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Giorno: 18 Aprile 2017

Il mercato dell’Acquedotto, una vittoria delle democrazia partecipativa

da Movimento 5 Stelle Ferrara

Il nuovo mercato rionale settimanale dell’Acquedotto (piazza XXIV Maggio), inaugurato giovedì 13 aprile, è una manifestazione fortemente voluta e richiesta anche dal Movimento 5 Stelle e può essere a tutti gli effetti considerato come una vittoria di democrazia partecipativa.
All’origine di tale iniziativa, infatti, vi è una petizione sottoscritta da più di 300 cittadini (la maggior parte residenti proprio in zona GAD) che ha visto come promotori e presentatori il consigliere comunale di Ferrara del M5S Claudio Fochi (primo firmatario, nonché residente), la pizzeria e il bar presenti sul lato sud della piazza, tutti gli altri consiglieri M5S e altri esercenti locali. Siamo molto soddisfatti che, dopo il vaglio tecnico della nostra petizione, il Comune abbia dato il via alle
consultazioni con le associazioni deputate all’allestimento del mercato (ANVA, Strada dei Vini e dei Sapori, agricoltura biologica) che si sono concretizzate con più di una ventina di banchi vendita presenti il giovedì mattina nell’anello attorno al monumentale acquedotto, con l’obiettivo dichiarato di contribuire anche a riqualificare una splendida zona della città purtroppo, da alcuni anni, afflitta da criticità afferenti criminalità e spaccio di droga, sia di notte che di giorno.

Nel ringraziare tutti i cittadini che hanno firmato la petizione, inoltrata nel 2016, e hanno fortemente
creduto in questa proposta, per dovere di cronaca, ne riportiamo il testo:
“I seguenti cittadini firmatari … CHIEDONO AL SINDACO DI FERRARA E ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE che venga istituito un MERCATO RIONALE CON FREQUENZA SETTIMANALE (con orari e giorno da decidere in comune accordo con le associazioni di categoria) a FERRARA IN PIAZZA XXIV MAGGIO, attorno allo stabile denominato ACQUEDOTTO. Poiché è noto che la zona proposta è inserita in un quartiere che necessita riqualificazione economica, sociale ed ambientale, si richiede altresì che l’Amministrazione, oltre ad
agevolazioni su oneri derivanti da occupazione di suolo pubblico (Cosap), si impegni a sostenere gli oneri di una adeguata ed efficace PROMOPUBBLICITÀ”
.

Altrettanto soddisfatti sono anche i cittadini e residenti firmatari che accolgono favorevolmente l’organizzazione dell’iniziativa ma contestualmente lamentano, da parte delle due maggiori testate giornalistiche cartacee ferraresi, una totale assenza di menzione nei loro confronti negli articoli pubblicati oggi in occasione dell’avvenuta inaugurazione. Lungi da noi voler rivendicare paternità politiche, il M5S si associa al parere dei cittadini e allo stesso tempo ringrazia ancora l’Amministrazione per aver dato applicazione concreta alla proposta.

Per la prima volta a Ferrara e in esclusiva italiana Chick Corea, la leggenda del pianoforte

da Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara

Un’autentica leggenda della musica. Martedì 18 aprile – ore 20.30, Teatro Claudio Abbado – Chick Corea, fra i pianisti jazz più importanti di tutti i tempi, sarà per la prima volta ospite della città di Ferrara, con un concerto in solo piano, in esclusiva italiana, all’interno della rassegna Today di Ferrara Musica, dedicata alla musica del nostro tempo nel senso più ampio del termine (jazz, musica contemporanea, musica per il cinema, originali riletture del grande repertorio classico).

Nato a Chelsea, Massachusetts, il 12 giugno del 1941 da genitori di origine italiana, ha iniziato a studiare il pianoforte a quattro anni. Influenze di primo piano nella sua formazione sono quelle dei pianisti Horace Silver e Bud Powell mentre lo studio di Mozart e Beethoven ha ispirato la sua inclinazione per la composizione. Vincitore di 22 Grammy Awards, Corea ha raggiunto lo status di leggenda vivente dopo cinque decadi di eccezionale creatività e un talento artistico straordinario. Nel corso di una carriera estremamente prolifica, ha toccato un numero sorprendente di generi musicali: avanguardia, bebop, fusion, canzoni per bambini, musica da camera, fino a incursioni nella musica sinfonica, sempre mantenendo uno standard d’eccellenza di grande ispirazione. Dotato di uno spirito creativo instancabile, Corea continua a fare passi in avanti reinventandosi costantemente. Ogni suo concerto in solo è un evento imperdibile, durante il quale il grande maestro riesce a stabilire un rapporto magico col pubblico, a tal punto che le sue strabilianti doti di musicista sembrano passare in secondo piano e ci si trova immersi nella bellezza della musica in modo del tutto naturale. Tutto sembra facile e si rimane stregati da un repertorio vario nel quale si alternano omaggi ai grandi pianisti jazz, brani di classica e composizioni personali.

Corea ha sempre amato studiare i grandi pianisti jazz del passato, così come ama studiare Bach, Mozart o Scrjabin; con la passione che simili studi richiedono. Ciò che stupisce e conquista i pubblici di tutto il mondo è la gioiosa levità con la quale suona anche ciò che è più difficile. Il suo concerto in piano è forse la più felice esemplificazione del suo approccio alla musica.

Dice di sé: «Ho deciso quando ero giovane che avrei mantenuto il mio interesse per la musica sempre al massimo livello. Sono riuscito così – aggiunge – ad evitare di cadere nell’abitudine di fare sempre le stesse cose e tale scelta si è rivelata quella giusta. Mi sento onorato e fortunato di poter continuare a farlo e di essere in grado di vivere facendo ciò che prediligo».

