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Giorno: 11 Maggio 2016

Da Kandinsky a Pollock: i Guggenheim tornano a Firenze

Palazzo Strozzi è una struttura imponente, si nota ancor prima di fermarsi davanti ad uno dei grandi portoni d’ingresso. Voluto da Filippo Strozzi nel 1489, conserva ancora oggi tutte le caratteristiche di una dimora signorile del Rinascimento. Di forma cubica e sviluppato su tre livelli, volutamente più grande del Palazzo Medici, è uno dei luoghi più importanti dove vengono allestite le mostre temporanee a Firenze. Gestito dal 2006 dalla Fondazione Palazzo Strozzi, è stato la casa momentanee delle opere di Gustav Klimt, Sandro Botticelli e Paul Cezanne.

Oggi e fino al 24 luglio, questo incantevole Palazzo è la cornice in cui sono esposte le opere della collezione di Solomon e Penny Guggenheim, nella mostra “La Grande Arte dei Guggenheim. Da Kandinsky a Pollock”, inaugurata il 19 marzo. Il luogo d’esposizione, però, non è stato scelto esclusivamente per le sue bellezze. Proprio qui, nel 1949, Penny Guggenheim presentò la collezione che in seguito venne trasferita a Venezia. 26 opere presentate in quell’anno ripopolano le sale del Palazzo Strozzi, presenti per la mostra in corso.

La fila scorre veloce, in poco tempo il biglietto è fatto e mi avvio su per lo scalone che conduce alle sale d’esposizione. Niente foto, magari niente cellulari, solo fogli e matite colorate che vengono offerte ai più piccoli perché possano esprimersi liberamente mentre si guardano intorno.

Subito, sin dalla prima sala, si resta affascinati: due grandi collezionisti, zio e nipote, messi a confronto con più di 100 opere di artisti del primo Novecento, dagli anni 20 fino ai 60. Giorgio De Chirico, Pablo Picasso, Marcel Duchamp, Max Ernst, Francis Bacon sono solo alcuni dei grandi artisti esposti nelle nove sale dedicate.

De Chirico

In un periodo a cavallo tra le guerre, i Guggenheim finanziarono e collezionarono opere non solo di produzione americana, ma create da artisti europei, come Lucio Fontana e Jackson Pollock. In questo miscelarsi di culture possiamo assistere alla nascita delle avanguardie di inizio secolo, prodotte dal grande sviluppo che ebbe la cultura artistica nel secondo dopoguerra. Arte astratta ed Avanguardia si scontrano subito nella prima sala, distinguendo chiaramente gli interessi di Solomon da quelli di Penny, affascinata dal Surrealismo, l’Espressionismo astratto e da una primissima Pop art americana.

Così il percorso si snoda tra quadri e sculture, passando per una stanza dedicata al Surrealismo, passione di Penny Guggenheim, per giungere a Jackson Pollock, di cui sono presenti ben 18 opere. Accanto alle due sale seguenti, dedicate all’Espressionismo astratto, un piccolo spazio è dedicato agli oggetti amanti dalla collezionista, come le “Idee per scultura” di Henry Moore. Si ha l’impressione di essere avvolti dalle opere, all’interno di uno spazio che non si limita a mostrare,
ma che spinge alla riflessione. Così si arriva alla settima sala, dove lo spettatore deve alzare gli occhi al cielo, per ammirare le costellazioni di Alexander Calder, i mobiles che mutano il concetto dello spazio occupato dall’opera.

Tanguy
Procedendo il percorso espositivo si arriva in uno spazio in cui le luci si spengono, le pareti acquistano tonalità tendenti al nero e i dipinti vengono retroilluminati. Si entra a contatto con il linguaggio astratto di Mark Rothko, che tentò di semplificare con la sua pittura concetti complessi, come la tragedia del nascere, del vivere e del morire. Le sue opere mutano i colori con la sua evoluzione artistica, che portò all’abbandono dei vivaci toni dell’arancio per avvicinarsi ad una tendenze alla monocromia sui toni del grigio e del nero.
La mostra si conclude con le ricerche artistiche degli anni ’60, in cui vengono presentate opere che, come il capolavoro di Jean Dubuffet “L’istante propizio”, sono l’esempio dello stile artistico minimale di quegli anni, che condusse alla Pop Art.

La mostra, curata da Luca Massimo Barbero, curatore associato della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia,è stata Promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim con il sostegno del Comune di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l’Associazione Partners Palazzo Strozzi, la Regione Toscana. Con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Mentre si passeggia per le sale si viene avvolti dalle numerose storie che ci circondano: i rapporti con i mecenati, gli artisti in fuga dall’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, la vita della stessa Penny Guggenheim e la storia dei Musei fondati dalla sua famiglia.
Ed è un peccato quando, scostando l’ultima tenda, ci si ritrova dentro il Bookshop del Palazzo, desiderando di tornare indietro per potersi immergere nuovamente nella varietà e nella bellezza della collezione Guggenheim.

Questa sera presso la sede della associazione Rrose Selavy la proiezione del il film “I Duellanti” di Ridley Scott

da: Associazione Rrose Sélavy

Seconda proiezione della rassegna cinematografica presso la sede della associazione Rrose Selavy a Ferrara – via Ripagrande 46 a Ferrara.

Questa sera alle ore 20,30 proietteremo il film I DUELLANTI primo lungometraggio del regista Ridley Scott (solo per citare alcuni suoi titoli: Blade Runner, Thelma e Louise, Il gladiatore…), che vinse il premio come miglior opera prima  al festival di Cannes del 1977.

l’ingresso è riservato ai soci ( la tessera si può fare e rinnovare in qualsiasi momento e vale fino alla fine del 2016 per tutte le iniziative convenzionate dell’associazione – euro 20)

le prossime proiezioni della serie: LUNEDI’ 16 MAGGIO  “Le strelle nel fosso” di Pupi Avati.

La rassegna proseguirà con i seguenti titoli, ma il calendario è ancora da decidere: Musetta alla conquista di Parigi (animazione); Harold & Maude; Mai gridare al lupo; L’opera al Nero; Principi e principesse (animazione) Local Hero; Le avventure galanti del giovane Molière  … e altri titoli dimenticati dalla grande distribuzione.

Cibus: in Emilia Romagna 3 Agriturismi su 4 offrono ristorazione

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Terranostra firma accordo con Illa per cucina più salubre

In Emilia Romagna la ristorazione resta la principale attività delle aziende agrituristiche. tre aziende su quattro (il 76 per cento) offrono infatti ai turisti i piatti e i vini dell’enogastronomia locale. È quanto rileva Coldiretti Emilia Romagna sulla base dei dati dell’associazione agrituristica Terranostra, che rileva come attorno alla tavola è nato ed è cresciuto l’agriturismo emiliano romagnolo che ha poi sviluppato gli altri importanti servizi. Oggi il 50 per cento delle aziende agrituristiche regionali – informa Coldiretti Emilia Romagna – affianca alla ristorazione anche l’ospitalità in camere, appartamenti e agri-campeggio, mentre per il restante 50% delle strutture, poco più della metà (26 per cento) offre solo ristorazione, circa il 21 per cento offre ospitalità in camere e il 3 per cento offre altre attività ricreative, didattiche, escursionistiche e sportive.
Proprio per l’importanza che la ristorazione rappresenta per l’agriturismo e per l’impegno degli imprenditori agrituristici di offrire ai clienti il meglio del cibo locale, sano e di alta qualità, Terranostra Emilia Romagna – informa Coldiretti regionale – ha sottoscritto oggi a Cibus un accordo con la società Illa di Parma per la fornitura a prezzi agevolati a partire dal mese di giungo di padelle e pentole della serie Olivilla e Biocook, tutte in materiali italiani, con il fondo antiaderente a base di olio d’oliva e acqua che è il primo rivestimento a base di sostanze naturali e privo di metalli pesanti, che ben risponde alle esigenze di una cucina sana e naturale.
L’accordo è stato firmato dal presidente di Terranostra Emilia Romagna, Carlo Pontini e Vincenzo Orlando, amministratore delegato di Illa.

