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Giorno: 1 Ottobre 2016

Su le spese, giù la maschera: banche grandi beccate ad aumentare i costi dei cc

Da: BCC

Forse sbaglio io, banchiere di provincia che lavora in una piccola banca di credito cooperativo, una di quelle banche che, quando una BCC è in difficoltà, la sostiene concorrendo al fondo di risoluzione del proprio sistema senza avere un euro dalle altre banche (e, soprattutto, dai cittadini contribuenti), ma che –chissà perché– fa la sua parte nel pagare le crisi altrui. Forse sbaglio io a stupirmi dell’aumento nei costi dei conti correnti stabilito unilateralmente da alcuni grandi istituti di credito motivato con il rientro sui costi del “Fondo Nazionale di Risoluzione”. Forse sbaglio io, perché loro aumentano i costi; per un po’ i media ne parleranno e poi tutto riprenderà come prima.

Forse sbaglio io, che ho scelto la filosofia di una banca veramente cooperativa, che con il territorio non ha mai perso il contatto e che della mia banca è il vero azionista. È quindi al territorio che risponde la mia banca e, se prendessimo una decisione di questo tipo, non leggeremmo semplicemente sulla stampa locale qualche articolo: avremmo agli sportelli delle nostre filiali i correntisti e –temo- riceverei anch’io diverse mail o telefonate. Se la responsabilità è –come giusto– di chi decide, la decisione dei grandi istituti piove da altezze irraggiungibili; nel nostro caso è a portata di mano, delle famiglie, come delle imprese. Non si scappa: la nostra faccia, i correntisti e i soci l’hanno ben presente. Fermo restando la libertà di una scelta come l’aumento dei costi dei cc, la banca che decide questa mossa sa che la clientela più interessante non farà le valigie.

Ma forse sbaglio io a non comprendere quella logica che è regola in tante grandi banche: il profitto sempre e comunque. Perché da quello dipendono il posto e gli incentivi dell’alto management. E cosa volete che siano 25 euro in più all’anno per il cc? Sarà un caso che gli scandali di cui leggiamo nelle ultime settimane (per tacere dei mutui subprime, che appartengono ormai alla storia) e che portano alle maxi multe come quella richiesta dalla FED per Deutsche Bank vedano sempre i grandi sul banco degli imputati? Per me no, perché certi comportamenti non sono il frutto di schegge impazzite, ma di un modus operandi che non capisco e non voglio capire. Forse sbaglio?

Il 3 ottobre nuovo appuntamento con i I Tè della termodinamica

Da: Unife

Il Prof. Andrea Pugiotto dialoga con Michele Ainis e Vittorio Sgarbi a partire dal loro recente volume ‘La Costituzione e la Bellezza’

Nuovo appuntamento lunedì 3 ottobre alle ore 17 presso You & Tea, (via dei Romei, 36/a), con i “I Tè della termodinamica – Prìncipi e princìpi”, ciclo di conversazioni sui temi energetici di più stretta attualità, a cura di Michele Pinelli dell’Università di Ferrara e Mirko Morini dell’Università di Parma.
Nel corso dell’iniziativa Pinelli e Morini accompagneranno i partecipanti in una Vienna di fine Ottocento, per conversare sul ragazzo prodigio Ludwig Boltzmann, che dovette combattere contro il paradigma scientifico emergente e contro la ‘casta’ per portare avanti le proprie convinzioni e riuscire a collegare la meccanica classica alla nascente termodinamica, attraverso la teoria atomica e la statistica.

La discussione sarà accompagnata dalla degustazione di un menù appositamente preparato per l’incontro.

