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Giorno: 15 Dicembre 2016

Legacoop Estense: i primi nove mesi di vita tra nuove sfide e obiettivi raggiunti

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“Nei periodi di crisi si riscopre il valore della cooperazione e della solidarietà. La cooperativa è vista come elemento di protezione e unione di intenti e tanti giovani, con profili professionali alti, cooperano per dar vita ai loro progetti lavorativi”. Si chiude con questa riflessione di Andrea Benini, presidente della Legacoop Estense, la conferenza stampa indetta questa mattina alle 11 nella sede di via Carlo Mayr a Ferrara. Presenti, oltre Benini, Gianluca Verasani, Direttore di Legacoop Estense e Chiara Bertelli, coordinatrice territoriale per Ferrara di Legacoop Estese. Un incontro con la stampa, a nove mesi dalla fusione di Legacoop Ferrara con Legacoop Modena, per fare il punto della situazione tra risultati raggiunti e nuove sfide da affrontare.

Di questo, e tanto altro, parla Andrea Benini, dichiarandosi soddisfatto del percorso fatto finora dalla Legacoop Estense, che comprende 263 cooperative, di cui 112 sul territorio ferrarese, con oltre 500 mila soci: “ Pur essendo territori diversi e, aspettando la conclusione dei lavori per la Cispadana, geograficamente lontani, l’unione tra Legacoop Modena e Ferrara costituisce una novità positiva per entrambe le realtà. C’è la possibilità di confrontare e compenetrare diverse realtà cooperative in una chiave di crescita e miglioramento per entrambe, valorizzando così le eccellenze del territorio. I risultati sono molto incoraggianti e nonostante la crisi economica, si è riusciti a tenere stabili i livelli di occupazione, con addirittura qualche incremento”.

Conferma il trend positivo della nuova realtà cooperativa il direttore Gianluca Versani che rimarca come la Legacoop Estense sia una realtà capace di contenere al suo interno cooperative variegate, per composizione dei soci e natura delle attività, provenienti da un territorio così ampio che va “dalle montagne alle valli di Comacchio”. In questa nuova realtà si è assistito nel 2015 ad un incremento dell’occupazione del 2% e l’88 % dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato.”L’unico segno meno è registrato alla voce prestito sociale – spiega Versani- ma questo è spiegabile vista la natura cooperativa della nostra realtà. Le cooperative infatti hanno reagito alla crisi economica gestendola al proprio interno e preferendo svincolare il capitale messo da parte dai soci per continuare a garantire un certo livello di servizi ai propri associati. Non siamo interessati solo alle grandi cooperative: al nostro interno ci sono realtà formate da solo tre soci eppure hanno tutta la nostra attenzione”. Sempre più giovani tornano alla forma cooperativa, specialmente per produzioni legate al mondo del web o del sociale. In questi nove mesi sono ben sei le start up nate grazie al supporto di Legacoop Estense: trattasi di imprese innovative nel settore della cultura e del sociale. Si confermano invece come settori trainanti quello agroalimentare e la pesca e quello della distribuzione commerciale, con un netta crescita del sociale.

Chiara Bertelli, responsabile territoriale per Ferrara, prende la parola per sottolineare come la fusione sia stata apprezzata dalle cooperative facenti parte della Legacoop Estense e come ciò comporti la possibilità di perseguire progetti traversali coinvolgendo cooperative che si occupano di settori diversi.“ La fusione tra realtà diverse ha permesso di ampliare il nostro campo di osservazione e mutuare iniziative portate avanti a Modena anche nel nostro territorio. Ciò vale per il progetto “Bellacoopia” portato avanti da dieci anni da Legacoop nelle scuole superiori modenesi e ora importato anche nel nostro territorio. Si sta inoltre lavorando per estendere il Protocollo d’Intesa con l’Università di Ferrara anche all’università di Modena e Reggio. E’ stato unificato anche lo sportello di supporto alla nascita di Start Up cooperative e, nei prossimi mesi, sarà unificato anche lo sportello dedicato alle Workers Buyout, cioè le cooperative nate dai lavoratori usciti da aziende in crisi”.

 

Trasferta a Comacchio per la rassegna ‘Autori a corte’

Da: Organizzatori

Trasferta a Comacchio per la rassegna AUTORI A CORTE natale 2016, Giovedì 15 dicembre alle ore 17.00, Palazzo Bellini, Biblioteca civica ‘L. Muratori’ di Comacchio verrà presentato il volume
Scrivere tra le righe Edizioni La Carmelina 2016.
Il volume nasce dal corso di scrittura creativa di Marcello Simoni, organizzato da Anastasia Rizzoni della Biblioteca Comunale di Comacchio, nella primavera del 2016.
Gli allievi: Sara Alziati Taravella, Pietro Maroncelli, Silvia Benedetti, Silvana Bucchia Mozzi, Antonio Cinti, Gaetano Cinti, Rino Conventi, Ignazia Di Liberto, Massimo Evangelisti, Ornella Farinelli, Jenny Felletti, Lucia Felletti, Giuliana Frighi, Enrica Manes, Francesca Pozzatti, Davide Tomasi, Vittoria Tomasi, Stefania Zanni, Ester Trasforini hanno ideato un proprio racconto poi illustrato dai giovani allievi dell’Istituto d’ arte Dosso Dossi di Ferrara Beatrice Bergamini, Nicola Branchini, Giulia Caselli, Ariana Castellazzi, Valentina Cavallari, Sara Cicotti, Giorgia Grazia, Maja Marta Krupa, Andrea Lindelli, Camilla Neri, Matilde Pocaterra, Andrea Zavattin.
Il volume che vede una introduzione dello stesso Marcello Simoni è stato edito per i tipi delle Edizioni La Carmelina.
L’incontro moderato da Federico Felloni e Vincenzo Iannuzzo, vedrà la presenza anche di Marcello Simoni che introdurrà anche il suo ultimo grande successo Il marchio dell’inquisitore, Einaudi 2016.

Rassegna fotografica ‘Racconti di Mare’

Da: Organizzatori

La rassegna fotografica ‘Racconti di Mare’ apre le porte per la sua terza edizione giovedì 22 Dicembre nella sala dell’Holiday Village Florenz.

“La mostra che qui presentiamo, vuole essere, prima di ogni altra cosa, un dovuto e sentito tributo al MARE e a coloro che lo vivono in tutte le sue prerogative” – con queste parole Iginio Ferroni, ideatore e realizzatore dell’esposizione, aveva aperto la passata edizione nel dicembre scorso – “Impossibile fare un elenco di ciò che il MARE ha raccontato e ancora racconterà: noi vogliamo raccontare IL NOSTRO MARE, auspicando che l’impegno profuso, possa essere gradito e contribuisca a dar vita ad analoghe iniziative volte alla valorizzazione del nostro territorio, di cui il MARE è tra gli indiscussi protagonisti.”
Un giusto riconoscimento a quel MARE che, fin dalla notte dei tempi, ha contribuito ad illuminare quanti, in virtù delle loro sensibilità espressive, hanno saputo cogliere, col cuore e con la mente, l’esatto spunto per le loro opere.
E per chi VIVE il nostro MARE l’accostamento con ‘l’altro mare’ – la valle – è pressoché scontato, valle che dal MARE riceve nutrimento e vita. Per questo, in occasione della presentazione della terza edizione di ‘Racconti di Mare’, che si terrà giovedì 22 dicembre alle ore 17:30 presso Holiday Village Florenz, aperta a tutti e ad ingresso gratuito, Enrico Nordi di Valle Campo accompagnerà la visita con un assaggio del tipico bagigino di valle.
L’ingresso alla mostra, che rimarrà poi in allestimento da giovedì 22 Dicembre a domenica 8 Gennaio, è gratuito e aperto a tutti, dalle 8:00 alle 22:00.

Ducato Estense, un milione 450 mila euro per Copparo

Da: Comune di Copparo

È di un milione e 450 mila euro l’accordo firmato al Mibact, cioè al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dal sindaco Nicola Rossi, si tratta della firma del disciplinare per l’erogazione dei fondi dello stanziamento previsto dal progetto Ducato Estense, dove Copparo ha presentato un progetto per la parziale ristrutturazione di Villa Mensa che consentirebbe di riattivare il percorso turistico di visita al complesso architettonico.
«La somma è cospicua – ha dichiarato Nicola Rossi – tra le più alte assegnata nel ferrarese, ed è un riconoscimento importante per la valorizzazione di Villa Mensa, che si inserisce all’interno della rete delle Delizie e nel contesto Unesco».
Il progetto esecutivo sarà pronto a ottobre 2017, mentre l’inizio lavori è previsto per il 2018 e riguarderà il recupero della fruibilità del percorso di visita della villa.
Rossi ha infine ricordato che esistono già vie naturali, cioè percorsi ciclabili e vie d’acqua che collegano Copparo sia a Ferrara che al Delta e in questo modo la “disponibilità turistica” di Villa Mensa andrebbe ad aggiungersi all’offerta turistica del territorio.
L’Unesco, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, ha incluso nella Lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità il territorio di Ferrara con le sue Delizie.
La Mensa fu realizzata da Bartolomeo della Rovere, vescovo di Ferrara dal 1474 al 1495, nipote di papa Sisto IV. Si trova in località Sabbioncello S. Vittore, sulla sponda sinistra del Po di Volano.
L’edificio presenta ancora molti caratteri quattrocenteschi pur essendo stato modificato nel Seicento e nel Settecento.
Villa Mensa è annoverata tra le Delizie Estensi assieme al Castello Estense e Palazzo Schifanoia a Ferrara, Belriguardo a Voghiera, Verginese a Gambulaga, Benvignante a Argenta, Palazzo Pio a Tresigallo e al Castello di Mesola.

Open Week End Alda Costa, 17 e 18 dicembre

Da: Istituto Comprensivo 2

Proseguono sabato 17 dicembre gli Open Day del Comprensivo Alda Costa: un programma di incontri con i docenti, attività didattiche e progettuali illustrate della dirigente scolastica, saggi, concerti e laboratori. La scuola primaria Costa aprirà la sede di via Previati 31 alle visite delle famiglie interessate alle future iscrizioni dalle 10.30 alle 12.30. Domenica 18 dicembre, sempre dalle 10.30 alle 12.30, sarà aperta al pubblico la Scuola Secondaria a Indirizzo Musicale Boiardo, in via Benvenuto Tisi da Garofalo.

L’omaggio dell’Einaudi a Ludovico Ariosto per i cinquecento anni del ‘Furioso’

Da: Organizzatori

Enrica Guerra, Luigi Dal Cin e Roberto Roda nel convegno di sabato 17 (ore 8,30-13); esibizioni di duelli cortesi e danze a cura dell’Ente palio

Si aggiunge un’altra perla al mirabolante anno ariostesco che tante iniziative ha visto e ancora vede nascere nella nostra città di Ferrara, per celebrare i cinquecento anni dalla prima edizione dell’Orlando furioso, dell’Ariosto.

Sabato 17 dicembre infatti, anche l’Istituto di Istruzione Superiore Luigi Einaudi renderà il proprio omaggio al cantore del celebre paladino che, pazzo per amore, ‘si squarciò i panni e mostrò ignudo / l’ispido ventre e tutto il petto e ’l tergo’ (canto XXIII, ottava 133, vv. 1061-1062), prima di svellere pini, querce, faggi ed olmi come fossero fuscelli; e la celebrazione organizzata dall’Istituto Einaudi, nell’ambito del ciclo di incontri denominato ApertaMente, è davvero di rilievo scientifico, trattandosi di un Convegno che, al cospetto delle classi terze e della cittadinanza che vorrà assistervi, occuperà lo spazio dell’intera mattinata e, dopo il saluto della dirigente scolastica dott.ssa Isabella Fedozzi, vedrà alternarsi in conferenza la storica Enrica Guerra, il narratore Luigi Dal Cin e l’etnologo e antropologo Roberto Roda.
Enrica Guerra, docente di Storia medievale presso l’Università degli Studi di Ferrara, svolgerà un breve excursus sulla storia degli Estensi ed approfondirà la figura del cardinale Ippolito d’Este, che l’Ariosto cordialmente malsopportava ma a cui pure, suo famiglio, – ubi maior, verrebbe da dire – dedicò il poema.
Con Luigi Dal Cin si entrerà nel vivo della mattinata: sarà infatti il celebre autore di libri per ragazzi, con la sua bella vena affabulatoria, a narrare il poema, sostenuto dalle voci recitanti degli allievi della classe 3P, che leggeranno varie ottave dell’opera.
Infine, toccherà a Roberto Roda evidenziare l’incredibile potenza evocativa che dispiegò il poema nei secoli, suscitando un vasto immaginario collettivo di cui recano traccia ad esempio le tante opere pittoriche disseminate nel mondo, numerose delle quali ancora esposte al Palazzo dei Diamanti nella nota mostra che si protrarrà fino all’8 gennaio 2017. Nella sua conversazione, più in dettaglio, il dott. Roda proporrà una panoramica sull’eccezionale successo che il ‘Furioso’ ha conseguito nella cultura popolare, da quella folklorica sino a quella mediatica, dalle leggende orali sino all’influenza sulla letteratura di genere e su quella disegnata come il fumetto.
Anche l’Ente Palio di Ferrara offrirà un rilevante contributo al Convegno dell’Einaudi: figuranti si esibiranno infatti più volte, tra un passaggio e l’altro dei relatori, chi esibendosi in duelli cortesi chi in eleganti danze rinascimentali: icone, nei loro saggi, dell’ambivalente atmosfera delle corti che lo stesso Ariosto magnificamente sintetizzò nel primo verso del poema, allorché annunciava l’intenzione di cantare, chi mai potrebbe dimenticarlo, ‘Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori’.

Giornali online, il Governo proceda nell’attuare la Riforma dell’editoria

Da: Organizzatori

Il presidente Anso Marco Giovannelli: «A un mese dall’entrata in vigore della nuova legge, la conferma della delega a Luca Lotti può permettere di lavorare in continuità e arrivare presto ai decreti attuativi»

Tra i tanti impegni da affrontare, il Governo Gentiloni, ha il compito di portare a termine il percorso di riforma dell’editoria. La delega di questa delicata e complessa materia è stata affidata nuovamente all’onorevole Luca Lotti. Una notizia importante perché non si interrompesse il cammino fin qui fatto.

Un mese fa è entrata in vigore la nuova legge (L. 26 ottobre 2016, n. 198). La riforma, che è stata approvata in via definitiva a fine ottobre dalla Camera dei Deputati, disciplina materie come l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e delega il Governo per i decreti attuativi che prevedono anche il sostegno pubblico per il settore dell’editoria e dell’emittenza radiofonica e televisiva locale. Fra le materie oggetto della riforma figura anche la disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

Un punto atteso della legge riguarda la definizione specifica dei criteri in cui rientra il quotidiano on line, definito tale quando è una ‘testata giornalistica’ con precise caratteristiche, che vanno dalla registrazione al tribunale all’iscrizione del direttore all’ordine dei giornalisti, dalla pubblicazione dei contenuti alla frequenza di aggiornamento.

«La crisi di Governo rischiava di segnare un punto di arresto pesante per il cammino della nuova riforma. Dal nostro punto di vista è importante che la delega all’editoria sia rimasta all’onorevole Luca Lotti. Ora auspichiamo che il Governo lavori più velocemente possibile per arrivare ai decreti attuativi -dichiara Marco Giovannelli, presidente dell’Associazione nazionale stampa online (Anso)- Nelle scorse settimane abbiamo avuto un importante incontro con rappresentanti dell’Esecutivo. Ci è stato confermato un chiaro impegno verso i quotidiani online sia per il loro effettivo riconoscimento giuridico, sia per attivare provvedimenti economici a sostegno di questa importante realtà del mondo dell’informazione. L’aver introdotto il quotidiano online nell’elenco dei prodotti giornalistici è un importante passo avanti; ci auguriamo, però, che non resti un mero atto formale. Questa scelta è importante per molti aspetti. I quotidiani online locali e iperlocali sono sempre più centrali per l’informazione dei cittadini. Le imprese editoriali si collocano in un ecosistema complesso dove le notizie vengono diffuse in modalità sempre meno mediate. I giornali restano però un punto di riferimento fondamentale per il pluralismo che non può esser demandato alla sola diffusione dei social network. La legge prevede incentivi e contributi e crediamo sarà realmente innovativo prestare attenzione per la prima volta alle tante realtà editoriali locali, premiando la loro presenza in modo ponderato rispetto ai territori in cui operano. Ci auguriamo che i criteri di scelta dei soggetti venga effettuata su base oggettiva tenendo conto di vari parametri come l’occupazione, il numero dei lettori, l’accessibilità su piattaforme diverse».

Oltre i muri dell’emergenza: lavoro, diritti e libertà

Da: Cgil Ferrara

Sabato 17 dicembre alle ore 9 presso il Cinepark Apollo di Ferrara (Sala 1 – P.zza Carbone, 35) si terrà l’iniziativa pubblica ‘Oltre i muri dell’emergenza: lavoro, diritti e libertà’ in occasione della Giornata internazionale dei migranti. Ne parlano Annalisa Vandelli giornalista e fotoreporter, Grazia Naletto presidente Associazione Lunaria, Tiziano Tagliani Presidente Provincia di Ferrara, Andrea Ronchi avvocato Cgil Emilia Romagna, Andrea Morniroli della cooperativa sociale Dedalus, intervistati dai ragazzi di Occhio ai Media. Lo scrittore Tahar Lamri sarà il moderatore dell’evento al quale parteciperà il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che sarà intervistata dai ragazzi di Occhio ai Media, dagli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Ferrara e da Marco Contini giornalista de La Repubblica.
L’iniziativa, alla quale aderiscono diverse associazioni del territorio (di cui locandina in allegato) si pone l’obiettivo di affrontare questioni che partono dal sistema dell’accoglienza dei richiedenti la protezione internazionale, alle problematiche relative al dopo accoglienza, fino all’inserimento lavorativo. L’evento è in continuità con la manifestazione contro il razzismo, che si è svolta a Ferrara lo scorso 24 settembre, per presentarsi alla cittadinanza insieme e più uniti per contrastare la pericolosa, dilagante ed attuale deriva culturale.

La newsletter del 15 dicembre 2016

Da: Comune di Ferrara

SICUREZZA URBANA E DECENTRAMENTO – Venerdì 16 dicembre 2016 dalle 17,30 alle 19, nella sede della Polizia Municipale in via Bologna 534/a
“Controllo di vicinato”, un percorso di sicurezza urbana con e per i cittadini

Nel corso degli incontri territoriali su “Comunità si-cura” – organizzati tra maggio e giugno 2016 – un gruppo di cittadini partecipanti si è reso disponibile a collaborare al progetto denominato “Controllo di vicinato” con il quale l’Amministrazione Comunale di Ferrara intende migliorare la sicurezza urbana con la partecipazione attiva dei propri cittadini, in un ottica di collaborazione fra istituzioni, forze dell’ordine e cittadinanza.

Per approfondire il tema e fornire chiarimenti sulle modalità operative di partecipazione a questo progetto gli Assessorati comunali alla Sicurezza Urbana e al Decentramento hanno organizzato venerdì 16 dicembre 2016 dalle 17,30 alle 19, nella Sala Riunioni del Comando Polizia Urbana in via Bologna 534/a, uno specifico incontro di presentazione del percorso di formazione per il giorno.

