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Giorno: 23 Maggio 2016

Mercoledì 25 maggio Geoff Farina in concerto al Circolo Arci Zone K

da: Associazione Zone K

Un altro imperdibile concerto al Circolo Arci Zone K di Via Santa Margherita 331 a Malborghetto Di Boara, in collaborazione con Pentagon Booking, mercoledì 25 maggio salirà sul palco Geoff Farina, storico leader dei Karate, una delle più interessanti band del panorama indipendente degli Stati Uniti, i Karate, nell’unica data in Emilia Romagna.
La storia che ci interessa comincia a Boston, nel 1988, dove Geoff studia songwritng al prestigioso Berklee College of Music e dove è fin troppo facile trovare gente che voglia suonare e metter su una band. Geoff è il classico ragazzo da jeans, maglietta e cameretta. Qui lui si rinchiude e studia, suona, crea, ripara amplificatori danneggiati, immerso nel suo mondo fantastico dove la musica è pressoché tutto, la linfa che alimenta morbosamente ogni aspetto della sua vita. Dopo aver completato gli studi al Berklee, Farina frequenterà un master all’Università del Massachusetts sulla tecnologia del suono, discutendo una tesi sulla storia della sintesi del suono analogico.
Geoff in quegli anni incontra la bellissima Jodi Buonanno, figura che sarà presente in gran parte dei suoi progetti musicali. Insieme mettono su un duo dal nome tra lo spocchioso e il profetico, Secret Stars. Ma Jodi non è certo l’unica persona che suona a Boston e Geoff ha gioco facile nell’intrattenere numerosi altri rapporti con giovani musicisti. Entra così in contatto con Gavin McCarthy, un bravo batterista di area jazz, e con Eamonn Vitt, bassista e suo compagno al college.
Con loro decide di mettere su un progetto un po’ diverso e decisamente più ambizioso rispetto ai Secret Stars, e il nome scelto è quello dell’arte marziale più famosa al mondo. Se con Jodi Bonanno le atmosfere sono decisamente minimal, drone e rilassate, con voci e chitarre dolci ed evanescenti, i Karate pescano tra quello che un po’ tutti i giovanissimi musicisti professionisti, amanti della musica a tutto tondo, almeno all’inizio fanno. Suonano rock, funky e jazz, come viene classicamente insegnato al college. Ma i confini della riproduzione fedele di questi generi stanno presto stretti ai tre quando fuori dalle aule. Decidono, in modo naturale, di sperimentare nuove frontiere suonando sempre musica rock, ma nella sua accezione più postuma (Codeine e Slint sono sicuramente nelle loro orecchie in quegli anni) fuso con semplici, classici ma più rudi inserti jazz e funky, il tutto magicamente ricondotto nell’universo hardcore.
Nel 1996 i Karate riescono a ottenere un contratto discografico per la pubblicazione dell’omonimo Lp d’esordio. “Karate” è l’album che di fatto introduce solo timidamente il sound che caratterizzerà invece in modo peculiare la futura produzione della band. Il suono è infatti piuttosto duro e atono, con pezzi classicamente post-hardcore (“Trophy” “Bad Tattoo” e “Bodies”) che si alternano a momenti decisamente slowcore, ovvero i momenti più esaltanti dell’album (su tutti “Every Sister” e “Caffeine Or Me”, con note di merito pure per “If You Can Hold Your Breath” e “What Is Sleep”).
“Karate” esce per la Southern e vede la collaborazione tecnica di Wally Gagel (Folk Implosion, Eels, Vampire Weekend, Bon Iver) che li registra ai Fort Apache Studios di Boston, e di John Loder (Jesus and Mary Chain, Fugazi, Shellac) che masterizza l’album agli Abbey Road di Londra. Il suono è alternativamente lento e veloce, ma sempre rude e malinconico, e quell’“hey, sugar” gridato all’inizio di “Gasoline” diventerà presto l’urlo liberatorio dei primissimi fan della band nei piccoli, ma sentiti e partecipati live. Inizia infatti a formarsi uno zoccolo duro di fan che, come lo stesso Farina dichiarerà in futuro, non varierà molto nel tempo, dando la sensazione alla band di suonare sempre per le stesse persone, che non mancano un live negli Stati Uniti, ma soprattutto in Europa, dove i Karate hanno, se vogliamo, il loro vero successo.
