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Giorno: 26 Maggio 2016

Kiabi festeggia 20 anni in Italia

da: organizzatori

Dal 5 maggio al 26 giugno uno speciale tour colorerà 11 città italiane
Prossima tappa Ferrara sabato 28 e domenica 29 maggio

KIABI, leader francese della moda a piccoli prezzi, festeggia 20 anni in Italia con tantissime iniziative per i suoi clienti.
Il primo negozio fu aperto nel 1996 a Corsico (MI) divenendo poi uno dei punti saldi del brand.
In questi 20 anni KIABI in Italia ha saputo conquistare il grande pubblico diventando uno dei marchi internazionali del fast fashion preferiti e meta di acquisto sia nei propri store che sul sito e-commerce www.kiabi.it. Un traguardo raggiunto dall’azienda grazie all’evoluzione e al grande investimento nella ricerca stilistica e dei materiali che hanno trasformato il prodotto rendendolo sempre più alla moda.

In occasione del ventesimo compleanno di KIABI in Italia, l’azienda ha deciso di festeggiare con uno speciale tour che farà tappa, dal 5 Maggio al 26 Giugno 2016, in 11 città italiane
dove il Brand è presente con i suoi punti vendita.

La festa dopo aver coinvolto diverse città arriva a Ferrara che, dopo essere stata invasa da una vera e propria esplosione di Knitting, sarà protagonista della sesta tappa del tour sabato 28 e domenica 29 maggio in Largo Castello dalle 12.00 alle 20.00.

All’interno dello scintillante Airstream, scelto ed allestito ad hoc per questa iniziativa, il pubblico verrà invitato a partecipare al concorso “Crea il tuo stile con Kiabi” e potrà creare il proprio look con i capi della collezione primavera/estate 2016, attraverso gli innovativi totem digitali disponibili sul mezzo. Tutti i partecipanti avranno la possibilità di vincere, dei buoni sconto di 20 euro o, per i più fortunati, dei buoni d’acquisto di 150 euro, assegnati con modalità instant win.

Ma non finisce qui! Per coinvolgere proprio tutti, KIABI ha esteso il concorso anche al pubblico delle città non coinvolte nel tour e a tutti i clienti degli store attraverso una meccanica web: infatti dal 1 maggio al 10 luglio 2016 accedendo al sito creailtuostile.kiabi.it ogni utente potrà creare i propri look e partecipare all’estrazione di buoni d’acquisto di 150 euro spendibili in tutti i punti vendita o sul sito www.kiabi.it
Inoltre per tutto il 2016 i clienti iscritti al programma fedeltà KIABI potranno beneficiare di uno sconto del 20% il 20 di ogni mese.

Tutte le iniziative legate ai 20 anni di KIABI verranno comunicate e viralizzate sui principali canali social attraverso gli hashtag #happycolorstoyou #20annikiabi #kiabi_italia
Per maggiori info sul concorso e sulle tappe del tour creailtuostile.kiabi.it e kiabi.it

Il 4 e il 5 giugno avrà luogo l’evento “Il Cavallo di Diamante 2016” presso il Palazzo dei Dimanti

da: organizzatori

locandina_diam-LASTEvento: Il Cavallo di Diamante – II edizione
Dove: Corte di Palazzo Diamantina – Vigarano Mainarda (FE)
Quando: sabato 4 e domenica 5 giugno 2016
Organizzazione: Organizzato dalla Pro Loco di Diamantina con la direzione artistica di Maurizio
Rutigliano
Con il patrocinio: Comune di Vigarano Mainarda, Palio di Ferrara, AERRS – Associazione Emilia
Romagna Rievocazioni Storiche, Fitatrec Ante – Federazione Italiana Turismo Equestre
Di che si tratta:
Evento dedicato alla storia del cavallo nelle varie epoche storiche, partendo dall’evo antico per
arrivare, attraverso il medioevo e il rinascimento, all’epoca risorgimentale.
Il percorso storico-culturale sarà arricchito da laboratori didattici per i bambini, visite guidate alle
scuderie, spettacoli equestri e gare di tiro con l’arco storico; non mancheranno ovviamente il
“battesimo della sella” e le passeggiate in carrozza, il tutto completato dalla presenza di taverne
gastronomiche.
Ci sarà anche una panoramica sugli antichi mestieri con la partecipazione dell’Eco-Museo delle
Erbe Palustri e la presenza di artigiani; nell’area si troveranno anche interessanti accampamenti
storici che ricostruiranno al meglio la vita e la cultura delle varie epoche.

Sicurezza Elettrica: a rischio 12 milioni di case Italiane arriva il libretto d’impianto elettrico con il patrocinio del Ministero Sviluppo Economico

da: Prosiel Stampa

Un’affidabile certificazione di conformità degli impianti residenziali promosso da Prosiel,
Che sostiene la cultura della prevenzione dei rischi elettrici in ambito domestico.

Tappa a Bologna il 27 maggio per il tour di presentazione del Libretto d’Impianto elettrico, una vera e propria “carta di circolazione” dell’impianto, patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico e promosso da Prosiel. Il libretto sarà presentato da Claudio Pecorari, Coordinatore Commissione Innovazione di Prosiel, associazione che con il Libretto di impianto elettrico offre una garanzia di sicurezza per inquilini, proprietari di immobili e amministratori di condomini, oltre a rappresentare un’attestazione di professionalità per installatori.

La sicurezza delle persone è a rischio in 12 milioni di case italiane. Molti impianti non sono mai stati controllati, altri sono obsoleti e non a norma. Il primo passo per una maggiore sicurezza è la consapevolezza dei rischi che si corrono: per avere sotto controllo la salute del proprio impianto e quindi ridurre incidenti domestici e consumi, il consumatore potrà richiedere al proprio Installatore il Libretto d’Impianto Elettrico, un documento gratuito che per la sua seconda edizione ha ottenuto il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, utile da associare all’abitazione per prevenire incidenti e contenere i consumi, tracciando le scadenze di controlli e attività di manutenzione.
Una cultura della prevenzione dei rischi elettrici già avviata con il controllo delle caldaie è una buona prassi oggi diffusa che Prosiel, associazione senza scopo di lucro che riunisce i principali attori della filiera elettrica si propone di estendere anche all’ambito elettrico: con il Libretto d’Impianto Elettrico Prosiel vuole promuovere la sicurezza e l’innovazione elettrica in linea con lla crescente diffusione all’interno delle nostre case di elettrodomestici sempre più potenti negli ultimi anni – spiega Luca Bosatelli, Presidente Prosiel – oltre a offrire all’utente finale una maggiore consapevolezza sull’impianto elettrico, informandolo in merito al corretto utilizzo e alla corretta manutenzione, promuovendo anche l’ammodernamento di impianti obsoleti per massimizzare l’efficienza energetica e la sicurezza>.