“Il progetto ‘Controllo di vicinato’ ha lo scopo di aumentare il nostro comune senso civico – affermano gli assessori comunali Aldo Modonesi e Simone Merli nella lettera di invito recapitata ai cittadini che avevano aderito al percorso – auspicando un coinvolgimento attivo al progetto stesso, perché il mantenimento della sicurezza all’interno della propria comunità è un diritto-dovere di tutti. La collaborazione richiesta è vista nell’ottica di favorire una sempre maggiore integrazione con i nostri vicini e costruire con loro un nuovo modello che implementi anche la sorveglianza dell’area in cui quotidianamente viviamo, con la possibilità di segnalare fatti e circostanze sospette alle forze dell’ordine, le quali, avranno cura di espletare i dovuti accertamenti di competenza per migliorare la vivibilità della zona”.

Durante l’incontro sarà presente e interverrà anche Gian Luca Albertazzi del Servizio Affari della Presidenza -Area Polizia Locale Ragione Emilia Romagna.

Questo il programma dettagliato dell’incontro pubblico “CONTROLLO DI VICINATO”

16 dicembre 2016 dalle 17,30 alle 19 – Sala Riunioni Comando Polizia Urbana – Via Bologna 534/a
Ore 17,30 Accoglienza partecipanti
Ore 17, 40 Simone Merli, Assessore al Decentramento e Sport:

INTRODUZIONE/COORDINAMENTO DEGLI INTERVENTI: PERCHE’ ATTUARE IL CONTROLLO DI VICINATO. IL COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI PER LA PROMOZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA CIVILE CONVIVENZA

Ore 17,50: Gian Luca Albertazzi del Servizio Affari della Presidenza – Area Polizia locale Regione EMILIA ROMAGNA :

IL CONTROLLO DI VICINATO NELL’ESPERIENZA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

Ore 18,10: Laura Trentini, Comandante P.M.

IL RUOLO DI VICINANZA CON I CITTADINI DELLA PM NELLA REALTÀ FERRARESE

Ore 18,30: Anna Rosa Fava, Portavoce del Sindaco

IL PERCORSO di lavoro e presentazione dello Staff

Ore 18,40: INTERVENTI DEI PARTECIPANTI

Ore 19,00: Aldo Modonesi, Assessore LL.PP., Mobilità e Sicurezza Urbana

CONCLUSIONI

ASSESSORATO AL COMMERCIO – Dalle 16 alle 19 i musicisti della scuola “Musi Jam” si esibiranno lungo la via. Tante offerte con il ‘Black Sunday’
Domenica 18 dicembre con “Mayr Christmas” festa, musica e sconti in via Carlo Mayr in attesa del Natale

Si è svolta in mattinata (giovedì 15 dicembre) nella residenza municipale la conferenza stampa per illustrare l’iniziativa del 18 dicembre 2016 “Mayr Christmas”. In calendario una domenica di festa, sconti e musica dal vivo (a cura della scuola MusiJam) lungo via Carlo Mayr, in attesa del Natale. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Mayr+Verdi e da Feshion Eventi con il patrocinio del Comune di Ferrara. Un nuovo evento importante per via Carlo Mayr che per il secondo anno consecutivo gode anche della pista di pattinaggio su ghiaccio nella vicina piazza
Verdi.

All’incontro con i giornalisti erano presenti l’assessore comunale al Commercio Roberto Serra, Giuseppe Russo e Mauro Balestra dell’associazione Mayr+Verdi e Alessandra Scotti di Feshion Eventi.

“Mayr Christmas”
“Mayr Christmas” è un’iniziativa promossa dall’ “Associazione Mayr+Verdi”, patrocinata dal Comune di Ferrara e coordinata dall’agenzia “Feshion Eventi”. Si tratta di un pomeriggio di festa, musica e sconti in via Carlo Mayr, in attesa del Natale. Domenica 18 dicembre dalle 16 alle 19 la scuola di musica ferrarese “Musi Jam” si esibirà lungo la via per allietare lo shopping natalizio e le fredde passeggiate di dicembre con la calde note delle più classiche canzoni delle feste. Non solo musica… ma anche tanti sconti! In occasione del “Mayr Christmas” ci sarà anche il “Black Sunday”: una serie di offerte proposte dagli esercenti della frizzante via che per la prima volta sperimentano la nota formula promozionale americana (anche se “in another day”).
Un nuovo importante evento per via Carlo Mayr che, per il secondo anno consecutivo, gode anche della bellissima pista di pattinaggio su ghiaccio nell’adiacente piazza Verdi e che si
prepara, inoltre, a festeggiare a pieno la notte di Capodanno grazie all’apertura straordinaria di quasi la totalità dei suoi pubblici esercizi. Mayr Christmas a tutti.

http://www.feshioncoupon.it/mayr-christmas/

Facebook: ​@mayrverdi

Associazione Mayr+Verdi ​ – Via Carlo Mayr n.59 – Ferrara – email: mayrverdi@gmail.com – tel. 348.7810726

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Venerdì 16 (ore 17) e sabato 17 dicembre (ore 10.30) in via Scienze
“Musicanto di Natale”: doppio appuntamento con storie e musiche

Doppio appuntamento in biblioteca comunale con letture accompagnate da musiche e suoni i tema festivo: è il “Musicanto di Natale” che si sdoppia nell’incontro di venerdì 16 al pomeriggio (ore 17) e sabato 17 dicembre mattina (ore 10,30) con un altro intrattenimento narrativo-musicale nella sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, via delle Scienze 17 a Ferrara. Tutti e due gli incontri del 16 e 17 dicembre saranno arricchiti da una merenda offerta dall’associazione Amici della Biblioteca Ariostea

Venerdì 16 dicembre 2016 ore 17
Giochi e musica in Ariostea: arriverà Babbo Natale o la befana Dorotea?
Un bel gioco per grandi e piccini per viaggiare insieme verso il 25 dicembre con letture, musiche, indovinelli, e laboratori per bambini, ragazzi e famiglie. A cura di Alice Olivieri, Francesca Poltronieri, Marta Fogagnolo e Valentina Ferrari, volontarie del Servizio civile nazionale nella Biblioteca Comunale Ariostea. Per un Natale solidale … Action Aid sarà presente in sala con un banchetto per presentare progetti e iniziative.

Sabato 17 dicembre 2016 ore 10,30
Buon Natale con le Arpe fantastiche!
Le fiabe di Sara Fantini, delicatamente illustrate da Nicoletta Altieri, incontrano le dolci note dell’arpa di Irene De Bartolo nel libro, da leggere e ascoltare, “Arpe fantastiche” (Nuovecarte edizioni, 2016).
Dall’esperienza delle autrici nel campo dell’educazione giovanile nasce il progetto letterario-musicale che si concretizza nel libro “Arpe fantastiche”.
Le due fiabe – “L’arpa fatata” e “La Vigilante scomparsa” – hanno come protagoniste principali due arpe, entrambe in qualche modo magiche, che faranno comprendere ai personaggi coinvolti nelle storie l’importanza e la bellezza della vera musica. La lettura del libro può essere accompagnata dall’ascolto dei brani appartenenti al repertorio tradizionale inglese ed irlandese e di autori classici del secolo XVII (adeguatamente segnalati nel testo) proposti nel cd accluso. Alcuni spartiti sono inoltre scaricabili dal sito www.irenedebartolo.it affinché ogni giovane arpista possa mettersi alla prova personalmente nell’esecuzione musicale.
Seguirà un laboratorio musicale attorno all’arpa per i bambini presenti. Consigliata ai bambini a partire dai 4 anni.

Gli incontri del 16 e 17 dicembre saranno arricchiti da una deliziosa merenda offerta dall’associazione Amici della Biblioteca Ariostea.

SCUOLA DI MUSICA MODERNA – Sabato 17 dicembre alle 15.30 nell’aula magna Stefano Tassinari (via Darsena 57)
“Guida all’ascolto”: Roy Buchanan, il chitarrista sconosciuto nel cuore dei grandi

Per il quattordicesimo anno consecutivo, allo scopo di promuovere la cultura e l’educazione musicale in tutte le sue forme moderne, l’Associazione Musicisti di Ferrara-Scuola di Musica Moderna, in collaborazione con il Comune di Ferrara-Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali, Assessorato Politiche per i Giovani, organizza per l’anno 2016-2017 una serie di 10 appuntamenti nell’aula magna Stefano Tassinari della Scuola di Musica Moderna di Ferrara in via Darsena 57; gli incontri sono ad ingresso libero e hanno come temi la guida all’ascolto dei generi musicali moderni più importanti.
“L’esigenza di questi appuntamenti è incominciata quando, durante le lezioni di strumento, facendo alcuni riferimenti a stili e/o ad artisti importanti per la musica studiata, ci siamo accorti che molte cose non si potevano dare per scontate; in poche parole, anche se siamo in un epoca in cui gli ipod straripano di brani, spesso non si sa che cosa si ascolta e da dove proviene tutta questa musica; con queste lezioni, cerchiamo di stimolare l’interesse e l’approfondimento della musica ascoltata e suonata, oltre a creare un ritrovo di persone con lo stesso interesse, siano queste interne alla scuola o esterne”.

Sabato 17 dicembre ore 15.30 : Roy Buchanan, il chitarrista sconosciuto nel cuore dei grandi
a cura di Roberto Formignani

Sabato 14 gennaio ore 15.30: I segreti della teoria e dell’armonia musicale
presentazione del libro “Viaggio tra le note” edito da Odoya a cura di Dario Giardi

Sabato 28 gennaio ore 15.30: Storie di Standard (prima parte)
Giorgio Rimondi – Massimo Mantovani

Sabato 11 febbraio ore 15.30: Storie di Standard (seconda parte)
Giorgio Rimondi – Massimo Mantovani

Sabato 25 febbraio ore 15.30: The many sides of Fred Neil: storia del folk singer che non c’era
Alberto Ronchi

Sabato 11 marzo ore 15.30: The rise and fall of Factory Records: la storia della più visionaria
label post-punk inglese
Roberto Roversi

Sabato 25 marzo ore 15.30: La musica Country nel Rock/Pop: da Johnny Cash ai Beatles
Stefano Parma

Sabato 8 aprile ore 15.30: Stevie Ray Vaughan, il Tornado del Texas
Mario Pantaleoni Roberto Massetti

Sabato 22 aprile ore 15.30: Le grandi orchestre di Jazz
Federico Benedetti

L’orario delle guide all’ascolto è dalle 15,30 alle 18.

Comunicato a cura dell’Associazione Musicisti di Ferrara

ASSESSORATO ALLO SPORT – Domenica 18 dicembre dalle 8.30 per tutta la giornata con ingresso libero al Palasport di Ferrara
Trofeo low cost Ferrara: campioni del mondo in scena con danza di coppia

Domenica 18 dicembre 2016 al Palasport di Ferrara si terrà il Trofeo low cost Ferrara. Organizzatori Stefan Green e Adriana Sigona, direttori tecnici dell’associazione sportiva dilettantistica Easy Dance.

Torna ad animare il palasport di Ferrara il Trofeo low cost Easy dance, competizione internazionale di danza sportiva (danza di coppia nella sua forma agonistica) con patrocinino del Comune di Ferrara che coinvolge i migliori atleti del mondo. Quest’anno riconosciuto dalla Federazione Internazionale come Wdsf International Open, quindi valido per il ranking mondiale, l’evento divenuto ormai un appuntamento tradizionale per il pubblico ferrarese e non richiama ancor più atleti da tutti i continenti.

Oltre 60 giudici italiani e un illustre pannello di giudici internazionali in arrivo da Olanda, Inghilterra, Svizzera, Ucraina, Belgio, Hong Kong, Bielorussia, Bulgaria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia saranno presenti in veste ufficiale rispettivamente per le competizioni nazionali e per le coppie in gara nell’evento Wdsf.

L’organizzazione, ha lavorato di concerto con il Consorzio Visit di Ferrara per garantire la migliore ospitalità sia allo staff tecnico chea gli oltre 800 atleti e famiglie che raggiungeranno la città per mettersi in gioco sulla pista da ballo. Il capoluogo estense ospiterà così oltre 2.000 persone e sarà al centro di un vero e proprio momento di turismo sportivo.

In particolare sono attese 5 coppie, che si sono aggiudicate il titolo di Campioni del Mondo:
• Benedetto Ferruggia e Claudia Kohler (Germania): 3 volte Campioni del Mondo Amatori Standard e Campioni del Mondo Professionisti Standard 2015
• Gabriele Goffredo e Anna Matus (Moldova): Campioni del Mondo 2015 e 2016 Amatori Latino Americani
• Saverio Loria e Zeudi Zanetti (Italy): 2 volte Campioni del Mondo Showdance
• Giacomo Lucchese e Francesca Berardi (Italy): Campioni del Mondo Showdance 2014
• Simone Casula e Laura Marras (Italy): Campioni del Mondo Amatori Showadance 2016

Assolutamente da non perdere nella competizione internazionale di danze latino americane sarà la sfida tra gli attuali Campioni del Mondo, Gabriele Goffredo e Anna Matus, e i loro storici rivali, Armen Tsaturyan e Svetlana Gudyno. Gabriele, pur rappresentando la Moldavia, vive con Anna nella provincia di Bologna e gioca quasi in casa, mentre Armen e Svetlana sono entrambi russi. Vedremo chi sarà il più forte il giorno del Trofeo!

Gli organizzatori
Stefan e Adriana, neozelandese lui residente a Molinella (BO) e siciliana lei ma residente a Ferrara, sono stati a loro volta competitori di alto livello essendosi classificati per ben 7 volte finalisti ai Campionati del Mondo (tra le prime sei coppie dell’intero pianeta) nelle loro specialità, ovvero nelle danze latino americane e nello Showdance. Oggi lavorano con grande impegno per la promozione della danza sportiva a Ferrara, dirigendo un’associazione che conta oltre 250 tesserati e collaborando insieme alle scuole primarie, medie e superiori della città (Stefan insegna anche educazione fisica al Liceo Internazionale).

La storia della gara
• Il progetto “Low Cost” prevede una quota d’iscrizione minima per i competitori e l’ingresso completamente gratuito per il pubblico, in modo tale da promuovere la conoscenza della danza sportiva e permettere ai “competitori della domenica” di confrontarsi in gareben organizzate a un prezzo equo.
• Il 1° Trofeo Low Cost si è svolto a Molinella (BO) nel 2009 e ha visto la partecipazione di 150 coppie (anche allora l’organizzazione è stata a cura di Stefan e Adriana).
• Di anno in anno le gare sono aumentate così come le coppie partecipanti: nella stagione 2014-2015 sono state organizzate 10 gare Low Cost sull’intero territorio nazionale e quest’anno, a Ferrara,sono attese oltre 450 coppie.
• Il Trofeo Low Cost Ferrara 2015 ha visto il Pala Hilton Pharma “gremito” (cit. La Nuova Ferrara) di entusiasti spettatori per tuttala durata della manifestazione.

Costo basso ma alta qualità
Il progetto Low Cost prevede l’ingresso completamente gratuito per il pubblico ed è aperto a tutti coloro che, appassionati, interessati o semplicemente curiosi,desiderano scoprire o approfondire il mondo della danza sportiva. Le competizioni inizieranno alle 8.30 e proseguiranno per tutta la giornata. Musica e balli accompagneranno il pubblico e i competitori verso il momento clou della manifestazione, ovvero le finali internazionali,in programma tra le 16.30 e le 20.30. La gara si concluderà intorno alle 22.
L’appuntamento di domenica 18 dicembre rappresenta così un’occasione unica e imperdibile per scoprire il mondo della danza sportiva e lasciarsi conquistare da tutto il fascino dei suoi campioni.

INTERROGAZIONE – Presentata dal gruppo M5S in Consiglio comunale
Richiesta in merito alla verifica documentale in sede Stabulario UNIFE
15-12-2016

Questa l’interrogazione pervenuta:

– la consigliera Morghen (Gruppo M5S in Consiglio comunale) ha interrogato il sindaco Tiziano Tagliani e le assessore Chiara Sapigni e Roberta Fusari in merito alla verifica documentale in sede Stabulario UNIFE.

>> Pagina riservata alle interpellanze/interrogazioni presentate dai Consiglieri comunali e relative risposte (a cura del Settori Affari Generali/Assistenza agli organi del Comune di Ferrara)

MIBACT – Entro febbraio 2017 dovranno esserci i bandi di gara per l’affidamento dei lavori o dei servizi di progettazione
Progetto “Ducato Estense”: al via la fase operativa da 70 milioni di euro

Bologna, 15 dicembre 2016 – Con la conclusione degli ultimi adempimenti formali, il Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l’Emilia-Romagna, Le Gallerie Estensi e i Comuni coinvolti nel progetto di valorizzazione e promozione turistico-culturale “Ducato Estense”, dovranno procedere, entro il febbraio 2017,con i bandi di gara per l’affidamento dei lavori o dei servizi di progettazione ad esso relativi.

Dei 70 milioni provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020 che consentiranno tra il 2016 ed il 2022 la completa realizzazione del progetto, 69 riguardano interventi di restauro e riqualificazione di beni architettonici, storici e artistici (con priorità ad edifici tutelati danneggiati dal sisma del 2012) con la supervisione ed coinvolgimento della Soprintendenza competente per il territorio, mentre un milione viene affidato al Segretariato del Mibact per l’Emilia-Romagna che, oltre ad essere impegnato in un complesso ruolo di coordinamento e verifica delle fasi evolutive del progetto complessivo e di collegamento tra Amministrazioni locali e Ministero, deve realizzare la comunicazione integrata per la promozione del brand “Ducato Estense” sia in Italia che all’estero.

Un’attività che, oltre al lancio turistico di quel territorio compreso tra le province di Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Lucca che in larga parte coincide con i confini del dominio della casa d’Este, ha il compito di narrare e rendicontare con la massima trasparenza gli interventi di restauro di palazzi, piazze, rocche e di adeguamento impiantistico, d’illuminazione pubblica ma anche di tracciatura di sentieri, di adeguamenti per l’accessibilità ai siti per persone con difficoltà motorie, di creazione di aule didattiche e bookshop che vedono protagonisti non solo i Comuni capoluogo ma anche le piccole realtà amministrative della Garfagnana, del delta del Po e dell’Appennino emiliano.

Il racconto della storia del casato Estense avverrà attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti che le tecnologie della comunicazione mettono oggi a disposizione a partire dalla piattaforma WebGIS, il sistema di geolocalizzazione dei beni culturali creato dal Segretariato all’indomani del sisma del 2012 in Emilia che si sta rivelando anche un utile strumento di navigazione turistica e di promozione del territorio. I contenuti che si possono veicolare attraverso il Web Gis attengono contestualmente alla divulgazione scientifica e all’informazione turistica, in risposta alle specifiche esigenze di valorizzazione e promozione turistica del territorio comprese nel progetto.

Tutto questo vasto territorio verrà visibilmente marcato (attraverso un’apposita e riconoscibile cartellonistica stradale e con totem interattivi allestiti presso i vari siti) per rendere facile l’individuazione di tutti i percorsi culturali che si possono declinare a partire dal grande racconto centrale della storia del ducato. Un progetto ad alto tasso tecnologico concepito per l’utilizzo di personal device, per un viaggiatore orientato al turismo sostenibile e alla ricerca di circuiti culturali meno scontati.

Per questa ragione, nei centri storici di Ferrara, Modena, Reggio Emilia e nella zona della Garfagnana, verranno installati dei veri e propri Hub Estensi, punti facilmente individuabili dove il turista potrà essere accolto per reperire tutte le informazioni relative ai beni estensi sul territorio, indicazioni utili sulla viabilità e percorsi consigliati: veri e propri snodi da cui partiranno diverse “rotte” per raggiungere le testimonianze estensi del territorio.