Biglietti da 9 a 50 euro. Il giorno del concerto last minute dalle 18 (da 15 a 20 euro); speciale giovani entro i 30 anni: da 13 a 25 euro; giovani entro i 20 anni, 9 euro.
Info: tel. 0532 202675 – www.ferraramusica.it

L’imprenditore Marino Mingozzi, nuovo presidente di Ecipar Cna

Marino Mingozzi, titolare della Officine Mingozzi, impresa costruttrice di macchine agricole di Bando d’Argenta, è il nuovo presidente di Ecipar Ferrara, società di formazione e servizi innovativi del sistema Cna. Insieme alla nomina del nuovo presidente da parte dell’Assemblea dei soci di Ecipar, l’altra sera è stato anche eletto il nuovo Consiglio di amministrazione, composto, oltre che da Mingozzi, dagli imprenditori Dario Guidi (vice presidente), Jessica Morelli e Elena Malanchini; consigliere delegato Alessandro Fortini, responsabile Sviluppo di Cna, mentre Giulia Pellecchia è stata confermata responsabile operativa di Ecipar.
Marino Mingozzi, che ha ricoperto negli ultimi anni l’incarico di presidente dell’Area di Argenta – Portomaggiore, nel ringraziare i soci per la responsabilità affidatagli, ha voluto sottolineare il valore odierno della formazione, in presenza di un mercato fortemente concorrenziale e in rapido cambiamento.
“Una trasformazione sia tecnologica, che sociale e culturale – ha precisato – che richiede l’aggiornamento e la formazione continua degli imprenditori e dei loro dipendenti. L’impegno di Ecipar dovrà essere rivolto a proporre un’offerta formativa all’altezza delle esigenze delle imprese e delle nuove domande di mercato. Al tempo stesso, in stretta sinergia con Cna, sarà cura di Ecipar ricercare opportunità di crescita e sviluppo per le aziende associate, in grado di elevarne la competitività e l’innovazione”.

Oggi a Wunderkammer primo appuntamento con ‘Giardini illustrati’

da Organizzatori

Il divertimento e un po’ di sana follia creativa è tutto quello che serve per realizzare, con parole e colori, una storia tutta da raccontare. È anche quello che servirà da martedì prossimo, 18 aprile, a Palazzo Savonuzzi (via Darsena 57, Ferrara) con Giardini illustrati, il laboratorio per creare un albo illustrato. Curato dall’illustratrice Manuela Santini, non è che il primo dei cinque workshop pensati dall’associazione di promozione sociale Basso Profilo a Wunderkammer. Corsi pensati per tutte le età e per tutti i gusti, immaginati per tutti quelli che hanno voglia di imparare, scoprire e divertirsi in compagnia.

L’illustratore è il cantastorie per eccellenza, non usa la parola ma racconta con le matite e i colori la sua visione del mondo. Cos’è un albo illustrato, la composizione, le dinamiche narrative, il ritmo, parole e immagini, lo storyboard, le tecniche pittoriche e il portfolio, tutti questo lo racconterà Manuela Santini, nel laboratorio intensivo di illustrazione e creazione di albi illustrati, giunto alla sua quinta edizione. Il laboratorio di 12 appuntamenti partirà dal 18 aprile e proseguirà a maggio, giugno e settembre. Disciplina e un po’ di sana follia saranno gli ingredienti ideali per partecipare a Giardini Illustrati, dove si impara a raccontare storie con le matite e con i colori, si disegna, ci si sporca le mani e si gioca ad essere illustratori. Giocare, sì. Perché solo divertendosi si può imparare veramente un mestiere difficile, ma pieno di sorprese. Il laboratorio si terrà martedì sera, dalle 20 alle 23, nei giorni: 18 aprile, 2, 9, 16, 23, 30 maggio, 6, 13, 20 e 27 giugno, 5 e 12 settembre al Wunderkammer di via Darsena 57, Ferrara. Per informazioni e iscrizioni: giardinillustrati@gmail.com, 344.0497703.

Gli altri workshop pensati da Basso Profilo, con partner il Consorzio Wunderkammer, sono: “Clown, un poeta in azione”, workshop teatrale il 29 e 30 aprile, “Fotoblò – scatola fotografica”, workshop di fotografia stenopeica il 6 e 7 maggio, “Lin(fa), officina di eco design” in partenza dall’8 maggio e “Malerbe a noi! Piante e cittadinanza attiva” dal 10 maggio. Cinque saranno infatti le proposte che da ora fino al’autunno animeranno la “camera delle meraviglie” che si specchia sul fiume di Ferrara.

Dalla Regione 650 mila euro a sostegno di 6 produzioni di opere cinematografiche e audiovisive realizzate da imprese nazionali e internazionali

I progetti approvati dal nucleo di valutazione avranno una ricaduta sul territorio di 2,5 milioni di euro. L’assessore Mezzetti: “Sempre più imprese scelgono l’Emilia-Romagna per girare un film”

Bologna- C’è anche l’ispettore Coliandro, tra i lavori finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con fondi stabiliti dalla legge 20 sul Cinema. La Giunta regionale ha approvato una delibera che assegna complessivamente 647.514 euro a 6 progetti ritenuti ammissibili, dopo un’attenta analisi svolta da un nucleo di valutazione. I progetti avranno un costo complessivo di 13 milioni di euro, di cui 2,5 i milioni verranno spesi sul territorio regionale. Il bando, che fa riferimento alla legge 20 sul Cinema, è a sportello e quindi ancora aperto alle produzioni fino al 1 luglio 2017.
“Il nostro territorio continua ad attrarre e a sostenere le produzione cinematografiche italiane e straniere- ha detto l’assessore alla Cultura Massimo Mezzetti-. Solo nel primo mese di apertura del bando a sportello, a sostegno di produzioni italiane e straniere, sono pervenute ben 9 richieste di contributo. Un dato interessante e che fa ben sperare per il futuro degli operatori e delle maestranze del territorio”.

