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Giorno: 4 Dicembre 2016

Primi exit poll. Referendum Costituzionale. Anche a Ferrara prevale il No.

I seggi sono chiusi da pochi minuti. Sembra in vantaggio il fronte avverso. Il fronte del no, che si attesta per ora su percentuali decisamente alte:55-59%. Mentre il fronte a sostegno della proposta di revisione costituzionale oscilla tra il 41 e il 45%.

Anche Ferrara sembra seguire l’andamento nazionale: 48,10% per il Si, per il no invece 51,90 %.

Boom di affluenza alle urne, si calcola circa una percentuale attorno al 70%.

Nulla di definitivo, ma se si dovessero confermare questi dati, sarebbe per il premier una sconfitta non solo politica ma personale. Probabilmente un biglietto di sola andata per il Quirinale, presentando le dimissioni.

Ma é ancora tutta una partita da giocare.

Si attende a mezzanotte il discorso di Matteo Renzi.

Lettera su Castro, le ombre di un dittatore amato da alcuni e odiato da molti

da: Alcide Mosso

E’ morto Fidel Castro e fiumi di melassa sono stati versati per esaltarne la figura.
Gli ammiratori del dittatore cubano non sono mancati neppure a Ferrara e dintorni. Basti pensare a Claudio Abbado (il “maestro” – di musica ma non di libertà – a cui il nostro beneamato sindaco ha voluto con protervia intitolare il Teatro Comunale nonostante le riserve o la contrarietà di tanti, fra cui Roberto Pazzi, Vittorio Sgarbi e perfino dell’ex-sindaco Sateriale) che fregandosene dei diritti umani conculcati dal “barbudo”, ne esaltava ripetutamente l’opera.
Eppure basterebbe andare sul sito di “Amnesty International” per leggere alcune “cosette” interessanti come le seguenti:
“In oltre mezzo secolo di ricerche sulla situazione dei diritti umani a Cuba, Amnesty International ha riscontrato un’incessante ostilità nei confronti di chi osava criticare le politiche del governo. Nel corso degli anni, l’organizzazione ha raccontato al mondo centinaia di storie di prigionieri di coscienza, persone detenute solo per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà d’espressione, di associazione e di riunione… Nella Cuba odierna la repressione ha assunto nuove forme, tra cui l’ampio ricorso agli arresti per breve periodo di tempo e le minacce nei confronti di chi intende rendere pubbliche le sue opinioni, difendere i diritti umani o protestare per l’arresto arbitrario di un familiare”.
Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International ha dichiarato che “i 49 anni di Fidel Castro sono stati caratterizzati dalla brutale soppressione della libertà d’espressione” e che”lo stato attuale della libertà d’espressione a Cuba, dove gli attivisti continuano a subire minacce e arresti per le critiche rivolte al governo, è il lascito più oscuro di Fidel Castro” .
Sarebbe interessante poi conoscere il parere degli esponenti nostrani della sinistra e delle varie associazioni femministe sul rapporto che Castro ebbe con le donne.
Secondo una classifica stilata da Maxim (rivista mensile USA di lifestyle maschile, con un indice di vendita superiore ai 2,5 milioni di copie) e ripresa da numerosi mezzi di informazione Castro sarebbe stato uno “sciupafemmine” seriale. Fidel avrebbe infatti “giaciuto” con due o tre donne diverse al giorno per decenni, per un totale di 35.000 fanciulle.
Tutte ovviamente corteggiate con rispetto e finite “spontaneamente” nel suo giaciglio, per dilettarlo fra un’iniziativa rivoluzionaria e l’altra…
E mi piacerebbe sapere perché tacciono le associazioni pro-gay, pronte a tuonare contro Mons. Negri ad ogni minimo sospiro che appaia discriminatorio, visto che il leader cubano, da consumato “tombeur de femmes”, detestava gli omosessuali.
Fuori dal coro, una volta tanto, Roberto Saviano che ha scritto di Castro:
“Incarcerò qualsiasi oppositore, perseguitò gli omosessuali, scacciò un presidente corrotto sostituendolo con un regime militare. Fu amato per i suoi ideali che mai realizzò, mai.
Giustificò ogni violenza dicendo che la sanità gratuita e l’educazione a Cuba erano all’avanguardia, eppure, per realizzarsi, i cubani hanno sempre dovuto lasciare Cuba non potendo, molto spesso, far ritorno”.
Smettiamola, dunque di esaltare una trista (proprio “trista”) figura come Fidel Castro.
Se gli esuli cubani hanno stappato bottiglie di champagne alla notizia della sua morte, avevano ed hanno più di una ragione per festeggiare! Ed io mi associo a loro!

L’EVENTO
Festa di luci per l’Albero di Natale in Piazza Cattedrale

S’accendono e brillano
gli alberi di Natale.
S’accendono e radunano
grandi e piccini intorno.
I rami si trasformano
con bacche rosse e fili d’or.
Risplendono e sfavillano
gli alberi di Natale.

Inutile negarlo: certe volte bisogna inchinarsi alla tradizione. Non c’è innovazione, sperimentazione e modernità che regga il confronto con il tradizionale albero di Natale: alto, verde, sfavillante, carico di addobbi e luci.
Devono pensare lo stesso i cittadini ferraresi che, delusi dal “freddo” albero in vetro di Murano dell’anno scorso, hanno accolto con gioia il bellissimo e tradizionale albero natalizio che troneggia da giorni davanti al Duomo (leggi qui la sua storia)

Si è svolta ieri sul sagrato del Duomo la cerimonia di accensione delle luci dell’albero: alle 16.30 ci si è calati nel clima natalizio grazie all’Ensemble di ottoni del Conservatorio Frescobaldi, mentre alle 17.30 si è svolta la cerimonia di accensione dell’albero. Una cascata di luci ed effetti luminosi, ottenuti con proiettori RGB, hanno illuminato la piazza e dato vita ad uno spettacolo affascinante. Tantissime le persone presenti e numerosi i bambini che, con il naso all’insù, ammiravano lo scintillio degli oltre mille addobbi in vetro di Murano che ornano l’abete e che, alla fine delle festività natalizie, verranno vendute per sostenere “Il Mantello” Emporio Solidale di Ferrara.
Il Comune di Ferrara ha puntato molto sulle festività natalizie per valorizzare il centro storico, anche alla luce del fatto che la città estense è meta consigliata, da diverse riviste specializzate, per festeggiare il Natale ed il Capodanno.

