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Giorno: 31 Ottobre 2016

Halloween Fantasy tra musica e parole

Da: Organizzatori

Appuntamento all’insegna di Halloween si è tenuto alla libreria La Feltrinelli di Ferrara. Organizzato in collaborazione con Autori a Corte Outside e casa Editrice La Carmelina, è stato un incontro molto originale tra musica e parole. Due autrici che presentavano i loro libri di genere fantasy Vittoria Tomasi e Roberta Marrelli e Patrizia Benetti che presentava i suoi racconti noir. Non poteva mancare il cantautore Leonardo Veronesi che ha interpretato alcuni brani del suo ultimo album ‘Non hai tenuto conto degli zombie’. Moderava e collegava i vari interventi Matteo Rubbini che in modo molto ironico e intelligente ha cercato di intrattenere il numeroso pubblico presente rimpallando le domande tra Veronesi e le autrici presenti sviluppando il tema del comune denominatore che li univa ‘La Paura’ addirittura intervistando lo zombie che accompagna Veronesi nel suo tour live di presentazione dell’album. Tanta ironia anche nell’affrontare argomenti legati al quotidiano che i testi di Veronesi affrontano sempre con un taglio particolarmente originale. Le autrici stimolate dalle provocazioni Rubbini hanno spiegato le loro fonti di ispirazione a volte con riferimenti alla realtà altre appoggiandosi totalmente sulla loro fantasia. Musica e parole ancora una volta hanno interagito in grande armonia arricchendosi e presentando un vero talk show che ha intrattenuto piacevolmente i presenti accolti all’entrata da due bellissime streghe che distribuivano caramelle e dolcetti. Ancora una volta la formula di unire linguaggi diversi che gli organizzatori di Autori a corte Vincenzo Iannuzzo e Federico Felloni hanno già sperimentato durante le presentazioni estive ha fatto centro. Una insolita presentazione che ha preso a pretesto la festa di Halloween per fare cultura in modo intelligente. Veronesi sta presentando i suoi brani in contesti sempre diversi perché la sua musica possa arrivare ovunque riscuotendo successo per la sua empatia e per la qualità delle sue produzioni. Era accompagnato dal valente chitarrista Eugenio Cabitta con cui si è creato uno stimolante feeling artistico. Animazione di Jazz Studio Dance e Zombie 2.0.

Articolo conclusivo della manifestazione ‘Oasi Benessere’ 2016

Da: Organizzatori

‘Oasi Benessere – la voglia di stare bene’ : un mondo emergente, operatori che, spinti da domande interiori, si sono dedicati allo studio di discipline per la cura della salute fisica e psichica. Da un lato questo mondo discreto, che non usa i mass media per farsi conoscere, fatto di persone, che si muovono con impegno e passione nel campo del benessere. E dall’altro un pubblico: persone curiose che hanno spirito di ricerca. Il loro incontro è avvenuto nella cornice dello splendido ‘Palazzo della Racchetta’ nel centro storico della nostra città, grazie ad Antonella Bergonzini, promotrice di questo evento da anni, e del centro olistico Ajna asd. Una full immersion di due giorni: sabato 29 e domenica 30 ottobre. Nei tre piani dell’edificio, con i suoi prestigiosi saloni impreziositi da caminetti d’epoca, soffitti dai cassettoni dove ora sono leggibili gli stemmi delle corporazioni medievali, resi ancora più accoglienti dalle piante ornamentali dell’azienda ‘Roverati giardini’ di Dogato, gli esperti in discipline olistiche hanno messo le loro conoscenze a completa disposizione di un pubblico curioso di sperimentarle. Circa un migliaio sono state le presenze.
La manifestazione si è aperta con una meditazione guidata dal monaco buddista Alak Rinpoche. E’ proseguita con attività intense: Qi Gong, Pilates, Yoga dance, Metodo Bates, Danza del ventre, Mystic Healing, Il corpo del sogno, Soul spension, rebirthing. Gli insegnanti delle varie scuole hanno dato un assaggio di pratiche talvolta poco conosciute e lasciato i loro contatti agli intervenuti. Nel programma una serie di conferenze- lezioni, tutte interessanti, solo l’imbarazzo della scelta: Reiki, la consapevolezza, il discusso ritorno della canapa, la coltivazione del bambù gigante e dei benefici derivanti dal suo consumo alimentare alla salute umana e all’ambiente, delle relazioni tra vita fisica e vita interiore, tra l’uomo e ciò che lo circonda, l’uso dei fermentati. Numerose sono state le opportunità offerte al pubblico di ricevere consulenze su tecniche di guarigione, su alimentazione, sull’uso della numerologia per conoscere non solo le proprie zone d’ombra ma anche le potenzialità. E poi massaggi, per tutti i gusti, nelle sale del secondo e del terzo piano, dove erano stati preparati 15 tra lettini e futon su pavimenti di cotto tra archi loggiati e materiali lignei e lapidei che via via hanno scandito la presenza di vari insediamenti avvenuti nei secoli.
Diversi gli espositori: si potevano acquistare libri in una libreria fornitissima, conchiglie, prodotti erboristici, microorganismi effettivi, mandala, incensi, pietre dure. Il Punto ristoro ha dato il suo contribuito nell’ allietare i visitatori con pietanze vegane e vegetariane, che sono state molto apprezzate; nei rari momenti di pausa è stato la meta di coloro che desideravano sorseggiare te’e tisane offerte da You and Tea. Un viaggio nel corpo e nell’anima, durato due giorni, alla scoperta di attività, di nuovi modi di pensare, di pratiche che ci possono aiutare a vivere meglio e ad approfondire la conoscenza di noi stessi e degli altri. Ma non solo, un confronto sincero che si è concluso con un messaggio da portare fuori, all’esterno, ai nostri amici e conoscenti : il cambiamento della società, tanto desiderato, non viene dall’esterno, può accadere soltanto se saremo noi per primi a cambiare.

