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Giorno: 7 Ottobre 2017

Supertrump: incontri sul cinema statunitense

Da Organizzatori

Quest’anno, gli incontri cinematografici dell’Ass.ne Feedback ci portano in Nord America e di preciso negli Stati Uniti, States, USA, che dir si voglia… perché gli USA non sono l’America, bensì una caotica unione di modernità e primitività, di libertà e controllo. Oggi gli USA sono Trump, ma cosa nasce prima? Il controverso presidente o il suo elettorato? Come si relazione il cinema con questa realtà? Il cinema, come spesso succede nel campo dell’arte, aveva prefigurato questo stato delle cose?

SUPERTRUMP inizia il 17 ottobre con il fenomeno che ritorna e che è sempre stato: David Lynch. Tutto si concluderà il 19 dicembre con una terrificante lezione sull’entroterra perduto statunitense e i suoi “mostri”. Anche quest’anno si rinnova la collaborazione con la rivista di cinema Quinlan.it con gli interventi di Giampiero Raganelli e Raffaele Meale. Speciale spazio all’editoria cinematografica con Bietti per la presentazione del volume “Sul cinema e altre imperfezioni” dedicato al critico Ezio Alberone che sarà introdotto dal suo allievo Giulio Sangiorgio.

Altro appuntamento speciale il 14 novembre, in cui la rassegna sarà ospitata da ARCI Ferrara presso le Grotte del Cinema Boldini per l’incontro più sopra le righe “Elezioni ed erezioni americane”. Ricordiamo che tutti gli incontri sono ad ingresso libero, riservati ai soci Feedback (eccetto il 14 novembre che sarà per tutti).

Ecco nel dettaglio il calendario degli incontri

Martedì 17 ottobre Al principio delle strade perdute di David Lynch – a cura di Massimo Marchetti

Martedì 24 ottobre ANALISI DI UN CAPOLAVORO Eraserhead di David Lynch – a cura di Massimo Marchetti

Martedì 7 novembre ANALISI DI UN CAPOLAVORO The Village di Manoj Nelliyattu Shyamalan

Martedì 14 novembre Elezioni ed Erezioni Americane – a cura di Giampiero Raganelli presso le Grotte del Cinema Boldini

Martedì 21 novembre Presentazione del volume Sul cinema ed altre imperfezioni di Ezio Alberone A seguire speciale focus su The Village a cura di Giulio Sangiorgio

Martedì 28 novembre ANALISI DI UN CAPOLAVORO Non aprite quella porta di Tobe Hooper – a cura di Massimo Alì Mohammad

Feedback Associazione di Promozione Sociale www.feedbackvideo.it – info@feedbackvideo.it C.F. 93069550387
Martedì 5 dicembre ANALISI DI UN CAPOLAVORO La conversazione di Francis Ford Coppola – a cura di Massimo Alì Mohammad

Martedì 12 dicembre Una mappa per il cinema americano contemporaneo – a cura di Giulio Sangiorgio

Martedì 19 dicembre Redneck Zone – a cura di Raffaele Meale

Per ulteriori informazioni potete consultare il nostro sito www.feedbackvideo.it, o scrivere all’indirizzo cinema@feedbackvideo.it

Presentazione libro “Giorni Felici”

Da Biblioteca Comunale di Tresigallo

Venerdì 13 ottobre alle ore 21,00 presso la Casa della Cultura presentazione del libro “Giorni felici” di Letizia Espanoli e Martina Bonafini.  Saranno presenti gli autori e sarà disponibile il libro per la vendita.
Ingresso libero

Letizia Espanoli:
29 anni di esperienza di studio, esperienza e passione nell’area socio sanitaria;
29 anni di ricerca di strumenti semplici ed efficaci per migliorare l’assistenza, la qualità della vita dei malati, delle famiglie e degli operatori;
la passione per la risata incondizionata e per le sue innumerevoli applicazioni;
la ricerca intorno al tema del con-tatto con le persone fragili;
lo studio della psicologia positiva e le sue molteplici applicazioni.