Impegnata dal 2000 nella promozione della sicurezza e dell’innovazione elettrica, Prosiel è attiva nella diffusione di una nuova buona pratica per installatori e proprietari o inquilini delle abitazioni che riconoscono l’importanza di attestare la sicurezza dell’impianto attraverso questo libretto, un documento volontario, che funzionando come una “carta di circolazione” dell’impianto ne testimonia la conformità.
Il libretto d’impianto elettrico contiene tutte le istruzioni d’uso e manutenzione delle apparecchiature che formano l’impianto, le relative garanzie, e ogni informazione fornita dall’impresa installatrice per la sua migliore gestione affinché l’utente abbia la possibilità di ottenere le migliori prestazioni previste e adempiere i suoi obblighi di legge in ambito di manutenzione, attraverso controlli programmati legati alla sicurezza degli impianti in conformità con l’articolo 8 del Decreto Ministeriale 37/08.

All’interno del libretto viene anche annotata la frequenza prevista dall’impresa installatrice per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria affinché l’impianto mantenga le caratteristiche di sicurezza e di prestazione di progetto. Il libretto d’impianto e i suoi allegati devono essere conservati con diligenza per essere trasmessi al futuro utente dell’impianto.
Sul sito di Prosiel è disponibile anche un test di autodiagnosi per verificare lo stato di salute dell’impianto elettrico di casa.

Sabato 28 maggio Guido Barbujani e Federico Faloppa presentano il libro “Contro il razzismo” presso la Libreria Ibs+Libraccio

da: ufficio stampa Ibs Libraccio

Dialoga con gli autori
Andrea Pugiotto
Università degli Studi di Ferrara

razzismoIn Europa avanzano movimenti xenofobi e in Italia si denunciano sempre piú spesso episodi di razzismo. Quattro studiosi con competenze diverse provano qui a vagliare i concetti di identità e differenza, a comprendere i diritti dello straniero in Italia, a misurare quanto profonde siano le nostre convinzioni sulle differenze biologiche e culturali e come se ne debba parlare. Guido Barbujani sceglie la prospettiva della genetica per decostruire le presunte basi scientifiche del razzismo; Marco Aime usa un approccio antropologico per comprendere alcune nuove declinazioni, di carattere culturale, assunte da certi razzismi. Federico Faloppa compie un’analisi linguistica, utile a capire gli elementi discriminatori che mettiamo in atto, spesso inconsciamente, usando le parole in un certo modo; infine Clelia Bartoli usa lo sguardo socio-giuridico per comprendere come le insidie del razzismo si celino anche nelle istituzioni «democratiche».

Guido Barbujani ha lavorato alle Università di Padova, State of New York, Bologna; dal 1996 insegna Genetica all’Università di Ferrara. Nei suoi studi piú recenti si è occupato di dna antico nell’uomo di Cro- Magnon, negli etruschi e nei nuragici. Ha pubblicato i romanzi Dilettanti (Marsilio, 1993; Sironi, 2003), Dopoguerra (Sironi, 2002), Questione di razza (Mondadori, 2003), Morti e sepolti (Bompiani, 2010) e i saggi L’invenzione delle razze (Bompiani, 2006), Europei senza se e senza ma (Bompiani, 2008) e, con Pietro Cheli, Sono razzista ma sto cercando di smettere (Laterza, 2008). Per Einaudi ha pubblicato Lascia stare i santi (2014) e Contro il razzismo (2016, con Marco Aime, Clelia Bartoli e Federico Faloppa).

Federico Faloppa insegna Linguistica italiana nel Department of Modern Languages dell’Università di Reading. Ha pubblicato, tra l’altro, Parole contro. La rappresentazione del diverso (Garzanti 2004) e Razzisti a parole (per tacer dei fatti) (Laterza 2011).
Per Einaudi ha pubblicato Contro il razzismo (2016, con Marco Aime, Guido Barbujani e Clelia Bartoli).

Copparo : in vista delle manifestazioni del Palio di Copparo, in piazza del Popolo dal 30 maggio e fino al 14 giugno è istituito il divieto di sosta

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

In vista delle manifestazioni del Palio di Copparo, in piazza del Popolo dalle ore 8.30 del 30 maggio e fino al 14 giugno è istituito il divieto di sosta con rimozione forzata nella sua parte centrale; doppio senso di circolazione nell’accesso (normalmente a senso unico) e nell’uscita (normalmente a senso unico) alle/dalle aree di parcheggio di “levante” e di “ponente” con contestuale interdizione della sosta lungo le corsie di scorrimento temporanee realizzate, per agevolare e rendere sicura la viabilità e la fruizione dei parcheggi stessi.
Giovedì 2 giugno dalle 8.00 alle 13.00 in piazza Papa Giovanni XXIII è istituito il divieto di sosta con rimozione forzata nell’area di parcheggio centrale ed è sospesa la circolazione veicolare per il tempo strettamente necessario allo svolgimento della cerimonia inaugurale.
Nei giorni 2 e 11 giugno è sospesa la circolazione veicolare lungo il percorso dei quattro cortei storici, per il tempo strettamente necessario al passaggio degli stessi, nella fascia oraria 19.00-22.00; negli stessi giorni dalle 20.00 alle 1.00 del giorno successivo, i parcheggi di Levante e di Ponente sono interdetti alla sosta, con rimozione forzata e nel tratto di sede stradale compreso tra via Fiorini e via Verdi, è vietata la circolazione e la sosta (eccetto autoveicoli muniti di contrassegno per disabili).
Il 2 e l’11 giugno (dalle 20.00 alle 1.00 del giorno seguente) in via Verdi divieto di transito nel tratto compreso tra l’accesso del parcheggio ex Berco e piazza del Popolo; in via Marconi divieto di transito da via Pisacane a piazza del Popolo; senso unico di marcia da via Pisacane a via I Maggio.

Copparo: viabilità per palio e fiera

da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Per lo svolgimento delle manifestazioni di giugno in piazza del Popolo (palio e fiera SS. Pietro e Paolo), si dispone lo spostamento del mercato settimanale del venerdì in viale Carducci nelle giornate del 3 e 10 giugno e 1 luglio 2016.
Inoltre, dalle ore 6.00 alle ore 15.00 dei suddetti giorni sono in vigore i seguenti provvedimenti di viabilità: in viale Carducci divieto di sosta con rimozione forzata su ambo i lati e divieto di circolazione per tutti i veicoli, ad esclusione di quelli al servizio degli operatori del mercato di Copparo, ai residenti e ai clienti diretti all’albergo-ristorante Da Giuseppe è consentita la circolazione a passo d’uomo nei controviali, utilizzando il tratto più breve, senza possibilità di sostarvi; in via Veneto divieto di transito nel tratto compreso tra l’uscita del parcheggio in fregio alla via e l’intersezione con viale Carducci (esclusi clienti ristorante e residenti) con presegnalazione in corrispondenza dell’intersezione con via Ferrara e via XX Settembre di “strada senza uscita”; divieto di sosta con rimozione per m. 20 dall’intersezione con viale Carducci; in via Volta divieto di circolazione eccetto residenti e operatori del mercato; in via XX Settembre (nell’intersezione con via Veneto e via Carletti) presegnalazione di “strada senza uscita” a m. 300; in via I Maggio divieto di sosta con rimozione forzata per una lunghezza di m. 20 ai lati del passo carrabile dell’autostazione per agevolare le manovre in entrata ed in uscita dall’area degli autobus di linea.