I Karate, che nello stesso anno vedono l’ingresso ufficiale in formazione di Jeff Goddard al basso, e il conseguente spostamento di Eamonn Vitt alla seconda chitarra, sono una band di musicisti professionisti che, contrariamente alla stragrande maggioranza delle formazioni della scena underground e alternative planetaria, hanno studiato musica nei luoghi classicamente deputati a ciò. Il fatto che si mettano a comporre e suonare musica che è a metà strada tra il dilettantismo viscerale post-core e il tecnicismo jazz o funky è frutto della loro formazione e della loro geniale voglia di sperimentare fuori dagli schemi classici, o meglio rompendo gli stessi, comunicando il classico disagio giovanile con il mezzo che risulta essere maggiormente nelle loro corde, l’hardcore.
Il 1997 è probabilmente l’anno più prolifico nella carriera musicale di Farina. Vengono infatti pubblicati ben tre album:”Genealogies” con i Secret Stars, “Usonian Dream Sequence” come lavoro solista a suo nome e “In Place Of Real Insight” con i Karate. Viene dato alle stampe anche un singolo, “Sanity Assansins”, ancora con i Secret Stars.
Arriviamo così al 1998, anno in cui i Karate sono nuovamente un trio per l’abbandono di Eamonn Vitt, che preferisce dedicarsi appieno ai suoi studi di medicina piuttosto che proseguire la carriera nel mondo della musica. Ma questa novità non scalfisce affatto la vena artistica della band. Lo conferma “The Bed Is In The Ocean”, forse il capolavoro dell’intera produzione targata Karate e Geoff Farina. L’apice tecnico ed emotivo, la sintesi perfetta e l’equilibrio funambolico tra lo spirito hardcore e la mente fusion.“There Are Ghost” con quell’incipit, “so quiet”, che mette i brividi ad ogni ascolto, i virtuosismi stilistici di “The Same Stars”, il lunghissimo finale strumentale, da standing ovation e lacrimoni, di “Outside In The Drama”, la dilaniante e disperata vena malinconica dell’ultima, immensa, “Not To Call The Police”. Non mancano momenti più decisi ed energici che mediamente si concentrano nelle parti centrali e finali di alcuni brani (“Diapazam”, “Up Nights”), ma l’atmosfera è decisamente più serena e rilassata: si ha la sensazione di trovarsi di fronte all’opera di una band matura, che non vuole stupire per il rumore o per l’angosciante lentezza, ma che punta dritto al cuore (i testi sono i più curati e ricercati di sempre) e alle orecchie di un pubblico più esigente.
Il momento più intenso dell’album è a metà strada, con “Last Wars”. Una ballad, lenta, jazzata, che parla velatamente di guerre e genocidi. Quella frase poi, “the bed is in the ocean while guns are on the trains”, diventerà presto una parola d’ordine di riconoscimento per i fan della band.
La passione per l’Italia, la terra dei suoi avi, della moglie, oltre che degli innumerevoli artisti con i quali Geoff porterà avanti progetti paralleli nel corso della sua carriera, lo porterà spesso a esibirsi, in contesti raccolti e selezionati, nel Belpaese.
Geoff Farina oggi continua a suonare e a girare il mondo con i suoi progetti musicali. È anche docente universitario e insegna storia della musica alla DePaul University di Chicago, la città dove vive stabilmente da anni. Ha scritto di musica per varie riviste del settore e possiede una notevole collezione di chitarre, esposta in parte anche sul suo sito internet. Geoff Farina ama la musica come pochi, e pochi lo amano quanto meriterebbe. Quei pochi, in compenso, sono persone molto fortunate.
Appuntamento unico da gustare nell’atmosfera intima del Circolo Arci Zone K che aprirà per l’occasione alle ore 20. L’inizio del concerto è previsto invece per le ore 22.
L’ingresso sarà riservato ai Soci Arci. Per informazioni e prenotazione dei