Programmazione Jazz Club Ferrara novembre – dicembre 2016

Da: Jazz Club Ferrara

Lunedì 7 novembre, ore 21.30
In collaborazione con Bologna Jazz Festival
Randy Brecker & Balaio
Randy Brecker, tromba; João Mascarenhas, pianoforte e tastiere; Sergio Brandão, basso; Leonardo Susi, batteria; Marco Bosco, percussioni

Sabato 12 novembre, ore 21.30
In collaborazione con Bologna Jazz Festival
Buster Williams Quartet ‘Something More’
Jaleel Shaw, sax alto e soprano; Eric Reed, pianoforte; Buster Williams, contrabbasso; Lenny White, batteria

Venerdì 18 novembre, ore 21.30
In collaborazione con Bologna Jazz Festival
Julian Lage Trio
Julian Lage, chitarra; Jorge Roeder, contrabbasso; Eric Doob, batteria

Sabato 26 novembre, ore 21.30
Kurt Rosenwinkel ‘Caipi’
Kurt Rosenwinkel, chitarra, tastiere e voce; Pedro Martins, chitarra, tastiere e voce; Olivia Trummer, pianoforte, tastiere e voce; Frederico Heliodoro, contrabbasso, voce; Antonio Loureiro, percussioni, voce; Bill Campbell, batteria

Sabato 3 dicembre, ore 21.30
Loueke – Cecchetto – Waits Trio
Lionel Loueke, chitarra; Roberto Cecchetto, chitarra; Nasheet Waits, batteria

Sabato 10 dicembre, ore 21.30
Franco D’Andrea Trio
Franco D’Andrea, pianoforte; Aldo Mella, contrabbasso; Zeno De Rossi, batteria

Sabato 17 dicembre, ore 21.30
In collaborazione con Ferrara Musica
Michel Portal – Bojan Z Duo
Michel Portal, clarinetto basso, sax soprano e bandoneon; Bojan Z, pianoforte

Somethin’ else
‘E ora qualcosa di completamente diverso’, recitavano i Monty Python. E così recita anche questo nuovo ciclo di appuntamenti in cui, apparentemente, può sembrare che si volti repentinamente pagina, ma non sfuggirà agli ascoltatori più attenti quanto, in realtà, la presenza di elementi legati al jazz e all’improvvisazione sia presente in tutti progetti qui presentati.

Sabato 5 novembre, ore 21.30
Silvio Zalambani – Federico Lechner ‘Déjà Vu’
Silvio Zalambani, sax soprano; Federico Lechner, pianoforte

Venerdì 11 novembre, ore 21.30
Daniella Firpo Quintet ‘Vento di Bahia e nebbia’
Daniella Firpo, voce; Gabriele Mirabassi, clarinetto; Roberto Taufic, chitarra; Ares Tavolazzi, contrabbasso;
Roberto Rossi, batteria e percussioni

Sabato 19 novembre, ore 21.30
John De Leo ‘Il Grande Abarasse’
John De Leo, voce; Fabrizio Tarroni, chitarra semiacustica; Franco Naddei, chitarra elettrica; Giulia Barba, clarinetto basso, sax baritono; Piero Bittolo Bon, clarinetto basso, sax baritono; Dimitri Sillato, violino e pianoforte; Valeria Sturba, violino e theremin; Paolo Baldani, violoncello; Silvia Valtieri, fisarmonica e pianoforte

Venerdì 2 dicembre, ore 21.30
Camilla Battaglia Quartet feat. Dave Binney
Camilla Battaglia, voce; Dave Binney, sax alto; Andrea Lombardini, basso elettrico; Bernardo Guerra, batteria

Venerdì 9 dicembre, ore 21.30
Simona Severini
Simona Severini, voce e chitarra

Venerdì 23 dicembre, ore 21.30
Karima & Dado Moroni Trio
Karima, voce; Dado Moroni, pianoforte; Riccardo Fioravanti, contrabbasso; Stefano Bagnoli, batteria

Monday Night Raw
Sotto la sigla Monday Night Raw, mutuata dal colorito vocabolario del wrestling americano, i lunedì sera del Torrione si trasformano in un autentico ring sul quale si sfideranno fino all’ultimo match giovani protagonisti della scena jazzistica contemporanea nazionale ed internazionale, seguiti come di consueto da infuocate jam session. In apertura di serata l’accattivante selezione musicale di alcuni dei più raffinati dj della città farà da sfondo al goloso aperitivo a buffet del wine-bar del Torrione.

Lunedì 14 novembre, ore 21.30
Opening Act
Selezione musicale curata da DJ Andreino + Alice Ricciardi – Pietro Lussu Duo
Alice Ricciardi, voce; Pietro Lussu, pianoforte

Lunedì 21 novembre, ore 21.30
Opening Act
Selezione musicale curata da Willygroove DJ + Vernissage
Inscritta nel progetto regionale ‘Intrecciare cultura’ sostenuto da Endas Emilia-Romagna in collaborazione con Regione Emilia-Romagna.
Michele Bordoni ‘Note in bianco e nero’ + Matteo Bortone ClarOscuro
Enrico Zanisi, pianoforte; Matteo Bortone, contrabbasso; Stefano Tamborrino, batteria;

Lunedì 28 novembre, ore 21.30
Opening Act
Selezione musicale curata da DJ France + Andrea Ayassot Quartet
Andrea Ayassot, sassofoni; Alfonso Santimone, pianoforte; Giulio Corini, contrabbasso; Nelide Bandello, batteria

Lunedì 5 dicembre, ore 21.30
Opening Act
Selezione musicale curata da DJ France + Die Hochstapler
Louis Laurain, tromba; Pierre Borel, sax alto; Antonio Borghini, contrabbasso; Hannes Lingens, batteria

Lunedì 12 dicembre, ore 21.30
Opening Act
Selezione musicale curata da Willygroove DJ + Malkuth
Mirko Cisilino, tromba; Filippo Orefice, sax tenore; Filippo Vignato, trombone; Mattia Magatelli, contrabbasso; Alessandro Mansutti, batteria;

Lunedì 19 dicembre, ore 21.30
Opening Act
Selezione musicale curata da DJ Andreino + Fabbrica 5
Tobia Bondesan, sax tenore; Tommaso Taurisano, chitarra; Samuele Garau, Fender Rhodes; Michele Bondesan, contrabbasso; Giuseppe Risitano, batteria;

The Tower Jazz Composers Orchestra
La Tower Jazz Composers Orchestra nasce come naturale reazione a catena ed evoluzione di due progetti pilota che hanno preso forma durante la scorsa stagione (The Tower Jazz Workshop Orchestra e The Unreal Book), ne consegue che il progetto rappresenti una sintesi dei precedenti, ma con una formazione e un repertorio più definiti. Sotto la direzione di Piero Bittolo Bon e Alfonso Santimone, il progetto mira alla realizzazione di una big band ‘elastica’ che permetta ai singoli musicisti di sperimentare collettivamente la propria vena compositiva e le proprie idee musicali.

