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Giorno: 16 Marzo 2017

DIARIO IN PUBBLICO
Senso e consenso

Sfogliando i giornali m’imbatto in un’immagine terrificante. Una quasi bambina dai capelli rossi si stringe disperata a una gamba maschile in cerca di protezione. Ecco, penso, una efficace immagine contro la pedofilia. In realtà si tratta della pubblicità di una nota marca di scarpe sportive, quelle scarpe idoleggiate nella immortale canzone di Enzo Jannacci ‘El purtava i scarp del tennis’. Si sa che gli italiani di fronte allo sport sono capaci delle più grandi (ma a volte anche immonde) azioni, quelle di un popolo fatto di eroi, santi e …sportivi. Ecco allora che mentre giustamente si celebrano i riti del primo posto in classifica della mai dimenticata Spal, mito assoluto anche di un grandissimo italianista come Lanfranco Caretti, non si esita a disertare l’aula quando la proposta sul biotestamento approda alla Camera. Carattere nazionale? Non so.
Quello che appare evidente nel momento dello sgretolamento del Pd, nei tumulti napoletani contro il comizio di Salvini, nelle apparizioni del Silvio nazionale abbronzatissimo, ma ormai postato come la statua colossale di Ramesse II rinvenuta alla periferia del Cairo, è che il popolo italiano ha due fondamentali rifugi alla pericolosa situazione politico-economica del paese: lo sport e le sagre.
Così al lunedì chiedere letture diverse da quelle sportive a tutti i giornali italiani è impresa disperata. Spariscono le condizioni stesse di un commento non sportivo. Nei giornali che solitamente leggo invano chiedo conforto alla ‘amaca’ di Serra o alla cronaca del Lingotto e all’analisi del discorso di Emma Bonino, scaturite dalla penna di Francesco Merlo. Nein! Si deve solo soffrire o godere a seconda dei casi. Resterà o no il mister se la squadra ferrarese raggiungerà le vette della serie A? Col caldo l’amico assessore allo sport dismetterà la potente sciarpa bianco-azzurra? Sarò consolato ancora dai selfie di mezza amministrazione comunale scattati allo stadio?
Boutade strepitosa, sulla ‘amaca’ del 14 marzo: “Ben al di là delle idee politiche, quello che spaventa in Erdogan è che sembra De Laurentis dopo una sconfitta del Napoli”. La perfetta corrispondenza tra calcio e politica nei suoi aspetti più virulenti mi sembra azzeccatissima. Del resto basta leggere la Satira preventiva del solito Serra su ‘L’Espresso’ per renderci conto di come il binomio calcio-politica sia ormai un dato di fatto. Qui è B. che è in trattativa per la vendita del Milan al ‘magnate tonchinese’ Sun Mi. In realtà si tratterebbe della stessa persona ipotizza il perfido Serra: “Usciva Berlusconi e riappariva un cinese sorridente, dicendo ai giornalisti: piacere, Sun Mi”.
Questo è in fondo la qualità dello sport, questo è ciò che si richiede da una comunità sana che non insulta, non picchia, non si propone minacciosamente a dirimere le debolezze indubitabili di quartieri a rischio con marce, proclami, urla imitanti le grossolane manifestazioni della curva Sud.

Ma le sagre! Quelle sì che placano, confortano, inducono alla serenità. Leggo compiaciuto del successo del Misen, la fiera sulle sagre, delle quantità industriali di assaggi e assaggini consumati dalla folla festante. E, dunque, che sagra sia!
Ma da inguaribile radical-chic, secondo i non troppo velati insulti inviatimi su fb (ma attenzione io stesso rivendico come ‘stemma’ di differenziazione all’attuale stasi politica l’appartenenza al mondo radical-chic), e da ‘uomo di mondo’, secondo le logore perifrasi politiche, mi guardo intorno e scopro il deserto: di idee, ma soprattutto di cultura.
Le cronache cittadine sono ora scosse dalla notizia che la soprintendenza rifiuta l’esposizione degli ombrelli colorati che oscillavano appesi in Via Mazzini, la via dello shopping ferrarese. Che la motivazione sia più o meno giusta – ragioni di decoro, manifestazione obsoleta e via chiacchierando – a me appare un piccolissimo problema rispetto a quelli ben più gravi che tuttora scuotono l’opinione pubblica. Non è forse meglio veder sventolare gli ombrelletti sopra le nostre teste che permettere quel vergognoso a mio parere, ma non solo mio, cosiddetto incendio del Castello? Una manifestazione pericolosa e inutile, specie per il trasferimento dei quadri custoditi all’interno del monumento. In questo caso, ripeto sempre a mio parere, la soprintendenza ha mancato ‘di molto’ – alla toscana – al suo compito.

