologna, a Monaco di Baviera e poi Berlino, Amsterdam e di nuovo Bologna su rotaia, però, sarà di certo un’esperienza indimenticabile.
Programmato per tempo, il viaggio, tutto giocato in autonomia e con facilità in rete, promette un’ottima riuscita. Cabina riservata nella carrozza letto, d’obbligo la scelta sulla Società delle ferrovie tedesche DB, Deutsche Bahn e ahimè per il nostro spirito spesso critico, son stati veramente bravi: orari e multiple coincidenze per le destinazioni finali che funzionano. Il libero arbitrio di movimento e di ritardo si contrappone al comandante che blinda d’imperio il portello dell’aereo. Il tempo non è più un tiranno.
La partenza, prevista la sera tardi, si annuncia con un piccolo giallo: il treno che da Bologna porta a Monaco (è un convoglio italiano fino al Brennero), partito da Roma ha già accumulato due ore di ritardo senza un perché. Misteri delle Ferrovie Italiane.
Fortuna vuole che la carrozza letto sia tedesca e attraverso scambi di locomotore arriviamo comunque a Monaco di Baviera con solo 10 minuti di ritardo. Il capotreno con un italiano dal timbro tedesco ci informa e si scusa, la colpa è “del ritardo è degli italiani”, e purtroppo è vero.
Monaco di Baviera è opulenta, mi colpisce la cilindrata del parco auto circolante: forse non tutto è oro ciὸ che luccica, ma qui lo scintillante si spreca.
Monaco è colma di siti culturali importanti: la Glyptothek, lo strepitoso e mondiale Museo della scienza e della Tecnica, un must, ma tanti altri gioielli come l’Antiquarium nel Palazzo Reale con la sua collezione di busti, e da non perdere per la sera l’Hofbräuhaus la birreria più famosa del mondo.
Dalla München Hauptbahnhof viaggiamo di giorno fra Monaco e Berlino, poche ore di panorama sempre piatto e allungato, fra campi coltivati e sterminate distese blu di pannelli fotovoltaici rivolti al sole come girasoli OGM. Siamo comodi e rilassati su un treno ad alta velocità, ovviamente tedesco; d`istinto mi assale un pensiero di puro orgoglio nazionale (il biondo Manfredi in Svizzera!): “quale assiduo cliente dei treni Alta Velocità reputo i nostri treni italiani molto più confortevoli, eleganti e aggressivi sui binari”.
Lipsia, Dresda, Dessau città nobili quasi azzerate dalla Seconda Guerra Mondiale e poi Berlino, dalla quale mancavo da oltre tre anni. La città si è trasformata in un’estesa foresta di gru cantierizzate, di edifici pubblici, teatri, università, musei.
Unter den Linden è il continuo filo viario che unisce la città, dalla Porta di Brandeburgo (a fianco il Reichstag con la sua moderna cupola di vetro progettata da Sir Norman Foster e ispirata al nostro adrianeo Pantheon) ad Alexanderplatz, circondata da grattacieli datati e balconate attrezzate per eventi in musica e cocktail notturni sulla città illuminata, su cui svettano i 368 metri della torre tv.
A piedi arriviamo al nostro obiettivo, l`isola dei Musei, “Museumsinsel”, patrimonio dell’umanità posto nel quartiere Mitte, il cuore di Berlino fra il fiume Spree e il canale Kupfergraben, in un` ambientazione otto/novecentesca fra le più scenografiche nei miei ricordi.
Cinque prestigiosi musei insieme sull`isola; due primeggiano per contenuti, che confesso di aver visitato precedentemente scoprendo sempre qualche nuova delizia per gli occhi: Il Pergamonmuseum e il Museo Egizio non fosse altro perché entrambi proteggono tesori senza tempo: la gigantesca monumentalità da occhi sbarrati dell`Altare di Pergamo, della porta Ishtar di Babilonia, del grande portale del Mercato di Mileto e la perfezione del minuscolo busto della regina Nefertiti.
Millenni all’interno della storia, di quella vera, un’overdose di emozioni forti che non si raccontano e che lascia smarriti da tanta bellezza.
Dalla stazione di Berlino, campione di architettura moderna, in ritardo montiamo su un treno diurno, sempre DB, con direzione Amsterdam. Il viaggio è tranquillo e riposante attraverso le selve di mulini a pale bianche, quelli moderni utili all`economia tedesca, e con qualche rarissimo mulino della tradizione dal tetto di paglia, ben chiaro nel nostro immaginario olandese. Raggiungiamo puntuali Amsterdam.
La città è conosciuta, ma i celebrati Musei Rijksmuseum, Van Gogh, la casa museo di Rembrandt e Het Scheepvaartmuseum (il museo nautico) nascondono sempre qualche meraviglia; la storia olandese ha un passato talmente glorioso, le colonie ma anche la tratta dei neri d`Africa, la pittura così multisecolare che sempre sorprende. Ma fa freddo e piove e il noleggio delle biciclette non è consigliabile.
Ultimo treno, e questo è notturno. Il percorso è a ritroso da Amsterdam verso Bologna via Monaco di Baviera. Vegliano su di noi due capocabine premurose con cappello, bionde platino, leggermente sovrappeso per circa 1 metro e novanta di altezza; si vede che hanno il controllo della situazione, sarà anche il fascino e l’autorità della divisa. Una ottima cena servita in carrozza letto con tanto di Prosecco di Conegliano ci sorprende come pure la buonanotte in italiano.
Partiamo in orario e possiamo riposare tranquilli fra ritmo e cadenza delle ruote sui binari.
Con il solito eccellente e puntuale servizio, dopo una abbondante colazione a bordo a Monaco ci congediamo dalla ferrovie tedesche.
Si cambia e attraverso il Brennero via rapidamente con entusiasmo verso l’Italia dove a Verona in stazione inspiegabilmente… un ritardo! Ci blocchiamo per tre ore.
Qualche dubbio a proposito di disservizi nostrani ci assale. Ma il treno è relax.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Cittadini non per caso