Si dice sempre che il Natale è la festa dei bambini ma, ieri pomeriggio, davanti all’albero illuminato sono brillati gli occhi anche a tanti adulti.

Albero illuminato. Foto di Valerio Pazzi
Giochi di luce con proiettori RGB. Foto di Valerio Pazzi
Foto di Valerio Pazzi
Ensemble di ottoni del Conservatorio Frescobaldi.Foto di Valerio Pazzi

 

 

La normalità della violenza.

Da: Rizoma

La normalità della violenza.
L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna sulla violenza psicologica e le conseguenze per i bambini

La violenza fisica è ormai parte della cronaca quotidiana, ma esiste una violenza, quella psicologica, anche più diffusa e comunque estremamente dannosa, di cui si parla molto meno. Secondo i più recenti dati Istat disponibili, relativi al 2015 (http://www.istat.it/it/archivio/161716), il 26,4% delle donne subisce violenza psicologica dal proprio partner. Anche se è noto che questo tipo di violenza è subita anche da alcuni uomini e dai bambini, purtroppo non si dispone di sufficienti ricerche quantitative in proposito. Tuttavia, anche in questa prospettiva, il fenomeno non è da sottovalutare. Le donne, infatti, sembrano essere più propense degli uomini a utilizzare tale tipologia di soprusi rispetto alle altre forme di maltrattamento, in particolare in ambito familiare. La violenza psicologica tout court è una forma sottile e insidiosa di maltrattamento perché, non avendo effetti evidenti, e restando in genere nascosta all’interno delle mura domestiche, spesso viene sottovalutata. Talvolta le vittime stesse non la riconoscono come una forma di violenza, specie se si stabilisce come modalità relazionale all’interno della coppia o della famiglia. Rappresenta invece una delle più forti e distruttive espressioni manipolatorie di esercizio del potere e del controllo sulla persona, è un modo per marcarne la presunta inferiorità, per denigrala fino a farle perdere la coscienza del proprio valore e può avere effetti molto gravi anche su figli che subiscano o assistano a questo tipo di episodi. Quasi sempre anticipa le altre forme di violenza e comunque è insita in tutte.
Le modalità manipolatorie, comunque, possono verificarsi anche in una relazione positiva, equilibrata, senza arrivare a costituire un quadro patologico. In una coppia può capitare di voler ottenere qualcosa dal partner, di indurlo ad assumere scelte che rispondano ai propri obiettivi. Tali manipolazioni però risultano innocue se occasionali e soprattutto rinunciabili. In un contesto relazionale caratterizzato da reciprocità in genere non c’è sbilanciamento, il potere può essere gestito da entrambi. Ma è il carattere di continuità, ripetitività e unidirezionalità dei meccanismi manipolatori di plagio che ne caratterizza l’aspetto violento e patologico.
Nelle espressioni più gravi può esserci un tentativo pianificato di distruzione psicologica dell’altro tramite manipolazione, detta ‘Gaslighting’. Il termine deriva dal dramma teatrale Gaslight, dramma in cui un marito cerca di portare la moglie alla pazzia modificando di nascosto elementi dell’ambiente (tra cui le lampade a gas) per convincerla che le sue percezioni sono confuse. Tale opera teatrale rappresenta la perfetta esemplificazione di una relazione perversa.
Anche senza arrivare a questi livelli, la violenza psicologica ‘classica’ viene agita soprattutto attraverso la comunicazione e lo scopo è la sottomissione mentale dell'altro. Spesso si considera la vittima complice dell’aggressore perché non si ribella, ma questa incapacità è il risultato della lenta distruzione psicologica subita.
In genere, la violenza psicologica inizia con battute svilenti, con un atteggiamento passivo-aggressivo fondato sul ricatto, la noncuranza, la privazione della privacy, che disorienta subdolamente la vittima. La difficoltà a riconoscere questa forma di violenza è dovuta anche al meccanismo perverso che porta spesso i persecutori ad alternare momenti affettuosi agli atteggiamenti prevaricatori, negando verbalmente i maltrattamenti attuati. Solo quando tali comportamenti diventano abituali, risulta possibile coglierne l’aggressività latente, che si manifesta di frequente anche con silenzi, sguardi carichi di rancore e disprezzo, alternati a offese, minacce, umiliazioni e provocazioni volte a lederne l’autostima e a manipolarne i sensi di colpa. Spesso tale violenza paralizza, provoca dolore e sofferenza emotiva, confonde la vittima che in questo modo rischia di non riconoscere l’aggressione subita e addirittura a giustificare il proprio partner. La persona viene così privata di ogni sicurezza, del proprio valore, resa vulnerabile ad altre forme di vittimizzazione e incapace di reagire. La profonda sofferenza psicologica che si struttura nel tempo ne mina profondamente la personalità e il senso di fiducia in se stessi, oltre che negli altri, arrivando a compromettere seriamente la qualità di vita della persona e di tutte le sue relazioni.
Sono vittime delle violenze domestiche anche coloro che non ne sono necessariamente i bersagli, ma vi assistono: bambini e adolescenti. Il figlio può fare esperienza di qualsiasi forma di maltrattamento familiare – chiamata in genere ‘violenza assistita’ -, sia direttamente che indirettamente, perché ne è a conoscenza o ne percepisce gli effetti. Viene così investito dai pensieri, dalle emozioni della vittima e dell’aggressore che sono le figure di riferimento affettivo ed educativo primario: dalla paura all’impotenza, dall’ambivalenza alla rabbia incontrollata, fino al senso di minaccia e di pericolo.
La violenza assistita in quanto maltrattamento psicologico comporta effetti a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale con stati di profonda sofferenza psicologica che si possono protrarre anche nella vita adulta. L’aspetto più pericoloso della violenza psicologica subita è che da essa i bambini imparano la normalità della violenza: l’affetto può essere associato alla sopraffazione, all’offesa, all’aggressione, apprendendo la legittimità della violenza. Infatti, la convivenza per tempi medio-lunghi con situazioni di maltrattamento psicologico può provocare nelle vittime – dirette e indirette – una condizione di destrutturazione psicologica e di grande sofferenza in cui i confini tra giusto e sbagliato, legittimo ed illegittimo, diventano labili, con alterazione della capacità di pensiero e di scelta autonoma.
Le vittime, soprattutto se l’esperienza di vittimizzazione psicologica si è protratta nel tempo, impegnano spesso tempi lunghi per uscire dai contesti e dalle relazioni violente: anche se sostenute adeguatamente, è per loro particolarmente difficile individuare azioni efficaci, modificare atteggiamenti, stili cognitivi e operativi. È molto importante, quindi, riconoscere i segnali iniziali di questa forma di violenza per poter agire il prima possibile, chiedendo il supporto psicologico necessario per potersi difendere e, possibilmente, recuperare la propria libertà psicologica.