Per info: Segretariato Regionale del Mibact per l’Emilia-Romagna, Ufficio stampa tel. 051 4298243, responsabile Raffaele Gaudioso, email raffaele.gaudioso@beniculturali.it

SERVIZIO COMMERCIO – Uscita bandi completi dal 2 al 31 gennaio 2017, le domande dall’1 febbraio al 2 marzo
Avviso di bando delle aree pubbliche (chioschi) per l’esercizio di attività artigianali, somministrazione di alimenti e bevande e rivendita quotidiani e periodici

All’inizio di dicembre 2016 è stato pubblicato all’Albo Pretorio e sul sito istituzionale del Comune di Ferrara l’avviso di bando per le assegnazioni delle concessioni di aree pubbliche ai fini dell’esercizio di attività artigianali, di somministrazione di alimenti e bevande e di rivendita di quotidiani e periodici. I bandi completi e dettagliati saranno pubblicati dal 2 al 31 gennaio 2017 e le domande dovranno essere presentate dal 1° febbraio al 2 marzo 2017 (esame delle domande a partire dal 3 marzo 2017). Potranno partecipare alla selezione le persone fisiche o giuridiche in possesso dei requisiti per l’esercizio dell’attività artigianale, di somministrazione o di rivendita esclusiva di quotidiani e periodici previsti dalla normativa di settore vigente. Le domande per l’assegnazione delle aree oggetto della presente selezione, complete di bollo, dovranno essere presentate mediante piattaforma “Suap on line” per la partecipazione delle istanze in via telematica. La presentazione delle istanze tramite Pec è quindi ammessa solo qualora tale piattaforma non sia accessibile o utilizzabile. Le domande inviate oltre il termine non produrranno alcun effetto, saranno considerate irricevibili e non daranno titolo ad alcuna priorità per il futuro. Deve essere presentata una domanda per ciascuna concessione per cui s’intende partecipare alla relativa procedura di assegnazione. È consentito presentare più domande, fatta salva la destinazione d’uso della singola area pubblica. La domanda può essere presentata dall’affittuario dell’azienda o di un ramo di essa, purché il contratto di affitto sia ancora efficace al momento della partecipazione alla selezione. Nel caso in cui l’affittuario risulti assegnatario della concessione, il proprietario della concessione stessa perde il diritto ad ottenere la re-intestazione del titolo alla scadenza del contratto di affitto.

Per informazioni contattare il Servizio Commercio Attività Produttive E Sviluppo Economico – Ufficio Cosap – Via Boccaleone, 19 – Ferrara – Tel. 0532 419 928 – 958 – 922 Orario di apertura al pubblico: lunedì, martedì e venerdì dalle 9 alle 13; martedì dalle 15 alle 17.

FERRARA FIERE – Dal 24 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017 (tutti i giorni) e nei week-end del 14 e 21 gennaio 2017
Il paese delle meraviglie torna in Fiera per bambini e adulti. Gli appuntamenti

Si è svolta questa mattina, giovedì 15 dicembre nella residenza municipale, la conferenza stampa di presentazione di “Winter Wonderland – Natale in Giostra 2016-2017” il parco divertimenti al coperto più grande d’Italia in programma alla Fiera di Ferrara tutti i giorni dal 24 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017 e nei week-end del 14-15 e 21-22 gennaio 2017. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti Roberto Serra (assessore al Commercio del Comune di Ferrara), Filippo Parisini (presidente di Ferrara Fiere Congressi), Luca Catter (Eventi e Spettacoli), Ennio Bizzarri (co-organizzatore di Winter Wonderland) Eleonora Manfredini (staff organizzazione Winter Wonderland).

LA SCHEDA – WINTER WONDERLAND – NATALE IN GIOSTRA 2016-17 – QUARTA EDIZIONE DA RECORD (a cura degli organizzatori)

Il parco di divertimenti indoor più grande d’Italia torna a spalancare le sue porte alla Fiera di Ferrara. Tutti i giorni, da sabato 24 dicembre 2016 a domenica 8 gennaio 2017, e anche nei weekend del 14-15 e 21-22 gennaio, andrà in scena la quarta edizione di Winter Wonderland – Natale in Giostra, che riempirà di colori e musica i ventimila metri quadrati e i sei padiglioni del quartiere fieristico. Un parco divertimenti con oltre 25 attrazioni, appuntamenti per giovani, bambini e famiglie, ed eventi speciali di assoluto richiamo. Dopo le oltre 30mila presenze della scorsa edizione, anche quest’anno Winter Wonderland – Natale in Giostra darà la possibilità, nel periodo più freddo dell’anno, di divertirsi in sicurezza e comfort nei padiglioni di Ferrara Fiere.

Oltre alle classiche attrazioni come l’Autoscontro, il Brucomela, il Tagadà e la Piovra, quest’anno ci sarà anche il Santa Claus Express, il trenino che condurrà grandi e piccini nel Villaggio di Babbo Natale. Nel più grande parco divertimento al coperto d’Italia ci sarà anche la Giostra seggiolini, meglio nota come “calcinculo”, le Waterball per camminare a pelo d’acqua, il Castello di Aladino, l’Autorodeo oltre a una serie di giochi a premio.

Tra le appuntamenti giornalieri ci sarà il Christmas Circus che, con due spettacoli, farà viaggiare la fantasia tra sogno e magia ne “La Bottega Incantata” del circo Ivanov. Mentre quattro elfi animeranno il Villaggio di Babbo Natale, l’appuntamento da non perdere sarà il ballo con Winterello, simpatica mascotte della manifestazione. Non mancheranno anche i laboratori per bambini, un contest fotografico e l’angolo Truccabimbi.

Oltre alle attrazioni e agli eventi giornalieri, non meno importanti saranno i tanti eventi speciali. Si inizierà il 24 dicembre con l’inaugurazione di Winter Wonderland – Natale in Giostra (ingresso gratuito) e la consegna delle letterine a Babbo Natale. Grazie a un accordo con Ikea, sono state distribuite oltre 5000 letterine in cinque diversi punti vendita che i bambini potranno compilare e consegnare la vigilia di Natale. Anche quest’anno il 24 e il 28 dicembre si svolgerà la Festa della Scuole che coinvolgerà gli alunni degli istituti scolastici di Ferrara e provincia. Altra novità della quarta edizione sarà, il 27 dicembre, lo Spal Day. Il mondo biancoazzurro sarà protagonista a Winter Wonderland – Natale in Giostra grazie alla presenza degli atleti del settore giovanile e alcuni giocatori della prima squadra che saranno disponibili per autografi e fotografie.

Il giorno di Natale, e per altre cinque date, I Muffins metteranno in scena un’inedita e emozionante favola natalizia nel “Christmas Show – Il Natale dei Giocattoli”. Il 30 dicembre sarà il momento del grande concerto di Cristina D’Avena e Andrea Poltronieri. Sarà possibile festeggiare in Fiera anche il Capodanno. Il 31 dicembre è infatti previsto lo spettacolo “Winter Circus” e, a seguire, un Dj set; mentre le attrazioni resteranno in funzione fino alle 3 di notte.

Il 2 gennaio spazio ancora allo sport con l’esibizione di ginnastica ritmica della Farfalle Estensi. Il 6 gennaio sarà protagonista la Befana, mentre il 7 e 8 gennaio Winter Wonderland – Natale in Giostra aprirà le porte al mondo dei fumetti con Comixland. Un evento nell’evento che farà di Ferrara la capitale dei fumetti. In programma un cosplay contest, le esibizioni di Giorgio Vanni col suo live show e de iPantellas. Winter Wonderland – Natale in Giostra 2016 – 2017 si terminerà il 22 gennaio con la grande festa di chiusura e il “Winter Carnival”, anteprima del carnevale che premierà la maschera più bella.

Il biglietto di ingresso alla fiera sarà di euro 4, il tagliando ridotto 3 euro, i bambini sotti i 90 cm di altezza entrano gratuitamente. L’ingresso consentirà la possibilità di usufruire di tutte le animazioni giornaliere e gli spettacoli ed eventi, mentre le attrazioni si pagheranno singolarmente o con l’acquisto di bracciali giornalieri. Sul sito winterwonderlanditalia.com sarà possibile acquistare il braccialetto giornaliero, valido per avere accesso illimitato a tutte le attrazioni presenti, al prezzo scontato di 19,90 euro.

All’interno di Winter Wonderland saranno in funzione un ristorante, una pizzeria e altri punti ristoro.

Per i turisti che sceglieranno di soggiornare a Ferrara, sono previste interessanti convenzioni con alcune strutture alberghiere.

Winter Wonderland – Natale in Giostra 2016 – 2017 è organizzato da Eventi e Spettacoli in collaborazione con Ferrara Fiere Congressi e patrocinato dal Comune di Ferrara; tra i supporter: Mc Donald’s, Spal, Radio Bruno e Centro Commerciale Il Castello.

– Orari e aperture

24 e 25 Dicembre
Dalle 15.00 alle 21.00
26 Dicembre
Dalle 10.00 alle 21.00
Dal 27 al 30 Dicembre
Dalle 14.00 alle 21.00
31 Dicembre
Dalle 14.00 alle 03.00
01 Gennaio
Dalle 10.00 alle 21.00
Dal 02 al 04 Gennaio
Dalle 14.00 alle 21.00
Dal 05 al 08, il 14/15 e il 21/22 Gennaio
Dalle 10.00 alle 21.00

Ufficio Stampa: Eleonora Manfredini Tel. 349 5736971 – info@mediainside.it

sito internet ufficiale www.winterwonderlanditalia.com

INTERPELLANZA – Presentata dal gruppo Forza Italia in Consiglio comunale
Richiesta in merito al calcolo delle rette degli asili nido comunali

Questa l’interpellanza pervenuta:

– la consigliera Peruffo (gruppo Forza Italia in Consiglio comunale) ha interrogato il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessora alla Pubblica istruzione Annalisa Felletti in merito al calcolo delle rette degli asili nido comunali (PG. 143434/16).

>> Pagina riservata alle interpellanze/interrogazioni presentate dai Consiglieri comunali e relative risposte (a cura del Settori Affari Generali/Assistenza agli organi del Comune di Ferrara)

A.A.A.Angelica: Ariosto visto dal binocolo dell’arte contemporanea

Una casa dove entri per uscire sempre da qualche altra parte. E’ un piccolo viaggio nel mondo dell’arte, quello che si fa quando si visita la galleria-abitazione di Maria Livia Brunelli. La home gallery è sulla stessa via di Palazzo dei Diamanti, che è in corso Ercole I d’Este, ma una ventina di numeri civici più in su, proprio attaccata al castello e al cuore della città. Da anni la critica e gallerista ferrarese ha abituato i suoi visitatori a esplorare mondi artistici costruiti in dialogo con il tema che occupa le sale di Palazzo dei Diamanti. Così – adesso che nella Galleria d’arte istituzionale è in corso la mostra “Orlando furioso 500 anni” – da Maria Livia sta per andare in scena “A.A.A.Angelica” di Marco Di Giovanni. Ieri l’artista stava infatti completando l’allestimento in vista dell’inaugurazione che ci sarà venerdì 16 dicembre 2016 alle 18.

Marco Di Giovanni con Maria Livia Brunelli alla mostra in allestimento alla home-gallery (foto Giorgia Mazzotti)
Marco Di Giovanni con Maria Livia Brunelli alla mostra in allestimento alla home-gallery (foto Giorgia Mazzotti)

Marco Di Giovanni è uno scultore e performer che ha al suo attivo esposizioni importanti in altre gallerie nazionali di arte contemporanea. Nato quarant’anni fa in Abruzzo, un passato di studi classico-scientifici e una famiglia di ingegneri alle spalle, Di Giovanni vive a Bologna da quando ha compiuto la maggiore età pensando di dedicarsi lui pure ad ingegneria. Sennonché girando nella zona universitaria bolognese, quasi per caso, un giorno è entrato all’Accademia di Belle arti ed è lì che si è reso conto che in quelle aule si facevano le cose che interessavano davvero a lui; e da allora si è dedicato all’arte. Il risultato ora è visibile alla Mlb home gallery. Più ancora che visibile, bisognerebbe dire esplorabile. Alto e barbuto come un paladino d’altri tempi, Di Giovanni costruisce delle opere come macchine fatte per portarti a vedere e sperimentare sensazioni, spaesamenti, visioni.

In una sala della galleria è esposto una specie di relitto in metallo arrugginito, che sembra la parte emersa di un sottomarino. Dal binocolo che sporge si può sbirciare dentro, finendo per perdersi in un cristallo-mappamondo che mostra i meandri di un cratere terroso e mobile, che può dare anche un leggero senso di vertigine. Sullo stesso macchinario, poi, il visitatore può salire in piedi per andare ad avvistare la luna da un buco di un tubo in metallo arrugginito che punta verso il soffitto. Ad aiutare lo spettatore a orientarsi ci potrebbero essere le mappe di 46 taccuini Moleskine, uno per ogni canto del poema. Sono appesi sulla parete accanto, tutti aperti sulla pagina del planisfero suddiviso in fusi orari. Peccato che il segno dell’artista sia intervenuto sulla mappa e l’abbia modificata con segni simili a quelli prestampati, ma che rendono il disegno privo di senso geografico. Guardando da distanza la distesa dei quadernini spalancati, però, quei ghirigori astrusi (che sembravano fatti a caso) trasformano la sequenza di pagine in un grande volto, come pixel anomali in bianco e grigio che fanno apparire un viso dall’aria familiare: è il ritratto barbuto e quasi sornione di Ludovico Ariosto che occhieggia un po’ ammiccante.

Marco Di Giovanni davanti ai taccuini della sua mostra alla Mlb gallery (foto Giorgia Mazzotti)
Marco Di Giovanni davanti ai taccuini della sua mostra alla Mlb gallery (foto Giorgia Mazzotti)

“Perché Ariosto – spiega Di Giovanni – noi nei ritratti lo vediamo molto serio e composto, ma in realtà è un gran burlone. Se si legge il suo ‘Orlando furioso’ si impara ad apprezzare questo autore per la brillantezza, l’ironia e il divertimento che sa trasmettere nel suo poema. La sua opera avrà anche 500 anni, ma è di una modernità e vivacità incredibili”. Un esempio per tutti: “Io sono rimasto molto colpito da Bradamante quando vince il concorso di bellezza e poi però non vuole che, a causa di questa sua vittoria, venga espulsa la precedente reginetta. Lei, così bella ma anche così atletica da essere uno dei migliori combattenti, dice che alla fin fine, per quello che ne sanno, potrebbe essere anche un uomo. Che dire? Per me questo fa dell’eroina il primo manifesto del genere transgender!”, una paladina dell’emancipazione e quasi dell’orgoglio di una sessualità alternativa.

I "panni di Bradamante" per la mostra "AAAAngelica" ala Mlb home gallery 2016 (foto Giorgia Mazzotti)
I “panni di Bradamante” per la mostra “AAAAngelica” ala Mlb home gallery 2016 (foto Giorgia Mazzotti)

Per mostrare questo aspetto – assicura l’artista – venerdì ci sarà una novella Bradamante in carne e ossa. Una bella tra le belle e atletica tra gli atleti, che con la sua femminilità tanto armoniosa quanto combattente “svestirà” i panni della guerriera. Per trovare una creatura tanto eccezionale, Di Giovanni è andato a pescare in riva al suo mare, dove ha avvistato una giovane donna di una bellezza scultorea e imponente, scoprendo poi con stupore che si trattava di una giovanissima giocatrice di pallavolo, ancora minorenne, ma ora arruolata col benestare dei genitori per la performance inaugurale.

Ad Angelica, invece, è dedicata l’altra parte di indagine artistica. “Tanto Bradamante è emancipata e fascinosamente evoluta – dice – tanto Angelica mi spiazza per il suo ruolo di donna-oggetto che si offre come premio per il vincitore”. L’artista spiega cosa ha fatto per indagare questa personalità che fa perdere il senno ad Orlando: “Ho pensato di andare a cercare nella direzione che più di tutte farebbe sentire furioso me. E la cosa che mi rende effettivamente furibondo è il pensiero di una donna che offra la propria attrattiva in cambio di un compenso, annullando d’un colpo ogni possibilità di seduzione”. Così Di Giovanni inquadra la figura di Angelica in quella categoria di donne che propongono se stesse e le proprie grazie attraverso annunci come appunto “A.A.A.Angelica”. Con un’unica via di salvezza, che ha Angelica, che è il dono magico che possiede di potere diventare invisibile riuscendo così a sfuggire a tutto quel desiderio che provoca e che apparentemente si offre di soddisfare.

Ecco allora che – a partire da venerdì 16 dicembre e fino a marzo – ai visitatori della casa-galleria spetterà di avventurarsi in questo viaggio nei meandri della follia e della misteriosa fascinazione femminile che la provoca, tra artifici e arte.

MLB-Maria Livia Brunelli home-gallery, corso Ercole I d’Este 3, Ferrara: “A.A.A. Angelica” di Marco Di Giovanni da venerdì 16 dicembre 2016 (ore 18) al 26 marzo 2017. Aperto il sabato e la domenica ore 15-19, gli altri giorni su appuntamento (email mlb@mlbgallery.com, cell. 346 7953757). Con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del V Centenario dell’Orlando Furioso e il patrocinio del Comune di Ferrara. Ingresso libero.

Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21, Ferrara: “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” a cura di Ferrara Arte dal 24 settembre 2016 al 29 gennaio 2017. Aperto tutti i giorni ore 9-19 a pagamento.

Foto di Patrizio Campi [clicca sulle immagini per ingrandirle]

Latte: Coldiretti, siglato accordo

Da: Coldiretti

Latte: Coldiretti, siglato accordo prezzo minimo a 39 cent/litro

Fatto l’accordo sul prezzo del latte alla stalla. Lo rende noto Coldiretti Emilia Romagna nel sottolineare che l’intesa è stata siglata con Italatte che fa capo al gruppo Lactalis con i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Cademartori, la più importante industrie casearie a livello nazionale, e prevede una quotazione minima di 37 centesimi al litro a gennaio, che salirà a 38 centesimi a febbraio per arrivare ai 39 centesimi di marzo e aprile, come punto di riferimento il mercato lombardo. L’accordo – sottolinea Coldiretti – viene esteso anche a quei contratti già siglati e che sarebbero scaduti a marzo 2017. Inoltre, per la definizione del prezzo – continua la Coldiretti – cambia il sistema di indicizzazione nel quale viene inserito, per una quota del 30%, anche il valore del Grana Padano che diventa uno dei parametri base. Si terrà conto della quotazione formulata su questa indicizzazione solo se sarà superiore al prezzo minimo stabilito nell’accordo. Rispetto allo scorso anno – sottolinea la Coldiretti – gli allevatori non saranno più costretti a limitare la quantità munta in base agli accordi di ritiro, ma dovranno solo comunicare la produzione stimata nel 2017. L’accordo prevede poi che a scadenza venga subito aperto un tavolo di confronto per stabilire il prezzo nei mesi successivi. Il valore del latte in Lombardia – spiega Coldiretti – è uno strategico punto di riferimento per le quotazioni a livello nazionale considerato che nelle stalle lombarde si munge più del 40% di tutto il prodotto italiano. “Questa intesa – afferma Ettore Prandini, vice presidente nazionale di Coldiretti – rappresenta un risultato importante che rimette al centro il comparto zootecnico lattiero-caseario e offre finalmente una prospettiva positiva su un prezzo non in calo ma stavolta in aumento. E’ un grande risultato che – conclude Prandini – nasce anche dalla battaglia vinta quest’anno da Coldiretti per l’etichettatura di origine di tutti i prodotti lattiero caseari, dopo la quale il mercato ha dato segni di ripresa ogni giorno più forti”.