Tower Jazz Composers Orchestra
Piero Bittolo Bon, sassofoni, clarinetti, direzione e arrangiamenti; Alfonso Santimone, pianoforte, elettronica, direzione e arrangiamenti; Martina Biguzzi, flauto; Gianluca Fortini, clarinetti; Glauco Benedetti, tuba; Stefano Radaelli, Tobia Bondesan, Filippo Orefice, sassofoni; Pasquale Paterra, Mirko Cisilino, trombe; Lorenzo Manfredini, Federico Pierantoni, Filippo Vignato, tromboni; Alessandro Garino, Federico Rubin, pianoforte;Riccardo Morandini, Luca Chiari, chitarre; Stefano Dallaporta, contrabbasso; Simone Sferruzza, Andrea Grillini, batteria
L’apertura del live mensile della Tjco sarà dedicata alla presentazione d’interessanti saggi firmati da prestigiose penne del giornalismo specializzato e della musicologia:

Venerdì 25 novembre, ore 21.30
Incontro con l’autore
‘Che Razza di Musica. Jazz, blues, soul e le trappole del colore’
Il Jazz Club incontra Stefano Zenni
Modera Francesco Bettini + The Tower Jazz Composers Orchestra

Venerdì 16 dicembre, ore 21.30
Incontro con l’autore
‘Sassofoni e pistole. Storia delle relazioni pericolose tra jazz e romanzo poliziesco’
Il Jazz Club incontra Franco Bergoglio + The Tower Jazz Composers Orchestra

Informazioni
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline 339 7886261 (dalle 15.30)
Prenotazione cena 333 5077059 (dalle 15.30)
Tutti i concerti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara.
Il Jazz Club Ferrara è affiliato a Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

Workshop Freshfel Europe e Ciqa a Pechino per un progetto di sviluppo delle relazioni commerciali Italia Cina

Da: Organizzatori

Workshop Freshfel Europe e Ciqa a Pechino con la partecipazione di Cso Italy, Assomela, Oranfrizer, Fruitimprese per un progetto comune di sviluppo delle relazioni commerciali Italia Cina

Pechino 31 ottobre 2016
Ottimo riscontro per il workshop organizzato da Freshfel Europe e CIQA ( Servizio Ispezioni Fitosanitarie Cinese) a Pechino con lo scopo di creare una base di conoscenza comune per le future relazioni commerciali, comprendere i rispettivi sistemi produttivi e soprattutto i quattro pilastri essenziali dello scambio commerciale tra i due paesi e cioè: l’accesso al mercato, le politiche fitosanitarie e i requisiti necessari, le politiche di sicurezza alimentare e i requisiti richiesti, le procedure specifiche per i diversi prodotti.
Il format del worhshop, molto efficace ed apprezzato, ha focalizzato, con interventi a due voci seguiti da discussione, tutti i temi importanti relativi agli scambi tra Europa e Cina con relazioni di Woo Huao direttore della Biosecurity Division dell’Aqsiq, Jerome Lepeintre, Capo della Sezione Agricoltura della delegazione Europea in Cina Ms Li Li Direttrice dell’Economic Crop Division del Ministero Agricoltura Cinese.
L’Italia ha presentato lo stato dell’arte per kiwi, mele, pere, agrumi con un intervento nella sessione Business Case dedicata alle imprese ed alle problematiche di scambio.
“Abbiamo avuto l’opportunità – dichiara Simona Rubbi – responsabile apertura nuovi mercati di Cso Italy – di presentare una fotografia chiara e analitica della situazione degli scambi commerciali di ortofrutta italiana in Cina con le ottime performance del kiwi, la crescita del kiwi giallo e le grandi potenzialità per lo sviluppo del mercato di pere, mele e agrumi”.
“Per quanto riguarda gli agrumi – dichiara Salvo Laudani Marketing Manager di Oranfrizer e Presidente di Fruitimprese Sicilia – abbiamo esposto con chiarezza lo stato dell’arte chiedendo che l’accordo tra Cina e Italia, siglato a gennaio 2016, sia applicato dalla campagna in corso e che sia inclusa in futuro la possibilità di effettuare il trasporto degli agrumi via aereo o treno oltre che via nave. Questa apertura- rimarca Laudani – e’ fondamentale per garantire l’arrivo di un prodotto di qualità eccellente e ritengo che il workshop di Pechino ci abbia offerto una grande opportunità”.
Per quanto riguarda mele e pere è stato evidenziato il fatto che il Ministero italiano ha inviato alle Autorità cinesi una comunicazione ufficiale nel marzo 2015 con la richiesta di apertura ufficiale dei negoziati per l’export, ma tale richiesta non ha ancora avuto risposta.
“Abbiamo colto l’occasione del workshop – dichiara Giulia Montanaro di Assomela – per presentare l’opportunità di avviare subito i negoziati per mele e pere congiuntamente e con la massima urgenza”.
La delegazione italiana ha apprezzato molto la presenza ed il supporto concreto offerto dal dott. Enrico Berti primo Segretario dell’Ufficio Economico e Commerciale e dalla Dott.ssa Raffaella Danielato dell’Ufficio Economico e Commerciale dell’Ambasciata Italiana a Pechino, nonché del Ministero delle Politiche Agricole.
Inoltre è emersa una chiara sintonia tra i rappresentanti dei 6 Paesi europei partecipanti alla missione nel ribadire che sarebbe necessaria una regia comunitaria nei negoziati, nonostante la Cina abbia ribadito che le trattative devono essere fatte autonomamente da ciascuno Stato membro.
Complessivamente l’iniziativa di Freshfel ha colto nel segno mettendo in luce le opportunità di un mercato immenso, ma soprattutto la necessità di un approccio di confronto e scambio costante con le Autorità cinesi per far comprendere a pieno, modalità di produzione, sistemi di difesa, trasporto e logistica dell’ortofrutta italiana.