L’originale estetica dei Die Hochstapler irrompe a Monday Night Raw

Da: Jazz Club Ferrara

Lunedì 05 dicembre Monday Night Raw accoglie l’estro sconfinato del quartetto italo-franco- tedesco Die Hochstapler formato da Louis Laurain alla tromba, Pierre Borel al sax alto, Antonio Borghini al contrabbasso e Hannes Linges alla batteria. L’originale estetica del gruppo si nutre di elementi extra musicali quali aforismi, sequenze numeriche, rompicapi e quant’altro tratti dai diari del linguista/musicista chicagoano Alvin P. Buckley. Segue il concerto l’imprevedibile jam session.

Il prossimo 05 dicembre (ore 21.30), ad animare un nuovo lunedì firmato Monday Night Raw, sarà il quartetto italo-franco- tedesco Die Hochstapler. Refrattari all’utilizzo di ruoli e formule preordinate gli Hochstapler (letteralmente ‘gli impostori’) propongono un lavoro che si basa sull’analisi del rapporto tra linguaggio e comunicazione. Astenendosi da qualsiasi uso della notazione, sono le regole e strategie sviluppate a partire da poesia, giochi di carte, alfabeti e altre fonti di ispirazione, a formare la grammatica del discorso hochstapleriano.
L’origine principale di questi concetti è stata fornita dalla scoperta degli scritti di uno straordinario musicista e linguista di Chicago: Alvin P. Buckley. Pioniere della ricerca scientifica nel campo della teoria delle probabilità quanto musicista versatile, Buckley si ritirò dall’attività musicale dopo un epifanico incontro avuto con Stockhausen, ma continuò ad annotare idee per giochi musicali, strategie e strutture da usare per composizioni collettive, oltre a frammenti  melodici e brevi aforismi filosofici. La grande maggioranza degli appunti si trovano nei suoi diari (1959-1964). Cinquant’anni anni dopo la sua prematura scomparsa a causa di un incidente con un tram (il 15 giugno 1964), le pionieristiche idee di Buckley tornano in vita nella musica degli Hochstapler: quattro voci indipendenti, libere di darsi suggerimenti, fingere, concordare, dissentire o ignorarsi in ogni momento dato del gioco, nel costruire collettivamente una retorica, colma di allusioni e riferimenti, giocosa e sempre mutevole.
Die Hochstapler si sono esibiti in festival e sale da concerti di tutta Europa, come Cable Festival Nantes, Festival Météo Mulhouse, Jazz d´Or Berlin, Umlaut Festival Berlin, Cité de la Musique Paris, Hagenfesten Dala-Floda, ecc.

Il loro doppio cd ‘The Braxtornette Project’, omaggio non canonico alle musiche e filosofie di Anthony Braxton e Ornette Coleman, inciso in parte con l’aggiunta del quartetto Peeping Tom (Dörner-Badaroux-Grip-Gerbal), è stato pubblicato nel 2013 da Umlaut Records con il plauso di pubblico e critica.

Ad impreziosire l’appuntamento di lunedì 05 dicembre sarà il ricco aperitivo a buffet (a partire dalle ore 20.00) accompagnato dalla ricercata selezione musicale di France Dj. Segue il concerto l’imprevedibile jam session.

Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

‘Note in bianco e nero’, personale del giovane fotografo valtellinese Michele Bordoni curata da Eleonora Sole Travagli in collaborazione con Endas Emilia-Romagna e iscritta nel progetto ‘Intrecciare cultura’ patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, è fruibile al Jazz Club Ferrara fino al 23 dicembre, nelle serate di programmazione.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI

Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15
Non si accettano pagamenti POS
Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Performance 21.30
Jam Session 23.00

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

Giornata della Riconoscenza provinciale : Camera di commercio 3 dicembre 2016

Da: Camera di Commercio

Il Riconoscimento ‘San Giorgio’ a PAOLO ZAMBONI per aver contribuito in modo determinante ad aprire nuove strade verso il continuo miglioramento della vita umana

Ieri mattina (Sabato 3 Dicembre) la Camera di Commercio ha celebrato la 54° edizione della ‘Giornata della riconoscenza provinciale’

Ieri mattina (sabato 3 dicembre) la Camera di commercio di Ferrara ha celebrato, presso la sala Conferenze di Largo Castello, con inizio alle ore 10.00, la Giornata della Riconoscenza Provinciale. Una cerimonia che, pur giunta ormai alla 54^ edizione, ha saputo mantenere intatto nel tempo il suo valore ideale: segnalare alla pubblica opinione quelle persone, associazioni ed aziende che, nei campi dell’economia, della scienza, della cultura e della solidarietà, si siano particolarmente distinte, contribuendo al progresso economico e sociale della provincia.

“Da oltre mezzo secolo la Giornata della Riconoscenza Provinciale – ha affermato il presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Paolo Govoni – segna, di volta in volta, il passaggio di testimone tra chi ha dimostrato ogni giorno capacità, impegno personale, etica imprenditoriale, solidarietà, altruismo e generosità e chi deve raccoglierne l’esempio. Non solo per celebrarlo, ma soprattutto per trarne insegnamento e volontà d’emulazione. Tutte persone – ha proseguito Govoni – accomunate da un grande merito: l’aver contribuito fattivamente al prestigio e alla crescita della nostra comunità”.

La Giunta della Camera di commercio ha, quest’anno, deliberato di attribuire i seguenti riconoscimenti:

Riconoscimento ‘San Giorgio’
a PAOLO ZAMBONI

per avere onorato la professionalità e l’intelligenza ferraresi attraverso una particolarmente proficua attività di ricerca scientifica, condotta sia a livello nazionale che internazionale.
Con questo riconoscimento, la Camera di Commercio intende rendere omaggio all’alto contributo di uno studioso che, con l’impegno e l’esperienza del suo operare quotidiano, contribuirà certamente all’apertura di nuove strade verso il continuo miglioramento della vita umana.

