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Giorno: 6 Giugno 2017

I “Mondi Diversi” fantagotici di Maurizio Ganzaroli in stile Lovecraft

da Libri eBook Asino Rosso Ferrara

E’ on line (Asino Rosso libri ebook a cura del futurista ferrarese Roby Guerra- network Street Lib) “Mondi Diversi” eBook fantascientifico – e cover- di Maurizio Ganzaroli scrittore/artista futuribile (anche già personaggio dell’anno per la Nuova Ferrara). Racconti lunghi e alcuni brevi in stile vintage science fiction particolarmente godibili, echi precisi dello stesso Maestro storico del settore Lovecraft. Ganzaroli, scrittore, pittore, videopoeta, blogger (la più longeva webzine fantasy da Ferrara dal 2008- Sands From Mars), è noto anche fuori Ferrara per mostre e eventi elettronici a Milano e Roma e segnalazioni della sua fantascienza in riviste storiche come Future Shock. Diversi anche libri personali (l’ultimo cartaceo recente è Buoni Motivi per non dormire) e collettivi futuribili con i principali futurologi nazionali (Posthuman Time, La Carmelina, Futurismo Renaissance, D- Editore, e altri). Non ultimo sinergie con figure note del panorama italiano quali lo stesso critico d’arte Grasso, il musicista dei Goblin, Claudio Simonetti, diverse band dark e musicisti come Dave Sixx. Questa la sinossi presentazione dell’autore stesso:
“La raccolta prende il nome di “Mondi Diversi” perché richiama le raccolte di fantascienza e horror che Urania faceva uscire ad ogni stagione, che si chiamava Mille Mondi, e poi perché richiama anche il mio primo libro “Nebbie d’altri mondi”. Alcuni racconti hanno delle peculiarità: “Alba tragica” venne scritto per la prima volta nel 1985, in versione molto ridotta, ma senza venir edito, poi nella raccolta “Nebbie d’altri mondi”, venne inclusa una versione più lunga, ed infine adesso ecco una versione più estesa, riveduta e corretta. “La sindrome di Van Gogh” in prima stesura venne prodotto ma non edito, nel 1995, ma in questo libro viene presentato in versione più moderna ed estesa rispetto all’originale. “È giunta l’ora” si rifà come stile ai racconti gotici dell’ottocento, ma con sfumature che volutamente ho voluto aggiungere, più forti in stile Barker. L’’appendice’ invece si tratta di mini racconti zombie, editi sulla pagina di “I love zombie”, su facebook e rivedono la tematica dei morti viventi in diverse sfumature, spesso inaspettate. “Espectum momenti mori” è una rivisitazione del racconto originale “Espectum momenti” scritto per un concorso che prevedeva un pezzo che parlasse della squadra speciale “catturandi”, enormemente criticato, venne tralasciato dal concorso e in seguito riscritto in chiave zombie come leggerete. “Aurora viola” è invece il classico racconto di fantascienza anni ’70, scritto appositamente con lo stile Urania di quegli anni. (M. Ganzaroli)

Ciclisti illuminati

Da Organizzatori

Ultimo appuntamento con ciclisti illuminati, questa sera (mercoledì 7 giugno) dalle ore 22 in piazza Duomo i volontari della Fiab di Ferrara in collaborazione con la Polizia Municipale installeranno i catarifrangenti sulle ruote delle bici che ne sono sprovviste.
La Polizia Municipale ricorda che i dispositivi rifrangenti sono previsti dal codice della strada e sono obbligatori.
«Anche quest’anno – ha dichiarato Stefano Diegoli presidente di Fiab Ferrara – abbiamo regalato oltre 500 catarifrangenti, installandoli sulle biciclette di passaggio in piazza Duomo. Un progetto che impegna i volontari di Fiab Ferrara già da alcuni anni, anche grazie alla fattiva collaborazione della Polizia Municipale».
Appuntamento in piazza Duomo mercoledì 7 giugno dalle ore 22 alle ore 23.

Salute. Legionellosi: “catasti” e mappatura degli impianti a rischio, disposizioni più restrittive per le disinfezioni, rafforzamento delle misure di prevenzione. Nuove Linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo

Da Regione Emilia Romagna

Lo schema di delibera della Giunta ottiene il parere favorevole in Commissione Politiche per la salute. Il documento recepisce le Linee guida nazionali e fornisce indicazioni precise per applicarle nel territorio dell’Emilia-Romagna. L’assessore Venturi: “Tema importante, abbiamo già un sistema di sorveglianza molto sensibile, vogliamo rafforzare ancora di più prevenzione e controllo”

