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Giorno: 25 Maggio 2016

Garanzia Giovani, l’assessore Patrizio Bianchi: “Programma nazionale che in Emilia-Romagna abbiamo realizzato con successo. Un processo che ora non si può fermare”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

In Emilia-Romagna il programma ha riguardato oltre 51 mila ragazzi. Quasi 21 mila giovani hanno già stipulato un contratto di lavoro. L’assessore risponde in Assemblea legislativa ad un interrogazione

Bologna «‘Garanzia Giovani’ è un programma nazionale che in Emilia-Romagna abbiamo realizzato con successo. Un processo che ora non si può fermare”. Così Patrizio Bianchi, assessore regionale alla Scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, rispondendo in Assemblea legislativa a una interrogazione.
E i numeri illustrati dall’assessore confermano quanto fatto: in Emilia-Romagna Garanzia Giovani ha riguarda oltre 51 mila ragazzi, di questi quasi 21 mila hanno stipulato un contratto di lavoro.
Garanzia Giovani è un programma nazionale. All’Emilia-Romagna sono stati assegnati 74 milioni di euro e il programma ha preso avvio il 1 maggio 2014. Nel dettaglio, 51.424 giovani sono stati presi in carico e/o hanno usufruito di azioni di orientamento specialistico (8 milioni e 101 mila euro), 13.579 giovani hanno realizzato un tirocinio (25 milioni 578 mila euro), 3.684 giovani sono stati inseriti o reinseriti in percorsi formativi (misura ancora in corso in quanto percorsi triennali per il conseguimento di una qualifica triennale 28 milioni e 554 mila euro), 405 giovani hanno intrapreso un percorso di servizio civile (1 milione e 549 mila) e 351 giovani hanno scelto un percorso di sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità (4 milioni e 235 mila euro). Sono stati inoltre attivati 2.261 contratti di apprendistato (di cui 128 incentivati con risorse pari a 193.256 euro) e sono stati erogati 2.030 bonus occupazionali a seguito dell’assunzione di altrettanti giovani con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato professionalizzante (5 milioni e 966 mila).
«Questo processo non si può fermare. Siamo in attesa di una risposta positiva alla richiesta di rifinanziamento dell’iniziativa avanzata alla Commissione Europea dalla Stato italiano – ha sottolineato Patrizio Bianchi – per finanziare con risorse del nostro Programma Operativo FSE 2014-2020 i tirocini e in particolare la quota di indennità, pari al 70%, che nell’ambito di Garanzia Giovani è sostenuta da risorse pubbliche. Per poter procedere in tal senso è tuttavia indispensabile una modifica alla convenzione tra ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e Inps, ente scelto dal Ministero stesso per erogare ai giovani tale quota di indennità. Tale modifica è stata richiesta da tempo al ministero, che ora ha garantito di provvedere in tempi rapidi».
Complessivamente ad oggi 20.848 giovani che hanno aderito al programma e hanno concluso il proprio percorso (molti sono ancora impegnati nella misura concordata con il centro per l’impiego) hanno già stipulato un contratto di lavoro. Si tratta del 41% dei giovani presi in carico, in prevalenza hanno tra i 19 e i 24 anni e la percentuale è identica per entrambi i generi. Quanto alla tipologia contrattuale, il 13% è stato assunto con contratto a tempo indeterminato, il 43% con contratto a tempo determinato, il 25% con apprendistato, il 16% con contratto a tempo determinato in somministrazione e il 2% con altro contratto di lavoro.
«Per quanto riguarda l’erogazione delle indennità dei tirocini avviati – ha concluso l’assessore Patrizio Bianchi – , l’Inps ha comunicato alla Regione che ad oltre il 97% dei tirocinanti autorizzati è stata già liquidata l’indennità prevista».

Referendum a merenda: il convivio e l’informazione.

da: organizzatori

Sabato prossimo tutti invitati ad una merenda bio e conviviale a base di referendum sociali! Il coordinamento referendum sociali di Ferrara organizza una incontro di informazione sabato 28 maggio alle 17.30 da Girobio (via Terranuova 13 a Ferrara). Gli attivisti del coordinamento – Marzia Marchi, Corrado Oddi e Mauro Presini – illustreranno i quesiti referendari su scuola, inceneritori, trivelle, e la petizione popolare sull’acqua per i quali i cittadini sono invitati ad a firmare. I presenti potranno gustare in compagnia una buona merenda preparata dalla bottega biologica Girobio: un piacevole pretesto per ricordarci che una sana alimentazione dipende dalla disponibilità di un ecosistema non compromesso (terra, aria, acqua) e dalla consapevolezza dei più (scuola). Insomma, non cavoli, ma referendum a merenda!
Durante l’incontro si potrà firmare per i referendum sociali. Gli altri banchetti del fine settimana a Ferrara si terranno il 27-28-29 maggio in piazza Castello (adiacenze colubrina), sabato 28 mattina al mercato di via Krasnodar, domenica 29 pomeriggio al CUS in occasione dei tornei sportivi aperti. La democrazia è nelle nostre mani!

Venerdì 27 maggio Mauro Calise presenta il libro “La democrazia del leader” presso la Libreria Ibs+Libraccio

da: ufficio stampa Ibs Libraccio

ntroduce
Andrea Pugiotto, Costituzionalista
(Università di Ferrara)
dialoga con l’Autore
Paolo Veronesi, Costituzionalista
(Università di Ferrara)

maouro caliseLa nostra democrazia è irriconoscibile. Senza una rappresentanza funzionante, senza partiti governanti, senza elettori partecipanti. Una democrazia senza. Al centro della scena politica resistono solo i leader, ultimo perno di comunicazione, mobilitazione e decisione. Avamposto sempre più isolato della frontiera pubblica occidentale. Ma può la democrazia sopravvivere solo come protesi e baluardo della leadership? Per rispondere, dobbiamo avere il coraggio di capire perché il re è ritornato nudo. E cosa ci aspetta, oltre l’ultima spiaggia.