I progetti finanziati
La palmarès degli ammessi comincia con l’austriaco Ulrich Seidl, cineasta pluripremiato dai festival internazionali, compreso quello di Venezia, che gli ha assegnato il Gran Premio della Giuria nel 2001 per il film “Canicola” e il Leone d’Argento nel 2012 per “Paradise: Faith”. Il regista girerà a Rimini parte del suo lungometraggio Wicked Games.
Esulteranno sicuramente i fan dell’Ispettore Coliandro, la serie tv ideata da Lucarelli e trasmessa da Rai2, che presto tornerà sul piccolo schermo. I Manetti Bros e Giampaolo Morelli sono già impegnati fino a metà giugno a Bologna e a Castelmaggiore nelle riprese della sesta stagione, che andrà in onda tra il tardo autunno e l’inizio del 2018.
“Nell’Italia di fine ‘700 un sacerdote si reca in un monastero per effettuare un’indagine su una suora accusata di eresia”. Sono le prime informazioni sul film L’abbandono, che il regista Ugo Frosi girerà a giugno tra Cesena e Bologna, prodotto dalla casa romana Movie Factory, da sempre impegnata a promuovere un cinema italiano indipendente e non omologato al mercato.
Bologna sarà location anche del lungometraggio Skin (sulla pelle), opera prima di Mauro Mancini sulla generazione post Shoah, e del documentario legato ai serial americani Subs Heroes, film ufficiale di Italian Subs, la più grande community mondiale di fansubbers, che vedrà alla regia Franco Dipietro. Infine, a Sassuolo, Modena, Reggio Emilia, Mirandola, San Felice sul Panaro, Finale Emilia e Cavezzo si girerà il documentario Artquake, produzione di Tiwi s.r.l. diretta da Andrea Calderone sui beni culturali del territorio dopo il devastante terremoto del 2012.

Dalla Regione 4,5 milioni per le giovani imprese innovative dell’Emilia-Romagna

Apre il 10 maggio il bando per accedere ai finanziamenti previsti dall’asse 3 del Por Fesr 2014-2020

Bologna – Apre il 10 maggio 2017 il bando Por Fesr 2014-2020 (asse 3) che mette a disposizione 4,5 milioni di euro per sostenere le start up innovative dell’Emilia-Romagna.
Le risorse sono destinate ai progetti delle giovani imprese che operano nei principali settori della regione (agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industria della salute e del benessere, industrie culturali e creative, innovazione nei servizi) e andranno a finanziare le spese per macchinari, attrezzature, brevetti, consulenze, spese promozionali e di costituzione (quest’ultima solo per la tipologia A).

Due le tipologie finanziate dalla misura: per i progetti di avvio di attività (tipologia A) possono presentare domanda le imprese costituite successivamente al 1° gennaio 2014. Per i progetti di espansione di start up già avviate (tipologia B) possono presentare domanda le imprese costituite dopo il 1 aprile 2012.
Il bando nasce per le piccole e micro imprese regolarmente costituite come società di capitali (incluse Srl, uninominali, consorzi, società consortili, cooperative) e vuole favorire la nascita e il consolidamento di start up in grado di aprire nuovi spazi di mercato, ideando prodotti, servizi, sistemi di produzione innovativi, in grado di creare nuova occupazione.

Le domande possono essere presentate dalle ore 10 del 10 maggio 2017 alle ore 17 del 30 novembre 2017 esclusivamente online, tramite l’applicativo Sfinge2020 che sarà messo a disposizione prima dell’apertura del bando.

Il bando online: http://www.regione.emilia-romagna.it/fesr/opportunita/2017/start-up-innovative-2017

A Comacchio oltre 10.000 presenze nelle prime due settimane di apertura del Museo del Delta Antico

Boom di presenze per il Museo Delta Antico di Comacchio nelle prime due settimane di vita del nuovo spazio espositivo. L’Ospedale degli Infermi di Comacchio, sede del museo, è stato una delle mete più frequentate a livello nazionale dagli appassionati di arte e archeologia.
Quasi 6.000 ingressi già nel fine settimana del 25 e 26 marzo, che ha fatto coincidere l’inaugurazione del museo con la venticinquesima edizione delle Giornate FAI di Primavera. Tra i 750.000 turisti che si sono messi in coda per ammirare uno dei mille beni culturali aperti in tutta Italia, proprio il Museo Delta Antico è risultato uno tra i più visitati,
al pari dei sassi di Matera, del Palazzo San Michele di Bari e del Cimitero Monumentale di Pisa.

Molto buona l’affluenza anche nella seconda settimana, per un numero complessivo di visitatori che si attesta attorno alle 10.000 unità, tra cui diverse visite guidate di gruppi organizzati e di gruppi scolastici.
Fino al termine di giugno il Museo sarà aperto dal martedì alla domenica con i seguenti orari: 9.30-13.00 e 15.00-18.30. Durante il periodo estivo invece apertura tutti i giorni, per consentire ai tanti turisti che si affollano nelle località balneari della costa di “prendersi una pausa culturale” nello splendido borgo di Comacchio, alla scoperta dei reperti che raccontano la storia del Delta del Po. A tal proposito è stato studiato un biglietto unico per tutti i Musei e le Valli di Comacchio, che comprende gli ingressi al Museo Delta Antico, alla Manifattura dei Marinati, alla Casa Museo Remo Brindisi e la visita in barca agli antichi Casoni da pesca. Il Museo, inoltre, fa parte dei siti culturali visitabili acquistando Romagna Visit Card, il
pass che con biglietto unico permette di accedere gratuitamente o a sconto a un circuito selezionato di siti turistici, musei e attrazioni situati anche nelle province di Forlì-Cesena, di Ravenna e di Rimini.
Per il weekend di Pasqua, il Museo è rimasto aperto sia domenica 16 che lunedì 17 aprile, con un’apertura straordinaria a orario continuato, dalle 9.30 alle 19.00. Un’iniziativa questa che si ripeterà anche martedì 25 aprile e nelle giornate dell’1 maggio e del 2 giugno, mentre lunedì 24 aprile si seguirà l’orario normale (9.30-13.00 e 15.00-18.30).
Inoltre, per tutto il mese di aprile i residenti nel Comune di Comacchio potranno accedere alle sale di esposizione gratuitamente.