Quando ero piccolo, percorrere e scoprire la città a cavallo della mia bicicletta era un’avventura iniziatica piena di possibilità e di emozioni. Sono rimasto convinto che non si è cittadini solo perché si nasce per caso in un determinato luogo e neppure per lo status di cittadino attribuito o conferito da una autorità.
La città è il telaio che tesse i fili della nostra crescita, della nostra formazione, della nostra vita, è il libro aperto delle opportunità personali e collettive, è lo spazio della libertà, dell’incontro, del riconoscimento, della solidarietà.
L’intenzionalità formativa non può che essere una dimensione forte e pregnante della città e della cittadinanza. Non ha senso invocare la necessità della formazione, se poi la città per prima non mette in gioco tutte le sue componenti a questo scopo. A partire dal ripensare se stessa, dal ripensare ai bisogni formativi dei suoi giovani e dei suoi abitanti in generale, senza attendere gli input dall’alto, dalle politiche nazionali. I bisogni, le necessità del cambiamento non nascono in territori lontani, ma giorno dopo giorno vicino a noi, nel territorio che abitiamo.
Se si conviene sulla necessità che la formazione oggi punti alla costruzione di mappe personali utili per orientarsi e situarsi in questo mondo dove tutto è globale, simultaneo e compresente, dove spazio e tempo si dilatano, dove valori, credenze, lingue si manifestano, si contaminano, si intersecano, non si può che riconoscere che oggi è la città ad essere il laboratorio più significativo, più ricco, più interessante per la formazione, per una formazione coerente con le aspettative culturali che la società ripone in merito al fatto formativo.

La componente educativa oggi non ha più la sua caratteristica centrale nella scuola, ma nella territorialità. È la territorialità che rende le esperienze educative calde, che consente di sporcarsi sanamente le mani, che rende le esperienze educative piene di risonanze e fortemente contestualizzate, è questa profonda immersione nella realtà che la città deve preoccuparsi di favorire e di accogliere, non tanto l’istruzione curriculare, che non è di sua competenza.
Ogni momento della città dovrebbe contenere un’opportunità educativa strutturata, rivolta soprattutto ai giovani. Una città che non sa creare cortocircuiti con i suoi giovani è destinata a perdere energia, a spegnersi. E allora perché questo non accada è necessario che la città sia una realtà significativa per i giovani, che offra loro implicazioni operative, emozionali e progettuali.
Una città senza un proprio progetto formativo è una città senza futuro, perché non si sa pensare in prospettiva. Un progetto formativo con un ruolo, una funzione, una responsabilità per ciascuno: il governo della città in primo luogo, i servizi pubblici, le istituzioni e le strutture culturali, il mondo della creazione e della produzione culturale, dell’arte, delle scienze e delle nuove tecnologie, il mondo delle organizzazioni economiche e del lavoro, le associazioni, la stampa, la radio e la televisione locale.
E, senza dubbio, in questo quadro generale della città, anche la scuola. La scuola può svolgere un grande ruolo per quanto riguarda il lavoro sulle idee e le opzioni cognitive. Alla scuola compete il compito di far emergere i modi diversi attraverso i quali l’uomo si rappresenta il mondo. La scuola è la palestra che esercita al conflitto cognitivo, al confronto fra idee diverse per prendere coscienza di cosa significa la cultura, della necessità che ogni persona ha di ricostruire mentalmente la realtà esterna, di dare una spiegazione di essa. Ma le spiegazioni possibili sono tante, per questo essere istruiti significa rispettare la diversità e nello stesso tempo cercare di condividerla il più possibile. Se questa doppia lezione non si impara a scuola, è difficile che possa essere insegnata altrove. È dovere della scuola garantire la comunità che tale servizio è svolto con serietà e tenacia, perché è a scuola che si può e si deve imparare a imparare, questo è l’obiettivo prioritario della scuola al servizio del territorio e dei diritti di cittadinanza.
Due oggi sono le principali esigenze di formazione che definiscono l’istruzione: un alto grado di intellettualità e un elevato grado di solidarietà. Il primo per consentire a ciascuno di raggiungere i livelli di sviluppo scientifico e tecnologico richiesti dalla civiltà contemporanea; il secondo, per apprezzare i valori delle diverse culture, per superare la crescente emarginazione e l’esclusione che la globalizzazione della società di oggi genera e tende ad aumentare.
La cittadinanza può anche essere come una pianta che cresce in mezzo a un terreno contaminato, ai margini delle autostrade più trafficate o tra le fabbriche più inquinanti. La città bisogna sapersela conquistare, perché è viva, perché palpita, perché è desiderio. Come la Zenobia di Calvino per la quale non si può utilizzare la classica categoria della felicità e dell’infelicità, ma quella del desiderio. Ci sono le città che realizzano i desideri dei loro abitanti e quelle che li ignorano fino a cancellarli.