Vino sempre più qualità: quasi 4 milioni di euro per migliorare le produzioni e l’innovazione tecnologica

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

I finanziamenti nel Programma operativo della Misura “Investimenti” (annualità 2017) dell’Ocm vino, lo strumento per la concessione di contributi e finanziamenti ai produttori del comparto. Le domande entro il 30 giugno 2016

Bologna – Aumentare il valore aggiunto delle produzioni vitivinicole, favorire l’innovazione e l’introduzione di nuove tecnologie, valorizzare le produzioni di qualità: questi gli obiettivi del Programma operativo della Misura “Investimenti” (annualità 2017) dell’Ocm vino, lo strumento per la concessione di contributi e finanziamenti ai produttori del comparto.
Il Programma è stato approvato dalla Giunta regionale lo scorso 2 maggio con una dotazione prevista di 3.852.315 euro e vale come avviso pubblico per la presentazione delle domande, la cui scadenza è fissata al 30 giugno 2016 secondo le modalità e la modulistica disponibili sul sito di Agrea (agrea.regione.emilia-romagna.it).
Le risorse finanzieranno interventi materiali e immateriali in impianti enologici di trasformazione e/o commercializzazione sul territorio regionale destinati a migliorare il rendimento globale dell’impresa, conformemente alla normativa comunitaria e con particolare riguardo all’innovazione di processo e di prodotto. Si tratta, ad esempio, della costruzione e ristrutturazione di immobili; acquisto di macchinari e attrezzature per l’attività di trasformazione e/o commercializzazione; arredi per i punti vendita dei prodotti aziendali; creazione siti internet finalizzati all’e-commerce.
Gli aiuti saranno concessi come contributi in conto capitale nella misura del 40% del totale della spesa ammissibile. Gli investimenti proposti dalle aziende vitivinicole dovranno essere compresi fra i 40 mila euro e 1 milione di euro. I progetti approvati dovranno poi essere realizzati entro il 30 giugno 2017.
Per ulteriori informazioni su il Programma operativo della Misura “Investimenti” (annualità 2017) attivata nell’ambito del Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo (Reg. Ue n. 1308/2013 – Ocm vino):

Grande pubblico martedì sera, a Codigoro, all’ incontro con i candidati alle elezioni amministrative del 5 giugno

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Pienone l’altra sera all’Auditorium Sant’ Eurosia di Codigoro, all’incontro con i candidati sindaci alle elezioni amministrative, promosso da Cna, nell’intento di richiamare l’attenzione del dibattito elettorale sui temi delle imprese e dello sviluppo economico locale. E, in verità, sollecitati dalle proposte della vice presidente dell’Area Cna, Enrica Mantovani e dalle domande e interventi di diversi imprenditori, i rappresentanti delle diverse liste in lizza il 5 giugno – Alice Zanardi (“Insieme per Codigoro” – Centrosinistra), Claudio Dolcetti (Movimento 5 Stelle) e Marcello Guidi (“Obiettivo comune” – Centrodestra) – hanno avuto modo entrare nel merito di questioni vitali per il territorio.
“Se le piccole e medie imprese – ha ricordato Enrica Mantovani – sono determinati per la produzione di ricchezza, l’occupazione e la coesione sociale, è necessario un impegno vero e costante per facilitare loro la vita e l’attività quotidiana. Non chiediamo scorciatoie, né favoritismi ma una reale attenzione ai nostri problemi e alle nostre tante potenzialità”.
Di qui la richiesta di una forte attenzione all’alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese, la creazione di condizioni atte a far sì che, come prevede il nuovo Codice degli appalti, le piccole aziende del territorio possano partecipare agli appalti, il sostegno ai Consorzi di Garanzia per favorire l’accesso al credito. I tre candidati sindaci hanno cercato di misurarsi con questi temi complessi, di fronte all’attento pubblico di oltre 150 intervenuti, egualmente con disponibilità e assicurando il proprio sforzo per la prossima legislatura.
Particolare l’attenzione alle questioni dell’occupazione e degli appalti, così come al tema dei finanziamenti per la realizzazione della circonvallazione e della riqualificazione delle aree per gli insediamenti produttivi. Una disponibilità che, sicuramente, sarà scrupolosamente passata al vaglio dalla nostra Associazione – ha concluso il responsabile del Dipartimento sviluppo della Cna, Alessandro Fortini, che ha coordinato gli interventi della serata – attraverso un’azione incalzante a nome delle imprese.

Consumi: arriva il gelato innovativo di alta qualità con un segreto che sa di Parmigiano Reggiano

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Cibus: domani 12 maggio ore 10.30 fiere di Parma padiglione 7 stand 063

E’ qualcosa di più del gelato al Parmigiano Reggiano perché il re dei formaggi non sarà richiamato solo come sapore, ma costituirà una vera innovazione nella produzione del gelato stesso. Il mastro gelatiere e l’agrichef che lo hanno creato sveleranno il segreto del gelato domani, 12 maggio, alle ore 10,30 a Cibus allo stand Coldiretti Emilia Romagna (padiglione 7, stand 63).
Sempre allo stand Coldiretti alle ore 12,30 il cooking show della giornata finale di Cibus vedrà al centro la regina delle paste dell’Emilia Romagna: la pasta ripiena ai sapori della terra emiliano romagnola.
Domani proseguirà l’asta del Parmigiano Reggiano dell’azienda Bonat il cui ricavato sarà destinato in beneficenza per sostenere nelle aree più povere del mondo 38 interventi di agricoltura familiare a favore di 114.248 famiglie di contadini promossi da Focsiv, la Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario.
L’attività di Coldiretti a Cibus 2016 può essere seguita su facebook all’indirizzo https://www.facebook.com/coldirERcibus.

Maltempo febbraio-marzo, il Consiglio dei ministri dichiara lo stato d’emergenza nazionale per l’Emilia-Romagna

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Soddisfazione della Regione, che aveva avanzato la richiesta. Interessate le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna e alcuni comuni di Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. In arrivo le risorse per completare gli interventi

Bologna – Il Consiglio dei ministri, nella seduta di ieri, ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per il maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna tra il 27 febbraio e il 27 marzo. Viene così accolta la richiesta della Regione, che esprime soddisfazione per il risultato raggiunto in tempi rapidi grazie al lavoro di tutte le Istituzioni coinvolte.
Il provvedimento, giunto dopo i necessari sopralluoghi svolti dai tecnici del Dipartimento nazionale di Protezione civile, è il passo che precede l’assegnazione di risorse nazionali, indispensabili per proseguire gli interventi urgenti già avviati con i fondi regionali.
Lo stato di emergenza nazionale interessa le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna e alcuni comuni delle province di Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, individuati sulla base della valutazione delle segnalazioni di criticità che sono state trasmesse dalle amministrazioni municipali, provinciali e dalle strutture tecniche.
Si tratta dei comuni di Formignana, Vigarano Mainarda, Argenta, Ferrara e Cento nel ferrarese; Sant’Agata Feltria, Gemmano, Montecolombo e Coriano nel riminese; Alfonsine, Faenza, Russi, Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme nel ravennate; i comuni della fascia collinare e pedecollinare nel forlivese-cesenate.

