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Mese: Giugno 2017

Si cercano 70 studenti per il videoclip “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti

Da Comune di Comacchio

Prosegue anche domani, martedì 27 giugno, dalle 9 alle 18 il casting, teso a selezionare comparse ed attori professionisti, per la realizzazione di due videoclip, dedicati a due colossi della musica leggera italiana, “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti e “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla. In particolare proprio in funzione delle riprese dedicate al brano leggendario di Antonello Venditti, la produzione necessita di circa 70 STUDENTI, che potranno sottoporsi al casting nella sala polivalente “San Pietro” (Palazzo Bellini, via Agatopisto, 5).

La produzione Daimon Film, che realizzerà i 2 videoclip, ricerca, inoltre attori professionisti per le seguenti figure:
• bambini 7-11anni
• uomini e donne 60-70 anni
• ragazzi e ragazze 19-20

Si cercano, infine anche uomini e donne, dai 18 ai 70 anni, anche senza esperienza, per ruoli, non retribuiti, come comparse.
Per informazioni: raffaella.daimon@gmail.com

Blocco del traffico attorno allo stadio per le partite, fochi (M5s): non c’è altra soluzione per i residenti?

Da M5s

Premesso che la maggior parte dei cittadini ferraresi sono ben felici che la Spal sia tornata in serie A, vivono con euforia l’attesa della nuova stagione calcistica che inizierà fra poche settimane e sono consapevoli della necessità delle modifiche di adeguamento strutturale e di sicurezza da apportare allo stadio Paolo Mazza, è pur sempre vero che le limitazioni del traffico nelle zone limitrofe allo stadio, prima durante e dopo le partite, possono creare disagio ai residenti che vi abitano. E ciò non solo per i residenti di viale Vittorio Veneto, che viene praticamente chiusa per separare le tifoserie rivali, o per quelli di via Montegrappa, dove si sta allestendo una zona di sicurezza per accogliere i pullman delle squadre ospiti, ma anche nelle altre
vie limitrofe.
A volte, durante la stagione appena conclusa, diventava proprio impossibile per i residenti anche il solo rientro nelle loro abitazioni prima delle ore 18 e in alcune occasioni anche più tardi. Ci è stato riferito, ad esempio, il caso di una residente di via Fortezza, con famigliare cardiopatico, alla quale è stato impedito in più di una occasione di rientrare a casa con l’automobile.
Per questo, il consigliere del Movimento 5 Stelle di Ferrara Claudio Fochi ha chiesto all’Amministrazione comunale con una interrogazione (http://www.comune.fe.it/5216/attach/presidente_cons/docs/74310-2017-m5sfochi.pdf)
se sarà possibile in futuro predisporre corridoi di rientro per i residenti, compatibilmente con le
norme di sicurezza e i relativi transennamenti attorno allo stadio, o consentire loro, in caso di necessità o emergenza, di poter rientrare nelle proprie abitazioni esibendo un documento attestante la residenza propria o di un famigliare.
Siamo contenti che la Spal sia tornata nella massima serie dopo 49 lunghi anni e siamo consapevoli
realisticamente e pragmaticamente delle necessarie modifiche da attuare affinché possa continuare a
giocare a Ferrara, tuttavia non possiamo esimerci dal riportare i disagi concreti che ci vengono segnalati dai residenti di una zona già piena di criticità e contestualmente ci auguriamo che si possano trovare giuste strategie per limitare al massimo tali disagi.

Carife colpita dal bail in, le banche venete da una pioggia di miliardi

Da Lega Nord

“Diciassette miliardi per salvare le banche venete, con un clamoroso sussidio a un’altra banca per prendersene la parte migliore, le mazzate del bail in per Carife. Perchè?” A farsi portavoce di un interrogativo di buon senso e indignazione è Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Regione e da mesi in prima linea nella battaglia per i diritti dei risparmiatori azzerati dal decreto 2015 del Governo. Un Governo che ora vara una maxi-operazione di salvataggio di Pop Vicenza e Veneto Banca, eludendo le famigerate regole europee dei bail in: tra liquidità immediata e garanzie, una montagna di denaro che aggraverà il debito pubblico e la zavorra sul contribuente. “La disparità di trattamento è tanto lampante quanto vergognosa – commenta Fabbri – perché di fatto Carife è stata usata come cavia per l’applicazione della direttiva europea mentre ora per altri ecco una soluzione ‘all’italiana’ che tra l’altro si abbatterà su cittadini trattati, per l’ennesima volta, come un gigantesco parco buoi”. I figli e figliastri fatti dal Governo rappresentano una sconfitta drammatica per tutta Ferrara. “E’ la dimostrazione di quanto poco, anzi zero, agli occhi dei capi romani conti il Pd ferrarese. Quello delle poltrone di Franceschini, delle chiacchiere di Bratti e dei salotti di Marattin: il loro ‘partitone’ ha calato la scure del bail in per i risparmiatori di Carife poi, resosi conto di quanto elettoralmente sia poco conveniente, risultati alla mano, applicare la norma, cambia direzione e dal cilindro estrae subito miliardi per i dissesti delle banche venete. Nel frattempo – chiude Fabbri – , chi è stato vergognosamente discriminato, non ricevendo lo stesso trattamento, resta a raccogliere i cocci”.

Workshop internazionale a Architettura

Da Unife

Da tutto il mondo per la riqualificazione dell’Addizione Niccolò di Ferrara

Dal 28 giugno al 7 luglio 2017 il Dipartimento di Architettura organizza e ospita il Workshop internazionale su “Contemporary Design in Historic Centres”.
Il tema di questa edizione prevede la realizzazione di proposte sulla riqualificazione dell’area nota come “Addizione Niccolò”, la zona sita in corrispondenza di una delle porte d’ingresso alla città di Ferrara, compresa tra Corso Giovecca, le ex caserme Pozzuolo del Friuli e Cisterna del Follo e il Palazzo Renata di Francia, sede del Rettorato dell’Università di Ferrara fino al sisma del 29 maggio 2012.
Oltre 50 gli iscritti tra studenti e docenti provenienti da differenti realtà accademiche e culturali tra le quali Brasile, Georgia, India e Emirati Arabi, alcuni dei quali verranno in abiti tradizionali e lavoreranno fianco a fianco con i docenti del Dipartimento per 10 giorni. Una esperienza concreta di internazionalizzione dell’Università di Ferrara rivolta allo studio per la riqualificazione di un’area strategica del centro storico di Ferrara.