Riconoscimento ‘Alessandro MASI e Gaetano RECCHI’
a L.T.E LIFT TRUCK EQUIPMENT SpA

per aver saputo affermarsi fra le migliori imprese a livello nazionale, grazie al know how acquisito nonché ad un forte e consolidato sviluppo aziendale, in un comparto fortemente specializzato e selettivo, anche grazie all’utilizzo di soluzioni tecnologicamente avanzate.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio intende premiare la capacità di crescita dell’azienda che ha fatto della specializzazione tecnologica il proprio tratto distintivo.

Riconoscimento ‘Alberto V d’Este’
a LA NOTTE NON FA PIU’ PAURA

per aver saputo, nel ricordare l’emozione dei drammatici eventi sismici, sottolineare l’importanza della forza dell’unione di un territorio che non si arrende alle difficoltà.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio esprime apprezzamento nei confronti di un’opera che ha saputo coniugare efficacemente le capacità artistiche con il rigore di una accurata ricostruzione, attraverso un racconto fluido e coinvolgente.

Riconoscimento ‘Beato Giovanni Tavelli’
a ALESSANDRO PASOTTO

per la generosa, infaticabile attività di un volontario che, con la realizzazione di una attrezzata struttura ospedaliera, contribuisce ad alleviare la sofferenza di chi vive in contesti di disagio sociale.
Con questo riconoscimento, la Camera di commercio esprime l’ammirazione della comunità nei confronti di un impegno che riesce a fornire un qualificato supporto alla popolazione malgascia e a rendere un servizio davvero esemplare in termini di solidarietà umana.

Riconoscimento ‘Camera di Commercio Ferrara’
a FRATELLI ZUCCHINI SpA

per aver saputo diversificare con successo la propria gamma produttiva ed essersi affermata anche sui mercati internazionali, grazie alla continua ricerca della qualità e alla capacità di adattamento alle richieste del mercato, unite ad un servizio professionale altamente specializzato ed attento alle esigenze della clientela.

Riconoscimento ‘Camera di Commercio Ferrara’
a GRANDI RISO SpA

per aver saputo, nella promozione di un’eccellenza del territorio, interpretare l’importanza della filiera corta tra produttore e consumatore, ricorrendo a tecniche di commercializzazione incentrate sulla qualità dei servizi e sull’orientamento al mercato.

Riconoscimento ‘Camera di Commercio Ferrara’
a S.P.A.L. 2013 Srl

per aver riportato agli onori della cronaca una storica gloria di Ferrara, risvegliando nei tifosi entusiasti la passione e la voglia di emozionarsi e rinnovando il sogno di sempre più brillanti traguardi.

Riconoscimento ‘Camera di Commercio Ferrara’
a VISIRUN SpA

per aver conseguito brillanti risultati nell’arco di un creativo percorso di sviluppo aziendale e aver scelto il nostro territorio come base e fulcro di espansione territoriale, contribuendo brillantemente alla sua valorizzazione nel mondo.

Riconoscimento Speciale
a AHRCOS Srl

per l’utilizzo di soluzioni tecnologicamente avanzate, frutto di costante ricerca e sperimentazione, adottate con successo in numerosi interventi di assoluto rilievo nel campo del restauro conservativo di beni culturali.

Riconoscimento Speciale
a CORRADO FRIGERI

per le doti imprenditoriali e la capacità di diffondere capillarmente nel territorio ferrarese la rete di marchi italiani di abbigliamento casual presenti sui principali mercati mondiali.

Riconoscimento Speciale
a FONDERIA F.LLI ZANETTI Srl

per aver conseguito brillanti risultati nell’arco di un innovativo, ininterrotto percorso di sviluppo aziendale diversificando, con successo, la propria gamma produttiva ed affermandosi grazie alla continua ricerca della qualità.

Riconoscimento Speciale
a FRANCESCA ROSSI

per l’appassionata e instancabile attività di ambulante che ha saputo mantenere e rafforzare nel tempo, unendo alla qualità dei prodotti la ricerca di un servizio in grado di soddisfare la clientela.

Riconoscimento Speciale
a GFC CHIMICA Srl

per aver saputo, con affidabilità costante ed esperienza ventennale maturata nel settore e con il continuo affinamento delle tecniche, ricoprire un ruolo di fondamentale importanza nella produzione di vernici nel pieno rispetto della compatibilità ambientale.

Riconoscimento Speciale
a ING. MASSIMO CAVOLESI Srl

per l’intenso ed apprezzato impegno professionale nel settore dell’edilizia che, unito alla capacità di diversificare le proprie competenze, hanno portato l’azienda a conseguire significativi risultati.

Riconoscimento Speciale
a LUCA RAMBALDI

per un giovane atleta professionista ferrarese che, dai primi allenamenti sulle rive del Po, riesce a conseguire, con tenacia e sacrificio, straordinari risultati nel gruppo nautico delle Fiamme Gialle.

Riconoscimento Speciale
a NADIA MAZZANTI

per la competenza e l’instancabile energia profusa per oltre trent’anni al servizio di una delle più affermate cooperative del territorio, contribuendo con successo alla sua espansione.

Riconoscimento Speciale
a SALUMIFICIO ZIRONI & C. Srl

per aver saputo raccogliere la tradizione di famiglia, mantenendo l’elevatissima qualità di una sessantennale attività di produzione e valorizzando la più genuina tradizione gastronomica ferrarese.

Riconoscimento Speciale
a SCHIAPPELLI Srl

per la straordinaria capacità di condurre un’azienda storica e mantenere al passo con i tempi un’attività commerciale di vendita di abbigliamento, nel pieno centro cittadino.

Riconoscimento Speciale
a SPOSA BELLA Srl

per l’estro e la inventiva di due socie che, accomunate dalla passione per le creazioni di moda, hanno portato la propria linea produttiva alla ribalta televisiva.

Riconoscimento Speciale
a UNIPASTA Srl

per la creatività e lo spirito di iniziativa che contraddistinguono una attività imprenditoriale di alta qualità e che ha il merito di far conoscere, anche ai mercati esteri, la tipica pasta fresca italiana.

Nuovi orari ferroviari in vigore dall’11 dicembre

Da: Tper

Nuovi orari ferroviari in vigore sulle linee regionali della rete FER dall’11 dicembre prossimo

Da domenica 11 dicembre entrerà in vigore il nuovo orario ferroviario su tutte le linee della rete regionale FER, con modifiche necessarie a seguito dei recenti provvedimenti previsti dall’ Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie.
In esito al recente monitoraggio dell’andamento delle corse e di concerto con l’Assessorato alla Mobilità della Regione Emilia-Romagna e con FER, sono stati predisposti i nuovi orari dei treni Tper attraverso una generale revisione dei tempi di percorrenza per ovviare alle criticità verificatesi nell’ultimo mese, in particolare sulle linee maggiormente interessate da ritardi conseguenti alla limitazione di velocità a cui l’impresa ferroviaria deve attenersi.
Nell’occasione del cambio orario, la numerazione dei treni è stata adeguata a quella della rete nazionale per una maggiore omogeneità, in raccordo con RFI.