Nota di Paolo Calvano in occasione della Giornata mondiale della fibromialgia

da: Ufficio stampa Gruppo Partito Democratico, Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

12 maggio: giornata mondiale della fibromialgia
Calvano (PD): ‘Regione e PD Emilia-Romagna già attivati per il confronto tra associazioni e operatori’

Domani, 12 maggio, è la giornata mondiale della Sindrome Fibromialgica. Le Associazioni attive sul tema hanno organizzato un presidio e un punto di ascolto nella piazza di Montecitorio al fine di dare piena visibilità e dignità a tutte le persone affette da questa patologia. Gli organizzatori hanno ideato questa iniziativa, in uno dei luoghi simbolo della partecipazione e della discussione democratica nel nostro Paese, anche al fine di sensibilizzare le Istituzioni riguardo il riconoscimento della sindrome come malattia cronica.

Una delegazione dell’AISF incontrerà in mattinata le deputate PD emiliano-romagnole On. Paola Boldrini e On. Donata Lenzi, assieme ad altri colleghi parlamentari, per approfondire il possibile percorso di inclusione della SFM nell’elenco delle malattie croniche e nei LEA – livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente o dietro al pagamento ti un ticket ai cittadini – in corso di aggiornamento.

Nei mesi scorsi ho presentato, unitamente a tutto il Gruppo assembleare PD, un’interrogazione alla Giunta regionale chiedendo di intervenire presso il Governo nazionale per il riconoscimento della patologia, e all’Assessorato alla Salute di attivare un percorso territoriale di supporto alle realtà esistenti nel nostro territorio che già si occupano di fibromialgia, oltre all’individuazione di centri di riferimento regionale per il riconoscimento della patologia, l’assegnazione del codice di esenzione regionale, il censimento dei pazienti e la promozione all’interno delle Aziende sanitarie dell’aggiornamento formativo.

La Regione Emilia-Romagna si è rapidamente attivata predisponendo un percorso condiviso che vede già coinvolte le associazioni del nostro territorio che si occupano di questo tema per l’organizzazione di un tavolo di lavoro e di confronto che coinvolga anche tutte le figure professionali necessarie al fine di definire, ciascuno nelle rispettive aree di competenza, il cut-off di sintomi e i criteri diagnostici della malattia.

Partiamo da qui!

Venerdì 13 maggio Benedetta Craveri presenta il libro “Gli ultimi libertini” presso la Libreria Ibs+Libraccio

da: ufficio stampa Ibs Libraccio Eventi Ferrara

Dialoga con l’autrice Gianni Venturi

«Questo libro» annuncia Benedetta Craveri nella Prefazione «racconta la storia di un gruppo di aristocratici la cui giovinezza coincise con l’ultimo momento di grazia della monarchia francese»: sette personaggi emblematici, scelti non solo per «il carattere romanzesco delle loro avventure e dei loro amori», ma anche (soprattutto, forse) per «la consapevolezza con cui vissero la crisi di quella civiltà di Antico Regime … con lo sguardo rivolto al mondo nuovo che andava nascendo». Sfruttando, infatti, le qualità migliori della loro casta – «la fierezza, il coraggio, l’eleganza dei modi, la cultura, lo spirito, il talento di rendersi gradevoli» –, il duca di Lauzun, il conte e il visconte di Ségur, il duca di Brissac, i conti di Narbonne e di Vaudreuil e il cavaliere di Boufflers non furono soltanto maestri nell’arte di sedurre, ma da veri figli dei Lumi ambirono ad avere un ruolo nei grandi cambiamenti che si preparavano, e dopo il 1789 seppero affrontare le conseguenze delle loro scelte – la povertà, l’esilio, perfino il patibolo – senza mai perdere l’incomparabile panache che li distingueva. A sua volta, con la «grazia somma della cultura, della curiosità, del pensiero, della scrittura magnifica» che le è stata riconosciuta dai critici, e ancor più dai lettori, l’autrice di Amanti e regine percorre queste sette vite parallele fino all’evento in cui tutte convergeranno – la Rivoluzione – e dopo il quale ciascuno degli «ultimi libertini» seguirà il proprio destino.libro

Benedetta Craveri è una critica letteraria e scrittrice italiana. Laureata in lettere, oggi è una delle massime studiose italiane di lingua e letteratura francese, materia che ha insegnato presso le università di Viterbo e di Napoli.
Acquista notorietà internazionale come autrice di saggi e monografie sulla vita intellettuale dei salotti francesi. Profonda conoscitrice del neoclassicismo transalpino del Settecento e dei primi anni dell’Ottocento, ha curato l’edizione italiana dell’opera di André Chénier. Membro dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, scrive anche per pagine culturali di prestigiosi quotidiani e periodici internazionali, fra cui «La Repubblica», «The New York Review of Books» e la «Revue d’histoire littéraire de la France».
Vive fra Napoli, Roma e Parigi. In quest’ultima città è stata insignita di un riconoscimento prestigioso, quello di “ufficiale” dell’Ordre des Arts et des Lettres e ha collaborato, in qualità di professoressa invitata, con l’Università della Sorbona (2007).

Intervento di Confartigianato sulla delibera dell’assessore Serra

da: ufficio stampa e comunicazione Camilla Ghedini

Apprendiamo dai quotidiani che sulla questione della concessione di piccole distese ad attività diverse dai pubblici esercizi, con possibilità dunque di predisporre tavolini per il consumo immediato ad attività come gastronomie e laboratori artigianali, c’è stato il plauso di tutte le associazioni di categoria e la delibera è passata martedì al vaglio della Giunta. Così almeno ha dichiarato l’assessore competente Roberto Serra. Come Confartigianato, faccio tuttavia presente due aspetti. Il primo, che poco più di un mese fa avevamo espresso perplessità, sollecitando l’assessore ad attuare il provvedimento – previsto per legge – senza le eccessive restrizioni da altre associazioni richieste, convinti come siamo che nessuna competizione si sarebbe verificata con la ristorazione tradizionale. Sarebbe stata anzi l’occasione, puntando più sulla qualità e meno sui vincoli, per coniugare il decoro urbano con la volontà imprenditoriale di attuare investimenti. Ancora, nei giorni scorsi, all’indomani di una lettera inviata alle associazioni, in cui anticipatamente Serra parlava di soddisfazione per l’accordo raggiunto, allo stesso assessore abbiamo replicato, privatamente, che così non era. Nessuna risposta è arrivata. Ora, ci rendiamo ben conto che i provvedimenti vanno avanti in base a specifiche scelte, come è giusto che sia. Riteniamo però che la notizia avrebbe potuto essere trasmessa con toni meno trionfalistici, senza calcare su una inesistente unanimità. Tanto più che ad oggi, il regolamento che fissa quantità, dimensioni, tipologie di tavolini e coperture esterne, non ci è stato sottoposto. Quindi, come Confartigianato, chiediamo cortesemente all’assessore Serra di divulgarlo. A quel punto, e solo a quel punto, potremo esprimerci con cognizione di causa.