Viaggio nella comunità dei saperi

Da Istituto Gramsci Ferrara

L’Istituto Gramsci e l’Istituto di Storia Contemporanea presentano l’ebook Viaggio nella comunità dei saperi a cura di Daniela Cappagli, edito dal Comune di Ferrara .Un percorso i riflessione su Istruzione e Democrazia che è pubblicato nel sito www.comunebookferrara.it in formato ePub e Pdf (scaricabili gratuitamente). Contiene 12 saggi. Gli autori sono Nicola Alessandrini, Chiara Baratelli, Fiorenzo Baratelli, Daniela Cappagli, Daniele Civolani, Barbara Diolaiti, Giovanni Fioravanti, Maura Franchi, Daniele Lugli.
Inizialmente il ‘Viaggio’ percorre le strade dei Saperi attraverso la rilettura del pensiero di grandi maestri e intellettuali che hanno espresso un modello d’istruzione collegato a un progetto di società, dai classici del ‘900 – Gramsci, Freinet, Capitini, Don Milani, Rodari e Calvino – fino ai giorni nostri con Noam Chomsky.
Si prosegue poi con sentieri di conoscenza aperti alla riflessione sui contenuti della quotidianità scolastica, sulle competenze dei processi formativi, sui metodi dell’apprendimento-insegnamento, sui comportamenti relazionali, sulle tematiche inclusive, sui principi e valori che regolano la vita delle comunità. Avendo sempre come ‘bussola’ le due parole-chiave Istruzione e Democrazia, colonne portanti del progetto complessivo.
Infine, come meta e visione ultima viene proposto il tema della Speranza, intesa con Bloch quale “scavo per la messa in luce delle possibilità oggettive insite nel reale e lotta per la loro realizzazione.
I testi sono relativi a Conferenze svoltesi presso la Biblioteca Ariostea negli anni 2014-15-16.

Vita da commessa

Da Ascom Ferrara

Dall’eterno indeciso a quello che non saluta, dall’incubodei pacchettini regalo al cliente (sempre lui…) dell’ultimo minuto, dal bambino che appoggia le mani sulla vetrina (ahimè) appena pulita, al miraggio dei fine settimana liberi…

“Vita da commessa” (Beccogiallo Edizioni 2017 – vitadacommessa.it) è il libro frizzante scritto da Laura Tanfani: una compilation gustosa, a tratti esilarante, imprevedibile (e con illuminanti illustrazioni a fumetti) di episodi realmente accaduti e descritti da chi affronta da dietro il bancone del negozio la quotidianità complessa della vendita, situazioni dalle quali traspare una grande passione per il proprio lavoro. La presentazione si inserisce nella galleria degli eventi letterari di giugno promossi da La Feltrinelli; 127 pagine che sarà proprio la giovane autrice marchigiana – laureata in design e discipline della moda all’ateneo di Urbino e che lavora come commessa in un negozio di abbigliamento dal 2012 – ad illustrare giovedì 29 giugno alle ore 17,30 alla libreria La Feltrinelli (in via Garibaldi), in un dialogo che già si preannuncia ricco di ulteriori e simpatici aneddoti con il presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni e commerciante egli stesso.

Lunedì regolare la circolazione dei bus e dei treni Tper

Da Tper

E’ stato, infatti, differito ad altra data lo sciopero nazionale di 4 ore indetto dal sindacato USB Lavoro Privato.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha ordinato il differimento ad altra data degli scioperi nel settore del trasporto pubblico locale indetti per lunedì 26 giugno 2017.

Marattin è troppo impulsivo e trascura i bisogni emergenti

Da Organizzatori

I lamenti per la Provincia di Ferrara “ridotta alla fame” con appena un milione di euro elemosinato dallo Stato, diffusi da esponenti politici (per non fare nomi: A. Marchi, T. Tagliani, M. Zappaterra) hanno turbato il governo, il quale, disponendo per fortuna di un consulente ferrarese capace di cogliere le sfumature idiomatiche locali, l’ha incaricato di chiarire la questione.
Il Marattin è prontamente intervenuto, ma s’è palesato con un deludente giro di parole, forse perché mancante di passaggi-chiave del tipo: “A voi non sfugge proprio niente!” o “Avete perfettamente ragione! Chissà dove hanno la testa, a Roma!”.
I tre, allora, sempre a mezzo stampa hanno riannunciato la loro insoddisfazione. La Zappaterra ha cortesemente chiarito che il Consigliere governativo s’è “perso una buona occasione per tacere”.
Visto l’insuccesso, invece di ritentare correggendo un errore metodologico, Marattin suggerisce di smetterla di “dire cifre false” perché – spiega – alla Provincia di Ferrara (come a tutte le altre) arrivano, sì, pochi soldi, ma di certo non per solo un milione di euro, dato che che di milioni ne stanziano cinque. Sollecitando poi i reclamanti a leggere “tutto” l’art. 20 del testo dell’assegnazione e relativi commi 1,2 e 3, non limitarsi al comma 3 dal quale risulterebbe quel milione “da fame”.
È qui il Marattin commette un secondo errore: dimenticando d’aver a che fare con dei frutti maturi della democrazia e che all’umanità manca ancora il rilievo automatico delle attività sinaptiche, non propone nulla di più dell’invito a vecchi arnesi della politica di leggere i documenti dall’inizio alla fine! Come se ci fosse una correlazione certa fra lettura e comprensione!
Non tiene conto che i suoi interlocutori sono stati eletti e rieletti, risultando perfetti rappresentanti di una maggioranza di cittadini composta prevalentemente (dati OCSE consolidati) da “analfabeti funzionali”! Possibile che non associ questa mestizia con la figura di guano di un Ministro, suo concittadino, per aver deciso nomine in difformità da una legge a cui lui stesso aveva messo mano, presumibilmente senza mai averla letta?
È chiaro che oggi manca un elemento essenziale alla democrazia rappresentativa: il LETTORE di supporto, cioè una nuova figura professionale politica, via di mezzo fra il consulente verbale, l’insegnante di sostegno e il ruolo del Lecturer nelle università britanniche. Basterebbe sostituire gli inutili “portavoce” con queste nuove figure senza incrementare i costi, ottenendo l’immenso risultato di conferire agli Eletti livelli di consapevolezza mai raggiunti prima.
Suggerirei al Marattin, alla luce della sua consulenza, di proporre in sede governativa l’ipotesi di un decreto legge ad hoc per sopperire ad una necessità troppo trascurata. Con molta probabilità, l’idea riscuoterebbe un successo mondiale senza precedenti.