Bologna – Disposizioni più restrittive per le disinfezioni e il rafforzamento di altre misure di controllo. Realizzazione di appositi “Catasti” e mappatura degli impianti a rischio, in particolare torri di raffreddamento a umido e condensatori evaporativi. Indicazioni precise per la progettazione, costruzione e gestione degli impianti idro-sanitari e aeraulici. Riconoscimento di un ruolo centrale, nella prevenzione e nel controllo, ai Dipartimenti di sanità pubblica. Sono, in sintesi, alcuni dei punti più significativi delle nuove Linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della Legionellosi: lo schema di delibera della Giunta che le approva ha ottenuto oggi parere favorevole dalla competente Commissione consiliare.
“Siamo molto attenti a questo tema, anche perché la Legionella può interessare una larga fetta di popolazione, più fragile per età e patologie- è il commento dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Voglio ricordare comunque che il nostro sistema di sorveglianza è molto sensibile e in grado di intercettare tutti i potenziali casi in tempi brevissimi, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari. Con queste nuove Linee guida, intendiamo rafforzare ancora dipiù tutta una serie di misure di prevenzione e controllo”.
Il documento recepisce le Linee guida nazionali (2015) e fornisce indicazioni per applicarle nel territorio dell’Emilia-Romagna. Restano validi gli obiettivi definiti con le precedenti Linee guida regionali (2008), ovvero il contenimento del rischio e la riduzione del numero di casi agendo prioritariamente sulle situazioni più critiche, sia con interventi preventivi che con provvedimenti efficaci di controllo nel momento in cui si verifichino casi di Legionellosi.
La Legionella in Emilia-Romagna
Le infezioni da Legionella sono un problema sempre più importante per la sanità pubblica, sottoposte a sorveglianza speciale da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dell’Unione Europea (Ecdc) e dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che ha istituito dal 1983 il Registro nazionale della Legionellosi. In Emilia-Romagna, nel periodo 1999-2016, sono stati segnalati 1.924 casi; in media, 107 l’anno. Nel periodo 2012-2016, però, i casi segnalati in media ogni anno sono stati oltre 200 (207,6), contro i 100 del quinquennio precedente. Nel 2016, in particolare, è stato registrato il numero di segnalazioni più alto della serie storica: 290 casi. L’aumento è riconducibile a una maggiore sensibilità diagnostica, a una maggiore “suscettibilità” della popolazione e, molto probabilmente, anche a un aumento di Legionella nell’ambiente (oppure, a una combinazione dei fattori citati).
Le nuove Linee guida regionali
Per quanto riguarda la prevenzione e il controllo, anche in questo documento, oltre a indicare le tecniche costruttive ottimali per la realizzazione dei nuovi impianti e fornire raccomandazioni sulla corretta gestione e manutenzione di quelli esistenti, si dà particolare enfasi all’importanza che tutte le strutture con impianti a rischio effettuino periodicamente la Valutazione del rischio. Si tratta, cioè, della valutazione finalizzata ad acquisire le conoscenze sulle criticità degli impianti, e il possibile impatto che potrebbero avere sulla salute umana, identificando le misure per ridurre o contenere il rischio. Per tutte le strutture che sono anche luoghi di lavoro, dove vi sia un rischio da esposizione ad acqua anche potenzialmente nebulizzata, la Valutazione è obbligatoria. Per quanto riguarda la parte del documento inerente la disinfezione, è stata integralmente riscritta e aggiornata (dall’Università di Modena e Reggio Emilia) rispetto a quella delle Linee guida nazionali, alla luce dei dati scientifici più recenti.
Nelle segnalazioni di casi di malattia, fra le novità vi è l’indicazione – per i Dipartimenti di sanità pubblica – di individuare un titolare del procedimento/“case manager” come riferimento per la gestione dei vari processi. Si sottolinea, inoltre, il ruolo di promotore che i Dipartimenti devono avere per la realizzazione e la tenuta di appositi “catasti” delle torri di raffreddamento a umido e dei condensatori evaporativi.
Con le nuove Linee guida, infine, il Laboratorio dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena viene confermato Laboratorio regionale di riferimento per la diagnosi clinica di Legionellosi (cioè laboratorio di 2° livello per le situazioni ordinarie, ma con un ruolo primario in caso di cluster o focolai epidemici). I Laboratori di Arpae di Bologna e Reggio Emilia vengono confermati Laboratori regionali di riferimento per la ricerca di Legionella nei campioni ambientali. /CV

Non ci faremo dimenticare!

Da Organizzatori

L’incontro di questo pomeriggio alla Camera di Commercio di Ferrara, con la partecipazione del presidente di Bper Luigi Odorici, è stato pensato per “ridare fiducia”. Bper è infatti vicina all’acquisto della Cassa di Risparmio di Ferrara, che grazie al governo Renzi e al suo decreto salvabanche la fiducia dei risparmiatori l’ha devastata. Insieme a Odorici saranno presenti tra gli altri il sindaco cittadino del PD Tagliani e il presidente di Legacoop regionale Monti, cioè figure complici del furto che abbiamo subito. Lo diciamo subito con chiarezza: loro sono parte del problema, non della soluzione.
A partire dal 22 novembre 2015, giorno di promulgazione dell’infame decreto salvabanche, politici del governo e banchieri hanno compiuto in modo concertato la loro azione in cinque tappe riassumibili in altrettanti verbi: depredare, mentire, promettere, rimentire, dimenticare. Hanno depredato centinaia di migliaia di cittadini, entrando furtivamente nelle loro case e rubando i risparmi di una vita di lavoro. Hanno mentito, sostenendo di aver salvato il risparmio e il paese dalla catastrofe, mentre la catastrofe sono loro che, con arroganza, malafede e insipienza, hanno sradicato leggi e credo comuni. Hanno promesso, sostenendo che avrebbero rimborsato tutti: a distanza di quasi 17 mesi ben pochi hanno avuto qualcosa indietro, e nemmeno tutto. Hanno rimentito, perché rappresentano la menzogna al potere (con impudente faccia tosta oggi e solo oggi il governatore della Banca d’Italia, Visco, dice che Carife doveva essere salvata dal Fitd!). E adesso, ultimo atto, cercano di far dimenticare, parlando di fiducia e ottimismo, secondo la sprezzante retorica di padron Renzi.
Noi che alle loro promesse non abbiamo mai creduto, svelando le loro menzogne attraverso la nostra lotta, oggi ci battiamo contro la possibilità che riescano a far dimenticare quanto è accaduto. Perché quanto è accaduto non è altro che un indizio di quanto continuerà ad accadere. Qua non ne va solo dei nostri soldi e dei nostri risparmi, che rivogliamo indietro. Qua ne va del futuro di tutti. È questo che andremo a dire in faccia al presidente di Bper e a tutti gli altri. Perché noi che siamo orgogliosi di lottare per la giustizia la faccia ce l’abbiamo sempre messa e continueremo a mettercela.