Fare della cultura la propria professione

da: ufficio stampa Legacoop

 La cooperativa Doc Servizi è ufficialmente arrivata in città, per dare risposte e tutele ai lavoratori dello spettacolo, dell’arte e della cultura. E lancia il progetto di rete ShareCulture.Coop con altre 3 cooperative culturali italiane

Musicisti, attori, tecnici dello spettacolo, ma anche operatori museali, web designer, scrittori, illustratori, fotografi e molto altro. Sono i professionisti che possono essere interessati dall’apertura a Ferrara della nuova filiale di Doc Servizi, la principale cooperativa in Italia di lavoratori dello spettacolo e della cultura che si è presentata alla città lo scorso weekend con il concerto di Enrico Mantovani nell’ambito dello Sharing Festival. «Con 25 anni di esperienza nel settore, 30 sedi in tutta Italia e oltre 5000 soci lavoratori – spiega Demetrio Chiappa, presidente Doc Servizi – la cooperativa vuole dare risposte a professionisti spesso poco tutelati, promuovendo legalità e dignità del lavoro culturale». I soci della cooperativa trovano in Doc un inquadramento contrattuale, il supporto e l’assistenza nella gestione del lavoro e una rete di professionisti capace di favorire occasioni di lavoro. La filiale ferrarese ha sede nell’edificio di Legacoop Estense, in via Carlo Mayr 14. «Accogliamo con piacere una cooperativa che ha grande competenza nel settore culturale – afferma Andrea Benini, presidente di Legacoop Estense – e potrà dare risposte concrete a molti professionisti che ancora non sanno come orientarsi in un settore per sua natura precario. Come Legacoop pensiamo che il settore culturale debba diventare leva fondamentale di sviluppo economico di questo territorio». L’apertura della nuova filiale è stata anche l’occasione per lanciare ShareCulture.Coop, un progetto di rete tra Doc Servizi e altre tre importanti cooperative culturali italiane, che avrà sede proprio a Ferrara e coinvolgerà: Coop Culture, che con oltre 1000 dipendenti è leader nazionale nella gestione dei beni culturali; Mandragola, cooperativa di giornalisti attiva nell’ambito dell’educazione ai media; Trenta e Lode, che opera nella commercializzazione e distribuzione a livello nazionale dei piccoli editori indipendenti. «Abbiamo lavorato per favorire l’incontro tra queste realtà – sostiene Roberto Calari di Legacoop Cultura – che hanno scoperto di avere competenze trasversali e complementari da poter integrare per avviare un progetto comune, finalizzato alla diffusione e valorizzazione dei contenuti culturali in una logica di filiera. La scelta di Ferrara non è casuale: è un territorio che ha dimostrato di essere ricettivo su queste tematiche e di voler puntare su cultura e turismo per il proprio sviluppo».

How I met Science! Torna il Festival della scienza al Polo Adelardi

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Appuntamento con la scienza sabato 28 maggio, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, al Polo Adelardi (via Adelardi, 33), per la seconda edizione del Festival How I met Science!, organizzato da Scienziati irriducibili e Fisici senza frontiere, gruppi divulgativi di giovani studenti e ricercatori dell’Università di Ferrara, grazie al contributo del Fondo Culturale d’Ateneo 2015/2016.

Spiegano gli organizzatori “La giornata, dedicata a tutti i ragazzi in età scolare, vuole trasmettere la passione per la scienza, mostrando come il divertimento sia legato a doppio filo a curiosità ed emozione della scoperta. Attraverso laboratori, attività didattiche e sfide di abilità esporremo i più svariati argomenti di matematica, fisica e delle scienze in generale. La visita consigliata comprende un percorso di 2 ore, con 4 dimostrazioni a scelta fra i seguenti laboratori: Eureka! Scopriamo tutto sulla spinta di Archimede. Eppur si muove. Studiamo le leggi del movimento dei corpi, in modo intuitivo e divertente. Vibrazioni, onde e suono. Avviciniamoci al mondo straordinario del suono. E luce fu. Un fenomeno così naturale come la visione può nascondere molti segreti! Sotto pressione. Senza aria non potremmo respirare, ma di certo questo non è l’unico ruolo che gioca nella quotidianità. Un fulmine a ciel sereno. Alla scoperta della magia dei fenomeni elettrostatici. Che caldo che fa. Che cos’è il calore e quali sono i suoi effetti? Azzardo e probabilità. La probabilità intorno a noi: cosa significa, a cosa serve, esempi, quesiti ed enigmi famosi. Il gioco e la scienza. Geometrie degli specchi ed altre illusioni, non solo ottiche. Matematica in bolle. Utilizziamo le bolle di sapone per spiegare concetti basilari di chimica e fisica. Le sfere di Lènart. Che cosa sono una linea retta, un angolo, un triangolo?”.

“L’iniziativa rientra in un progetto vasto ed ambizioso – proseguono gli organizzatori – e rappresenta il culmine di un percorso di formazione dedicato a studenti Unife su tecniche di didattica e divulgazione scientifica, suddiviso in tre momenti: corsi di formazione, approfondimenti sul campo, interagendo con scuole primarie e secondarie, e Festival conclusivo, palcoscenico per gli studenti universitari per mostrarsi come divulgatori, nonché momento aperto alla cittadinanza in cui conciliare apprendimento della scienza ed attività ludiche”.
L’evento, ad accesso gratuito, promosso in collaborazione con La vite di Archimede, ForMATH e La terra dell’orso – e natura, è patrocinato e supportato dai Dipartimenti di Fisica e Scienze della Terra e Matematica ed Informatica di Unife, dalla sezione ferrarese dell’ INFN e dal Comune di Ferrara.

Centenario di Olindo Guerrini: sabato mattina a Sant’Alberto due progetti delle scuole medie

da: organizzatori

Sabato 28 maggio alle 9,30, alla Sala Agrisfera di Sant’Alberto, le classi 2F e 2G della Scuola Media “C. Viali” di Sant’Alberto presentano due progetti ispirati alla figura di Olindo Guerrini nel centenario della morte: “Olindo Guerrini: Good Food, Good Mood. Three cuisines, one cookery book” e “Storie di fiume… un fiume di storie”.

“Olindo Guerrini: Good Food, Good Mood. Three cuisines, one cookery book” è un progetto realizzato nel corso dell’anno scolastico che ha inteso sensibilizzare i ragazzi nei confronti dell’alimentazione e dell’ambiente protagonista del proprio benessere psico­fisico.