Turismo. Verso la costituzione delle Destinazioni turistiche. Tre i nuovi poli: Romagna/Ferrara, Bologna/Modena, Emilia occidentale

Da: Regione Emilia-Romagna

L’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini: “Dare più efficacia alla promozione del territorio valorizzando le aree omogene. Saremo operativi già dal prossimo marzo”

Entra nel vivo la fase costitutiva delle Destinazioni turistiche, previste dalla Legge regionale 4 che porta verso una semplificazione del sistema, con tre nuovi poli costituiti dalle province della Romagna e Ferrara, dalla Città Metropolitana di Bologna e dal territorio provinciale di Modena (che ha optato per una collaborazione istituzionale con Bologna sul versante della promozione turistica), mentre la terza metterà insieme i territori dell’Emilia occidentale compresi nelle province di Reg\gio Emilia, Parma e Piacenza.
Attualmente i piani di promo-commercializzazione sono 12: i 9 provinciali, più i 4 delle Unioni di Prodotto. Con le Destinazioni turistiche diventeranno tre.
All’interno di questo nuovo quadro, spetterà alle Destinazioni, cui potranno aderire anche le Camere di Commercio, istituire Cabine di regia con la partecipazione di soggetti privati del settore turistico locale. Dopo una fase di discussione che ha coinvolto tutti i territori della Regione, ora si procederà alla effettiva riorganizzazione.

”ll confronto istituzionale di questi ultimi mesi nei diversi territori dell’Emilia-Romagna ha portato a questa configurazione- anticipa l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini-. Crediamo sia funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di promuovere ambiti territoriali che, superando i confini provinciali, valorizzino Destinazioni omogenee dal punto di vista delle vocazioni turistiche. L’obiettivo è dare più efficacia al sistema regionale di promo-commercializzazione turistica”.
Le Province e Comuni interessati hanno dato avvio all’iter di approvazione delle proposte di istituzione delle rispettive Destinazioni e dei relativi Statuti. Poi, aggiunge l’assessore Corsini “spetterà alla Giunta Regionale, sentita la competente commissione Assembleare (che è già stata aggiornata in una seduta dello scorso 7 dicembre), istituire le nuove Destinazioni turistiche. Contiamo che ciò possa avvenire entro il mese di gennaio– conclude-, consentendo così l’operatività delle Destinazioni già a partire dal marzo del prossimo anno”.
“Questi- conclude Corsini-, sono gli appuntamenti che ci impegneranno nei prossimi mesi e che dovranno condurci alla costruzione di un sistema regionale forte e coeso in cui Regione, Enti locali, Destinazioni turistiche, Apt e tutti i soggetti privati potranno operare insieme per lo sviluppo turistico dell’Emilia-Romagna”./AA

Fusioni. È ufficialmente istituito il Comune di Terre del Reno

Da: PD Emilia-Romagna

Zappaterra (PD): ‘Unanimità in Assemblea, ma la decisione l’avevano già presa i cittadini con il voto favorevole al referendum’

“È ufficiale. È nato un nuovo Comune nel Ferrarese: Terre del Reno. Lo avevano già deciso i cittadini; dopo il referendum che aveva dato il via libera al progetto di fusione tra Sant’Agostino e Mirabello, l’Assemblea Legislativa regionale martedì 13 pomeriggio ha approvato all’unanimità la legge che formalizza l’istituzione del nuovo ente” annuncia Marcella Zappaterra, Consigliera PD e relatrice di maggioranza della legge che istituisce il nuovo ente.

“Alla fine anche la Lega Nord ha votato favorevolmente al progetto, ma dispiace abbia portato avanti, fino all’ultimo momento, posizioni che definirei incoerenti. – rimarca Zappaterra – Il fatto che anche oggi il relatore di minoranza Pompignoli abbia dichiarato la propria contrarietà alle fusioni spiegando il proprio voto favorevole alla nascita di Terre del Reno solo perché rispondente alla volontà espressa dai cittadini, è emblematico delle incongruenze della Lega che ci hanno accompagnato lungo tutto il percorso pre-referendario con rappresentanti leghisti che si esprimevano per il no e altri dello stesso partito che li sconfessavano”.

Sono 10.244 i residenti del nuovo Comune, il cui nome, Terre del Reno, è stato anch’esso scelto dai cittadini in occasione del referendum consultivo dello scorso 16 ottobre che aveva confermato la volontà degli elettori sia di Sant’Agostino, sia di Mirabello di procedere alla fusione.

L’istituzione del nuovo Comune avrà decorrenza dal 1 gennaio 2017. È previsto un contributo annuale da parte della Regione di 180 mila euro all’anno per quindici anni e un ulteriore finanziamento regionale straordinario, in conto capitale, di 150 mila euro all’anno per un triennio a titolo di compartecipazione alle spese iniziali. A tali importi va aggiunto un contributo statale di 774.290 euro all’anno per un decennio; la Legge di Stabilità approvata la scorsa di stabilità inoltre prevede un aumento del fondo statale in favore dei Comuni nati da fusione sul biennio: per Terre del Reno si stimano circa 200mila euro in più rispetto a quanto previsto inizialmente.

“Ovviamente il motivo per cui essere soddisfatti non è solo quello dipendente dai contributi che Terre del Reno riceverà. Le fusioni di Comuni sono davvero un’opportunità da cogliere, superando i campanili e unendo le forze di realtà vicine. Piccolo non è sempre bello, e soprattutto non è sempre efficace nel garantire servizi ai cittadini. – commenta Zappaterra a margine della votazione – I santagostinesi e i mirabellesi hanno dimostrato con il loro voto positivo di averlo capito e sono certa che anche coloro che non si recarono alle urne lo scorso ottobre avranno modo di comprendere la portata di questa innovazione che alleggerirà la macchina organizzativa comunale e consentirà di investire per costruire soluzioni più utili a servizio dei cittadini”.

Il Coro Polifonico Santo Spirito festeggia in Cattedrale

Da: Organizzatori

Il Coro Polifonico Santo Spirito diretto da Francesco Pinamonti compie trent’anni e li festeggia in Cattedrale domenica 18 dicembre alle 21 con un concerto tutto dedicato a Vivaldi. Un ‘Vespro per il Natale’ che comprenderà celebri composizioni sacre del Prete Rosso, eseguite con la collaborazione strumentale dell’Accademia dello Spirito Santo su strumenti antichi: Luca Giardini, Maria Ines Zanovello, Anania Maritan, Lavinia Soncini, Filippo Bergo (violini), Giovanna Gordini e Sonia Amadio (viole), Davide Amadio e Carlo Zanardi (violoncelli), Cristiano Contadin (violone), Deniel Perer all’organo. Li guiderà il padovano Luca Ranzato, allievo di Piero Toso e solista dell’orchestra Interpreti Veneziani, nelle vesti di primo violino e concertatore. Il concerto si avvarrà del prezioso apporto del soprano Francesca Lombardi Mazzulli e del mezzosoprano Francesca Sartorato, voci entrambe già note e assai apprezzate dal pubblico cittadino, due interpreti le cui carriere stanno specializzandosi in contesti sempre più internazionali proprio nel repertorio barocco.
Il programma prevederà tra gli altri il mottetto ‘Nulla in mundo’ – di fatto una breve Cantata solista per soprano – e brani corali tra quelli superstiti tratti da Messe, come ‘In exitu Israel’, ‘Domine ad adiuvandum’, ‘Laudate Dominum’ e ‘Beatus Vir’. Le composizioni sono tutte accompagnate da archi e continuo, in uno stile originalissimo in cui Vivaldi trasferisce tutta la sua genialità di autore di musica strumentale. L’impegno nel repertorio sacro ebbe per lui un carattere sostanzialmente occasionale, senza commissioni documentate e senza avere mai stabilmente ricoperto l’incarico prestigioso di Maestro in San Marco. Ciò rende il campo della musica vocale sacra – una cinquantina di composizioni riconosciute come autentiche, per la maggior parte scritte per il Coro del Pio Ospedale della Pietà negli anni 1713-19 (periodo in cui sostituì il titolare Gasparini, ammalato) e 1737-39 – uno tra i più difficili da esplorare, ma anche uno tra i più intriganti. Da queste considerazioni, nasce l’idea di eseguire a Ferrara – città vietata inizialmente al ‘Prete Rosso’ dal Legato Pontificio – un Vespro tutto su musiche di Antonio Lucio Vivaldi, che al suo interno – come primo brano eseguito – prevede il ‘Domine ad Adjvandum me, festina’ RV 593, che gli studiosi fanno risalire però al ‘periodo romano’ e composto indicativamente nel 1720 nello stile ‘antifonale’ tipico veneziano. Il pezzo forte a conclusione della serata sarà infine il ‘Magnificat’ in Sol minore nella versione per doppio coro, archi e continuo: un brano devozionale concepito nello spirito più pieno del Barocco italiano, melodrammatico e a tratti angosciato, in cui Vivaldi dimostra in pieno il suo magistero di fecondo operista.
Il Coro Polifonico Santo Spirito è nato nel 1986, con circa quaranta coristi dal percorso musicale eterogeneo, che in questi trent’anni si sono sempre più qualificati con collaborazioni e direzioni di grande prestigio (René Clemencic, Giovanni Acciai, Stefano Molardi, Gerd Kenda, Diego Fasolis, Sergio Balestracci, Roberto Zarpellon); dal 2013 è tra i protagonisti della Stagione Lirica del Teatro Comunale di Ferrara, con produzioni barocche e classiche (Vivaldi, Haendel, Monteverdi, Bertoni, Gluck) che hanno portato in città prime esecuzioni assolute in epoca moderna.
Il concerto di domenica, organizzato grazie alla collaborazione ed alla ospitalità del Capitolo della Cattedrale, è a ingresso libero.

IL CONCERTO
Ultimo live dell’anno della Tjco

Da: Jazz Club Ferrara

Venerdì 16 dicembre spazio all’ultimo live 2016 dell’apprezzata Tower Jazz Composers Orchestra, l’orchestra residente del Jazz Club Ferrara. Gli oltre 20 venti elementi che la compongono, diretti da Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon, proporranno composizioni originali e accattivanti rivistazioni di brani della tradizione afroamericana. In apertura di serata critico musicale e autore Franco Bergoglio presenterà ‘Sassofoni e pistole. Storia delle relazioni pericolose tra jazz e romanzo poliziesco’, edito da Arcana. Media Eleonora Sole Travagli.

Venerdì 16 dicembre, a partire dalle ore 21.30, spazio all’ultimo live 2016 dell’apprezzata Tower Jazz Composers Orchestra, l’orchestra residente del Jazz Club Ferrara.
Gli oltre 20 venti elementi che la compongono, diretti da Alfonso Santimone e Piero Bittolo Bon, alterneranno composizioni originali ad accattivanti rivistazioni di brani della tradizione afroamericana che andranno ad infoltirne il repertorio, dando spazio ai talentuosi elementi di sperimentare e mettere in gioco le proprie idee musicali con creatività e sorprendente empatia.
In apertura di serata il critico musicale e autore Franco Bergoglio presenterà ‘Sassofoni e pistole. Storia delle relazioni pericolose tra jazz e romanzo poliziesco’ (Arcana Edizioni), con la mediazione di Eleonora Sole Travagli.
Cosa unisce Andrea Camilleri, Raymond Chandler, Michael Connelly, James Ellroy, Giorgio Faletti, Patricia Highsmith, Stephen King, James Patterson, Georges Simenon, Carlo Lucarelli, Jean Claude Izzo, Cornell Woolrich, e molti, molti altri? Elementare, Watson: gli oltre trecento scrittori approfonditi in questo volume hanno introdotto del jazz nei loro romanzi noir. ‘Sassofoni e pistole’ racconta, dunque, la storia della musica preferita dagli autori di thriller di ieri e di oggi; di sparatorie a ritmo swing, detective che si esercitano al sassofono invece che con la pistola, cantanti platinate e ispettori fanatici di Miles Davis. Una raccolta di memorabilia un po’ folle, comprendente scrittori, artisti, libri e canzoni.
L’ingresso a offerta libera è riservato ai soci Endas. È consigliata la prenotazione della cena al 333 5077059 (dalle 15.30).

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena 333 5077059 (dalle 15.30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15
Non si accettano pagamenti POS
Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Incontro con l’autore 21.30
Concerto 22.00

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

Invito inaugurazione Presepi artistici a Comacchio

Da: Ascom Ferrara

Inaugurazione in puro stile natalizio a cura di Ascom Confcommercio in collaborazione con il Comune per sabato 17 dicembre a Comacchio: l’appuntamento è alle ore 10,00 al Trepponti per inaugurare i Presepi artistici – alla presenza del sindaco Marco Fabbri, del presidente Ascom Comacchio Gianfranco Vitali e del direttore generale di Ascom Ferrara Davide Urban – per accendere il clima delle imminenti festività nel cuore del centro storico, già di per se magico, della città lagunare.
Giusto il tempo di tagliare il nastro, per proseguire con la visita ai suggestivi presepi realizzati dall’associazione Marasue, da Al Batal e dai Volontari della Chiesa del Carmine in ambientazioni uniche ed esclusive che solo Comacchio può vantare nel gioco di luci e colori tra l’acqua e l’arcate dei ponti: appunto quello del Trepponti e poi quello di San Pietro, degli Sbirri, del Teatro ed infine quello della Chiesa del Carmine. Le Natività frutto di tradizione religiosa popolare, ingegno e passione saranno visibili fino all’8 gennaio 2017.
Slitta per ragioni organizzative e logistiche l’appuntamento con la mostra ‘Supereroi (e non solo) a mattoncini’ che verrà riproposto nel 2017.

Ebrei italiani e sionismo:
tutto ebbe origine nella Ferrara ebraica

La locandina del convegno
La locandina del convegno

La giornata di studi che si è svolta domenica 11 nella Sala dei Comuni del Castello Estense, organizzata dal Meis- Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, è stata dedicata a “Gli ebrei italiani e il sionismo tra ricerca storica e testimonianze”.
Perché un convegno sul sionismo a Ferrara? Perché un convegno sugli ebrei italiani e il sionismo?

Alla prima domanda ha risposto la testimonianza di Gabriela Padovano, arrivata da Israele: suo nonno, Felice Ravenna, fondò a Ferrara nel 1901 la Federazione Sionistica Italiana, ne fu il primo presidente e la diresse per un ventennio. Ma soprattutto accolse nella propria casa di via Voltapaletto Theodor Herzl quando nel 1904 venne in Italia per incontrare il re Vittorio Emanuele III e Papa Pio X. L’avvocato ferrarese, allora trentacinquenne, accompagnò il fondatore del movimento anche nei suoi appuntamenti romani e in seguito continuò a collaborare con lui, aiutandolo nella stesura del suo ultimo memoriale prima della morte.
Felice era l’ultimo di “tre generazioni di avvocati, tutti laureati in giurisprudenza qui all’Università di Ferrara”: prima di lui, il padre Leone (1837-1920) e il nonno Salomone (1804-1895). Cresciuto in una famiglia ortodossa e lui stesso “ebreo fin nel più profondo”, era allo stesso tempo molto aperto, ben contento che i figli avessero amici di ogni fede.
Gabriela dà voce ai ricordi della zia, quasi omonima, Gabriella Falco: “nostro padre voleva che avessimo una coscienza e una dignità ebraica, da sventolare al sole come una bandiera”. Lei e i suoi tre fratelli hanno “respirato il sionismo dalla loro nascita”.
Gabriella era solo una bambina, nel 1904 aveva sette anni, ma ha sempre ricordato “la voce un po’ gutturale di Herzl” e i suoi giorni nella casa di famiglia come “uno degli avvenimenti più grandi della mia infanzia”. La visita di Herzl in casa Ravenna diventò un evento centrale nella vita famigliare, anche negli anni seguenti, tanto che la moglie dell’avvocato, quando Gabriella le confessò di non aver mai parlato ai propri compagni del suo papà, che aveva ospitato a casa loro quel personaggio così importante e lo aveva accompagnato dal re e dal papa, si arrabbiò con la figlia. Inoltre “sotto al quadro con la sua firma, che Herzl ci aveva donato, si accendevano le luci di Hannukkah”.
Alla fine della sua testimonianza Gabriela, un po’ commossa, ha concluso: “il sionismo di mio nonno ha fatto sì che io nascessi a Tel Aviv, nella Palestina che poi è diventata Israele. Sono grata e orgogliosa della scelta sua e dei miei genitori”.

Un momento del convegno di domenica 11 dicembre
Un momento del convegno di domenica 11 dicembre

Alla seconda domanda hanno invece pensato gli storici di professione: Alberto Cavaglion, dell’Università di Firenze, e Simonetta Della Seta, attuale direttore del Meis.
Cavaglion ha subito chiarito che la risposta del re Vittorio Emanuele III a Herzl e all’avvocato Ravenna, in quell’incontro romano del 1904, fu che “gli ebrei italiani appartengono come tutti i loro compatrioti alla nazione italiana e non si differenziano da essi se non per il culto che professano”. In un contesto di forte fermento nazionalista, in cui certamente non era dato di avere identità plurime, come invece è possibile – almeno per ora – nel nostro secolo, il problema principale per gli ebrei italiani sionisti era conciliare “l’appartenenza nazionale italiana” e “l’aspirazione alla nascita di uno stato ebraico”. Secondo Cavaglion, essi furono insomma “chiamati a una scelta” e “la controversa storia del rapporto fra sionismo e fascismo ha le sue radici proprio in questo dibattito dei primi del Novecento, ancora prima della Grande Guerra”. Fra le caratteristiche principali di questa prima fase del movimento sionista in Italia, a parere del professore di Firenze, c’è il configurarsi come “movimento politico umanitario” in favore di un rifugio in terra d’Israele per gli ebrei perseguitati di altri paesi, spesso vicino “ai partiti democratici pacifisti”. Inoltre, “la dicotomia fra un sionismo istituzionale, ‘dell’establishment’, di quei giovani professionisti di Ancona, Venezia, Modena, Ferrara, che proprio qui daranno vita alla Federazione Sionista e al primo giornale del movimento in Italia, e a fianco un filone sotterraneo militante, anonimo, potremo definirlo quasi anarchico” che, allo scatenarsi della prima guerra mondiale, si schiererà “con l’interventismo democratico in solidarietà con i popoli oppressi dallo zar”.
Anche Simonetta Della Seta ha sottolineato questa natura di “movimento filantropico” fondato da “ebrei ‘liberi e felici’ sul suolo italiano”: “il sionismo politico di cui stiamo parlando oggi è il desiderio di appartenenza nazionale, di plasmare la propria realtà con le proprie mani che è comune a tutte le popolazioni di fine Ottocento”. Tutto cambiò con l’ebraismo integrale del fiorentino Alfonso Pacifici, allievo del rabbino galiziano Margulies: nel 1907 arrivò a maturare l’idea che “per essere ebrei dobbiamo coniugare tre componenti: Torah, popolo, terra”, ha spiegato Della Seta. Questo fermento fiorentino “suscitò fastidio e preoccupazione nella Federazione” e nel 1920 si arrivò allo scontro aperto, scatenato dall’arrivo in Italia di Chaim Weizmann, colui che era riuscito a ottenere dal governo britannico la Dichiarazione Balfour a favore dell’insediamento ebraico in Palestina e futuro primo presidente di Israele. Fu di nuovo l’avvocato Felice Ravenna a invitarlo a Ferrara per ospitarlo nella propria casa durante la sua permanenza in Italia, ma “Pacifici lo invitò a Firenze”, per avere così quello che oggi si chiamerebbe un ‘endorsement’ a favore della sua visione integrale di Sionismo. E fu proprio così che andò.
Nel novembre 1924, quando si tenne il quarto convegno giovanile del movimento sionista, era ad alcuni già chiaro che gli ebrei non sarebbero più stati “liberi e felici” nell’Italia fascista. Quale risposta dare, come ebrei italiani, a ciò che stava succedendo in Italia e in Europa? A quel convegno tre giovani offrirono tre risposte diversissime fra loro: Nello Rosselli propose “l’antifascismo”, Alfonso Pacifici ribadì la via dell’“ebraismo integrale”, mentre Enzo Sereni – fratello del comunista Emilio – “fece un discorso completamente nuovo”, come ha detto Della Seta domenica. Figlio di una famiglia dell’alta borghesia ebraica romana – il padre Samuele è stato medico del pontefice – Sereni, scrive lo storico Mario Toscano, si fece promotore di un “sionismo socialista”: non erano sufficienti l’antifascismo o il rispetto della Torah, bisognava emigrare in Palestina e rafforzare il focolare nazionale ebraico attraverso il lavoro manuale. “Lui e sua moglie nel 1927 furono i primi ebrei italiani a emigrare in Israele”, ha sottolineato il direttore del Meis, dove fu fra i fondatori del kibbutz Givat Brenner. Ciononostante tornò poi in Italia per aiutare i suoi connazionali, italiani ed ebrei, nella lotta contro il nazifascismo: nel 1943 si fece paracadutare in Toscana oltre le linee nemiche, fu catturato dai tedeschi e deportato a Dachau, dove morì.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra d’indipendenza del 1948 si è aperto un nuovo capitolo, lo Stato d’Israele è diventato una realtà. Una realtà, come ha affermato Corrado Israel De Benedetti (leggi qui la sua intervista), non sempre corrispondente a quel sogno coltivato dalla fine dell’Ottocento dagli ebrei italiani sionisti come Felice Ravenna: una sorta di Risorgimento ebraico per creare un rifugio per gli ebrei perseguitati. Appuntamento al prossimo Convegno per approfondire questo nuovo capitolo.