Elisa Mantovani e Marco Belli ci parlano dei loro romanzi “La strega nella nebbia” (Edizioni DrawUp) e “Uno sbaffo di cipria”

Da Ibs

Giovedì 8 giugno ore 20:00 Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

La strega nella nebbia
Ci sono segreti che devono rimanere tali, per sempre. È proprio intorno a un groviglio sempre più intricato di terribili verità nascoste che due ispettori, Patera e Zonari, dovranno cercare di risolvere l’enigma di due omicidi, la cui efferatezza sconvolgerà la quiete solo apparente di Ferrara, avvolta nella sua caratteristica nebbia che sembra essere l’essenza stessa del Male. Dietro un susseguirsi d’interrogatori e fatti sconvolgenti che mineranno l’amicizia dei due ispettori, inizierà a proiettarsi sulle indagini l’ombra inquietante di un vecchio ospedale psichiatrico infantile, ormai chiuso da anni. Intorno a quel luogo di dolore e tormenti indicibili ruoteranno i destini di tutti i protagonisti, trascinando in un vortice di disperazione anche gli stessi Patera e Zonari, stravolgendo per sempre le loro vite.

Uno sbaffo di cipria
Quando il cadavere di Camilla Mantovan viene scaricato tra i rifiuti, a pochi passi dall’edificio dove Vivian Deacon trascorre i suoi giorni e le sue notti, questa donna dal passato ingombrante e dal presente solitario sente che la macabra coincidenza potrebbe rappresentare la sua occasione di riscatto. Rimanendo nell’ombra che l’ha protetta negli ultimi quarant’anni, la sua strana figura – lontana anni luce dai canoni del detective tradizionale – si troverà a trasformare le proprie fragilità in un’insolita strategia di indagine. Tra i misteriosi vicoli di Ferrara e le metafisiche campagne del Polesine prende così vita una trama ricca di sfumature e sorprendenti colpi di scena che dalle sale di un coloratissimo centro sociale, covo di nostalgici partigiani e giovani idealisti, trascinerà la protagonista in uno spietato gioco fatto di maschere e teatri, inganni e intimidazioni, violenze e ingenuità. Mentre la polizia e la stampa hanno già identificato il loro colpevole, Vivian Deacon userà il suo intuito e il suo particolare punto di vista per trovare il vero assassino, scoprendo che il male si annida proprio negli spazi più confortevoli e sicuri della nostra quotidianità.

Hera premia i ragazzi delle scuole Boiardo e Bombonati

Da Hera

A premio due classi ferraresi per i due concorsi finali della Grande Macchina del Mondo.

Hera, conclude la settima edizione del proprio progetto didattico gratuito, che da gennaio ha coinvolto circa 7.000 studenti del territorio ferrarese, con la premiazione dei vincitori dei due concorsi finali per opere creative, fotografie e video.
Oggi sono state premiate due classi ferraresi che si sono aggiudicate 2 dei 9 premi in palio per i due concorsi finali della Grande Macchina del Mondo.
Per il concorso “La Grande Macchina del Mondo è…” si è classificata al terzo posto la 3°C della scuola primaria Bombonati, ottenendo un buono spesa di 150 euro. L’elaborato presentato si compone di un disco con la rappresentazione della Terra, contornato da raggi e su ogni raggio è riportato un comportamento “green” per salvaguardare il Pianeta. Un bastone, inserito su un supporto, tiene la struttura in equilibrio, così come i comportamenti corretti dovrebbero tenere in equilibrio il mondo.
Per questo concorso sono state caricate ben 176 fotografie, 102 dalle scuole dell’infanzia e 74 dalle scuole primarie, in netto aumento rispetto all’anno scorso. I voti online che hanno decretato i vincitori, sono stati quasi 15.000.
Inoltre, per il concorso “COP21”, la classe 3° F della scuola M.M. Boiardo si è conquistata il terzo posto e un assegno sempre dell’importo di 150 euro, realizzando una foto dal titolo “Riciclandino: la nostra classe si impegna ad utilizzare i centri di raccolta e a differenziare i rifiuti, contribuendo così alla riduzione delle emissioni in atmosfera”. Per questo concorso sono state pubblicate 80 foto, contro le 48 dello scorso anno e registrando quasi 12.000 voti online.
I concorsi erano riservati a tutte le scuole che hanno aderito ai moduli didattici del progetto “La Grande Macchina del Mondo” il programma gratuito di iniziative didattiche di educazione ambientale che il Gruppo Hera rivolge ogni anno a tutte le scuole dei territori di Bologna, Modena, Ferrara, Imola, Faenza, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
Hera ringrazia tutti gli alunni, gli insegnanti e i genitori per l’entusiasmo e la collaborazione messe in campo e dà appuntamento fin d’ora al prossimo anno scolastico con le nuove proposte per le scuole.

Cresce l’agroalimentare regionale, ma quotazioni basse per molti prodotti

Da Coldiretti

Il rapporto agroalimentare regionale conferma il ruolo di primo piano dell’agricoltura sul PIL e sull’occupazione emiliano-romagnola, anche se Coldiretti evidenzia lo stato di sofferenza per la redditività di alcune colture chiave del territorio

Con l’aumento del 3 per cento della Plv (Produzione Lorda Vendibile) nel 2016, l’agroalimentare dell’Emilia Romagna si conferma il settore trainante dell’economia regionale. Lo afferma Coldiretti Emilia Romagna alla luce del rapporto Agroalimentare presentato oggi a Bologna. A rafforzare il contributo positivo dell’agricoltura – commenta l’organizzazione dei coltivatori – c’è il dato dell’export che ha fatto registrare un incremento annuo del 2,4 per cento. Si tratta del settore che ha più di ogni altro aumentato le esportazioni, un risultato ottenuto nonostante prosegua l’embargo della Russia sui prodotti agroalimentari dell’Unione europea.
Coldiretti regionale ricorda anche che nel 2016 l’agricoltura ha anche registrato un aumento del 15 per cento dell’occupazione, un incremento decisamente al di sopra dell’incremento medio dell’occupazione regionale che è stata del 2,4 per cento.
“I positivi dati della crescita dell’agroalimentare nella nostra regione – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – non deve far dimenticare che sul settore pesano ancora le basse quotazioni in alcuni settori chiave, dal grano al riso fino al latte a causa delle distorsioni di filiera e delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alle produzioni nazionali perché vengono spacciate per made in Italy per la mancanza di indicazioni chiare sull’origine in etichetta”.