Mauro Calise è editorialista del “Mattino”, insegna Scienza politica all’Università di Napoli Federico II. È stato presidente della Società Italiana di Scienza politica e ha pubblicato numerosi saggi sulla politica italiana

Copparo: presentato il libro sul comandante partigiano Carlo Sartori

da: Gabinetto del Sindaco Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa

Presentato presso l’atrio della Residenza Municipale il libro “Carlo Sartori, il Comandante”, scritto dal figlio Sauro. L’autore, intervistato da Patrizia Lucchini, responsabile della Biblioteca, ha ricordato il ruolo della Resistenza copparese nell’attività di lotta partigiana del nostro territorio. Carlo Sartori (1920-2008), Tenente Partigiano della 35ª Brigata Garibaldi “Bruno Rizzieri”, rappresenta una figura di spicco, quale ideale rappresentante di tutti i partigiani, di tutti quei ragazzi che sacrificarono la loro gioventù per la Libertà. L’autore ha condiviso con il pubblico i ricordi di suo padre e ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a portare a termine questo libro, che è a tutti gli effetti un prezioso documento, una pagina di storia della nostra comunità.
«Ho letto questo libro nella giornata del 25 aprile – ha sottolineato Nicola Rossi, sindaco di Copparo – e ho provato una grande emozione, pensando alla Resistenza copparese, a quegli uomini e a quelle donne, alle loro scelte coraggiose. Carlo Sartori era un uomo del popolo che si è comportato in modo giusto; non c’era enfasi in quegli anni, anche se era chiara la consapevolezza di scrivere una pagina di Storia».
«Questa è una giornata importante – ha dichiarato Margherita Aurora, presidente Anpi di Copparo – per la nostra associazione e per il ruolo che Copparo ha avuto nella Resistenza. Ricordo che la sezione Anpi di Copparo è intitolata a Carlo Sartori per andare incontro al desiderio di un altro grande partigiano copparese, Claudio Simioli, scomparso nel 2013, amico fraterno di Carlo e che con lui ha condiviso tutto il periodo della lotta partigiana».
Numeroso il pubblico che ha partecipato all’incontro, condividendo una storia fatta di vicende che hanno lasciato una traccia profonda nella storia del nostro Paese. Il libro ha una scrittura semplice, da leggersi tutto d’un fiato, toni garbati, pagine fondamentali per capire la nostra storia. Per ricordare e riconoscersi.

Nuovo Codice degli Appalti, il corso organizzato da Gruppo CAP conta più di 600 iscritti

da: Ufficio Stampa Gruppo CAP

Ad oggi sono 610 gli iscritti al corso sul Nuovo Codice degli Appalti (d.lgs. 50/2016) che Gruppo
CAP ha in programma per le giornate di domani e venerdì, 26 e 27 maggio, una dedicata ai Comuni
e l’altra per i dipendenti di Gruppo CAP, Città Metropolitana e società della Water Alliance.
Il corso, completamente gratuito, ha come scopo quello di fare chiarezza sui temi legati al Nuovo
Codice e fornire indicazioni in materia di fasi attuative, rafforzamento dell’ANAC nel sostegno alla
legalità, snellimento e semplificazione: tematiche sulle quali si sta incentrando maggiormente il
dibattito tra esperti ed operatori del settore. Il corso sarà tenuto dal professore emerito dell’Università
degli Studi di Milano, Vittorio Italia*, massimo esperto in diritto Pubblico e Diritto Amministrativo, in
collaborazione con lo Studio legale Sciumè, due soggetti in grado di fornire una panoramica
approfondita e un’analisi puntuale di quelle che possono essere le principali novità apportate dal
Nuovo Codice.
“Queste due giornate si inseriscono all’interno dei momenti di approfondimento che organizziamo
periodicamente per i nostri soci al fine di offrire indicazioni precise su temi caldi e legati all’attualità.
– ha affermato Alessandro Russo, Presidente del Gruppo CAP – Le numerose richieste di
iscrizione che abbiamo ricevuto confermano l’attenzione che gli operatori del settore riservano a
questo tema strettamente collegato all’attività quotidiana degli enti locali”.
Il Nuovo Codice degli Appalti, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 19 aprile 2016, è un
provvedimento molto importante non solo per lo svolgimento dell’attività amministrativa, nell’ottica
della semplificazione, dello snellimento e della lotta alla corruzione, ma soprattutto finalizzato alla
maggiore efficienza amministrativa e competitività del Paese.

Sciopero igiene ambientale: lunedì 30 maggio possibili disservizi

da: Resp. Comunicazione Territoriale Ferrara

Hera informa che lunedì 30 maggio potrebbero verificarsi disagi nello svolgimento dei servizi ambientali, anche presso le stazioni ecologiche, causa uno sciopero nazionale di tutta la giornata rivolto ai lavoratori del settore Igiene Ambientale con Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro dei Servizi Ambientali, proclamato dalle Organizzazioni Sindacali Nazionali di categoria.

Hera ricorda che saranno garantite le prestazioni minime, assicurate per legge, e che al termine dello sciopero i servizi torneranno alla normale operatività.