Il Prof. Andrea Pugiotto dialoga con Michele Ainis e Vittorio Sgarbi a partire dal loro recente volume ‘La Costituzione e la Bellezza’

Lunedì 3 ottobre alle ore 18.30 alla libreria IBS+Libraccio, (piazza Trento Trieste), Michele Ainis, costituzionalista romano ed editorialista di ‘Repubblica’ e ‘L’Espresso’ e Vittorio Sgarbi, critico e storico dell’arte, presenteranno il loro volume ” La Costituzione e la Bellezza”
(La Nave di Teseo, 2016), dialogando con Andrea Pugiotto, Professore ordinario e Costituzionalista dell’Università di Ferrara.
L’evento è organizzato dalla libreria IBS+Libraccio in collaborazione con l’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS-Ferrara 1391.
Nel volume la Carta costituzionale è commentata attraverso riferimenti iconografici, nella convinzione che la Costituzione rappresenti l’anello di congiunzione tra diritto e arte. E così avverrà in libreria, attraverso la proiezione di slides capaci di restituire la felice intuizione dei due autori. Ne uscirà così un dialogo ‘illustrato’, vivace e non banale, trasversale nei saperi ed a tutti accessibile.

Iniziative del mese di ottobre

Da: Istituto Gramsci Ferrara

MARTEDI 4 ottobre ore 17 Biblioteca Ariostea
INFORMAZIONE
Conferenza di Sergio Gessi
Introduce Francesco Lavezzi
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Ogni avvenimento di cui non siamo diretti testimoni ci viene comunicato in forma di notizia. Per questo l’informazione è così importante: da essa discendono conoscenza e consapevolezza, che sono gli elementi su cui ciascuno fonda le proprie opinioni in riferimento ai fatti. Se l’informazione è carente o manipolata, il tessuto sociale ne patisce: gli individui perdono il filo della realtà e si smarriscono fra le nebbie delle insinuazioni, insidiati dai trafficanti di verità, spacciatori di notizie forgiate ad arte per assecondare interessi precostituiti. L’informazione è un pilastro fondamentale della democrazia: se vacilla, con esso traballa tutto il sistema.
Durante l’incontro ragioneremo di informazione nelle sue molteplici accezioni: parleremo del diritto del cittadino ad essere informato, del diritto-dovere della stampa di informarlo, di come il giornalista svolge il proprio mestiere, dell’ambiguità del concetto di informazione in ordine alle questioni di realtà e verità, di cronisti onesti e di pennivendoli. Ma anche di quella volta che a Timisoara e di quell’altra che nel Golfo Persico…

VENERDI 21 ottobre ore 17 Biblioteca Ariostea
In occasione dell’anniversario quarto centenario (1547-1616) di Miguel de Cervantes:
“Cervantes, il ‘Don Chisciotte’ e la modernità”
Ne parla Claudio Cazzola
Introduce Marcello Folletti
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti”: nessuna migliore presentazione di questa può assolvere al compito, graditissimo, di rileggere una volta ancora il “Don Chisciotte”, sulla scorta della definizione n. 9 stilata da Italo Calvino (= Perché leggere i classici, Milano, Mondadori, 1991, p. 15). I motivi possono essere molteplici, a cominciare dalla ingegnosa trovata compositiva secondo la quale Cervantes non è l’autore del testo – e nemmeno un trascrittore di esso, come accade ad Alessandro Manzoni – bensì un semplice scopritore di una raccolta di scartafacci in vendita presso l’Alcaná di Toledo, fatti da lui tradurre dall’arabo in castigliano. Il fortunato ritrovamento consente alla vicenda appena iniziata di continuare, ricca di tranelli narrativi splendidamente godibili.
Quanto alla modernità del “Don Chisciotte”, si ascolti la seguente testimonianza: “Ma alla domanda, ahimé ricorrente, se i classici sono attuali, ho già dato una volta una risposta tra provocazione e convinzione: il problema non è se i classici sono attuali, il problema è se lo siamo noi rispetto a loro. Loro lo sono sempre, basta leggerli, noi non sempre, basta sottoporci alla stessa prova”. Parole del mai abbastanza rimpianto Giuseppe Pontiggia
(I classici in prima persona, Mondadori, 2006, pp- 33-34)
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