Recupero, rigenerazione, riscatto: tutte le r delle riciclette

Cosa incarna meglio il concetto di sostenibilità ambientale e di economia circolare delle ruote di una bicicletta? Senza contare che siamo a Ferrara. E la metafora vale ancor di più se al posto della ‘b’ mettiamo una ‘r’, come riciclo, rigenerazione, riuso, riscatto sociale. Ecco tutto ciò che si cela in una r-icicletta.
Che cos’è una r-icicletta? Presto detto: è una bicicletta pronta da usare, oggetto prezioso per eccellenza a Ferrara, ma che porta con sé un duplice valore aggiunto: è stata rigenerata oppure alcune delle sue parti provengono da biciclette non più utilizzabili, scarti a cui viene ridata nuova vita attraverso il lavoro di meccanici esperti che collaborano con persone alla ricerca di nuove opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e della socialità, grazie alla legge 381 del 1991. Ecco perché la Regione Emilia Romagna pochi mesi fa ha assegnato alla Cooperativa Sociale il Germoglio, che ha ideato e gestisce il progetto Ricicletta, il premio come Innovatori responsabili, nella categoria “L’impresa per la crescita e l’occupazione”.

Il luogo dove le bicilette tornano a vivere e si trasformano in riciclette sono le Officine di via Darsena, accanto all’Ex-Mof. Il colpo d’occhio non lascia certo indifferenti e solo a Ferrara, la città delle biciclette, può esistere un posto con così tante bici tutte insieme. A guidarci è Alessandro, educatore insieme ad Amelia: da una parte le riciclette in vendita e più avanti quelle a noleggio, “grazie anche alla collaborazione con Itinerando, arriviamo a noleggiarne fino a novanta alla volta, lavoriamo in particolare con le scuole o i gruppi turistici”. Dall’altra parte, tutti i componenti, nuovi o recuperati. Qui ogni pedale, ogni ruota, ogni catena ha una sua storia. “Tutto è tracciato”, sottolinea Tania, responsabile del settore mobilità della Cooperativa sociale Il Germoglio. “Non c’è solo l’eticità del progetto di inclusione sociale. La legalità è un altro valore aggiunto delle riciclette: si ha la sicurezza che nessun componente abbia una provenienza dubbia, perché quando ci vengono donate una o più bici vecchie, chiediamo di firmare un atto di donazione e un documento di identità”. “Capita anche che venga riconosciuta una cifra a fronte della donazione – spiega Tania – Può diventare uno sconto sull’acquisto di una nostra ricicletta, ma in realtà per noi è il riconoscimento dell’adesione al nostro progetto: donandoci il proprio mezzo si evita che questo diventi un rifiuto e si permette il suo riutilizzo, attraverso il suo recupero o il riciclo delle sue parti ancora in buono stato. E’ capitato anche che, in caso di donazioni di più biciclette da parte di una stessa persona, le riconoscessimo anche il titolo di nostro ‘testimonial ufficiale’”, scherza Tania.
E testimonial ufficiale è sicuramente anche il demolitore Giorgio Trevisani di Migliarino, che collabora con le Officine Ricicletta dal settembre scorso e che ha deciso di rispondere all’appello della squadra del Germoglio, anche se questo per lui significa un po’ di lavoro in più, perché “deve separare le bici dal resto dei rottami” e finché non lo ha fatto non può usare il braccio meccanico per spostare i carichi che arrivano in azienda, spiega la sua collaboratrice Silvia. “Siamo molto soddisfatti: fino a ora abbiamo consegnato alle Officine Ricicletta circa quaranta bici. Abbiamo deciso di collaborare con Il Germoglio perché pensiamo sia giusto rigenerare i mezzi ancora utilizzabili e recuperare i componenti non danneggiati, evitando che tutto ciò diventi rifiuto”.

Poi tocca ai meccanici e alle persone che lavorano alle Officine di via Darsena, attraverso tirocini o percorsi di inserimento lavorativo. Dalle loro mani nascono le riciclette, fino a oggi circa 2.100: recuperando bici recuperano loro stessi, la dignità e la felicità che scaturiscono dal vedere il proprio lavoro riuscito.
Mostrando nella rastrelliera una ricicletta da uomo nera lucente, pronta per essere venduta, Alessandro afferma orgoglioso, proprio come un vero meccanico: “Ogni ricicletta che esce da qui ha fatto un check-up completo e meticoloso. Riusciamo a recuperarne anche due tre al giorno”.
Nel laboratorio c’è Angelo, lavora qui ormai da sei anni, tre di tirocinio e tre da dipendente. “Allora ormai sei un meccanico provetto!”, scherziamo, “No no! Magari!”, esclama e poi aggiunge stando allo scherzo: “Ci provo… diciamo che fino a ora nessuno è mai tornato indietro lamentandosi per la bici rotta!” Angelo ha 33 anni, gli occhi neri e buoni e un sorriso contagioso, è di etnia rom, quando ha finito l’istituto agrario gli è stato proposto di iniziare il tirocinio qui alle Officine Ricicletta e ora, dopo sei anni, sembra aver trovato la sua strada verso un domani più scorrevole. “Il lavoro mi piace, le biciclette mi piacciono, soprattutto il fatto di rigenerarle, e poi è bello stare a contatto con le persone, i miei colleghi e i clienti”. Ci parla mentre lavora a una ruota, il telaio della bicicletta è montato sul supporto, non si può permettere di fermarsi perché questa settimana è lui l’unico meccanico delle Officine: “ho un sacco di lavoro da fare”.
Le Officine Ricicletta offrono servizio non solo di recupero e di vendita (con ritiro e consegna in qualsiasi parte della città e della provincia), ma anche di marchiatura e di noleggio di diversi tipi di mezzi, compresi risciò, tandem, bici-taxi e le tre cargo bike gestite per conto del Comune. Infine, il servizio di manutenzione e riparazione; e proprio come accade con ‘al biciclar’, anche fra i meccanici delle riciclette e i clienti “si crea un rapporto di fiducia e nel tempo c’è una vera e propria fidelizzazione”, affermano Tania e Alessandro.

Naturalmente le riciclette, oltre al valore sociale, contengono anche un forte impegno ecologico, non solo nel riutilizzare ciò che altrimenti sarebbe rifiuto, ma anche nell’incentivare l’uso delle due ruote come mezzo di mobilità sostenibile. Ecco perché un paio di riciclette può essere un dono di nozze più che adatto per due sposi ferraresi: “Non più di un mese fa due promessi sposi hanno avuto l’idea di fare come lista nozze una donazione al Germoglio e in cambio abbiamo deciso di regalare loro due riciclette”, ci ha raccontato Tania. Ed ecco perché Il Germoglio – anche grazie alla collaborazione con i volontari di Irregolarmente – ha fornito riciclette a diverse associazioni del territorio, come il Centro donne e giustizia o Viale K, oppure le ha date a noleggio in occasione di particolari iniziative, come Interno Verde, la due giorni per giardini organizzata da Il turco. L’ultima in ordine di tempo è il concorso ‘In prima fila con Ricicletta’: in palio una ricicletta estratta a sorte tra tutti gli spettatori dell’Arena Estiva Le Pagine di Parco Pareschi che ha appena iniziato la sua programmazione estiva. Per partecipare basta andare al cinema, conservare il biglietto d’ingresso e lasciare i propri contatti, scrivendo il numero del biglietto e il proprio indirizzo mail su un coupon, per essere avvisato in caso di vincita.