ASP e la povertà dei ferraresi

Da MoVimento5Stelle Ferrara

Nei mesi scorsi, il M5S ha presentato in Consiglio comunale a Ferrara un Ordine del Giorno per utilizzare le risorse derivanti dall’avanzo di bilancio 2016 a favore del sostegno al reddito per gli incapienti Irpef, ovvero per chi ha entrate molto basse. Tale proposta fu bocciata dalla maggioranza, ritenendo che non si dovesse procedere a redistribuzioni del reddito a pioggia ma con interventi mirati, che comunque non sono stati proposti. La povertà, a Ferrara, non venne ritenuta una piaga da combattere da questa Giunta. Leggendo l’indagine statistica sulle condizioni di vita a Ferrara del 2015, molti osservatori hanno notato come la povertà sul territorio comunale sia cresciuta dal 2006 al 2015, passando da una percentuale di 5,7 a 10,2% di individui sotto la soglia statistica di povertà, ovvero da 7.520 a 13.454, pari a 5.645 famiglie indigenti presenti nel territorio, con un incremento di 2.200 unità familiari circa nel corso del decennio considerato. La povertà suona come un grosso campanello d’allarme a Ferrara, avendo una incidenza sul tessuto sociale, economico locale ma anche sulle stesse strutture di assistenza del territorio, che si presuppone che nello stesso periodo abbiano potuto godere, anche per il perdurare di una crisi economica locale lunga e profonda, di un incremento di fondi se non commisurato proporzionalmente al tasso di povertà comunque di crescita nello stesso periodo. Chi si occupa di assistenza a vario titolo per il comune è ASP (Azienda Servizi alla Persona), che eroga servizi di sostegno alle famiglie in difficoltà, verso gli anziani, i disabili, a vario titolo e in diverse forme, ricevendo contributi in denaro sia dal Comune che dall’ASL che anche, per quanto riguarda la gestione dei migranti e la prima accoglienza, dallo Stato centrale, in particolare dal Ministero degli Interni per i programmi in loco sia di assistenza prolungata che straordinaria. Ricordando che, in particolare dal 2017, esiste una apposita convenzione tra Ministero e ASP per la gestione dell’emergenza migratoria. Chi crede che il bilancio ASP sia proporzionalmente cresciuto negli anni per fronteggiare la povertà dei cittadini ferraresi si sbaglia, basta prendere i dati dei bilanci presenti direttamente sul sito del Comune di Ferrara per rendersene conto. Considerando le spese solo per i servizi erogati direttamente o indirettamente da ASP, qualsiasi cittadino si renderà conto, per esempio, che per l’assistenza alla persona la spesa è passata da 6,7 milioni del 2011 a un preventivo di 6,1 milioni nel 2017 (a fronte di un dato di 5,9 milioni del 2016 in consuntivo). Quindi, di fronte ad una situazione di crescita di disagio che ha portato al raddoppiarsi delle persone povere sul territorio comunale, il Comune di Ferrara ha tagliato la disponibilità di spesa per l’assistenza alla persona di quasi il 10%! Non ci si può che sdegnare soprattutto se si valuta che la spesa annua (teorica) disponibile per ogni individuo povero è passata da 766 euro nel 2009 a 475 nel 2015. Cifre annue, ossia 39,58 euro al mese, cioè 1 euro e 30 centesimi al giorno. Il Comune a Ferrara, per intenderci, statisticamente spende per ogni cittadino povero l’equivalente di un caffè al giorno. Per assistenza anziani, disabili, emergenza abitativa e sostegno al reddito, se ogni ferrarese povero facesse ricorso all’aiuto di ASP riceverebbe quell’equivalente. Una indecenza, visto che stiamo parlando di persone che magari hanno lavorato una vita, vivono in questa Città da molto tempo se non da sempre e probabilmente si ritrovano in situazione di disagio per aver perso la casa o il lavoro negli anni della crisi: bene, oggi il Comune offre, in loro sostegno, 1,30 euro al giorno, una inutile mancetta in alcun modo capace di andare a incidere realmente nel loro profondo malessere.