La stretta relazione tra alimentazione, stili di vita, cibo e cultura ha permesso di ispirarsi alla figura di Olindo Guerrini, letterato di grande rilievo, personaggio di primo piano nella cultura italiana e locale che saputo affiancare l’attività di poeta in lingua italiana o dialettale a quella di studioso, viaggiatore ed amante della buona tavola e delle osterie. Dalla biografia di Guerrini alla realizzazione di alcune ricette della tradizione liberamente tratte o ispirate al suo ultimo lavoro “L’arte di utilizzare gli avanzi e risparmiare con gusto” gli studenti hanno concretizzato un modo di apprendere legato alla sperimentazione, alla scoperta e alla laboratorialità.

La piattaforma per le scuole europee e­twinning, assieme all’ausilio della lingua inglese, ha dato al progetto un’ efficace dimensione internazionale: le classi hanno infatti condiviso ricette e tradizioni con un gruppo di coetanei della Scania, una regione della Svezia meridionale. Da questi “incontri” virtuali o in tempo reale attraverso una chat line dedicata e Skype, sono stati generati molteplici materiali: ricette tradizionali svedesi, inglesi ed italiane in due lingue (italiano ed inglese), laboratori per l’integrazione, glossari in italiano, inglese e dialetto romagnolo, uscite didattiche in luoghi legati all’enogastronomia locale… E infine un fascicolo fresco di stampa che contiene i momenti più significativi del progetto, le ricette di tre nazioni (Italia, Svezia e Gran Bretagna) nelle due lingue, una sezione dedicata alle erbe aromatiche, una biografia di Olindo Guerrini in italiano e in inglese ed una piccola raccolta di sonetti del poeta santalbertese legati all’alimentazione.

“Storie di fiume… un fiume di storie” è invece un cortometraggio realizzato durante il laboratorio teatrale che racconta, nel passato e nel presente, la storia della gente di fiume. Il passato, realizzato in bianco e nero, ricostruisce, attraverso una serie di bozzetti, ipotetiche scene di vita quotidiana del dopoguerra (l’uccisione del maiale, la figlia da maritare, le pie donne che assistono alla benedizione del fiume, il ritorno dei reduci dal fronte, la pesca) che si concludono tutte con uno sguardo di speranza verso l’acqua che scorre.
Quell’acqua a sua volta rappresenta anche il tempo che passa: quindi il futuro, girato a colori, dove gli eredi delle generazioni passate, grazie ad un simbolico passaggio di bussola, trovano la giusta via da percorrere. Nel presente il fiume diventa emblema di sponde opposte (riso e e pianto, guerra e pace, apertura e chiusura), ma anche luogo di incontri e di aiuto reciproco.
In sottofondo, musiche selezionate ed alcuni ammiccamenti alla figura di Olindo Guerrini, di cui una voce fuori campo recita alcune strofe de “Il guado”.

Studiando la Ferrara medievale con il professor Claudio Cazzola

da: organizzatori

Oggi presso la scuola media di primo grado di San Bartolomeo, il prof. Claudio Cazzola ha tenuto un incontro/lezione con la classe 1a C della sede di San Bartolomeo, suk significato del calendario nel mondo antico e sull’analisi della porta dei mesi medievale, conservata presso il museo della Cattedrale di Ferrara.
Questo incontro fa parte integrante e ne è la degna conclusione, di una attività organizzata all’interno della programmazione dello studio della città in epoca medioevale che rappresenta anche un anello di congiunzione tra la scuola primaria e quella secondario di primo grado.
Dopo questo apprendimento di carattere storico e della relativa analisi delle fonti, i contenuti esposti dal professore ospite ormai abituale del nostro istituto, fornirà altro materiale per la lezione congiunta che si terrà con la quinta classe della scuola primaria Alberto Manzi il giorno 25 maggio, dove verranno messe a confronto e esposte da parte dei giovai allievi i contenuti elaborati e appresi.
I ragazzi sono stati abilmente condotti alla scoperta delle origini della nostra storia e degli stretti rapporti che la società nel passato ha avuto con il modo agricolo.
Molto interesse ha destato la lezione agli studenti che sono parsi molto molto interessati.
Un grazie di cuore per la disponibilità va al prof. Claudio Cazzola.

Prof.ssa Elena Muzzani insegnante di storia e italiano della classe 1a C dell’Istituto Alberto Manzi di San Bartolomeo Ferrara

Contro ogni Discriminazione

da: organizzatori

Ho letto l’intervento dell’assessore (pardon : assessora) Annalisa Felletti sull’omofobia. che scrive “Abitare il mondo sapendo che esistono persone, culture e idee diverse con la possibilità di esporle senza essere esclusi o emarginati significa porre le basi per un futuro senza discriminazioni” . Sacrosante parole che sottoscrivo in pieno! Certo che l’assessora sarà coerente con se stessa, mi attendo che combatta contro tutte le forme di discriminazione a partire dalla cristianofobia imperante, che – fra l’altro – sta costando la vita a molti credenti in numerosi paesi islamici. Mi auguro altresì che esprima solidarietà ai difensori dell’obiezione di coscienza (vedi “caso” Fergnani) che taluno vorrebbe ridotti al silenzio, a coloro che osano ancora sostenere (Costituzione alla mano) che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, a quelli che hanno l’audacia di affermare che la vita umana inizia dal concepimento, a coloro che osano esporre i libri di Pansa, a coloro che vorrebbero nei consultori anche i rappresentanti delle associazioni pro-vita, a quelli che osano esternare dubbi sull” innocuità della “pillola del giorno dopo”, ai genitori che vogliono il presepe nelle scuole e pensano che sia “normale” avere una mamma e un papà e infine a coloro che – tacciati di militarismo – ricordano (sempre Costituzione alla mano ) che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Certo che la Sig.ra Felletti opererà contro ogni forma di discriminazione (tutte odiose, non solo quelle che più detestiamo perchè vicine alla nostra ideologia o ai nostri sentimenti) le auguro di tutto cuore BUON LAVORO!