Triathlon: Gozzo 12esimo

da: Addetto Stampa Cus

Sabato 21 ad Oderzo si è svolta gara sprint che ha visto impegnato Gozzo Massimo
classificatosi 12o di categoria e 98 assoluto. domenica 22 invece sprint di
Cervia cha ha visto impegnati i cussini Mirko Bertasi e Giraldi David in una
gara molto veloce, mentre spostandoci a Lovere si sono tenuti tostissimi
campionati italiani di mezzo iron man cui ha partecipato Ghinelli Paolo, ottimo
finisher sulla distanza media.

Prossime gare il 28/5 a Barberino del Mugello e Elba

Golf: il ‘Re’ spopola in via Gramicia

da: Addetto Stampa Cus

Domenica 15 maggio si è svolta sul percorso di via Gramicia la tanto attesa gara
sponsorizzata da “il Re”, catena di negozi a Ferrara che curano la progettazione
per la casa e l’arredamento. Risultati condizionati
dal terreno reso “molle” dalle abbondanti piogge dei giorni precedenti. Pioggia
che ha fatto la sua comparsa anche nella giornata di gara costringendo gli
organizzatori a sospendere per impraticabilità del percorso di gioco e rendere
valido, solo per le classifiche, il
risultato ottenuto dai giocatori nelle prime 9 buche. Al termine la premiazione
(risultati in allegato) e ricco buffet offerto dallo sponsor per una serata nel
segno della convivialità e dell’amicizia. Ecco i vincitori: 1° lordo Luigi
Barioni (16 punti), 1° netto 1° categoria Alessandro Colombari (17 punti), 1°
netto 2° categoria Luca Forlani (21 punti), 1° netto 3° categoria Matteo
Guidoboni (23 punti), 2° netto 1° categoria Riccardo Campi (17 punti), 2° netto
2° categoria Nicolò Pantaleoni (20 punti), 2° netto 3° categoria Edoardo Felloni
(22 punti), 1° senior Gianni Zaccarini (20 punti), 1° Lady Rossella Fantuzzi (16
punti), 1° categoria 37-54 Renata Raimondi (14 punti).
dott. Corrado Magnoni

Riuscito il 1° Campionato interscolastico ForEver Ferrara I-Playsport Ferrara dedicato alle disabilità