Nello specifico:
Sulle linee ferroviarie reggiane (Reggio Emilia-Sassuolo, Reggio Emilia-Ciano d’Enza, Reggio Emilia-Guastalla) e sulla Modena-Sassuolo:
– Sono stati adeguati i numeri identificativi dei treni;
– Sulla linea Modena-Sassuolo il primo treno in direzione Sassuolo è anticipato di dieci minuti, con partenza alle ore 5:28
Sulla linea Parma-Suzzara:
– È modificato l’orario di fermata in alcune stazioni intermedie;
– Per i treni del pomeriggio resta invariato l’orario di partenza ed è modificato di pochi minuti l’orario di arrivo a Parma.
Sulla linea Bologna-Vignola:
– È stato modificato l’orario complessivo dei treni. Le modifiche sono contenute a qualche minuto di differenza nella partenza/transito/arrivo dei treni;
– I treni limitati alla tratta Bologna-Bazzano non effettueranno le fermate di Casalecchio Ceretolo, Riale e Zola Chiesa.
Sulla linea Portomaggiore-Dogato:
– Sono stati adeguati i numeri identificativi dei treni;
– Il servizio del sabato lavorativo non sarà più effettuato da bus, ma da treni come dal lunedì al venerdì.
Sulla linea Bologna-Portomaggiore:
– Oltre all’adeguamento dei numeri identificativi dei treni, è stato modificato l’orario complessivo:
– Sono anticipate le partenze e gli arrivi dei treni di oltre 10 minuti;
– L’offerta di servizio è completata con l’inserimento di due bus serali: il 95111 in partenza da Portomaggiore alle 19:05 e il 95112 in partenza da Bologna alle 21:30
Sulle linee Ferrara-Codigoro e Suzzara-Ferrara:
– Sono stati adeguati i numeri dei treni e rivisto l’orario complessivo dando priorità alla salvaguardia degli orari di arrivo a Ferrara dei treni a maggior affluenza di viaggiatori.

Sul sito di Tper, nella relativa notizia in homepage ( www.tper.it/treni11dicembre ), sono già pubblicati e scaricabili tutti i nuovi orari delle linee ferroviarie della rete FER in vigore dall’11 dicembre, reperibili anche nella sezione Percorsi e Orari, impostando nei filtri la relativa data d’interesse.

Nelle stazioni è in corso in questi giorni l’aggiornamento degli orari con l’esposizione dei nuovi cartelloni.

A Ferrara c’è un Castello di Balocchi!

Da: Organizzatori

Dal 16 al 18 dicembre 2016 i bimbi si immergono in un mondo fiabesco coinvolti nelle animazioni del Castello Estense. Per una magica vacanza natalizia con il consorzio Visit Ferrara.

Il maestoso Castello Estense, simbolo della città di Ferrara, si trasforma nel maniero incantato dei bambini, diventando il Castello dei Balocchi, tra giochi, musica, intrattenimento e magiche sorprese. Per 3 giorni, dal 16 al 18 dicembre 2016, i bimbi accompagnati dai genitori potranno immergersi in un viaggio fantastico tra le sale degli imbarcaderi della fortezza vestite a festa. Un evento che rientra nel programma ufficiale del ‘Natale e Capodanno a Ferrara’ (www.capodannoferrara.com) supportato dal consorzio Visit Ferrara, che mette insieme circa 90 operatori turistici di tutta la Provincia. Laboratori e truccabimbi accoglieranno i piccoli prima di entrare nel Castello, dove guidati dalla regina delle nevi indosseranno abiti da principi e principesse, incontreranno Babbo Natale e i suoi amici elfi, si divertiranno a giocare con altri personaggi fiabeschi che daranno vita a performance di teatro e fiabe animate, per entrare infine nella ‘fabbrica del cioccolato’ dove i bimbi impareranno a creare delizie dolci. Tante le sorprese lungo il percorso di questo Castello fatato, le cui magie continuano anche fuori, in piazza Trento e Trieste, dove sul palco del Villaggio di Natale si alterneranno spettacoli e show che vedranno tra i protagonisti i bambini. Sabato 17 dicembre, inoltre, all’interno del Castello sarà allestita una cena speciale per tutta la famiglia dal titolo ‘Natale in Casa Disney’. Il biglietto per il Castello dei Balocchi è di 5 euro a bambino e di 4 euro per adulto. Per vivere l’emozione del Castello incantato approfittando di una vacanza natalizia con i bimbi, ci sono le proposte di soggiorno del consorzio Visit Ferrara: http://www.visitferrara.eu/

Conferenza finale progetto europeo INsPIRE

Da: CDS

Mercoledì 30 novembre CDS (Centro ricerche Documentazioni e Studi di Ferrara) ha portato a termine il progetto europeo INsPIRE (INformation, Participation & Involvement of employees on non-financial REporting in the European food and drink sector) presso il Comitato Economico e Sociale Europeo di Bruxelles.

Il progetto di cui CDS è capofila in partnership con la FAI Cisl nazionale e con EFFAT (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), ha riguardato il coinvolgimento dei CAE (Comitati Aziendali Europei) e delegati aziendali e sindacali di tre imprese multinazionali (Heineken Italia, San Benedetto e Marchesi Antinori) per approfondire principi, modelli e strumenti orientati alla sostenibilità, alla responsabilità sociale e alla rendicontazione non finanziaria, da inserire nelle consultazioni e contrattazioni.

Il progetto ha avuto la durata di 2 anni dove si sono alternate fasi di ricerca sullo stato dell’all’arte a livello europeo sul tema, ricerca empirica presso gli stabilimenti S. Benedetto e Heineken in Italia e Spagna e fasi di formazione per delegati CAE ed aziendali.

A Bruxelles sono stati presentati gli strumenti didattici di informazione e consultazione da utilizzare in azienda per approfondire i temi della partecipazione, responsabilità sociale, sostenibilità e rendicontazione non finanziaria.

