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Giorno: 10 Giugno 2016

La mongolfiera di Neverland ha fatto tappa a Ferrara per il progetto: “Eat Slow, Move Fast!”

da: organizzatori

Ferrara più vicina all’Europa grazie ad uno scambio giovanile mirato al confronto sulla cultura del buon cibo, della sana nutrizione e sull’importanza della corretta attività fisica.

Si è concluso da pochi giorni il progetto ERASMUS+ “Eat Slow, Move Fast!”, organizzato a Ferrara (Fe) dal gruppo informale “Neverland – L’Isola che non c’è”. Si tratta di uno scambio giovanile che ha coinvolto 32 ragazzi di differenti nazionalità, provenienti da Estonia, Germania, Croazia e Italia.

Il progetto “Eat Slow, Move Fast!” svoltosi tra il 22 e il 29 maggio, è stato organizzato grazie ai fondi dell’Unione Europea nell’ambito dell’ERASMUS+, ed ha visto i ragazzi confrontarsi attraverso attività di apprendimento non formale, sulle tematiche relative ai prodotti tipici locali, al cibo a kilometro zero e a uno stile di vita sano ed equilibrato.

Per una settimana di full immersion nel territorio ferrarese i giovani Europei hanno vissuto insieme, condividendo luoghi, spazi e momenti di crescita personale oltre che professionale. Tra le attività a cui hanno partecipato, interamente svoltesi a Ferrara, ci sono state l’incontro con i produttori locali affiliati a Coldiretti, che hanno mostrato come si produce il cibo biologico a kilometro zero e quello a Denominazione d’Origine, e l’Hunger Banquet, condotto in co-partecipazione con Oxfam Italia, un gioco di ruolo in cui i partecipanti hanno potuto confrontarsi con i problemi della disuguaglianza e della fame nel mondo.

Il Comune di Ferrara, che ha patrocinato l’evento, ha incontrato i ragazzi provenienti da differenti Paesi nel corso del Training Day Erasmus+ Gioventù, organizzato in collaborazione con ANG, Agenzia Nazionale Giovani, ed Eurodesk, e ha poi offerto loro la possibilità di scoprire le bellezze della città attraverso una visita guidata alla Città Patrimonio dell’Umanità ed al principale monumento cittadino, il famoso Castello Estense.

Non sono mancate inoltre attività all’aria aperta, incontri con manager sportivi, sfide di cucina (rigorosamente con prodotti del posto come l’aglio di Voghiera, la Coppia ferrarese, l’Asparago Verde di Altedo e molte altre specialità) e dibattiti sulle differenti tematiche relative all’alimentazione, che hanno fatto sì che nei ragazzi crescesse la consapevolezza per una alimentazione sana, etica e responsabile.

Cibo sano e corretto movimento, sono stati dunque questi i punti cardini del progetto realizzato dai giovani volontari di “Neverland – L’isola che non c’è”: Anna De Caro, Silvia Primiceri, Andreas Marcopoli, Luca Piscitelli, Emanuele Santoro, Anita Sarno, Gaia Mancarella e Settimio Martire, al loro impegno si deve il progetto “Eat Slow, Move Fast!”, veicolato anche attraverso un riuscitissimo Flash Mob che ha avuto luogo in Piazza Trento e Trieste, centro nevralgico di Ferrara (https://youtu.be/PxMSVT0AVCQ).

Persi in un giardino fuori dal mondo

Mi piaceva stare con lui a guardare le stelle. La sua andatura era perfetta per me. Mi piaceva la curva della sua schiena quando si accovacciava per prendersi cura delle piante, così come il tono pacato con cui parlava, la voce un po’ roca e persino il suo modo di guidare quando veniva a prendermi. In quel periodo lo avrei potuto osservare per or senza stancarmi, mi ritrovavo sempre accanto a lui. In fondo è così quando si è in altari, no? Banana Yoshimoto, Il giardino segreto.