da: Ufficio Stampa I-Play Sport

Si è svolto, mercoledì 18 e giovedì 19 maggio, il Campionato interscolastico ForEver Ferrara dedicato alle disabilità, organizzato da I-PLAYSPORT FERRARA, che ha visto coinvolti gli istituti scolastici del Liceo Carducci, dell’istituto Navarra, dell’Istituto Bachelet e dell’I.T.I. Copernico e l’Associazione Sportiva Format nonché il Liceo Roiti con i suoi giovani arbitri, il cui eccellente lavoro ha permesso la piena riuscita della giornata di atletica. È stata una due giorni all’insegna dello sport puro nella sua più sana ed ampia accezione. Benchè non si sia trattato di un campionato agonistico gli atleti scesi in campo sia per l’atletica leggera, nel Campo Scuola Sportivo, che per il Baskin presso il Pala 4 Torri, non si sono certo risparmiati ed hanno dato il meglio di se. Alla manifestazione, nei due giorni di attività, erano quasi cento tra atleti, docenti, arbitri e tutor e addirittura giovanissimi tifosi di una classe delle scuole elementari giunti con striscioni e cartelli a spronare un loro giovanissimo compagno. La prima giornata, dedicata all’atletica leggera, che ha visto cimentarsi gli atleti nelle specialità di 50 ed 80 metri, salto in lungo e Vortex, si è conclusa con le premiazioni, fatte in base alla classifica stilata dai giudici di gara. A premiare gli atleti, il presidente regionale della FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettive Relazionali) Alessandro Grande. La seconda giornata, dedicata al Baskin, svoltasi presso il prestigioso Pala 4T di Ferrara, ha visto la presentazione di questa disciplina sportiva al pubblico presente da parte di Matteo Vaianella, allenatore della Calimero Baskin Ferrara, una delle squadre più quotate a livello nazionale, il quale ha spiegato ai presenti i principi e le regole del Baskin. Ne è seguita una accesa partita tra due formazioni del Calimero Baskin con la partecipazione di studentesse dell’Istituto Bachelet. Il Baskin è uno sport creato per permettere l’integrazione di atleti normodotati con atleti affetti da disabilità i quali possono giocare insieme senza alcun problema. Matteo Vaianella, operatore nazionale sportivo per disabili A.S.I. è anche uno dei responsabili del “Progetto Baskin – un nuovo sport per l’integrazione”. I ringraziamenti per la riuscita di questa manifestazione, che rientra in un più ampio progetto di I-PLAYSPORT FERRARA, vanno al CIP – Comitato Italiano Paralimpico – ed al Comune di Ferrara, nelle persone del Sindaco Tiziano Tagliani e dell’Assessore allo Sport Simone Merli, che hanno patrocinato l’evento, alla FISDIR – Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettive Relazionali- che ha patrocinato e sponsorizzato la manifestazione ed agli sponsor SANIBOL Ferrara –Laboratorio Ortopedico-, DECATHLON Ferrara, BRUNI Sport e KRIFI Caffè Ferrara. Un ringraziamento, per il grande supporto fornito, all’A.S.D. Sport Integrato di Ferrara, a UISP Ferrara, alla società 4 Torri Basket di Ferrara ed alla Contrada Borgo San Luca, da sempre impegnate per il sociale. Giusta menzione va fatta per FERMAC Ferrara che, insieme a DECATHLON Ferrara ed a YUJO Ferrara, neonata associazione culturale ferrarese, ha consentito ad I-PLAYSPORT di vestire a nuovo il CALIMERO Baskin con delle bellissime uniformi da gioco ed un nuovo set di palloni con cui i ragazzi della squadra rappresenteranno Ferrara al prossimo Campionato Nazionale. Dopo la riuscita della manifestazione è ormai certo che vi sarà la seconda edizione per il 2017. Questo è uno dei progetti di I-PlaySport dedicati al sociale, alle disabilità ed all’integrazione il cui obiettivo è quello di permettere a chi è affetto da tali problematiche di poter accedere alla pratica dello sport. Prossimo evento il 25 giugno, presso la DECATHLON ARENA del Bagno Pineta Beach di Lido degli Estensi (importante supporter del progetto) con il primo torneo di Wheelchair Basket (Pallacanestro su sedia a rotelle) che vedrà la partecipazione di squadre emiliane e del Trentino Alto Adige.

NOTA A MARGINE
Sovranità e moneta in mano ai cittadini: la proposta di Moneta Positiva

Del Quantitative Easing for the People nell’ultimo periodo si sono occupate molte testate giornalistiche, da Il Manifesto a La Repubblica, passando per l’Itforum di Rimini fino addirittura alla Bce. In realtà è un argomento che da parecchio tempo sta proponendo in Inghilterra Positive Money, una delle diramazioni più attive del Movimento Internazionale per la riforma Monetaria (Immr International Movement for Monetary Reform) che vede rappresentanze in 28 paesi non solo europei e di cui l’associazione Moneta Positiva Italia ha raccolto il testimone. Fabio Conditi (ingegnere e autore del libro “Manuale in 12 passi per uscire dalla crisi”) è l’attuale Presidente del movimento italiano che ha aperto un sito internet collegato alle altre realtà internazionali (www.monetapositiva.it). Dato che l’Immr è stato il primo movimento a parlarne sembra anche giusto spiegare che cosa esso sia.

