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Giorno: 17 Novembre 2016

movimento5stelle

Gruppo Consiliare Movimento5Stelle

Da: Movimento 5 Stelle

Giovedì 17 alle ore 21,00 alla Sala della Musica , in via Boccaleone 21, il Movimento 5 Stelle Ferrara incontra i cittadini per approfondire ancora, se necessario, i passaggi più importanti di questa schiforma costituzionale e le conseguenze del voto del 4 dicembre, ma soprattutto per condividere con i presenti, in un dibattito aperto, sia le valutazioni sull'operato dei consiglieri arrivati a metà del mandato, sia per discutere proposte e problematiche per il 2017.

Vi aspettiamo numerosi!

Il Gruppo Consiliare
Movimento5Stelle

Open day nelle scuole superiori di Argenta e Portomaggiore

Da: Organizzatori

Anche quest’anno, nell’ambito delle attività di orientamento, l’Istituto di Istruzione Superiore di Argenta-Portomaggiore apre le porte alla cittadinanza per illustrare la propria Offerta Formativa nelle seguenti giornate:

Sabato 19 novembre 2016 ore 14.30 -17.30
Nella sede centrale di Argenta, dove sono presenti il Liceo (Scientifico e Scienze applicate) e l’Istituto Professionale (indirizzo Meccanico e Servizi Socio Sanitari)

Domenica 20 novembre 2016 ore 10.00 -12.30
Nella sede distaccata di Portomaggiore, sede del Polo Tecnico (ITT e ITE)

Durante gli Open Day gli insegnanti descriveranno i vari corsi di studio, la metodologia didattica e i progetti che, in collaborazione con il territorio, caratterizzano e arricchiscono i percorsi scolastici.

Particolare rilievo verrà dato ad ‘Experimenta: studenti in laboratorio’: i ragazzi delle scuole superiori, insieme agli allievi delle scuole medie che parteciperanno, effettueranno delle attività nei laboratori della scuola (fisica-chimica, laboratorio di latino, informatica, officina, metodologie operative, elettronica…).

Importante la presentazione del Kart costruito da zero alla pista da parte degli alunni dell’IPSIA Meccanica di Argenta e di nuovi progetti che stanno prendendo corpo nella nostra officina.
Non meno importanti i vari progetti del Polo Tecnico della sede di Portomaggiore con la presentazione di Robot vari e di una mano meccanica costruita nei nostri laboratori dai nostri studenti.

Infine importante la presentazione del corso dell’IPSIA Sociale che vanta la possibilità alla fine del corso di studi di rilasciare ai nostri studenti il titolo da OSS (Operatore Socio Sanitario), spendibile fin da subito nelle strutture Ospedaliere e private sanitarie.

L’I.I.S.A.P. offre i seguenti indirizzi di studio:

Sede di Argenta
Liceo Scientifico (con Madrelingua Inglese)
Liceo Scientifico Scienze Applicate
Istituto Professionale Servizi Socio-Sanitari con qualifica O.S.S. regionale
Istituto Professionale Servizi di Manutenzione e Assistenza Tecnica con le Qualifiche triennali di
Operatore dell’Autoriparazione e Operatore Meccanico

Sede di Portomaggiore

Istituto Tecnico Economico – Amministrazione, Finanza e Marketing – articolazione: Sistemi
Informativi Aziendali
Istituto Tecnico Tecnologico – Elettronica ed Elettrotecnica – articolazione: Automazione
Istituto Tecnico Economico – Corso Serale ‘Sirio’ – articolazione: S.I.A.

BORDO PAGINA
Roby Guerra segnalato su Il Borghese di Novembre

La Moana futurista di Roby Guerra segnalata su Il Borghese di Novembre da Vitaldo Conte, docente Belle Arti di Roma

È uscito di Vitaldo Conte l’ articolo L’Eros e la Lussuria Futurista (ieri/oggi) su Il Borghese di Novembre ’16, rivista storica della Destra intellettuale, in cui è stato “attraversato” certo futurismo storico ed erotico. Da Marinetti a Valentine de Saint Point a certo neofuturismo attuale pulsionale.
Nell’articolo è stato segnalato il futurista ferrarese Roby Guerra: “Roby Guerra intravede una visionaria erotica traslazione virtuale tra Valentine e Moana Pozzi, quasi come una possibile erede. In una sua intervista a Mauro Biuzzi (referente dell’archivio dell’attrice) questo risponde in tal senso”. Guerra ha dedicato a Moana diversi lavori, tra fantascienza, saggistica, poesie sonore e visive (ad esempio Moana Lisa ciberpunk, EDS e Moana Futurpunk, Futurist editions).
Conte, docente di Belle Arti a Roma, in precedenza a Catania, è autore di alcuni dei più importanti libri sull’avanguardia del nostro tempo italiana postfuturista e postdada, (Pulsional Gender Art , A21, Roma, ecc.).

INSOLITE NOTE
La canzone d’autore a Ferrara con Mario Castelnuovo in concerto

Sabato 19 novembre, Mario Castelnuovo si esibirà al Teatro Estense di Ferrara, nell’ambito della 5ª “Rassegna Storica e Nuova Canzone d’Autore”, organizzata dall’Associazione Aspettando Godot.
Mario Castelnuovo è reduce dal successo personale ottenuto di recente a “d’Autore e d’Amore” di Bordighera, dove si è esibito con Giovanna Famulari (violoncello, tastiere e cori) e Stefano Zaccagnini alla chitarra, gli stessi musicisti che lo accompagneranno nel concerto ferrarese. Da due anni il trio porta in scena “Lezioni d’incendio”, il recital in cui Castelnuovo canta e parla delle cose che ama e di quelle che non sopporta, mettendo a nudo le sue passioni tra sorrisi, canzoni e provocazioni verbali. A Ferrara, data la presenza di altri artisti, andrà in scena una sintesi di circa un’ora, con in scaletta i successi più conosciuti e piccole perle come “Il mago”, tratto dall’album “Signorine adorate” del 1996: “Vorrei essere il tuo segreto, il cassetto dimenticato, vorrei essere il tuo peccato che ti porti via, che magari diventa grande, e che morde di più di un cane, vorrei essere il tuo dolore, per parlarti di me…”.