Fondo interbancario per gli azzerati e contraddizioni in casa Pd

Da Lega Nord

Ferrara, 06-06-17.
«Dal primo momento avevamo chiesto che si accedesse al Fondo interbancario per salvare i risparmiatori della Cassa di Risparmio di Ferrara, mentre dal Pd e dal Governo ci è stato detto un secco “no”. Ora, improvvisamente, anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ci dà ragione, dicendo che l’accesso al fondo era possibile e negli ambienti del Pd qualcuno vorrebbe interpellare il Governo per chiedere non sappiamo quali precisazioni sul suo operato. Dovrebbero solo vergognarsi!» Va giù duro, il capogruppo regionale della Lega Nord, Alan Fabbri, che in tutti questi mesi ha continuato a lavorare affinché fossero trovate delle vie d’uscita dignitose ai risparmiatori traditi dal Governo Renzi, a causa del decreto cosiddetto “Salva Banche”, che in realtà ha salvato solo gli Istituti colpendo bondisti e azionisti. Fabbri aveva invocato da subito la via del Fondo interbancario, «ma il Governo a guida Pd si intestardì nel dire che non si poteva fare, mentre ora questa ipotesi è contemplata per le banche venete in difficoltà. Si è voluto applicare a tutti i costi il bail-in e questi sono i risultati – accusa Fabbri -. Visco (approposito, dov’era la Banca d’Italia all’epoca in cui succedeva il disastro per il risparmio ferrarese?) dice che le norme andavano applicate con “gradualità”, ma non capiamo il motivo per cui tutti sono rimasti zitti, nel novembre del 2015. Se si fosse agito con razionalità, probabilmente ora non avremmo il problema dei 32mila risparmiatori ferraresi azzerati dal decreto.» Fabbri sta continuando ad operare a più livelli – con le associazioni di categoria e per la difesa dei consumatori, oltreché in Regione – per cercare soluzioni ai danni del “Salva Banche”. Dal 28 aprile, non vi è stata traccia di una pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sulla disciplina di funzionamento del collegio arbitrale. «Al danno, insomma, si aggiunge la beffa – conclude Fabbri – con i cittadini che continuano ad attendere quanto meno di sapere come procedere, per avere un minimo risarcimento, mentre i parlamentari Pd fanno le capriole e ora dicono di interpellare il Governo per chiarire l’accaduto. Siamo ai paradossi. E’ veramente una vergogna.»

Con Il Germoglio in piazzetta Corelli buon cibo e 381 storie da gustare

Un itinerario attraverso la città per diffondere un’idea di turismo eco ed etico sostenibile: non turisti mordi e fuggi che galoppano dietro una guida e fagocitano tutto attraverso l’obiettivo di macchine fotografiche e smartphone, ma viaggiatori curiosi delle realtà e degli angoli meno conosciuti, consapevoli del proprio impatto sul territorio che visitano.
Un progetto per limitare lo spreco alimentare e la produzione di rifiuti, promuovendo la buona prassi di portare a casa senza imbarazzo eventuali avanzi dei pasti non consumati al ristorante.
Un laboratorio di pasta fresca con una sfoglina per studenti Erasmus.
Un’esposizione fotografica che racconta in bianco e nero il territorio del Delta, tra cielo, acqua e lembi di terra, uccelli in volo, reti e pali, barche e fari, onde e riflessi, mani come rami, conchiglie e meraviglie.
Cosa hanno in comune? Il Ristorante 381 Storie da gustare di piazzetta Corelli gestito dalla Cooperativa Il germoglio Onlus. Non solo un bar-ristorante dove gustare buon cibo, ma un luogo dove si incontrano e si incrociano diverse esperienze, tutte accomunate dalle parole d’ordine: territorio, inclusione sociale, sostenibilità, eticità.

Chiara Nardone e Gaia Aragrande sono due dottorande del Dit, il dipartimento di interpretazione e traduzione del campus di Forlì dell’Alma Mater Studiorum di Bologna: “Quello che ci è piaciuto di 381 Storie da gustare, il motivo per cui lo abbiamo scelto è la capacità di coniugare sostenibilità etica, ambientale e sociale”. Ecco perché il ristorante di piazzetta Corelli è stata la tappa conclusiva del tour eco ed etico-sostenibile che Chiara e Gaia hanno organizzato lo scorso lunedì sera nell’ambito di It.a.cà. migranti e viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile. “It.a.cà. (sei a casa? In dialetto bolognese, ndr) è un festival itinerante, la cui tappa più importante è Bologna, dove è nato, ma che nel tempo ha allargato la propria rete a Ferrara, Padova, Trento e altre ancora”, mi spiega Chiara. It.a.cà. mira a far considerare il viaggio non più solo vacanza e svago, ma un’esperienza capace di esaudire il desiderio di conoscenza e scoperta del mondo. E allo stesso tempo, a sensibilizzare i viaggiatori sull’impatto dell’industria turistica all’interno degli ecosistemi, naturali e cittadini. Così è nato il tour sostenibile di Chiara e Gaia, che ha portato i partecipanti nella Ferrara ebraica e nel Castrum e che si è concluso al 381 Storie da gustare, “per far conoscere una realtà che ha un impatto a livello sociale nella città”. “Abbiamo trovato un terreno comune nella costruzione di una maggiore consapevolezza”, aggiunge Carla Berti de Il Germoglio: “far riflettere le persone su come le loro scelte come turisti, ma in fondo anche come cittadini, influiscano sulla realtà e sul territorio a breve e a lungo termine”.