Dipendenze, inaugurata a Marano sul Panaro (Mo) una nuova struttura per giocatori d’azzardo patologici

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Dopo l’esperienza reggiana della comunità “Pluto”, una nuova realtà gestita dall’associazione Centro sociale Papa Giovanni XXIII con la Lag. La Regione interverrà supportando i SerT nel pagamento delle rette. In Emilia-Romagna la spesa pro capite per il gioco d’azzardo è di circa 1600 euro l’anno; 1300 i pazienti trattati nel 2015

Bologna – Una nuova comunità per giocatori d’azzardo patologici. E’ stata inaugurata oggi a Festà, frazione di Marano sul Panaro, in provincia di Modena, alla presenza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini. L’obiettivo è replicare l’esperienza della comunità terapeutica “Pluto” di Reggio Emilia, gestita dall’associazione onlus Centro sociale Papa Giovanni XXIII. Sarà proprio la stessa Papa Giovanni XXIII a guidare la nuova struttura di Marano, nella sede concessa in comodato d’uso dal Comune, in collaborazione con l’associazione Lag. La Regione Emilia-Romagna interverrà supportando i SerT (i Servizi per le Tossicodipendenze delle Ausl) nel pagamento delle rette per le persone affette da gioco d’azzardo patologico (GAP).

La Regione Emilia-Romagna si è dotata di un’apposita legge (la n. 5 del 2013) per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio da dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Qualche dato: a livello regionale, il gioco d’azzardo legale comporta una spesa media pro capite di circa 1.600 euro l’anno. Il consumo di gioco, in rapporto al Pil, vede al primo posto Rimini con un 6%, passando per il 5,62% di Reggio Emilia, e il 5% di Modena, Parma e Ferrara. Solo le province di Forlì Cesena, Bologna e Ravenna si attestano sotto il 4,50 % del Pil. Si tratta di indicatori significativi per misurare l’indebitamento patologico e il rischio di usura che deriva da questa propensione al gioco.
In regione il sistema di cura è costituito da circa 40 punti di accoglienza e trattamento che fanno capo ai SerT e ai soggetti del terzo settore accreditati nell’ambito delle dipendenze, e che collaborano strettamente con i servizi. In questo contesto la comunità reggiana “Pluto” è stata la prima in Italia dedicata esclusivamente al trattamento – breve, in regime residenziale – di giocatori.
Complessivamente nel 2015 i servizi hanno trattato circa 1.300 pazienti (erano 512 nel 2010) con dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Sono stati realizzati i corsi di formazione obbligatori per i gestori di locali dedicati al gioco: 42 (dato al 31 dicembre 2015), che hanno coinvolto 800 gestori.

Giovedì 12 maggio una conferenza su “Le nozze di Figaro” di Mozart presso il Circolo Frescobaldi

da: Circolo Culturale Amici della Musica Girolamo

FERRARA – Appuntamento culturale di metà settimana per il Maggio Musicale del Circolo Frescobaldi, giovedì 12 maggio 2016 alle ore 17 presso la sede del sodalizio in via Foro Boario 87.
Il tema sarà una conferenza con innovativa con “recensione immediata” di Athos Tromboni per Le nozze di Figaro di Mozart, allestite pochi mesi fa dal Teatro Regio di Torino, con il meglio dei cantanti mozartiani oggi in attività.
In particolare il relatore parlerà della vocalità belcantista dei protagonisti, tra cui Mirco Palazzi, Vito Priante, Carmela Remigio, Ekaterina Bakanova, mettendoli a confronto con una realizzazione storica incisa anche in disco, e della quale furono protagonisti Anna Moffo, Elisabeth Schwarzkopf, Giuseppe Taddei, Fiorenza Cossotto e altri grandi del passato, diretti da Carlo Maria Giulini.
Al termine della conferenza sarà possibile cenare in Circolo con la formula “Porta la sporta”. Ingresso gratuito.

Venerdì 13 maggio: Giorgio Ciccarelli (ex Afterhours) live presso Circolo Arci Zone K

da: Associazione Zone K

Il Circolo Arci Zone K di Malborghetto di Boara ospiterà venerdì 13 Maggio un altro interessantissimo e prestigioso evento, che vedrà protagonista Giorgio Ciccarelli nel suo progetto solista con la band al completo.
Chitarrista, cantante, autore e compositore, ha pubblicato dischi e suonato con numerose e importanti band (Afterhours, Sux!, Colour Moves).
Ha all’attivo dodici album, oltre a dvd, video e singoli. Si è esibito in Europa, Stati Uniti, Canada, Cina. Praticamente ovunque in Italia: dal teatro Ariston di Sanremo al Leoncavallo di Milano, dal concerto del Primo Maggio a Roma al teatro Petruzzelli di Bari, passando per buona parte dei locali rock della penisola. Ha suonato con e per artisti del calibro di Greg Dulli, Mark Lanegan, Patti Smith e Mina.
Ha scritto e arrangiato pezzi per tutte le band con cui ha pubblicato dischi, vincendo premi in varie categorie.
Era giunto il momento di pubblicare qualcosa a suo nome. “Le cose cambiano” è, di fatto, il primo disco solista di Giorgio Ciccarelli, uscito a Novembre 2015 per XXXV/Comicon Edizioni, con a seguire il tour di supporto.
Dietro e dentro questo disco c’è l’incontro tra due vecchi amici che avevano preso strade diverse destinate, dopo tanti anni, a confluire. Giorgio Ciccarelli e Tito Faraci, alla fine degli anni Ottanta, facevano parte entrambi della scena musicale underground milanese.
Il primo ha proseguito, militando (tra le altre cose) negli Afterhours fino al 2014, e lasciando un segno importante nella produzione di questa band e nel mondo del rock italiano.
Il secondo è diventato uno dei più quotati scrittori di fumetti italiani nonché romanziere, senza mai perdere però la passione per la musica, che si riflette continuamente nelle sue storie. I due si sono ritrovati nel backstage di un concerto dei riformati Colour Moves, gruppo in cui Ciccarelli suonava già ai suoi esordi come musicista, e da quell’incontro è partito un nuovo entusiasmante progetto. E’ così che due mondi artistici diversi si sono uniti: da un lato la musica di Giorgio Ciccarelli dall’altro le parole di Tito Faraci. Un continuo scambio di idee, suggestioni, invenzioni, che ha dato vita a un disco che in realtà è anche molto di più.
Prodotto da XXXV e Comicon Edizioni, Le cose cambiano è soprattutto un progetto ampio ed ambizioso che parte dalla musica, si completa con la scrittura e si espande al mondo dell’immaginario visivo coinvolgendo 12 tra i più interessanti disegnatori del panorama fumettistico italiano che parteciperanno al progetto, interpretando in chiave illustrata ogni singola traccia che compone questo lavoro.
Una produzione crossmediale che unisce il mondo della musica al medium del fumetto, in una simbiosi artistica volta ad aggiungere nuove inedite prospettive ed ampliare, anche grazie ad un accattivante packaging, l’esperienza di ascolto.
Concerto quindi imperdibile al Circolo Arci Zone K che aprirà alle ore 19. Il live avrà inizio alle 22.00 circa. L’ingresso sarà ad offerta libera e riservato ai soci Arci.