Leggi anche
Un Germoglio di economia sostenibile: le bici di ricicletta nate dagli scarti
Ma dove vai se la cargo bike non ce l’hai
Riciclettiamo

Per maggiori informazioni
La Ricicletta
Pagina fb

Siamo tutti diversi!

di Francesca Ambrosecchia

Perché siamo portati a respingere ciò che è diverso da noi? Ad innalzare muri e barriere per difenderci da ciò che è ignoto?
Il diverso, l’altro spaventa. Spesso conduce al confronto, alla messa in discussione e quindi al cambiamento.
Ci sentiamo al sicuro nella nostra quotidianità perché circondati da ciò che conosciamo: dalle nostre abitudini e dal mantra “lo faccio perché così fan tutti”.
Forse bisognerebbe sviluppare la voglia e l’attitudine a “mettersi in gioco”, a buttarsi nel confronto con un approccio aperto e disponibile. Si può crescere e imparare da ciò.
Il diverso può essere inaspettatamente positivo se ci poniamo nei suoi confronti senza paura. È diverso ma non per questo sbagliato.
Concetto chiave è forse condivisione.

“La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza”
Gregory Bateson

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

I giardini delle malinconie

«Mi ricordo il punto esatto dove passava un carretto dal quale potevamo comprare per 10 lire dei gelati quadrati e due biscotti, ma quando si era vicini alla fine del mese mia madre non mi dava i soldi. La vita era dura anche per i miei, la situazione economica non era florida. Mi stupivo che i fiori sui suoi vestiti non fossero ancora appassiti perché li aveva portati così tante volte che era un miracolo che non fossero sciupati» (Mogol).
I giardini di marzo sono una delle più celebri canzoni scritte da Mogol e cantate da Lucio Battisti. Pubblicata il 24 Aprile del 1972 e scritta in chiave autobiografica, è una metafora della povertà e della timidezza. Il riferimento è all’infanzia di Mogol, alle sue difficoltà economiche e relazionali, alla sua mancanza di fiducia e di coraggio, al suo essere distaccato e sognatore.

“All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli,
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi “perché non parli?”

C’è chi pensa che nelle scuole, oltre alle poesie, nel programma di letteratura andrebbe inserita anche la canzone d’autore. È difficile pensarla diversamente quando si ascoltano brani come I giardini di marzo poiché altro non sono che poesie arricchite dalla musica, magari con un testo semplice, ma che arrivano dritte al cuore, senza bisogno di grandi spiegazioni.

“Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell’anima,
in fondo all’anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora, ancora amore, amor per te.
Fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l’universo trova spazio dentro me…
Ma il coraggio di vivere, quello ancora non c’è.”

I giardini di marzo (Mogol-Battisti, 1972):

Le tracce del ghetto tra i ciottoli e i marmi di via Mazzini

di Francesca Ambrosecchia

Lettere e nomi incisi nel marmo. Identità andate perdute.
Si tratta dei nomi dei deportati della nostra città dai nazifascisti. Scatto questa foto trovandomi di fronte al grande portone del palazzo che ospita la sinagoga e il museo ebraico a Ferrara, in via Mazzini. Immaginate la zona intorno a via Mazzini limitata e chiusa da cinque cancelli: il ghetto istituito nel centro cittadino risalente al 1627.
È nel febbraio 1944 che l’edificio viene sequestrato con annesso inventario di quanto contenuto prima che a settembre i fascisti lo danneggino interamente.
Via Mazzini era la via principale del ghetto chiusa da cancelli ad entrambe le sue estremità ma lo spazio limitato comprendeva altre vie tra cui via Vignatagliata, via Vittoria e la piazzetta Lampronti. L’accesso a via Contrari era proibito dall’ennesima cancellata di ferro imponente tanto che le finestre della sinagoga che si affacciano ancora oggi su quella via vengono tenute chiuse.
Ogni giorno, al tramonto, i cancelli venivano chiusi dall’esterno: questo è ciò che è stato per oltre un secolo e che visitando il museo, temporaneamente trasferito a seguito dei danni riportati dal palazzo dopo il sisma del 2012 è possibile rammentare.

IL DOSSIER SETTIMANALE
Dopo il trauma arriva la ricostruzione delle case, delle vite, delle relazioni

È passato un mese dal quinto anniversario delle due scosse che, nel maggio 2012, hanno sconquassato le case e le vite degli emiliani. Tra un paio di mesi sarà il primo anniversario del terremoto che ha colpito il Centro Italia: a partire dal 24 agosto 2016 e poi per cinque mesi la terra ha tremato nelle regioni centrali della penisola, fino all’ultima scossa di questa sequenza sismica, il 18 gennaio 2017, che ha causato la slavina che ha travolto l’Hotel Rigopiano.
La politica di ricostruzione emiliana viene indicata come modello di gestione, tanto che il presidente Mattarella, durante la sua visita a Mirandola lo scorso 29 maggio, ha affermato: “la ricostruzione in Emilia è un punto di riferimento” e ha aggiunto la “vostra volontà e la vostra forza hanno scacciato le paure e avviato una ricostruzione di grande successo”. E non a caso Vasco Errani, dopo essere stato il Commissario straordinario per la ricostruzione nella sua regione, è stato chiamato da Renzi alla stessa carica per la sequenza sismica fra Lazio, Marche e Umbria. E dunque anche qui: prima le scuole e le imprese, per guardare al futuro.

Ma non è tutto oro quello che luccica. Basti pensare che ancora oggi, dopo che l’Italia è stata colpita da diverse calamità naturali – delle quali i terremoti sono solo la punta dell’iceberg – manca una legge quadro nazionale per regolamentare le modalità di azione e di intervento in occasione di questi eventi straordinari. Inoltre manca un dibattito serio sulla prevenzione: i terremoti non si possono prevedere, ma l’educazione e la conoscenza del proprio territorio sono fondamentali, anche come base per averne una cura e un rispetto maggiori.
In Emilia c’è ancora molto da fare, nel Centro Italia si è solo all’inizio. In entrambi i casi la ricostruzione non riguarda solo il paesaggio esteriore, le attività economiche, ma anche le comunità e i valori alla loro base.