VENERDI 28 ottobre ore 17 Biblioteca Ariostea
Per il sessantesimo della morte di Bertold Brecht, ricorderemo il grande autore di teatro con il gruppo ‘Teatro Nucleo’ della nostra città e Horacio Czertok.
“CaroBrecht,
sei stato male interpretato come pochi. Vedi per esempio Madre Coraggio. Scrivi questo apologo in forma di tragicommedia per raccontare come, se è vero che le guerre sono create e fatte dai potenti, ma combattute dai poveracci che ci lasciano le penne, è anche vero che molto popolo reso miope dall’avidità, si fa complice e cinghia di trasmissione. Madre Coraggio ha il coraggio di andare in guerra per fare affari, e tutto le sacrifica, persino i propri figli. Una forma molto particolare di coraggio, bisogna ammetterlo. Ma i giornalisti, e molte persone di penna, i famosi TUI che tanto odiavi, non avendoti mai letto, usano il nome dell’orribile personaggio per battezzare oneste ed eroiche madri in difficoltà, che vanno a sfidare le mafie per trovare i propri cari sequestrati, o intraprendono pericolose azioni per combattere i fornitori di droghe ai loro figli. Di quante Madri Coraggio abbiamo sentito parlare, in questo senso?
Così caro Brecht pensavi di scrivere drammi didattici per istruire le masse mentre le divertivi, perché prendessero coscienza e si liberassero dalla schiavitù del capitalismo distruggendolo e facendo la rivoluzione. Ne hai scritto pure un manuale su come dovessero essere messi in scena e recitati, e dei Modelbuch perché chiunque volesse metterli in scena, ottenuti e pagati i diritti alla tua vedova e poi a tua figlia, lo facessero senza cambiarne una sola virgola. Invece. Purtroppo.
Quei drammi e tragicommedie non hanno contribuito a fare la rivoluzione, che non ha avuto luogo.
Invece sono messi in scena per il divertimento delle classi dominanti, ma raramente arrivano alle classi dominate, le quali guardano – e sono guardate – da televisione e smartphone.”
Di questo vorremmo parlare in questo incontro, dei suoi avventurosi dribbling sfuggendo al nazismo che montava e agli americani che lo volevano controllare, e della tenerezza e dell’amore che sentiamo per questo maestro.
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Inoltre inviamo la comunicazione dell’Iniziativa seguente:
SABATO 29 OTTOBRE 2016 ore 17.00 TEATRO DELLA SALA ESTENSE di FERRARA
Evento culturale col Patrocinio del Comune di Ferrara. Viaggio della memoria “SULLE ORME DI ULISSE” “Letteratura Filosofia Teatro Musica”
in occasione della Presentazione del libro di Tommaso La Rocca “CON GLI OCCHI DEL DOPO. Il Figlio del pescatore sulle orme di Ulisse”( Susil Edizioni, Terza Edizione Ampliata, Agosto 2015, ristampa Gennaio 2016),
L’evento prevede la partecipazione anche del Gruppo Musicale di Sergio Rossoni “I Dia-Logo”
all’insegna dell’Idea di “ UN LIBRO CHE SI PRESENTA DA SÉ “attraverso
– immagini (proiezione di “Immagini nella memoria” (170 foto d’epoca dal 1902 al 1957 tratte dal libro medesimo, trasformate in fotofilm con colonna sonora appositamente composta dal Maestro Sergio Rossoni);
– “brani parlanti” del libro medesimo, a cui presta la voce l’Attore Saverio Vallone;
– la voce stessa dell’autore: sollecitato dall’Intervista di un Giornalista.