Un momento dell’apericena

L’apericena di lunedì sera è stata anche un’occasione per Il Germoglio per far conoscere il valore aggiunto del cibo che si può gustare nel locale: il servizio di ristorazione viene gestito attraverso progetti di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, nel senso più ampio del termine. Da qui il nome del ristorante, che fa sì che ormai a Ferrara in molti li chiamino “quelli dei numeri”. La 381 è la legge che nel 1991 ha creato, e da allora regolamenta, le cooperative sociali: lo scopo è “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi, lo svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, commerciali o di servizi – finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Al 381 Storie da gustare lavorano dieci persone, alle quali bisogna aggiungere le sei del 381 bar ristoro, in via Azzo Novello vicino alle mura cittadine e quelle dietro al bancone del bar dell’Ospedale del Delta a Lagosanto.
Cristina, che lavora come operatrice con Il Germoglio da dieci anni, mi spiega che a suo avviso “il ristorante è il luogo ideale per coniugare attività imprenditoriale e inserimento lavorativo, ma forse per quanto mi riguarda è anche una questione affettiva: è il primo luogo dove abbiamo fatto inserimento”. “Il mio compito – continua Cristina – è trasmettere a chi sta con noi abilità e competenze nell’ambito lavorativo, ma in realtà diventano compagni di viaggio perché cerco sempre di mantenere un rapporto paritario, non replicare i rapporti asimmetrici che possono vivere fuori: se in cucina o al bar c’è da fare qualcosa, va fatta e basta, io li accompagno in un percorso che li renda autonomi nel farla. È un po’ quella che Amartya Sen chiama ‘capacità di vita’. Non è facile, anzi è talmente difficile che per chi lavora qui come dipendente o fa tirocinio qui diventa particolarmente bello e stimolante.” Me lo conferma Susy, l’aiuto cuoca: “Mi trovo bene con Cristina e tutti gli altri, anche i ragazzi che partecipano ai laboratori e che hanno fatto le cose che vedi qui. Prima lavoravo in profumeria, ma qui mi è scattato qualcosa dentro e ora non tornerei in negozio”. “Quello che mi piace del lavorare in una cooperativa come questa – mi dice Cristina – è che tentiamo di ridurre le disuguaglianze, spesso nate dai casi della vita: poteva capitare a me di nascere non normodotata o di vivere esperienze che mi rendessero particolarmente fragile, invece è capitato a qualcun altro. La cooperativa è uno strumento per fare qualcosa in prima persona per cambiare almeno un po’ quello che non mi piace in questo mondo. Se lavorassi in un’azienda che dà in beneficenza parte dei profitti non sarebbe la stessa cosa, qui la sostenibilità etica e l’inclusione sociale sono l’obiettivo primario, non una componente accessoria”.

Carla aggiunge: “il servizio di ristorazione si integra con la filosofia in senso ampio della cooperativa”, non solo per l’inserimento lavorativo, ma anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale: molti degli arredi del 381 sono frutto del riuso oppure sono prodotti con materiali di scarto durante laboratori per persone svantaggiate. Da qui anche l’adesione a RistoriAmo dell’associazione Officina dinamica: l’iniziativa mira a ridurre lo spreco alimentare e la produzione di rifiuti grazie al coinvolgimento di una rete di ristoranti virtuosi che danno la possibilità di portarsi a casa in modo sicuro e igienico ciò che si è ordinato ma non consumato. Il Germoglio è fra i primi aderenti. “Abbiamo conosciuto la cooperativa in occasione di AvanziAmo”, spiega Roberta Lazzarini, vicepresidente di Officina dinamica, “perciò abbiamo voluto coinvolgerla anche in RistoriAmo, perché la sua filosofia riflette i valori della nostra associazione”. “A ogni ristorante aderente a RistoriAmo vengono consegnate un certo numero di vaschette anti spreco, riportanti le corrette modalità di utilizzo di quanto asportato, secondo indicazioni fornite dall’Ausl, che patrocina il progetto insieme al Comune, il materiale promozionale da esporre nel locale e ognuno viene coinvolto in una sorta di co-redazione diffusa che poi pubblica notizie ed eventi sulla pagina fb del progetto”.

A tavola si mangia, si dialoga, si raccontano e si mettono insieme esperienze e differenze. Ogni atto legato al cibo, anche il più semplice e quotidiano, esprime una cultura. Dentro al cibo passano gusti e sapori, ma anche storie, saperi e valori. Sulle tavole di 381 Storie da gustare alla convivialità si accompagnano il desiderio di giustizia e inclusione sociale e l’attenzione per l’ambiente, il territorio e soprattutto le persone. “Cerchiamo di adattarci alle esigenze di chi usufruisce del nostro servizio e quindi le nostre diverse proposte nascono spesso come risposta alle necessità di chi si accosta a noi”, sottolinea Carla.
I prossimi appuntamenti sono l’8 e il 9 giugno. Giovedì 8 dalle 17.30 con il pastaLab per studenti Erasmus che si vogliono mettere alla prova con la ‘sfoglia’ e l’aperitivo ‘Learn, socialize and drink! Impara, socializza e brinda!’, organizzati da Elena Colombo e Mirco Pagliarani, laureandi della facoltà di architettura di Unife che hanno collaborato con Il Germoglio per la propria tesi. Venerdì 9 dalle ore 19, invece, con una nuova mostra del Fotoclub di Ferrara, da sempre un prezioso partner per il 381: l’esposizione si intitola ‘Quasi Mare d’aMare. La Sacca di Goro vista dalle Socie del FotoClub Ferrara: trittici di fotografie in bianco e nero’ e sarà visibile fino al 2 luglio.
In più, per tutto il mese di giugno si susseguiranno le cene speciali di ‘Una cena per raccontare un’emozione’, per conoscere e far conoscere tutti quelli che hanno collaborato quest’anno con il ristorante 381 Storie da gustare, dove le ricette sono soprattutto incontri.