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Figura 1: Mario Castelnuovo

Ripercorrendo la storia di Mario Castelnuovo, si risale ai primi anni ’80, quando grazie ad Amedeo Minghi conobbe Vincenzo Micocci ed incise il primo disco per la IT, entrando di fatto nell’orbita della RCA Italiana. Dopo avere partecipato a Domenica In, con “Oceania”, esordì fra le nuove proposte al Festival di Sanremo del 1982, con il brano “Sette fili di canapa”. Due anni dopo si ripresentò a Sanremo portando in gara “Nina”, uno dei suoi brani più conosciuti, classificandosi al 6° posto e pubblicando il suo secondo album.
Con il lavoro successivo, “È piazza del campo, Castelnuovo compie un salto di qualità, grazie a un lavoro controcorrente realizzato in diretta, senza il supporto ritmico della batteria, con atmosfere e arrangiamenti prevalentemente acustici. Si tratta di un lavoro coraggioso, fuori dalle logiche commerciali, prodotto da due giganti della scena musicale italiana: Ennio Melis (già uscito dalla RCA) e Lilli Greco. Pur senza il traino di un 45 giri l’album ebbe un ottimo riscontro. Il brano “Le aquile” fu inserito nel film “I ragazzi della periferia sud” di Gianni Minello, già collaboratore di Pasolini. La canzone paragona il concetto di amore a un volo di aquile, avvalendosi di metafore e sfumature ermetiche.

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Figura 2: Mario insieme al padre Lodovico Castelnuovo, nella copertina del disco “Sul nido del cuculo”

“Venere” (1987), il suo quarto long playing, rappresenta la sintesi di quanto fatto in precedenza, una ricerca intima e personale fuori dagli schemi. “Madonna di Venere” lo vede partecipare al Festival di Sanremo, un brano poco in sintonia con la kermesse canzoniera, ispirato al ricordo di una malattia infantile e alla voglia di vivere altri cent’anni.
Il titolo dell’album “Sul nido del cuculo” (1988), è ripreso dal film di Miloš Forman e interpretato da Jack Nicholson. La canzone guida racconta l’amore tra due persone con problemi psichici, una storia surreale dove le stelle si accendono premendo un pulsante, come in un presepe. La produzione è affidata ad Antonio Coggio (collaboratore di Baglioni nei dischi RCA), gli arrangiamenti sono di Pinuccio Pirazzoli. Nella copertina del disco Mario è insieme a suo padre, il pittore Lodovico Castelnuovo; nelle facciate interne sono stampati alcuni sui acquarelli.
Nel 1993 Castelnuovo incide, per la Fonit Cetra, l’album che porta il suo nome e che segna l’inizio di una proficua collaborazione con Fabio Pianigiani, tra i brani più interessanti: “Vinci” e “Cercami – il frullo della locusta”. Il successivo “Signorine Adorate” fu pubblicato nel 1996 per l’etichetta tedesca Jungle records.
L’artista romano ha scritto canzoni per numerosi artisti, tra questi: Tony Cicco, Formula 3, Alessandro Haber, Riccardo Fogli, Umberto Bindi. Per Paola Turci ha composto “Primo Tango”, vincitore del Premio della critica delle nuove leve al Festival di Sanremo 1987. Tra le tante esperienze artistiche, emerge quella con Rick Wakeman, storico tastierista degli Yes, e Mario Fasciano, che hanno inciso il suo pezzo “Stella bianca”. Nel giugno 2000, Mario pubblica “Buongiorno”, dove ritorna a lavorare con Lilli Greco. Nel 2005 è la volta di” Com’erano venute buone le ciliegie nella primavera del ’42”, con l’intervento canoro di Lina Wertmuller e un frammento di venti secondi tratto dalla “Fantasia K 397 in re minore” di Wolfgang Amadeus Mozart.
Il 2009 è l’anno del suo debutto letterario, con “Il badante di Che Guevara”, un romanzo da leggere tutto d’un fiato con protagonisti un anziano senatore comunista e il suo giovane badante extracomunitario, alle prese con le proprie apprensioni materiali e morali, legati da un destino comune.

Il suo disco più recente s’intitola “Musica per un incendio”, dodici brani inediti prodotti con Lilli Greco, dove emerge “Annie Lamour”, il racconto di un incontro senza amore, una rivisitazione aggiornata della “Bocca di Rosa” di Fabrizio de André. Il brano “Fessure di cielo” volge lo sguardo al corpo dell’amata, una sublimazione dell’amore fisico senza metafore e veli: “Alleluia, alleluia per le tue gambe animali eleganti e squisite e il passo da antilope tuo che mi prende”. La canzone “Gli innamorati coi capelli bianchi” racconta di come i ricordi compensino il perduto ardore giovanile, senza sminuire l’intensità del sentimento. L’attenzione verso i deboli, specialmente vecchi e bambini, è spesso presente nelle sue composizioni.
Mario Castelnuovo è un artista completo, capace di intrecciare dimensioni reali e metafore fantastiche, senza per questo slegarsi dalla realtà o perdersi nelle parole. La sua è una visuale originale, un punto di vista che va ben oltre il proprio sguardo.

Si ringrazia Mario Castelnuovo per la gentile collaborazione e la disponibilità, durante la nostra “chiacchierata” telefonica.

Breve estratto dal concerto di Bordighera (6/2016)

La newsletter del 16 novembre 2016

Da: Comune di Ferrara

CITTADINANZE ITALIANE – Giovedì 17 novembre alle 9 nella sala degli Arazzi
In Municipio le cerimonie di giuramento di undici nuovi cittadini

L’assessore comunale al Decentramento Simone Merli, affiancato da un rappresentante della Prefettura e dall’Ufficiale di Stato civile del Comune di Ferrara, conferirà ufficialmente giovedì 17 novembre alle 9 nella sala degli Arazzi della residenza municipale undici cittadinanze italiane. Nel corso di una breve cerimonia, che culminerà nel giuramento, i nuovi cittadini riceveranno una copia della Costituzione italiana accompagnata da una lettera di benvenuto del sindaco.

Si tratta di B. C. E. Nata a Brazzaville (Repubblica del Congo) il 14/07/1984 che acquista la cittadinanza italiana per matrimonio e di C. I. Nato a Radoaia – Singerei (Moldavia) il 13/04/1972, N.J. Bosco Nato Uvira (Repubblica del Congo) il 15/06/1969, VR. M. Nata a Bacau (Romania) il 04/11/1979, E. N.Nata a Safi (Marocco) il 27/12/1966, P.K. Nata a Uizd (Ucraina) il 07/08/1946, L. F. Nata a Oulad Bouali Nouaja (Marocco) il 01/01/1986, A. A. G. Nata a Foto (Camerun) il 05/02/1975, C. D. Nato a Chisinau (Moldavia) il 07/06/1991, M.A. Nata a Casablanca (Marocco) il 17/03/1972, M.C.V. Nato a Iasi (Romania) il 21/03/1976 che acquistano la cittadinanza italiana per residenza.