Poi finalmente tutto si chiarisce e si depura, assistendo al concerto che la divina Martha Argerich e il non meno mitico Mischa Maisky ci regalano al Teatro Comunale. Nonostante il lieve russare che una signora orientale seduta dietro me produce in un nirvana atemporale, la performance dei due geni produce felicità pura, assoluta bellezza e, come commentava il Prefetto, di fronte alla loro grandezza riusciamo ad accettare la mediocrità in cui viviamo, riconoscendo il senso di quella genialità che gli antichi attribuivano agli dèi. E nell’impetuoso scuotere delle bianche chiome del violoncellista, nel manto grigio azzurrino dei capelli della Divina nella gestualità perfetta riusciamo finalmente a capire che solo la bellezza potrà salvare il mondo. Una bellezza che deve essere etica dove il bello e il buono confluiscono. Così dopo la generosa elargizione di ben quattro bis i due geni si accomiatano seguiti dalla giovinetta adiuvante a voltar pagina a Martha nel suo vestito a palloncino dove le calze nere lasciavano intravvedere una piccola porzione di pelle bianca .
E sull’onda di un’altra canzone potremmo concludere: “E’ primavera.. Svegliatevi cervelli…”.

“Riaperture”: per il festival di fotografia si spalancano le porte della Ferrara segreta

di Linda Ceola

Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo è lo specchio del fotografo. (Ferdinando Scianna)

C’è un nuovo festival di fotografia a Ferrara: il suo nome è ‘Riaperture’. Riapriranno, infatti, sette spazi chiusi da lungo tempo per far entrare una ventata di progetti fotografici di rilievo realizzati da fotografi italiani e non. L’intento è risvegliare questi luoghi assopiti attraverso una tecnica d’indagine della realtà come la fotografia. Dal 17 al 19 marzo il pubblico avrà la possibilità non solo di vivere un weekend fotografico, arricchito da workshop, letture portfolio, reading, visite guidate e laboratori per bambini, ma anche di esplorare con altri occhi, posti visti sempre chiusi o dismessi, ribaltandone la prospettiva d’osservazione, fra cui il giardino segreto di casa Romei, l’auditorium Frescobaldi, il palazzo Prosperi Sacrati… L’associazione Riaperture e l’omonimo festival attivano così un processo possibile di rigenerazione urbana, sollecitando nel pubblico uno sguardo d’insieme. Prima che questi ‘luoghi comuni’, tema di questa edizione d’esordio, vengano sovvertiti dalla fotografia è doveroso soffermarsi sulle spoglie del loro passato, a cominciare dalla fucina in cui il festival è stato forgiato.

Si tratta dell’Ex Comando dei Vigili del Fuoco di Ferrara, situato nell’area compresa tra via Ortigara e via Poledrelli a ridosso delle mura cittadine, inaugurato nel 1930 e sorto su un’area fino al 1859 occupata da una fortezza. Nel 2004 a seguito della costruzione di una nuova caserma, viene abbandonato senza suscitare più grande interesse, finchè un giorno la Provincia incontra l’Associazione no profit Grisù e, fiera del progetto proposto da quest’ultima, rinuncia alla vendita e stipula un contratto di comodato d’uso gratuito e precario di cinque anni. Il nome, chiesto in prestito ai fratelli Pagot, cela la storia del draghetto progressista Grisù che, ultimogenito di una lunga stirpe di avvampatori, sogna di fare il pompiere. Il fuoco creativo di Grisù spinge così le aziende associate e quelle che verranno, a prendersi cura degli spazi occupati, nell’intento di dare vità ad un coworking aperto all’organizzazione di workshop formativi e dialogante con il mondo universitario, nonché in grado di innescare rapporti tra eccellenze locali e internazionali. Lunga vita alla Factory Grisù dunque, che in questa occasione ospiterà i progetti fotografici di Francesca Iovene e Massimo Mastrorillo, rispettivamente ‘Il profilo dell’intorno’ e ‘Aliqual’, nonché le fotografie dei vincitori del concorso nazionale, selezionati da una giuria guidata da Mustafa Sabbagh, fotografo e artista di origini italo-palestinesi che vive a Ferrara.
All’incrocio tra Corso Isonzo e via Cassoli si trova il secondo spazio espositivo, che affonda le proprie radici nel 1920, anno in cui il Consiglio Comunale approva lo Statuto dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari ed Economiche di Ferrara, riconoscendolo come Ente Morale. L’attività, inizialmente concentrata nel capoluogo di Ferrara, aveva originariamente sede proprio in Corso Isonzo 10. A partire dal 1938 si estende alla provincia e assume proporzioni più vaste dopo la guerra, impegnandosi a ricostruire il patrimonio immobiliare danneggiato e provvedendo alla costruzione di abitazioni per i senza tetto e i sinistrati. Nel 1970 l’ufficio principale viene svuotato e spostato in Corso Vittorio Veneto 7. L’edificio di fatto non ha un valore storico, che richiederebbe una diversa tutela, ma resta il simbolo dell’impegno dello Iacp nel dare alloggio a chi ne aveva maggiormente bisogno in accordo con la pubblica amministrazione. Attualmente lo spazio di Corso Isonzo 10, che sarà accessibile al pubblico di ‘Riaperture’, è di proprietà di Acer, Azienda Casa Emilia Romagna, ed è in vendita. Qui i fruitori del festival troveranno ben quattro mostre fotografiche: ‘I must have been blind’ di Simone D’Angelo, ‘Per Strada’ di Luis Leite e ‘Sempre si vince’ di Barbara Baiocchi. Saranno inoltre presenti le foto vincitrici del concorso che ha coinvolto le scuole superiori di Ferrara il quale, organizzato in collaborazione con EmilBanca, prevedeva l’invio di scatti esclusivamente fatti con il cellulare.