Ferraraitalia ha deciso di dedicare il quarto dossier estivo all’Italia ferita, ma pronta a rimboccarsi le maniche: dai distretti emiliano romagnoli, come il biomedicale, alle attività agricole del Centro, come dimenticare chi non ha voluto abbandonare il proprio bestiame nemmeno nel rigido inverno degli Appennini?
Buona lettura.

L’ITALIA FERITA, MA PRONTA ALLA RI-SCOSSA. DAL SISMA EMILIANO DEL 2012 AL TERREMOTO DEL 2016 NEL CENTRO ITALIA. IL DOSSIER N. 4/2017 – Vai al sommario

Clara Festival, la prima finalista è la giovanissima Giulia Disarò

Da Clara

Dodici anni, ferrarese, una vocalità da fare invidia a cantanti professionisti e una presenza scenica elegante ma spontanea: è Giulia Disarò la giovane vincitrice della prima serata del Clara Festival, l’iniziativa a tappe promossa da CLARA spa e organizzata da MadeEventi con la direzione artistica di Rossano Scanavini, mirata a valorizzare i talenti del territorio e partita ieri sera da Bondeno, nell’ambito del LocalFest.
I riflettori sulla piazzetta Andrea Costa si sono accesi alle 21.45 circa, con la conduzione di Paola Sangermano, speaker di Radio Bruno, accompagnata sul palco da Roberto Ferrari, illusionista e ventriloquo, che con un sorprendente gioco di prestigio ha introdotto da subito il tema che insieme alla musica accompagnerà tutto il festival, cioè l’ambiente e il valore dei rifiuti come risorse.
Poi la competizione è iniziata: si sono avvicendati sul palco ben quattordici concorrenti, di età variabile tra gli 11 e i 60 anni, che hanno proposto cover o brani inediti dei generi più disparati, dalla lirica (col Nessun Dorma intrepretato da Mauro Balsamini) al rap di Riccardo Valeriani, passando dalla musica leggera e dal pop, italiano e internazionale. Un’offerta musicale variegata insomma, che ha fatto divertire un pubblico di tutte le età.
La giuria ha scelto come prima classificata l’interpretazione della talentuosissima Giulia, che si è esibita nel pezzo “My immortal” degli Evanescence e che si aggiudica di diritto un posto nella finalissima, prevista per sabato 23 settembre a Copparo. Altri due concorrenti saranno inoltre ripescati dalla giuria per tornare ad esibirsi in una delle prossime tappe, e avere così una seconda occasione.
Lo spettacolo è proseguito fino alle 11.30, con i concorrenti in gara intervallati da ospiti di fama anche sovralocale, come Roberto Rimondi, interprete di alcune cover di Gianni Morandi – al quale assomiglia fisicamente e nelle movenze, oltre che nella voce e nello stile canoro – e della giovane promessa di Dogato Chiara Sandrini, premiata nel 2016 come miglior esordiente al Sanremo Music Awards. Roberto Ferrari ha intrattenuto la platea più volte nel corso della serata con simpatici sketch che hanno coinvolto anche il pubblico.
La prossima tappa sarà quella di Comacchio, sabato 12 agosto. C’è dunque ancora tempo per i gruppi e per i singoli cantanti che desiderano partecipare. La scheda di iscrizione e il regolamento si trovano sulla pagina Facebook @Clarafestival e sul sito di CLARA spa www.clarambiente.it
Info anche attraverso gli indirizzi email clarafestival@clarambiente.it, clarafestival@libero.it e al numero 393.1181586.

Femminicidio oncologa Ester Pasqualoni. Il prefetto dichiara:”Non possiamo incarcerare tutti gli stalker”

Da Centro Donna Giustizia Ferrara

Il Prefetto Gabrielli nel commentare il femminicidio dell’oncologa Ester Pasqualoni, uccisa dal suo stalker, dichiara: “Non possiamo incarcerare tutti gli stalker”. Si tratta di una impressionante ammissione di impotenza di fronte a un fenomeno grave.
Noi rispondiamo al Prefetto Gabrielli che il percorso delle donne che denunciano la violenza subìta è irto di ostacoli. Lo strumento della denuncia attualmente a disposizione della donna che subisce qualsiasi forma di violenza è svuotato del suo significato di rimedio per la tutela dei propri diritti. E questo accade perché di fatto tali diritti non sono salvaguardati in tempo né con la dovuta diligenza da parte delle autorità competenti anzi: la violenza maschile contro le donne, in tutte le sue molteplici forme, non è riconosciuta ed è sistematicamente sottovalutata.
La violenza maschile contro le donne è una questione sociale, culturale, sistemica e strutturale che nasce e si nutre sulla disparità di potere tra i sessi. Per questo, l’Associazione nazionale D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – ribadisce che per contrastare e prevenire la violenza contro le donne non servono inasprimenti di pene o provvedimenti di urgenza. Occorre invece superare gli approcci tecnici standardizzati, burocratici, aprioristici a favore di un metodo che parta dal dare credito al racconto della donna e alla fiducia costruita nella relazione con le operatrici dei Centri Antiviolenza.
E’ quindi indispensabile riconoscere e i luoghi di donne come i Centri Antiviolenza perché sono i soggetti centrali e fondamentali nell’accoglienza delle donne che subiscono violenza ma anche spazi in cui si costruiscono saperi, progettualità, competenze, in cui si sperimentano relazioni virtuose, azioni di prevenzione e formazione attraverso interventi locali e territoriali mirati. Occorre riconoscere e potenziare il ruolo dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, la loro specificità e competenza nel rispetto delle caratteristiche indicate dalla Convenzione di Istanbul.
E occorre distinguerli da altri soggetti del privato, dai meri fornitori di servizi che non operano secondo un’ottica di genere. Ci auguriamo quindi che il prossimo Piano Nazionale contro la violenza vada in questa direzione.
Finché non ci sarà formazione adeguata di carabinieri, polizia, magistratura, finché tutte le politiche governative resteranno vuoti proclami e principi astratti invece che provvedimenti concreti, le donne continueranno a essere perseguitate, picchiate e uccise nell’assuefazione crescente dell’opinione pubblica e nell’inerzia delle istituzioni.

L’Istituto d’Istruzione Superiore di Argenta-Portomaggiore ha ora un proprio nome di Battesimo

Da Organizzatori

Da settembre 2017 l’IISAP avrà finalmente un nome di battesimo ovvero ‘Rita Levi Montalcini’.
Il Consiglio d’Istituto ha deliberato in tarda serata la scelta del nome d’intitolazione: Rita Levi-Montalcini, nota neurologa e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986.
Inizia ora la procedura per ufficializzare l’intitolazione dell’Istituto con una comunicazione agli Organi competenti, affinchè dall’anno scolastico 2017/2018 l’Istituto ‘Montalcini’ inizi il suo operato sotto questo illustre e pregiatissimo nome, che non puó non riempire di orgoglio e di fierezza tutto il personale scolastico, gli ata, gli studenti, la cittadinanza ed il territorio, che vive e opera da anni in stretta sinergia con l’Istituto superiore.