Lo scrittore ferrarese Paolo Maietti, premiato al Concorso Letterario Nazionale ‘L’Unicorno Rovigo 2016’

Da: Organizzatori

Lo scrittore ferrarese Paolo Maietti, autore dei bestseller ‘Ferrara ieri, oggi, l’altro ieri’ e ‘Perché Ferrara è troppo bella. Storie vere con proverbi dialettali’, premiato al Concorso Letterario Nazionale ‘L’Unicorno Rovigo 2016’ su quasi 400 libri in gara. Ospite d’onore dell’evento l’attore Sergio Muniz

“L’autore, con stile fluido, naturale, spontaneo, racconta i rapporti con le persone che ha incontrato, i luoghi di Ferrara che l’hanno visto bambino e adolescente, poi uomo maturo. Grazie alla sua scrittura personaggi, amici, familiari, aneddoti della vecchia Ferrara, tutto un mondo che non c’è più continua a vivere. Proverbi, detti popolari, vecchie usanze, storie vere vengono narrati dall’autore con sottile ironia e originalità”. Con queste parole domenica mattina Angioletta Masiero – presidente della giuria del concorso letterario nazionale ‘L’Unicorno’ 2016 – ha reso pubbliche, alla moltitudine di spettatori che gremivano il Ridotto del Teatro Sociale di Rovigo, le motivazioni del premio unico ‘Nuova Tribuna Letteraria – Narrativa Edità assegnato a Paolo Maietti per le opere ‘Ferrara ieri, oggi, l’altro ieri’ (Faust Edizioni, 2015) e ‘Perché Ferrara è troppo bella. Storie vere con proverbi dialettali’ (Faust Edizioni, 2016, patrocinio Università degli Studi di Ferrara).
Con 398 libri in gara, provenienti dall’intera penisola, il prestigioso evento godeva del patrocinio di Confindustria Venezia, Camera di Commercio di Rovigo, Comune di Rovigo. Paolo Maietti, classe ’42 e autore di bestseller locali campioni nelle classifiche librarie e nel gradimento dei lettori (un migliaio di copie vendute), è stato premiato alla presenza del noto attore Sergio Muniz, ricevendo una scultura in vetro realizzata da Jone Suardi, artista di Abano Terme.

La Dublino anni ‘80 di John Carney per la prima volta al cinema

Da: Arci Ferrara

In anteprima nazionale viene presentato da Arci Ferrara in collaborazione con Bim distribuzione mercoledì 2 novembre il terzo lavoro del regista irlandese John Carney, che arriva dieci anni dopo il celebre Once, premio Oscar per la miglior canzone.
L’appuntamento al Cinema Boldini è alle 19, il costo del biglietto d’ingresso è eccezionalmente di 2 €. Sing street, questo il titolo della pellicola, racconta la storia di Conor, un quattordicenne dublinese che combatte le difficoltà della vita quotidiana e i problemi economici della sua famiglia facendo musica. Sulle note delle hit degli anni ‘80, il protagonista userà il proprio talento per formare una band, compiendo un atto di ribellione nei confronti del bullismo, di cui è vittima da parte dei professori, e, allo stesso tempo, un gesto straordinario per conquistare Raphina.
Per ulteriori informazioni o per la programmazione completa consultare il sito www.cinemaboldini.it oppure contattare Arci Ferrara al numero 0532 241419 o all’indirizzo mail ferrara@arci.it.

5 novembre: The Cookers in concerto x Bologna Jazz Festival

Da: Organizzatori

Appuntamenti di sabato 5 novembre
Bologna, Unipol Auditorium, ore 21:15
The Cookers
Billy Harper, sax tenore; Craig Handy, sax alto; David Weiss, tromba; George Cables, pianoforte; Cecil McBee, contrabbasso; Billy Hart, batteria
Jazz Insights
Lezioni musicali con Emiliano Pintori
Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica – Palazzo Sanguinetti, ore 17
The First Lady of Song. Dedicato a Ella Fitzgerald special guest Chiara Pancaldi

L’edizione 2016 del Bologna Jazz Festival arriva finalmente in teatro, dopo una sequenza di numerose serate nei club. Sarà l’Unipol Auditorium a ospitare i primi due concerti di punta del cartellone del Bjf, entrambi nel segno di formazioni all stars. Sabato 5 novembre (alle ore 21:15) si inizierà coi Cookers, ovvero la quintessenza della storia dell’hard bop, grazie a un cast musicale che raccoglie alcuni dei più importanti solisti e leader che hanno dominato la scena del più verace jazz di impronta afroamericana negli ultimi cinquant’anni: Billy Harper al sax tenore, Craig Handy al sax alto, David Weiss alla tromba, George Cables al pianoforte, Cecil McBee al contrabbasso e Billy Hart alla batteria.
Un’altra formazione al leaders, di taglio più modernista, sarà poi protagonista del successivo concerto (l’8 novembre) all’Unipol Auditorium: gli Aziza, con Dave Holland, Chris Potter, Lionel Loueke, Eric Harland.
Il 5 novembre prende il via anche ‘Jazz Insights’, cinque lezioni musicali curate da Emiliano Pintori al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica – Palazzo Sanguinetti (ore 17). Quella odierna sarà dedicata a Ella Fitzgerald.
Il Bologna Jazz Festival è organizzato dall’Associazione Bologna in Musica con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Carisbo, Gruppo Unipol e del main partner Gruppo Hera.
Gli anni fulgenti dell’hard bop rivivono nelle infuocate esibizioni dei Cookers, una super band che racchiude un incredibile cast di veterani del mainstream moderno. Lo stile Blue Note (il nome del gruppo non per nulla deriva dal disco The Night of the Cookers di Freddie Hubbard) torna ad affascinarci con un rinnovato senso di modernità e virtuosismo, grazie all’eloquenza e alla continua sorpresa suscitata da Billy Harper, George Cables, Cecil McBee, Billy Hart e dai più giovani David Weiss e Craig Handy.
I Cookers sono nati da un’idea del trombettista David Weiss, che ha raccolto attorno a sé una serie di magistrali musicisti che sono arrivati sulla scena hard-bop nel pieno degli anni Sessanta per poi imporsi nel corso decennio successivo, periodo in cui la loro dedizione al mainstream li rendeva figure anomale in un ambiente jazzistico dominato dalla fusion e dal free. Ma la loro rivincita è venuta poi, visto che oggi è a loro che si guarda come depositari della più verace tradizione musicale afroamericana.
Tra lontani echi di gospel e frenesie modali, il repertorio post-boppistico del gruppo mette in luce sia le capacità autoriali dei suoi componenti (soprattutto Cables, Harper e McBee, tutti squisiti compositori oltre che strumentisti di impressionante intensità) che l’estro di Weiss negli arrangiamenti.
Alla soglia del decimo anno di attività (sono assieme dal 2007) i Cookers non perdono smalto e anzi continuano a guardare al futuro, anche tramite il periodico inserimento di forze nuove in organico.
Unipol Auditorium: via Stalingrado 37, Bologna
Informazioni:
Associazione Bologna in Musica
tel.: 334 7560434
e-mail: info@bolognajazzfestival.com
www.bolognajazzfestival.com
Presidente: Federico Mutti
Direttore artistico: Francesco Bettini
Biglietti:
The Cookers: posto unico: intero 30 euro, ridotto 27 euro
I biglietti sono soggetti a diritto di prevendita
Riduzioni:
Riduzioni valide per soci Bologna Jazz Card 2016, giovani fino a 26 anni, soci Touring Club, possessori abbonamento annuale Tper Bologna 2016 e Card Musei Metropolitani Bologna.*
Tutti i biglietti soggetti a riduzione sono acquistabili esclusivamente presso le biglietterie dei teatri presentando il titolo che dà diritto alla riduzione*.
*Le scontistiche non sono cumulabili
Studenti del Conservatorio ‘G. B. Martini’ di Bologna e del Liceo Musicale ‘L. Dalla’ di Bologna: prezzo speciale 10 euro
Informazioni: ticket@bolognajazzfestival.com
Bologna Jazz Card:
Socio Young (fino a 26 anni): 10 euro
Socio Standard: 25 euro
Socio Gold: 50 euro
acquistabile o rinnovabile online nell’area soci del sito www.bolognajazzfestival.com
Vantaggi esclusivi per i Soci possessori della Bologna Jazz Card:
– applicazione del prezzo ridotto sull’acquisto di singoli biglietti presso le biglietteria dei teatri
– accesso all’area riservata delle platee e delle gallerie
– speciali convenzioni con i jazz club affiliati al Festival
Prevendite:
– sul sito www.vivaticket.it e su tutto il circuito VivaTicket
– sul sito www.tiketone.it e su tutto il circuito TiketOne;
– nelle biglietterie dei teatri Manzoni e Duse.