Le iniquità del sistema assistenziale locale non si fermano certo qui: guardando sempre i bilanci di ASP, si può infatti notare che nello stesso periodo, ovvero dal 2011 al 2017, i fondi statali (che sono sempre frutto delle nostre tasse, per inciso) messi a disposizione per la gestione migranti è passata da 315 mila euro a 8 milioni, un incremento del 2450%. Dal 2016, la spesa per la gestione migranti di ASP ha superato la spesa complessiva per i servizi alla persona (7 milioni contro i 5,9) e vede tali somme incrementarsi nel 2017 all’interno della convenzione con la Prefettura che è di 35 euro al giorno per migrante in gestione, ridotto del 30% “nell’ipotesi di assenza (autorizzata o meno) dell’ospite” (cit. convenzione Prefettura – ASP art. 5 sottoscritta il 14/12/2016 Prot. 45101). Pur ritenendo fondamentale svolgere un’attività di accoglienza e di accompagnamento per i migranti, si nota come negli ultimi anni si sia voluto dare una priorità a Ferrara a tale emergenza non individuando una altrettanto valida e incisiva azione di recupero del tessuto sociale dei cittadini ferraresi. Le discrepanze evidenziate sono notevoli: 35 euro al giorno per migrante “presente” (che diventano 24,50€ per migrante non presente, cioè si spendono soldi anche per soggetti che -anche illecitamente- possono essere usciti dalle strutture di accoglienza!) contro 1,30 euro al giorno, che in media si è messo a disposizione nel 2015, per ogni individuo povero che teoricamente necessitasse di un intervento di ASP. Da questo confronto significativo e inconfutabile di cifre, possiamo ben stabilire come i servizi assistenziali siano stati penalizzati nel tempo a fronte dell’emergenza migratoria, ormai diventata un business collaudato (anche sulla pelle degli stessi profughi), che però non ha portato a risolvere la situazione che è anzi via via peggiorata e ha drenato risorse nazionali verso un problema contingente invece che verso l’emergenza sociale ed economica che localmente ha inciso sul territorio ferrarese. La cosa significativa, in questa situazione di crisi generale, è che la spesa per la gestione migranti è finita nelle mani di soggetti privati vista l’incapacità (o la non volontà…) del Comune nella gestione diretta con le proprie strutture: ciò significa che i soldi pubblici sono traslati verso il privato – in maniera legittima, sia ben chiaro – portando così a sviluppare un circuito interamente finanziato da denaro pubblico che ha gonfiato le dimensioni dei gestori privati con il rischio che, una volta terminato il business (o ridimensionato), si crei un’ulteriore incertezza nel tessuto sociale locale che dovrà essere a sua volta gestita. Prendiamo ad esempio la ‘Cooperativa Camelot’: è cresciuta negli anni proprio aggiudicandosi commesse e poi appalti per l’emergenza profughi. Un fatturato di 4,5 milioni nel 2012 cresciuto a quasi 9 nel 2016, con raddoppio nello stesso periodo dei lavoratori presenti al suo interno fino a 246 unità. La gestione dell’emergenza profughi arriva ad incidere in maniera significativa sui ricavi, con percentuali variabili negli anni tra il 60 e l’80% del volume complessivo. Camelot oggi presenta una salda struttura economica che però, nel corso degli anni, è diventata un quasi mono-business basato sull’emergenza e, per tanto, è possibile che nel corso dei prossimi anni, a fronte di una contrazione dei flussi o una minor ripartizione sul territorio locale, possa andare incontro al rischio di un ripensamento della propria struttura e del proprio personale, creando così un altro problema occupazionale che dovrà necessariamente essere gestito per non aggravare il già difficile stato sociale del ferrarese. È scontato che tutto ciò che si è analizzato finora è pienamente in regola e legale. Camelot in particolare svolge quella funzione di supplente che il Comune non è stato in grado di realizzare al proprio interno. Forse non era pronto o semplicemente, come sempre, non ha voluto occuparsene, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni. Neanche il problema della povertà però è stato adeguatamente gestito: a fronte di un raddoppio della stessa, si ricorda, i soldi disponibili in servizi sono calati del 10% in 6 anni. Mentre con propria inefficienza si accresce l’imprenditoria privata, si penalizzano i cittadini più svantaggiati e bisognosi di assistenza. Ancora una volta, si preferiscono le strade facili che però hanno portato negli anni a favorire pochissimi a dispetto dei tanti che non possono farcela. Una scelta per noi politicamente inaccettabile.