Il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione, viene ritenuto particolarmente importante dall’Unione Europea in relazione agli impegni a cui sono chiamati i Paesi dell’Unione sia in materia di diritti e partecipazione che di sostenibilità: la progressione verso un’economia a basse emissioni di carbonio prevede che entro il 2050 l’UE riduca le proprie emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990, con una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030 e del 60% entro il 2040, e che entro il 2020 il 20% del fabbisogno energetico sia ricavato da fonti rinnovabili, con un contestuale aumento del 20% dell’efficienza energetica.

Il materiale e gli strumenti del progetto si possono scaricare gratuitamente dal sito (www.ilcds.org/inspire)

Impianti termici efficienti, sicuri e compatibili con l’ambiente

Da: Cna Ferrara

Il nuovo regolamento regionale, che entrerà in vigore in aprile, prevede pesanti sanzioni per chi non effettui controlli regolari sulla propria caldaia. Istituito catasto telematico regionale degli impianti

Impianti termici efficienti, sicuri e compatibili con l’ambiente
Due incontri tecnici Cna sulle nuove normative

Due convegni di carattere tecnico di grande interesse per le imprese del settore impiantistico, sono in programma per sabato 3 dicembre, alle ore 9 e per lunedì 5 dicembre, alle ore 20,30, entrambi presso la sede provinciale della Cna di via Caldirolo, promossi da Cna Installazione e Impianti.
Quello di sabato, del quale sarà relatore il responsabile regionale di Cna Installazione e Impianti Moreno Barbani, è incentrato sul nuovo regolamento per gli impianti termici della Regione Emilia Romagna, approvato dopo una lunga discussione con le Associazioni di categoria. Il nuovo testo non tocca solamente le imprese del settore, ma investe più complessivamente cittadini e famiglie, l’efficienza e la sicurezza dei loro impianti domestici e, più in generale, la qualità dell’ambiente e dell’aria.
Il nuovo Regolamento, che entrerà in vigore il 1° aprile 2017, prevede l’istituzione del catasto telematico regionale degli impianti termici, attraverso il quale sarà possibile ottenere un quadro sempre aggiornato delle loro caratteristiche tecniche e stato di manutenzione, in base agli obblighi di legge. Ciò consentirà una maggiore frequenza ed efficacia dei controlli pubblici anche sugli impianti delle civili abitazioni, con tanto di severissime sanzioni pecuniarie per i trasgressori
“Il malfunzionamento degli impianti termici – sottolinea Attilio Capozza, responsabile provinciale di Cna Installazione e Impianti – aumenta sia i rischi per la salute delle persone, che le polveri sottili nell’ambiente. Per questo diventa assolutamente indispensabile assicurare una buona manutenzione del proprio impianto termico (e cioè caldaie, o stufe alimentate a gas o a biomassa), da una impresa abilitata in grado di effettuare tutte le procedure previste dalla normativa regionale: dal controllo dei fumi alla pulizia delle canne fumarie, certificata da apposito rapporto di controllo”.
Il tema della corretta installazione e della manutenzione degli impianti e delle canne fumarie, infatti, come dimostrano incidenti domestici avvenuti anche recentemente nella nostra provincia, riguarda non solo le caldaie, ma anche, generatori di calore alimentati da combustibili solidi (biomasse, come legna e pellet). A questo tema è dedicato, infatti, il secondo incontro di lunedì sera, che sarà introdotto da Marzio Zaghini, energy manager e progettista di impianti tecnologici.

Vite immaginate: narrazione e riflessione nel nuovo libro di Andrea Cirelli

Leggere romanzi consente di avventurarsi nelle vite degli altri, scoprire mondi sconosciuti, provare nuove emozioni. Andrea Cirelli dà l’impressione di essersi fatto scrittore per soddisfare un bisogno analogo, ma più profondo: non semplicemente calarsi in abiti differenti, ma essere demiurgo di esistenze possibili, magari sfiorate o sfuggite; per tratteggiare contorni e plausibili esiti alternativi alla vita reale, quella pazientemente costruita giorno per giorno, scelta dopo scelta… “I libri non finiscono mai”, titolo del suo ultimo lavoro pubblicato da Este edition, ha proprio questo significato: gli scenari che la vita rende potenzialmente praticabili sono inesauribili e di ognuno è protagonista un nostro personaggio mancato.
La tecnica utilizzata è inconsueta: alla narrazione l’autore alterna la riflessione e la digressione, secondo uno schema praticato da pochi, fra i quali in assoluto eccelle Milan Kundera.
Ed è un bel viaggio quello che Cirelli ci propone con quest’opera di confine: un viaggio in cui la scoperta di se stessi si compie attraverso una matura comprensione delle dinamiche di interazione con gli altri. Così introspezione e relazione non sono altro che complementari processi di comunicazione, tra sé e gli interlocutori, che fluttuano fra sguardo interiore e bisogno di socialità e soddisfano la pulsione che ci fa sentire parte del mondo degli umani e dell’intero universo.

Le considerazioni che l’autore sviluppa, in un piano parallelo a quello della narrazione, come in un gioco di specchi, rivelano sfaccettature celate dallo scorrere quieto della storia. Anche in questo, Cirelli – nella realtà esperto di questioni ambientali e prezioso collaboratore di Ferraraitalia – mostra un suo talento: il saper tratteggiare, con tono lieve e garbo quasi poetico, situazioni di apparente quotidiana normalità dalle quali trafilano però bisogni profondi e condivisi che albergano nell’animo e che conferiscono tono e intensità ai personaggi e alla trama.
Anche stavolta Cirelli ricorre all’espediente dell’alter ego, già utilizzato nella sua precedente trilogia “Segreti tossici”. Ma non per mettersi in maschera, piuttosto per designare un ipotetico “io” come tramite per ripercorrere strade battute, esplorare esistenze possibili e mutare direzione ai vari crocicchi della vita.
Pensieri e sensazioni con cui condisce il racconto si trasferiscono come un piacevole manto al lettore che se li sente addosso quasi fossero suoi, cullato da una scrittura distesa e da un disarmante argomentare che lo rende vulnerabile all’emozione e al sentimento, a compimento di un felice processo di identificazione e assunzione di ruolo che non tutte le narrazioni sanno propiziare.

murales-pontelagoscuro-cortazarIl volume di Andrea Cirelli “I libri non finiscono mai. Nemmeno i quaderni”, pubblicato da Este edition, sarà presentato mercoledì 7 dicembre alle 17,30 alla libreria Feltrinelli di via Garibaldi a Ferrara. Presenti l’autore, l’editore Riccardo Roversi e il direttore di Ferraraitalia Sergio Gessi