Sulle arie e sulle acque, in mostra la ‘fabula’ visiva di Lucia Lamberti

da Organizzatori

Sabato 22 aprile 2017 alle ore 18.00 la Galleria FabulaFineArt presenta Sulle arie, sulle acque, sui luoghi, personale di Lucia Lamberti a cura di Maria Letizia Paiato. Dirigibili, navi da guerra, paesaggi portuali, città che si specchiano nell’acqua, ponti, mappe, sono alcuni dei soggetti protagonisti della “fabula” visiva di Lucia Lamberti. Come in un romanzo, l’artista snoda per immagini l’esplorazione di fatti, luoghi e accadimenti, intrecciando a vicende storiche la vita individuale delle persone, interagendo simultaneamente con chi si accosta alla sua opera. Il dato figurativo è solo il primo livello di lettura cui Lamberti ci mette di fronte, o meglio è la traccia visuale che si offre allo spettatore quale incipit di un cosmo romanzesco, articolato e da scoprire. Poco alla volta, nell’addentrarsi fra le sale della galleria, con un incalzare narrativo, Lamberti ci conduce in quell’“ambizione panoramica” (Roger Caillos) dove è implicita l’attività umana e in luoghi dove la storia progressivamente si fa storia dell’Europa, dunque anche delle nostre radici culturali. Come in dei fermo immagine fotografici, Lamberti fissa pittoricamente delle scene, dei momenti quotidiani immersi nel lento scorrere del tempo, in apparenza ordinari. Si tratta di sfondi che, frutto di accurate ricerche di archivio, l’artista fa riaffiorare dal passato, contestualizzandoli al presente, attraverso un complesso procedimento di concettualizzazione della ricostruzione storica. Traslati al piano bidimensionale del quadro, essi si traducono in pitture in cui emergono suggestioni di memorie collettive e individuali. Le serie Luftschiffe, Koenigsberg, Landscapepaintings, e Organiclandscape, cui si aggiunge per questa mostra un inedito lavoro sulle Isole Svalbard, per la prima volta esposte tutte assieme, sono gli ideali capitoli di una successione di avvenimenti concatenati nel tempo fittizio proposto da Lamberti che, come una scrittrice, compone e trasforma la storia in sequenze pittoriche. In questo modo, tutta la sua opera si mostra come un vero e proprio “intreccio”: ogni singolo dipinto rappresenta un punto di partenza dal quale progredire in un personale ordine degli avvenimenti. In questa concatenazione, le opere di Lamberti prendono la parola, nell’alternanza continua di più storie simultanee che, ora l’una ora l’altra, s’interrompono per poi essere riprese secondo un procedimento che ricorda quello cinematografico. L’elaborazione di scatti provenienti da archivi web specializzati nel fermo-immagine, lo rammentiamo qui, è proprio la peculiarità che ha distinto il dipingere dell’artista nell’arco della sua carriera e fino al 2009. Attraverso la pittura, Lamberti restituisce consistenza e permanenza a qualcosa di estremamente liquido e incorporeo quale è l’immagine dissolta nella rete, così in queste serie più recenti, essa reintegra persistenza a documenti dispersi e dimenticati, quindi a storie di cui si sono perse le tracce. Nel rimettere in circolo la Storia, l’artista allarga il suo obiettivo al senso generale del vivere e dell’abitare. Non a caso, infatti, Il titolo della mostra è un’esplicita citazione del Corpus, ossia uno dei libri più importanti di Ippocrate dove Le arie, le acque, i luoghi mettono l’accento sulla stretta correlazione tra le abitudini di vita e la possibile cura. Con questa precisa scelta lessicale, Lamberti sottolinea il legame fra l’esistenza, il tempo e lo spazio che, quando diventano cronaca di avvenimenti bellici, tragedie umanitarie e spostamenti di confini, si fanno sinonimo di patologia. Tuttavia l’artista, è attraverso l’atto creativo che recupera quelle memorie traumatiche della Storia non ancora elaborate, sottoponendole a una terapia per riportarle verso un’aria più salubre. (Maria Letizia Paiato).

Lucia Lamberti (Salerno 1973) vive e lavora tra Bologna e Salerno. Le sue opere nascono da una lunga selezione di immagini provenienti da archivi o da reportage e sono legate ad un nucleo tematico preciso, che, dal 2009, coincide con il paesaggio e le sue trasformazioni (Kaliningrad – Königsberg). La partenza dal dato oggettivo è solo il primo passo di una strategia con la quale l’artista realizza opere su carta, su tela, video e installazioni pittoriche. La cifra stilistica e la tecnica rispondono volta per volta in maniera diversa dell’argomento affrontato. Concepiti come delle serie, o, per meglio dire, dei capitoli, i suoi dipinti si collegano attraverso un nesso di senso, un grado di unione e raccontano, avvicinandoli tra loro, storie e luoghi apparentemente lontani. Lo stesso processo creativo l’ha portata a realizzare, tra il 2006 e il 2009, cicli di dipinti dedicati alle donne armate, con immagini provenienti da archivi web specializzati nel fermo-immagine cinematografico, del genere “ragazza con la pistola”. Il suo lavoro è stato esposto in Italia e all’estero, sia in gallerie private sia in sedi istituzionali, tra cui il MNAC di Bucharest -RO; il Consolato Italiano a Bruxelles -B (solo show); la Fondazione Orestiadi a Gibellina -I; il CollegiumHungaricum a Berlino -DE; il Kaliningrad Art Museum –RU. Hanno scritto del suo lavoro: Eugenio Viola, Antonello Tolve, Achille Bonito Oliva, Gianluca Marziani, Martina Cavallarin. Le sue opere sono in collezione permanente presso TERNA, Roma, il LentosMuseum di Linz in Austria; la Certosa Di San Lorenzo, Padula, (SA) e la Fondazione Orestiadi di Gibellina (Tp).