CULTURA/GIOVANI/RIGENERAZIONE URBANA – Scadrà il 15 gennaio 2017. Ancora spazi disponibili nell’ex caserma dei VVFF di via Poledrelli
Un bando apre il ‘Consorzio Factory Grisù’ a nuove imprese dell’industria culturale creativa

Il Consorzio Factory Grisù è da aprile scorso il soggetto gestore al quale il Comune di Ferrara ha affidato la gestione dell’ex caserma VVFF di via Poledrelli, attraverso l’aggiudicazione della gara pubblica indetta a febbraio. Le nove imprese che attualmente lo compongono aprono oggi le porte all’ingresso di nuove realtà con un bando pubblicato sul sito web www.factorygrisu.it

Tra i compiti del Consorzio è infatti di primaria importanza anche l’assegnazione degli spazi disponibili all’interno dell’ex caserma a nuove imprese dell’industria culturale creativa. Il bando rimarrà aperto per due mesi, dal 15 novembre 2016 al 15 gennaio 2017 e il regolamento si può leggere integralmente online insieme alla documentazione richiesta per fare domanda. Le imprese interessate potranno contattare da oggi il Consorzio al numero telefonico 0532 1716651 o all’indirizzo mail info@factorygrisu.it concordando un appuntamento per un primo sopralluogo.
Gli spazi disponibili da assegnare variano per tipologia e metratura: tre uffici dotati degli impianti minimi sono già in pronta consegna, altri richiederanno interventi di sistemazione interna. L’affitto è gratuito e garantito fino al febbraio 2023, come da contratto di comodato con il Comune di Ferrara, utenze e oneri consortili saranno a carico dell’impresa entrante.
I richiedenti dovranno essere costituiti in una delle forme giuridiche previste dalla norma vigente per poter essere soci di un consorzio, ma saranno valutate con punteggio più alto imprese operanti nel settore delle industrie creative e culturali quali ad esempio: arti visive e performative, letteratura, musica, architettura, design, moda, artigianato, intrattenimento, marketing, gusto, ICT e nuovi media.
Per ulteriori informazioni e il bando completo: www.factorygrisu.it

ASSESSORATO ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE – Sabato 19 novembre Comune di Ferrara, Unicef e Ascom insieme
Giornata della Convenzione dei diritti dell’infanzia, tutti gli appuntamenti e le iniziative

Si è svolta questa mattina, mercoledì 16 novembre nella residenza municipale, la conferenza stampa di presentazione delle attività in programma sabato 19 novembre 2016 promosse da Unicef (United Nations International Children’s Emergency Fund), in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Ferrara e il sostegno organizzativo di Ascom, in occasione del 70° anniversario Unicef e della convenzione dei Diritti del fanciullo.

All’incontro con i giornalisti sono intervenuti l’assessora alle Pubblica istruzione Annalisa Felletti, la portavoce del Sindaco Anna Rosa Fava, la dirigente della Direzione Pedagogica dell’Istituzione Scuola Donatella Mauro, il presidente e la responsabile della segreteria Unicef Gianni Cerioli e Anna Maria Faccini, il dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione superiore Copernico-Carpeggiani Roberto Giovannetti insieme alla docente Sofia Cazzola, la docente dell’Istituto comprensivo Alda Costa Paola Chiorboli, il presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni e il presidente del Fotoclub Vigarano Pieve Andrea Gallesini.

Esistono da tempo rapporti di collaborazione tra il Comitato di Ferrara per L’UNICEF e il Comune di Ferrara. Quest’anno l’interazione si presenta particolarmente significativa in quanto si intrecciano tre appuntamenti importanti.

La Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è una ricorrenza particolarmente sentita. La Convenzione ONU dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza è stata firmata il 20 novembre 1989.
Il 70° anniversario della fondazione di Unicef. L’agenzia dell’Onu a favore dell’Infanzia ha operato nel secondo dopoguerra a favore dei bambini e ragazzi dei paesi europei devastati dal conflitto mondiale. Il nostro paese, dopo la Polonia, ha usufruito del maggior numero di aiuti da parte di Unicef. Dal 1953 gli interventi di Unicef sono rivolti ai bambini e ragazzi dei paesi in difficoltà di tutto il mondo. Nel 1974 nasce il Comitato Italiano per l’Unicef e nel 1978 quello di Ferrara.
Il 18° compleanno della Pigotta. La bambola di pezza dell’Unicef diventa maggiorenne. La Pigotta è una caratteristica del Comitato Italiano per l’UNICEF. È una bambola di pezza, fatta in casa: una sagoma di tela, un po’ di imbottitura e tanta fantasia servono per rendere felice un bambino/a ma anche per salvare un bambino/a in un paese in via di sviluppo. In quanto bambola della solidarietà, la Pigotta crea un legame tra chi la costruisce artigianalmente, chi l’adotta e chi usufruisce dei proventi della donazione di scambio.

IL PROGRAMMA – Sabato 19 novembre 2016 l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Ferrara e il Comitato provinciale Unicef in collaborazione con Ascom, la Scuola Primaria Alda Costa, l’Istituto IPSIA-Settore moda, il Fotoclub Vigarano realizzano due avvenimenti:

Dalle 10 alle 12, nella Galleria Matteotti, Laboratorio delle Green Pigotte
Le Pigotte ecologiche, fatte con materiali di riciclaggio, sono un incentivo per riflettere sulla tutela dell’ambiente e della salute. Il progetto nasce dalla interazione degli scolari della scuola elementare Alda Costa e dagli studenti delle classi IPSIA-Settore moda. Esemplari di green pigotte sono esposte per una settimana nelle vetrine di alcuni negozi del centro cittadino.

Alle 12, nel Salone d’onore della Residenza Municipale
Inaugurazione della mostra fotografica ‘Nonne (e allieve) per i diritti dei Bambini’.
La mostra fotografica è un omaggio a tutte le volontarie che mettono la loro esperienza a favore dei diritti dei più piccoli. Gli scatti presenti in mostra sono del Fotoclub Vigarano con cui il Comitato Unicef di Ferrara ha instaurato un rapporto continuativo di collaborazione. Alcuni particolari delle foto sono stati utilizzati per realizzare il Calendario 2017 del Comitato Provinciale Unicef di Ferrara. La mostra resta aperta sino al 29 novembre.

Nella stessa giornata – ha preannunciato l’assessora Felletti – alle 9 (sala del Consiglio comunale – residenza municipale) – è in programma un convegno dal titolo “Cha aria tira in giardino?” a cura dei Servizi educativi per la prima infanzia del Comune di Ferrara (seguirà apposita comunicazione).

“L’Amministrazione Comunale di Ferrara – ha affermato l’assessora alla Pubblica Istruzione e Formazione Annalisa Felletti – ha fornito in misura convinta il proprio sostegno e supporto alle attività organizzate da tutti i partner coordinati dal Comitato Ferrarese di Unicef: non solo per la lodevole finalità cui mira il Progetto Pigotta, ma anche per le positive energie e scambi messi in campo. Penso in particolare a come questa collaborazione tra Istituto Ipsia-Settore Moda-, Scuola Primaria Alda Costa, e le Nonne realizzatrici delle Pigotte ritratte nelle immagini del Fotoclub Vigarano, abbia creato un ponte tra le varie generazioni che si sono messe al servizio di questo progetto, dimostrando ancora una volta come facendo rete, tutti insieme si possa fare di più, e meglio. A tutti coloro che si sono impegnati in questo progetto, va un sincero ringraziamento.”