4 Novembre: Festa dell’Unità Nazionale

Da: Comune di Comacchio

L’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, in collaborazione con il Comune di Comacchio e con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma organizza, come di consueto, il programma delle celebrazioni della Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Venerdì 4 novembre, alle ore 9, sarà deposta una corona di alloro in Piazza Rimembranza a San Giuseppe, in memoria dei caduti. Alle ore 9.30 avrà luogo un’analoga cerimonia a Porto Garibaldi, in Piazza Don Giovanni Verità. Alle ore 10 il corteo si sposterà in Piazza Roma, dove avranno luogo l’alzabandiera e la deposizione di una corona di alloro davanti al monumento dei caduti. Seguirà il discorso celebrativo, a cura dell’Amministrazione Comunale. Il corteo poi raggiungerà il Parco della Resistenza e Piazza Folegatti per la deposizione di altre corone ai caduti. Alle ore 11 presso il Sacrario dei Caduti, in via Cavour, Don Ruggero Lucca celebrerà la Santa Messa.

L’APPUNTAMENTO
Antonino Galloni a Ferrara per parlare dell’economia oltre il Capitalismo

Da: Organizzatori

Si è concluso nella splendida cornice della Sala della Musica di Ferrara, il ciclo di lezioni base del Corso di Economia Semplificata organizzato dal Gruppo Cittadini Economia di Ferrara e Associazione Moneta Positiva.
C’è stata una buona partecipazione e i cittadini che hanno dimostrato grande interessi per i temi economici e monetari, ma soprattutto la volontà di aumentare la propria consapevolezza su questi argomenti importanti, che condizionano fortemente la nostra vita.
Se non ci occupiamo di economia, sarà l’economia comunque ad occuparsi di noi. Per questo è importante conoscere e approfondire la nostra conoscenza sul reale funzionamento del sistema economico e monetario, perchè possiamo con le nostre scelte condizionarne gli sviluppi.

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La copertina del libro di Antonino Galloni Economia alcalina e moneta

Diceva Mark Twain: “Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è”.
Nella nostra esperienza di divulgazione di questi temi ci siamo accorti che sul sistema monetario sono molte le cose che crediamo vere e che invece non lo sono, e questo ci porta ad una percezione della realtà distorta e fuorviante.
Per questo non ci fermiamo qui: mercoledì 2 novembre 2016 alle ore 20,45 presso la Sala della Musica abbiamo il piacere e l’onore di ospitare il grande economista Antonino Galloni, che verrà a presentarci il suo ultimo libro “Economia alcalina e moneta. Possiamo andare oltre il capitalismo?”.
L’incontro è libero e gratuito, e ci permetterò di confrontarci con Nino su tutti i temi del corso, sfruttando la sua grande conoscenza di questi argomenti e la sua grande esperienza in questo campo.

L’occasione è resa ancora più interessante da una particolare coincidenza: due giorni dopo, venerdì 4 novembre 2016 all’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati a Roma, si terrà un convegno dal titolo “Banche e creazione di moneta” nel quale sono stati invitati come relatori lo stesso Antonino Galloni e Fabio Conditi, in qualità di presidente dell’Associazione Moneta Positiva.
Sarà quindi anche l’occasione di anticipare una parte dei temi che verranno dibattuti per la prima volta in una sede istituzionale importante come le aule dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.
Per chi volesse vedere a casa comodamente queste lezioni e gli incontri di approfondimento, pubblicheremo nei prossimi giorni i video completi sul nostro sito, per ora troverete la prima lezione: “La storia della moneta”.

La locandina dell’evento
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Il piccolo miracolo di un giardino in città. Conversazione con Manfredi Patitucci

di Eleonora Rossi

Incontro con Manfredi Patitucci, che dal 7 novembre al Wunderkammer condurrà “Piantala! Garden Design in 12 lezioni”

Una foglia d’autunno nel taschino della giacca, un berretto di lana calda. E, sotto il berretto, occhi scuri che sorridono.
Lui è Manfredi Patitucci, garden designer, una professione verde che unisce estro e contatto con gli elementi della natura, della vita.
Con voce gentile Manfredi ci introduce nel suo mondo di piante, erbe, alberi e piccoli miracoli verdi, raccontandoci di maestri come Piet Oudolf, landascape designer, genio olandese che ha saputo creare un parco sugli ex binari dell’High Line newyorkese. Oppure accennando a Richard Mabey, cantore delle “erbacce”, a Gilles Clément e al suo “Terzo paesaggio”, l’insieme dei “luoghi abbandonati dall’uomo”: le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi quasi invisibili, come le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie. E, ancora, descrivendoci la poesia dei giardini racchiusa nell’arte di Christopher Lloyd, o gli studi di Dan Pearson, paesaggista che ricerca l’anima di un luogo.