Approvata in Giunta Comunale a Ferrara la delibera sulle Distese: gli interventi di Ascom e Fipe

da: ufficio stampa Ascom

“Il nuovo regolamento comunale sulle Distese (settore alimentare ed artigianale) al quale abbiamo dato un concreto e propositivo supporto con proposte e suggerimenti – spiega il direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara Davide Urban – rappresenta un buon punto di equilibrio. Permette da un lato di salvaguardare la ristorazione tradizionale dei Pubblici Esercizi, dall’altro di rendere la città sempre più accogliente, evitando forme di deregulation selvaggia che rischiavano di snaturare il nostro centro storico”.
Un percorso di collaborazione che il presidente provinciale della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi (Fipe – Confcommercio) Matteo Musacci sottolinea “La strada del confronto e del dialogo tra il Pubblico e le Associazioni di categoria produce risultati positivi e condivisi dando a origine ad un iter che deve essere il modello da seguire per il futuro per affrontare il tema dello sviluppo”.

Il 16 maggio proiezione del film “Nessuno mi troverà – Majorana memorandum” presso il cinema Apollo

da: organizzatori

nessunomitroveràEttore Majorana è stato forse il più grande fisico teorico del ‘900, e forse il più noto scomparso della storia dell’Italia contemporanea. La sua sparizione, quasi ottant’anni fa, non smette di produrre quesiti, dubbi, ricerche; le sue intuizioni e i suoi lavori scientifici sono oggi più attuali di quando furono pubblicati.
Cosa è stato di Majorana? Come può uno scienziato considerato da Enrico Fermi dello stesso calibro di Galileo e Newton sparire nel nulla? Quale – ieri come oggi – la vera posta in gioco? Il suo enigma, lungi dall’essere risolto, è diventato un paradigma di questioni scientifiche, politiche, morali, che agitano ancora la nostra società. Attraverso documenti, immagini d’archivio, animazioni da graphic novel, testimonianze, il film scandaglia quel mare di mistero chiamato Ettore Majorana.
Grazie alle approfondite ricerche di Francesco Guerra e Nadia Robotti intorno alla figura e all’attività di Majorana, Nessuno mi troverà
cerca di rispondere cinematograficamente ad alcune di queste domande. Senza la presunzione di fornire certezze, ma senza neppure adagiarsi nelle comode incongruenze di un’immancabile quanto insoddisfacente “verità ufficiale”.

Il film (75 minuti) sarà proiettato in sala con regolare emissione di biglietto. Al termine della proiezione saranno presenti in sala per incontrare il pubblico il regista Egidio Eronico, e Pietro Dalpiaz, fisico sperimentale e professore emerito dell’Università di Ferrara.
http://www.cinecitta.com/IT/it-it/news/45/8352/nessuno-mi-trovera-majorana-in-tour.aspx

 

 

 

Venerdì 13 maggio Sabino Cassese presenta il libro “Dentro la corte” presso la Libreria Ibs+Libraccio

da: ufficio stampa Ibs+Libraccio Eventi Ferrara

«Nelle camere di consiglio tutti si chiamano per nome. L’atmosfera è a metà tra convento e collegio di studenti. Avevano ragione Woodward e Armstrong, nel 1979, nell’intitolare il loro libro sulla Corte suprema americana «The Brethren» (i confratelli)»

Mai fino ad ora un giudice della Corte costituzionale aveva descritto e analizzato il funzionamento di una istituzione così centrale nella vita giudiziaria e politica del nostro paese, comparandola con quelle di altri Stati. Con prosa misurata ma non reticente, sfilano nelle pagine nove anni incandescenti (dal 2005 al 2014), punteggiati da sentenze «storiche» precedute e seguite da polemiche politico-mediatiche anche aspre: dal caso Previti al Lodo Alfano, dall’ammissibilità dei referendum sulla legge elettorale al caso delle intercettazioni al Presidente della Repubblica, alla costituzionalità del Porcellum. Non solo: emergono anche l’impegno per un miglior funzionamento della Corte, lo stimolo a superare inerzie e particolarismi organizzativi, la battaglia per l’affermazione della dissenting opinion che consentirebbe una maggiore trasparenza.

Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, è professore emerito nella Scuola Normale Superiore. Tra i suoi libri con il Mulino: «Lo Stato fascista» (2010), «L’Italia: una società senza Stato?» (2011), «Lo Stato e il suo diritto» (con P. Schiera e A. von Bogdandy, 2013), «Chi governa il mondo?» (2013), «Diritto amministrativo. Una conversazione» (con L. Torchia, 2014) e «Governare gli italiani. Storia dello Stato» (2014).

Stradarts dal 20 al 22 maggio a Milano: il 19 anteprima con spettacoli di arte di strada e circensi

da: Ufficio stampa Fnas

Spettacoli, conferenze, laboratori e mostre alla Fabbrica del Vapore, in via Paolo Sarpi e in piazza Gramsci. Il mondo delle arti di strada e del circo contemporaneo tra sviluppo, normative, servizi e tutela. Un’anteprima il 19 e tre giornate di studio e divertimento organizzate dalla Federazione Nazionale di Arti di Strada e promosse dal Comune meneghino.

Il mondo delle arti di strada e del circo contemporaneo si incontra a Milano durante Stradarts, tre giorni di conferenze, spettacoli, laboratori e mostre. L’iniziativa promossa dal Comune meneghino e organizzata da Fnas (Federazione nazionale arti di strada) dal 20 al 22 maggio, è l’occasione per una panoramica sulle normative, i rapporti con gli spazi cittadini, sull’aspetto previdenziale di una professione ancora poco conosciuta e bisognosa di strumenti legislativi che ne favoriscano lo sviluppo senza snaturarne la creatività. La manifestazione sarà anche un momento di festa, di formazione per gli appassionati e gli operatori di un settore culturale regolamentato in due regioni su 20. Ad ospitare la maratona culturale sono la Fabbrica del Vapore, via Paolo Sarpi, piazza Gramsci, il giardino Lea Garofalo e la Piccola Scuola di Circo, realtà separate ma comunicanti, teatro di eventi e assemblee pubbliche, indispensabili per un confronto con gli amministratori, gli operatori commerciali e gli spettatori. L’obiettivo è raccogliere proposte per sviluppare una politica delle arti di strada moderna, aderente alle esigenze di chi le pratica, le promuove e le frequenta. Si comincia da Milano – città all’avanguardia in Italia che ha regolamentato attraverso l’utilizzo della piattaforma telematica Strad@perta la possibilità di prenotare una postazione per fare spettacolo secondo orari e regole precise – ma si tratta del primo appuntamento di una serie di giornate di studio itineranti italiane. Il 19 maggio l’anteprima di Stradarts propone dalle ore 14 un pomeriggio di spettacoli a cappello in via Paolo Sarpi, il miglior modo per coinvolgere la città nell’evento che alle 18, alla Fabbrica del Vapore entra nel vivo del programma con un confronto aperto con amministratori, operatori commerciali, polizia municipale, cittadini e artisti.