>> Dichiarazione del presidente provinciale ASCOM Giulo Felloni

“Come Ascom Confcommercio Ferrara – ricorda il presidente provinciale Giulio Felloni – siamo ben lieti di aver sostenuto le diverse e tante iniziative promosse da Unicef in occasione dell’appuntamento del prossimo 19 novembre e del 70° Unicef : dai laboratori per la creazioni delle bambole Unicef, alla mostra fotografica in Comune all’esposizione delle stesse Pigotte in una decina di attività del Centro che vedono il positivo coinvolgimento delle Scuole, della Città e del Commercio nello sforzo di ricordare la Convenzione sui diritti dell’Infanzia. Un lavoro d’insieme nel quale Pubblico, Privato si uniscono per sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica a favore dei Diritti dei più Piccoli”.

>> Elenco delle attività commerciali che ospiteranno le ‘Green Pigotte’:

1. Felloni Abbigliamento – Via Canonica
2. Pasello – Via Canonica
3. Neno Abbigliamento -Via Cortevecchia
4. Nati con la camicia – Via Garibaldi
5. Forno Pasticceria Perdonati – Via San Romano
6. United Colors of Benetton – Piazza Martiri della libertà
7. 012 Benetton – Piazza martiri della libertà
8. Pesaro abbigliamento – Piazza Trento e Trieste
9. Boutique Francesca – Piazza Trento e Trieste
10.Pepe Rosa – via San Romano

– Attività dell’Istituto Comprensivo Alda Costa – Progetto Pigotta Green (documentazione scaricabile)

Sezione del Progetto nel sito web ICS Alda Costa

http://scuole.comune.fe.it/2999/ics-alda-costa-e-green-pigotta-unicef

Link progetto

http://scuole.comune.fe.it/2999/attach/aldacosta/docs/progettogreenpigotteuniceffeicscostaipsia201617.docx

Documentazione del primo laboratorio del 14 ottobre con FOTO

http://scuole.comune.fe.it/2999/attach/aldacosta/docs/laboratoriobozzettogreenpigotta14ott2016costaipsiaunicef.pdf

ASSESSORATO PARI OPPORTUNITA’ – Venerdì 25 novembre alle 10 alla biblioteca Bassani incontro fra Amministrazione comunale, associazioni e centri antiviolenza
Un seminario e tante iniziative per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Si è svolta in mattinata (mercoledì 16 novembre) nella residenza municipale la conferenza stampa di presentazione delle attività e delle iniziative promosse in occasione del “25 Novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, a cura dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara che si è valso della collaborazione di istituzioni, enti, associazioni e centri antiviolenza del territorio provinciale. Il calendario di appuntamenti (vedi in allegato a fondo pagina) che ha preso il via già dal mese di ottobre e si concluderà oltre la scadenza celebrativa, è la messa a sistema di una vasta gamma di proposte, in molti casi dalle specifiche finalità formative, rivolte alla cittadinanza, agli studenti, gli operatori. Un progetto che vede coinvolto il territorio provinciale, con iniziative già programmate oltre che a Ferrara a Migliarino, Argenta, Codigoro, Vigarano.

Diverse le date da annotare, ma fra queste certo la sottoscrizione del rinnovo triennale del “Protocollo d’Intesa per la prevenzione della violenza sulle donne e sui minori” (24 novembre in Prefettura) e il seminario pubblico “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” in programma venerdì 25 novembre all’Auditorium della Biblioteca comunale ‘G.Bassani’ con protagonisti Comune di Ferrara/Assessorato alle Pari Opportunità, Centro Donna Giustizia, UDI e Centro ascolto uomini maltrattanti.

All’incontro con i giornalisti questa mattina in Municipio erano presenti l’assessora comunale alle Pari Opportunità Annalisa Felletti, la presidente UDI sezione di Ferrara Liviana Zagagnoni, la presidente del Centro Donna Giustizia Paola Castagnotto, il responsabile CAM (Centro ascolto uomini maltrattanti) Michele Poli e inoltre Valeria Bevilacqua e Serena Bondi.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999 ha designato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, invitando nel contempo i Governi, le Organizzazioni Internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma del femminicidio e più complessivamente sul fenomeno della violenza contro le donne.

Nonostante in questi anni la normativa europea, nazionale e locale si sia occupata di arginare e sensibilizzare sul tema, la violenza contro le donne continua ad essere un allarmante fenomeno strutturale della società italiana che affonda le sue radici in uno svilente panorama di arretratezza culturale.

Per l’attivazione di un costante e serio impegno istituzionale, questa Amministrazione ha avviato da tempo un processo di stretta collaborazione con istituzioni, enti, associazioni e centri antiviolenza per contrastare – attraverso azioni sinergiche e interventi di sensibilizzazione – la violenza di genere e per favorire nella comunità locale una più ampia e informata consapevolezza del fenomeno e delle sue implicazioni di carattere non solo sociale ma anche sanitario.

In questo contesto il Comune di Ferrara, attraverso l’assessorato alle Pari Opportunità, ha organizzato per venerdì 25 novembre a partire dalle 10 un seminario all’Auditorium della Biblioteca comunale ‘G.Bassani’ del Barco (via Grosoli 42). Nel corso dell’iniziativa il Centro Donna Giustizia e il Centro Ascolto Uomini maltrattanti, in collaborazione con altri soggetti della rete territoriale, illustreranno un quadro aggiornato sui dati e sugli elementi emergenti della situazione nazionale e locale con un affondo sulle politiche di intervento necessarie e urgenti finalizzate alla crescita di un sistema qualificato di accoglienza e di supporto alle vittime della violenza di genere.

Alla mattinata di lavori interverrà Serena Bondi, neo laureata in Giurisprudenza, con la tesi “I diritti delle Donne tra principi di uguaglianza e riconoscimento giuridico internazionale del femminicidio”.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA (venerdì 25 novembre alle 10):
Saluti e apertura dei lavori: Tiziano Tagliani sindaco di Ferrara e Annalisa Felletti, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ferrara

Intervengono:
Liviana Zagagnoni, UDI sezione di Ferrara ‘Perché un tappeto di scarpe rosse’
Serena Bondi, illustrazione di un capitolo della tesi di laurea “I diritti delle Donne tra principio di uguaglianza e riconoscimento giuridico internazionale del femminicidio”
Michele Poli, CAM Centro Ascolto Uomini Maltrattanti.
Paola Castagnotto, Presidente centro Donna Giustizia di Ferrara

Per l’occasione l’UDI sezione di Ferrara allestirà nello spazio antistante la Biblioteca Comunale, una distesa di scarpe rosse, simbolo di una marcia muta, costante e straziante delle donne vittime della paura, della vergogna e del sangue.