Venerdì 27 maggio Comacchio Day and Night targata Ascom Confcommercio

da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

Partenza a pieno ritmo per la Comacchio Day and Night: l’animazione, nella città del Trepponti, targata Ascom Confcommercio – con il patrocino del Comune di Comacchio e l’ormai tradizionale supporto di Caricento – parte ufficialmente il 27 maggio dalle ore 21,00 con l’apprezzato mix di cultura, enogastronomia, musica, tradizione e punta a riconquistare il pubblico (di ogni età ed in particolare le famiglie) proponendo una serie di appuntamenti che si sviluppa anche sulle spiagge dei sette lidi (oltre che nel centro storico di Comacchio) da aprile fino ad ottobre.
Si ripete, ampliata, dunque l’esperienza di successo di Comacchio by Night sempre targata Ascom che aveva animato le sere di Comacchio l’estate scorsa.
E torniamo all’edizione 2016: dopo l’antipasto con il convegno del 23 aprile scorso (“La scuola tra cultura e mestieri del mare”) si entra dunque nel vivo nella serata di venerdì (27/05) con ben 7 appuntamenti a partire dalle ore 21,00 tra gli scorci e le suggestioni di Comacchio. Per i più piccini ecco i burattini della tradizione di Massimiliano Venturi (in via Zappata) oppure l’animazione di strada proposta dall’ associazione La Grande Burla (in piazza Folegatti).
Comacchio Day and Night significa tradizione e cultura : ritornano le Storie con “C’era una volta Spina” di Luciano Boccaccini (alla Loggia del Grano) mentre in occasione della Notte dei Musei saranno aperti ai turisti sia la Manifattura dei Marinati (dalle ore 21 alle 23) e sia il Museo della Nave Romana (dalle 20,30 alle 22,30).
In via Pescheria invece si alterneranno le degustazioni di Marinati e le bollicine del Franciacorta (proposta dalla trattoria da Melixa e Cantina Quadra dalle ore 19,30), una mostra fotografica e body painting (a cura di Michele Vincieri) e la partenza degli apprezzati tour sulle batane a cura dell’associazione di barcaioli “Marasue”. E poi ancora musica dal vivo con la locale band giovanile Exnovo (in via XX Settembre) ed ancora il teatro con la proposta, a cura del gruppo Pentarco, dello spettacolo, in tre atti, “Una spina nel fianco” (in via Sambertolo,7).
Come al solito esiste l’imbarazzo della scelta per trascorrere una serata unica tra le suggestioni di Comacchio.

Imola e Modena puniscono il Ferrara Baseball

da: organizzatori

La squadra ragazzi battuta dal Tozzona, la corsa alla vetta si fa difficile . Per gli allievi doppia dose a domicilio: qualche idea ma troppe assenze.

Con gli Esordienti a riposo nell’ultimo weekend, e nessun impegno per gli adulti in Lega Amatoriale, il Ferrara Baseball confidava in un sorriso dai Ragazzi e dagli Allievi. Ma Godot non si è visto, e al duca non è restato che tornare alla base a leccarsi le ferite. Bruciano parecchio quelle dei giovani, sconfitti in casa sabato 21 maggio dai pari età di Imola: perché, col primato nel girone saldamente in pugno a Modena e Sasso Marconi in fondo alla classifica, ogni altra gara di qui alla fine sarà per gli estensi uno scontro diretto, all’inseguimento di un secondo posto che fino a ieri non sembrava impossibile. Ferrara si fa del male, uscendo sopraffatta all’ultimo inning da una partita disgraziata (13-14 il finale per gli ospiti), colpevole di non aver saputo amministrare per due volte il proprio vantaggio. I ragazzi cominciano bene, ed al secondo periodo conducono 6-2: dopo aver incassato quattro punti Imola rende immediatamente la cortesia, producendosi in una interminabile sequenza di valide. I segnali che il castello scricchiola non tardano: Ferrara va in base quasi sempre su ball, e i punti che conquista sono per lo più conseguenza di errori altrui; al piatto si soffre, in campo ci si mangia più di una eliminazione certa. La generosa prestazione di Abetini, efficace col guanto come in battuta (da applausi una millimetrica scivolata in salvo, sulla seconda) riporta avanti gli estensi, che fanno l’ultimo pieno nel quinto inning per un comodo 13-10: basterebbe stringere in difesa, invece il gruppo si squaglia, gli avversari impattano e la festa si sposta sulle rive del Santerno. Resta perplessità nell’ambiente, per un risultato che ricalca in maniera inquietante già due precedenti in questa stagione, occasioni perse allo stesso modo per mancanza di cinismo, o forse di sagacia.
Delusione anche per gli allievi: la reazione contro Carpi aveva fatto sperare in un’inversione di tendenza. Invece da Modena arriva doppia porzione di gnocchi, menù fisso favorito da più di una circostanza: la decisione di recuperare nella stessa giornata il match annullato per maltempo lo scorso quinto turno, un sole particolarmente cocente, le troppe assenze tra le fila estensi che hanno costretto chi c’era al tour de force e striminzito ulteriormente le scelte tecniche dello staff. La gara mattutina finisce 13-0; per Ferrara da segnalare il debutto in pedana di Dal Pozzo, e una rilevante doppia eliminazione del prima base Negrini nel terzo inning (la prima sul cuscino, la seconda folgorando il corridore staccato dalla base); nel quarto attacco, Tamoni mette a segno una bella valida ma poi si ferma in terza, vanificando un bellissimo bunt ancora firmato Dal Pozzo.
Il secondo incontro (concluso 20-3) si apre con un fuoricampo interno dei modenesi, giusto a ribadire l’aria che tira. Di nuovo Dal Pozzo risponde nel secondo inning con un bel doppio out in terza base; Tamoni e Negrini completano una bella eliminazione in prima nel terzo periodo, senza trovare la stessa intesa in altre due occasioni, mentre sale l’ansia quando contro il gigantesco prima base si schianta (e si fa male) un corridore avversario. A vacche ormai scappate nonostante un altro esordio in pedana (Roncarati), Ferrara all’ultimo attacco salva almeno la bandiera: prima Lavezzi realizza un singolo, poi Roncarati ed Aboulakjam lo raggiungono in base; tutti e tre spingono a casa macchiando il tabellino altrui, e peccato che a basi piene non si riesca a togliersi almeno lo sfizio di segnare il quarto punto.
Parole di conforto dagli allenatori Squarzanti, Benetti e Marzaduri: “Un applauso a chi ha onorato l’impegno, soprattutto a chi ha avuto il coraggio di sacrificarsi in un ruolo non suo per le esigenze della squadra. Questo vuol dire essere guerrieri. Avremmo potuto provare qualcosa di più, se i numeri lo avessero permesso. E’ andata come è andata, ma è stata comunque una giornata da ricordare: e chi non c’era si è perso qualcosa.”