Approvata la fusione del Consorzio Agrario dell’Emilia e del Consorzio Agrario di Ferrara

da: Segreteria Cav. Paolo Bruni

Il Consorzio Agrario dell’Emilia opera nelle provincie di Bologna, Modena e Reggio Emilia; il Consorzio Agrario di Ferrara è attivo nella provincia estense.
Entrambi sono da un secolo affermate istituzioni cooperative al servizio degli agricoltori locali.
Le prospettive di entrambi i consorzi sono ambiziose , ma per la loro realizzazione è necessario concentrare e ottimizzare le risorse delle due aziende.
E’ per questo che entrambi i Consorzi hanno deciso di intraprendere la strada virtuosa della fusione dei due sodalizi in un solo consorzio emiliano, attivo in tutte le merceologie utili all’agricoltura locale. Esso potrà rappresentare a breve il più forte consorzio agrario italiano.
Questa operazione di fusione è frutto di riflessioni e decisioni proprie delle due società, al di fuori di logiche sindacali o politiche, nel solo interesse degli imprenditori agricoli, che hanno ancora bisogno di forti e moderne strutture di riferimento.
La fusione che è stata approvata dai due sodalizi rispetterà i valori sociali della cooperazione agricola , la storia virtuosa dei consorzi agrari italiani , i livelli occupazionali, le reti agenziali presenti sui territori, la sicurezza dei crediti dei fornitori, tutti gli impegni e le obbligazioni già assunte da entrambe le imprese, verso i lavoratori, gli agricoltori e i fornitori.
Nel nuovo consorzio saranno presenti a tutti i livelli gli agricoltori ferraresi e nella provincia di Ferrara si concretizzerà un più forte e moderno centro di propulsione organizzativa e manageriale per sempre migliori servizi agli imprenditori agricoli.
Entreranno a far parte del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agrario dell’Emilia 6 rappresentanti della provincia di Ferrara tra i quali 3 indicati dal Consorzio Agrario di Ferrara nelle persone di: Bruni Paolo, Brina Mario e Volpin Riccardo.

Esplora il significato del termine: Corte costituzionale: «Il busto del presidente antisemita resta qui»

da: organizzatori

Esplora il significato del termine: Respinta la richiesta di rimuovere l’opera che ricorda Gaetano Azzariti. Perché? Non si può sapere Le leggi razziali Fu a capo del Tribunale della Razza e lavorò alle leggi fasciste, poi venne riabilitatoRespinta la richiesta di rimuovere l’opera che ricorda Gaetano Azzariti. Perché? Non si può sapere Le leggi razziali Fu a capo del Tribunale della Razza e lavorò alle leggi fasciste, poi venne riabilitato

ROMA – Il busto non si tocca: si sono proprio arroccati, i giudici della Corte costituzionale, in difesa del «loro» Gaetano Azzariti, il fascistissimo presidente del Tribunale della Razza riciclato da Togliatti e poi premiato nel 1957 (tutti smemorati) con la presidenza della Consulta. No, no e no: nessuna revisione. Nonostante spunti fuori una lettera dell’ex vicepresidente della Corte che due anni fa chiedeva già la rimozione del busto. Un atto d’accusa durissimo. Scriveva Paolo Maria Napolitano il 16 novembre 2012 che l’uscita del libro di Barbara Raggi «Baroni di razza» imponeva che la figura di Azzariti fosse rivista.

L’analisi di De Felice
Per cominciare ricordava il giudizio di Renzo De Felice, il massimo studioso del fascismo, su quel «tribunale» infame voluto dal Duce per concedere a capriccio la patente di quasi ariano o di ebreo che avrebbe poi separato i salvati e i sommersi ad Auschwitz: «Se tutta la legislazione antisemita era immorale e antigiuridica, questa legge lo fu certamente più di ogni altra; essa infatti non si fondava che sull’arbitrio più assoluto…». Più ancora, in quegli «anni tragici e grotteschi», la «Corte» guidata da Azzariti che da oltre un decennio era l’uomo forte del ministero della Giustizia fascista (e le leggi razziali non poteva scriverle certo un maestro elementare come Mussolini) finì per diventare «fonte di immoralità, di corruzione, di favoritismo e di lucro. E ciò mentre il rigore della legge e delle innumerevoli disposizioni ad essa connesse si abbatteva sempre più pesante su quegli ebrei che non volevano o non potevano piegarsi alla sopraffazione e al ricatto» . Insomma, scriveva ai colleghi il giudice Napolitano nella scia di De Felice, a prescindere dal funzionamento del «tribunale» (i cui atti guarda caso sono tutti spariti) Azzariti «presiedette, fino alla caduta del fascismo, una commissione di natura politica, pienamente integrata della logica della persecuzione degli ebrei». E certo il Duce non gliel’avrebbe affidata se lui non fosse appartenuto alla «ristretta cerchia dei più elevati e fidati gerarchi del regime e se non avesse condiviso, almeno nelle linee generali, l’aberrante logica della “difesa della razza”».

La lettera di Paolo Maria Napolitano
Ora, chiedeva in quella lettera il giudice della Consulta, se Azzariti avallò l’«orrenda mutilazione dei diritti» di chi non poteva dimostrare di non essere ebreo e se presiedendo quel «tribunale» condivise «la folle e vergognosa logica» della legislazione razziale perché mai il suo busto deve avere l’onore di restare esposto nel corridoio nobile della Corte costituzionale? Non c’è neppure «un motivo di carattere generale» perché «non vi sono i busti di tutti i presidenti». A farla corta, chiedeva Napolitano, togliamolo. Richiesta respinta. Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto… L’uscita mesi fa del saggio di Massimiliano Boni «Gaetano Azzariti: dal Tribunale della razza alla Corte costituzionale», ha però riacceso sotto la cenere la brace della polemica. Tanto più grazie a certe citazioni. Come un discorso del futuro presidente della Corte tenuto molto prima che Palmiro Togliatti, scegliendolo come braccio destro, gli desse una ripulita col detersivo di marca Pci: «La diversità di razza è ostacolo insuperabile alla costituzione di rapporti personali, dai quali possano derivare alterazioni biologiche o psichiche alla purezza della nostra gente». E non era una sbandata giovanile: aveva allora 61 anni .

Il verbale segreto
Così, dopo aver raccontato la storia ai lettori del Corriere , quando abbiamo saputo della lettera di Napolitano per due anni tenuta sotto silenzio, abbiamo chiesto ufficialmente alla Consulta il verbale, in teoria pubblico, della riunione della Corte amministrativa in cui la proposta di togliere il busto fu respinta. Risposta gentilissima del Segretario generale: il verbale c’è, ma occorre «sottoporre all’Ufficio di Presidenza della Corte la questione per l’autorizzazione necessaria». L’altro giorno, finalmente, ecco la risposta definitiva: «La Corte costituzionale corrisponde volentieri alla Sua richiesta di informazioni e Le conferma di essersi in effetti espressa, nella seduta del 12.12.2012, sulla proposta del giudice Paolo Maria Napolitano, decidendo di non rimuovere, allo stato, il busto di Gaetano Azzariti».
Grazie dell’informazione che avevamo già, ma il misterioso verbale? Boh…
Cosa sia successo nella riunione che ha partorito quella striminzita risposta, ovviamente, non si sa. Ma la Corte manda a dire: il busto del giudice fascista e razzista, troppo tardi demolito dagli storici, sta bene dove sta. Perché? Perché sì.

Riccardo Scandellari il Signor Personal Branding porta il suo valore in Web Stars Channel

da: organizzatori

Blogger, creativo, giornalista, scrittore e docente per master porta in dote il suo talento al primo media network d’influencer digitali. 