Proseguendo il nostro cammino verso il centro della città si giunge in via Garibaldi 1, questa volta un semplice spazio che ha visto il susseguirsi nel tempo di molteplici attività commerciali senza esiti a lungo termine. Nonostante sia collocato in prossimità di piazza Municipale, quindi pienamente inserito nel contesto urbano del centro storico, risulta attualmente sfitto. ‘Riaperture’ gli darà una visibilità tutta nuova attraverso ‘What?’ di Danilo Garcia Di Meo e ‘Perdita d’identità’ di Luana Rigolli. Il progetto fotografico di Danilo, dedicato ad una ragazza pugile sorda, ha suscitato nell’associazione organizzatrice il desiderio, degno di nota, di coinvolgere l’Acis, a sua volta Associazione Culturale d’Integrazione dei Sordi che presenzierà in sede espositiva. Questa e la Factory Grisù saranno le due biglietterie del festival.

Dirigendosi verso il Castello, aldilà di Corso Giovecca ci si imbatte nell’Auditorium del Conservatorio Frescobaldi, accessibile da piazzetta Sant’Anna, il cui nome subito riporta a galla le origini di questo luogo ideato dall’ingegnere comunale Carlo Savonuzzi ed eretto tra il 1935 e il 1939 sui resti dell’ex ospedale cittadino Sant’Anna. Risale al 1440 la bolla pontificia di Papa Eugenio IV che incarica il vescovo Tavelli della costruzione di un ospedale. Ma facciamo ancora un passo indietro. Nel lontano 1304 un gruppo di frati francescani costruisce un convento dedicando un oratorio a Sant’Anna. Successivamente l’antico monastero viene occupato da frati agostiniani provenienti dall’Armenia che pare non si siano comportati bene, dando l’opportunità al vescovo Tavelli di sopprimere l’ordine religioso erigendo il nosocomio richiesto. Ecco che nel 1445 Ferrara vede la nascita di un ospedale che acquisisce di lì a poco grande importanza. Nel 1927 lo spostamento di quest’ultimo nella nuova sede ubicata in Corso Giovecca, porta alla demolizione degli edifici ad esso appartenenti, ad esclusione della facciata monumentale con l’annesso portico in Piazzetta Sant’Anna e dei sotterranei, nei quali si trova la cella del Tasso, in cui pare che il poeta sia stato rinchiuso per volere del Duca Alfonso II d’Este dal 1579 al 1586 per aver inveito contro la Corte Ducale alle nozze dello stesso in uno scatto d’ira. L’azione in realtà premeditata aveva come obiettivo quello di proteggere il Tasso dall’Inquisizione. Nel 1977 l’Auditorium del Savonuzzi, che come abbiamo detto riporta ancora tracce dell’antico ospedale, viene chiuso in quanto vengono rilevate cospicue quantità di amianto, mescolate alla malta per l’intonaco, di cui allora si conoscevano solo le grandiose capacità fonoassorbenti ma non i cancerogeni effetti. Oggi si presenta privo di danni strutturali, ma bisognoso di un serio intervento di messa a punto per poterne sfruttare le potenzialità. In collaborazione con Spazio Gerra, ‘Riaperture’ ospita qui ‘Disco Emilia’, un viaggio nelle discoteche emiliane attraverso gli scatti di Gabriele Basilico, Andrea Amadasi, Hyena e Arianna Lerussi.

