Skip to main content

Giorno: 24 Aprile 2017

VIDEOINTERVISTA
L’allarme di Fiengo, storica firma del Corriere: “Ci sono i giornalisti ma manca il giornalismo”

Raffaele Fiengo, storica firma del Corriere della Sera, denuncia i rischi di un sistema dell’informazione che non sa più essere interprete della realtà: “Ci sono i giornalisti, ma manca il giornalismo”, afferma l’autore del recente volume “Il cuore del potere”, in cui racconta quarant’anni di storia italiana visti dall’interno del quotidiano di via Solferino, cruciale punto di snodo del rapporto fra potere e informazione.

Guarda la videointervista

Terminale multimediale mononeuronale

E che poi non mi si venga a dire che sono il solito cinquantenne nostalgico che propone solo la roba dei tempi suoi…
La verità è che di musica buona oggi ce n’è veramente poca ahimé. Però ogni tanto capita di trovare una leggiadra margherita in questo deserto di sabbia e roccia spazzata dal vento. Un fiore in grado di resistere all’arsura, un po’ di colore che ravvivi il grigiore imperante. Un grido d’allarme, tra il serio e il faceto, più sussurrato che urlato. Ma preciso, inequivocabile, dirompente e probabilmente… inutile!
Sì inutile… perché, diciamocelo, non sarà certo una canzonetta a farci cambiare le nostre care abitudini, a farci abbandonare le nostre coperte di Linus, comode, rassicuranti, tecnologiche… indispensabili!

Multimediale: parola magica che provoca orgasmi della zona limbica. W il controllo digitale delle emozioni!
Macché smorfie e conseguenti rughe d’espressione; ma quali gestacci, spintoni e scomode posture… Nulla di tutto ciò: basta una qwerty e un buon numero di faccine, poi un dito, uno soltanto, e il gioco è fatto… La nostra linea diretta col mondo è pronta!
Certo, la connessione è importante, ma ormai è solo un dettaglio. L’importante è essere interattivi e multimediali, ovvero poter scambiare suoni e voci, immagini fisse e in movimento, informazioni di tutti i tipi. Tutto rigorosamente a distanza, ovvio!
Non sia mai che a qualcuno saltasse in mente di incontrarsi da qualche parte, scambiarsi suoni e voci, immagini fisse e in movimento, informazioni di tutti i tipi… arrivando persino a fare quattro chiacchiere faccia a faccia, e magari rischiare pure di toccarsi! Chissà come potrebbe reagire il nostro apparato corticale, assuefatto alla flat ma impreparato a una roba strana, arcaica e sconveniente come l’odore…

Non me ne frega niente (Levante, 2017)

Amici veri e amici social

di Francesca Ambrosecchia

Ognuno di noi è circondato da tanti volti, ma quali di questi possono considerarsi amici? Oggi, che valore viene dato a questo legame?
Senza dubbio è difficile mantenere rapporti saldi e duraturi nel corso del tempo ma ognuno di noi si affida a un certo numero di persone: quelle persone che si cercano per condividere qualcosa, dal momento di gioia a quello di sconforto. Con loro ci si apre e si diventa più se stessi, senza maschere o barriere.
Oggi però, viviamo in una società che “corre veloce” e con la sempre maggiore influenza dei social network si tende a cercare attenzioni proprio in questi. È quindi vero che si privilegiano i legami attraverso uno schermo piuttosto che quelli effettivi, reali? Un “mi piace” o un commento valgono più di un confronto diretto?

“Un Facebook-dipendente mi ha detto: ho fatto 500 amicizie e in un giorno. Io non le ho fatte in 86 anni. Ma quanti amici può davvero avere un essere umano? Risposta: 150. Non di più. È questo il numero di Dunbar: ovvero, la quantità massima di persone che possono far parte del nostro paesaggio emotivo. Andare oltre sarebbe un esubero, uno spreco di tempo”
Zygmunt Bauman

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

I sassi in città

di Francesca Ambrosecchia

I noti “sassi di Matera” costituiscono un tipico esempio di “città dentro la città”. Un agglomerato di casette bianche scavate nel tufo che si possono ammirare dai belvedere situati nel centro città. Inutile dire che la suggestione è immediata: sembra di stare davanti ad un presepe vivente, in particolar modo quando la luce del giorno cala e i lampioni, le finestre e la cattedrale che le sovrasta si illuminano.
Scendendo pochi gradini si approda in una realtà unica. Si respira “storia”, un passato che al tempo stesso è pieno di vita del presente: case che un tempo erano quasi spoglie, che ospitavano famiglie numerose e animali allevati per il loro sostentamento; tutto in una sola stanza. Oggi invece, quelle stanze scavate nella roccia ospitano alberghi, ristoranti, case ampie e confortevoli. La nostra realtà è contenuta in qualcosa che riporta al passato, fino a giungere ad insediamenti preistorici, i primi che sono stati ritrovati nel materano.
L’altopiano calcareo che ospita i sassi di Matera è la Murgia: la città si è sviluppata intorno a quello che è un vasto burrone che prende il nome di Gravina, un canyon di diversi chilometri percorso da un lungo torrente.
Natura e città si confondo e danno vita a paesaggi mozzafiato, non per niente Patrimonio Mondiale Unesco.