Atletica leggera: Alice Bizzarri nell’Olimpo delle velociste ferraresi

da: Addetto Stampa Cus Ferrara

Alice Bizzarri nell’Olimpo delle velociste ferraresi

– Fa ben sperare il cammino di avvicinamento ai Campionati Italiani di categoria
di Alice Bizzarri, Barbara Basaglia e Nicola Boscoli che continuano a migliorare
i propri primati personal –

24 maggio 2016, Ferrara – Lo scorso weekend il campo comunale di atletica
leggera di Modena ha ospitato la seconda giornata della fase regionale del
Campionato di Società su Pista Assoluto. Le ragazze del CUS Ferrara hanno
gareggiato con l’obiettivo di migliorare i risultati ottenuti come squadra due
settimane fa, mentre i maschi hanno partecipato a titolo individuale.
Ha letteralmente stupito Alice Bizzarri (Promesse) che – nonostante una partenza
tutt’altro che perfetta – ha corso i 100 m in 12,42 s limando ben 16 centesimi
al suo ancora fresco personal best. Da sottolineare che quella ottenuta sabato
dalla cussina è la seconda prestazione provinciale all time. Domenica Alice ha
poi corso i 200 m in 25,41 s, tempo che rappresenta il suo secondo miglior
risultato e che la conferma al secondo posto fra le migliori duecentiste
ferraresi di sempre.
Ottima prestazione anche per Barbara Basaglia (Juniores) che ha scagliato il suo
giavellotto a 39,22 m migliorando di altri 44 cm il proprio precedente primato e
classificandosi al 3° posto assoluto.
Nicola Boscoli (Juniores, specialista dei 110 ostacoli) ha ottenuto un
grandissimo risultato nei 100 m: una gara perfetta corsa in 11,47 s e cioè ben 2
decimi sotto il suo precedente personale. Nicola si è poi cimentato nei 400
ostacoli, disciplina in cui è alle prime armi. Grazie a una condotta di gara più
giudiziosa rispetto alla sua unica precedente esperienza, è riuscito a
migliorarsi di mezzo secondo.
Complessivamente positiva la prestazione delle altre ragazze sui 100 m. Carlotta
Faccini, che gareggiando per il primo anno fra le Allieve era alla prima
esperienza sulla distanza per motivi di categoria, ha ottenuto l’ottimo tempo di
13,03 s. Anna Calci (Promesse) ha corso con lo stesso tempo ottenuto il 1°
Maggio a Palmanova (UD) ma con molto meno vento a favore. Gloria Zucchini
(Juniores) ha ripetuto il proprio personale a distanza di 2 anni, un ottimo
segnale di ripresa dopo un 2015 da dimenticare.

Nei 100 m uomini hanno poi gareggiato anche gli Allievi Mattia Bentivogli, alla
sua seconda gara dopo l’esordio assoluto della settimana scorsa a Reggio Emilia,
e Dumitru Bogus che è riuscito a migliorare il proprio personale.
Passando ai salti, nel lungo gara sfortunata per Carlotta Faccini che potrà
rifarsi a Piacenza fra due settimane. La gara del triplo ha visto un Marco
Pirazzini (Juniores) impegnato nella ricerca della qualificazione al Campionato
Italiano che però non è arrivata. Sull’esito della gara ha certamente pesato la
mancanza di continuità nell’allenamento dovuta al maltempo dei giorni
precedenti. Esordio nel salto con l’asta per Diego Andreoli (Allievi) sotto la
guida del tecnico Dario Zagatti.
Per la cronaca, infine, la staffetta 4×400 femminile è stata squalificata per
invasione di corsia da parte della prima frazionista.
Giovedì 26 maggio Anna Calci, Nicola Boscoli e la Cadetta Valentina Zampini
scenderanno nuovamente in pista rispettivamente nei 100 m, nei 110 ostacoli e
negli 80 m in occasione del Trofeo Goldoni Benetti di Modena. La gara,
intitolata alla memoria dei due giudici FIDAL scomparsi a causa di un tumore,
vedrà l’intero ricavato devoluto alla causa della lotta al cancro. Infine il
prossimo weekend Mirko Antolini parteciperà alla finale del salto in alto del
Campionato di Società Regionale Cadetti, invitato a titolo individuale in virtù
dell’ottimo risultato ottenuto il 4 maggio scorso nella fase provinciale.

Teatro Ragazzi: “il Mago di Oz”

da: Associazione Culturale Balamòs Balamòs Teatro

Arriva alla conclusione il progetto teatrale “Fuori dai Margini” che è stato realizzato con gli alunni di due classi V della scuola primaria Poledrelli di Ferrara, è stato finanziato dall’Istituzione Servizi Educativi, scolastici e per le famiglie, U.O. politiche familiari e integrazione scolastica, ufficio alunni stranieri del Comune di Ferrara, ed è stato condotto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro.

Ha avuto inizio nel Novembre del 2015 e si concluderà Giovedì 26 Maggio 2016, alle ore 15.30 (ingresso su prenotazione), presso il Centro Teatro Universitario di Ferrara con uno spettacolo dal titolo “Il Mago di Oz”.

L’obiettivo del progetto teatrale “Fuori dai Margini” è stato quello di lavorare con i gruppi classe, per comprenderne le dinamiche e attraverso la pratica teatrale, agire su di esse fornendo agli stessi partecipanti gli strumenti per trasformare le conflittualità, per sviluppare empatia e sensibilità verso ciascuno dei compagni, per conoscere e valorizzare le risorse e le specificità culturali e linguistiche di ognuno, attraverso il racconto di sé e l’ascolto di quello altrui, la costruzione dei personaggi che implicano sempre il mettersi nei panni di un altro da sé. Il laboratorio teatrale si è sviluppato come una sorta di viaggio che parte da sé, per approdare alla costruzione di un noi e ritornare a sé, con l’arricchimento dell’incontro e di punti di vista differenti.