Le Conferenze
Il 20 maggio la Fabbrica del Vapore, alle 10.30, ospita la conferenza d’apertura Arte di strada e politiche di sviluppo, introdotta dal presidente della Fnas, Giuseppe Boron e partecipata dagli assessori Ilda Curti, Politiche giovanili del Comune di Torino, Chiara Bisconti alla Qualità delle Vita del Comune di Milano e del consigliere comunale milanese Luca Gibillini, dalla giornalista Arianna Di Cori di Repubblica e testimone attiva delle problematiche delle arti di strada a Roma. L’appuntamento fa il punto delle politiche nazionali e locali italiane partendo dai dati relativi alla sperimentazione Strad@perta di Milano e dai risultati dell’applicazione del regolamento di Torino per arrivare agli orientamenti nazionali e alle nuove politiche legate al Fondo Unico dello Spettacolo. Tra gli incontri in programma anche quello più strettamente connesso alle funzioni sindacali di Fnas tra formazione, bandi, servizi per le aziende culturali e gli organizzatori di manifestazioni del settore.
Dibattiti
Dalla libera espressione al professionismo artistico fino alla umanizzazione degli spazi cittadini e alla latitanza di normative per sostenere la maternità e le famiglie degli artisti itineranti. Sono alcuni dei temi trattati nel corso di incontri a tema previsti da Stradarts, che tra le altre iniziative, contempla laboratori, tavoli di lavoro e presentazioni di nuove realtà a misura di circo contemporaneo e dei suoi cambiamenti.
L’intero programma su www.stradarts.it

Cibus consumi: con il tutor delle carni Italiane risparmi fino al 50%

da: ufficio stampa Coldiretti Emilia-Romagna

Tagli dimenticati per ricette tradizionali e creative

Tutor delle carni italiane in azione da Cibus, dove, in una lezione dal vivo e un cooking show dimostrativo, ha illustrato come è possibile risparmiare fino al 50% con l’acquisto di tagli alternativi, meno conosciuti e più economici, ma anche più adatti alla ricetta che si vuole portare in tavola, senza rinunciare alla qualità italiana.
Il tutto è avvenuto allo stand di Coldiretti Emilia Romagna (padiglione 7, stand 63), dove il tutor Michele Fogliati dell’aziende agricola An.fo.ra di Parma ha spiegato come scegliere i pezzi di carne più adatti in cucina, valorizzare quelli a minor costo e consigliare dove fare acquisti di qualità direttamente dagli allevatori. Per il tutor si è trattato di un debutto con l’indicazione di alcuni tagli di bovino da utilizzare per ricette ricavate da altri tagli più noti e costosi.
Fogliati ha dimostrato come il “Cuore del Reale”, un taglio nella parte anteriore di una mezzena bovina può sostituire il filetto in cucina, risparmiando quasi il 40% (da circa 42 euro del filetto a 26 euro del “Cuore del Reale”). Sempre nella parte anteriore della mezzena si trova la “Soprapaletta” adatto da utilizzare come fettina o come straccetti con costi inferiori del 30% rispetto ai tagli utilizzati normalmente. Sempre come fettine o straccetti anche in questo caso risparmiando il 30 per cento può essere usato anche il tenero e succoso il “Fiocco di pancia”. Ma l’asso nella manica del tutor delle carni italiane è stato il recupero di un taglio che non viene più utilizzato, appartenente al cosiddetto quinto quarto, cioè le frattaglie. Di queste si utilizzano meno raramente la lingua (ottima quella salmistrata), il cuore, il fegato, ma non si usa quasi più il “diaframma” che è il taglio che contiene in assoluto più ferro di tutta la carne bovina. Anche questo taglio è ottimo per ricavarne teneri e succosi straccetti e fettine.
I tagli meno pregiati del bovino da poter utilizzare in cucina – continua la Coldiretti – sono tantissimi: si va dal collo, taglio di terza categoria dalla carne gustosissima (ottima per bolliti o stracotti, ma anche per preparare polpette e ragù), alla punta di petto, taglio molto economico che può essere usato per preparare buoni arrosti, ma anche gustosissimi brodi. E ancora dal campanello, che è un piccolo taglio molto apprezzato per fare bistecche da cuocere sulla brace, ma anche per spezzatini, stracotti e stufati a cui aggiungere del vino, pomodoro e verdure, al geretto, detto anche muscolo, che – suggerisce la Coldiretti – risulta particolarmente adatto per la preparazione di ossibuchi e stufati. Del maiale invece – afferma la Coldiretti – non sono solo buoni il prosciutto o l’arrosto, ma anche la cotenna (pelle ripulita e raschiata dalle setole) che viene molto spesso utilizzata, soprattutto al sud per insaporire sughi o minestre e viene poi mangiata come una semplice bistecchina. Le costine, che sono la parte finale delle coste, invece, risultano molto saporite se cotte alla griglia. Ancora, del pollo – conclude la Coldiretti – non esiste solo il famoso petto o i fusi, ma ottime risultano anche le zampe, le ali e il collo normalmente utilizzati nella preparazione di brodi o le famose frattaglie, dette anche rigaglie che comprendono fegato, cuore e stomaco adoperate in tutte la cucine tradizionale del Bel Paese.

Il 13 maggio Erika Brandalesi presenta il libro “I disturbi dell’umore nel paziente straniero”

da: Centro Documentazione

Biblioteca del Centro Documentazione Donna via Terranuova 12/b – Ferrara venerdì 13 maggio 2016 ore 17
Converserà con l’autrice Maria Elena Cirelli

Erika Brandalesi è sempre stata appassionata di usi, costumi e tradizioni delle diverse culture e, nello stesso tempo, si è più volte interessata ai disturbi mentali. Per questo motivo all’università decise che la sua formazione professionale si sarebbe focalizzata sia su aspetti psichici sia culturali, e in particolare sulle diverse forme di sofferenza che può provare un immigrato.
In questo studio si è proposta di capire se, attraverso la collaborazione dei mediatori culturali, sia possibile rilevare alcuni dei fattori che contribuiscono ai disturbi dell’umore nel paziente straniero, oltre che ottenere maggiori informazioni relative all’interazione di aspetti psichici e culturali nel paziente stesso.
I risultati della ricerca sono dati dalle considerazioni generali e specifiche. Queste ultime sono rivolte a mostrare come le interpretazioni psichiatriche e quelle delle mediazioni, possano proporre due modi differenti di considerare lo stesso disturbo mentale.
Le considerazioni generali, invece, sono fattori emersi con maggiore frequenza, come ad esempio: l’impatto all’arrivo, la solitudine, la nostalgia, le discriminazioni percepite, la difficoltà di integrazione, la difficoltà nell’identificazione culturale, ecc.
Questo libro non è solo rivolto a coloro che credono nell’importanza del mediatore culturale nei servizi per migranti, ma anche per quelle persone che vogliono avvicinarsi a un approccio interculturale verso ciò che ritengono “diverso” da loro.

Erika Brandalesi è dottoressa in psicologia clinica-dinamica. Da tempo si occupa di disagio psichico dei migranti e ha svolto diverse ricerche e tirocini a Padova, Monselice, Bologna e Ferrara. Ha anche pubblicato con la casa editrice La Carmelina Cibo migrante, tavola mutante! (Ferrara, 2015) e prossimamente sarà presente sul web il suo sito www.air.education

Ad Anatomie della Mente Stefano Caracciolo parla di “Verso ‘L’Infinito’ e oltre.. Pessimismo e Malinconia nella vita breve e dolorosa di Giacomo Leopardi”

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Domani, giovedì 12 maggio, alle ore 16.30 nella cornice della Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea (via Scienze, 17), si terrà il nuovo appuntamento del ciclo di Anatomie della Mente, le conferenze dei Giovedì di Psicologia a cura di Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, giunto quest’anno all’ottava edizione e con accesso libero e gratuito per tutta la città.