Milano, maggio 2016. Riccardo Scandellari è un punto di riferimento per gli addetti ai lavori del mondo della comunicazione, il più grande esperto di personal branding online lavora da anni con una missione: aumentare la consapevolezza personale di professionisti e imprenditori affinché ne colgano l’opportunità. Il suo background e le sue competenze sono stati fortemente voluti da Web Stars Channel per parlare al target millennials/generazione X interessato al rafforzamento della propria immagine digitale.

Web Stars Channel, media network d’influencer digitali in grado di mettere in contatto il mondo del web con quello di brand e aziende, allarga il proprio orizzonte pensando agli over 30, consumatori di contenuti specifici con esigenze chiare rispetto agli argomenti trattati e alla comprensibilità con cui vengono proposti.

Web Stars Channel ha scelto come timoniere di questa nuova visione Riccardo Scandellari. Autore di “Net Branding” (2015) e “Fai di te stesso un brand” (2014), Riccardo è attualmente il libreria con “Promuovi te stesso” (subito primo in classifica su Amazon) un manuale dedicato a chi è alla ricerca di un lavoro come dipendente o libero professionista. Una vera e propria guida per il lettore che imparerà a comunicare distinguendosi dalla concorrenza grazie ad un suo consapevole dei canali digitali.

L’approfondita conoscenza del mondo digitale di Riccardo è messa al servizio del target di riferimento nel suo blog www.skande.com e su tutti i social che aggiorna con costanza quotidianamente.
Per maggiori informazioni sul libro: www.skande.it

BIOGRAFIA
Ha iniziato a lavorare nel web nel 1998, in quegli anni l’attività principale era creare siti Internet per le aziende. Nel 2005 è passato da grafica e programmazione all’informazione, fondando due quotidiani online.
Iscritto all’Albo dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna dal 2007 ha scritto “Promuovi te stesso” (2016), “Net Branding” (2015) e “Fai di te stesso un brand” (2014), tre libri nei quali racconta come far emergere e valorizzare la proprie competenze ai fini professionali.
Contatti: Noemi Grillo – noemi.grillo@webstarschannel.it

Informazioni su Web Stars Channel
Web Stars Channel è una società di consulenza, con properties esclusive in house, in grado di mettere in contatto il mondo del web con quello di brand e aziende. Con sede a Milano, nasce nel 2013 dall’intuizione di Luca Casadei che è CEO e Founder Web Stars Channel gestisce 50 web creator, tra cui Favij, Greta Menchi, Alberico De Giglio e Violetta Rocks. La fan base complessiva dei creators di Web Stars Channel ammonta a circa 30.000.000 persone e le views, tra Facebook e Youtube, raggiungono i 6 miliardi.

Povero vescovo! (e povero anche il sacrista…)

Dopo tutte le esternazioni che lo hanno caratterizzato dal suo arrivo a Ferrara, sebbene in una intervista a Panorama abbia dichiarato che gli sarebbe piaciuto diventare un generale dei carabinieri, io immagino l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa: monsignor Luigi Negri, non tanto come pastore di anime ma piuttosto come una rock star in decadenza che, pur di far notizia, desidera essere protagonista a tutti i costi.
Un personaggio che, prima di mostrarsi in pubblico, aspetta che il presentatore lo introduca con una frase gridata ad effetto, che suoni più o meno così: “Ladies & gentleman, please welcome the star of the show: Louis Niggers & The Standing Sentinels!!! “
Tutto ciò seguito delle urla di approvazione di fedeli fans in delirio che, alla fine dell’evento, chiedono a gran voce: “One more! One more!”.
L’ho immaginato anche quando, nei giorni scorsi, ho letto la lettera aperta che ha scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per chiedere che le scuole private non paghino gli arretrati della vecchia Ici, come stabilito invece dalla Corte di Cassazione dello Stato italiano.

Non ho nessuna intenzione di imbarcarmi in argomenti religiosi dei quali confesso di non essere assolutamente esperto ma non riesco a trattenermi dal commentare il suo severo messaggio di critica e di supplica.
Alcune premesse doverose:
1) le scuole paritarie cattoliche non sono scuole pubbliche;
2) non mi interessa fare confronti pedagogici fra la scuola paritaria e la scuola statale o comunale;
3) le scuole paritarie, che rispettano i criteri definiti dalla convenzione fra il Comune di Ferrara e la Federazione Italiana Scuole Materne, offrono un servizio importante alla nostra comunità;
4) le scuole private parificate, oltre ad incassare il pagamento delle rette da parte delle famiglie, ricevono finanziamenti dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni.

Veniamo al testo: l’arcivescovo è persona intelligente quindi scrive una lettera aperta a chi sa che può ascoltare le sue richieste: la indirizza a Matteo Renzi, in qualità di Presidente del Consiglio ma, è sottinteso, anche come persona vicina a Comunione e Liberazione, di cui il nostro vescovo è figura di riferimento importante.
Nel farlo non si cura dell’articolo 7 della nostra Costituzione che dice che: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.”
Inizia definendo “gravissima” la situazione in cui “versa la maggior parte delle scuole paritarie cattoliche del nostro Paese” ma si guarda bene dal fare riferimento a tutti i contributi ricevuti.
Continua giudicando una “pretesa” quella del Comune di Livorno di esigere l’imposta sugli immobili da istituti scolastici non statali.
Prosegue dicendo che la sentenza della Corte di Cassazione, che ha dato ragione al comune di Livorno, ha reso “Precaria l’esistenza stessa di molte scuole, a partire dalle scuole paritarie dell’infanzia”; anche in questo caso però non indica dove poter verificare i bilanci delle scuole paritarie per accertare tale precarietà.
Parla poi di “Libertà di educazione fondamentale per la democrazia ” e approfondisce il concetto scrivendo che, nel nostro paese: “La difficoltà più grave è che non c’è mai stato un clima di autentica libertà di educazione e di scuola”; tutto ciò senza citare l’articolo 33 della nostra Costituzione dove si precisa che “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Nella parte successiva c’è un invito ed un rimprovero al Presidente del Consiglio: “Oso rivolgere a Lei questo invito affinché vigili sul fatto che non venga ulteriormente ridotta la già precaria libertà di educazione e di scuola nel nostro Paese, e quindi perché promuova norme che non lascino margini interpretativi sfavorevoli, come in occasione di quella sentenza della Cassazione assicurarono esponenti del suo Governo”; come a dire: “Caro Matteo, se vuoi ancora il nostro sostegno, guarda bene che i tuoi non facciano più tiri mancini e spiega loro come stare sulla retta via”.
L’arcivescovo continua la sua lettera compiacendosi nel citare le motivazioni della “Stella della Solidarietà”, premio conferitogli dall’allora Presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano e la termina affidandosi alla coscienza di cittadino e di cristiano di Matteo Renzi per poter ottenere un cambiamento della sentenza della Cassazione.