Sarà proiettato in apertura dei lavori un video tratto da Youtube sulle “Parole della Violenza” (http://www.orticalab.it/Se-non-l-avete-fatto-prendetevi) oltre ad un video di 10 minuti che raccoglie brevi testimonianze da parte dei Consiglieri Comunali della Commissione Consiliare Pari Opportunità che si sono gentilmente prestati a favore di questa iniziativa per denunciare il fenomeno della violenza.
Negli spazi espositivi messi a disposizione dalla Biblioteca Bassani saranno esposti per tutto il mese di novembre i pannelli informativi delle Associazioni che si occupano della difesa dei diritti delle donne quali UDI, CDG Centro Donna Giustizia, FIDAPA, ANDE, ANDOS, SOROPTIMIST CLUB Ferrara, AIDM.
L’Amministrazione Comunale intende realizzare, con questa iniziativa, una duplice funzione: mantenere alta l’attenzione delle istituzioni sulla tematica promuovendo uno spazio e un tempo di riflessione sullo stato dell’arte delle azioni e degli interventi che la rete territoriale ha intrecciato a sostegno delle donne in difficoltà, e contemporaneamente sensibilizzare la cittadinanza spostando la discussione nei luoghi di incontro e frequentazione sociale e culturale – la biblioteca appunto – per far si che l’opinione pubblica sia erudita sull’assunto che la violenza maschile sulle donne è un fenomeno in continua emergenza e di grave pericolosità sociale per tutti, essendo causa di disuguaglianza politica, sociale ed economica tra cittadine e cittadini.

Nella giornata di venerdì 25 novembre, chiunque visiterà le Biblioteche Comunali cittadine (Biblioteca Ariostea, Biblioteca G. Bassani e Biblioteca ‘Aldo Luppi’ di Porotto) con il prestito dei libri riceverà in omaggio una shopper in tela (fino ad esaurimento scorte) riportante una frase slogan sulla violenza “Si può amare da morire ma non morire d’amore. Non tacere e chiedi aiuto” riportante i loghi e i numeri telefonici dei Centro antiviolenza, di ascolto e di consulenza legale cittadini.
La shopper conterrà altresì materiali informativi sulla rete territoriale di contrasto e prevenzione della violenza.
La shopper è stata gentilmente offerta dalla ditta Copma di Ferrara e in parte dalla Ditta FERMAC di Ferrara che ne ha curato l’impostazione grafica e la stampa.

CELEBRAZIONI CENTENARIO BASSANI – Fino al 31 gennaio 2017 le opere dell’artista a Casa Ariosto (via Ariosto 67)
‘Ritorno al Giardino’, inaugurata la mostra di Eric Finzi

Ci sono il mondo letterario dei Finzi Contini e c’è la dolorosa storia familiare di Eric Finzi, newyorkese di origini ferraresi,nelle opere della mostra ‘Ritorno al Giardino’, inaugurata ieri, martedì 15 novembre 2016, nella Casa di Ludovico Ariosto (via Ariosto 67 a Ferrara) e promossa dal Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – Meis, in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e i Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara.
Come sottolinea la direttrice del Meis, Simonetta Della Seta, “l’esposizione di Finzi si inserisce tra le iniziative per il centenario della nascita di Giorgio Bassani, che proseguiranno con il convegno dedicato allo scrittore in programma tra Roma e Ferrara fino a sabato 19 novembre, e inizia significativamente nel giorno delle commemorazioni delle vittime degli eccidi nazifascisti, per tracciare, anche attraverso l’arte, un legame tra memoria, presente e futuro”.

E nell’arte di Finzi, come chiarisce lui stesso, quel legame parte da una pagina della propria storia familiare: “Sono nato e cresciuto a New York, ma le mie origini sono a Ferrara. Mio nonno paterno conduceva degli affari a Vienna, uno dei primi luoghi dove il nazismo, con la Notte dei cristalli,si manifestò. Questo gli consentì di capire in tempo che cosa stava succedendo e di fuggire. Riuscì a sopravvivere alle persecuzioni – prosegue Finzi – nascondendosi in un paesino vicino a Roma e a imbarcarsi sull’unica nave che gli americani misero a disposizione dei rifugiati”. Da quei ricordi al presente, il passo è breve: “Ho sempre desiderato di poter venire a Ferrara e sono sicuro che mio padre sarebbe orgoglioso di sapermi qui. Leggere oggi il nome Finzi sulla lapide fuori dalla Sinagoga di Ferrara mi ha molto commosso”.

Alla fuga del padre verso la libertà, si ricollega anche il significato degli oggetti rappresentati nei dipinti e nelle installazioni di Finzi: “Per riuscire a prendere la nave in tempo, mio padre e sua madre usarono la bici, che però si ruppe lungo la strada. Arrivarono lo stesso a destinazione, ma nei miei lavori ho voluto rappresentare delle biciclette senza ruote, coi soli cerchioni, come simbolo di qualcosa di innocente che sopravvive agli eventi, di oggetti in cui convivono l’armonia, il mondo degli agi che mio padre aveva conosciuto a Ferrara, e il senso di perdita, di bellezza interrotta”.

I dipinti che Eric Finzi realizza con strumenti (siringhe e aghi) da chirurgo – professione che esercita un paio di giorni alla settimana – sembrano di vetro, ma in realtà sono di resina ed è proprio questo materiale a imporgli modalità creative del tutto inusuali: “Lavoro per terra, in orizzontale – spiega l’artista – e indosso uno scafandro da palombaro per proteggermi dalla resina perché, se la inalassi, potrebbe risultare letale. Devo immaginare come l’opera apparirà in verticale e fare in fretta, visto che la resina si asciuga in sole due ore, nel corso delle quali si muove fluida, cambia aspetto e direzione, fino a cristallizzarsi”.

Per Massimo Maisto, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, l’allestimento, che resterà aperto fino al 31 gennaio 2017 (ingresso gratuito), “è un’anteprima, una sperimentazione di ciò che Ferrara diventerà fra non molti anni, ovvero una realtà culturale articolata in quattro grandi poli museali: Palazzo dei Diamanti, Palazzo Massari e Cavalieri di Malta; il Castello Estense; Schifanoia, con Marfisa e Bonacossi; il Meis. Grazie alle sue dimensioni, alla sua storia e alle sue persone, Ferrara ha la forza di riuscire a fare rete per davvero. Non a caso è stata scelta come sede del Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, per il profondo significato che la vicenda ebraica ha avuto qui, compenetrandosi con quella cittadina”.