“Verso ‘L’Infinito’ e oltre..”. E’ questo il titolo della conferenza nel corso della quale Caracciolo, parlerà del pessimismo e della malinconia nella vita breve e dolorosa di Giacomo Leopardi…“Giacomo Leopardi (Recanati 1798-Napoli 1837), conte e poeta, figlio obbediente prima e ingrato poi di un padre severo e autoritario, ha avuto vita breve e dolorosa.. Il Morbo di Pott, da cui Leopardi era affetto, è una variante della tubercolosi in cui il micobatterio non si localizza nei polmoni, ma danneggia i corpi vertebrali, che si distruggono e collassano. Ne derivano, come nel caso del poeta, sintomi scheletrici (cosiddetta “gobba”: Leopardi ne aveva due, una anteriore e una posteriore, definita scherzosamente “il mio astuccio per le ali”), neurologici (dolore da compressione nervosa, parestesia e sintomi visivi) e sintomi cardiorespiratori che spesso conducono alla morte. Leopardi soffrì per tutta la sua vita, cercando di lottare contro la malattia e imponendosi ritmi di studio incredibili sulle sue ‘sudate carte’, spesso scrivendo in ginocchio fino a tardi la notte. Attraverso le immagini d’epoca ed i filmati tratti da documentari e dal ‘Giovane Favoloso’ di Mario Martone, la figura di Leopardi sarà riesplorata alla luce della psicologia e la sua opera riletta con il metodo psicobiografico, con una analisi psicoanalitica della sua poesia più celebre: ‘L’Infinito’.

Quindici specie dell’Orto Botanico di Unife mappate con etichette interattive

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Grazie ad una App è possibile visualizzarle e conoscerle su smartphone e tablet

Grazie alla collaborazione con Florintesa, progetto finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per potenziare la rete nazionale degli Orti Botanici universitari e dei Giardini Storici attraverso iniziative di divulgazione sulla Flora d’Italia, a maggio sono state realizzate delle nuove etichette interattive per quindici specie presenti all’Orto Botanico ed Erbario dell’Università di Ferrara.

Queste etichette sono dotate di QR code e permettono, aprendo i “quadratini magici” con una App installata su smartphone o tablet, di visualizzare, per ciascuna specie, una “nuvola di etichette”, word cloude, attraverso la quale è possibile leggere notizie e ammirare immagini relative alle piante mappate. Le word cloude, permettono inoltre di approfondire aspetti culturali, artistici, simbolici e mitologici delle specie in esame.

Le nuvole di etichette possono essere visualizzate anche da computer, grazie ad una mappa interattiva su Google maps, dove cliccando sul simbolo del fiore, si possono avere informazioni sulla posizione della pianta all’interno dell’Orto Botanico ed Erbario e si può accedere ad una descrizione dettagliata.

Ecco le specie mappate:

Aquilegia vulgaris (Aquilegia), Convallaria majalis (Mughetto), Corylus avellana (Nocciolo), Ficus carica (Fico), Fragaria vesca (Fragola di bosco), Hedera helix (Edera), Iris germanica (Giaggiolo), Laurus nobilis (Alloro), Myrtus communis (Mirto), Nerium oleander (Oleandro), Nymphaea alba (Ninfea bianca), Picea abies (Abete rosso), Punica granatum (Melograno), Quercus robur (Farnia), Vinca minor (Pervinca).

Il Cus Ferrara nuoto: ottimi risultati a Mirandola

da: ufficio stampa Cus Ferrara

A Mirandola, poco tempo fa, si sono svolte le finali della XXXVI Combinata degli
Stili. Il Cus Ferrara Nuoto ha ottenuto ottimi risultati nella categoria
Esordienti. Si segnalano il terzo posto di Elena De Carli nei 100 misti B1
femmine, il terzo ed il quinto posto rispettivamente di Mirko Gonelli e Dario
Polastri nei 100 misti della categoria A1 maschi, il 13esimo posto di Agnese
Gulmini nei 100 misti A2 femmine, il settimo posto di Edoardo Aguzzi nei 100
misti Ragazzi 1, il 12esimo posto di Sara Pasqualini nei 100 misti Ragazzi
femmine ed il 12esimo di Matilde Santinato nei 100 misti Junior femmine.

Il 14 e 15 maggio a Ferrara “I Sapori di Ferrara Store”

da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

E non c’è due senza tre: Ferrara Store il negozio di enogastronomia tipica ferrarese (in piazza della Repubblica) festeggerà il 14 e 15 maggio al Palazzo della Racchetta in via Vaspergolo i suoi tre anni di inizio attività all’ombra del Castello Estense.
Dopo l’inaugurazione sabato alle ore 11 si procede con mostre e degustazioni di prodotti tipici mentre alle 18.00 sarà il momento dell’aperitivo in musica con momenti di intrattenimento dedicati ai più piccini. La due giorni de “I Sapori di Ferrara Store” – promosso ed organizzato per l’appunto da Ferrara Store – avrà il suo culmine domenica alle 13.00 con il pranzo dedicato alle Delizie estensi e nel pomeriggio (alle ore 17.00) un degustazione a cura dell’Associazione Italiana Sommelier incentrata sui vini del Bosco Eliceo tra storia ed enografia.
“Abbiamo ritenuto di creare un momento sempre più ampio per la nostra enogastronomia – spiegano Matteo Faccini ed Umberto Paltrinieri, i motori di Ferrara Store – un tesoro che è attorno a noi e che costituisce insieme passato, presente ed anche futuro per un turismo che sempre più cerca non solo saperi ma sopratutto sapori e gusti autentici ed inimitabili come quelli di Ferrara”
Un lavoro di promozione e valorizzazione dell’enogastronomia tipica che vede Ascom e la Fipe sempre in prima linea come spiega Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe: “Ferrara Store è un esempio imprenditoriale di chi crede nel proprio lavoro puntando su quella ricchezza assoluta che è il patrimonio enogastronomico di questa nostra terra”.

INSOLITE NOTE
Un viaggio nella memoria con Marco Cantini

Marco Cantini, cantautore fiorentino, è l’autore di questo viaggio nel tempo, diviso in tre atti, un concept storico-generazionale di 15 canzoni che racconta le vicende di un professore bolognese, “Siamo noi quelli che aspettavamo” è un bestiario rivoluzionario sul graduale passaggio da una condizione migliore a una peggiore, da ricercatore a insegnante a chiamata. La trasposizione temporale crea il pretesto per incontrare artisti e scrittori nei giorni in cui prendevano coscienza delle loro capacità: Pier Vittorio Tondelli, Andrea Pazienza, Frida Kahlo, Filippo Scozzari, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini, Massimo Mattioli.
E’ la nostalgia o la voglia di comprendere i tanti fallimenti che porta il protagonista a voltarsi indietro e a sognare di ritornare a Bologna, nel 1977, tra le prime radio libere, i carri armati di Stock 84, le barricate del movimento studentesco e gli scontri con la polizia. Nei giorni in cui perde la vita Francesco Lorusso, il punk-rock domina i concerti giovanili e comincia ad affermarsi, attorno al Dams, un fermento artistico che condizionerà i decenni successivi.

La copertina dell'album Siamo noi quelli che aspettavamo
La copertina dell’album Siamo noi quelli che aspettavamo

“Pazienza” è il titolo del pezzo dedicato ad Andrea Pazienza, il fumettista e pittore scomparso a soli 32 anni, autore di “Zanardi” e “Gli ultimi giorni di Pompeo”, disegnati con il caratteristico tratto essenziale, così come questo brano e il video che ne è stato ricavato. Canini tratteggia un ritratto di avanguardie sospese o, come recita il testo: “La più bella striscia di fumo sulla terra”, partendo dal ritorno a Montepulciano, ultimo tratto del suo cammino.
“Cinque ragazzi” riporta ancora al mondo dei fumetti, tanto in voga in quel periodo, ai tempi delle riviste “Cannibale” e “Frigidaire”, che rivoluzionarono la satira italiana, proseguendo l’esperienza de “Il Male”. La canzone pur struggente è quasi ballabile, grazie al ritmo imposto dalla fisarmonica suonata da Giacomo Tosti.
“Technicolor” introduce il secondo atto e porta il professore negli anni ’80, dove l’edonismo e la televisione commerciale spazzarono via il bianco e nero della perduta innocenza. Cantini canta con Giorgia Del Mese, proponendo una ballata dal sapore cantautorale, in cui elenca i miti di quel periodo, accompagnato dall’evocativo piano Hammond di Lele Fontana e dal malinconico violino di Francesco Moneti.