Serve una strategia comune per i prodotti Dop e Ipg

Da: Cia Ferrara

Dai dati relativi al gradimento e al consumo dei prodotti Made In italy all’estero emerge la forte l’esigenza di unire le forze per allargare il numero dei prodotti a marchio che arrivano sulle tavole europee e statunitensi
FERRARA – I prodotti tradizionali e a denominazione d’origine in Italia sono oltre 5.800 ma sulle tavole dei consumatori internazionali ne arrivano solo 200 tanto che all’estero, dall’Europa agli Stati Uniti, non conoscono il 95% dei nostri prodotti. E’ questa la fotografia dei consumi sulle tavole straniere dove, peraltro, il Made in Italy ha una reputazione eccellente: 4 consumatori stranieri su 10 giudicano la qualità dei nostri cibi superiore rispetto a quella locale, il 43% degli statunitensi chiede più Made in Italy nei supermercati e ben il 74% dichiara di essere disposto a riconoscere un prezzo maggiorato sui prodotti al 100% italiani (fonte: Ufficio studi e analisi Cia Nazionale). Un’onda di fiducia che, secondo la Cia – Agricoltori Italiani Ferrara è assolutamente da cavalcare, con l’obiettivo di aumentare il paniere di prodotti IGP e DOP che vengono richiesti ed esportati, puntando su strategie che ne aumentino la notorietà e ne promuovano il valore.
«La Regione Emilia – Romagna vanta ben quarantatré produzioni tipiche a marchio, tra DOP e IGP – spiega Stefano Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara – e sei di queste sono produzioni ferraresi. Un primato straordinario quello della nostra regione che vanta, peraltro, un gran numero di prodotti ampiamente conosciuti all’estero: dall’Aceto balsamico di Modena, a Grana Padano e Parmigiano Reggiano fino ai Prosciutti di Parma e San Daniele. E le altre eccellenze del territorio? Non sono altrettanto fortunate, nonostante il grande potenziale che la nostra tipicità territoriale potrebbe avere sui mercati internazionali. Non vedo perché – continua Calderoni – attraverso una serie di strategie coordinate e mirate, l’Aglio di Voghiera Dop o i Cappellacci di Zucca Ferraresi Igp, solo per citare due eccellenze agroalimentari ferraresi, non possano diventare “famosi” e richiesti in tutto il mondo. Ovviamente le nostre Dop e Igp non hanno, da sole, la forza di conquistare i mercati esteri ma questo grande patrimonio agricolo e culturale potrebbe arrivare ovunque se ci fosse una politica di promozione comune. Penso, ad esempio, a forme di comunicazione che abbinino un prodotto che abbia già una forte ‘reputation’ all’estero e uno meno noto che potrebbe così entrare nel paniere di quelli conosciuti e scelti a livello internazionale. Oggi le produzioni di eccellenza, infatti, vengono vendute principalmente nei mercati prossimali con la vendita diretta che, certo, rimane uno sbocco interessante ma che non può essere l’unico perché ha un raggio assolutamente troppo limitato. Per l’agricoltura del territorio azioni di comunicazione e marketing volte a promuovere Aglio, Cappellacci, Salama e gli altri prodotti – continua Calderoni – significherebbero un potenziale aumento del fatturato, per non parlare di nuove e interessanti prospettive per il futuro e i giovani che potrebbero dedicarsi a un settore agroalimentare con un respiro decisamente più internazionale.»

Dal carcere: lettera ai giornalisti

Da: Organizzaotori

Il gruppo di redazione di Astrolabio, il giornale del carcere di Ferrara, desidera far sapere che ritiene di grandissima importanza il fatto che lo spettacolo teatrale ‘Me che libero nacqui al carcer danno’ si sia svolto dentro un carcere e sia stato aperto al pubblico.
Il teatro, così come i concerti, le presentazioni dei libri, le manifestazioni sportive, l’incontro con i calciatori e le diverse altre attività che vengono proposte all’interno della casa circondariale, rappresentano un importante arricchimento.
I motivi sono legati all’interesse specifico che queste iniziative possono creare ma, soprattutto per noi ‘ristretti’, alla possibilità di poter stabilire e mantenere un contatto diretto con “il fuori”.
Ferrara è una città che vive dentro le mura e noi siamo una specie di città dentro la città, che vive dentro altre mura. Pensiamo che la forza di queste iniziative stia proprio nel tentativo di aprire una porta in modo che possa avvenire un passaggio: un incontro fra esperienze e speranze diverse.
Noi siamo persone che hanno commesso dei reati e, per questo, stiamo scontando una pena più o meno lunga; prima o poi, la maggior parte di noi uscirà e dovrà affrontare di nuovo la società. Crediamo che non ci possa essere un buon reinserimento senza una giusta rieducazione e pensiamo che per far questo ci sia bisogno anche di occasioni di incontro con gli altri. In Italia esistono tassi di recidiva fra i più alti d’Europa ma sappiamo bene che le persone che hanno partecipato attivamente a buone attività rieducative (scuola, teatro, musica, pittura, giornale, …) hanno bassissime possibilità di compiere di nuovo reati perché, avendo intrapreso un percorso di consapevolezza, hanno imparato dal confronto con gli altri favorito anche dal contatto tra l’interno e l’esterno.
Per questo apprezziamo queste iniziative e tutte le altre che ci permettono di far incontrare e di confrontare i nostri mondi.
Per questo proponiamo all’attenzione della Direzione di questa Casa Circondariale e del comitato di redazione di Internazionale di pensare insieme alla costruzione di un ‘incontro’, da svolgersi dentro questo carcere durante il Festival di Internazionale del prossimo anno, che tratti della scrittura sul e dal carcere, delle tematiche relative e dei problemi collegati.
Un incontro di esperienze fra giornalisti, giuristi, educatori, volontari e persone detenute.
Ci mettiamo a disposizione fin da subito per una collaborazione proficua: la porta della redazione di Astrolabio, nonostante le molte sbarre che dobbiamo superare per arrivarci, è sempre aperta a nuovi incontri e a contributi costruttivi .