DIARIO IN PUBBLICO
Moti del corpo, moti dell’animo

Sempre più affascinato dalla fisiognomica mi attardo a guardare con attenzione le movenze e i visi di coloro che sono impegnati in qualche attività fisica che riveli predisposizione e attenzione ai dettati dell’animus.
Rivedo in tv ‘Le quattro stagioni’ di Vivaldi suonate e dirette da Gidon Kremer nel 1981 con la English Chamber Orchestra. Il corpo magrissimo dell’artista si piega alla volontà del dettato; le labbra grosse e pendule sembrano bere a piene sorsate le onde della musica che si organizzano in un flusso che coinvolge tutti i sensi: dagli odori, ai sapori, alla vista e all’udito. Un’esperienza che lascia senza fiato e che ci rivela come la musica debba essere non solo ascoltata, ma anche vista e… mangiata.
Se dalle vette della musica scendiamo a riveder le stalle degli atteggiamenti e delle movenze, degli sguardi e dei sorrisi, dei bronci e del pensoso scuoter di testa dei politici riusciamo a capire quanto di elaboratamente complesso sia il ‘porsi’ dell’homo politicus che si offre al giudizio del riguardante.
La notte del trionfo di Emmanuel Macron ciò che determinava il senso della vittoria era il passo marziale del vincitore che percorreva il cortile del Louvre in attesa di raggiungere il palco dove avrebbe raccolto il suo trionfo. Pantaloni stretti, cappottino parigino, imponenti scarpe che calzavano altrettanto imponenti piedi: en marche! L’esilità del corpo contraddetta dal piede grande, austero e ritmante.
Chi per un attimo non è stato attratto dalla vibrazione quasi impercettibile ma determinante del baffetto dalemiano? O dalla superficie lustra del capo implume di Bersani? O dal colorito scuro di Di Maio che rivela una spiccata e incontrovertibile ascendenza mediterranea? I boccoli di Grillo accuratamente vaporosi incorniciano un viso, come dire, modesto, proprio di una persona qualunque. Di fronte poi al giallo paglierino della capigliatura di ‘the Donald’ ogni commento è vano. Come davanti alla preoccupante espansione delle maniglie dell’amore che orgogliosamente sono esibite sotto la bianca camicia di Matteo Renzi.

Gli indicibili commenti che persone anche colte hanno espresso sulla scelta di Caproni come poeta da commentare alla maturità, lasciano senza fiato. Quando detti la maturità il terrore era che si desse al Novecento uno spazio per noi quasi sconosciuto. Chi era Montale? O Ungaretti ? Lontanamente affioravano i ricordi dannunziani e Croce imperava con De Sanctis come l’espressione della critica più autorevole E dal lontano 1956 non ricordo nemmeno l’argomento del tema di letteratura. Come pure dell’orale. Neppure ricordo il viso del/a esaminatore.
Ma se improvvisamente guardiamo con attenzione coloro che hanno determinato il senso di un mondo o della sua cultura allora capiamo molte più cose. Nel 1962 l’incontro con Bassani a casa di Stella dell’Assassino a Ferrara per la presentazione nazionale del ‘Giardino dei Finzi-Contini’. Era, il suo, un viso inquieto con gli occhi che sembravano errare per la sala e t’inchiodavano a seguirti nel breve discorso ritmato da una leggera balbuzie. O l’improvviso scatto della testa di Elsa Morante mentre procede per via del Corso a ricacciare indietro i capelli che osavano nasconderle gli occhi di giaietto. O le improvvise tenerezze di Ronconi che nell’allestimento di ‘Orfeo ed Euridice’ di Gluck dà un buffetto all’ispido Riccardo Muti. O alla voce di Walter Binni che leggendo ‘Alla sera’ di Foscolo assumeva tonalità da contralto. O ai capelli della divina Martha Argerich sempre più grigi e amorosamente ricomposti come un manto da imperatrice dopo un allegro o un con brio.
Ora non è il momento di questi moti del corpo e, forse, restano solo a ritmare le opere ei giorni di un’Europa che non vuole unirsi le giacche colorate della Merkel: inesauribili.

Frattanto nella banalità della sfida del ballottaggio, quando ormai tutti dicono (e pensano) le medesime cose e incredibilmente B. ripropone a distanza di decenni la stessa filosofia che cova nel suo animus – sempre più risolventesi in sorrisi crudeli e in vocione da vecchio nonnetto assurdamente vestito, come se dovesse recarsi a un matrimonio imminente, come una luce folgorante – ecco il reportage di Francesco Merlo su ‘La Repubblica’ del 23 giugno. Parla di Genova e quelle righe spaziano dovunque: da via del Campo ai cantautori, dai poeti agli operai, da Renzo Piano ai frequentatori del quartiere dei trans o degli immigrati. Allora ti accorgi che i moti del corpo diventano modus vivendi e sai che della scrittura mai potrai farne a meno.
Un pensiero commosso e riverente a quella persona che ha saputo insegnarmi tanto e nel comportamento e nella espressione del suo magistero politico: Stefano Rodotà.

Il film di mercoledì 28 giugno è Ballerina

Da Arci Ferrara

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)

Félicie è una piccola orfana della Bretagna ed ha un’unica grande passione: la danza. Insieme al suo migliore amico Victor, che sogna di diventare un inventore, studia un piano folle per fuggire dall’orfanotrofio dove vive e andare a Parigi. Félicie dovrà superare i propri limiti e gli ostacoli sulla sua strada per realizzare il suo sogno: diventare la prima ballerina dell’Opera di Parigi.

L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

Martedì 27 giugno all’Arena arriva Captain Fantastic

Da Arci Ferrara

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)

Ben Cash, alias Viggo Mortensen, è il padre di sei ragazzi cresciuti immersi nella natura incontaminata di una foresta del Pacifico nord occidentale. Ben e sua moglie hanno impostato la loro realtà quotidiana sul legame con la natura, senza trascurare la trasmissione di conoscenze pratiche e formative ai propri figli: la famiglia vive completamente autonoma lontana dalla civiltà moderna, in una sorta di paradiso primordiale. Nessuna tecnologia interviene nella crescita dei ragazzi, che stanno il più lontano possibile dalla modernità, ormai contaminata dalla logica del consumismo. Allo stesso tempo, però, i ragazzi crescono formandosi una straordinaria cultura grazie agli insegnamenti del padre e allo studio dei classici di diverse materie, dalla filosofia di Platone alla linguistica di Chomsky. Quando una tragedia si abbatte sulla famiglia Cash, però, Ben è costretto a interfacciarsi con il mondo reale, con la civiltà e le sue istituzioni, e verrà messa in discussione la sua idea di educazione, tanto efficace nella foresta, quanto inadatta alla società moderna.