Dario De Serri, da Ferrara a Berlino per dare forma ai sogni

di Eleonora Rossi

Lo scrittore Dario De Serri qualche anno fa si è trasferito in Germania: lì è nato il suo primo libro, “Come le nuvole sopra Berlino” .

copertina2014
A Berlino, “dove i sogni sono ricordi e i ricordi ritornano sempre sogni”.
Berlino, città letteraria, cinematografica, onirica: luogo sospeso tra realtà e immaginario.
Crocevia culturale, fonte d’ispirazione, ma anche capitale che cambia continuamente volto, come i suoi abitanti.
A Berlino c’è anche un po’ di Ferrara: Dario De Serri, operatore culturale e scrittore, da diversi anni vive là, in quella che considera la sua “seconda patria”.
Dario ha insegnato lingua italiana in alcuni istituti, ha collaborato come “kultural manager” per la galleria d’arte “Kunstleben Berlin” (www.deserri.net).
E la metropoli degli angeli è entrata perfino nel suo libro, “Come le nuvole sopra Berlino” (PuntoACapo, 2014).

Quando hai deciso di trasferirti a Berlino?
Ho iniziato a pensare di andare all’estero per un periodo nel 2007. All’epoca lavoravo da esterno al Museo Civico di Comacchio, dopo diversi anni in urbanistica a Ferrara. Sapevo di non avere alcuna speranza di entrare tramite concorso, né a Comacchio, né a Ferrara. Sono pochi anni in realtà, ed è incredibile, ma la mia era ancora l’Italia del precariato e dei Co.co.co, non quella della disoccupazione. Avevo alcuni amici tedeschi che mi consigliarono la loro capitale.

Che cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
Io sono partito con l’idea di fare solo qualche anno all’estero in realtà, per imparare una nuova lingua. Magari fare un’esperienza in un museo di livello internazionale. Berlino e il mondo in cui viviamo oggi hanno fatto il resto. Non è più tempo di grandi movimenti. Le seggiole non sono sufficienti per tutti. Se ci si siede, è meglio restare seduti.
E comunque, se davvero l’Europa ritornasse quella delle nazioni, non è difficile che si debba ripensare di tornare ognuno a casa propria. Anche se per me, come per tanti, l’Europa è casa.

Che cosa hai trovato?
Berlino ti fa pensare di poter davvero essere te stesso senza mediazione e senza commedia. Non è completamente vero, naturalmente. Ma almeno ci prova e funziona. Non credo resterà una città di sognatori per molto. In otto anni è cambiata tantissimo. La Germania si sta radicalizzando almeno quanto il resto del mondo. I grandi investitori vogliono il lusso, e poco si può fare per fermarli.

Che cosa invece non ha corrisposto alle tue aspettative?
Sapevo essere un luogo difficile. Come tutti i luoghi creativi. Si è in continuo contatto con artisti, scrittori e idee. Tutti vi vogliono vivere, ma è la città con il tasso di disoccupazione più alto in Germania. Chi viene a cercare lavoro qui, è un pazzo. Io sono venuto per occuparmi di cultura. Altra pazzia, ma per motivi diversi. Se si sogna, questo è il posto. E si rischia. Se si cerca lavoro e famiglia decisamente no. Meglio Amburgo, Monaco, Stoccarda o Brema, i costi sono più alti, ma anche gli stipendi. Chi ha qualche ambizione artistica o lavora nella cultura, accetta di fare attività, che permettano di vivere e dedicarsi al contempo alla propria passione.

Quando hai incominciato a dedicarti alla scrittura?
Tardi. Lo sport, in particolare la pallavolo, sono stati la mia vita fino a trent’anni. Adesso a Ferrara si è tutto ridimensionato, ma io mi sono divertito da pazzi, proprio perché negli anni in cui ho giocato la 4Torri ha portato spettacolo e campionissimi. Poi si è lentamente chiuso un cerchio. Scrivo da sempre, ma pensando di farne la mia vita dal 2002.
Quando ho conosciuto Gianna Vancini e Roberto Pazzi.

Ti ha incoraggiato qualcuno o hai trovato una tua motivazione personale?
Nel 2002 mi sono sfidanzato, lo sport ha smesso di essere il centro del mio mondo e ho smesso di fumare. Non avevo più niente da fare…

Sei corrispondente di due riviste culturali di Roma e Parigi, “Tafter Journal” e “Cafebabel”. Di che cosa ti occupi precisamente?
Scrivo articoli di cultura. Non pubblico regolarmente. Ma mi permettono di avere gli accrediti e di entrare ovunque mi interessi a Berlino. Lo facevo anche a Ferrara. Io preferisco scrivere di letteratura. Ma ho scritto articoli di arte, teatro, politica, storia. Se qualcosa mi interessa, ne scrivo.

Nel 2011 hai vinto il prestigioso premio Laurentum di poesia nella categoria “Italiani nel mondo”. Che cosa hai provato?
Emozione. Non me lo aspettavo. Pensavo di non andare nemmeno, poi mi hanno invitato e a Roma non si può dire di no. Presentava Michele Mirabella, a cui bisogna riconoscere anche il fascino dello scrittore. È stato bello sentire le proprie parole interpretate da attori.

Che cosa rappresenta per te la scrittura?
È sempre stata un passatempo, che io stesso non sapevo perché esistesse. Da ragazzino leggevo poco, ero uno sportivo e non vedevo niente altro. Divoravo fumetti e qualche buon libro. Melville, Dumas, Ende. Però scrivevo, orribilmente. All’università, a Bologna, ho studiato la storia e l’archeologia, lì tutto il mio mondo è cambiato.
Ora è il mio modo di comprendere la vita, ciò che accade. Non scrivo per il presente. Per lo più scrivo per chi mi leggerà tra 200 anni. Convinto che qualcuno lo farà.

Parliamo del tuo libro, “Come le nuvole sopra Berlino”. È un progetto che ti ha impegnato molto e si tratta di un libro particolare, innovativo. Puoi descrivercelo? Qual è la sua peculiarità?
Io l’ho chiamato “romanzo poetico”. Una studiosa dell’Università di Mannheim, la Prof. Steffi Neu, lo ha definito un “prosimetro moderno”. Per qualche motivo c’è grande resistenza, specie in Italia, a pensare libri in prosa e in versi. E se capisco i motivi dell’editoria, anche se non li approvo, non capisco invece gli scrittori. A me riesce di scrivere in entrambi i modi. Non vedo perché dovrei pormi il problema o dei limiti. Roberto Pazzi pensa ad esempio che siano mondi distanti e che quindi la lettura sia diversa, di conseguenza anche il lettore. Io la penso diversamente. La peculiarità di “Come le nuvole sopra Berlino” è che in un libro ne convivano tre: un romanzo epistolare, un romanzo di formazione e una raccolta di poesie. In realtà il “libro” non è nessuno di essi: è una novella con una parte di testo in versi. Il lettore in fondo non vuole che una storia che lo interessi e lo induca a riflettere, a immaginare.

Chi sono i protagonisti?
I protagonisti sono quattro amici, due coppie, che passano insieme una notte speciale, sfrenata ed erotica, in un loft berlinese. Albertine racconta ed è il cuore della narrazione, ma la vita cambierà profondamente per tutti e quattro. È il 21 di marzo, il compleanno dell’amica Serena. La loro amicizia ha un conflitto irrisolto, che i due compagni Fridolin della prima, ma soprattutto Plato, partner della seconda, aiuteranno a risolvere. La notte inizia quando Plato invita Albertine a leggere i passi di un libretto con la copertina rossa…

I personaggi ti assomigliano?
È il racconto ad assomigliarmi, non i personaggi. Di autobiografico non c’è quasi nulla, quasi.

Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
Molti anni. Alcuni versi sono di gioventù. Oltretutto vivo per scrivere, ma di scrittura non vivo. Se vi dedicassi tutto il tempo avrei impiegato un tempo più breve. Sono stati anni duri.
Andare all’estero non è mai scelta facile e ho dovuto lavorare molto e imparare una lingua ostica come il tedesco. La prosa tuttavia è nata tutta tra il 2008 e il 2012. Trovare un editore serio, che scommettesse sul libro è poi stato difficile, vista l’“originalità”. Ho rifiutato e ricevuto rifiuti. Poi Mauro Ferrari di PuntoACapo ci ha creduto.

Ora stai scrivendo qualcosa di nuovo?
Scrivo sempre. Ho due raccolte di poesia particolari da terminare. Per la prima volta ho deciso di scrivere a tema in poesia. Di religione e di mitologia. Sono ancora indietro, ma ho già un buon numero di testi per una raccolta di racconti erotici, brevissimi. E molti capitoli di un nuovo romanzo…

Anche se sei un po’ distante, mantieni costantemente il contatto con la tua città, a partire da famiglia e amici. Ma fai il possibile per partecipare anche alla vita culturale, alle attività delle associazioni Gruppo Scrittori Ferraresi e Gruppo del Tasso, collabori con MLB Gallery.
Che cosa rappresenta per te Ferrara?

Non potrei mai lasciare Ferrara. Non credo sia facile per nessun ferrarese allontanarsene.
La città è un incantesimo. Chi ci è nato lo sa.
Chi non ci è nato può leggere Bassani. E capisce.

Torneresti a vivere a Ferrara?
Al momento non saprei dirlo. Intanto perché a Ferrara sono spessissimo. Berlino mi ha accolto qualche anno fa ed ancora ho tante cose da fare lì. Per non dire che sono tornato a studiare e mi sto qualificando per diventare redattore.

Hai un progetto o un sogno nel cassetto?
Non mi interessano né i soldi, né la bella vita o le belle macchine. Desidero lavorare facendo qualcosa che mi piaccia davvero e in cui stia il cuore. Il resto è solo corollario.
So che continuerò a scrivere, non solo in italiano.
Servono ponti e mediatori, che ci aiutino a eliminare i muri, che qualcuno pare voler ricostruire.
È urgentissimo.

(Foto di Mimoza Veliu)

I “Mille Passi” di Thomas Cheval:
storia d’amicizia e di guarigione

Ho già intervistato Thomas Cheval diverse volte, ma ad ogni incontro riesce a meravigliarmi trovando sempre le parole migliori per spiegare ciò che accade nella sua vita. Ha da poco pubblicato un inedito intitolato “Mille passi”, un disco che racchiude una storia importante, quella di Sandra e Lulú.
“Tre anni fa ho iniziato a collaborare con l’associazione di pet therapy Chiaramilla. È stato l’attore Edoardo Boselli a chiedermi se volevo collaborare alla parte musicale dello spettacolo “La sedia di Lulú”, che l’associazione organizzava. Dopo essermi informato mi sono recato presso la loro sede e lì ho conosciuto la cofondatrice, Marina Casciani; ma a colpirmi e rapirmi sono state Alessandra Santandrea e il suo cane d’assistenza Lulú”.
Lo spettacolo nasce da un libro intitolato “Più di prima” che racconta la storia incredibile di Alessandra Santandrea e della sua cagnolina, di come quest’ultima abbia riportato in vita Sandra, la quale è stata vittima di un grave incidente stradale che l’ha resa paraplegica. “Lulú è un cane speciale, è fedele come tutti gli altri, ma ha qualcosa in più: ha ridato a Sandra un futuro pieno di speranze e progetti; l’ha riportata fuori casa e l’ha aiutata a superare la sua iniziale depressione; è stata la sua salvezza. Lulú, come dice la canzone, è una sorpresa”, mi racconta Thomas con uno sguardo carico di emozione.

Cheval è un diciannovenne pieno di speranze che ha scelto di iscriversi alla facoltà di Scienze dell’Educazione perché il sociale è un ambito che lo appassiona; per questo motivo è diventato testimonial dell’associazione di pet therapy Chiaramilla: “Sono spesso a contatto con persone paraplegiche e tetraplegiche; mi trovo bene con loro perché ogni volta ti insegnano qualcosa di nuovo, anche senza volerlo; ti fanno capire che spesso i veri disabili siano noi che ci reputiamo ‘normali'”.
L’inedito che Thomas ha da poco pubblicato è il riassunto perfetto di un legame unico, quello che lega Sandra a Lulú, una cagnolina che l’aiuta nella vita quotidiana, rendendo più semplici quelle mansioni domestiche che per chi è costretto su una sedia a rotelle non sono poi così semplici. “Mille passi” è una fotografia di questo rapporto speciale che nasce tra un essere umano e il proprio cane e, per chi ha o ha avuto al proprio fianco questo amico fedele, quest’immagine appare nitida, fin dalle prime parole. “Il brano è nato e morto tantissime volte – spiega Thomas con trasporto – è rimasto nel cassetto per due anni, ha subito svariate modifiche. La mia paura più grande era di sminuire la loro storia; volevo creare un brano “immortale”, perfetto, in grado di trasmettere, a chiunque l’ascolti, ciò che rappresentano Sandra e Lulú per noi. Da quando le ho conosciute sono nate in me tante domande, curiosità, specialmente per quel che riguarda il loro modo di comunicare. È stato proprio questo l’input da cui sono partito per scrivere e comporre “Mille passi”. Loro non possono parlare, quindi comunicano con lo sguardo e come dico sempre, dove non arrivano le parole, arriva Lulú”.

Il titolo dell’inedito fa pensare a un lungo cammino, un viaggio da percorrere “passo dopo passo”, come canta la toccante voce di Thomas Cheval: “Ho deciso di chiamarlo “Mille passi” per andare contro a quello che è il limite di chi è costretto in una sedia a rotelle. Ripeto sempre a Sandra “pensavi di non poter più camminare, invece è arrivata Lulù, che è i tuoi mille passi”. In questo mio brano sottolineo un’avventura che vivranno insieme, come se Sandra e Lulù fossero diventate una cosa sola”. Thomas ha voluto dedicare a questa coppia inscindibile un inedito che contiene riferimenti specifici alla loro vita, come una data importante, il 1° luglio del 2007, giorno in cui Lulù ha fatto il suo ingresso nella vita di Alessandra: “Ho ripreso l’inizio e la fine del libro e ne ho fatto una canzone che racchiude una storia vera, passata, presente e futura in cui possono immedesimarsi tutti quelli che hanno al loro fianco un cane”. “Mille passi” è la colonna sonora di “Più di prima”, uno spettacolo che va visto almeno una volta per soffermarsi un attimo a pensare a problematiche che spesso tendiamo a “schivare”: “Prima di conoscere loro, non sapevo molto di questo problema; spesso non sappiamo come comportarci con chi può guardarci solo dal basso verso l’alto, tendiamo a evitare certe questioni difficili da affrontare. Questo “ignorare volutamente” però ci porta a non dare il giusto valore ai dettagli. Chi è costretto su una carrozzina invece tende a fare tesoro delle più piccole cose e ci insegna a fermarci per un istante in questa vita frenetica, dove tutto corre e scorre troppo velocemente”.
Thomas, ragazzo energico e spiritoso, quando parla di ciò che lo appassiona tende ad avere lo sguardo perso, come se per qualche istante fosse totalmente rapito da ciò che gli sta a cuore. Quando a teatro ho visto Lulù aiutare Sandra a fare la valigia, rispondere al telefono, stendere i panni e apparecchiare la tavola, ho capito quanto Thomas avesse ragione a dirmi che “Più di prima” è uno spettacolo che va visto, almeno una volta. Nell’istante in cui le luci si sono spente sono rimasta immobile per un attimo e la sera sono andata a dormire con mille pensieri per la testa, il sorriso sulla labbra e le parole di Thomas che mi risuonavano nella mente: “Lulù è una forza per Sandra, ma lo è anche per tutti noi: ci ricorda di amare la vita, sempre, incondizionatamente”.

Thomas ha deciso di devolvere il ricavato del disco all’associazione Chiaramilla; per questo motivo l’inedito è acquistabile solamente online, singolarmente (http://www.itacaedizioni.it/catalogo/mille-passi-cd/) o allegato al libro “La sedia di Lulú” (http://www.itacaedizioni.it/catalo…/la-sedia-di-lulu-con-cd/), scritto da Marina Casciani e Alessandra Santandrea.

La prospettiva.
I piccoli Comuni ai raggi x

I Comuni sono circa 8000 e il 70% hanno meno di 5000 abitanti. In Emilia Romagna ce ne sono 141 mentre Ferrara è la trentesima città nella graduatoria per abitanti. In Emilia-Romagna sono stati stanziati contributi per oltre 15,8 milioni di euro, di cui 8 dalla Regione, a 39 Unioni di Comuni incentrati sull’effettività delle gestioni associate e per l’allargamento e lo sviluppo delle Unioni. Alle risorse stanziate dalla Regione si sommano 7,8 milioni di provenienza statale. Il contributo complessivo, al netto dei 3 milioni riservati alle sole Unioni montane. A Ferrara  spettano 792mila euro per due Unioni.  Anche per questo è stata costituita l’Anpci appunto l’associazione dei piccoli comuni. Ma quanto contano a livello nazionale? Poco, anzi sempre meno.

Un tempo c’era anche Uncem a salvaguardia delle comunità montane, ora sciolta; il problema dunque rimane. Eppure ci sono bellissimi Comuni in cui la popolazione si è spesso sostituita alle istituzione per difendere la propria cultura e i propri territori. Si legge nello studio “Piccolo (e fuori dal) comune. I piccoli comuni” presentato qualche mese fa in occasione del convegno “La modernità dei piccoli comuni”, organizzato da Legambiente e dall’Anci per fare il punto sulle realtà minori: “Un’Italia piccola ma dall’anima profonda che va dalle Alpi agli Appennini per arrivare alle isole minori: è l’Italia dei 5.627 piccoli comuni al di sotto di 5.000 abitanti, pari al 69,9% del totale dei comuni del Belpaese (8.047). Di questi sono 2.430 quelli che soffrono un forte disagio demografico ed economico, piccoli borghi che occupano il 29,7% della superficie territoriale nazionale, oltre 89mila kmq, una densità abitativa che non raggiunge i 36 abitanti per kmq quasi 13 volte meno rispetto ai comuni sopra i 5mila abitanti.