Al festival di Internazionale a Ferrara la pera Igp dell’ Emilia-Romagna diventa protagonista

Da: Cso Italy

“Il nostro obiettivo – dichiara Paolo Bruni- Presidente di CSO ITALY– è quello di far uscire il prodotto dall’anonimato aprendoci ad un nuovo dialogo con il consumatore e con i media nazionali. Ferrara – prosegue Bruni – è la capitale europea di produzione di pere, spazio ideale per lanciare tutte le novità di quest’anno.
E di novità ha parlato – Albano Bergami – Vice Presidente dell’Organismo Interprofessionale Pera con sede a Ferrara. “Negli ultimi anni – dichiara Albano Bergami – abbiamo puntato sempre di più l’attenzione sul miglioramento della qualità dei frutti con nuovi metodi di conservazione attenti alla sostenibilità ambientale e salubrità e con nuove varietà in grado di soddisfare i clienti in tutta Europa. L’innalzamento del livello qualitativo della pera trova la sua espressione nel marchio Opera, un grande progetto di qualificazione di tutto il sistema produttivo emiliano romagnolo. Ferrara conferma il suo ruolo di capitale della pera in Europa ospitando FUTURPERA, il primo salone internazionale dedicato esclusivamente a questo frutto.”
Non mancano le novità sulla pera anche dal punto di vista dei consumi: il Prof. Roberto Manfredini Ordinario di Medicina Interna all’Università di Ferrara, ha presentato ai giornalisti di Internazionale uno studio dedicato alla pera che dimostra, dati bibliografici alla mano, come il consumo della pera possa essere un fattore protettivo nei confronti della colica renale.

‘Novembre Magico’ a Ferrara: spettacoli, giochi di prestigio, grandi artisti internazionali e la mostra Illusionarium

Da: Organizzaotori

A Ferrara… dove si viaggia nella magia!

Tornano gli incantesimi e i grandi eventi di ‘Novembre Magico’: spettacoli, giochi di prestigio, grandi artisti internazionali e la mostra Illusionarium. Da vivere grazie al Consorzio Visit Ferrara.