La dimostrazione del lavoro finale con lo spettacolo “Il Mago di Oz” prende spunto dalla storia de “Il Meraviglioso Mondo del Mago di Oz” di L. Frank Baum, che si presta sia a un lavoro interdisciplinare, sia a uno sviluppo teatrale fondato sulla coralità. Attraversare la storia del Mago di Oz, diviene occasione per confrontarsi su tematiche quali la scomparsa delle certezze, dei valori, il mito dell’altrove e quello del partire quanto di tornare, il viaggio come metafora di crescita. Saranno proprio le differenze, anche fisiche, dei personaggi della storia che si riveleranno, lungo la strada, fondamentali per superare ostacoli, paure, difficoltà, aggressioni, ritrovando, di volta in volta, la gioia per continuare ad andare, proprio grazie alla collaborazione e all’amicizia.

Lo spettacolo è diretto da Michalis Traitsis – Balamòs Teatro, assistenza al laboratorio Ilaria Fantin, disegno luci di Cristina Iasiello. In scena, Kamrul Amir, Narjiss Assaoui, Andrei Catalin Babaciu, Gilda Barbarisi, Simone Botea, Luca Luis Brasoveanu, Liviu Catana, Daria Cellini, Sumaker Chhikara, Jerson Correa, Eleonora Cujba, Alessandro Cesare Favretti, Emanuel Giurgila, Alexandru Darius Gogoase, Ibtihal Hendali, Maria Kostic, Lidia Tamara Kushyk, Matteo Liang, Jan Lawrence Lucchini Gozo, Liddia Luzhanska, Belviane Darelle Mboujio Nandjou, Marjo Md, Samuele Menegatti, Matteo Adrian Patrichi, Elena Silvia Paun, Abdul Qayyum, Sara Rakut, Nadia Santelli, Alessia Sari Chiesa, Radman Sattari, Victor Sirbu, Lucia Stefano Doroti, Yvan Brandon Tiogo, Madalina Trufin, Tongxin Ye, Elena Zabusyk.

Il 27 maggio l’autrice Vittoria Tomasi e la Jazzlife All Star chiudono i “Venerdì in Jazz” del Mariani Lifestyle

da: Ufficio Stampa e Comunicazione

L’Associazione Culturale Jazz Life

presenta

Venerdì in Jazz al Mariani Lifestyle
Venerdì 27 maggio, ore 20.30
Mariani Lifestyle, via Ponte Marino 19 Ravenna
Incontro con l’Autore
Vittoria Tomasi “Welcome to Chrissi Island”

+

Jazz Life All Stars
Luca di Luzio, chitarra;
Onorino Tiburzi, basso elettrico;
Max Ferri, batteria
e tanti altri protagonisti dell’edizione 2015-2016 firmata Venerdì in Jazz

Giunge al termine – il 27 maggio prossimo – la fortunata serie dei Venerdì in Jazz al Mariani Lifestyle di via Ponte Marino, realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Jazz Life. Il concerto, aperto da Luca di Luzio, Onorino Tiburzi e Max Ferri, si trasformerà in un’autentica jam costellata dalla schiera di All Stars che ha animato l’intera stagione. In apertura di serata, la giornalista e autrice Vittoria Tomasi ci introdurrà a “Welcome to Chrissi Island”, sua seconda fatica letteraria edita da Lettere Animate.

Giunge al termine – il 27 maggio prossimo a partire dalle ore 20.30 – la fortunata serie dei Venerdì in Jazz al Mariani Lifestyle di via Ponte Marino, realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Jazz Life.
A dare il “La” ad un appuntamento che si preannuncia imperdibile sarà il dialogo serrato tra la chitarra di Luca di Luzio ed il basso elettrico di Onorino Tiburzi, ben scandito dall’impeccabile drumming di Max Ferri alla batteria. Alla formazione si alterneranno molti dei protagonisti che hanno animato l’intera stagione concertistica, come Chica Piazzolla e Luca Quadrelli, per dar vita ad una coinvolgente jam session volta ad esplorare lo sfaccettato universo sonoro racchiuso nella parola jazz.
Anticipa il concerto la giornalista e autrice Vittoria Tomasi che ci introdurrà a “Welcome to Chrissi Island”, sua seconda fatica letteraria edita da Lettere Animate. Il romanzo narra la vicenda di Richard Smith, uomo di successo alla ricerca della felicità relegata alla memoria di un indimenticabile soggiorno su di un atollo greco in compagnia di Corinna…
Vittoria Tomasi (Codigoro, 1990) si appassiona alla lettura in tenera età. Il passaggio alla scrittura è avvenuto spontaneamente quando, ancor studente, ha iniziato a collaborare con diverse testate locali. Laureata in Comunicazione Pubblica presso l’Ateneo ferrarese, ha esordito come scrittrice nel 2012 con “Anita e la Setta dei Padroni del Tempo” (Mannarino Editore).
Per informazioni e prenotazione tavoli 0544 215206, www.mariani-ravenna.it

LA VISITA
Berluti, la fabbrica del lusso che tatua i coccodrilli

A farti capire che è roba serissima ed esclusiva – se per caso avevi dei dubbi – ci riescono subito. Ancor prima di varcare il cancello d’ingresso nello stabilimento di calzature fatte a mano Berluti ti vengono incontro gli uomini della security. Gentili (abbastanza) ma implacabili, ti chiedono di riportare subito in auto la tua macchina fotografica. Infelice, esegui e torni, ma devi capire che non c’è da prenderla sottogamba neanche adesso. Prima che tu ti possa avvicinare al banco con le hostess che presumibilmente ti potranno accogliere, l’uomo della security ti si piazza di nuovo davanti domandando di aprire la borsa e mostrargli tutto il contenuto. Solo a questo punto ti lascia avvicinare al tavolo dove segnano nome e cognome, chiedono un documento di identità (si sa mai che davi il nominativo di chissà chi) ed ecco il cartoncino con l’orario di ingresso per la visita. “Prego, potete accomodarvi”.  Sollievo: non ci saranno foto da portare a casa, ma almeno l’ingresso sembra conquistato.

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Lo stabilimento Berluti a Gaibanella di Ferrara (foto Philippe Barthélémy & Sylvia Griño architects)

In ballo c’è una delle Journées Particulières, le “giornate particolari” in cui vengono aperte le porte di laboratori e luoghi di fabbricazione dei prodotti del lusso che più lusso non si può. La Manifattura Berluti fa infatti parte del gruppo Lvmh (sigla che sta per Louis Vuitton, Moët, Hennessy), ovvero del colosso che detiene i 70 marchi più esclusivi del vestire, del bere, del profumarsi e dell’ingioiellarsi.