A mio modo di vedere, la lettera aperta del vescovo riporta una serie di proteste scontate e di lamentele ingiustificate ed è reticente e omissiva perché oltre a non citare i dati sui contributi ricevuti da Stato, Regione Emilia Romagna e Comune di Ferrara, non dà pubblicità ai bilanci delle scuole paritarie cattoliche.
Il presule non si pone nemmeno il problema del rispetto di una sentenza della Corte di Cassazione: con il termine “pretesa”, manifesta la convinzione che le scuole paritarie cattoliche siano al di sopra della legge.

I governi, per anni, hanno garantito esenzioni fiscali alle strutture confessionali che esigono rette, con mancati introiti per le casse pubbliche stimati nell’ordine di centinaia di milioni di euro l’anno; nonostante ciò l’arcivescovo, per evitare di pagare il dovuto al Comune, non trova di meglio che pianger miseria.
Peraltro nulla sappiamo – né il vescovo dice – in merito all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di categoria e di settore per il personale, non precisa se siano presenti organi collegiali analoghi a quelli previsti per le corrispondenti scuole statali e comunali ma soprattutto non specifica se siano accettate le iscrizioni di tutti gli alunni che ne facciano richiesta senza alcuna discriminazione: in particolare degli alunni con disabilità (le cui famiglie sono spesso costrette a farsi carico della spesa per l’insegnante di sostegno nonostante i contributi ricevuti allo scopo).
Quelli indicati sopra sono solo alcuni fra gli elementi contenuti nella convenzione di qualche anno fa, fra il Comune di Ferrara e la Fism; il rispetto degli stessi è condizione imprescindibile per l’Ente locale per versare contributi alle scuole paritarie.

Ripeto: le scuole paritarie cattoliche offrono un servizio importante alla nostra comunità ma una domanda sorge spontanea: chi verifica il rispetto di quei criteri da parte delle scuole paritarie, cattoliche e non?
L’arcivescovo è libero di scrivere ciò che vuole ma mi sarebbe piaciuto che al termine “libertà” tante volte usato dall’arcivescovo, Egli avesse fatto riferimento anche citando la Costituzione Italiana quando parla del diritto per Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione ma senza oneri per lo Stato.
Ormai sappiamo però che sia lui che il destinatario della sua lettera, per motivi diversi, non sembrano avere molto a cuore la nostra Costituzione.
Mi sorprende che Tiziano Tagliani, sindaco di un Comune che ha sempre avuto molta attenzione all’ambito sociale, sostenga il pianto dell’arcivescovo dichiarando che: “Al fine di garantire la sopravvivenza di queste scuole tanto necessarie alla nostra comunità rivolgo al premier Renzi l’invito a rivedere la normativa che impone il pagamento della quota per gli arretrati della vecchia Ici risalenti al 2010.”

Il Comune di Ferrara, nel bilancio di previsione dell’Istituzione Servizi Educativi Scolastici e per le Famiglie indica quale contributo alle scuole materne paritarie una discreta somma a sei cifre, ai quali vanno aggiunti altri contributi erogati per l’integrazione degli alunni con disabilità.
Ad esempio, per l’anno 2010 erano circa 160.000 euro: non mi sembra una cifra da poco ed è di gran lunga superiore ai 123.000 euro di multa richiesti per l’Ici non pagata dalle scuole paritarie cattoliche nello stesso anno.
Inoltre i contributi derivanti dal pagamento degli arretrati della vecchia Ici potrebbero essere utilizzati dal nostro Comune per altri investimenti a favore dell’istruzione pubblica o della spesa sociale.
Come contribuente, dopo aver letto e riletto la lettera aperta dell’arcivescovo Negri a Matteo Renzi, provo indignazione di fronte a tanta arroganza e sfrontatezza.
Come maestro elementare, impegnato a difesa della scuola pubblica della Repubblica, mi sento stordito da una simile mancanza di rispetto per una sentenza della Corte di Cassazione.
Come cittadino italiano non considero accettabili le proteste di monsignor Negri.
Mi auguro che il Presidente del Consiglio non accolga questo invito al concerto del nostro Lewis Niggers, un “artista”, il cui recente repertorio ferrarese è composto prevalentemente da lamenti e piagnistei.

VIDEOCONFERENZA
Pensione: incubo, miraggio, diritto

Sono cose collegate! Il vero risposo viene proprio dal lavoro! Tu ti puoi riposare quando sei sicuro di avere un lavoro sicuro, che ti dà dignità, a te e alla tua famiglia. E tu ti puoi riposare quando nella vecchiaia sei sicuro di avere la pensione che è un diritto. Sono collegati, tutt’e due: il vero riposo e il lavoro. (Papa Francesco al personale dell’Inps, 2015)

Flessibilità in uscita e anticipo pensionistico (Ape); part-time agevolato per i lavoratori cui mancano tre anni alla pensione, voluto dal ministro Poletti; contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, proposta del Presidente dell’Inps Tito Boeri; le manifestazioni e le richieste dei sindacati, come per esempio l’estensione del bonus di 80 euro alle pensioni più basse: sono solo le questioni più calde sul tema pensioni. Si potrebbero poi aggiungere anche la riforma Fornero e gli esodati; la tenuta e la sostenibilità del sistema pensionistico, la difficoltà della ricongiunzione dei contributi versati nelle diverse casse dietro esborso di somme a volte molto consistenti. E, dulcis in fundo, l’ammontare degli assegni pensionistici: oggi secondo l’Inps il 63% degli assegni è fermo sotto i 750 euro al mese. Fin qui i problemi e le sempre minori certezze di coloro per i quali la pensione è un incubo, poi ci sono i più giovani, per i quali la pensione è ormai solo un miraggio. Sempre il Presidente Tito Boeri ha affermato che da uno studio dell’Inps sulla generazione 1980 è emerso che in tanti rischiano di dover andare in pensione a 75 anni, a causa della discontinuità contributiva legata ai periodi di disoccupazione.
Di tutto questo si è parlato durante “Pensione Miraggio, l’incubo degli italiani”, l’ultimo incontro del ciclo 2015-16 di “Chiavi di lettura” organizzato da Ferraraitalia e Biblioteca Ariostea. Ospiti: Alessandro Somma della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, Lucio Poma, della facoltà di Economia di Unife e l’esperto di tematiche pensionistiche Ennio Santolini di Cgil Ferrara.