L’Immr, e la sua rappresentanza italiana Moneta Positiva, propongono una riforma del sistema monetario che passa attraverso tre punti principali: 1) uno Stato deve avere la sovranità monetaria in modo da controllare la quantità di denaro da immettere nel circuito economico e la sua destinazione; 2) il denaro creato deve essere libero dal debito e di proprietà della collettività, piuttosto che creato e gestito dalle banche; 3) il denaro creato deve essere destinato all’economia reale, cioè quella che dà da mangiare alla gente, non ai mercati finanziari.
Sono concetti semplici, facili da digerire e contemplano fondamentalmente il controllo delle banche e della loro attività di elargizione del credito. Questo perché il credito oggi ha ampiamente sostituito la moneta legale, quella che viene creata dalla Banca Centrale, in un rapporto che va dal 93 al 97% a seconda degli Stati contro un misero 3-7%.
Per essere ancora più chiari su come funziona il credito/denaro bancario possiamo fare l’esempio di quando ci si reca in banca per chiedere un mutuo. La banca ci chiederà delle garanzie e poi digiterà la cifra richiesta su un computer accreditando la somma su un conto corrente intestato al mutuatario. La banca non ha bisogno, per concludere questa operazione, di avere delle banconote (se non in una minima parte, pari alla riserva obbligatoria dell’1% sui depositi), cioè moneta legale, e chi richiede il prestito non si recherà in banca con la valigetta dotata di combinazione perché sa benissimo che non riceverà contanti. Quando si recherà dal notaio per la compravendita di una casa o in concessionaria per ritirare la sua auto nuova fiammante, non farà altro che effettuare un trasferimento di fondi, dal suo conto al conto di chi vende (bit elettronici che scompaiono da una parte e riappaiono dall’altra): insomma un sistema di compensazione che funziona fino a quando chi ha richiesto il prestito si recherà mensilmente in banca a restituire il suo debito attraverso il deposito di soldi reali venuti dal suo lavoro, più gli interessi che rappresentano il guadagno della banca per aver schiacciato un tasto.
Sudore, impegno e inventiva in cambio di un click sul computer. Del resto proprio la mancanza di collaterale, a fronte di prestiti effettuati, rende il nostro sistema bancario continuamente a rischio fallimento. E per togliere tutti i dubbi a quanto affermato possiamo aggiungere che Basilea III, l’ultimo accordo europeo in tema di banche e prestiti, prevede un capitale, come collaterale di un prestito elargito, pari all’8% del rischio di credito. Rischio che per un mutuo residenziale è quantificato nel 35%. Cioè se chiedo un mutuo di 100.000 euro, moltiplico l’8% di 35.000 euro e ottengo 2.800 euro. Questo è il capitale che una banca deve dimostrare di possedere per poter concedere un mutuo, quindi non avete più bisogno di chiedere perché una banca può fallire.
Senza perdersi tra i meandri delle contabilità e dei molteplici monumentali regolamenti bancari, l’analisi di Moneta Positiva conclude che le cause delle crisi del sistema economico sono dovute a come il denaro viene creato dal nulla dalle banche con i prestiti: le banche prestano qualcosa che non hanno, pretendono un interesse, danno linfa al sistema finanziario, decidono quando, come e se fare prestiti all’economia reale e poi, se non paghi qualche rata, si riprendono anche la casa. Se, invece, falliscono chiedono allo Stato di tappare i buchi con i soldi della collettività perché se fallimento c’è stato la colpa è anche del cittadino che non è stato attento a controllare.