Ti guardi intorno e ti rammarichi di non potere fotografare almeno quelle piante di lavanda che si riflettono sulle pareti a specchio incorniciate dalle listarelle in legno della Manifattura Berluti in quel di Gaibanella, frazione di Ferrara sperduta nel mezzo della campagna, tra campi di frumento, siepi e orizzonte piatto della pianura emiliana. Ma è già buono avercela fatta. Non che ci sia la fila. Ma sono le 9 di domenica mattina e, quando alcuni giorni fa hai scoperto che lo stabilimento lussuoso e inaccessibile poteva essere visitato, era già troppo tardi. Bisognava iscriversi online almeno due settimane prima che le giornate di visita cominciassero, che è anche un bel po’ di tempo prima che la maggior parte dei comuni mortali ne venissero a conoscenza. A questo punto, però, la segretezza si rivela una fortuna: almeno non ti hanno respinto o ficcato in fondo a una fila di aspiranti visitatori in pena.

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Ingresso principale della Manifattura Berluti alle porte di Ferrara (foto Philippe Barthélémy & Sylvia Griño architects)

Bene, eccoci qui. Nessun altro si presenta, si può partire. “Non disperdetevi e rimanete compatti”, si raccomandano con noi due visitatori. E, ancorché disarmati di macchina fotografica, ci avvertono che le telecamere ci terranno costantemente d’occhio. Un avvertimento per disincentivare che qualcuno faccia il furbo, magari fingendo di guardare lo smartphone per portarsi a casa un brandello di immagine. A tener desto il senso di rispetto ci sono i soliti uomini in completo nero della security che fanno la ronda nella grande sala d’ingresso, chiamata “Agorà”. E’ l’area centrale dello stabilimento, quella da cui si entra nelle varie zone di ideazione, sviluppo e produzione delle scarpe vendute solo in 50 negozi mono-marca distribuiti con parsimonia in tutto il mondo. Per l’Italia l’unico punto vendita è a Milano, poi ci sono i soliti Londra, Parigi, Cannes, New York, Miami, ma anche la Cina con ben 7 punti vendita, il Giappone con 5, Hong Kong, Giacarta, Singapore, il Qatar, Taiwan e ovviamente gli Emirati arabi.

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Forme delle scarpe della Manifattura Berluti

Un uomo e una donna, i nostri cordiali e nero-vestiti accompagnatori, che spiegano come sia esclusiva anche l’architettura in cui è racchiuso lo stabilimento. “La forma – dice lui – replica quella di una enorme scatola da scarpe”. In effetti è un parallelepipedo molto sobrio, avvolto da listarelle in legno di cedro rosso non trattato, forse perché possa prendere sempre più l’aspetto del cartone da scatola. All’interno il legno usato è invece quello pallido del faggio, che ­– prosegue a spiegare il cicerone – riprende la materia delle forme di piede che riempiono ampi scaffali. Tutt’intorno ci sono infatti questi moncherini, a ricordare precedenti e illustri clienti, le cui estremità giacciono qui levigate e marchiate con nomi come Trieste, Yasuoka, Vukovic. Alzi gli occhi e il soffitto in vetro trasparente è appoggiato su travi in legno che si incrociano. Un’ulteriore metafora – ti assicurano ­– che vuole rappresentare ­i lacci intrecciati delle scarpe.

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Attrezzi per la lavorazione artigianale delle scarpe (foto Lvmh)

Vabbe’. Da qui si aprono le prime porte scorrevoli e si entra nel laboratorio di sviluppo. Ci lavorano otto persone, incaricate appunto di sviluppare i prototipi. Su un’asta penzolano due forme di coccodrillo spiaccicato e sbiancato. Su un altro sostegno è appesa una larga pelle scuoiata. “Sono i due tipi di pellame con cui vengono fatte le scarpe – dice la guida – che possono essere modellate in cuoio Venezia o in prezioso alligatore”. Un operaio al banco sta sagomando con una taglierina la forma di una tomaia sopra alla pelle che era di un minaccioso coccodrillo, mentre una bella ragazza ritaglia la sagoma dalla pezza appartenuta forse a una mucca. Una grande pelle beige è completamente coperta dalla calligrafia di una pergamena antica, settecentesca. Il manoscritto scelto per la sua bellezza da Olga Berluti viene riprodotto al laser sul cuoio ed è usato per rendere ancora più particolari mocassini, borse o portafogli prodotti qui.

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Mocassino con pelle calligrafata, scarpa Alessandro e modello Andy dedicato a Warhol da Berluti (foto Lvmh)

Delle signore nella stessa stanza si occupano di orlatura delle sagome riducendo lo spessore dei bordi, accoppiando le parti della scarpa e cucendole insieme a mano. Un dipendente armato di punteruolo e due aghi cuce insieme la coppia di sagome che forma la tomaia e vediamo come crea la cosiddetta vaschetta, quella rigatura in rilievo tipica della parte superiore del mocassino. Fuori da qui, si entra nella stanza dove le tomaie ancora piatte prendono la forma tridimensionale di un piede, facendole aderire a quei famosi moncherini, che adesso non corrispondono più alle estremità personali dei vari clienti, ma ai diversi modelli che la maison mette in commercio. C’è il modello Alessandro, che prende il nome dal fondatore, partito da Senigallia alla volta di Parigi nel 1895. Ci sono lo stivaletto elasticizzato Sans Gêne e la scarpa Oxford con la pettorina stringata, introdotti negli anni Venti dal figlio del fondatore, Torello Berluti. C’è il mocassino Andy, scarpa appuntita e squadrata che l’ultima discendente della famiglia – Olga Berluti, ancora attiva – si inventa negli anni Sessanta conquistandosi un cliente come Andy Warhol, a cui il modello deve appunto l’ispirazione e il nome.