Banana Yoshimoto
Banana Yoshimoto

Quando una storia d’amore arriva al capolinea, lo si percepisce in un attimo che diventa eterno, in un momento secco e tranciante si tocca l’incertezza di non avere più punti fermi. Ciò che è destinato a fallire prima o poi finirà, anche se si finge di non capire. E allora o si è comunque felici di avere avuto accanto una persona meravigliosa che rimarrà sempre una gemma scintillante della propria vita o non si riesce a farsene una ragione. E tutto crolla. Inutile dire che la prima soluzione, quella più difficile, e’ prerogativa di pochi forti, di chi saldamente si mantiene sopra le proprie gambe magari smagrite e tremolanti ma sempre ferme. E mentre la giovane Shizukuishi, dopo essersi trasferita da Kaede e Kataoka, che le ridanno il calore familiare dimenticato dopo la separazione dalla nonna e dalle sue montagne, cerca casa con il suo Shin’chiro, tutto finisce. Perché destinato a finire. E’ la fine di dolcezze e malinconie di un Giappone avvolgente, quello de “Il giardino segreto” di Banana Yoshimoto, terzo romanzo appena uscito della quadrilogia “Il Regno” (i due precedenti sono “Andromeda Heights” e “Il dolore, le ombre, la magia”) che si legge anche da solo. Sullo sfondo un misterioso serpente di giada, un ricordo dell’amore della nonna. Il tutto avvolto dal giardino d’infanzia dell’amico di Shin’chiro, il dolce e attento Takahashi scomparso prematuramente per problemi di cuore e per una malattia alle gambe che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle fin da bambino. Quel giardino miracoloso e spettacolare avrebbe accompagnato sempre, come un’ombra imponente, la vita di Shin’chiro, insieme alla madre dell’amico. Una presenza del passato che rafforza il senso di precarietà della storia d’amore fra i due giovani. Questo giardino e’ però il centro di tutto il romanzo, la sua bellezza e la sua energia, il suo vero significato. Nonostante la disabilità Takahashi lo aveva sempre seguito e curato con immensa passione e amore, un luogo che pare svelare la risposta a molte domande di Shizukuishi. Forse bisogna accontentarsi della natura, forse ci ostiniamo a riprodurla perché la si ritiene un frammento della già meravigliosa opera degli dei. Il mondo di quel giovane e abile giardiniere era fatato, il paradiso racchiuso nel cuore di ogni essere umano, l’espressione visibile dei suoi sogni, desideri, della sua esistenza. Un grido “voglio vivere”, solo questo. Cercava di dire che anche solo per un giorno ancora voleva avere la possibilità di guardare quel mondo meraviglioso. “L’animo umano non conosce limiti, e a ogni soffio di vento, a ogni cambiamento della luce, il mondo ci mostra un volto diverso, e sarà così in eterno, perché non può avere fine”, questo voleva trasmettere quel dolce ragazzino. Forme sinuose e magiche di rami, verde accecante, erbe senza nomi, prato lucente e folto, tutto lì pronto a dare un effetto di dolce voluttà. Anche i suoni vengono risucchiati da quell’energia naturale. Qui si percepisce la grandezza di Takahashi che, raggiunto un punto troppo elevato di bellezza, forse non poteva resistere ancora a lungo alla sporcizia del mondo. E una preghiera sale verso quella sua energia che doveva e deve essere da qualche parte su nel cielo. A occhi chiusi. Al ritmo del soffio del vento e del gorgoglio dell’acqua che sorridono ma non rispondono.

imageBanana Yoshimoto, Il giardino segreto, Feltrinelli, 2016, 138 p.

B(e)e: essere collettivo

Giunge al termine la rassegna “Growing Off season”, che dal 14 maggio ogni weekend ha visto alternarsi nell spazio teatrale di viale Alfonso I d’Este le dimostrazioni degli allievi dei corsi di formazione di Ferrara Off.

Questa sera l’ultimo appuntamento in programma è “BEE”, la performance a cura di Elisa Mucchi e dei suoi allievi: Chiara Cosentino, Adelaide Donvito, Ieva Manoni, Lorenzo Manoni, Marianna Mitra, Beatrice Pizzardo.
Il lavoro indagata un’espressività personale a partire dai temi della necessità di integrità, equilibrio, armonia, nell’intimo rapporto fra dimensione individuale e dimensione collettiva: l’urgenza di individuarsi, motivarsi per l’azione, prendersi cura costituiscono il motore per la costruzione di un gioco comunicativo

Ore 21.00, “BEE”.

Ingresso spettacolo 5 euro.

Per informazioni e prenotazioni: www.ferraraoff.it

OGGI – IMMAGINARIO COREOGRAFICO
Clicca sulle immagini per ingrandirle

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© Foto di Daniele Mantovani
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© Foto di Daniele Mantovani

Immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

L’inizio della fine

10 giugno 1924: il deputato socialista Giacomo Matteotti viene rapito e ucciso da una squadraccia fascista capeggiata da Amerigo Dumini. Il 30 maggio in un discorso al Parlamento, dove è stato eletto per la prima volta nel 1919 in rappresentanza della circoscrizione Ferrara-Rovigo, ha denunciato le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni del 6 aprile: “nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà”.
Secondo ulteriori ricerche, apparse alla fine degli anni Novanta, Benito Mussolini ha dato l’ordine di assassinare Matteotti anche per impedire che proprio alla Camera denunciasse il grave caso di corruzione esercitato dalla compagnia petrolifera statunitense Sinclair Oil nei confronti dello stesso Mussolini e di alcuni gerarchi fascisti a lui vicini.
Il suo cadavere verrà ritrovato soltanto in agosto.
Il 26 giugno è cominciata la Secessione dell’Aventino dell’opposizione e nel 1925 il governo inizia a varare le Leggi Fascistissime.

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Giacomo Matteotti

Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai. (Giacomo Matteotti)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

His Renziness, Beyoncé e i polli che ridono

Brano: Day of silence di Pete Townshend
Brano: Day of silence di Pete Townshend

Nelle ultime 24 ore le notizie sembrano una cospirazione atta al trollaggio della mia persona.
Quindi mi pare la giornata perfetta per trollare il mondo delle notizie.
Renzi che si fa i selfie con quelli che l’hanno appena fischiato, Beyoncé e il suo starnuto sul palco con il pubblico che le dice “salute”, Bill Gates che dona 100.000 polli all’Africa, iniziano gli Europei di calcio.
L’algoritmo perfetto per farmi salire la voglia di spaccare tutto.
Voglia di spaccare tutto che di solito combatto chiudendomi nel mutismo.
E il mutismo è la perfezione assoluta se vogliamo trollare le notizie.
Via col pezzo a tema.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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