Manfredi Paticucci
Manfredi Patitucci

Manfredi si è formato a Londra, alla Birkbeck University. Qui ha appreso la storia, la scienza e la cultura del giardino. Il disegno e la tessitura del suolo. Ha imparato a conoscere la tipologia del terreno, il clima, la quantità di luce necessaria, gli accostamenti, la disposizione sapiente di elementi vegetali e strutturali. L’arte e la filosofia sottese alla creazione di uno spazio verde, armonico.
Una materia “viva”, che Manfredi Patitucci proporrà a partire dal 7 novembre 2016 nel ciclo di incontri “Piantala! Garden Design in 12 lezioni”: “Come nasce il progetto di un giardino? Esiste un confine tra giardino e natura? Possiamo assottigliarlo sempre più? Cominciare dalle piante? Comunità vegetali tra le case?”
Appuntamento al Wunderkammer di Via Darsena tutti i lunedì dalle ore 20 alle 22 (per informazioni e iscrizioni: m.patitucci@rigenerazioneurbana.org).
Nei 12 incontri ci si soffermerà sul significato di “fare un giardino lavorando con il carattere specifico di un luogo”; sarà importante, è spiegato nel programma, “partire dalla conoscenza delle piante, lasciando che il progetto venga a galla dalla fascinazione delle loro comunità e dei loro paesaggi da cui, in fondo, noi cominciamo ad immaginare quel giardino”.
Insieme alla magia dei “Giardini illustrati” – corso di illustrazione a cura di Manuela Santini, che partirà in parallelo dal 15 novembre 2016 (tutti i martedì ore 20/23) – “Piantala!” è inserito nel progetto “Commons: beni comuni e pratiche di condivisione”, realizzato per il programma di ricerca “Rigenerazione urbana”, avviato nel 2010 dall’associazione Basso Profilo, con il patrocinio del Comune di Ferrara.

Manfredi è presidente dell’associazione, che si propone di diffondere le pratiche di cittadinanza attiva, valorizzare il patrimonio locale, impegnarsi per lo sviluppo sostenibile.
Basso Profilo ha un desiderio e un intento: “rigenerare” la Darsena di Ferrara con il progetto Smart Dock, vincitore del bando dell’Istituto Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna per il 2016. Primo passo di un disegno più ampio, che coinvolgerà il quartiere Giardino, il cui destino potrebbe essere racchiuso nel nome, le Mura a Sud-Ovest, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah-MEIS, “ampi spazi verdi continui, prospettive visuali aperte e due oggetti focali vicini, l’ex Magazzino fluviale Savonuzzi e l’ex Caserma dei Vigili del fuoco che, con i loro consorzi Wunderkammer e Grisù stanno potenziando un comune e solidale immaginario di rigenerazione urbana per una parte di città che sta cambiando”. Una sinergia incoraggiante di collaborazioni. Il consorzio Wunderkammer è un centro di irradiazione di energia positiva, con i suoi fondatori Maria Giovanna Govoni e Leonardo Delmonte, con l’associazione musicisti Ferrara di Roberto Formignani, con le associazioni Encanto e Fiumana. Sono importanti segnali di un’attenzione da parte dei cittadini, delle associazioni e dell’amministrazione: un percorso di sensibilizzazione alla gestione e riorganizzazione dello spazio pubblico del fronte fluviale.

“Si tratta di restituire l’intera città a una sua infanzia, accompagnandola a rivivere un momento iniziale di curiosità nei confronti della sua parte che duole – ha osservato Manfredi – così che un rinnovato senso di familiarità e affezione possa aver inizio e possa mettere radici”.
Un’autentica sfida per recuperare, far rifiorire un’area urbana.
Sulla scia di una singolare esperienza di cui lo stesso Manfredi è stato protagonista. Se oggi Ferrara ha il suo Bosco in città, infatti, è grazie ad un’idea condivisa con l’allora presidente del Garden Club di Ferrara Giulia Vullo: quattro anni fa il garden designer ha adottato un’area verde di 1600 mq, dietro la chiesa di San Giuseppe Lavoratore (nella zona Barco), ha sfalciato l’erba, potato, ripulito e reso agibile la porzione che gli era stata affidata. Vi ha piantato alberi di antiche varietà di frutta come gelso e melograno, poi ha restituito l’area verde al Comune. Il Garden Club, sviluppando insieme a Manfredi la combinazione di alcune idee nate durante lo studio londinese e sperimentate in quella prima esperienza ferrarese, ha successivamente abbracciato l’idea del bosco in città, dedicato al maestro Claudio Abbado, celebre direttore d’orchestra nonché appassionato di giardinaggio.
Lo sguardo di Manfredi si illumina mentre descrive la poesia di quel lembo di terra che continuerà a crescere, modulo su modulo, assecondando una logica (o una musica) spontanea.
“La Natura ci offre l’opportunità di entrare in contatto con una bellezza le cui forme non sono riconducibili a una consueta idea dell’ordine, in quanto sono dettate dalle logiche che seguono le piante. Le piante, quando vengono lasciate libere di svilupparsi spontaneamente, formano comunità vegetali di grande ricchezza. Occorre farsi mimetici di tali paesaggi”.
Dalle parole di Manfredi traspare il garbo e la cura di chi ha disegnato anche la propria professione, uno specchio nel quale riconoscersi. “Do not ask me how”, “non chiedetemi come”: così si presenta il garden designer nel suo manfredis-garden.blogspot.it, che merita certamente più di una passeggiata. “Gli studi di Architettura e i reportage fotografici mi hanno condotto in un giardino, non chiedetemi come. Forse il seme di mela piantato nella mia infanzia (sarà un albero adesso?), chissà…”.
Londra è il stato suo “viaggio”.
Dieci anni fa è partito per l’Inghilterra: in tasca la bozza di un libro di scatti fotografici con l’introduzione di una donna straordinaria come Vandana Shiva, alla ricerca di una casa editrice. Seguendo il sogno della fotografia, è approdato al suo “giardino”: “I parchi di Londra mi facevano bene quando non trovavo l’editore per il mio libro fotografico – sorride – lì ho ritrovato un’emozione, la mia passione per il disegno, unita al contatto con la natura. Ho ricominciato ad arrampicarmi sugli alberi, a osservare, ad ascoltare”. Un nutrimento per l’anima.
“Occorre imparare a disegnare non calandosi sul foglio dall’alto, ma tracciando la matita sulla carta come se si stesse seguendo il proprio passo che si avvicina al tronco di un albero e ne segue la chioma immaginandola fra venti, quaranta, cento anni – spiega Manfredi – È come una carezza: non devi studiarla. È una sensazione, un gesto”.
Di questi gesti delicati il garden designer parlerà nel ciclo di incontri al Wunderkammer. E il 21 novembre – Giornata Nazionale degli Alberi – relatore sarà l’arboricoltore Neville Fay.