Ultima sala di lavorazione è quella riservata ai dettagli finali: colore, patinatura e decorazione. Abili mani alle estremità di avambracci tatuati e a molti polsi avvolti nei cinturini di orologi stra-costosi pennellano borse e scarpe come fossero tele, danno colori a cera e poi li tolgono per creare quell’effetto slavato e vissuto caratteristico del marchio. Un dipendente tatua un serpente sopra ai bordi di una scarpa stringata; una sua collega marchia con tatuaggi di tigri una valigetta in cuoio e una tracolla di valore inimmaginabile per chi le vedrà in giro senza esibizione di marchi squillanti.

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Tatuaggio fatto a mano per le calzature del gruppo Lvmh (foto Berluti)

Il tour è terminato. Si può comperare qualcosina? No, vendita riservata a quel ristretto numero di boutique distribuite nei selezionati punti strategici del globo terrestre. Come Tokyo e Dubai. A Ferrara si produce, ma niente spaccio. Solo i dipendenti, un paio di volte all’anno, hanno la possibilità di un acquisto. Così a Gaibanella e dintorni emiliani si potrà vedere qualche borsa appesa al braccio, magari tatuato e dotato di Rolex, di artigiani d’élite che fanno tatuaggi ai coccodrilli.

Premio Benois de Danse, quando la magia diventa realtà

Essere tra gli spettatori di questo premio internazionale non ha prezzo. E’ un privilegio, quello di poter osservare il palcoscenico di uno dei premi di danza più prestigiosi al mondo, fondato al teatro Bolshoi di Mosca il 29 aprile 1992 dall’International Dance Association, oggi International Dance Union: il Premio Benois de la Danse. Presidente e direttore artistico, nonché presidente della giuria, il coreografo pietroburghese Yuri Grigorovich, oggi novantenne, ma sempre energico ed entusiasta.

Giuria
Giuria

Membri della giuria, oltre a Grigorovich, Marie-Agnès Gillot, Étoile dell’Opera di Parigi, José Carlos Martínez Garcia, direttore artistico della Compañía Nacional de Danza de España, Johannes Öhman,  direttore artistico del Royal Swedish Ballet, Xiao Suhua, coreografo e professore alla Beijing Dance Academy, Elisabetta Terabust, star del balletto italiano e direttrice onoraria del Teatro dell’Opera di Roma, Yury Fateyev, direttore del corpo di ballo del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo e Linda Shelton, direttrice del Joyce Theater Foundation di New York.

Rebecca Bianchi
Rebecca Bianchi

Grandi nomi per un trionfo di tecnica, di emozioni, di bravura, di musica, di applausi. Di gioia perfetta, in uno scenario con pochi rivali al mondo. Quest’anno il premio è stato consegnato il 17 maggio al Teatro Bolshoi di Mosca. Posso dire, io c’ero. Emozioni indescrivibili per un gala unico. All’edizione hanno concorso, fra i 6 ballerini, gli 8 coreografi e i 2 scenografi, anche 3 italiani (nomination comunicate lo scorso 7 aprile): Mauro Bigonzetti, nuovo direttore del corpo di ballo del Teatro alla Scala, Rebecca Bianchi, del Balletto dell’Opera di Roma e Alessandro Riga, del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nessuna statuetta per l’Italia, purtroppo, anche se i primi ballerini de La Scala di Milano e del Teatro dell’Opera di Roma hanno stregato il pubblico. Le statuette ai migliori coreografi sono andate a Yuri Possokhov (Teatro Bolshoi) e a Johan Inger (Teatro di Danza dei Paesi Bassi). Migliori ballerine Alicia Anatriain (Balletto di Stato di Stoccarda) e Hannah O’Neill (Balletto del Teatro dell’Opera di Parigi), Miglior ballerino Kim Kimin (Balletto del Teatro dell’Opera di Parigi), Migliore scenografo Ren Dongsheng (Accademia di Danza di Pechino). Un po’ Italia tuttavia: il Premio speciale Russia-Italia Benois-Mosca-Massine-Positano è stato consegnato alla prima ballerina del Bolshoi Ekaterina Krysanova. Da non dimenticare anche il premio a Edward Watson (primo ballerino dell’inglese Royal Ballet) e quello alla carriera a uno dei maggiori coreografi mondiali, John Neumeier.

John Neumeier
John Neumeier

Emozionante nell’esprimere il riconoscimento alla cultura della Russia e al ruolo che essa ricopre nella vita quotidiana di ogni cittadino di questo immenso paese. Indimenticabile e ben preparata la presentazione del suo incredibile percorso artistico, quello di un uomo che ha fatto la storia della coreografia.

Alla premiazione sono seguite varie performance dei vari candidati, tutte ugualmente emozionanti e di elevate tecnicità e perfezione. Brani da Carmen di Bizet (i passionali Emilia Gisladottir e Daan Vervoort della Compagnia nazionale di Danza spagnola), dall’Imperatore Yu Li di Dou Wei (i delicati Hu Yuting e Sun Ke dell’Accademia di danza di Pechino), da Cenerentola di Prokofiev (i favolosi Virna Toppi e Christian Fagetti del Teatro La Scala di Milano), da Giselle di Adam (i leggiadri Rebecca Bianchi e Claudio Cocino del Teatro dell’Opera di Roma), dal Pas de deux di Tchaikovsky (Emily Slawski e Dmitry Zagrebin del Teatro Reale di Svezia), da l’Arlesiana di Bizet (sempre Rebecca Bianchi del Teatro dell’Opera di Roma ma questa volta con Alessandro Riga, primo ballerino della Compagnia nazionale di Danza spagnola), dalla Terza Sinfonia di Mahler (i preferiti dalla critica Silvia Azzoni e Alexandre Riabko del balletto di Amburgo), da Sherazade di Rimsky-Korsakov (i perfetti Nadezhda Batoeva e Kimin Kim del Teatro Mariinsky) o da Romeo e Giulietta di Prokokiev (i magnifici ed eleganti Lauren Cuthbertson e Edward Watson del Royal Ballet di Londra). La seconda serata, quella del 18 maggio, tutta dedicata a Shakespeare, in occasione dei 400 anni dalla sua morte. Brani da La Tempesta, Macbeth, Romeo e Giulietta, Otello, Amleto, con i migliori interpreti. Un evento per tutti gli amanti del balletto, esperti e non. Da vedere, almeno una volta nella vita…

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Fotografie di M.Logvionv, gentilmente fornite da Olga Kulikova, ufficio stampa del Premio Benois de la Danse, che ringraziamo.