Il Professore incontra Pier Vittorio Tondelli in “Soffia profondo Pier”, uno dei brani più belli e centrali del disco, arricchito dall’intervento al sax di Claudio Giovagnoli. Il passo successivo, nella canzone “L’esilio”, vede la pittrice messicana Frida Kahlo accogliere Trockij nella casa Azul, con la voce di Letizia Fuochi che affianca quella di Cantini.
Prima del risveglio, ancora nella seconda parte, l’incontro è con Federico Fellini nel brano “Vita e morte di Federico F.”. Qui il sogno si sposta in Messico alla ricerca di Castaneda, per la sceneggiatura di un film che non sarà mai girato.

Marco Cantini
Marco Cantini

Il terzo atto porta “Fuori dal sogno” e la decisione di andare via dal paese, un “Preludio all’addio” che si compirà con “In partenza”, l’ultimo brano che ci lascia con un paradosso: “Pensa liberamente, ma ubbidisci per sempre”.
L’opera si avvale di importanti collaborazioni: da Erriquez della Bandabardò e Francesco Moneti dei Modena City Ramblers a Giacomo Tosti, Bernardo Baglioni, Luca Lanzi della Casa del Vento.

Il secondo disco di Marco Cantini compie un viaggio nella memoria, dove luoghi, situazioni e personaggi sono soltanto apparentemente lontani dal presente. Il progetto musicale è fuori dagli schemi e dalle logiche di mercato, ma Cantini riesce a compiere il suo ambizioso viaggio nel tempo con lucidità intellettuale e talento musicale. Quegli anni ce li racconta un ragazzo nato nel 1976 e noi, che abbiamo qualche anno in più, cogliamo l’occasione per ricordare e riflettere.

Il video ufficiale di “Pazienza”

ECOLOGICAMENTE
La raccolta differenziata in Europa

Nella gara a chi promette di fare maggiore raccolta differenziata (promette…) credo valga la pena, ogni tanto, mettere la testa fuori dal contesto italiano per capire se questo obiettivo è condiviso e soprattutto perseguito a livello europeo. A questo proposito consiglio la lettura di un recente rapporto presentato dalla Commissione Europea che ridimensiona molto alcune presunzioni di primeggiare.
Prima però una piccola premessa, un elenco di cose da fare forse note, ma che è comunque sempre bene ricordare:

  • introdurre sistemi di raccolta differenziata obbligatoria per alcune frazioni di rifiuti urbani e rendere obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti biologici;
  • introdurre definizioni chiare su cosa si intende per raccolta differenziata nella legislazione nazionale e fare riferimento a standard di riciclaggio e trattamento di alta qualità;
  • definire cosa si intende per standard di alta qualità, standard di trattamento elaborati e applicarle;
  • investire nei sistemi di trattamento meccanico biologico solo in connessione con l’introduzione di sistemi di raccolta differenziata;
  • riconsiderare la necessità di investire / installazione di impianti di incenerimento per rifiuti urbani non differenziati;
  • chiarire i metodi di calcolo della produzione di rifiuti solidi urbani, rifiuti domestici e il loro riciclo.

La Commissione Europea ha presentato di recente lo studio “Assessment of separate collection schemes in the 28 capitals of the EU” (redatto dal Copenhagen Resource Institute e dal German consultancy-Bipro), che compara le prestazioni in tema di gestione rifiuti e raccolta differenziata nelle capitali europee, individuando le migliori esperienze e i motivi del loro successo. Lo studio analizza il quadro giuridico e l’attuazione pratica dei sistemi di raccolta differenziata per metallo, plastica, vetro, carta e rifiuti organici, valutando sia il contesto nazionale sia i casi specifici delle capitali. Dopo aver elencato una serie di indicatori utilizzati per la valutazione, il rapporto stila la classifica dei cinque migliori risultati tra le capitali europee per la raccolta differenziata (Lubiana, Helsinki, Tallinn, Dublino e Vienna) rilevando anche una serie di elementi comuni identificandoli come probabili fattori di successo.

Sulle politiche di “open access” – accesso libero ai risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici – per favorire la ricerca e la formazione di politiche fondate sull’informazione si tiene un interessante convegno che si terrà a Ravenna venerdì 20 maggio. L’obiettivo è avere anche nel settore dei rifiuti una visione d’insieme in termini di generazione, standardizzazione, disponibilità e confrontabilità dei dati su larga scala, in modo che le decisioni strategiche riguardanti la conservazione e il miglioramento dei parametri ambientali possano essere valorizzati in ottica di sostenibilità delle politiche generali dell’ambiente.
Per approfondire e partecipare http://www.labelab.it/ravenna2016/events/workshop-g-open-data/

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Europa e ambiente piccole gocce in un mare di guai

“Dal mulino si scorgeva la corrente”

L’acqua ha invaso le golene e i giovani pioppi si rispecchiano sull’acqua sotto un cielo denso e minaccioso. Le piene del Po sono uno spettacolo e una curiosità per tanti di noi, ma sono state dramma e dolore per tanti altri. Raramente ci fermiamo a pensare alla delicatezza e alla fragilità di questa parte del nostro paesaggio e, altrettanto raramente, siamo consapevoli di quanto il fiume e gli altri corsi d’acqua, piccoli e grandi, naturali o scavati dall’uomo, abbiano contribuito a modellare il paesaggio che oggi abbiamo sotto gli occhi.

Dal mulino si scorgeva la corrente, l’immane flusso della piena fremere e ribollire infuriando sulla punta, scrosciare e rimbalzare, fuggire con una fila di gorghi e di risucchi avidi e astiosi. Affioravano e affondavano veloci, i più diversi oggetti; e qualcuno veniva spinto dalla corrente nell’acqua pigra, aggirato a lungo, respinto e ripreso.” (Riccardo Bacchelli, “Il mulino sul Po”)

Foto di Stefania Frabattista

In foto: il piume Po in piena, nei pressi di Francolino (Ferrara)

Molto curiosa la coincidenza sul tema: per ricordare il 125esimo anniversario della nascita di Riccardo Bacchelli (Bologna, 19 aprile 1891 – Monza, 8 ottobre 1985) e vivificare un classico della letteratura italiana, ieri il quotidiano La nuova Ferrara ha dedicato un’intera pagina alla ricorrenza, tra cui un articolo di Matteo Bianchi intitolato “Un viaggio lungo il fiume tra le pagine di Bacchelli”.

logo-korakoinè*KoraKoinè è un’Associazione di promozione sociale e culturale nata a Ferrara nel 2014. Tra le finalità, quella di promuovere iniziative volte alla sensibilizzazione e diffusione della cultura del territorio, in accordo con l’art.9 della Costituzione italiana, che tra i principi fondamentali riconosce la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio della nazione.

Clicca qui per visitare la pagina Facebook dell’associazione

 

Cultura

Karl Kraus
Karl Kraus

Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno. (Karl Kraus)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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