In particolare negli ultimi 25 anni (dal 1991 al 2015) in questi territori si è registrato un calo della popolazione attiva (675mila abitanti in meno, cioè il -6,3% nei comuni sotto i 5000 abitanti)”. Un aumento della popolazione anziana (gli ultra 65enni sono aumentati dell’83%). Le case vuote sono 1.991.557 contro le 4.345.843 occupate: una ogni tre è vuota. Però nonostante il quadro complessivo sia poco rassicurante, i piccoli comuni rimangono luoghi di grandi opportunità e innovazioni che hanno bisogno di interventi mirati e strategie a lungo termine. Soprattutto bisogna puntare sulle opportunità ambientali, perché la sostenibilità vive proprio da queste parti. Da nord a sud del paese, sono molti i piccoli comuni che fanno scuola dimostrando che è possibile contrastare il disagio insediativo puntando su tradizione e innovazione, sulla tutela dell’ambiente, sulla rigenerazione del patrimonio abitativo, sull’uso delle rinnovabili, dando avvio ad un’economia circolare che parte del basso coinvolgendo comunità e cooperative.  Buone pratiche, ma anche filiere green pensate riassunte e raccontate del “Quaderno Green 2016”, di Legambiente e Legacoop.

Di recente è nata la Fondazione Montagna Italia, per volontà di FEDERBIM e UNCEM, per rappresentare e curare gli interessi delle comunità di montagna sia a livello Istituzionale che sociale ed economico; ponendosi l’obiettivo di identificare i bisogni della comunità di riferimento, comprenderne le esigenze, identificare le priorità di intervento. La fondazione ha quindi l’obiettivo strategico di contribuire alla realizzazione sul territorio nazionale della strategia Green Communities, comunità sostenibili in grado di valorizzare le proprie risorse, attivando un processo di sviluppo fondato su un’economia leggera basata sul rispetto dell’ambiente e del lavoro, sul risparmio di risorse naturali ed energia e sulla riduzione degli sprechi, l’eco efficienza, il design ambientale di prodotto, il recupero, riutilizzo e riciclo delle materie, sulla valorizzazione della funzione creativa e sociale del lavoro, la produzione di beni e servizi in maniera eco intelligente. Io ho l’onore di essere stato chiamato nel comitato scientifico a rappresentare le questioni ambientali dell’acqua e dei rifiuti.

Il presidente della Fondazione Montagne Italia è l’on. Enrico Borghi e il direttore scientifico è Luca LoBianco, due amici che stimo per l’impegno e la capacità. E’ stato Borghi, insieme ad un nutrito gruppo trasversale di parlamentari a fare approvare alla Camera la legge sui piccoli Comuni per raccogliere l’esigenza di affrontare il problema del disagio insediativo. Presentandola ha infatti detto: “Sono questioni non superabili con misure di mero riordino amministrativo. Si tratta di una grande questione nazionale di cui occorre prendere maggiore coscienza per attivare conseguenti politiche domestiche ed europee. Il nostro Paese non sarebbe più se stesso senza questi beni. Non si può consentire che le aree interne vengano impoverite da una continua caduta demografica, da carenza di servizi, da abbandono di terreni ed edifici.

La strategia per le aree interne va ripresa con intensità, integrata con un piano di manutenzione e di tutela dal rischio idrogeologico. Così come dal rischio sismico, di cui tutti oggi segnalano il valore prioritario”. A mio avviso le montagne hanno in se dei germi del futuro; sono popolazioni non arretrate ma isolate che hanno saputo essere resilienti. Sono delle realtà in profonda trasformazione che possono diventare un grosso mercato fatto di piccole aree ma di grande importanza strategica. Dunque siamo di fronte ad una grande opportunità e non un grande problema. Le strategie Green sono compatibili con i modelli della montagna: risorse naturali e territorio sociale. In fondo le montagne stanno anticipando alcune criticità e se si opera qui si parla a tutto il sistema. 

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Il sistema evolve verso una struttura di sistema integrato, di fasi e di specializzazioni entro specifici ambiti territoriali di riferimento. In questi ambiti e nel rapporto tra essi si accentuerà la specializzazione delle attività, l’innovazione tecnologica e la qualificazione organizzativa. In queste realtà si comprende meglio il sistema di interrelazioni tra le molte componenti strategiche che devono trovare sinergie e condivisioni di programmi di sviluppo.

Tra i tantissimi comuni portatori di buone pratiche ne vorrei citare uno in particolare: il comune di Sassinoro, di 700 abitanti. Ha da tempo preso a cuore le problematiche dell’acqua e ha sviluppato tante iniziative partecipando ogni anno al World Water Day e realizzando una bella esperienza con la creazione di una associazione culturale “Il paese dell’Acqua”.

Per approfondire http://montagneitalia.it/ e http://www.paesedellacqua.it/

INSOLITE NOTE
“A quiet life”, le sonorità britpop dei Sir Rick Bowman

Il gruppo dei Sir Rick Bowman, formatosi nel 2008, ha pubblicato “A quiet life”, il nuovo album legato alle sonorità del Britpop, il genere musicale britannico nato negli anni ottanta basato sulle melodie degli anni sessanta e settanta. Questo stile, proveniente dalla scena underground inglese, sviluppa tematiche tipicamente derivate da new wave e dance music, fino a dare vita a un suo suono e a un modo di prodursi definito indierock.
Il gruppo è composto da Riccardo Caliandro (voce e chitarre), Francesco Battaglia (basso, cori), Andrea Fabio Fattori (chitarre), Giacomo DI Filippo (piano, synth) e Emanuele Pagliai alle percussioni.

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Figura 1: La copertina del CD

“A quiet life” non è un disco monocorde, gli 11 brani sviluppano questioni legate al punto d’equilibrio tra gioventù e maturità. Il punto di partenza è il raggiungimento dei 30 anni, l’età da assaporare sino all’ultimo giorno, liberi dalle angosce della post adolescenza e lontani dal declino, una zona di transito verso scelte di vita comuni a tante persone oppure in direzioni diverse, qualcuna da incubo. Humor, autoironia e consapevolezza si trasformano in canzone per sviluppare le diverse essenze di questo lavoro.

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Figura 2: Sir Rick Bowman

Gli Oasis sono un importante punto di riferimento per i Sir Rick Bowman, come anche Radiohead, Pink Floyd e Led Zeppelin. La loro ricerca non è la pura somma dei gruppi figli della vecchia Albione, risulta evidente la volontà di un proprio sound, con flussi armonici vicini alla cultura mediterranea, come in “The A. of Spencer Dwight” e in parte in “Dear Mr. Time”.
“Black Horizon” chiude l’album ponendosi su un livello diverso, puntando sul ritmo lento e ossessivo di chitarre, tastiere e voce, uno sviluppo made in British che, nelle due parti in cui il brano è diviso, accarezza nebbie londinesi di estrazione ambient e post-rock, “strisciando verso l’uscita “con un suggestivo assolo al piano: “And crawl… your way out”.

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Figura 3: Sir Rick Bowman

In bilico tra nostalgia, leap forward, facile ascolto e profondità, “A quiet life” è un passaggio obbligato per la ricerca della propria arte, con l’ago della bussola in direzione della Gran Bretagna e il sestante per cercare le necessarie contaminazioni.

“A quiet life” – Video Ufficiale

Straferrara, 85 anni di strapassione:
la compagnia di teatro dialettale che ha fatto la storia

Siamo nel 2016, e il dialetto i giovani lo parlano poco; e ci sono loro, questa compagnia che il ferrarese l’ha scelto come lingua, che fa gli ottantacinque anni di attività, che ha recitato sotto le bombe, che si è presa delle mitragliate in bici, che fa quindici spettacoli all’anno e che ha una ragazza diciottenne che va sul palco del Comunale con loro; e prendono applausi e la gente per strada li ferma e gli fa i complimenti. “I tempi son cambiati”, direbbe qualcuno, o forse “si stava meglio una volta”: ecco magari anche no, perché “noi questo accantonamento del dialetto ancora non lo sentiamo, noi il nostro pubblico ce l’abbiamo”. E allora è dal 14 agosto del 1931 che la Straferrara fa la stessa cosa che ama fare da sempre.

“Quest’anno festeggiamo gli anni al Teatro comunale – racconta Rossana Spadoni, direttrice e attrice storica della compagnia – uno spettacolo che racchiuderà tanti pezzi delle nostre commedie. Nel corso della nostra esistenza abbiamo vissuto momenti di grande interesse della gente per quello che facevamo e altri in cui questo andava calando. Come una ruota. Subito dopo la guerra c’è stata una grande voglia di dialetto: un periodo di successo enorme, con degli incassi favolosi, perché la gente voleva ridere; recitavamo tutte le sere. Poi abbiamo avuto un momento di calo negli anni ’50 e ’60, nel periodo dei drammoni, dei film tipo I figli di nessuno. La gente a quell’epoca amava molto piangere. E in quella fase abbiamo messo a punto delle commedie proprio tipo I figli di nessuno, che portavamo in giro. Poi arrivano gli anni ’70, in cui assistiamo a una ripresa. Periodo in cui mio marito, Beppe Faggioli, è subentrato a mio papà, Ultimo Spadoni, fondatore della compagnia, che si era un po’ stancato. Beppe ha cercato di rinnovare proponendo commedie più attuali, poi cercavamo di fare dei classici, come le commedie di Goldoni”.

Ma quelli della Straferrara non si sono mai fermati, neanche nel ’45, con gli inglesi alle porte, quando la prima granata del 22 aprile “è proprio scoppiata dove stavamo recitando, perché recitavamo anche in quel periodo, al pomeriggio, poiché alla sera c’era il coprifuoco naturalmente. E quindi tutti gli attori sono scappati via; siamo fuggiti nei rifugi con i vestiti che avevamo indosso, per cui c’era chi correva per le strade vestito da prete magari… Poi c’è stata la Liberazione. Dopo quindici giorni, il 10 maggio, avevamo già ripreso l’attività. Abbiamo preso anche delle mitragliate: andavamo a recitare in bicicletta, allora le macchine non c’erano, e giù giù quando arrivavano le mitragliate”.

Non sono comunque i soli a fare teatro dialettale, né in Italia né in provincia. “A Ferrara c’è anche il Teatro Minore, che da più di vent’anni lavora in maniera simile alla nostra. Poi molti paesi hanno la loro filodrammatica: Mirabello, Quartesana, Formignana… Ci sono molti gruppi nella nostra provincia. Col Teatro Minore qualche anno fa abbiamo fatto Madonna Frara ch’è vvgnù in Villa, una commedia del ‘600 trovata nella biblioteca degli Estensi a Modena, e c’erano più di settanta persone in scena. Poi abbiamo fatto anche La castalda, altra commedia classica, del 1902, sempre collaborando col Teatro Minore. A livello regionale invece qualche scambio: venivano loro e noi andavamo da loro; questo a Modena, a Bologna… Adesso meno, devo dire la verità, poi non c’è più mio marito, Beppe Faggioli, che era l’organizzatore capo; io la porto avanti come posso… ho 85 anni, quindi bisogna che mi controlli un po’!”.

Ma com’è nata la Straferrara? E – verrebbe da chiedersi – verrà tenuta ancora in vita? “La Straferrara è partita nel ’35, con alla guida (per 35 anni) mio papà, Ultimo Spadoni, a cui è subentrato mio marito e, con la sua scomparsa, infine io, circa tre anni fa: è sempre rimasta in famiglia la direzione. Una parte di chi ha dato il via all’organizzazione nel ’35 proveniva da altri gruppi già esistenti di Ferrara; molti dall’Estense, dove recitavano soprattutto in italiano; anche in dialetto, ma molto meno. Invece mio papà voleva fare una cosa solo dialettale.

Adesso, entra sempre qualche nuovo giovane. Quest’anno è entrata una ragazza diciottenne: nello spettacolo che porteremo al Comunale per l’anniversario, e dove reciteremo praticamente tutti, avrà una parte anche lei. E’ anche la più giovane; la più anziana invece sono io: 84 anni, fra poco 85 [nata il 23 gennaio 1931, ndr]. Mio papà mi ha messo in scena che avevo 4 anni… Un bel po’ che calco il palcoscenico. Poi, per il resto, abbiamo rappresentate un po’ tutte le fasce di età. Di giovani sotto i 30 anni ne abbiamo 7 o 8, di 25 che siamo complessivamente. E pensare che non hanno neanche una sede: “Solo per pochi anni ci avevano trovato una bella sede – spiega Rossana – però non definitiva, e non c’eravamo soltanto noi, ma anche l’Accademia corale, il Circolo mandolinistico… Era stata ricavata dalla chiusura del manicomio di via Ghiara. Avevano dato queste sale alle organizzazioni culturali di Ferrara, però poi hanno venduto e quindi non siamo più riusciti ad averne una. Adesso siamo ospiti del circolo di San Giorgio, dell’Ente Palio. E lo usiamo per fare le prove. E poi andiamo dove ci chiamano per fare gli spettacoli, di solito una quindicina all’anno. Quest’anno un po’ meno perché ci siamo riservati del tempo per preparare la rappresentazione degli 85 anni al Comunale, che porteremo il 5 gennaio”.

Gli spettacoli della normale programmazione invece dove si possono vedere? “Noi – continua Rossana – abbiamo tutti gli anni la Sala estense che è del Comune, che ce la concede. E’ un bell’esempio di solidarietà. Ché noi ci sosteniamo soltanto con l’ingresso del pubblico, non abbiamo nessuna sovvenzione. Quindi le spese per scene, viaggi, macchinisti, le copriamo con il ricavato dal pubblico. E’ sempre stato il pubblico a sostenerci, perché di sovvenzioni non ne abbiamo proprio mai avute”.

Dopo tanti anni di attività, mi viene da chiederle che rapporto si è creato con il loro pubblico. Non mi lascia finire: “I ferraresi ci amano molto. Il dialetto è più apprezzato dalla popolazione, come devo dire, semplice. Noi continuiamo ad avere il nostro pubblico, molto molto numeroso il pubblico di mezza età, avremo in media due terzi di pubblico con una certa età, e un terzo di giovani. Non c’è la corsa della gioventù, ecco. Però vedo i bambini, perché i bambini vengono con le nonne e con le mamme. Le persone ci incontrano per strada e ci fermano, ci fanno i complimenti. Alla fine della stagione all’Estense sono saliti sul palcoscenico e hanno fatto la foto con noi. È il pubblico che ci dà sostegno, sotto tutti i punti di vista, morale e materiale, più di chiunque altro”.

I venti giorni di Ferrara capitale:
la mostra che parla del passato per indicarci il futuro

Cento, Ferrara-Italia.
Un ragazzino di quasi 13 anni, originario di Comacchio, che desidera con tutto il cuore partire, come già i fratelli maggiori, con il generale Giuseppe Garibaldi e le sue Camicie Rosse. Era il 1866. Quel ragazzino, Antonio Cavalieri Ducati, alla guerra che dovrà unire l’Italia non ci andrà. Maturo il cuore, ma lui no, troppo giovane. È quel desiderio che gli cresce dentro. Poi si farà uomo con il rosso nel cuore, diventerà ingegnere. Sempre con quel rosso nel cuore. Sarà lui a fondare qualche anno più tardi la fucina rossissima del mito su due ruote, accorciando il nome. Solo Ducati.

Questa e altre le storie raccontate dall’Archivio Storico comunale e dall’assessorato ai Servizi Bibliotecari di Cento attraverso una mostra documentaria dal titolo “1866: i 20 giorni di Ferrara capitale” sulla terza guerra d’indipendenza nazionale.

Quella che si è aperta il 10 dicembre scorso al Palazzo del Governatore nella piazza centrale della cittadina non è una semplice mostra documentaria sulla Terza Guerra di Indipendenza e sulle testimonianze dei garibaldini centesi. È qualcosa di più.
È uno zibaldone fatto di scritti, fotografie, dipinti, stampe, oggetti che si intrecciano con speranze, sogni, delusioni, attese. È una sfida lanciata alla storiografia nel tentativo di rintracciare nelle azioni militari di un popolo non solo il suo carattere, ma anche il risultato della storia corposa che ha alle spalle. Durante la conferenza di apertura della mostra, venerdì mattina, di fronte ad una platea di studenti del liceo Cevolani, si sono riannodati fili, si sono raccontate storie che “per ovvie motivazioni non trovano spazio nei libri di scuola superiore”, come ha ricordato Luigi Davide Mantovani, curatore della mostra e già autore del volume “Ferrara e l’Unità d’Italia” (Este ed.).

Nella mattinata è alla fine emerso come di vicenda in vicenda, seguendo il fil rouge del desiderio di riscatto di popolo (quello italiano), spesso frustato da vittorie che sembrano sconfitte o viceversa, e perciò ruggente, si sia infine giunti fino a qui, ai giorni nostri. La mostra sui documenti e i fatti riguardanti gli 800 garibaldini (di cui 70 volontari centesi) ci spiega le strade che si sarebbero potute prendere, e quelle che di fatto restano immortalate dalla memoria e dai documenti.

Ci ritroviamo nelle sale dall’intonaco bianco a confrontare e valutare immagini in bianco e nero, dipinti, fogli di giornale e lettere che testimoniano la guerra contro la potenza dell’impero austriaco, al fianco dei Prussiani, alleati formidabili seppure destinati in breve a scomparire riassorbiti da un’altra potenza nascente. Giorni, gloriosi o meno, comunque dimenticati. Giorni che hanno visto protagonista la nostra provincia: per venti giorni Ferrara è stata “capitale” del Regno, con il re Vittorio Emanuele accolto in città e Cento che diventa area strategiche per l’esercito.

Ma al di là dei dati storici, nella fredda e nebbiosa mattinata di venerdì scorso, qualcosa accomunava i personaggi e le storie in mostra e i loro primi fruitori, i ragazzi della scuola Cevolani, a simbolica rappresentanza di una marea di studenti come loro. L’età, prima di tutto: molti dei 70 volontari centesi erano giovanissimi, anagraficamente ‘liceali’, quando decisero di offrire la propria vita per la causa dell’Unità nazionale. Un fatto innegabile che la mostra ci racconta molto bene. Quello che però non ci dice è cosa ne è stato dell’ardore che animava quei giorni, di quella fede, di quella volontà di credere e di scommetterci la vita.

Esisterebbe dunque un gap etico. Visitare le sale, poche a dire la verità, con le teche e i pannelli, serve anche a chiedersi da dove sbuchi lo scetticismo, a volte spinto fino al nichilismo, che sembra avere la meglio ai giorni nostri. Quel non sapere per cosa morire, e quindi per cosa vivere. Forse le risposte sono le stesse che cerchiamo quando ci domandiamo dei tanti fatti di terrorismo dei nostri giorni che hanno, non a caso, per protagonisti proprio dei giovani.
Vale la pena di vederla questa mostra anche per quello che non espone. Il monumentum garibaldino è sigillo inenarrabile di qualcosa che sentiamo di avere perso. E che va trovato urgentemente.

Il “vaffa” dell’economia al cittadino: crisi pilotate, schiavitù monetaria e dulcis in fundo… reimpasto di governo come piace all’Europa

Come ha avuto modo di dire lo stesso Monti, per fare riforme strutturali hai bisogno di una crisi, altrimenti diventa difficile farle accettare. Del resto, quando ti dicono che dovrai andare in pensione a 70 anni con la metà della retribuzione non la prendi proprio bene. Quindi si crea il problema della crisi e poi in piena emergenza si presenta la soluzione che, guarda caso, è sempre sfavorevole al cittadino. Soluzione, ovviamente, da attuare in fretta e senza pensarci troppo, altrimenti questi ultimi potrebbero avere il tempo di ragionarci su e capire che magari ci sono altre strade a loro più favorevoli.