L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

Il film di giovedì 22 giugno è Sicilian Ghost Story

Da Arci Ferrara

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)

In un piccolo paese siciliano ai margini di un bosco, Giuseppe, un ragazzino di tredici anni, scompare. Luna, compagna di classe innamorata di lui, non si rassegna alla sua misteriosa sparizione: si ribella al clima di omertà e complicità che la circondano e pur di ritrovarlo, discende nel mondo oscuro che lo ha inghiottito e che ha in un lago una misteriosa via d’accesso. La certezza che Giuseppe si possa salvare le viene dai suoi strani sogni e da un terribile evento, in cui quasi annega nel lago e le sembra di ritrovare il ragazzo in una sorta di antro subacqueo. La realtà però è assai meno magica e molto più terribile.

L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

Sabato primo luglio all’Arena si proietta Sully

Da Arci Ferrara

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)

Il film, co-prodotto da Clint Eastwood, racconta la storia del comandante Chesley “Sully” Sullenberger, pilota di un aereo che decolla la mattina del 15 gennaio 2009 dall’aeroporto LaGuardia di New York ed impatta contro uno stormo di uccelli pochi istanti dopo, perdendo entrambi i motori. Il pilota tenta di salvare i 155 passeggeri con un disperato ammaraggio sul fiume Hudson e riesce nell’impresa senza provocare vittime. Sully viene acclamato e considerato un eroe dall’opinione pubblica, tuttavia viene posto sotto inchiesta dall’ente aeronautico per non aver seguito il protocollo di volo ed aver messo in grave pericolo l’equipaggio e i passeggeri. Combattuto tra i sensi di colpa e la soddisfazione per aver salvato tante persone, Sully deve affrontare la commissione di inchiesta che cerca di dimostrare la possibilità di atterrare in aeroporti vicini all’area del guasto. In particolare l’accusa si avvale sia di simulazioni di volo al computer che di sessioni al simulatore di volo che confutano la tesi che il pilota non avrebbe avuto altra scelta che l’ammaraggio sull’Hudson.

L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

The arrival è il film di venerdì 30 giugno

Da Arci Ferrara

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)

Un intreccio tra mistero e fantascienza è alla base dell’ultimo flm di Denis Villeneuve, regista e sceneggiatore canadese. La protagonista del film è Louise Banks, linguista di fama mondiale e madre inconsolabile di una figlia morta prematuramente. Ma quello che crede la fine è invece un inizio. Nel mondo galleggiano dodici navi aliene, chiamate gusci, in attesa di contatto. Date le sue eccellenti competenze, Louise è reclutata dall’esercito degli Stati Uniti insieme al fisico teorico Ian Donnelly, con la missione di penetrare il monumentale monolite e ‘interrogare’ gli extraterrestri sulle loro intenzioni. Ma l’incarico si rivela ben presto più complesso del previsto, e Louise dovrà trovare un alfabeto comune per costruire un dialogo con l’altro. Il mondo fuori intanto impazzisce e le potenze mondiali dichiarano guerra all’indecifrabile alieno.
L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

Il film di lunedì 26 giugno è L’altro volto della speranza

Da Arci Ferrara

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)

Wikström è un rappresentante di camicie, che lascia moglie e lavoro, e punta tutto su una partita a poker per cambiare vita. Khaled è un giovane rifugiato siriano imbarcato clandestino su una carboniera che si ritrova a Helsinki quasi per caso. Anche lui vuole cambiare vita. Le autorità però vorrebbero rispedire ad Aleppo Khaled, che se la deve vedere anche con dei picchiatori razzisti. Ma nella sua strada Khaled incontra anche persone come Wikström che decide di aiutarlo. I due tentano di ripartire con la gestione di un ristorante triste e senza clienti, “La Pinta Dorata”, magari trasformandolo in un ristorante sushi alla moda.
Un rifugiato, un rappresentante, un cuoco, una cameriera, un direttore di sala e un cane. Insieme, forse, riusciranno a trovare ciò che cercano.
L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

Il film di domenica 25 giugno è Lasciati Andare

Da Arci Ferrara

Una seduta di psicanalisi, un ampio studio, un comodo lettino. Il paziente si sfoga, mentre il dottor Elia Venezia assapora l’ennesimo pasticcino. Il paziente cerca una sua parola, un suo consiglio, un cenno d’intesa, ma Elia si è addormentato. Psicanalista assuefatto all’abitudine, Elia è stanco, annoiato, grasso; è un uomo avaro e sprezzante che vive da solo, rintanato nel suo mondo ripetitivo e stantìo. Anche il suo rapporto con la moglie Giovanna, da cui è separato in casa, è improntato sulla passività. Ma quando il sovrappeso rischia di creare ad Elia seri problemi di salute, lo psicanalista si vede costretto a fare ciò che detesta con tutto se stesso: un po’ di esercizio fisico. Ad allenarlo sarà una improbabile personal trainer, la spagnola Claudia, sciroccata sempre pronta a cacciarsi nei guai ma dotata di una capacità speculare a quella di Elia: lui ristruttura le menti, lei i corpi. L’opera terza di Francesco Amato è una commedia insolita, ben scritta, talvolta grottesca. Un film ricco di personaggi basato sulla riscoperta di sensazioni assopite, sulla fatica del cambiamento e sulla forza dell’imprevedibile.
L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 21.30, l’apertura del parco è prevista invece per le 21.