Un’occasione preziosa per scoprire, con le parole dello scrittore Hector Bianciotti che “i giardini – come le poesie, la musica e l’algebra – sono una delle forme dei sogni”.

Saluto Manfredi alla fine della nostra bella conversazione. Sulla via del ritorno, scelgo una strada alberata e mi scopro a osservare con uno sguardo nuovo le piante secolari. E mentre mi avvicino a casa, una foglia s’infila nel cesto della mia bicicletta. La raccolgo tra le mani, quasi fosse una carezza dell’autunno.

Webcam nelle scuole: l’educazione sorvegliata!

di Loredana Bondi

Il giorno 20 ottobre 2016 è stato approvato e licenziato dalla Camera dei deputati il disegno di legge “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità”. Nonostante sia ancora in corso di approvazione definitiva da parte del Parlamento, ne è stata data un’ampia diffusione mediatica, anche se con accenti e dichiarazioni non sempre completi dei dovuti approfondimenti.
Come rappresentante ferrarese del Gruppo nazionale Nidi e Infanzia, ritengo doveroso evidenziare la mia profonda preoccupazione sugli aspetti non trascurabili che questo disegno di legge porta avanti, soprattutto per le premesse e condizioni che lo stesso provvedimento, qualora applicato, potrebbe inevitabilmente ingenerare sull’intero sistema educativo.
Vorrei perciò proporre alcune riflessioni e questioni, prima che il ddl giunga al Senato per la valutazione di competenza e valutazione finale.

Certamente – come sostiene la pedagogista Sandra Benedetti del gruppo nazionale in un recente approfondito intervento – gli episodi di violenza sui bambini praticate in alcuni servizi educativi salgono agli onori della cronaca e riempiono le testate dei giornali, i blog, arrivano come un pugno chiuso nello stomaco di chi legge e vengono percepiti al pari di qualsiasi atto di violenza a cui si assiste nei luoghi attraversati da guerre e catastrofi. Solo che in questo caso i luoghi in cui si praticano queste violenze sono luoghi situati in contesti pacifici, considerati affidabili e pertanto percepiti come al di sopra di ogni sospetto, luoghi e persone ai quali i genitori affidano le persone più preziose: i bambini piccolissimi, incapaci di esprimere il proprio dissenso, impossibilitati a difendersi, in una fase della crescita in cui stanno strutturando, attraverso la relazione con gli adulti, i coetanei e il contesto, i fondamentali sui quali costruire i propri riferimenti simbolici, emotivi, cognitivi.
Non posso che condividere il grande malessere su questi fatti, ma contemporaneamente, constato che dietro la vicenda di cronaca che viene presentata attraverso i media, parte la generalizzazione del ‘sistema malato’ e l’indicazione ineludibile del correttivo: il controllo serrato su tutti i servizi, attraverso strumenti come le telecamere, ritenute risolutorie per l’intercettazione dei gesti di violenza perpetrati sui bambini. Su questo genere di soluzioni non si può che avere una valutazione negativa, perché questi interventi non porterebbero altro che a minare il sentimento di fiducia fra genitori e personale educativo, sentimento costruito su un preciso patto che va reso esplicito e monitorato sempre.
Mi piacerebbe però che su questi fatti il personale educativo, i coordinatori pedagogici, gli insegnanti e i dirigenti scolastici si esprimessero e, nel contempo, avessero la forte determinazione di sottoporre prima di tutto al loro interno, alle famiglie, oltre che ai referenti politici locali di Parlamento e Governo, una serie riflessioni sul contenuto di questo ddl che, a mio avviso, non coglie adeguatamente l’inopportunità e la pericolosità delle soluzioni che propone.

Dovrebbe essere impostata, altresì, una riflessione generalizzata, di carattere nazionale, sul sistema educativo, nella direzione non solo della predisposizione di percorsi di studio per il raggiungimento di specifica professionalità da parte degli educatori e del personale della scuola (solo in parte già definita), ma della necessaria, continua e obbligatoria formazione in servizio, del rispetto dei contratti sia da parte di chi opera, sia da parte dei datori di lavoro, perché un’attività così profondamente delicata e difficile deve essere governata con il massimo delle garanzie. L’orario di lavoro, le compresenze orarie del personale, il rapporto numerico insegnante-bambini, il confronto sistematico su modelli educativi e pedagogici, la definizione di precise responsabilità, il reale controllo di qualità del sistema: sono aspetti ineludibili della qualità dell’ambiente formativo, cui va affiancato un serio sistema di controllo gestionale, organizzativo e pedagogico, che non può certo essere basato sulla sfiducia preventiva dell’azione educativa e sullo ‘spionaggio investigativo’ a mezzo di telecamere installate nei locali delle scuole, così come previsto dal disegno di legge in oggetto.
Uno dei requisiti fondamentali su cui si fonda il patto educativo tra il servizio e le famiglie è proprio la fiducia reciproca che, ovviamente non è data in natura, ma va conquistata attraverso la constatazione che il luogo e le persone cui i bambini vengono affidati, corrispondono davvero ai requisiti dichiarati dall’ente gestore (Comune o altro soggetto privato a cui è stata concessa la gestione del servizio in convenzione o in appalto).

Quello che manca nei servizi e che porta verso queste inconcepibili situazioni è di fatto l’assenza di una gestione comunitaria del servizio educativo. Il controllo è un punto fondamentale e dirimente di tutti i servizi rivolti alla persona, tanto più quando essa è fragile e non può o riesce a difendersi. Questo controllo però non deve essere praticato con la telecamera, che è un modo molto rapido di risolvere il problema e non evita di certo l’atteggiamento increscioso di chi pratica violenza, poiché nel momento in cui lo rileva, il gesto è già compiuto. Occorre fare leva piuttosto sulla cultura della valutazione permanente del lavoro di cura, che si esprime a più livelli e che deve contemplare alcuni punti fondamentali, indispensabili per la qualità minima dei servizi educativi, sia pubblici che privati. Il concorso di più fattori costa molto di più in termini di impegno e richiede una esplicita scelta di campo, anche di natura politico-sociale. Alla logica del controllo basato sul pregiudizio e sulla presunta sfiducia che è sottintesa dall’uso della telecamera, è indispensabile sostituire la pratica della valutazione pedagogica, che chiama in causa più attori e li induce a svolgere ciascuno il proprio ruolo.
Si tratta di un tema troppo delicato e complesso, indubbiamente grave e che non va assolutamente sottovalutato, nonostante la casistica limitata, ma ritengo che non possa assurgere ad ‘allarme sociale’ a cui dare come unica soluzione la risposta dell’installazione della video sorveglianza in ogni scuola. Per questa ragione allora, in base a quanto emerge dai dati nazionali, dovremmo installare le telecamere anche in ogni casa, dal momento che la maggioranza delle violenze sui minori viene perpetrata fra le mura domestiche!
La proposta di legge, il cui contenuto è sicuramente stato amplificato a dismisura dai media, punta a incrinare un sistema complessivo che, per colpire il grave e deviante comportamento di un singolo, colpisce un intero contesto sociale, utilizzando strumentalmente l’argomento della legalità: fa passare il messaggio che, senza il controllo a distanza, nulla emergerebbe e i violenti rimarrebbero impuniti.