Per maggiori info sugli eventi
320 2512214
0532 1866272
381@ilgermoglio.fe.it

www.381storiedagustare.it
Pagina fb

A Luigi Beccaluva conferito il titolo di Professore Emerito

Da Unife

Importante riconoscimento al Prof. Luigi Beccaluva, già ordinario di Petrologia e Petrografia presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della terra dell’Università di Ferrara. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con proprio decreto gli ha conferito il titolo di Professore Emerito. Un titolo che premia l’intera sua carriera accademica, contraddistinta da un lungo impegno didattico, scientifico, istituzionale.
Come riporta il verbale del Consiglio del Dipartimento di Fisica e Scienze della terra che ha proposto il conferimento…“ Durante il servizio trentennale presso l’Università di Ferrara il Prof. Beccaluva ha profuso un non comune impegno in numerosi, ripetuti e continuativi incarichi accademici: è stato Direttore dell’Istituto di Mineralogia, Presidente del Consiglio di Laurea in Scienze Geologiche, Direttore di Master in Geotecnologie, Membro del Consiglio di Amministrazione, Senato Accademico e Consiglio della Ricerca. E’ stato inoltre per 13 anni Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra. L’attività di ricerca, di assoluta eccellenza e di indiscutibile profilo internazionale, ha riguardato la genesi dei magmi basaltici, le loro sorgenti di mantello e i diversi ambienti geodinamici terrestri, integrando con successo gli aspetti prettamente petrologici con quelli geochimici e geofisici. In particolare, il Professor Beccaluva è stato uno dei primi scienziati ad occuparsi dell’evoluzione dei sistemi vulcanici di arco insulare del Pacifico occidentale e della loro comparazione con sistemi di arco dell’area Mediterranea. Parallelamente, ha sviluppato ricerche innovative sulle sequenze ofiolitiche sia nell’area Mediterranea che in quella Caraibica, proponendone una classificazione, tutt’oggi riconosciuta a livello internazionale, in relazione ai vari ambienti di formazione della litosfera oceanica. Ha sviluppato inoltre progetti di ricerca su complessi alcalino-carbonatitici associati a grandi espandimenti basaltici in Brasile, India, Nord-Africa ed Etiopia, contribuendo in modo significativo al dibattito sulla natura dei “plume di mantello” ed eventi catastrofici associati”.
Il titolo gli verrà consegnato dalle mani del Rettore Giorgio Zauli nel corso della prossima cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico.

Drive in “The Reunion”

Da Organizzatori

Comicità esilarante, varietà, effetti speciali, parodie, gag, barzellette, tormentoni, satira politica, musica: è questa la ricetta che da sempre caratterizza il programma-simbolo della televisione italiana degli anni 1980

Mercoledì 19 aprile alle ore 12.00 presso Villa Horti della Fasanara di Ferrara è stato presentato, alla stampa e a rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private, DRIVE IN “The Reunion” il nuovo spettacolo di DRIVE IN che andrà in scena in anteprima mercoledì 7 giugno presso Il Teatro Nuovo di Ferrara.
Uno spettacolo inedito, imperdibile, un favoloso cocktail di divertimento, cabaret, musica e un pizzico di amarcord. DRIVE IN “The Reunion” riunisce, per la prima volta dopo più di trent’anni, alcuni dei protagonisti dello show televisivo in uno spettacolo dal vivo di grande attrazione e comicità.
Per farlo, l’Associazione Artisti Italiani Uniti in collaborazione con Rock Concerti, Ros Group e Gypsy Musical Academy, ha deciso di scegliere proprio la città di Ferrara e in particolare Villa Horti della Fasanara, un Luxury Boutique Hotel poco distante dal Castello Estense e dal Palazzo dei Diamanti, uno dei luoghi più affascinanti e curati della città, in cui storia, arte e natura si intrecciano in una splendida cornice rinascimentale.
Dal 18 al 20 aprile infatti i protagonisti dello spettacolo, hanno soggiornato e fatto le prove in questa affascinante location, ideale per chi è alla ricerca di un luogo tranquillo e inedito, a due passi dal centro storico.
Sebbene sia andato in onda per soli cinque anni, DRIVE IN è diventato senza dubbio uno degli show televisivi più amati di tutti i tempi e a più di trent’anni di distanza è ancora nei ricordi e nei cuori del pubblico televisivo. Non solo di chi lo ha vissuto “in diretta” negli anni ’80 ma anche di chi ha saputo, nel corso degli anni, apprezzarne l’originalità, l’innovazione e la creatività espressa da un’insuperabile concentrazione di talenti comici guidati da Antonio Ricci, riconosciuto genio della comunicazione televisiva.

Spettacolo teatrale “Di camorra si narra”.