Luisa, a Ferrara prima sindaca italiana

La prima donna a fare il sindaco in una città italiana è questa signora qua, Luisa Gallotti, nata nel 1916 ed eletta consigliera comunale di Ferrara appena finisce la seconda guerra mondiale, nel marzo 1946. Adesso sembra una cosa da niente, ma in quel momento è un fatto eccezionale, che fa scalpore e anche un po’ scandalo. Le donne hanno appena ottenuto il diritto di votare (e di essere votate). Eppure alle elezioni successive, il 25 marzo 1950, viene eletta proprio lei alla guida del governo locale e diventa la prima donna in Italia ad amministrare una città capoluogo di provincia.

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La prima sindaca Luisa Gallotti Balboni

Nonostante una forte campagna di opposizione, è riconfermata al voto successivo per la nuova amministrazione in un giorno come oggi, il 25 maggio 1952, poi ancora alle elezioni del 28 maggio 1956, e resta sindaca fino al 1958. Finito il mandato, viene eletta senatrice, ed è ancora il 25 maggio del 1958. A Ferrara Luisa viene per motivi affettivi, perché andando a Venezia per studiare, e laurearsi alla facoltà di Lingue, conosce il ferrarese Piero Balboni. Lo sposa nel 1941 e con lui inizia la militanza ferrarese per la Resistenza antifascista. Nella ricorrenza di questi giorni di maggio che l’hanno vista eletta alla guida di Ferrara e poi tra le fila del Partito comunista in Senato, le sue spoglie verranno riportate qui, nel cimitero monumentale della Certosa.

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Luisa Gallotti Balboni (foto Archivio centrale dello Stato, Senato della Repubblica)

“Una donna – scrive della Gallotti l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Ferrara, Annalisa Felletti – che ebbe una visione sociale e politica lungimirante: a lei si devono le prime scuole materne, le prime colonie per i bambini di famiglie operaie e lavoratrici, la prima farmacia comunale e tanto altro ancora che si può rivivere nel bellissimo libro ‘Sulle tracce di una Sindachessa’. E’ stato proprio grazie a chi quelle tracce non le ha lasciate perdere (e per questo si ringrazia la sezione ferrarese dell’Udi), che questa Amministrazione ha deciso di riportare i resti della nostra ex sindaca nella sua Ferrara, per una degna sepoltura”.

La cerimonia di rientro – dopo la morte avvenuta a Rapallo nel 1979 – sarà sabato, 28 maggio 2016, alle 11 nella Certosa, in via Borso d’Este, e poi alle 11.45 con l’’intitolazione a lei della scuola per l’infanzia di via del Salice.

Per saperne di più: il libro “Una donna ritrovata: sulle tracce di una sindachessa” a cura di Delfina Tromboni e Liviana Zagagnoni, edizioni Spazio libri, Ferrara, 1992; l’articolo di Bruna Bignozzi su “La sindachessa tra stima e sarcasmo” sulla Nuova Ferrara del 21 gennaio 2004.

 

OGGI – IMMAGINARIO RICORRENZE

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Luisa Gallotti nel suo ufficio in Municipio (Archivio storico Udi Ferrara)
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La sindaca Gallotti (Archivio storico Udi Ferrara)
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Prima cittadina a capo del consiglio (Archivio storico Udi Ferrara)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulle foto per ingrandirle]

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Scolpire la propria vita

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Mauro Corona

Vivere è come scolpire, occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro. (Mauro Corona)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Hanoi Rocks

Oggi si parla di roba tosta.
Anthony Bourdain ci avvisa: Barack Obama è davvero un mago a far su i noodles con le bacchette.
Il presidente più YO! della storia americana ne ha fatta un’altra delle sue.
Si è sparato una visita ufficiale proprio là, in Vietnam, e proprio là, in Vietnam, ha spazzato via l’ultimo strascico di quella celebre guerra.
Perché finalmente lo zio Sam potrà tornare a vendere armi al Vietnam.
Embargo revocato, tutto torna a com’era prima della guerra ma occhio: casco ben allacciato, fari accesi anche di giorno e occhio ai diritti umani, sempre.

Brano: Viet Nam dei MinuteMen
Brano: Viet Nam dei MinuteMen

Non fa una piega perché venerdì Obama sarà a Hiroshima e ha già detto che non chiederà scusa per la bomba.
Motivazione: “Penso che sia importante riconoscere che in guerra i leader devono prendere ogni tipo di decisione”.
E io penso a quel celebre pittore prestato alla politica ma anche a quell’uomo “che non deve chiedere, mai”.
Ma forse è meglio se parliamo di quant’è YO! questo Baracca che è meglio.
Perché fra un impegno e l’altro è riuscito anche a spararsi una cena da soli 6 dollari in compagnia di Anthony Bourdain.
Quindi ecco svelata la nostra fonte sulle capacità di Baracca con le bacchette.
Cena in un modesto ristorante di Hanoi, sgabello basso di plastica, “noodles a buon mercato ma deliziosi”, birretta fresca e prudenza, sempre.
Quante cose si imparano grazie all’insonnia.
Uno non riesce a dormire, quindi bicchiere d’acqua, paglia, poi pipì, poi apri facebook e vedi ‘ste foto di Bourdain.
Poi torni a letto e pensi: ma chi se ne frega, Bourdain lo preferivo a tavola con Iggy Pop a parlare di gamberi.
Allora a quel punto ho pensato che avevo voglia di farmi due risate e ho cercato il fantastico backstage rider di Iggy ma non c’era più.
Il tempo passa e tutto sparisce.
L’avrà revocato Obama, boh.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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