I. Morghen – C. Fochi – P. Pennini

Ultimo giorno per saperne di più su Casa Bassani

Da Fondazione Giorgio Bassani Ferrara

Domenica 8 ottobre 2018, ultimo giorno della mostra “Giorgio Bassani. La casa della magnolia”, membri della Fondazione Giorgio Bassani e soci di Arch’è saranno a disposizione dei visitatori per far meglio conoscere la casa della magnolia di “Le Leggi razziali”  diventata ormai un mito.
La casa di via Cisterna del Follo 1, venduta nel maggio 1993, è da allora chiusa al pubblico e a Ferrara “può capitare di imbattersi in turisti col naso per aria che chiedono con il loro accento americano dove sia, ad esempio, la casa con la magnolia dello scrittore Giorgio Bassani senza che la maggior parte dei cittadini sappia dargli indicazioni che, in effetti, sulle mappe non sono.” http://www.ferraraitalia.it/ferrara-la-citta-dove-un-albero-vale-una-gita-135431.html
Alle foto storiche di Casa Bassani del noto fotografo Paolo Zappaterra (alcune delle quali inedite), e alle istantanee di  famiglia,si sono aggiunte, in corso d’opera,  alcune  fotografie provenienti dal prof. Edoardo Lèbano dell’Indiana University di Bloomington, in visita a casa Bassani il 4 marzo 1979, giorno del compleanno dell’amico.
La mostra, ad Ingresso gratuito,  si trova negli spazi assegnati alla Fondazione Giorgio Bassani, via Ariosto 67, ed è visitabile in orario di apertura di Casa Ariosto (ore 10.00/13.00 e 16.00/18.00)
Per info: mail arche.ferrara@gmail.com,; cell. 340.0773526; 331.1055853

Con San Francisco Almost Blue ed il Manlio Maresca & Manual for Errors, fotografia e musica si fondono al Torrione

Lunedì 9 ottobre, per il primo Monday Night Raw di stagione, fotografia e musica s’incontrano con ‘San Francisco Almost Blue’ personale – e debutto – del giovane fotografo Paolo Maiarelli che anticipa il live del Manlio Maresca and Manual for Errors. La band capitanata dall’eclettico chitarrista laziale è completata da Alessandro Presti alla tromba, Daniele Tittarelli al sax alto, Matteo Bortone al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria. Segue l’imprevedibile jam session.

Lunedì 09 ottobre, fotografia e musica s’incontrano nel primo, speciale, Monday Night Raw di stagione.
Si parte dalle ore 20.00 con il goloso aperitivo a buffet del wine bar del Torrione accompagnato dalla selezione musicale di France Dj, ideale preludio al vernissage di San Francisco Almost Blue, personale (e debutto) del giovane fotografo Paolo Maiarelli curata da Eleonora Sole Travagli e realizzata collaborazione con Endas Emilia-Romagna.
San Francisco Almost Blue altro non è che una raccolta di scatti rubati alle strade della metropoli californiana in cui frammenti di malumore e di ironia compongono quell’intricato puzzle chiamato vita. I turisti che passeggiano nella storica capitale della Beat Generation e del movimento hippie preferiscono guardare in alto, alle luci dei grattacieli a specchio che solleticano le nuvole, ma è più in basso che si incontra l’essenza della grande contraddizione americana. In San Francisco Almost Blue Paolo Maiarelli ha armonizzato dissonanze e accordi dando vita ad una “sinfonia” per immagini con lo spirito antropologico di un giovane Alan Lomax del XXI secolo. La mostra è parte del progetto “Intrecciare cultura” sostenuto da Regione Emilia-Romagna.
Segue la vernice il live del Manlio Maresca and Manual for Errors. L’ensemble propone composizioni originali del chitarrista capitolino: trame sonore che considerano l’inesattezza musicale fonte di imprevedibili cambi di scena, il tutto senza mai trascurare la tradizione del jazz, ben radicata in tutti i singoli musicisti dell’organico completato da Alessandro Presti alla tromba, Daniele Tittarelli al sax alto, Matteo Bortone al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria. La sintesi musicale di Maresca si definisce all’interno di un immaginario estetico-musicale composto da materiali sonori in costante movimento, che scontrandosi tra loro determinano sensazioni di sconcerto iniziale e di curiosità, un istante dopo. Immancabile la jam session che condurrà a notte fonda.
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas. Gli scatti di Paolo Maiarelli saranno fruibili fino al 22 dicembre nelle serate di programmazione.

Paolo Maiarelli
Paolo Maiarelli è nato e vive ha Ferrara. Ha venticinque anni e la musica è il suo interesse principale. Dal 2013 tiene le redini dello studio di produzione e registrazione Silox, mentre dal 2016 è presidente dell’associazione Reverb impegnata nella promozione della musica elettronica italiana. La fotografia accompagna da sempre i suoi viaggi oltre che la sua vita quotidiana. La utilizza per fermare la realtà che lo circonda.