Alle parole di Maisto fanno eco quelle di Dario Disegni, presidente del Meis, che ricorda come “il progetto di avanzamento del Museo, che procede a pieno regime, sia intimamente legato ai temi cari a Bassani e come nel segno di Bassani sia stato recentemente presentato a Tel Aviv, alla presenza delle massime autorità istituzionali e culturali italiane e israeliane, insieme al manoscritto de “Il Giardino dei Finzi Contini”, donato alla città di Ferrara da Ferigo Foscari, nipote di quella Teresa Foscari alla quale Bassani dedicò e affidò i quattro quaderni autografi.
E proprio Tagliani, Disegni e Foscari interverranno domani (giovedì 17 novembre), all’incontro previsto in Castello Estense (Sala dei Comuni) sul tema “Il Giardino dei Finzi Contini: la donazione del manoscritto autografo” (ora custodito presso la Biblioteca Ariostea).
Alle 18 di mercoledì 23 novembre, a Casa dell’Ariosto, le sale della mostra di Finzi, che è patrocinata dal Comune di Ferrara, dalla Regione Emilia-Romagna, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI e dal Comitato nazionale per le celebrazioni della nascita di Giorgio Bassani, ospiteranno le letture bassaniane di Lino Capolicchio, che per l’occasione indosserà nuovamente i panni dell’indimenticabile protagonista della trasposizione cinematografica che De Sica fece de “Il Giardino dei Finzi Contini.

Per info: MEIS – Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, tel. 0532 769137, email info@meisweb.it, www.meisweb.it

MUSEO DI STORIA NATURALE – Sabato 19 novembre laboratorio per ragazzi dagli 8 ai 12 anni
I segreti della caccia preistorica svelati agli ‘Apprendisti scienziati’

Come cacciavano i nostri antenati preistorici? A svelarlo, ai ragazzi dagli 8 ai 12 anni, sarà il laboratorio per ‘Apprendisti scienziati’ in programma sabato 19 novembre alle 15,30, al Museo civico di Storia naturale di Ferrara. I giovani partecipanti avranno l’opportunità di scoprire quali prede preferivano i cacciatori preistorici e potranno costruire punte di lancia in legno e in pietra.
Il laboratorio avrà inizio alle 15,30, per una durata di circa due ore e al costo di 6 euro per bambino e 2 euro per adulto (è necessaria la presenza di un adulto accompagnatore).
Per partecipare è necessaria la prenotazione, da effettuare contattando la sezione didattica del Museo (via de Pisis 24, Ferrara) al numero 0532 203381, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com (info su www.comune.fe.it/storianaturale).

CELEBRAZIONI CENTENARIO BASSANI – Giovedì 17 e venerdì 18 novembre, dalle 13 alle 15 via Giuoco del Pallone 15-17 a Ferrara
Apertura straordinaria del Centro Studi Bassaniani a Casa Minerbi

In occasione delle iniziative promosse a Ferrara nel corso di questa settimana dal Comitato per le Celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani, nei giorni giovedì 17 e venerdì 18 novembre 2016, dalle ore 13 alle ore 15, è prevista l’apertura straordinaria del Centro Studi Bassaniani nella sede di Casa Minerbi, in via Giuoco del Pallone 15-17 a Ferrara.

L’ingresso al Centro Studi Bassaniani, negli orari di pertura al pubblico, è sempre libero e gratuito.

La poesia,”ricerca della bellezza”
Il percorso lirico di Massimo Scrignòli nel volume Regesto 1979-2009

di Eleonora Rossi

“La poesia è un’esigenza. Si sente dentro – risponde senza esitare Massimo Scrignòli -. Credo che la poesia sia prima di tutto un discorso con se stessi, un gesto: tracciare sulla carta un segno e continuare a lavorare sulla parola. Digitata sul computer, quella parola non avrebbe lo stesso esito: sulla carta invece, anche se la si corregge, o la si riscrive, lascia la sua traccia indelebile”. Ho tra le mani un volume raffinato, la copertina ruvida, essenziale, nuda: un confine liquido taglia il colore della terra e della sabbia, della luce e dell’ombra. L’immagine è l’elaborazione di un’opera d’arte, “Posizione”, di Nina Nasilli, nome al quale è riservato “un ringraziamento particolare” nel colophon che suggella una pubblicazione di pregio, rilegata “con la cura di mani femminili”.

Il titolo è “Regesto”, seguito da due date, 1979-2009: un registro, una raccolta ordinata senza omettere alcun dato. L’autore è Massimo Scrignòli: la sua è considerata una delle voci più significative nel panorama della poesia contemporanea. Bolognese di adozione, classe 1953, l’autore vive in provincia di Ferrara, sulle rive del Grande Fiume. Presente in numerose pubblicazioni antologiche e didattiche in Italia e all’estero, sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, portoghese, croato. Ha partecipato ad autorevoli festival internazionali di poesia e letteratura; nel 2006 e nel 2009 ha rappresentato l’Italia all’International Poetry Festival di Zagabria. “Regesto raccoglie (ricollocandole cronologicamente, in un percorso organico lungo un trentennio), le poesie pubblicate in volume dal 1979 al 2009”, spiega l’autore nel preludio al volume. Nove libri “da tempo esauriti o non reperibili”, a cui si unisce la pubblicazione di “Lieve a portare”, “un quaderno di traduzione che prende il titolo da una poesia di René Char”; qui un verso di Eliot, “nel mio principio è la mia fine”, sembra porgerci la sintesi di questo “progetto d’insieme”. Poesie allineate sulla striscia del tempo, un segmento morbido i cui estremi finiscono per toccarsi, alfa e omega, in un disegno circolare. Si legge nel risvolto di copertina: “c’è un filo sottile che, nell’andamento poematico, lega tra loro i diversi libri e le trasposizioni poetiche disvelando l’ostinata e virile interrogazione di una voce che segue il movimento del pensiero, ordinando via via un sostanziale ‘dizionario di sensi’ e di accadimenti…”.

Mi accosto con riverenza a questa pubblicazione: basta sfogliare l’apparato critico per scorgere, tra i prefatori o postfatori delle singole raccolte, firme del calibro di Giovanni Raboni, Geno Pampaloni, Roberto Sanesi, Silvio Ramat, Vincenzo Guarracino, Alberto Bertoni. E non appena ci si addentra nella sapienza e nella bellezza e della poesia di Scrignòli, si percepisce come questo libro rappresenti un capitolo considerevole della storia della lirica italiana. Regesto è stato presentato l’11 novembre 2016 al circolo letterario “Il Patio dei Poeti” a Bondeno. Lo sto leggendo da alcuni giorni, ma continuerò a leggerlo, senza fretta, per sentirne l’eco e le onde emotive, perché l’intensità di questa poesia merita un silenzio rispettoso, e certamente più di una rilettura. L’autore mi suggerisce, con un sorriso, di “prenderlo a piccole dosi”. Ne parliamo con lui.