Non gode di altrettanta salute strutturale un luogo espositivo di grande fascino, che verrà aperto in via eccezionale: Palazzo Prosperi Sacrati, in Corso Ercole I d’Este 23. Dirimpettaio di Palazzo Diamanti rientra nell’area dell’Addizione Erculea, ossia un intervento urbanistico messo in atto in città tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento. Costruito per volere di Federico da Castello, archiatra di Ercole I d’Este, assume presto l’aspetto di una dimora principesca e vede anche la partecipazione del noto Biagio Rossetti, il cui imponente portone d’ingresso è continuamente oggetto di attenzioni non solo per i ferraresi ma anche per i turisti di passaggio. La sua bellezza è inconfondibile. Innumerevoli stampe e documenti attestano la vastità originaria dello spazio, arricchito da orti ed estesi giardini, purtroppo sacrificati nel tempo nel susseguirsi di numerosi proprietari. Ultimi i conti Prosperi, di antiche origini lucchesi, che al principio degli anni Trenta del Novecento cedono allo Stato il palazzo rinascimentale riscattato dal Comune di Ferrara nel 1997. Tra il 2007 e il 2009 la Soprintendenza ai Beni Culturali si è impegnata nel restauro dei piani nobili, che erano stati adibiti ad alloggi per gli ufficiali dell’aviazione durante la guerra. Interventi rilevanti che non hanno ciononostante reso agibile lo spazio. ‘Riaperture’, auspicando una futura rianimazione di questo posto spettacolare, colloca qui ‘Le Ville Noire’ di Giovanni Troilo, progetto fotografico suggestivo, vincitore nel 2015 del Sony World Photography Awards.

Foto di Giacomo Brini [Clicca sulle immagini per ingrandirle]

Tornando verso il centro della città il festival ci conduce in via Ragno 37, storico punto di aggregazione giovanile situato nel ghetto ebraico di Ferrara, che per anni fu sede del Clandestino Pub, legato al Cinema Apollo per la vicinanza. Da qualche tempo l’attività si è spostata di qualche civico più in là, attivando nel frattempo una serie di lavori di trasformazione dello spazio abbandonato per renderlo utilizzabile come satellite della sede principale, nell’intento di rigenerare una delle vie storiche del quartiere ebraico. L’ospite di ‘Riaperture’ sarà in questo caso Sara Munari, docente presso l’Istituto Italiano di Fotografia che non a caso darà visibilità all’invisibile attraverso ‘P|P|P| Place Planner Project’.

Ultimo ma non ultimo è il giardino segreto di Casa Romei, esempio di architettura collocabile a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento, che coniuga elementi medievali e rinascimentali. Voluta dal mercante Giovanni Romei, viene successivamente ampliata e abbellita per celebrare le sue nozze con Polissena d’Este, figlia naturale di Meliaduse, il primo dei numerosi figli illegittimi di Nicolò III d’Este. La futura sposa è nipote del duca Borso d’Este e suo padre costretto, suo malgrado, alla carriera ecclesiastica è un personaggio di spicco della corte. Giovanni Romei attratto dall’ambiente aristocratico, si impegna così nella predisposizione di un ambiente raffinato, affinchè Polissena possa trovarsi a suo agio. Compaiono così gli affreschi della Sala della Sibille, dodici profetesse in piedi all’interno di un roseto che mostrano i cartigli con le profezie sulla venuta di Cristo, lo Studiolo, nonché decorazioni fiorite correnti lungo le pareti dei loggiati del piano nobile. L’edificio incorpora in seguito anche l’attiguo Convento del Corpus Domini strettamente legato agli Estensi, il cui emblema compare visibilmente nel Salone d’Onore. Soppresso il convento nel 1898 l’edificio diventa proprietà demaniale. Abbandonato per lungo tempo torna a fiorire con la nascita del museo nel 1953, custode di numerose raccolte di resti lapidari e affreschi, staccati da alcune chiese demolite a Ferrara, come Sant’Andrea e Santa Caterina Martire. ‘Riaperture’ spalanca le porte del chiostro privato dei Romei (di recente reso sporadicamente visitabile grazie al Gruppo Archeologico Ferrarese), usato come ambiente esclusivamente familiare, non appartenente al consueto percorso museale, perciò eccezionalmente fruibile. L’intimo progetto fotografico di Giovanni Cocco, ‘Monia’, dedicato alla sorella disabile trova l’atmosfera perfetta proprio in questa sede.