Da Comune di Comacchio

Giovedì 8 giugno, alle ore 21, si alzerà il sipario nella sala polivalente “San Pietro” di Palazzo Bellini sullo spettacolo teatrale “Di camorra si narra”, scritto e diretto da Alessandro Gallo. A conclusione del proficuo percorso incentrato sulla cultura della legalità e che ha visto il coinvolgimento di scuole, cittadini ed istituzioni, il giovanissimo commediografo, attore e scrittore napoletano farà ritorno a Comacchio, dopo che lo scorso inverno ha incontrato alunni e residenti, spostandosi a bordo della vecchia Mehari di Giancarlo Siani. Lo spettacolo che porteranno in scena giovedì sera le attrici e gli attori del gruppo teatrale comunitario “TemperaMenti” prende le mosse proprio dai gravi fatti di camorra, che hanno insanguinato Napoli tra il 1985, anno in cui fu ucciso lo stesso Siani, giovane cronista de “Il Mattino” ed il 1988. Lo spettacolo, ad ingresso gratuito, è liberamente ispirato “Scimmie” e la “Giusta parte”, romanzi di Alessandro Gallo, che proprio attraverso il teatro, ancora giovanissimo, ha potuto riscattarsi e percorrere un cammino libero, lontano dai condizionamenti dei clan camorristici. “Lo spettacolo vuole essere il momento conclusivo, il coronamento del progetto di sensibilizzazione Liberi dalle mafie – ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione la funzionaria del Servizio Pubblica Istruzione, Giorgia Mezzogori -; protagonisti sulla scena, diretti da Gallo, saranno le attrici e gli attori del gruppo teatrale “Temperamenti.” La filosofia teatrale è stata ben illustrata da Carla Carli, direttore della Cooperativa sociale Girogirotondo, tra le attrici del gruppo. “Il nostro è un teatro comunitario, aperto alla cittadinanza con una funzione sociale – ha detto la Carli -, la cui esperienza si è forgiata all’interno del laboratorio Community Lab. Ci siamo concentrati sul filone della lotta alle mafie, aprendo un focus sul tema della legalità.” Altri aspetti peculiari dello spettacolo “Di camorra si narra” sono stati messi in luce da Marinella Carli Ballola, la quale ha evidenziato che “Alessandro Gallo non ha voluto dare una connotazione napoletana allo spettacolo, perchè la legalità di fatto è un argomento universale. Emerge tuttavia – ha aggiunto la donna -, la nostra comacchiesità con il dialetto ed un forte richiamo alla nostra identità culturale.” Durante la presentazione sono intervenute altre attrici del gruppo “TemperaMenti”, le quali, manifestando grande entusiasmo e spirito di squadra, hanno rilevato come oltre all’integrazione sociale, la loro esperienza teatrale punti allo scambio ed al coinvolgimento inter-generazionale. Patrizia Buzzi, responsabile del Servizio comunale di Pubblica Istruzione, ha ricordato “il primo seme partito dall’esperienza della Community Lab, che ha agganciato movimenti femminili e donne che frequentano i servizi educativi. Nonostante la prevalenza di donne, è un teatro aperto, dove la presenza maschile non manca.”
Lo spettacolo di Alessandro Gallo, che sarà portato in scena giovedì 8 giugno, alle ore 21, a Palazzo Bellini, è patrocinato dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Comacchio e dall’Associazione Caracò, presieduta dallo stesso Alessandro Gallo, che dal 2011 diffonde la cultura della legalità attraverso il teatro e la letteratura.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Dalla smart city alla comunità intelligente

La compagnia di taxi più grande del mondo, Uber, non possiede veicoli. La società di media più popolare del mondo, Facebook, non crea contenuti. Il più grande fornitore mondiale di alloggi, Airbnb, non possiede immobili. Il rivenditore più quotato al mondo, Alibaba, non ha inventario.
È l’economia della banda larga. Se le infrastrutture da sempre sono il fondamento della competitività economica, la banda larga è oggi l’infrastruttura regina dell’economia, e certamente la tecnologia che è cresciuta più rapidamente.
La banda larga permette città intelligenti: le smart city. Le tecnologie informatiche applicate alle nostre città le rendono migliori, consentono di gestire e monitorare accuratamente i processi urbani con risparmio di denaro, maggiore efficienza, offrendo un servizio migliore ai contribuenti.
Ma è proprio la diffusione della banda larga che ha alzato il livello della sfida, facendo della città intelligente una frontiera non più sufficiente. Non basta essere una smart city è necessario creare città migliori e per fare questo occorre divenire anche “comunità intelligenti”.
Peter Drucker, economista, padre della scienza del management, nel 1973 aveva previsto che nel giro di due decenni sarebbe stato impossibile per la classe media mantenere il proprio stile di vita con il lavoro delle proprie mani. Già allora Drucker previde che il mondo che conoscevamo stava cambiando. Egli chiamò il nuovo lavoro che sarebbe stato richiesto alla classe media “lavoro di conoscenza” e le persone che l’avrebbero svolto “lavoratori della conoscenza”.
Nell’ultimo decennio del XX secolo e nel primo decennio del XXI la profezia di Drucker si è avverata. Oggi, tutti i posti di lavoro desiderabili nelle economie industrializzate, e anche in quelle in via di sviluppo, richiedono componenti sempre più elevate di conoscenza rispetto al passato.
Le comunità intelligenti hanno come obiettivo quello di sviluppare una forza lavoro qualificata nel campo delle conoscenze, dalla fabbrica al laboratorio, dall’edilizia al call center o all’impresa.
L’opportunità di creare cittadini colti e competenti parte dall’infanzia e continua per tutta la vita, va dai programmi prescolastici alla scuola secondaria, dall’ istruzione tecnica superiore alle università.
È compito dei governi delle comunità intelligenti coltivare e nutrire le risorse della conoscenza. Accrescere l’offerta di conoscenza sul proprio territorio, aprire campus dei saperi, promuovere programmi di arricchimento nel campo della scienza e della ricerca, portare risorse educative e investimenti culturali nella comunità. Cambia pure l’ottica del rapporto tra scuola e lavoro, perché il lavoro che è richiesto non è più la mano d’opera del passato ma il lavoro di conoscenza, per questo nelle comunità intelligenti il governo locale opera a stretto contatto con le scuole e con le imprese per offrire agli studenti esperienze di prima mano, corsi di specializzazione in grado di prepararli alle carriere nelle industrie leader ed emergenti della comunità. Crescere i propri lavoratori della conoscenza è una parte del compito, come mantenerli e attirarne di più è un altro. Le comunità intelligenti investono in risorse fisiche e digitali, ma l’investimento prioritario è sempre più quello nelle risorse umane, nel capitale umano come condizione per migliorare la qualità della loro vita.
L’economia a banda larga è un’economia basata sull’innovazione. Il primo requisito per l’innovazione è la conoscenza. La banda larga è diventata il grande oleodotto dove passa il patrimonio di conoscenze del pianeta, rendendo possibile agli innovatori di imparare più velocemente che mai. Un altro requisito critico per l’innovazione è l’accesso al talento. La banda larga ha consentito alle multinazionali e alle piccole imprese di accedere efficientemente ai migliori talenti del mondo.
L’innovazione è essenziale per l’economia interconnessa del XXI secolo. Le comunità intelligenti perseguono l’innovazione attraverso un rapporto tra impresa, governo e università. È il triangolo dell’innovazione o la “triplice elica” che aiuta a mantenere i vantaggi economici dell’innovazione a livello locale, creando un ecosistema di innovazione che impegna l’intera comunità in un cambiamento positivo.
Creare, attrarre e mantenere i lavoratori della conoscenza sono i passi più importanti che una comunità può intraprendere per aumentare il tasso di innovazione. A differenza delle attività tradizionali come la maggior parte di noi le concepisce, un’impresa innovativa è tutta di persone e costruita sulla forza lavoro della conoscenza. Sono le “gazzelle”, come le ha definite l’economista statunitense David Birch, piccole, agili e aggressive start-up con grandi ambizioni, affamate delle risorse necessarie per raggiungerle. Oggi le “gazzelle” di successo, questi hub della conoscenza, secondo l’Ocse, creano in tutte le nazioni industrializzate la crescita del reddito sul quale si alimenta il resto delle economie locali.
Le comunità intelligenti sono, dunque, diverse, le comunità intelligenti adottano la tecnologia ma non la producono. Al contrario trovano usi intelligenti delle tecnologie sulla base della loro visione e delle soluzioni da dare ai loro problemi più urgenti. Si assicurano di avere la banda larga e le infrastrutture informatiche necessarie per essere competitive, sapendo che si tratta solo di mezzi per raggiungere i propri fini. La maggior parte delle loro risorse ed energie è volta a produrre conoscenza, a sviluppare una forza lavoro della conoscenza.
Più sforzo entra nell’elaborazione di un ecosistema di conoscenza e di innovazione che coinvolge governi nazionali e locali, imprese e istituzioni, più si creano posti di lavoro di alta qualità e si soddisfano esigenze sociali.
Molte smart city si limitano all’efficienza immediata, ai vantaggi delle nuove tecnologie, ma devono ancora intraprendere i primi passi verso la creazione di comunità intelligenti.