Scocca la bacchetta magica e divampa l’incantesimo: a Ferrara e Provincia c’è “Novembre Magico”. Per 4 settimane, da sabato 5 novembre fino a sabato 17 dicembre 2016, la città estense simbolo del Rinascimento, Copparo e Migliarino, sono lo scenario di grandi eventi, sorprendenti show, giochi di prestigio, illusioni al limite del possibile, in un percorso insolito tra cultura, enogastronomia e spettacolo. Tanti gli appuntamenti con artisti italiani ed internazionali nei teatri – gli eventi clou sono il 26 e 27 novembre – e poi visite guidate “magiche”, laboratori a tema per ragazzi, cene ed emozioni. La manifestazione ideata da Stileventi Group, in collaborazione con IBO Italia Ong Onlus, l’associazione di volontariato a cui andrà parte del ricavato della manifestazione per progetti di solidarietà, vede 3 serate principali: il 5 novembre a Migliarino, il 26 a Ferrara e il 17 dicembre a Copparo. Due gli show extra: Antonio Casanova il 28 gennaio 2017 al Teatro Nuovo di Ferrara e Silvan il 18 marzo al Teatro Micheli di Copparo. Dal 23 al 27 novembre 2016, inoltre, nelle Grotte del Boldini di Ferrara, c’è la mostra Illusionarium, interamente dedicata alle illusioni ottiche, costruite artigianalmente da Carlo Faggi e oggetto di interesse della trasmissione Voyager che le ha dedicato un servizio. Per immergersi in questo mondo di magia, i visitatori possono scegliere le offerte magiche del Consorzio Visit Ferrara, che raggruppa circa 90 operatori turistici di tutta la Provincia ferrarese. Il pacchetto per il weekend di 1 notte e 2 giorni con prima colazione, spettacolo serale di magia, visita guidata della città e apericena a tema è da 91 euro a persona, per la famiglia di 2 adulti con un bambino da 226 euro. La proposta con cena completa a tema è da 105 euro a persona e da 276 euro a famiglia di 3 persone in tripla.

Paola Peruffo (FI) – A scuola con i cibi da casa: il “no” della maggioranza ignora problemi reali

Da: LR Comunicazione

Nel corso dell’ultimo Consiglio il Movimento 5 Stelle, appoggiato da altre forze di opposizione, ha presentato una mozione per chiedere la modifica al regolamento dell’Istituzione dei Servizi Educativi e Scolastici, consentendo di fatto alle famiglie la libertà di portare il pasto da casa per i propri figli, anziché affidarsi alle mense scolastiche, con conseguente risparmio (significativo, aggiungo io) di costi soprattutto per le famiglie con più figli.
La risposta della maggioranza è stato un ‘no’, con il quale la mozione è stata respinta.
I motivi? Quelli addotti in alcuni altri comuni dove la questione è stata sollevata: organizzativi, igienici e concettuali. In pratica si è detto che le strutture non sono predisposte a questo tipo di soluzione, che si rischiano “discriminazioni” tra bambini che consumano il cibo della mensa, rispetto a quelli che si portano quello preparato a casa e infine per motivazione igieniche relative all’ impossibilità di controllare la qualità e la conservazione delle vivande cucinate al di fuori delle mense.
Quello che il Pd non ha inteso appieno è che alla base di questa richiesta c’è una sentenza (quella della Corte d’Appello di Torino) che dà ragione alle famiglie.
Senza tener conto di ulteriori aspetti: innanzitutto il fatto che la diversità delle pietanze servite tra un bambino e l’altro esiste già all’interno delle mense comunali, a fronte delle allergie di cui possono soffrire certi alunni, oppure per motivi religiosi (alunni arabi non ricevono carne di suino).
Per quanto riguarda l’aspetto igienico-sanitario credo debba valere, come sottolineato dagli stessi giudici, il discorso delle responsabilità: sia la mensa che i genitori sono chiamati a rispondere dei cibi che vengono somministrati, naturalmente tutelando il fatto che non ci siano discriminazioni logistiche tra chi mangia i prodotti casalinghi da chi riceve i piatti della mensa.
Nella maggioranza dei paesi occidentali questo processo avviene già da anni, in alcuni casi da sempre, senza provocare disagi sociali.
Alla base c’è una valutazione generale che quel “no” ha cercato di ignorare: è il fondamento dell’intera vicenda. Se tante famiglie – non solo a Torino ovviamente – hanno chiesto con forza la possibilità di portare il cibo da casa per i propri figli, il motivo non risiede tanto nella bassa qualità delle mense (un’indagine sulle modalità di scelta dei soggetti erogatori, magari privilegiando la “filiera corta”, è materia da approfondire in altra sede) quanto nei costi. Sempre più spesso i genitori, anche lavorando in due, non riescono a sostenere le spese: tutti noi sappiamo le condizioni e gli stipendi della maggioranza degli impieghi in Italia, senza contare che sono sempre più in aumento le famiglie monogenitoriali, oltre a quelle in cui uno dei due genitori (quasi sempre la donna) ha perso il proprio posto di lavoro a seguito della crisi.
Il problema è quindi soprattutto organizzativo, in quanto è logico e più che comprensivo che, a oggi, il servizio di refezione scolastica comunale non sia attrezzato per queste nuove disposizioni. Per questo mi sarei aspettata, anziché una mera e brutale bocciatura, l’invio della questione alla Commissione di competenza perché venisse analizzata e si individuasse un iter da seguire per arrivare alla soluzione auspicata da molte famiglie.
Diversamente, i genitori hanno la possibilità di tutelare i propri diritti davanti a un giudice. E la sentenza è già scritta.