FabulaFineArt è diretta da Giorgio Cattani e si avvale di un Comitato Scientifico composto da Andrea B. Del Guercio e Veronica Zanirato. In galleria Annamaria Restieri ed Elisa Ugatti.

Dalla Regione oltre 2,6 milioni di euro per migliorare i porti e sostenere i giovani pescatori

Al via i primi due bandi finanziati dal Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca. Scadenze il 17 maggio e l’11 luglio. L’assessore Caselli: “Un primo passo concreto per l’ammodernamento di un settore importante per l’economia della nostra regione. In questa programmazione risorse significative pari a 39,5 milioni di euro”

Bologna – Oltre 2,6 milioni di euro per sostenere la pesca dell’Emilia-Romagna: partono i primi due bandi finanziati dal Feamp, il Fondo europeo per gli affari marittimi e per la pesca. Le risorse puntano a promuovere l’ammodernamento delle infrastrutture portuali e a sostenere i giovani pescatori.
Il Fondo, che mette a disposizione dell’Emilia-Romagna complessivamente 39,5 milioni di euro, è uno strumento per favorire la competitività delle piccole e medie imprese nel settore della pesca e dell’acquacultura e favorire uno sviluppo equilibrato del territorio, l’occupazione e il miglioramento dell’ambiente costiero.

La misura “Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e ripari di pesca” è indirizzata ai Comuni costieri dell’Emilia-Romagna. A disposizione ci sono 2,5 milioni di euro per migliorare le infrastrutture dei porti di pesca e delle sale per la vendita all’asta del pesce, comprese le strutture per la raccolta di scarti e rifiuti marini. Il contributo, in conto capitale, potrà coprire fino al 100% delle spese e l’11 luglio è il termine per la presentazione delle domande.

Il bando “Sostegno all’avviamento per i giovani pescatori” mette a disposizione oltre 136 mila euro per l’acquisto di un’imbarcazione da parte di pescatori con meno di quarant’anni. Il contributo coprirà al massimo il 25% delle spese ammesse e non potrà, in ogni caso, superare i 75mila euro. Le domande dovranno essere presentate entro il 17 maggio.
Le risorse a disposizione potranno aumentare sino a oltre 500mila euro, se il ministero delle Politiche agricole accoglierà la richiesta, già avanzata dalla Regione, di rimodulazione del plafond a disposizione per questo intervento.

“In Emilia-Romagna la pesca marittima e la trasformazione dei relativi prodotti continuano a rappresentare un settore importante- spiega l’assessore all’agricoltura, caccia e pesca, Simona Caselli-. Il Feamp è essenziale per sostenere il necessario processo di rafforzamento del comparto e in questa programmazione possiamo contare su risorse significative, circa 24,5 milioni in più rispetto alla precedente. La prima fase di attuazione è stata caratterizzata da ritardi significativi legati alla mancanza di indicazioni certe e regole chiare a livello nazionale. Per questo siamo fortemente impegnati con il Distretto di pesca nord adriatico, di cui fanno parte anche le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto a rispettare i tempi stabiliti a livello comunitario per la conclusione delle attività. A partire da questi bandi che sono un passo concreto per sostenere il processo di ammodernamento del settore”.

Cos’è il Feamp
Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca 2014-2020 nasce per favorire la competitività delle piccole e medie imprese nel settore della pesca e dell’acquacultura. All’Emilia-Romagna sono state assegnate risorse per complessivi 39,5 milioni di euro, contro i 15 milioni assegnati nel periodo 2007-2013. Un’ importante opportunità per costruire una nuova stagione di sviluppo e di rilancio per il settore.

Per l’attuazione del Feamp ogni Stato adotta un Programma operativo. Quello italiano prevede sei priorità articolate in misure e un’azione trasversale relativa all’assistenza tecnica. Delle sei priorità, due sono gestite direttamente dal Mipaaf (quelle relative alla Politica comune della pesca e alla Politica marittima integrata), quattro dalle Regioni.

Queste le priorità regionali: la pesca sostenibile e innovativa che potrà contare su circa 11,2 milioni di euro di risorse complessive; lo sviluppo dell’acquacoltura con risorse pari a 14,3 milioni di euro; l’occupazione e lo sviluppo territoriale con 5,8 milioni euro; la commercializzazione e la trasformazione dei prodotti della pesca con 6,3 milioni di euro. Infine per l’assistenza tecnica a supporto degli interventi sono previste risorse pari a 1,9 milioni.
I bandi, pubblicati sul Burert n. 96 del 10 aprile e n. 62 del 14 marzo, sono anche online sul portale regionale agricoltura.