“Regesto”. Può introdurci al significato di quest’opera?
Ho raccolto in questa pubblicazione i testi integrali dei miei libri composti nell’arco di trenta anni, dal mio esordio “Notiziario Tendenzioso”, nel 1979, con la prefazione di Giovanni Raboni a “Vista sull’Angelo”, del 2009, silloge che io considero la chiusura di un ideale percorso. Non si tratta di un’antologia, ma di un “progetto d’insieme”. Come ho scritto nel volume, il percorso temporale in cui si ritrovano insieme i dieci titoli che compongono questo “regesto” coincide oggettivamente con la presa d’atto della conclusione di un “ciclo”, una sorta di involontario e non previsto unicum che (comunque) si compie nelle pagine finali di “Vista sull’Angelo”. E nella successiva rivelazione. Un segno che è inciso sulla pagina e nel tempo; forse a voler riunire, ancora una volta, “fine e inizio”.

Dal 2009 non ha più scritto poesie?
All’ultima silloge è seguito un momento di silenzio, di non scrittura. Per questo lo considero un punto fermo, di compimento di un percorso. Ora scrivo qualcosa di diverso. È come se fosse iniziato un nuovo tratto di strada per me. In generale ho sempre scritto poche parole, perché tendo a selezionare, a ‘buttare via’ molto, correggo e ricorreggo, compio un lavoro personale molto intenso sulla parola. Inoltre credo sia importante lasciar decantare un testo, distaccarsene. Rileggerlo a distanza di tempo.

È fondamentale dunque per lei il labor limae?
Personalmente credo molto nello studio e nella ricerca intorno alla parola, nella sua riscrittura. La parola deve diventare inattaccabile, resistere al tempo. La lingua della creatività è un gesto di responsabilità immensa, essa diviene oggetto di confronto e di dialogo. Per scrivere serve la coscienza di aver compiuto un atto di perfezione, di ricerca della bellezza. C’è qualcosa che sollecita l’urgenza di scrivere, poi interviene un accurato lavoro di limatura. Potrebbe anche accadere che il testo sfugga all’intenzionalità di chi scrive. Conosco autori brillanti che scrivono di getto, senza correggere le intuizioni originali. Io personalmente condivido l’osservazione di Alfredo Giuliani: credo che “i sentimenti debbano passare attraverso la tecnica”. Anche se la poesia oggi è abitata dal verso libero, non vuol dire che non debba avere ‘meccanismi’. Perché la poesia non s’improvvisa. Scrivere poesia è una fatica estenuante.

Quando ha iniziato a scrivere?
Negli Anni Settanta, nel periodo della Neoavanguardia. In un’epoca in cui non si scriveva in maniera così disastrata come accade oggi. Ho avuto la fortuna di incontrare e frequentare alcuni dei più importanti critici e poeti italiani del secondo Novecento.

Quali incontri hanno lasciato il segno?
Sicuramente l’incontro con Giovanni Raboni, al quale sono riconoscente per la prefazione alla mia prima silloge del 1979. Devo molto a Edoardo Sanguineti e a Roberto Sanesi, un poeta, un traduttore, ma soprattutto un amico. Inoltre, a testimonianza di una costante attività letteraria e culturale, anche come “compagno di viaggio” di artisti contemporanei, vi sono prestigiose edizioni d’arte in cui miei testi vengono affiancati da opere di pittori di fama internazionale come Baj, Benati, Pozzati, Bonalumi.

Che cosa rappresenta la poesia per lei?
È l’urgenza di esprimere alcune ‘cose’ che devono essere pronunciate. Ciò che vale davvero è la parola scritta: tutto – lo stupore, la meraviglia – accade tra il testo poetico e il lettore.

Perché scrivere poesia oggi? Perché leggerla?
C’è tantissima scrittura in versi oggi. La poesia stenta a farsi notare, a fronte di una produzione vasta: è tempo di fare selezione, ma forse manca una certa critica che possa garantire punti di riferimento. Tutti sono disorientati e liberi di scrivere. Da un lato la libertà offre un respiro, dall’altro crea confusione. Nel libro l’autore dovrebbe creare una sorta di laboratorio personale, un approccio originale alla lingua. Leggere poesia risponde a un bisogno di aperture vere, di immagini e risonanze che ci rimangono dentro. È un’esigenza che andrebbe filtrata da un’umiltà verso se stessi.

Da molti anni lei svolge un’intensa attività nel campo dell’editoria, curando e coordinando collane di poesia, critica letteraria, filosofia, in cui sono stati pubblicati, tra gli altri, scritti di Leopardi, Poggioli, Sanesi, Crovi, Porta, e in cui hanno visto la luce anche nuove traduzioni di Auerbach, Eliot, Tagore, Yeats, Bauchau, Flaminien, Char; sue sono la versione e l’introduzione critica di Relazione per un’accademia e altri racconti di Franz Kafka (1997). È un lavoro complesso, che richiede una motivazione profonda. Secondo le statistiche, gli italiani leggono sempre meno, soprattutto i libri di poesia. Qual è la sua sensazione?
È un paradosso tipico italiano: tutti credono di poter ‘fare poesia’, ma quasi nessuno legge o compra libri di poeti. Bisognerebbe ritornare a leggere, non è scontato ripeterlo. Inoltre in campo editoriale sono venuti a mancare i ‘grossi editori’, quelli che potevano permettersi di pubblicare poesia perfino “in perdita”. Quelle case editrici rappresentavano un marchio, una garanzia: se un autore veniva selezionato per la Collana Bianca Einaudi, significava che c’era un fondamento di verità nella sua parola. La piccola editoria deve operare scelte: serve una passione profonda per fare questo lavoro, oggi sempre più complesso. Un piccolo editore non ha l’impostazione né la disponibilità del mecenate, ma ha la necessità di coprire le spese, di tenere in piedi una ‘bottega’; ogni piccolo editore deve fare i conti con il fatto che non si guadagna con la poesia. Ma è fondamentale a questo punto fare una distinzione tra ‘stampare’ – è molto diffuso oggi il self publishing – e il ‘pubblicare’, che sottintende una progettualità, un dialogo tra persone diverse, una rilettura approfondita di quanto si è scritto. Questa è ancora la scommessa della piccola, seria editoria.