Il Teatro Verdi: da contenitore vuoto a scommessa di innovazione

ex-teatro-verdi-cartolina-3-dicembre-2016Quella di ieri è stata una mattinata dedicata a passato, presente e futuro del Teatro Verdi, un luogo che da secoli vede scorrere la storia della città e che da trent’anni aspetta di essere restituito ai cittadini. Ora sembra che ci siamo: grazie ai fondi dell’asse 6 “Città attrattive e partecipate” del Por-Fesr Emilia Romagna 2014-2020 (Programma operativo regionale – Fondo europeo di sviluppo regionale), l’ex teatro diventerà il contenitore di un ‘laboratorio aperto’ sui temi del turismo e della mobilità sostenibili. Una mattina, dunque, organizzata anche per familiarizzare con concetti come ‘rigenerazione urbana’, ‘sviluppo urbano sostenibile’, ‘laboratori aperti’, ‘innovazione dal basso’, ‘smart cities’ e ‘smart communities’: un lessico che sembra declinare e fare da cornice alle nuove forme di partecipazione dei cittadini alle politiche di governance delle proprie comunità, dal singolo quartiere fino all’intera città.
L’investimento necessario? Secondo quanto ci ha spiegato ieri mattina l’assessora allo sviluppo territoriale, relazioni internazionali e progetti europei, Caterina Ferri, saranno investiti in totale “3 milioni e 750mila euro”: 3 milioni li metterà la Regione attraverso appunto i fondi del Por-Fesr, mentre il Comune integrerà i restanti 750mila euro. I fondi, ha continuato Ferri, saranno così suddivisi: “2 milioni verranno destinati alla ristrutturazione dell’edificio, 1 milione e 400mila euro alla gestione per i primi cinque anni, che verrà affidata tramite un bando di gara costruito con la partecipazione di associazioni, imprese e cittadini, mentre i restanti 350mila euro verranno utilizzati per la promozione e l’organizzazione di eventi”. “I lavori dovrebbero concludersi entro il 2018 e l’obiettivo è avere lo spazio aperto e il gestore entro il 2019”, ha detto Ferri.
Ma partiamo dal principio.

Da dove veniamo e dove vogliamo andare: la storia e il futuro del Teatro Verdi
È stato Francesco Scafuri, responsabile dell’ufficio ricerche storiche del Servizio beni monumentali-centro storico del comune di Ferrara, a ripercorrere con il pubblico la storia del teatro e della piazza antistante, proprio all’interno dello stabile, sabato mattina eccezionalmente aperto a tutti i curiosi.
Una storia che inizia già nel 1428-31, quando Niccolò III d’Este fece costruire il Castelnuovo, detto anche Fortezza di Sant’Agnese, con “funzioni prevalentemente difensive”. Secondo quanto ha rivelato Scafuri, fu proprio qui che Ercole venne nominato secondo duca di Ferrara e qui “morì il cardinale Ippolito, le cronache ci dicono per aver condotto una vita dissipata”. Nel 1570 la fortezza fu demolita, a causa dei danni del sisma che colpì la città, e iniziò “il riammodernamento della cinta muraria meridionale” con la costruzione dei “baluardi ad asso di picche”. Protagonista di questo cantiere quel Giovan Battista Aleotti che anni dopo, nel 1605, ricevette dal marchese Bentivoglio la commissione di trasformare un granaio in un teatro. Quel granaio, concesso in affitto da Cesare d’Este all’Accademia degli Intrepidi, diventò così “uno dei primi teatri stabili in Italia”. Nel 1679 venne distrutto da un incendio e fino al 1904 lo spazio venne usato come “mercato dei cavalli”. Nel frattempo, nel 1857, lì accanto era iniziata la costruzione dell’Arena Tosi Borghi, così chiamata perché “gestita dall’allora capo macchine del teatro comunale di Ferrara e da sua moglie”: un anfiteatro scoperto, “un teatro popolare anche per spettacoli di circo”, ha spiegato Scafuri.
Il teatro fu completamente ricostruito fra 1912 e 1913, aumentando la capienza di pubblico fino a 2.000 persone: l’inaugurazione fu il 17 maggio 1913 con l’Aida di Giuseppe Verdi. Ecco da dove è derivato il nome con il quale è ancora conosciuto da tutti i ferraresi.
Negli anni Trenta, proprio in ragione di questa sua natura più popolare, “veniva più gente qui al Verdi che al Comunale”, ha sottolineato Scafuri. Il Verdi rimase assai attivo come “teatro di rivista” fino alla seconda guerra mondiale: sulle tavole del suo palcoscenico si è esibito Macario e “il 20 febbraio 1942 ha debuttato in prima assoluta il nuovo spettacolo della compagnia di rivista di Totò e Anna Magnani”. Chiuso nel biennio 1943-45, il teatro nel secondo dopoguerra è andato inesorabilmente in disuso fino alla definitiva chiusura nel 1985. Il Verdi è diventato di proprietà pubblica nel gennaio 1999 quando lo ha acquistato il Comune. Da allora è iniziata una nuova fase della sua storia: come restituire questo contenitore alla comunità e tentare di farlo diventare il primo motore di un processo che inverta il degrado della zona.

Ecco perché l’urbanista Sergio Fortini di Città della Cultura-Cultura della Città – l’impresa cooperativa e start-up culturale che per prima ha intuito e fatto emergere le potenzialità di questo spazio – ha affermato: “oggi è il principio di un nuovo corso”. Fortini ha definito il Teatro Verdi un “edificio quartiere”, perché le sue vicende rappresentano “il flusso del vivere” della zona e negli ultimi anni ne ha incarnato “i sentimenti negativi”. Un “nuovo gruppo di intrepidi”, ha scherzato l’urbanista, “ha deciso di riattivare questo edificio” e porre al centro del progetto “la rigenerazione urbana e la mobilità sostenibile, legandole anche all’heritage”: ci saranno “artigiani e pensatori” per creare “un cortocircuito” fra mobilità, patrimonio culturale e accessibilità.
È toccato poi alla sua collega, l’architetto Elisa Uccellatori, parlare del futuro dell’edificio, che ospiterà “un laboratorio urbano”, “un centro Unesco” e “un bike-cafè” dove sarà possibile entrare in bicicletta come in una sorta di piazza coperta; “al primo piano ci saranno spazi per i makers, per chi si inventerà qualcosa per il futuro della città e della mobilità, ci saranno sale studio e sale per conferenze”. I palchetti ospiteranno “l’esposizione del museo della bicicletta” e anche “la torre scenica diventerà un ulteriore spazio espositivo per mostre temporanee”.