Auguri stupidone

Oggi, 10 maggio, mi permetto di celebrare uno stupido.
Uno stupido a cui però voglio molto bene.
Oggi ne farebbe 59 e devo ammettere che sarei davvero felicissimo di vedere un John Simon Ritchie/Beverley a.k.a. Sid Vicious quasi sessantenne.
Me lo immagino come un gran simpaticone reso più saggio dal tempo che passa.
Un tipo alla Philty “Animal” Taylor, uno di quegli inglesazzi tipici sempre un po’ alticci ma sorprendenti al momento della battutona.
Ho sempre pensato che Sid Vicious non fosse così stupido e continuo a pensarla così.
Sono ancora convinto che con il tempo il nostro uomo si sarebbe ribeccato.
Non spargerò neanche un pixel sull’infanzia/adolescenza di questo “eterno” adolescente.
Salterò anche la pappardella della povera vittima – in primis di se stesso – bla bla bla e via con la storia del santino punk.

Brano: “Born To Lose” di Sid Vicious
Brano: “Born To Lose” di Sid Vicious

Ammetto di avere un’opinione insolitamente “alta” a proposito di ‘sto ceffo.
Mi prendono in giro in tanti ma non ho mai pensato che fosse un cane in quei due ambiti su cui ha messo le sue zampe lercie.
Possiamo discutere sul suo basso che andava e veniva, attaccato o no all’ampli.
Per come la vedo io non era proprio una questione caprina: il ceffo qua era solo sempre troppo fatto.
Ma quando c’era per me c’era eccome.
E come cantante, per come la vedo io, siamo di fronte a uno dei massimi pesi massimi del rock’n’roll.
Un tipo nato davvero per stare davanti a un’asta e fare più o meno il buffone, ergo, un tipo perfetto per il rock’n’roll.
Peccato si sia disinnescato da solo ma la sua versione di “My Way”, le sue cover di Eddie Cochran e quella “Belsen Was A Gas” – unico pezzo che ha scritto – rimangono, per come la vedo io, del grande, gigantesco rock’n’roll.

Quindi, per oggi, via con un pezzo che butta una luce diversa su Sid e tutti i Sex Pistols.
Un pezzo registrato a Natale, nel 1977, durante concerto-matinée ad Huddersfield per i figli dei pompieri in sciopero.
Johnny Rotten una volta ha raccontato che quel giorno si trovò costretto a dire a Vicious di evitare i suoi soliti numeri “perchè c’erano dei bambini”.
Sembra che il nostro stupidone, quella volta, l’abbia capita più o meno al volo.
Qui lo possiamo sentire alla voce, insolitamente sobrio e misurato, mentre canta il grande inno di Johnny Thunders.
Tutto questo perchè, un attimo prima, Johnny Rotten aveva dovuto lasciare il palco per andare a far le foto vestito da Babbo Natale con i figli dei pompieri.
‘Sta storia è solo uno dei tantissimi motivi per cui sarò sempre un fan dei Pistols.
Ma è anche uno dei tantissimi motivi per cui sarò sempre disposto a uccidere ogni volta che qualcuno sentirà il bisogno di pronunciare, in mia presenza, le parole “Sex”, “Pistols”, “Band” e “tavolino”.
R’n’r e auguri allo stupidone.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

 

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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