Spiegato il messaggio di Moneta Positiva e dell’Immr, torniamo al Quantitative Easing for the People; anche qui il concetto in fondo è molto semplice. Forse la sua semplicità lo rende a volte poco accettabile. Del resto come si fa a far passare il concetto dopo che la Banca Centrale Europea ci ha costretto all’austerità per più di sette anni, durante i quali il mantra del “non ci sono soldi” ha portato al suicidio numerosi imprenditori, fatto chiudere aziende che hanno dovuto licenziare tanti dipendenti, peggiorato continuamente i servizi e portato a tal disperazione i Comuni da dover ricorrere alle pecore per far brucare l’erba intorno alle città in sostituzione dei tagliaerba. Dopo tutto questo, come accettare che la Bce, schiacciando semplicemente un po’ di tasti, potrebbe darci dei soldi direttamente nei nostri conti corrente?
Sarebbe da pazzi in effetti crederci se a dirlo non fosse stata proprio la Bce nella persona di Peter Praet, membro del Consiglio Direttivo, in un’intervista rilasciata il 15 marzo scorso a “La Repubblica” e postata in versione integrale anche sul loro stesso sito (qui potete trovate tutti i link e gli stralci dell’intervista http://qe4people01.blogspot.it/2016/03/quantitative-easing-for-people.html).
Ebbene, esiste la possibilità concreta che una Banca centrale dopo averle tentate tutte, anche i tassi negativi di questi giorni, possa lanciare questa operazione. In fondo, a pensarci, il discorso non è poi tanto assurdo, per spiegarlo utilizzo un esempio molto calzante che ho ascoltato da Giovanni Zibordi (autore di “La soluzione per l’euro”) qualche tempo fa: un corpo umano per poter funzionare ha bisogno di sangue altrimenti si ferma, così l’economia per poter funzionare ha bisogno di soldi, moneta che circoli, altrimenti va in crisi e si bloccano produzione e transazioni, quindi se c’è mancanza di moneta/sangue ne va immessa in qualche modo. Lavori pubblici, assunzioni da parte dello Stato o abbassamento delle tasse, e se non funziona si crea denaro e lo si immette direttamente nei conti corrente. L’importante è raggiungere lo scopo: rimettere in moto l’economia, far ripartire le transazioni.

Nella realtà vera, dopo aver compreso che l’operazione è possibile ed è alla portata di una Banca Centrale, quello che probabilmente succederebbe – secondo l’economista – è che l’assegno sarebbe staccato non per i cittadini direttamente, ma per lo Stato, a cui sarebbe fornita la liquidità necessaria attraverso l’apertura di un conto corrente a esso intestato. Lo Stato, a sua volta, farebbe confluire i soldi nel sistema attraverso una serie di operazioni che potrebbero andare da una seria riduzione delle tasse (immaginate se scomparisse l’iva quanto i consumi potrebbero aumentare) a un impegno di lavori pubblici (magari non il ponte sullo Stretto di Messina, ma tanti lavori necessari sui territori come riqualificazione energetica dei fabbricati, messa in sicurezza dei territori stessi).

Rimaniamo in attesa degli sviluppi con la certezza che le politiche economiche attuate finora non hanno dato frutti e che senza un po’ di coraggio dei nostri rappresentanti politici, associato ad altrettanta consapevolezza da parte dei cittadini su cosa realmente sia possibile in economia, continueremo a vivere di promesse disattese, Pil stagnante e livelli di disoccupazione indegni per un Paese civile.

Per fare un abito ci vuole un… abito

Un paio di jeans, una t-shirt in cotone, una felpa primaverile con cappuccio, un paio di slip e un paio di calze di cotone pesano circa 1 kg. 1 kg di abiti recuperati equivale a 3,6 kg di Co2 non emessa, 6.000 litri di acqua risparmiata, 0,2 kg di pesticidi e 0,3 kg di fertilizzanti non utilizzati. Benché in percentuale nettamente inferiore a quanto accade nel resto d’Europa, in Italia si intercetta il 22% degli abiti usati e buttati via; secondo i dati Ispra, nel 2014 sono stati raccolti poco più di 124.000 tonnellate, circa 2 Kg di abiti pro capite.

A oggi, la raccolta di abiti usati e dismessi avviene attraverso il conferimento nei grandi contenitori collocati in strada, il deposito presso le parrocchie o le associazioni di volontariato. A Ferrara e provincia sta per partire R.I.T.A., un ambizioso progetto per la creazione di un circuito virtuoso di raccolta, riutilizzo e riciclo di abiti e materiali tessili, ideato e promosso da Area/Clara assieme all’ Opera don Calabria – Città del Ragazzo e all’Azienda Servizi Ospedalieri, che mira a coinvolgere le Cooperative Sociali e le Amministrazioni pubbliche fra le quali al momento ha dato adesione il Comune di Voghiera.