I 5 miliardi necessari al Monte Paschi Siena, per esempio, diventano una delle ragioni alla base dell’affidamento al Ministro Gentiloni di un incarico pieno a Presidente del Consiglio. Il perché si arriva a questo, ovviamente, è relegato agli esperti o ai soliti catastrofisti antisistema e antieuro. Quindi non se ne parla o si rende la strada alla comprensione troppo tortuosa.In realtà basta fare un po’ di considerazioni per mettere le cose al posto giusto e farlo serve anche a capitalizzare il no al referendum. Ovvero di capitalizzare la pretesa di non essere continuamente ignorati e che il popolo non è un’entità astratta da manipolare a piacere da un gruppo di politici che si ritiene insostituibile.

Attualmente il sistema prevede che lo Stato non debba intervenire nei salvataggi delle banche, anzi bisogna affidare il tutto ad azionisti, obbligazionisti ed eventualmente risparmiatori. In un sistema del genere piano piano non sarà possibile neppure più garantire i correntisti fino a 100.000 euro perché saranno troppe le banche a fallire e perché l’Unione Bancaria non prevede la necessaria liquidità. Ma del resto bisogna comprendere che i risparmiatori non sono nei pensieri di chi sta scrivendo le regole (almeno non quanto lo sono i loro risparmi).

Regole che:
– affidano tutto al mercato e non prevedono interventi statali, gli unici che possono stabilizzare il sistema. E’ utile ricordare che per i mercati sono un affare anche i crediti deteriorati e che questi guadagnano sia quando la borsa va giù che quando va su. La speculazione non dorme mai, come invece fanno risparmiatori e onesti cittadini;

– invece di alzare un muro, come ci si aspetterebbe, a difesa del risparmio e contro i mercati finanziari e la speculazione, abbattono le barriere e lo rendono sempre più attaccabile, con l’aggravante delle dichiarazioni di chi ci dovrebbe difendere che descrive tutto questo come interventi a nostro favore;

– deregolamentano il sistema bancario in nome della concorrenza libera e spietata, dove vince il più forte e il più debole perisce, i reali responsabili di crack si salvano e i risparmiatori pagano i danni, la mano invisibile del mercato crea boom e crisi. Dove in piena filosofia neoliberista si legittima un sistema per cui, semplicemente, i cittadini saranno i pagatori di ultima istanza, sostituti di una banca centrale e stabilizzatori di un sistema monetario privatizzato;

– prevedono la scomparsa delle piccole banche territoriali a favore di poche, enormi istituti “too big to fail” che possano decidere a chi fare credito, quando farlo e come condizionare le scelte degli Stati. Ricordiamoci sempre che chi controlla il denaro controlla tutto il resto. Meno persone lo controllano, meno persone sono al comando.

Purtroppo da questo non si uscirà finché troppi continueranno a credere che non vi sono altre soluzioni, che bisogna fare in fretta, senza fermarsi a ragionare e che bisogna invece pretendere come prima cosa la partecipazione e quella democrazia, quel potere decisionale che Padoan e soci non vogliono proprio concederci.
Una banca non fallisce se ha delle regole chiare e sostenibili, se ha delle leggi alle spalle che le vietino di investire i soldi depositati in operazioni rischiose e quando ha alle spalle uno Stato che si sia dotato di leggi in grado di intervenire e punire chi le violi. Non fallisce se in ultima istanza esiste una Banca Centrale, di proprietà dello Stato, che non solo controlla e agisce, ma che ha mandato di intervenire a sostegno della liquidità in caso di imprevisti. Una Banca Centrale che non permetta gli oligopoli, l’accentramento bancario, ma al contrario permetta e sostenga la proliferazione di piccole banche territoriali, gestibili in termini di liquidità e che si faccia carico, quando serve, di acquistare i crediti deteriorati in maniera tale da salvare subito la banca e poter anche guadagnare sull’acquisto di tali crediti.

Questo è l’ordine naturale delle cose. Un ordine naturale che mette al sicuro sia le banche che i risparmiatori. Perché la logica dice che uno Stato non dovrebbe preoccuparsi di dove andare a trovare 5 miliardi se ha una ricchezza privata stimata di 9.000 miliardi di euro, immobili di proprietà dello Stato, artistici e non, demanio inestimabile, ecc. ecc.. Siamo un Paese solvibile e con garanzie di tutto rispetto, che altri Paesi si sognano. Dire che abbiamo un problema in tal senso è strumentale alla volontà di farlo credere per gli interessi di qualcuno.
Chi ha interesse a che le banche diventino mercato aperto e in preda a fallimenti facili? Forse gli stessi che ignorano i voti e le richieste popolari?

Il nostro Parlamento e la maggioranza di cui godrebbe Gentiloni in fondo è lo specchio della realtà, per chi vuole vederla ovviamente. Il Pd si rimescola in quanto principale imputato della disfatta referendaria ma si ripropone come se stesso, come se nulla fosse accaduto, Ncd è inamovibile con i suoi ministri e il suo centro di potere, supera governi e maggioranze e permette al Pd di continuare il suo piano fino a quando non si metteranno in discussione le sue poltrone. Verdini per adesso viene messo da parte perché i suoi numeri non servono, altrimenti pur di rimanere al comando Gentiloni gli avrebbe offerto un ministero di sicuro. Anche a tutto questo siamo indifferenti? Pensiamo non ci sia soluzione e che sia l’unica possibilità?

Un esecutivo dunque nel pieno delle sue funzioni che gioca sull’ineluttabilità dei problemi economici e delle richieste dell’Europa. Per questo anche Padoan diventa inamovibile. L’uomo che ha lavorato per il Fmi e per l’Ocse, che ha avuto responsabilità per la Grecia e il Portogallo (che probabilmente gli sono molto grati per la loro situazione attuale fatta di lavoro precario, salari al ribasso e pensioni ridotte al lumicino).
Ma di sicuro anche qui, per la Grecia, non c’era altra scelta che colpevolizzare i cittadini e renderli partecipi al risanamento dei disastri creati da altri. E questo resta ineluttabile. E’ l’unica via riconosciuta ufficialmente, anche dopo che televisioni e giornali hanno reso pubblico il fatto, per esempio, che le centinaia di miliardi pagati dagli Stati per risanare i problemi greci sono serviti invece a risanare le banche tedesche e francesi.

Questo grafico tratto dal Sole24ore mi sembra abbastanza chiaro

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Fino al 2009 i cittadini (Stato) non avevano esposizione nei confronti dei titoli greci ma i problemi erano solo delle banche, dopo gli interventi europei il problema è passato dalle banche ai cittadini (Stati). Il bello è che l’Italia è passata da un’esposizione delle sue banche di poco meno di 7 miliardi ad un’esposizione dei suoi cittadini (Stato) di quasi 41. Di questo dobbiamo ringraziare i governi Monti, Letta, Renzi che hanno operato nel pieno “interesse dell’Italia”.

Ma torniamo ai ministri che non lasciano mai, tantomeno quando dichiarano di farlo, e ai messaggi inascoltati dei cittadini, e vediamo che addirittura è rimasta Boschi come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e che Vittoria Fedeli diventa ministro dell’Istruzione, dopo che aveva dichiarato poche settimane fa che una vittoria del no sarebbe stato un messaggio chiaro di sfiducia. Si sa il ‘Gattopardo’ insegna, cambiare tutto per non cambiare nulla.

Quindi non è un problema che i cittadini abbiano richiesto un cambiamento che non viene concesso. Ma sono un problema i 5 miliardi di euro per MPS. Un problema così grande, insieme ai soldi per la falsa accoglienza dei migranti e per la messa in sicurezza del territorio, che consente di sovvertire per l’ennesima volta la volontà popolare (come per il referendum per l’acqua o per il finanziamento pubblico ai partiti). Al grido degli impegni europei, del “ce lo chiede l’Europa”, tutto è permesso e tutto viene prima.
Quindi anche la possibilità di dover chiedere soldi al Mes (fondo salva-stati) con conseguente e previsto commissariamento.

Anche qui si vede tutta l’assurdità del costrutto: non è stato un problema aderire a questo meccanismo che ci costa la promessa di pagare 125 miliardi di euro, se richiesti, in quanto per adesso ne sono stati versati solo 80 divisi per quote tra gli aderenti (quindi diamo dei soldi che se richiediamo indietro ci costa interessi a usura e sovranità). Ma accettiamo l’idea che ci potrebbero costringere ad altre manovre lacrime e sangue se gliene chiediamo indietro 5 oppure 15! E sarebbe anche il caso di ricordare che abbiamo versato dal 2000 ad oggi circa 75 miliardi in più all’Unione Europea di quello che abbiamo ricevuto indietro.
Insomma, come si diceva, è un problema tutto quello che si vuole lo sia. Diamo soldi a Unione Europea e vari fondi che dovrebbero salvarci in caso di bisogno ma se ne chiediamo indietro ben meno di quelli che abbiamo dato, allora siamo poco seri, poco affidabili e deve venire qualche commissario europeo a sospendere la nostra democrazia (in ogni caso arrivano in ritardo perché ci hanno già pensato i nostri governanti….).
A quale scopo tutto questo? Ancora qualche dubbio? Ovviamente togliere ai cittadini qualsiasi tipo di protezione statale, consegnarli alle bizze dei mercati in pieno stile neoliberista e far sì che tutti i loro patrimoni siano attaccabili. Basti osservare quello che succede nella realtà, quindi banche che falliscono, imprese che vengono assimilate da gruppi stranieri e sovranazionali, totale impunità di chi crea i disastri e responsabilizzazione di cittadini e risparmiatori, leggi sempre più a favore della parte alta della società, privatizzazioni e calo costante delle tutele sociali.

Morire per arrivare in Italia:
la rotta dei migranti e il loro viaggio verso la speranza

di Diego Gustavo Remaggi

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Quest’anno la crisi dei migranti sta raggiungendo numeri importanti: più di 174mila persone hanno compiuto un pericolo viaggio in mare che le ha condotte in Italia, 4700 sono morte lungo la tratta. Questi dati sono in contrasto con gli arrivi complessivi dei migranti e dei rifugiati in tutta Europa, che con il passare degli anni stanno notevolmente cambiando. Nei primi giorni di dicembre, il numero di chi arriva sulle coste italiane è aumentato del 13% rispetto all’anno precedente arrivando a toccare essenzialmente la Sicilia e Lampedusa, mentre in Grecia tale percentuale è scesa secondo accordi stretti tra l’Unione Europea e la Turchia per arginare il flusso dei richiedenti asilo nel mar Egeo. I numeri infatti sono rallentati nel 2016, ma l’Italia continua ad essere un punto d’entrata centrale all’interno del mar Mediterraneo e quindi dell’Europa.

La maggior parte dei migranti arriva dalla Libia, ma è originaria dei paesi sub-Sahariani, secondo i dati dell’UNHCR quest’anno 36mila persone sono fuggite dalla Nigeria, 20mila dall’Eritrea e 12mila dal Sudan. Le motivazioni geopolitiche alla base di queste migrazioni sono diverse, si tratta di repressione politica nell’Africa occidentale (in paesi come il Gambia), rivolte e carestia in zone come quelle nigeriane, oppure guerre civili come in Sudan. A farla da padrone però, secondo Ewa Moncure portavoce di Frontex, è la difficile situazione in Libia: “In questo paese manca il controllo della situazione – dice Moncure -, diverse fazioni in guerra tra loro controllano altrettante zone costiere e ne hanno il totale predominio, contrabbandieri e scafisti vengono incentivati da questa assenza di governo e non fanno sconti”. La tratta dei migranti è diventata un affare da miliardi di dollari con oltre un milione di africani che cercano di attraversare la Libia e approdare poi in Europa. Sempre Moncure fornisce alcuni dati: “Europol ha stimato che negli ultimi anni gli scafisti hanno guadagnato dai 4 ai 6 miliardi di dollari”.

La morte sembra avere cambiato anche mezzo di trasporto. I contrabbandieri di vite umane hanno cambiato carrette passando da imbarcazioni in metallo e legno a quelle di gomma che ovviamente non riescono a reggere determinate condizioni del mare e determinano l’aumento della percentuale di morti che d’altra parte non sono dotati minimamente di giubbotti di salvataggio. Da questo punto di vista, Frontex sta cercando di migliorare la propria missione umanitaria proprio per rafforzare la sicurezza dei confini europei. Nella prima settimana di dicembre è iniziato infatti un piano di aggiornamento per le guardie costiere libiche, nella speranza che riescano a controllare meglio i propri confini marittimi. E dall’altra parte del mare? Ad oggi in Italia ci sono 175mila migranti registrati nel sistema di accoglienza che stanno vivendo nei 3mila punti di accoglienza straordinaria sparsi nel territorio. Nessuno conosce la quantità di clandestini presenti. Chi ha visto rifiutare la propria domanda di asilo viene indirizzato dalla polizia a lasciare il Paese per tornare alla propria terra d’origine tramite l’aeroporto internazionale di Roma entro sette giorni. Molti di loro rifiutano di partire e cercano di restare in Italia o di entrare in altri paesi per fare nuovamente domanda di asilo.

Carlotta Sami portavoce dell’UNHCR per il sud Europa racconta che “La pressione sull’Italia sta crescendo, i confini a nord sono bloccati, i tentativi di ricollocazione dei richiedenti asilo in altre nazioni europee sta andando a rilento e ci sono sempre nuovi arrivi ad aggravare la situazione”. Le frontiere con Svizzera, Francia e Austria sono infatti attualmente chiuse ai migranti senza documenti di asilo, ma molti di loro tentano ugualmente di fare ingresso nel nord Europa. Due migranti sono stati trovati morti su un treno merci partito da Verona e diretto in Austria lo scorso 3 dicembre, altri tre sono stati travolti da un tir sull’autostrada che unisce i due paesi Le reti dei contrabbandieri sono sbocciate nei grandi centri del nord come Milano, e si stanno spargendo a macchia d’olio.

Per chi rimane in Italia ad aspettare la decisione sulla propria domanda di asilo, le condizioni dei 3000 centri di accoglienza straordinaria (CAS) sono spesso molto degradanti e sono fonti di polemiche speso utilizzate anche per scopi politici da partiti nazionalisti e populisti. Per la maggior parte, tali siti, sono gestiti da piccole cooperative o privati cittadini che ricevono 35euro al giorno per ogni migrante “gestito”, di cui una notevole percentuale è fornita dall’Unione Europea. Il problema, ribadisce Carlotta Sami, è che “non c’è un sistema di controllo centrale per questi centri e non è possibile sapere come essi stessi utilizzino i soldi ricevuti, che dovrebbero essere usati per il cibo e per i servizi utili ai migranti e invece, spesso, non lo sono”. “Nel nostro centro, non vengono mai accesi i riscaldamenti e di notte fa molto freddo”, racconta Mohammed Ceesay, un diciassettenne proveniente dal Gambia arrivato in Sicilia lo scorso a Aprile. Mohammed vive in un centro per minori vicino a Palermo, che ospita 160 ragazzi, tra i 10 e i 17 anni: “Abbiamo l’acqua calda per due ore al giorno, il cibo non è male ma quando contiene carne di maiale molti di noi non possono mangiarlo perché sono musulmani”.

A Novembre, diversi minorenni ospitati in un centro di accoglienza hanno protestato affinché venissero date loro delle scarpe, molti di loro stavano ancora indossando i sandali che portarono durante il viaggio dalla Libia. “Siamo arrivati qui per costruire un futuro, ma non possiamo fare niente mentre aspettiamo”, dice ancora Mohammed, “se riesco ad avere i documenti, parto e raggiungo la Finlandia o l’Olanda, lo farei anche subito se avessi quei fogli”. “La Commissione europea ha chiuso la procedura di infrazione contro l’Italia e la Grecia per la raccolta delle impronte digitali Eurodac” ha annunciato giovedì scorso il commissario Ue alla Migrazione e Affari interni, Dimitris Avramopoulos, stabilendo che l’obiettivo di completare la redistribuzione dei rifugiati da Italia e Grecia al resto d’Europa entro il settembre dell’anno prossimo è ancora raggiungibile, ma solo se da subito tutti i Paesi accetteranno di accogliere almeno 3mila rifugiati al mese da Italia (un migliaio) e Grecia (2mila), che dovranno aumentare a 4.500 (3mila dalla Grecia e 1.500 dall’Italia) a partire da aprile. “Negli ultimi mesi – ha aggiunto Avramopoulos – Italia e Grecia hanno compiuto sforzi sovrumani per gestire la crisi dei rifugiati”. Sforzi di una portata storica che la stessa Unione Europea riesce a comprendere, purtroppo, con molto ritardo.

Nota – Per la scrittura di questo articolo sono state utilizzate diverse fonti, prima di tutto i dati e le dichiarazioni dei rappresentanti UNHCR, alcuni reportage di Vice News (leggi), i preziosissimi dati di Open Migration, il riassunto de Il Post (leggi), il dettagliato volume a cura di Stefano Catone “Nessun paese è un’isola – Migrazioni, accoglienza e il futuro dell’Italia, Imprimatur, Reggio Emilia, 2016”, le preziose corrispondenze settimanali di Indipendent, New York Times, Deutsche Welle, Wall Street Journal, Der Spiegel. Ognuna di queste fonti fornisce importanti possibilità di approfondimento a chi interessa l’argomento. Comprendere le proporzioni e le motivazioni che sono alla base del fenomeno migratorio è utile per ridurre le tensioni che ne possono derivare. Lo scopo di questo articolo e dell’approfondimento che ne potrà fare il lettore, se ci sarà, dovrà essere proprio quello di sostituire una naturale diffidenza verso ciò che accade in Italia con il fenomeno migratorio ad una razionale consapevolezza del perché succede.

La Madonna della Misericordia di Piero della Francesca in mostra a Milano

di Maria Paola Forlani

Piero della Francesca_Madonna della Misericordia
Madonna della Misericordia di Piero della Francesca

Piero della Francesca è protagonista, fino all’8 gennaio 2017, in sala Alessi di Palazzo Marino con uno dei massimi capolavori del Rinascimento proveniente dal Museo Civico di Sansepolcro “La Madonna della Misericordia”.

“Apre essa il gran manto azzurro svelandone così il grande rovescio scarlatto e formandone, ad un tempo, un padiglione amplissimo a contenere i devoti, a proteggerli. S’inginocchiano costoro intorno al fusto vermiglio, disposti in libero emiciclo, tranquilli sotto la torre che li sovrasta di una tale gigantessa africana, sicuri anzi sotto il colonnato di pieghe. Nella grande struttura di questa Vergine è il segno di una nuova e impassibile umanità, ma anche di una nuova architettura, ché nel vano di questo mantello già si respira l’aria di un nicchione Bramantesco e della Scuola di Atene
Roberto Longhi, Piero della Francesca, 1927

Molte sono le ragioni che rendono questo appuntamento e questa mostra, a cura di Andrea di Lorenzo, (catalogo Skira) denso di significati.
Innanzitutto il valore assoluto dell’opera che è uno dei capisaldi del Rinascimento italiano oltre a essere la prima opera documentata di Piero della Francesca. Si tratta in effetti dello scomparto centrale del polittico della Misericordia, realizzato da Piero per la Confraternita della Misericordia di Sansepolcro. Una recente e impegnativa campagna di restauro ha riportato il polittico, oggi ricostruito nel Museo Civico di Sansepolcro nel suo assetto originario, prima che venisse smembrato.