Si chiude qui il cerchio di una ricca e feconda serie di riaperture. Attraverso il ri-utilizzo temporaneo di questi spazi l’associazione organizzatrice non si limita a ‘contaminare’ il contesto urbano, esportando progetti artistici in luoghi di natura non espositiva, bensì attribuisce un valore potenziale di rinascita non solo all’immobile in sé, ma al luogo in cui è inserito e alla comunità che lo vive e lo attraversa.
Mancare a questo appuntamento sembra proprio essere un peccato. Le attività aggiuntive, numerose e accattivanti sono disponibili sia sul sito web di ‘Riaperture’ sia sull’omonima pagina Facebook.

Sabato 18 marzo Agnese Casazza “libraio per un giorno”

Da organizzatori

Sabato 18 marzo ore 11:00, presso la libreria Ibs+Libraccio di Ferrara, per l’iniziativa “Libraio per un giorno” i libri consigliati da Agnese Casazza.
Il Libraio per un giorno è un’iniziativa originale per avvicinare più persone possibili al mondo dei libri attraverso chi ci sta intorno tutti i giorni.

L’ospite di questa settimana sarà Agnese Casazza sabato 18 marzo alle ore 11:00, che racconterà ai presenti il suo bagaglio di letture con auto-ironia e spontaneità: i classici che lo hanno formato, ma di più, i titoli che non abbandonano il suo comodino la notte, dai quali non si separa mai.

I libri non hanno età e, come affermò giustamente Umberto Eco, chi legge vive innumerevoli altre esistenze oltre la sua, con cui mettersi a confronto e crescere interiormente.

Il rinfresco è offerto da NaturaSì, Via Bologna 296 e Via Copparo 3/A – Ferrara

Lettera del responsabile organizzazione Leonardo Fiorentini a sostegno della candidatura di Matteo Renzi

Da Leonardo Fiorentini – Responsabile Organizzazione PD Ferrara

Per il congresso del PD ho sottoscritto la candidatura di Matteo Renzi e ne sosterrò la possibilità di diventare segretario del Partito. Fra le varie motivazioni che mi hanno infine convinto, mi limiterò qui a una sola di esse. Il mondo ha paura e dalla paura una parte politica trae forza. Normalmente si tratta di partiti conservatori, soprattutto di destra ma non solo: l’internazionale della rabbia e della chiusura ha oggi importanti riferimenti politici, più o meno accentuati, in ogni Paese e talora questi riferimenti sono al governo. Per contrastare questo fenomeno servono più diritti, più libertà, meno muri (fisici e mentali), più lavoro, più innovazione; serve una prospettiva diversa che il PD sa fornire, e la fornirà con più forza a patto che la visione sia ampia. Per me, ampia significa europea. Negli anni della segreteria, Renzi ha saputo porre con decisione il tema dell’Europa e della sinistra europea; fra i vari, credo meriti attenzione un atto importante anche per tensione ideale verso il resto del mondo e per una visione internazionale della sinistra: meno di un anno fa, il governo ha fatto recuperare i corpi di quanti nell’ennesima traversata di un mare non solo nostrum hanno perso la vita. Non aggiungo valutazioni al senso alto di questa scelta.

Positivo, direi, che nessuno dei candidati alla segreteria nazionale proponga atteggiamenti reciproci troppo duri, considerato il clima internazionale già cupo. Auspico che questo modo continui e migliori, pertanto propongo che venga immediatamente assunto da tutti. Non giova dire che se Renzi sarà segretario qualcuno che ora sta nel PD potrebbe valutare di andarsene. Di un’affermazione del genere sfugge, a me almeno, la logica tout court soprattutto politica. Si afferma che candidature diverse da quella di Renzi vadano sostenute, oltre che per la bontà dei contenuti, per il partito e per una sua integrità. Bene: ma allora per quale ragione dire anche che, nel caso in cui Renzi vinca il congresso, si potrebbe lasciare? Noi stiamo facendo un congresso non altro. Spero dunque che, se mi sfugge la logica del ragionamento, qualcuno possa spiegarmela; diversamente, mi auguro di non ascoltare e leggere più frasi del genere.