Foto di Valerio Pazzi e Patrizio Campi [Clicca sulle immagini per ingrandirle]

Teatro Verdi

Laboratori aperti di rigenerazione urbana: il progetto emiliano-romagnolo ed esempi di buone prassi
È stato il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani a fare gli onori di casa alla Sala Agnelli della biblioteca Ariostea, dove è stato illustrato il percorso che porterà alla riapertura dell’ex Teatro Verdi. Il progetto, ha spiegato il primo cittadino, è inserito “nell’ambito dei laboratori urbani” della Regione Emilia Romagna: quello di Ferrara si concentrerà su turismo e mobilità sostenibili. “Una sfida significativa” per far diventare il Verdi “uno spazio di riflessione, come non abbiamo fatto fino ad oggi, sulle interconnessioni fra le varie forme di mobilità”, prime fra tutte la ciclabile e la fluviale, ha concluso Tagliani.
L’assessora Caterina Ferri, invece, ha illustrato l’agenda che porterà già a febbraio 2017 al bando per la gestione degli spazi: il 17 dicembre agli Ex Magazzini Savonuzzi si terrà “una giornata dedicata al laboratorio del Verdi su turismo e mobilità sostenibile”, poi nei mesi successivi una serie di “workshop dedicati alla costruzione del bando di gara e dell’identikit del gestore o dei gestori” nei quali saranno coinvolti associazioni, imprese e cittadini.
Il resto della mattinata è stata dedicata agli interventi di Silvano Bertini e Daniela Ferrara, che hanno illustrato il progetto dei ‘laboratori urbani’ e come funziona il finanziamento attraverso il Por-Fesr, e a quelli di Ilda Curti, Gaspare Caliri e Matteo Zulianello, che hanno portato esempi di buone prassi a Torino, Bologna e Milano.
L’asse 6 del Por-Fesr (Programma operativo regionale-Fondo europeo di sviluppo regionale) Emilia Romagna 2014-2020 è dedicato alle “città attrattive e partecipate”, l’obiettivo è “innescare processi di partecipazione dei cittadini e delle imprese alle scelte strategiche della città per accrescere l’inclusione”, ha spiegato Daniela Ferrara. Sono coinvolte le nove città capoluogo della regione più Cesana e i fondi del programma sono in totale “30 milioni di euro”, ai quali si aggiungono “7,5 milioni di euro di cofinanziamento da parte dei comuni”. Si è scelto di creare “laboratori aperti, ospitati dentro beni culturali che siano beni identitari per le comunità”, ha continuato Ferrara, per creare “uno sviluppo urbano basato sull’innovazione dal basso, partendo cioè sempre da esigenze concrete”. “Per noi – ha concluso – le parole chiave sono: centralità dei luoghi, idee, contaminazione e rete, non solo digitale, ma fisica fra gli stessi laboratori urbani”. Per questo il suo collega Bertini ha sottolineato: “se mi chiedete dove stiamo andando con il teatro Verdi, la risposta è: non lo sappiamo ancora. È un percorso che si dovrà autocostruire attraverso le sollecitazioni dei cittadini”.
Uno dei possibili esiti è quello delle Case di quartiere di Torino, di cui ha parlato Ilda Curti, che le ha viste nascere e ha lavorato alla loro crescita nei due mandati come amministratrice della città. Queste case, in totale nove, nate fra 2007 e 2013, secondo Curti sono “spazi e luoghi per le comunità del cambiamento”: “quando abbiamo iniziato a immaginarci questi luoghi, anche noi non sapevamo bene cosa stavamo facendo, solo nel 2012 abbiamo riconosciuto tratti comuni che abbiamo cercato di codificare”. Il tratto distintivo è non avere un target: “sono luoghi aperti a tutti i cittadini sette giorni su sette, con un continuo cambiamento della platea di fruitori”, vi si sperimentano “nuovi modi di fare welfare sviluppando le reti di prossimità e la ricerca di soluzioni a bisogni comuni”, grazie anche a operatori che Curti ha definito “artigiani sociali”. Per chi volesse un po’ di numeri: spazi per un totale di 12.700 mq, 9 attività commerciali, 250 associazioni e gruppi informali ospitati, 7.200 frequentatori abituali, una ricaduta occupazionale di 21 contratti full-time e 57 part-time. Il lavoro più difficile, secondo Curti, è “connettere gli attori” e “gestire il conflitto”, far capire che non si è in un condomino, ma in una casa, e ciò implica “coabitazione e corresponsabilità”; inoltre bisogna “pensare contemporaneamente alla città di pietra e alla città di carne, all’urbs e alla civitas” e ricercare continuamente “il giusto rapporto ed equilibrio fra auto-sostenibilità economica e contributo pubblico”, perché rimangano sempre spazi orientati al bene comune della comunità di riferimento.
Gaspare Caliri di Kilowatt ha parlato dell’esperienza delle Serre dei Giardini Margherita di Bologna: “non siamo noi a proporre cosa succede, facciamo da connettori fra realtà strutturate e gruppi informali, che portano innovazione nelle politiche urbane”. Attualmente le Serre ospitano: il coworking di Kilowatt, un asilo per i cowerkers, un bistrot, un orto e una sala polifunzionale. Da giugno a settembre 2016 sono state organizzate 20 proiezioni cinematografiche e 70 eventi, sono state coinvolte 60 associazioni cittadine e per le Serre sono passate circa 55.000 persone. “La nostra esperienza è la dimostrazione che è possibile creare un patto fra pubblico, privato e comunità”. Infine, un’altra soluzione potrebbe essere quella milanese di Avanzi con il suo spazio Upcycle, illustrata da Matteo Zulianello: “un’osmosi di spazi e contenuti” fra coworking e un locale che è contemporaneamente uno spazio per gustarsi le classiche di ciclismo e per presentare i nuovi prodotti da parte degli operatori specializzati, uno spazio di ristorazione, relax urbano, eventi e cultura, un luogo per eventi business.

Quale sarà il futuro del Verdi? Non c’è una soluzione giusta: a Ferrara e ai ferraresi scegliere quella che fa per loro o, perché no, inventarsene una tutta propria.