INTERNAZIONALE
Acqua di Colonia, profumo di razzismo

– Tutta colpa del colonialismo!
– E che è?
– Boh!

In questo scambio di battute c’è l’essenza di “Acqua di colonia. Prima parte: zibaldino africano”, lo spettacolo di e con Elvira Frosini e Daniele Timpano, che venerdì sera ha chiuso al Teatro Comunale di Ferrara la prima giornata del Festival di Internazionale, giunto quest’anno alla sua decima edizione.
In questa anticipazione dello spettacolo che debutterà al Roma Europa Festival, Elvira e Daniele portano in scena alcune pagine poco conosciute della nostra storia italiana, vicende rimosse e negate che provengono da paesi lontani dell’Africa orientale, come Eritrea, Etiopia, Somalia e Libia, non solo negli anni dell’Impero fascista.
Proprio come nello Zibaldone, i due attori cercano di concentrare, con un escamotage metateatrale, una serie di spunti, associazioni di idee, nozioni, fatti, risultato di un lavoro di “riesumazione e scavo”, come lo hanno definito loro stessi nell’incontro con Igiaba Scego al termine dello spettacolo: una sorta di piccolo Bignami sulla storia razzista italiana e non solo.

Un momento dell'incontro al termine dello spettacolo
Un momento dell’incontro al termine dello spettacolo

Forse è la prima volta che si affronta questa pagina del passato nazionale a teatro: “Perché parlare di colonialismo oggi?”, chiede Igiaba agli autori. “Perché fa parte della nostra storia, ma è stato rimosso, messo sotto silenzio o narrato in modo riduttivo”, risponde Elvira alludendo alla persistente narrazione memoriale degli ‘italiani brava gente’. “Ci sembra che in un momento come questo, invece, il nostro paese debba guardare in faccia, affrontare questo periodo della sua storia, senza rimuoverlo”, conclude Elvira. Daniele dal canto suo aggiunge: “E’ come se i cinque anni del colonialismo fascista diventassero un capro espiatorio per tutto il resto”: l’Italia il proprio ‘posto al sole’ in Africa lo aveva cercato fin dal primo decennio del Novecento, con la prima campagna in Libia.
Nello “Zibaldino” però non c’è solo il passato: dalle canzonette di inizio secolo si passa a un pezzo del 2014 scaricato da internet e, come in uno specchio, gli stereotipi, i pregiudizi e quello che in fondo è un “sistema di pensiero generale” – afferma Elvira – si riflettono in scene di ordinaria quotidianità, affermazioni che chiunque di noi ha sentito al bar, per strada, sul treno o in tv.

Ad assistere a questo dialogo-brainstorming, un ospite silenzioso e immobile, che cambia a ogni replica, non è un attore/attrice professionista e non sa nulla dello spettacolo se non quello che gli/le rivelano Elvira e Daniele prima di entrare in scena. Per la serata ferrarese quest’ospite è stata una ragazza di colore, che al termine dello spettacolo ha confessato tutto il suo disagio nel non poter intervenire nel dialogo che si svolgeva intorno a lei senza che i due pensassero minimamente a coinvolgerla: “sentir dire cose negative, ma soprattutto cose positive su te stesso, senza poter controbattere, è stato molto fastidioso”. Elvira e Daniele hanno spiegato che non vogliono una morale per “Zibladino”, solo incrinare alcune certezze. E tuttavia, forse, un messaggio in fondo c’è: per parlare di colonialismo – italiano e non solo – non si dovrebbe parlare dell’Africa, ma con l’Africa.