Il progetto di Riuso Intelligente Tessili Abbigliamento, presentato allo Ferrara Sharing Festival, mira a recuperare il materiale di qualità evitando lo speco prima ancora che divenga rifiuto, coinvolgendo diverse realtà del ferrarese per la creazione di reti territoriali strutturate che permettano la raccolta sistematizzata di prodotti tessili, per l’inserimento di persone svantaggiate attraverso l’adesione a percorsi formativi e stage ed esperienze di lavoro all’interno dei laboratori di produzione recuperando e valorizzando le competenze di persone espulse dal mercato del lavoro. Tutto questo all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale.

L’operatività di R.I.T.A. vedrà nei prossimi mesi la messa in opera di due filoni di intervento: uno che si muoverà verso la raccolta e il riutilizzo di tessili ospedalieri per la creazione di nuovi prodotti, l’altro verso il riutilizzo di materiali tessili di scarto familiare. In parallelo fra i due c’è la necessità di individuare e creare dei centri di riuso, secondo le indicazioni della legge regionale n.16/15 a sostegno dell’economia circolare.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei tessuti tessili ospedalieri, R.I.T.A. eredita i risultati positivi dei protocolli Lowaste (Local waste forsecond life products), importante progetto Life conclusosi nel 2014, che aveva visto protagonisti il Comune diFerrara e la Servizi Ospedalieri S.p.A, insieme a Hera S.p.A e Impronta Etica.
Il tessuto tecnico ospedaliero (quello dei camici e teli per sale operatorie) e la biancheria di cotone (lenzuola, federe, coperte) per regole sanitarie possono essere utilizzati solo per 50 lavaggi; esaurita la loro esistenza “ospedaliera” possono però essere reimpiegati in altri settori, vista l’alta qualità del materiale stesso. R.I.T.A. si propone di acquisire questi materiali – già opportunamente sanificati – e di metterli a disposizione dei laboratori per la produzione di altri oggetti tessili. Per quanto riguarda gli abiti dismessi, la raccolta porta a porta fornirà materiale “fresco” da lavorare, riadattare, rimodellare, reinventare.

“Alla Città del Ragazzo abbiamo già dei laboratori tessili ben attrezzati da utilizzare per R.I.T.A. – ha spiegato Silvia Cavicchi che collabora al progetto – e siamo in dirittura di arrivo per l’individuazione di un primo Centro di Riuso. Coinvolgeremo operatori e operatrici del settore tessile attualmente fuori dal mondo del lavoro per formare giovani in difficoltà alla progettazione e realizzazione di nuovi oggetti e al recupero di abiti dismessi. Questi beni nuovi ma provenienti da materiali riutilizzati verranno immessi sul mercato per sostenere economicamente il progetto, ma l’idea è di arrivare a creare un brand da distribuire, magari in collaborazione con aziende del territorio”.

“Per il primo circuito di abiti usati si prevede l’avvio di un progetto sperimentale in ambito intercomunale di ridotte dimensioni nei primi mesi del 2017, con la raccolta porta a porta in accordo con le associazioni del volontariato che oggi si occupano della raccolta stradale. – ha spiegato poi Gian Paolo Barbieri, presidente di Area/Clara – Snodo fondamentale del progetto saranno i centri di raccolta e riuso: essi possono ricoprire un ruolo importante a livello locale, nei confronti della cittadinanza se concepiti come luoghi di lavoro aperti al pubblico, per la crescita della consapevolezza e la prevenzione alla produzione di rifiuti, anche in ambito tessile”.

Raiuno racconta Ferrara: capitale rinascimentale prosperata sulle acque del Grande fiume

In programma per oggi e domani una serie di riprese a Ferrara e provincia, per girare una puntata del nuovo programma “Fuori Luogo” di Raiuno, dedicato al racconto dei luoghi più significativi della Penisola e alla storia del suo territorio. La puntata sarà dedicata a Mantova e Ferrara, le due capitali del Rinascimento prosperate nella bassa Valle del Po.