L’APPUNTAMENTO
Cooperazione e impresa ai tempi della collera

​Un’identità ambivalente, in parte appannata dai compromessi con il mercato e dagli scandali, in parte orgogliosamente propugnata nella riaffermazione dei sui valore sociali e del suo significato autentico e profondo. Per la cooperazione, a tutti i livelli, non è una stagione facile. Questi anni di neoliberalismo imperante hanno generato rughe e cicatrici: modalità di gestione non sempre coerenti con la matrice mutualistica di cui le coop sono filiazione; contenziosi con i dipendenti e con i soci, pratiche di gestione talora disinvolte che scivolano sino a non infrequenti casi di corruzione con il coinvolgimento dei loro dirigenti, ultima in ordine cronologico la vicenda della bolognese Manutencoop gravata da ombre di tangenti. Ma la sprezzante etichetta “falce e carrello” ha il suo nobile risvolto nel prodigarsi leale di tanti cooperatori e cooperative che svolgono con ammirevole impegno e capacità la loro funzione sociale, mantenendo vivi nel mercato sani principi di corretta organizzazione ed emergendo anche nel terzo settore con la qualità dei servizi resi a sostegno del welfare.

Di questi temi ci occuperemo nel quarto appuntamento di Chiavi di lettura di giovedì 20 aprile, ciclo di dibattiti organizzati da Ferraraitalia che pongono a confronto differenti opinioni su questioni di attualità. Titolo: “Ma la coop sei veramente tu? Cooperazione e impresa ai tempi della collera”: una cornice provocatoria, dunque, per un dibattito senza pregiudizi né ipocrisie. Ospiti nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea per l’incontro che, come di consueto, inizierà alle 17, saranno Andrea Benini, presidente di Legacoop Estense, Vincenzo Tassinari, docente all’Università di Bologna, autore del volume “Noi, le Coop rosse. Tra supermercati e riforme mancate”.
Accanto a loro, nel contraddittorio, uno studioso di economia, esperto delle tematiche d’impresa quale è il professor Lucio Poma dell’Università di Ferrara, che soffermerà sulle compatibilità di sistema e i meccanismi della concorrenza; e un osservatore attento alle dinamiche del mondo del lavoro e alle attese del cittadino-consumatore, quale Luigi Cattani, con alle spalle esperienze in ambito sindacale e in di contesti di impresa. Coordinerà gli interventi il direttore di Ferraraitalia, Sergio Gessi.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Un’agenda per il futuro: ecosistemi sani di conoscenza

“Agenda Knowledge for Development” è il documento che l’Assemblea Generale dell’Onu ha pubblicato lo scorso marzo, dopo il Knowledge Cities World Summit celebrato nell’ottobre 2016 a Vienna e in attesa di quello che si terrà a giugno di quest’anno ad Arequipa in Perù.
Contiene gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile, per affrontare i problemi che sono di fronte alla comunità mondiale, dalla povertà, alla disuguaglianza di genere, al cambiamento climatico. Una agenda mondiale che per la prima volta mette insieme gli sforzi dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo in grado di influire sulle politiche e le pratiche di crescita da qui al 2030.
Nonostante ormai da tempo la conoscenza sia universalmente riconosciuta come il motore principale della crescita e dello sviluppo, paradossalmente, il potenziale di trasformazione e di creazione di valore basato sulla conoscenza rimane in gran parte inutilizzato. Questo accade perché non abbiamo modificato il nostro modo di pensare, la nostra scala di valori, precisamente perché continuiamo a guardare al mondo come se fosse quello di ieri, con la stessa cassetta degli attrezzi che ci ha lasciato l’era industriale, che sarà pure alle nostre spalle, ma continua ad abitare le nostre menti ed a suggerirci le risposte, quelle sbagliate, ovviamente. Di conseguenza si è praticata un’idea di produzione della ricchezza incentrata sullo sfruttamento delle conoscenze, come l’uso intensivo di scienza, tecnologie, innovazione, infrastrutture digitali, istruzione e capitale umano altamente qualificati. Tutto ciò si sta rivelando insufficiente per affrontare le sfide complesse che abbiamo di fronte, viviamo uno stallo senza precedenti, gli squilibri sociali e ambientali sono in espansione e la vitalità dell’ecosistema globale è seriamente compromessa.
La società della conoscenza, la società che fonda profilo e natura dello sviluppo sul valore e la qualità delle conoscenze non è un’edizione nuova del sistema di ieri. Presuppone un’altra gerarchia di valori a partire da una scommessa sull’uomo, sulle sue capacità di costruire una società che ha coscienza di se stessa e in grado di auto-regolarsi.
Il documento dell’Onu suggerisce l’idea che non esiste società della conoscenza, se la conoscenza non si fa ecosistema. Non è sufficiente usare e sfruttare i saperi, non c’è valore sociale ed economico senza la diffusione dei saperi, una diffusione in grado di tessere una società della conoscenza pluralistica ed inclusiva, una diffusione indispensabile per gli individui, le imprese, i governi, la comunità mondiale e quindi parte intrinseca di ogni idea e sforzo per affrontare le sfide del futuro.
L’agenda dell’Onu si rivolge ai singoli individui, alle famiglie, alle comunità, alle organizzazioni e alle imprese, alle amministrazioni pubbliche locali, nazionali e mondiali. Il progresso della società della conoscenza è nelle loro mani, nelle mani di ciascuno di noi, delle istituzioni e delle imprese: la società della conoscenza come risorsa al servizio non di interessi particolari, ma al servizio degli individui, dell’intera umanità e del suo destino.
Ecosistema della conoscenza significa vivere in una società capace di connettere le diverse conoscenze che possiedono le persone, le organizzazioni e le istituzioni, fornendo a tutti opportunità e parità di accesso ai saperi. La conoscenza come ambiente, come sistema ambientale in cui vivono i cittadini del mondo, uomini e donne, che di questo sistema ne costituiscono il cuore, l’ossigeno e i polmoni, dove la conoscenza di ciascuno è la condizione perché il sistema funzioni e il suo funzionamento dipende dal potenziale che ognuno di per sé costituisce, come dal buon funzionamento di tutti gli elementi del sistema dipende la vita e il futuro di ciascuno.
Società non più della conoscenza e basta, ma ambiente di saperi e di apprendimenti in una relazione reciproca tra individui, istituzioni, imprese, organizzazioni, governo e infrastrutture.
Ecosistemi sani di conoscenza, con un’istruzione di alta qualità per tutti, libertà di espressione e creatività, accesso universale all’informazione e ai saperi nel rispetto delle diversità culturali e linguistiche, contro ogni tentativo di abusare dell’ignoranza o di abusare della conoscenza da parte di singoli e gruppi che mirano ad indurre in errore con impatti dannosi sul pubblico più vasto.
Ecosistemi sani di conoscenza fondati sulla comunicazione e sulla collaborazione, su orientamenti comuni e obiettivi condivisi. Centrati sulle competenze, in grado di fornire a tutti i soggetti sociali le capacità per padroneggiare sfide e opportunità, anziché saperi focalizzati settorialmente nel mondo accademico, nelle imprese o nel governo, tagliando fuori la massa dei cittadini.
Diffusione e condivisione delle conoscenze significa nella pratica promuovere e facilitare il dialogo transdisciplinare, la mutua informazione, un dialogo sociale culturalmente inclusivo e partecipativo, fornire una ricca gamma di opportunità attraverso la cooperazione tra fornitori di servizi della conoscenza pubblici e privati. Ma sono necessari l’iniziativa, il sostegno e il coraggio dei governi nazionali come di quelli locali affinché nuove forme e fonti di conoscenza vengano aperte, con piattaforme in grado di supportare cittadini, organizzazioni e imprese, attraverso la collaborazione delle istituzioni culturali e accademiche per fornire servizi per la conoscenza fisici e digitali.
In questo quadro le città svolgono un ruolo significativo, essendo gli hub naturali per ampi ecosistemi di conoscenza. Le città della conoscenza, le città che apprendono occupano una posizione leader per la creazione e l’innovazione di un ecosistema delle conoscenze ben equilibrato, in cui biblioteche, musei, archivi e altre istituzioni che raccolgono, conservano e diffondono i saperi svolgano un ruolo fondamentale nel fornire pari opportunità di accesso e di utilizzazione delle conoscenze, costituendo un elemento fondamentale del processo di democratizzazione del sapere.
Le città di oggi sono chiamate a nutrire un’alta consapevolezza e sensibilità nei confronti delle problematiche legate alle conoscenze e alle competenze di chi con le conoscenze lavora, attraverso la formazione, l’insegnamento, l’educazione, la ricerca e l’innovazione, perché il nostro futuro dipende non solo dalla disponibilità di saperi e informazioni, ma dalla capacità delle società di auto-determinazione, di gestire, rinnovare e sostenere l’ecosistema della conoscenza.
Si chiama uso responsabile della conoscenza che richiede nello stesso tempo il mantenimento e l’evoluzione di saperi, abilità e competenze, combattendo il pregiudizio e l’ignoranza con l’apertura al nuovo, con la condivisione tra tutti delle conoscenze di cui ciascuno ha bisogno, solo così è pensabile uscire dallo stallo attuale per tentare di creare un mondo migliore e continuare a fornire un futuro alla crescita dell’umanità.