Master UniFE in trattamenti psicosociali con didattica integrata

Da Centro di Tecnologie per la Comunicazione l’Innovazione e la Didattica a Distanza

Fino al 31 marzo è possibile iscriversi al Master UniFE di II livello in “Trattamenti psicosociali basati sull’evidenza e orientati al recovery nella psichiatria di comunità” (istituito ai sensi del D.M. 270/04), anno accademico 2016/2017, erogato in modalità didattica integrata.
 
Obiettivo del Master è rendere i professionisti sanitari un autorevole riferimento in materia di trattamenti psichiatrici orientati all’evidenza e al recovery. Nello specifico, si propone di fornire le necessarie competenze teoriche-pratiche per conoscere le implicazioni delle ricerche condotte nel campo delle neuroscienze sul trattamento delle malattie mentali e il ruolo della psicofarmacologia nei trattamenti biopsicosociali. 

Diretto dal Prof. Luigi Grassi, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico Specialistiche di UniFE, e co-diretto dalla Dott.ssa Paola Carozza, Direttrice del Dipartimento Assistenziale integrato Salute Mentale e Dipendenze Patologiche AUSL Ferrara, il Master si avvale del contributo di esperti qualificati in ambito di Malattie mentali e Recovery, tra accademici e professionisti, provenienti dal territorio nazionale e internazionale.

Spiega il Prof. Grassi: “Il professionista che il Master intende formare sarà in grado di individuare i principiali indicatori di guarigione in psichiatria e le caratteristiche dei servizi di salute mentale orientati al recovery, integrati e centrati sulla persona secondo il modello OMS. Al termine del Master, i professionisti saranno inoltre in grado di fornire le principali EBPs nel campo della salute mentale, di organizzare il lavoro in un team interdisciplinare nei servizi di salute mentale e di svolgere un ruolo di leadership nei processi di cambiamento organizzativo e metodologico.”
 
Aggiunge la Dott.ssa Carozza: “Il Master è strutturato in quattro insegnamenti. Il primo riguarda il Concetto di recovery, outcome in psichiatria, strumenti di valutazione, che permette di migliorare la conoscenza del concetto di guarigione in psichiatria, con particolare riferimento alla sua natura multidimensionale e ai diversi significati che assume a seconda se è valutato dai ricercatori, dai clinici o dagli utenti e di loro familiari. Segue l’insegnamento di Diagnosi Psichiatrica, per approfondire la conoscenza e comprensione dei diversi sistemi di classificazione per pervenire ad una diagnosi psichiatrica adottando il paradigma biopsicosociale. Particolare attenzione sarà rivolta anche all’apprendimento delle abilità interpersonali per comunicare la diagnosi psichiatrica. Terzo insegnamento è Modelli organizzativi orientati all’evidenza e al recovery, che verterà nello specifico ad aumentare la conoscenza sugli indicatori di un sistema, le metodologie e componenti organizzative, l’integrazione dei servizi di salute mentale con altre agenzie sociosanitarie e apprendere i metodi efficaci per migliorare ogni giorno le competenze professionali. Ed infine, Trattamenti Biopsicosociali EB (Evidence Based) per approfondire la conoscenza dei principali trattamenti psicosociali EB, delle linee-guida per implementare la loro corretta adozione nei servizi di salute mentale”

La didattica prevede una modalità integrata tra didattica in presenza e a distanza. Inoltre, tramite la piattaforma didattica e l’aula virtuale gestita da se@unife, Centro e-Learning di Ateneo, sarà possibile rivedere tutte le lezioni del master, fruire dei materiali didattici e partecipare a laboratori on-line.

Il Master ha durata annuale, fornisce 60 CFU ed esonera il personale sanitario dall’obbligo dell’ECM per il periodo di formazione. Inoltre, in seguito alla partenza del Master stesso, sarà possibile iscriversi ai singoli insegnamenti, riconosciuti come Corsi di Formazione Universitari.

Sitoweb del Master http://www.unife.it/masters/ebr

Manifesto degli Studi del Master http://www.unife.it/studenti/pfm/mast/2016-2017/bando-trattamenti

Decreto proroga iscrizioni http://www.unife.it/studenti/pfm/allegati/avvisi/proroga-trattamenti/

Segreteria didattica: master.psichiatria@unife.it 0532-23 6409; 0532-23 7131

Segreteria amministrativa: altaformazione@unife.it