“Salve Regina Mater Misericordiae”, con queste parole inizia il celebre canto mariano del IX secolo attribuito al monaco Ermanno di Reichenau o, come propendono alcuni studiosi, a san Bernardo, devotissimo alla Vergine.
Nel 1221 lo adottarono per primi i domenicani ponendolo obbligatoriamente come ultima preghiera della giornata, nell’ora di compieta, seguiti successivamente dai cistercensi, dai certosini e via via dalle altre congregazioni fino alla sua diffusione nella Chiesa universale.
Nel secolo XIII nasce una forma per rappresentare il patrocinio di Maria: è quella di porre le figure dei protetti, generalmente di proporzioni più piccole, sotto il manto della Vergine. In uno degli Oratori della Blacherne si conservava un maphorion (velo) che la tradizione diceva esser appartenuto a Maria. Ma l’idea di porre sotto il manto i fedeli nacque nelle Confraternite italiane del Duecento, i cui membri si impegnavano a fare opere caritative. Costoro avendo scelto Maria come loro patrona, non trovarono di meglio che farsi rappresentare sotto il manto di lei. Così infatti rappresenta i Confratelli il sigillo di una Confraternita Romana del 1250. E dalle Confraternite della Misericordia derivò il nome di una nuova composizione: La Madonna della Misericordia. E in ossequio al Vangelo, che vuole si faccia il bene senza farsi vedere.

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Nel gennaio del 1445, la Compagnia della Misericordia di Borgo Sansepolcro affida a Piero della Francesca l’esecuzione di una pala (un complesso polittico formato da ventitrè tavole) per l’altare della chiesa, stabilendo nel contratto i colori da usare, la quantità d’oro da impiegare per il fondo, e l’impegno da parte dell’autore di controllare l’opera per un decennio per correggere eventuali danni causati dal procedimento misto di tempera e olio usato da Piero sull’esempio di Domenico Veneziano.
L’opera, che doveva essere terminata nel 1448, viene conclusa più tardi con l’intervento di assistenti in alcune zone.
La Madonna della Misericordia – nella classica rappresentazione della Vergine Maria che apre il mantello per dare riparo ai fedeli secondo la tradizione medioevale della ‘protezione del mantello’ – corona anche a livello iconografico la conclusione dell’Anno dedicato al Giubileo della Misericordia.
Allo stesso tempo l’opera è emblematica della modernità della ricerca artistica che per lo studio della prospettiva e della Divina proporzione, fa di Piero della Francesca un “gigante” del Rinascimento italiano.
Una corona presa a prestito dal Beato Angelico cinge il capo della Vergine, lasciando scoperta l’enorme fronte ricurva; dal velo che ne ricade sporgendo le orecchie dal profondo gheriglio; fronte e orecchie da bonzo, più che da fanciulla.
La sua veste è una tunica da convessa, con ammirabili pieghe; il manto sotto cui ricovera i fedeli sembra una cupola muraria: uomini e donne sono entrati dalla strada, con i loro abiti da passeggio. I diversi ordini sociali vi sono esemplificati con cura: la monaca e il confratello incappucciato, la signora e il gentiluomo, il magistrato e la popolana. Quest’ultima veste uno scialletto di lana pelosa triangolare che doveva essere abituale in casa dei Franceschi. Notevolissime, specie delle donne, le diverse espressioni della preghiera. Nel complesso è gioco di vicinato, ove tutti si sono travestiti per un ruolo sacro. Eppure non vi è nulla di profano, nulla che disturbi l’attenzione: una religiosità plebea, ma grande, domina ovunque.

The Voices of Victor Gospel al Teatro Nuovo

Da: Teatro Nuovo Ferrara

Teatro Nuovo Ferrara presenta
THE VOICES OF VICTOR GOSPEL

Mercoledì 21 dicembre ore 21.00

Perfect Harmony è un affare di famiglia: creato nel 1992 da Jennifer Ingram, con le talentuose figlie Nicole e Chrystal, viene completato da Christian Spirit Taylor, marito di Niki, in veste di pianista. Ispiratosi ai gruppi di cantanti femminili come le Clark Sisters, The Pace Sisters En Vogue, SWV, Mary Mary e altri, sul piano ‘filosofico’ e religioso, questo gruppo intende ricreare in musica la Perfetta Armonia che dovrebbe regnare quando ciascuno vive e si esprime in accordo alla sue capacità e nel rispetto delle caratteristiche dell’altro.
Dopo aver condiviso il palco con celebrità del gospel e della musica rock pop quali Robin Gibb (The Bee Gees),The Simple Minds, Sinead O’Connor, Rini-tee 5:7, Ron Kenoly, Martha Munizzi, Stellar Award Nominee Elder Jimmy Hicks, e Stellar Award Nominee Dana Mackey, è stata l’apparizione al celebre programma televisivo CELEBRATION of GOSPEL ad aver dato loro l’occasione di pubblicare il loro primo disco ‘The Next Level’ con la Chrystol Clear Coundz record label. Questo lavoro, oltre a dare al gruppo occasione per concerti, apparizioni radio e TV è valso il premio al South Florida Gospel Music Awards come ‘best new gospel group of the year’, ‘best gospel trio’, e ‘best new artist’.
Perfect Harmony, nel 2014, ha creato una formazione più grande, che include più voci e sezione ritmica, dal nome THE VOICES OF VICTORY; dopo aver selezionato le migliori voci della Georgia, TVOV si è imposto fin dai suoi esordi come un gruppo dinamico e potente e ha guadagnato spazio nei teatri di Atlanta e nelle trasmissioni televisive. Sta pianificando un tour europeo.

Biglietti: da € 13,00 a € 32,00
Biglietteria Teatro Nuovo Ferrara: da martedì al sabato dalle ore 11/13 – 16/19
On line: www.vivaticket.it

LIBRETTO MUSICALE

Hosanna
In the Sanctuary
Yoyful, Yoyful
Happy
Great Is Your Mercy
Amazing Grace
Gospel medley
Glory Glory Hallelujah
I’ve Got a new Home over in zion
Look where he’s brought me from
What’s his name?
Carribean medley

***

Dance Break

***

Higher, higher lift Jesus higher
I’m under the rock
Total praise
I love the lord
Bless the lord
This is the day

****

Christmas Songs

****

Jesus what a wonderful child
Oh holy night
Silent night
Oh come let us adore him
We wish u a Merry Christmas
Oh Happy day

“Maratona Orlando”, identikit dei mille che hanno letto Ariosto giorno e notte

E’ ufficiale: “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2017.
I visitatori avranno dunque tre settimane in più per poter vedere alcune opere straordinarie dei più grandi artisti del Rinascimento, da Mantegna a Leonardo, da Raffaello a Tiziano, per la prima volta raccolte tutte insieme. Una decisione dettata dal grande successo dell’esposizione, dimostrato anche dalle 36 ore di maratona per la lettura integrale dell’Orlando furioso, che ha coinvolto un migliaio di ‘lettori’ e circa 1.400 spettatori dal vivo, a cui si sono aggiunti oltre 70 mila persone dai canali social dei Diamanti, restituendo così le parole dell’Ariosto a un’intera comunità.

A Ferrara, la classe del liceo di Roma c’è venuta in gita scolastica. Ma alle due di notte nessuno di questi ragazzi sta dormendo nella propria camera d’albergo. Camminano spediti nel silenzio di corso Ercole d’Este. Non è una fuga: percorrono con determinazione la monumentale strada ferrarese alla luce fioca dei lampioni. Poi si infilano nel portone di palazzo dei Diamanti. Ben ordinati superano l’androne, salgono la scala sulla sinistra del cortile e, un pochino stralunati per l’orario e l’emozione della prova imminente, si dispongono nel salone d’onore della Pinacoteca, al primo piano del Palazzo. Gli organizzatori danno a ognuno un foglio da appuntarsi sulla maglia, con scritto il numero del canto e delle ottave che ognuno di loro andrà a leggere. Prendono fiato con un po’ di tribolazione, poi leggono quei versi come qualcosa di familiare, alternandosi con aria molto concentrata davanti al microfono uno per volta. Un appuntamento notturno per leggere ad alta voce l’Orlando Furioso, che gli studenti romani difficilmente dimenticheranno. Le parole in versi con cui cinque secoli fa Ariosto ha dato voce all’amore pazzo e disperato del suo paladino, all’inizio, avevano fatto fatica a capirle. Ma ci hanno lavorato su con la prof di lettere e si sente che, alla fine, la storia è entrata bene nella loro testa e riescono a trasmetterla almeno un poco a chi ascolta, e magari ai genitori a casa collegati sul video della diretta in streaming.

Libro dell'Orlando Furioso in mostra a Palazzo dei Diamanti (foto Dino Buffagni per Ferrara Arte)
Libro dell’Orlando Furioso in mostra a Palazzo dei Diamanti (foto Dino Buffagni per Ferrara Arte)

La notte è quella tra venerdì 2 dicembre e sabato 3 dicembre 2016. Dalle 9 della mattina alle 22 del giorno successivo ci sono state trentasei ore ininterrotte di lettura per celebrare il 500° compleanno di un libro, che è l’Orlando Furioso di Ariosto, a cui appunto Palazzo dei Diamanti dedica la mostra visitabile fino a fine gennaio.

Ragazzi della 4A del liceo Carducci di Ferrara leggono l'Orlando Furioso (foto Giorgia Mazzotti)
Ragazzi della 4A del liceo Carducci di Ferrara leggono l’Orlando Furioso (foto Giorgia Mazzotti)

Il bilancio di questo evento – organizzato con il coordinamento di Ferrara Off Teatro dalla Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Pinacoteca nazionale di Ferrara, il Teatro comunale Ferrara, la Biblioteca comunale Ariostea – elenca millle e trenta lettori registrati e arruolati per leggere tutte le pagine del libro senza fermarsi mai.

A mettere insieme quasi metà di un migliaio di voci ci hanno pensato tanti ragazzi tra i 16 e i 18 anni. In gran parte si sono iscritti per un progetto accolto dalla loro scuola (ventidue classi, tra le quali il liceo scientifico Bassi Burgatti di Cento, i ferraresi liceo artistico Dosso Dossi, l’istituto professionale Einaudi, il liceo Carducci, l’Ariosto, ma anche il liceo classico Monterotondo di Roma e altre tre scuole superiori romane). In alcuni casi ci sono ragazzi arrivati così, da soli. Come Mohammad Shahmeer, 16 anni originario del Pakistan che ha visto l’annuncio sulla bacheca della biblioteca Ariostea, ha deciso di partecipare e ha letto stra-bene.

Michelangelo Stanzani alla Maratona Orlando (foto Giorgia Mazzotti)
Michelangelo Stanzani alla Maratona Orlando (foto Giorgia Mazzotti)

Poi ci sono state persone che con la lettura pubblica hanno particolare dimestichezza, perché fanno parte di un gruppo o di una compagnia teatrale, e che l’occasione l’hanno colta al volo. Dei figuranti del Palio di Ferrara hanno deciso di partecipare indossando i costumi rinascimentali. Per altri è stata una sfida, un gioco, il gusto di prendere parte a un progetto, che è così serio e così strambo allo stesso tempo. Come Michelangelo Stanzani, che lavora per il settore Turismo della Regione Emilia-Romagna. Già addetto a promozione e comunicazione turistica della Provincia di Bologna, 40 anni, con studi letterari classici alle spalle, è un appassionato di arte antica che su un social come Facebook naviga in latino, passando dalla “Domus” (la Home page) dove “affige suam activitade” al cliccare sul pollice alzato che nel suo profilo è contrassegnato da “mihi placet”. Insomma, con il linguaggio arcaico, Michelangelo ha una bella familiarità che lì, in pinacoteca all’ora di pranzo di sabato, lo fa percorrere spedito i versi che raccontano di come Bradamante con altri cavalieri portano in salvo “tre donne ignude”.

Il musicista Paolo Furlani alla Maratona Orlando (foto Giorgia Mazzotti)
Il musicista Paolo Furlani alla Maratona Orlando (foto Giorgia Mazzotti)

Anziché pranzare – a cavallo tra le 13 e le 14 di sabato – è lì che recita la sua parte anche Paolo Furlani, 50 anni, musicista di Venezia, che la lettura di ottave dal Canto 37 la accompagna con il suono di strumenti particolari. Esordisce tenendo in mano una specie di libretto in legno che ondeggia facendogli riprodurre il clicchettio degli zoccoli dei cavalli, dà voce a un po’ di versi e poi dà fiato a un piccolo flauto in plastica giallo-rossa. Declama un’azione dei prodi cavalieri e la accompagna al clangore metallico di una molla, che lui sfrega con un piccolo righello come se fosse un arco sul violino. Docente di Composizione al Conservatorio di Firenze, è arrivato da Venezia con il figlio adolescente e una valigia piena di strumenti strani che usa abitualmente per le sue composizioni messe in scena a teatro, da Rovigo alla Fenice di Venezia.

Nello stesso gruppetto c’è una signora, frangetta bianca e pronuncia molto ben impostata, che di mestiere fa la postina. Originaria di Bologna, Patrizia Beneventi si è trasferita a Ferrara proprio per lavorare all’ufficio postale di Copparo e poi – chissà – forse anche un po’ per qualche letterario amore, come questo ariostesco.

Il profe-attore Michele Collina legge l'Orlando Furioso (foto Dino Buffagni)
Il profe-attore Michele Collina legge l’Orlando Furioso (foto Dino Buffagni)

Altri studenti arrivano da questa stessa terra estense, dove il libro è stato editato in origine. Come i ragazzi del liceo Dosso Dossi, che si presentano con tanto di scenografia mobile: ognuno di loro tiene in mano un grande foglio con disegnati fiori o piante, che illustrano la lettura. Le pagine che sono state assegnate loro, infatti, sono quelle che raccontano dell’approdo di Ruggiero nell’isola di Alcina, in mezzo a tutti quei vegetali che nella storia si rivelano essere anche diversi ex amanti che la maga ha trasformato. O la 4°A del liceo Carducci di Ferrara che alterna letture individuali e momenti corali che danno voce agli spiriti che bisbigliano dentro al poema.

A prepararli alla lettura è Michele Collina, professore di lettere al polo liceale di Imola che del teatro fa quasi un secondo lavoro: coordina il laboratorio del Teatro Instabile formato da molti suoi ex studenti adesso ventenni o poco più, e fa parte di IterTeatri, la compagnia fondata dai giovani attori usciti dalla Scuola di teatro Alessandra Galante Garrone di Bologna con la quale ha – a sua volta – contribuito alla pubblica. Il compito di preparare gli studenti delle scuole di Ferrara iscritti alla Maratona con tutta la loro classe lo ha condiviso con Diana Hobel, che viene dalla Civica scuola di teatro Paolo Grassi di Milano.

Aurora Bollettinari con due amici alla Maratona Orlando (foto Flavia Franceschini)
Aurora Bollettinari con due amici alla Maratona Orlando (foto Flavia Franceschini)

Alcuni volti conosciuti si possono sbirciare seguendo la diretta in streaming che è stata trasmessa sul profilo facebook di palazzo dei Diamanti da un canale YouTube. Come Edoardo Camurri, giornalista e conduttore su Rai3, e Maurizio Di Maggio di Radio Monte Carlo. Oppure si ritrovano nelle notizie postate sui social dai protagonisti stessi o dai loro familiari. Come Flavia Franceschini, artista, che pubblica il video che immortala la figlia Aurora Bollettinari impegnata nella lettura pluricentenaria con due amici.

Il fotografo ufficiale della manifestazione Dino Buffagni ferma con l’obiettivo la lettura di Luigi Dal Cin, ferrarese, autore di oltre cento libri di narrativa per ragazzi. Sempre di Buffagni la foto di due giovani biondi e nordici che sembrano di per sé usciti da una saga vichinga e che, per contrasto, mettono ben in risalto i Mori di Orlando. Anche se poi, quando cominciano a leggere, sfoderano un perfetto accento fiorentino!

Maratona Orlando: lettura di Giacomo Dominici e Archimede Pii (foto Dino Buffagni per Ferrara Arte)
Maratona Orlando: lettura di Giacomo Dominici e Archimede Pii (foto Dino Buffagni per Ferrara Arte)

Indagando si scopre dagli organizzatori del teatro Ferrara Off, Giulio Costa e Matilde Buzzoni, che il lettore più giovane di tutti – anzi la più giovane – è Irene Scano, una bambina di 7 anni che qui tutto sommato si deve sentire un po’ a casa, perché è la figlia di Chiara Vorrasi, curatrice di mostre e musei per il Servizio Gallerie d’arte moderna e contemporanea del Comune di Ferrara. La lettura più inconsueta è invece quella che ha percorso con i polpastrelli della mano un appassionato di Ariosto non vedente, Paolo Giacomoni, 50enne arrivato da Bologna con le sue ottave trascritte in caratteri braille.

Lo scrittore Luigi Dal Cin legge l'Orlando Furioso (foto Dino Buffagni)
Lo scrittore Luigi Dal Cin legge l’Orlando Furioso (foto Dino Buffagni)

Un po’ di retroscena li svela Marco Sgarbi, attore e fondatore di Ferrara Off, il gruppo teatrale che ha coordinato tutto l’evento. Il lettore che ha fatto più strada? Quello arrivato da Palermo; ma anche il gruppo di Lecce, di chilometri, ne ha fatti un bel po’. Di fornai-lettori, invece, pare non ce ne siano stati. “Quella di coinvolgere corporazioni di mestieri che magari sono abituate a lavorare negli orari meno consueti era un’idea che avevamo in principio – racconta – ma alla fine è rimasta solo un’idea… Oppure, se qualcuno c’era, non ne siamo stati informati!”.

Hanno letto – sottolinea Giulia Bratti dello staff comunale dell’organizzazione – anche assessori, consiglieri comunali e il sindaco e, ad aiutare lo staff di Ferrara Off e Ferrara Arte, c’erano sessanta volontari con meno di trent’anni. Ad ascoltare sono stati contati circa 1400 spettatori dal vivo, a cui si aggiungono oltre 70mila persone che hanno seguito la Maratona Orlando in streaming.

Per Maria Luisa Pacelli, la direttrice di Ferrara Arte che ha seguito dalla platea le letture, “con questa manifestazione si è reso omaggio nel modo più bello e più vero al capolavoro di Ariosto e ai suoi valori, restituendolo al presente attraverso il coinvolgimento di un’intera comunità”.

Alla consolle della Maratona Orlando in Pinacoteca a Ferrara 2016 (foto Dino Buffagni)
Alla consolle della Maratona Orlando in Pinacoteca a Ferrara 2016 (foto Dino Buffagni)

E ora? “La cosa bella – racconta Michele Collina che ha coordinato otto classi di liceali ferraresi per prepararli a una lettura più efficace e teatrale possibile – è che, dopo aver avuto tanti timori e vedendo che ce l’hanno fatto, quasi tutti i ragazzi alla fine dicono: e adesso? Insomma, si sentono già pronti a imbarcarsi in un altro progetto. E in molti casi il massimo entusiasmo viene fuori proprio da chi, all’inizio, era meno motivato o forse più intimidito da quelle pagine”.

Come un richiamo magico del libro incantato evocato da Ariosto e del famoso corno terrorizzante che è esposto nelle sale di palazzo dei Diamanti, l’Orlando Furioso fa un po’ paura ma nello stesso tempo riesce a chiamare a raccolta così tanta gente dalle più disparate parti. Resta l’unione di giorno e notte dentro le pagine di un libro che ognuno di quei mille e passa, adesso, sente scritte con parole davvero un po’ più sue.

“Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” è la mostra che rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2017 tutti i giorni ore 9-19 a Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I d’Este 21, Ferrara.

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