Servizi educativi, ristorazione, ambiente… Dal Germoglio fioriscono idee per la comunità

C’era una volta… così iniziano tante storie per i più piccoli. Ma nel caso della nostra storia, per fortuna, si può aggiungere: e c’è ancora. Già, perché la scuola d’infanzia e nido Braghini-Rossetti di Pontelagoscuro, nata nel 1914 per volere testamentario del conte Pietro Braghini-Rossetti – che fra i suoi antenati vantava probabilmente niente meno che Biagio Rossetti – e ricostruita dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale per opera della moglie, la contessa Arnoffi, e dell’allora arcivescovo di Ferrara e Comacchio monsignor Bovelli, nel 2015 ha rischiato di scomparire.
Proprio alla vigilia del suo centenario questa gloriosa scuola materna parrocchiale, così saldamente intrecciata alle vicende del territorio ferrarese, è stata a un passo dalla chiusura. Se esiste ancora è merito della cooperativa sociale Il Germoglio, che ha deciso di tornare alle proprie ‘radici’ e di prenderla in gestione.

Il Germoglio proprio a Pontelagoscuro è nato nel 1991 per occuparsi di servizi educativi, ampliando poi i propri settori d’intervento nella comunità, che oggi oltre a infanzia e minori comprendono ristorazione, ambiente, ausili, mobilità.
“Sono stato uno dei promotori della loro gestione perché conoscevo già Il Germoglio e sapevo che erano nati qui a Pontelagoscuro”, racconta don Silvano Bedin, parroco della chiesa di S. Giovanni Battista. “Mi sono battuto perché venissero qui. La struttura è stata rinnovata quasi interamente, per esempio la cucina è stata completamente rifatta, proprio perché la Cooperativa si è impegnata a medio-lungo termine. Ora vedo che stanno facendo un buon lavoro, i genitori e i bambini sono sereni: questo era quello che volevamo”, conclude il parroco.

“Non si era fatto avanti nessun altro”, mi dice Arianna, coordinatrice dell’area Infanzia della Cooperativa insieme a Martina, che aggiunge: “quasi tutte le nostre strutture sono state rilevate da gestioni precedenti, ci siamo impegnati a tenerle aperte e a farle ripartire”.
Il nido e scuola d’infanzia Braghini Rossetti – tre sezioni di scuola d’infanzia e una di nido – è infatti solo l’ultima in ordine di tempo presa in carico nel territorio ferrarese dalla cooperativa, la cui mission è sviluppare sempre più una rete di servizi territoriali al servizio della comunità, intercettandone e anticipandone le esigenze. Oltre alla struttura di Pontelagoscuro, il settore Infanzia de Il Germoglio gestisce anche: la Pedriali a Montalbano e la Serena a Tresigallo (entrambe nido e scuola d’infanzia), le scuole d’infanzia Sacro Cuore di Formignana e Maria Immacolata di Vigarano Pieve, mentre fuori le mura ci sono la scuola d’infanzia San Giacomo in via Arginone e il nido Don Dioli in via Modena.