In particolare, ci si focalizzerà sugli aspetti fisici e biologici del fiume più importante d’Italia e si mostrerà il ruolo fondamentale che il Po ha rivestito nella storia sociale e culturale del paese. Dalle origini mitiche fino ai commerci del sale, dalla pesca sportiva allo sviluppo della regione più industrializzata d’Italia.
Ferrara aveva grande importanza ai tempi, in quanto città direttamente affacciata sulle acque del fiume, almeno fino al secolo in cui il corso del Po è stato deviato e portato più a Nord. In quest’ottica verranno anche raccontati gli splendori della Corte degli Este, la rivalità con Venezia, le opere di bonifica e la nascita della prima città a pianta moderna e razionale.

Poi la troupe Rai scenderà lungo le acque del Po, visitando alcune Delizie Estensi per raggiungere Comacchio attraverso le vie del Delta, e concludere il viaggio lì dove il mare incontra il fiume, per capire in che stato di salute si trova il grande fiume della valle padana.

In foto: il fiume Po a Pontelagoscuro, Ferrara

Foto di Gessi e Fontanelli 

Non c’è modo migliore che parlare di territorio per ringraziare l’Associazione Korakoinè che per due settimane, fino a ieri, ha collaborato con noi proponendoci foto inedite e spunti bellissimi per guardare con occhi nuovi il nostro territorio. [Leggi]

Per vedere tutte le Foto di oggi – Immaginario dedicate al tema del territorio dall’Associazione Korakoinè clicca qui.

Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

 

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Memoria e impegno

23 maggio 1992: strage di Capaci. Con un’esplosione che sventra l’autostrada A29 all’altezza dello svincolo di Capaci Cosa Nostra spezza le vite del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

giovanni-falcone
Giovanni Falcone

L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza. (Giovanni Falcone)

Leggi anche
“Impegnarsi per cambiare le cose”. Il testamento di Falcone

Petition the Lordz wiz prayer

Oggi una nota agenzia di stampa ci informa su un noto problema comune: perché al supermercato ci va in pappa il cervello mentre cerchiamo cose come il sale e/o lo zucchero?
Chi se ne frega, dico io.
Il sale lo trovo sempre e lo zucchero non lo uso.
Non ci vuole mica Vance Packard, per Dio.
La vera notizia è la scoperta di una petizione che gira da anni.
Una petizione che chiede a tutte le catene della GDO di togliere le schifezzine esposte in vendita vicino alle casse.
Mi sembra sensato.
In fondo hanno fatto sparire i pacchetti di sigarette da 10 e gli altri pacchetti saranno tappezzati di foto splatter così, per farci smettere.
Chi ha lanciato questa petizione, per come la vedo io, l’ha motivata in modo assai saggio.
Il vero problema, secondo questi signori, è la difficoltà dei genitori che si ritrovano alla cassa con in braccio un marmocchio urlante che richiede la propria dose di zuccheri.
Siamo in molti a pensare che il vero sballo sia DIRE NO ma le cose non sono così semplici.
Per ora hanno firmato più di 14.000 persone e alcune catene hanno già spostato queste cose in altri angoli dei loro punti vendita.

Brano: Monkey Suit dei The Plasmatics
Brano: Monkey Suit dei The Plasmatics

Ma mancano ancora circa 800 firme per arrivare a 15.000.
Poi, arrivati a 15.000, non ho idea di cosa possa succedere.
Forse Wendy O. Williams tornerà su questa terra.
Sarebbe bello, in fondo è stata la prima – e forse unica – rockstar ad andare in tv sbraitando contro lo zucchero bianco nelle merendine.
Così, di prima mattina, una grezzona col mohicano in tv, lei e la sua sorprendente pacatezza mentre mette sullo stesso piano gli spacciatori di eroina e i produttori di merendine.
Non ci sono proprio più le rockstar di una volta.
Quindi per oggi la riportiamo in vita noi.
Per chi vuole firmare: www.change.org/p/stop-a-dolci-caramelle-e-snack-venduti-alle-casse-dei-supermercati

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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