Perché non proviamo a riprendere in mano seriamente il problema dell’educazione, dei principi fondamentali alla base della professionalità educativa? Perché proprio ora che si sta discutendo a livello di Regione Emilia Romagna, la cui legislazione in materia è sempre stata all’avanguardia, non solo in Italia, ma a livello internazionale, il nuovo testo di legge proprio sui servizi educativi, sembra sia sottovalutato il sistema di valutazione della qualità, ridotta a valutazione interna al contesto educativo? Certo il processo di valutazione delle attività va costantemente monitorato all’interno del sistema educativo, ma sia il gestore pubblico, che il soggetto gestore privato – che dev’essere accreditato – devono soggiacere anche a una valutazione terza, a un controllo esterno, che mettano seriamente in evidenza tutti gli aspetti organizzativi, gestionali e pedagogici. In questo percorso, l’Ente pubblico ha l’obbligo della governance, termine molto usato e non sempre praticato. E, nel contempo, con strategie adeguate, si devono coinvolgere necessariamente i genitori come attori reali di questo processo.
Penso che sia importante non tacere sul fatto che sono necessari confronti non solo mediatici, ma reali, nella vita comune di ogni giorno, nella scuola, nelle aule consiliari, nelle associazioni culturali e politiche, nelle famiglie, a livello di cittadinanza. Purtroppo, questo è tutto un altro discorso, che ha a che fare con le attuali condizioni sociali e politiche e la cultura stessa del nostro paese che, pur presentando ancora delle eccellenze, sta perdendo di vista valori come il saper ascoltare, la collaborazione, il confronto e la solidarietà, che si nutrono di onestà morale e intellettuale, non di superficialità e indifferenza.
Non sono certo riflessioni nuove, ma l’emergenza della situazione impone un nuovo percorso generale di “riappropriazione” di dignità di un lavoro indispensabile come quello dell’educare.

I nuovi mostri

Halloween, la notte delle streghe, parliamo di mostri e di paurosi pensieri. Domanda: qualcuno si ricorda quali erano i mostri classici del passato?
Io, che sono ormai stagionato, ricordo con un certo rimpianto gente come Dracula, Frankenstein, l’uomo lupo, la mummia, la creatura della palude… Bei tempi!
Tempi in cui il mostro faceva il mostro; tempi in cui chi era cattivo lo era per davvero e nessuno l’avrebbe dubitato, del resto lo prevedeva pure il contratto: “Io uomo lupo dichiaro di essere un mostro in piena regola, zanne e artigli compresi. Dichiaro che, se ne avrò l’opportunità, inseguirò, sevizierò e divorerò le mie vittime senza pietà e rimorso, ululando, ringhiando e facendomi subito riconoscere per quello che sono: un mostro! Dichiaro inoltre che non ingannerò nessuno facendomi credere buono, che non racconterò frottole su ciò che faccio. Che non mi farò eleggere da chicchessia per poi cambiare partito come si fa con le mutande. Ma soprattutto che non cercherò mai di cambiare la Costituzione a mio esclusivo vantaggio. Lo giuro.
Adesso, lo devo dire, non si sa più a che mostro votarsi!
Sì perché i mostri di oggi sono tutti uguali, si fanno eleggere, dicono e promettono tutti le stesse cose per fare il contrario dopo, fanno i buoni poi ti fregano… e il bello è che non fanno nemmeno paura!
Che diamine! Un mostro deve far paura sennò che mostro è?
Questi fanno solo rabbia…

Amo la vita… ferocemente, disperatamente!

di Lorenzo Bissi

Il 2 novembre del 1975 ci lasciava un grande uomo e intellettuale italiano, Pier Paolo Pasolini.
La sua fine è avvolta nel mistero: viene trovato senza vita, percosso ripetutamente ed investito dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia. Le colpe vennero addossate al diciassettenne Pino Pelosi, che dichiarò che la sera prima era stato fermato da Pasolini e invitato a salire sull’auto in cambio di un compenso in denaro; purtroppo non è ancora stata fatta completa chiarezza sulla morte, ma si pensa che sia stata fatta leva sull’omosessualità dello scrittore per nascondere il vero movente dell’omicidio e screditare la sua persona agli occhi di tutti.

Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro.
Pier Paolo Pasolini

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

La seduzione del mostro

Il mito, il terrore e il fascino del mostro dal volto di donna, una donna bellissima e terribile. Quante volte ho sognato una donna come lei, splendida creatura carnivora, pronta a divorarmi, a bere il mio sangue senza un rimorso, senza cuore. La voglia di buttarsi tra le sue braccia, di perdersi nei suoi occhi, profondi e neri come la notte. Il destino è quello di rincorrersi, fuggire dai propri traumi per inseguirne altri. Solo, nell’incombenza della morte, nella guerra tra desiderio e patimento, sento la vita pulsare e gridarmi il proprio piacere-terrore, prima di gettarmi nell’abisso. Un amplesso, intenso e sottile confine tra la vita e la morte, resta il mio ultimo premio.
Il brano andrebbe ascoltato rigorosamente al buio, preferibilmente di notte e in completo isolamento. Magari dopo aver letto Carmilla di Le Fanu… potrebbe essere un’idea! È che terrore, desiderio e romanticismo macabro sono gli ingredienti perfetti per la storia dell’orrore perfetta. In fondo Rael è come Jonathan Harker, ospite inconsapevole delle premurose concubine di Vlad Tepes.
Esiste qualcosa di ancor più potente dell’istinto di conservazione? Forse è il desiderio irrefrenabile di abbandonarsi al proprio fato. Quando questo ha le sembianze di una femmina bellissima e affamata… Lo sanno bene i maschi delle mantidi e delle vedove nere, che fanno una vita da comparse con un destino tragico e deciso ancor prima di nascere, il cui unico momento di gloria farà coincidere il proprio piacere con la propria distruzione.

The Lamia (Genesis, 1974)