L’attenzione per il territorio si concretizza anche attraverso la costruzione di collaborazioni con altre realtà, come associazioni, biblioteche e teatri: “con i bimbi di Ponte siamo andati al De Micheli di Copparo e alla Sala Boldini e diverse volte anche qui alla biblioteca Bassani”, spiega Arianna. “È anche il territorio a entrare nelle nostre strutture”, aggiunge Martina: “per esempio collaboriamo con Legambiente in un progetto sull’orto, oppure con una fattoria didattica per un progetto di pet terapy”.
Un lavoro sul territorio e sulla comunità che a quanto pare funziona se, come mi dicono Arianna e Martina, “riceviamo le iscrizioni soprattutto grazie al passaparola”.

Oltre che per queste sinergie con il territorio di riferimento, l’approccio del servizio fornito dal settore Infanzia della cooperativa si contraddistingue per la volontà di creare una scuola a ritmo di bambino e, se al centro c’è il benessere dei bimbi, non si può prescindere da una forte alleanza con i genitori.
“Ogni struttura ha una sua identità, ma l’obiettivo è dare una linea di base comune in modo da poter scambiare e confrontare le esperienze e migliorare le prassi”, spiega Martina: si lavora tantissimo sul recupero del contatto diretto con la natura e con materiali naturali oppure di riciclo, come incentivo all’apprendimento spontaneo fatto secondo i tempi del bambino; inoltre, per accompagnare i bimbi nel loro percorso di crescita, attraverso l’acquisizione di autonomia, identità e competenze, gli educatori costruiscono un progetto formativo sviluppato su diversi moduli e con un “approccio dal basso”, in modo da “poter rispondere il più possibile ai bisogni e ai tempi diversi per ciascun bambino”.

Una duttilità che va di pari passo con quella richiesta dalle famiglie. “Negli ultimi anni ci viene chiesta una maggiore flessibilità – affermano Arianna e Martina – i genitori fanno purtroppo sempre più fatica a mantenere un’organizzazione a lungo termine, soprattutto per motivi lavorativi, nel senso che a settembre ci possono essere esigenze, che poi cambiano nel corso dell’anno”. Ecco perché, per esempio, ci sono quattro fasce di uscita dei bimbi – dalle 16.30 alle 18-18.30 – a seconda delle scelte e delle necessità delle famiglie, oppure sono state stipulate “convenzioni con ordini professionali e con alcune realtà aziendali”. “Ogni volta si tenta di andare incontro alle esigenze delle famiglie, cercando sempre soluzioni ad hoc per non lasciare indietro nessuno, anche nelle situazioni più difficili”.

Secondo Arianna e Martina il valore aggiunto del settore Infanzia sono le educatrici, la loro “genuinità e passione”: “non sono solo educatrici, credono molto in quello che fanno e si sentono partecipi di un progetto e quindi, quando serve, sono sempre pronte a spendersi per i loro bimbi”.
Secondo Maura, socia de Il Germoglio da quattro anni, educatrice nella cooperativa ormai da otto, “il valore aggiunto del nostro servizio è coinvolgere i genitori nel progetto educativo, l’accoglienza è rivolta non solo ai bambini, ma anche a i genitori: sono un nucleo unico da accogliere e supportare. L’intento è cioè quello di caratterizzarci anche come un supporto al ruolo genitoriale: possono trovare in noi educatrici una possibilità di confronto e di consiglio nella gestione del proprio figlio. Per noi è importante che l’intera famiglia si senta a casa nelle nostre strutture, perché spesso la fiducia che il bambino ripone nelle figure esterne all’ambiente famigliare è mediata da quello che percepisce del genitore: se si fida l’adulto si fida anche il bambino”. Da qui, i “laboratori e i momenti di condivisione con genitori e bimbi insieme a noi educatori, per conoscerci meglio e condividere spazi e tempi, oppure ancora momenti specifici con i genitori che incontrano alcuni esperti, come per esempio psicologi, dietisti e le nostre cuoche. Questo dà l’opportunità a molti genitori che non hanno una rete famigliare vicina di creare legami nell’ambiente frequentato dai loro figli, offre la possibilità di aiutarsi a vicenda, non sentendosi più nuclei a sé stanti”.
Simone, papà di Giacomo, al loro terzo anno di scuola con Il Germoglio, mi conferma che oltre al “coinvolgimento dei bimbi nelle diverse attività, che noi genitori vediamo a casa quando i nostri figli tentano di riproporre quello che fanno a scuola”, il valore aggiunto del servizio educativo fornito dalla cooperativa è dato “dalle attività per noi adulti, che ci permettono di legare e quindi poi incontrarci anche fuori dalla struttura”. “Fondamentali poi i momenti condivisi con i bimbi – continua Simone – che non sono mai fini a sé stessi, ma comportano sempre, prima o dopo, un impegno da parte nostra, che diventa anche un modo per essere coinvolti nelle attività dei nostri figli”.

Sono parte integrante dell’approccio de Il Germoglio una pedagogia della relazione, contrassegnata dai valori del rispetto dell’altro, del dialogo, del confronto, della collaborazione, e l’integrazione di bambini diversamente abili: per questo negli anni sono state attivate numerose collaborazioni con soggetti istituzionali, con associazioni e con familiari per individuare soluzioni che favoriscano l’accoglienza di tutti i bambini.

Il Germoglio-Infanzia
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