Sotto la Magnolia

Da Organizzatori

La Fondazione Giorgio Bassani, in collaborazione con l’Associazione Arch’è e gli stagisti dell’Alternanza Scuola -Lavoro che l’associazione ha accolto, invitano tutti i cittadini alla inaugurazione della mostra fotografica in progress “Giorgio Bassani. Sotto alla magnolia” che si terrà al piano terra di Casa Ariosto, via Ariosto 67 nelle stanze assegnate alla Fondazione Giorgio Bassani La mostra è visitabile fino al fino al 30 settembre nell’orario di apertura di Casa Ariosto.
Con queste parole il fotografo Paolo Zappaterra racconta la storia delle fotografie da lui scattate nell’aprile del 1989 nella casa di Cisterna del Follo 1 ed esposte in mostra. Lo aveva accompagnato, Franco Giovanelli, l’amico fraterno a cui Bassani aveva affidato le chiavi della casa ormai disabitata:
“I ferraresi non sono abituati al vento. Probabilmente perché a Ferrara mancano giornate di vento intenso e costante e, quando arrivano, fanno venire l’emicrania. Ma il giorno in cui io e il professor Franco Giovanelli visitammo la casa, esplorando silenziosamente le camere semi immerse nell’oscurità, il vento c’era. Così strano e insolito da non sembrare naturale, entrava attraverso le finestre e percorreva la casa ridandole vita. Non sembrava abbandonata per sempre, ma solo momentaneamente: in quelle stanze ancora riecheggiavano la storia di Giorgio Bassani e della sua famiglia e le giornate passate in casa a studiare, magari le lezioni del professor Viviani, l’insegnante di latino e greco al Liceo Ariosto.
Una crepa pronunciata percorreva un muro della casa. Una linea scura tra passato e presente, un orizzonte lontano dove il tempo sembrava essersi fermato o mescolato in un intreccio di epoche indefinito. Nelle camere una luce surreale, tanto più surreale per la presenza di quei mughetti freschi.
Il giorno in cui entrai in casa Bassani non l’avevo scelto io, ma il caso volle che il professor Giovanelli mi portasse lì proprio quella volta, nella primavera dell’89, in una giornata per me perfetta.
Eravamo stati noi a rianimare quegli ambienti, spalancando le finestre al vento per aprire spiragli alla luce, mentre l’obbiettivo si muoveva sull’onda delle emozioni suscitate dalla lettura della poesia “Le leggi razziali”. E quello stesso vento alla fine lasciava la casa insieme a noi, per accarezzare la Magnolia, così alta e rigogliosa, segno della vita che continua”.
Nell’ultima stanza della mostra sono state esposte, per concessione di Paola ed Enrico Bassani, anche alcune istantanee di famiglia e altre di amici e giornalisti che Bassani aveva l’abitudine di invitare nella casa di Ferrara quando era ancora abitata dalla madre Dora Minerbi e dalla Iole, la fedele domestica e portinaia.
Tre di queste fotografie hanno un significato speciale, documentano infatti l’incontro tra Giorgio Bassani ed Edoardo Lèbano, il docente universitario americano che aveva invitato Bassani a insegnare in America all’Indiana University e che, insieme alla moglie, aveva festeggiato a Ferrara, nella casa della magnolia, il sessantatreesimo compleanno di Bassani a cui era legato da un rapporto d’amicizia privato e professionale. A tale proposito Paola Bassani racconta:
”Nella primavera del 2008 … Valerio Cappozzo (Assistant Professor of Italian, University of Mississippi), arriva a Parigi, da Bloomington, e mi consegna una busta affidatagli dal professor Edoardo Lèbano, contenente lettere, foto – persino una poesia manoscritta, Dal Campus – di mio padre: un insieme di documenti assolutamente preziosi e relativi alla sua esperienza di VisitingProfessor, svoltasi appunto a Bloomington, nel 1976.“
La casa di Cisterna del Follo 1 è stata venduta nel 1993, ma nel cortile la magnolia di Le leggi razziali, la poesia che ne immortala storia e significato, cresce ancora rigogliosa e forte.

Cà Leona: preoccupante rimpallo di responsabilità

Da M5s

L’assessora Ferri,a una precedente interrogazione, ci rispose che la documentazione in merito alle
coltivazioni nell’area dell’ex discarica Cà Leona la dovevamo chiedere all’AUSL e adesso l’AUSL ci risponde che la dobbiamo chiedere ad ARPA che, ricordiamo, nell’apposita Commissione Sanità dello scorso aprile richiesta dal Movimento 5 Stelle di Ferrara, a mezzo del suo Direttore Trentini, fece scena muta.
Quindi, allo stato attuale nessuno degli organi ufficiali ha rilasciato un atto a garanzia della salubrità delle coltivazioni agricole attualmente operative sull’ex discarica.
Per la cronaca, la competenza dei pareri sanitari, se sono stati rilasciati, è rimasta in carico all’AUSL,anche dopo la nascita di ARPAE, ed è sempre l’AUSL che deve tenere agli atti i propri pareri sanitari. Qualora non esistessero, invece, avrebbe dovuto semplicemente rispondere che non li aveva rilasciati.
Abbiamo perciò portato anche questa preoccupante carenza all’attenzione del Procuratore reggente di
Ferrara.

Ricostruzione. Circa 200 milioni per accelerare la rinascita dei centri storici.

Da Regione Emilia Romagna

Oggi il punto oggi nel Comitato istituzionale riunitosi a Bologna. Le risorse, stanziate con la conversione del Decreto legge 50 del 2017 Enti locali, sono a disposizione di Emilia, Veneto e Lombardia. Dopo quello di Mirandola (Mo), verso l’apertura di un nuovo sportello imprese nell’alto ferrarese

Bologna – L’utilizzo di circa 200 milioni di euro da destinare alla ricostruzione degli edifici pubblici e dei centri storici, la condivisione dei criteri per ridurre perimetro e numero dei comuni del cratere nonché l’assistenza alle imprese nella fase di liquidazione dei contributi. Sono alcuni dei temi affrontati durante la riunione del Comitato istituzionale per il terremoto del 2012 (costituito dai sindaci dei comuni colpiti), svoltosi oggi a Bologna e presieduto dall’assessore regionale con delega alla Ricostruzione, Palma Costi.
Nella conversione del Decreto Enti locali n. 50 del 2017, è stata approvata una norma che attribuisce ulteriori 200 milioni di euro per la ricostruzione e urbanizzazione dei centri storici nei comuni colpiti dal sisma del 2012 in Emilia, Veneto e Lombardia.
“Tangibile, in questo ultimo anno, l’accelerazione che abbiamo impresso per i lavori nei centri storici, il cuore delle nostre comunità, dove è partita oltre la metà dei cantieri. E questo- ha evidenziato l’assessore Palma Costi- è stato riconosciuto da Governo e Parlamento. Poi oggi abbiamo iniziato a fissare i criteri per ridurre il perimetro del cosiddetto cratere puntando a proporre al Governo, già dal 2018, la riduzione per norma primaria del numero dei comuni colpiti, escludendo quelli che hanno pressoché concluso la ricostruzione così da concentrare le misure di agevolazione e le risorse”.
Durante l’incontro è stato fatto anche il punto sui meccanismi di verifica e controllo sulla ricostruzione privata (abitazioni e imprese) e in particolare sulla permanenza dei requisiti per beneficiare dei contributi.
Infine è stata illustrata l’attività del primo mese di vita dello sportello imprese aperto a Mirandola (Mo) che ha permesso di dare ad aziende e professionisti assistenza in loco per agevolare la risoluzione dei dubbi e favorire il deposito delle domande di liquidazione ancora non presentate. È stata inoltre annunciata la prossima apertura di uno sportello anche nell’alto ferrarese, presumibilmente a Cento.