LO SPETTACOLO
Al Totem Festival Amleto e le altre anime

“Nevica in Danimarca e questi attori, i personaggi, attendono che il loro destino si compia”.
Quando poi della morte rimane solo il silenzio e l’odore, quando i personaggi hanno compiuto il loro tragico destino, quando il pubblico ha consumato il suo pasto e sazio dell’eroe ha lasciato il teatro per rientrare nella sua quotidianità, chi si occupa di seppellire i sogni perché il giorno dopo rifioriscano? E’ in questo interstizio fra l’attesa del proprio destino e il dopo il suo compimento che ha preso forma ‘Archivio delle anime. Amleto’, la riscrittura della tragedia shakespeariana andata in scena sabato sera al Teatro Cortazar nell’ambito del Totem Arti Festival.

La creazione di Naira Gonzalez e Massimiliano Donato, nella doppia veste di ideatore e unico interprete in scena, immagina un becchino, un po’ spettrale un po’ grottesco, che a tratti ricorda l’(A)Igor di Frankenstein Junior, che riallestisce per il pubblico che – suo malgrado – si trova di fronte l’Amleto di Shakespeare con l’aiuto delle ossa amorevolmente raccolte negli anni. Si fa – di nuovo suo malgrado – dinoccolato capocomico di marionette/attori/personaggi, mentre in realtà non è altro che in attesa, anch’egli, del protagonista: quell’Amleto condannato a rivivere per sempre la propria parte, il proprio tragico destino.
La piéce è un’Amleto stravolto, eppure riconoscibilissimo, e ri-creato nei dettagli che rendono la tragedia immortale: un continuo gioco meta teatrale, un linguaggio semplice e struggente, un ritmo forsennato, con Donato che non concede tregua a sè stesso e al pubblico, una maestria e una pazienza da artigiani nel lavorare su ogni particolare, sono gli ingredienti che rendono ‘Archivio delle anime’ poetico, popolare ed epico allo stesso tempo. Impossibile riportare tutte le originali e complesse scelte drammaturgiche, registiche e attoriali che fanno dello spettacolo una celebrazione, una esperienza di Amleto: come tale va esperita, punto.
C’è la tragedia dell’amore che non basta a salvare l’amore, c’è il cinismo che svela l’ipocrisia e l’imperfezione dell’uomo, c’è la poesia di chi non giudica tale imperfezione e c’è la denuncia che scopre il marcio degli uomini scoprendo così il tranello del mondo e di chi lo creò. Come i personaggi sono marionette manovrate in scena dal becchino capocomico, gli uomini sono marionette spinti da Dio sul palco della vita. E, infatti, Amleto entra come fosse spinto, senza essere spinto da nessuno, e duella con Laerte come fosse un pupo siciliano.

E alla fine di questa tragedia del disincanto, per placare il sangue, l’ira, la vergogna, l’amore, scende la neve a far calare il silenzio prima del sipario, a cancellare i segni del passare dei personaggi, perché la sera dopo li lascino come se non avessero mai percorso quella strada.

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