Epocale e “devastante”, così Santolini ha definito l’ultima riforma, che “ha rivoluzionato i criteri di accesso alla pensione”. Il suo non facile compito, come direttore del patronato Inca-Cgil di Ferrara, è stato ipotizzare differenti profili di potenziali pensionati: i risultati non sono per nulla incoraggianti.
Oggi un lavoratore dipendente di 62 anni, con 41 anni di contributi e una retribuzione annua di circa 49.000 euro, va in pensione con circa 3.000 euro al mese e un tasso di sostituzione fra questa e l’ultimo stipendio del 79,6%; se la retribuzione annua è di 21.000 euro, la pensione diventa di 1.384 euro, con un tasso di sostituzione dell’85,6%. Un lavoratore artigiano con un reddito annuo di 20.000 euro avrà una pensione mensile di 1.382 euro e un tasso di sostituzione del 90%.
Se, invece, prendiamo per esempio un lavoratore tessile nato nel 1991, con uno stipendio di 1.250 euro, che abbia una contribuzione piena e continuativa, al momento del pensionamento nel 2056, con 43 anni di contributi, il suo tasso di sostituzione fra ultimo stipendio e pensione sarà “a 66 anni di 61-62%”, ma solo “con il pil all’1%, con la crescita a zero la percentuale calerebbe di dieci punti”. Un impiegato nato nel 1981, con uno stipendio medio mensile di 1.725 euro, al momento del pensionamento nel 2045, di nuovo con contribuzione piena e continuativa e pil all’1%, avrebbe “un tasso di sostituzione del 65%”, che arriverebbe all’82% solo se andasse in pensione a 70 anni.

Secondo il professor Poma cittadini e governo hanno di fronte quattro possibili strade per cercare di rendere sostenibili la spesa pensionistica e il patto intergenerazionale: “l’abbassamento della soglia dei consumi”, ma “è difficile tornare indietro una volta raggiunta una certa soglia di ricchezza”; oppure l’accorciamento del percorso scolastico, per far entrar prima i ragazzi nel mondo del lavoro. Poi ci sono quella più difficile, ma per Poma anche la migliore, e la soluzione “più facile, ma anche la peggiore”, che è purtroppo proprio quella intrapresa dall’Italia con la Riforma Fornero. “La strada più virtuosa – spiega l’economista – sarebbe l’innalzamento del pil”, ma “non si può fare con un decreto, sono necessarie politiche strutturali”, che necessitano di almeno una decina di anni per dare risultati, come per esempio una seria e lungimirante politica industriale. Il fatto è che “i governi democratici hanno una vita media di cinque anni”, perciò non possono permettersi di aspettare ed è “più facile fare politiche congiunturali”. L’innalzamento dell’età pensionabile e il taglio delle pensioni per ammortizzare l’innalzamento dell’aspettativa di vita è la soluzione peggiore perché ritarda ulteriormente l’entrata delle generazioni più giovani nel mondo del lavoro, allontanando ancora di più la pensione per loro, e perché viviamo ormai “un paradigma tecnologico in cui diventiamo ‘obsoleti’ molto più rapidamente e quindi, per esempio, il sapere di un lavoratore di 65 anni non è detto che sia un patrimonio inestimabile come accadeva in passato”.

Non si può quindi che dare ragione al professor Somma, che in apertura aveva affermato: “la verità è che stiamo vivendo una fase di insicurezza sociale, anche se la retorica dominante ci parla continuamente di insicurezza di ordine pubblico”. Una situazione non inevitabile, risultato della crisi economica degli ultimi anni, ma “frutto di scelte politiche” che nel tempo hanno fatto saltare il “patto di cittadinanza” fondato sul lavoro come strumento di emancipazione e diritto-dovere, inscritto nella nostra Costituzione. La soluzione, secondo il giurista di Unife, è riportare a “scelta partecipata ciò che ci viene ormai sempre più presentato come inevitabile” e riconquistare “gli spazi che l’economia ha rubato alla politica”.

“Pittura e danza”, i capolavori dell’arte prendono vita con il Gruppo Teatro Danza

Per apprezzare al meglio un dipinto non basta guardarlo da tutti i lati e individuarne il soggetto, osservare i chiaro scuri e analizzare la tecnica pittorica; per capire e amare un’opera d’arte, occorre immergersi nel colore e scivolare sulle pennellate di una tela, guardare oltre e raggiungerne l’anima, la bellezza, poi interpretarla con la propria sensibilità.

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La locandina
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La coreografa Elisa Ardizzoni

E’ proprio questo tipo di esperienza sensoriale ed estetica che gli allievi del Gruppo Teatro Danza, diretto da Anna e Giorgio Lolli, hanno provato durante i laboratori coreografici e teatrali dedicati all’arte e alla pittura. Il frutto di un anno di lavoro è stato condensato nello spettacolo “Pittura e danza” che andrà in scena questa sera alle 20.30 al Teatro comunale De Micheli di Copparo, con replica domani alla stessa ora.

Gli allievi delle scuole di Copparo e Ferrara daranno vita a capolavori dei più noti artisti della storia dell’arte, facendoli rivivere attraverso il dinamismo del proprio corpo, in un percorso cronologico di 25 quadri danzati cha va dai graffiti preistorici de “La cueva de las manos” all’ “Allegoria della Primavera” di Botticelli, dall’ “Urlo” di Munch a “La danza” di Henri Matisse, e poi Boldini, Mondrian, Magritte fino alle ultime tendenze pittoriche dei nostri giorni come il graffitismo di Bansky.

Ideazione e regia: Anna e Giorgio Lolli
Scenografie luci e immagini: Giorgio Lolli
Coreografie: Elisa Ardizzoni, Laura Filigni, Eva Mari, Fabrizio Lolli, Beatrice Mezzetta, Jessica Pancaldi, Sara Poletti
Supervisione coreografica: Anna Lolli Tiglio
Costumista: Gioconda Pirazzini Guerra

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Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

Politici e statisti

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Georges Pompidou

Un uomo di stato è un politico che dona se stesso al servizio della nazione. Un politico è un uomo di stato che pone la nazione al suo servizio. (Georges Pompidou)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

La cultura rende lib(e)ri

Brano: The Element: Fire dei Beach Boys
Brano: The Element: Fire dei Beach Boys

È sulla bocca di tutti ed è il quarto assalto in due mesi: chi sarà mai il vandalo della Biblioteca Ariostea?
Perché dare fuoco al portone – fresco di restauro – della Biblioteca?
In mezzo a tutte queste ipotesi, l’unica certezza è che questo inquantificabile servizio alla comunità resterà chiuso a tempo indeterminato.
Nel frattempo, stranamente, nessuno si è ancora proposto per le solite ronde o biciclettate come succede con gli spaccini.
È una cosa che un po’ fa pensare.
Qualcuno imbratta e incendia RIPETUTAMENTE uno dei palazzi più antichi e fighi di Ferrara e un servizio così importante viene a mancare per un periodo indefinito.
Però non ci sono di mezzo la droga o il solito degrado e quindi niente: attendiamo.
Non capisco.
L’Ariostea è un posto in cui siamo stati davvero tutti, ferraresi e non, per leggere e/o studiare e soprattutto per non farlo.
Davanti a una cosa del genere – specie dopo le infinite menate sui libri che non si strappano – mi aspettavo qualcosa di unanime.
Mi piange abbastanza il cuore e quasi quasi mi accampo lì davanti.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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