Nonostante le perplessità, condivisibili, mi sembra di avvertire comunque una fiducia, un legame viscerale con la poesia…
Il linguaggio poetico sta prevalendo su tutti gli altri linguaggi. Basti pensare al rapporto con la conoscenza, con la filosofia, come affermava Heidegger. Il linguaggio della filosofia, da solo, mostra un limite: non riesce a spiegare quello che si può unicamente sentire. Lì comincia la poesia, che non si nutre solo di parole, ma di musica e di silenzio. Di vita. Se c’è un’ultima parola, è quella della poesia. “Tutto questo ha valore solamente se accade/ là dove la parola non si spegne”, scrive Scrignòli in un componimento di “Vista sull’Angelo”. Bisogna ascoltare a questo punto la potenza di alcuni suoi versi, nella lirica che chiude questa nona raccolta: “Il vento adesso è il confine/ illude in avanti i giorni/ li risveglia in altre case/. Da mille anni l’albero delle pagode/ osserva l’Angelo seduto nel silenzio/ abbracciato alle ginocchia, arenato/ nel segreto delle sue ali. Ma quali sono i limiti di un segreto?/ Né ombra né inverno. Forse soltanto/ l’alfabeto infedele perduto/ a nord, un soffio antico/ dolce trasumanar della vista/ su questa terribile felicità”.

L’ultimo verso si chiude con un ossimoro sublime, “terribile felicità”. Queste parole, coltivate come rose, accarezzate come creature, sono un esempio di quello che Scrignòli ha definito “un atto di perfezione, di ricerca della bellezza”. “Il dolore invecchia presto/ ma non muore/ e poi tutto ciò che è terribile/ è una fonte del sublime”. Versi cesellati come “ordire intrighi/ di sabbia” brillano di luce propria in un universo poetico nel quale ci si può specchiare: “Adesso però dimmi di Penelope, racconta/ delle parole che crescono dal pavimento / al cielo, dimmi di una tela sfibrata/ che salpa sul canto di un tordo verso il mare./ Si ripiega ma non si arrende, si rialza/ e distende al sole le tinte della memoria./ (…)

C’è vera differenza fra attesa e abbandono?”. Ne sono assaggio ulteriore i quattro versi scelti per chiudere Regesto, che appaiono due volte nel volume. Parole assolute, chiodi che si piantano nel bianco della pagina:

“Non c’è morte. Soltanto
un cambiamento di mondi.

Ogni perduta occasione
è un peccato commesso”

Pisa Book Festival: l’invasione verde dei libri

di Diego Gustavo Remaggi

Tre giorni dedicati ai libri, dall’11 al 13 Novembre, grandi incontri, due piani di espositori e poi incontri a non finire, tanto che qualcuno ha ben pensato di prenotare un albergo per non perdersi nemmeno un appuntamento. Pisa è una città abbastanza silenziosa, le rive dell’Arno sono l’immagine della quiete di un polo universitario di importanza nazionale, ma anche di una “repubblica” che ha fatto il suo tempo e in cui volti e noti e non sembrano non smettere di fermarsi col naso all’insù per ammirare l’imperfezione della torre e la bellezza del giardino attiguo. La cultura ha di che gioire, perché quest’anno sono arrivati ben 160 editori e 200 ospiti, tutti a tema letterario, o “libresco”, dal respiro internazionale – in un’edizione dedicata all’Irlanda – e perché no, anche locale. Anzi, a tagliare il nastro della rassegna sono proprio stati il sindaco Marco Filippeschi e l’ambasciatore irlandese Bobby McDonagh che ha apposto un simbolico sigillo a forma di quadrifoglio sulla tanto attesa edizione numero quattordici. “Faccio i miei complimenti a tutti quelli che si impegnano per la buona riuscita del Pisa Book Festival – ha affermato il primo cittadino –. Ci sono molti giovani volontari che danno il proprio contributo, ed è un fatto importante che testimonia l’impegno che c’è dietro.

Il livello degli ospiti, così come dello stesso festival, è alto, le collaborazioni sono importanti e danno molto sia a Pisa che alle case editrici indipendenti, che stanno lottando contro la crisi”. Nel palazzo dei congressi, dove è ospitato il festival, c’è un via vai di bibliofili indaffarati, l’atmosfera è bellissima, si passano decine di minuti a parlare con piccoli editori, si discute di collane, novità, presentazioni, nulla è lasciato al caso, ci sono gli spazi per la letteratura per bambini, gli editori specializzati in testi antichi, serie di “culto” e poesie. Per chi si muove qui, sostare davanti a certi espositori è come restare, da bambini, davanti al banco dei dolciumi.

E gli accenti che si ascoltano davanti ai vari stand sono quelli di un paese letterario vivo, in fibrillazione, che corre dai “tipi” della Minimum Fax a quelli di Sellerio, raccontando le storie, con diversi toni di colori, di personaggi vivi o reali, per tre giorni protagonisti. Una delle presentazioni più attese, al di là dei grandi nomi di rito, è quella di Sumia Sukkar, giovane scrittrice britannica, di padre siriano e madre algerina, che ha raccontato la genesi del suo romanzo d’esordio: “Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra”. Il libro, edito in Italia da Sirente, è stato presentato per la prima volta all’indomani della cerimonia della laurea dell’autrice stessa, a 21 anni di età, nel 2013. I britannici hanno accolto con grande interesse il titolo, la BBC ne ha trasmesso un riadattamento radiofonico l’Irish Times ha accolto la sua pubblicazione con un ottimo riscontro. Il protagonista della storia è Adam, 14 anni, affetto dalla sindrome di Asperger che rappresenta le sue emozioni con la pittura. Per lui, ogni cosa che esiste ha un colore, questa è la condizione in cui riesce a vedere il mondo, oltre il grigio e la polvere di una città distrutta dalla guerra.

Nel week end, oltre alle presentazioni dei nuovi autori italiani e internazionali, c’è stato spazio anche per la presenza di ospiti importanti, come Mauro Corona, Sergio Staino, Bjorn Larsson, Giancarlo Caselli, Marcello Fois, un susseguirsi frenetico di incontri, negli spazi del palazzo dei congressi tirato a lucido per l’occasione, in cui, nell’anno irlandese, non poteva mancare un omaggio a James Joyce. “Pisa è fatta così”-ci racconta un volontario in una pausa sigaretta – “ci son dei giorni in cui non ti accorgi nemmeno che esista e altri in cui sembra diventare il centro del mondo”. Il problema di ognuno, qui, è rappresentato dalla scelta, non tanto del genere o delle edizioni in bella mostra, ma dalla quantità di posto nelle tasche – e nel portafogli – nei giorni della festa. Gli editori indipendenti non nascondono la voglia di raccontarsi e questo è un bene, hanno la loro storia nelle copertine e nei paratesti che trasudano di storia o di leggera novità. A volte, dietro agli stand, si nascondono facce stanche, altre volte curiose o desiderose di raccontare, vicende di autori, traduttori, stampatori.

La passione e il lavoro al Pisa Book Festival, diventano una cosa sola, una coacervo di chi non potrebbe vivere senza i carattere tipografici allineati e impaginati per raccontare storie. Quest’anno la copertina era tinta di verde Irlanda, il prossimo chissà.

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