Manlio Maresca
Manlio Maresca, classe 1977, fonda nel 2001 i Neo e successivamente gli Squartet, con i quali si esibisce in tutta Europa. Nel 2012 nasce il trio Andymusic, che esordisce accompagnando il poeta, attore e scrittore Remo Remotti per poi esibirsi al Torino Jazz Festival Fringe, al Fano Jazz by the Sea e all’Urbino Jazz Festival. Nel 2013 Maresca entra a far parte dell’Orchestra Operaia di Massimo Nunzi, collaborando a fianco di ospiti del calibro di Gabriele Coen, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Niccolò Fabi, Paolo Fresu, Greg Hutchinson e suonando sul palco del Primo Maggio. Nel 2016, sempre insieme all’Orchestra Operaia, registra il disco omonimo, uscito il 30 marzo per la collana “Jazz Italiano Live”, in collaborazione con la Casa del Jazz di Roma, edizioni l’Espresso. Sempre per la stessa raccolta registra l’album tributo ai Nirvana con il gruppo Giovani Leoni composto da Francesco Diodati, Fulvio Sigurtà, Beppe Scardino, Enrico Bracco, Gabriele Evangelista e Federico Scettri.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 05321716739 (dalle 12.30 alle 19.30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Vernissage 21.30
Concerto 22.00
Jam Session 23.15

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

Casting Ferrara Film Commission

Da Organizzatori

La Ferrara Film Commission cerca per conto di una produzione indipendente comparse e figuranti per un cortometraggio dal titolo “ANITA”, da girarsi in città nella prima metà di novembre.
In particolare si cercano, anche senza esperienza, un uomo sui 40/50 anni, un bambino di 8/10 anni, una bambina di 4/6 anni, altre comparse adulte varie, inoltre cercasi una donna, età 30/40 anni, fisico snello da ballerina(preferibile esperienza).
Per partecipare al casting è necessario presentarsi martedì 10 ottobre dalle ore 16 alle ore 18 presso il locale della Contrada di San Giacomo , via Ortigara 12, Ferrara.

Immigrazione. Calano gli stranieri residenti in Emilia-Romagna

Da Ufficio stampa

Bologna- Per il secondo anno consecutivo, 2015 e 2016, cala il numero degli stranieri residenti in Emilia-Romagna: circa 3.600 in meno all’anno. Con oltre 531 mila residenti di altra nazionalità presenti a gennaio 2017 (531.028), la regione si conferma comunque quella con la più alta incidenza di cittadini provenienti da Paesi stranieri rispetto al totale della popolazione residente; l’11,9%. Segue la Lombardia, che si assesta all’11,4% a fronte del dato nazionale medio dell’8,3%.
È la fotografia scattata dall’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio nel Rapporto “Cittadini stranieri in Emilia-Romagna. Residenti e dinamiche demografiche” (consultabile nella sezione Immigrazione del portale Er-Sociale) che descrive, sul piano demografico, una regione in cui oltre un cittadino su dieci è straniero, perlopiù residente nei comuni capoluogo (oltre il 43% del totale). La presenza maggiore si rileva nelle province nord-occidentali: Piacenza (14%), Parma (13,5%), Modena (12,9%) e Reggio Emilia (12,3%). A Ravenna l’incidenza dei residenti stranieri è del 12,1%; appena sotto la media regionale si colloca Bologna con l’11,7%, e agli ultimi posti si trovano le province di Rimini (10,8%), Forlì-Cesena (10,5%) e Ferrara (8,7%). Aumentano anche coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana: oltre 25.200 nel 2016 (erano 1.153 nel 2002), a indicare che la presenza straniera sul territorio non può più essere letta come un fenomeno transitorio e temporaneo.
“Anche se in leggero calo, il numero dei cittadini stranieri che hanno scelto la nostra regione per vivere resta ancora alto. In Emilia-Romagna dunque, come in generale nel resto d’Italia e nel mondo, il fenomeno delle migrazioni rappresenta un processo irreversibile, un mutamento sociale in divenire da cui non si torna indietro, anche se non privo di costi sia per gli immigrati che per le società di accoglienza- spiega la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Allo stesso tempo, una popolazione regionale sempre più eterogenea per provenienze, lingue, culture, religioni, credo possa essere fonte di potenziali opportunità di progresso e crescita comune. Il nostro compito di amministratori- prosegue la vicepresidente- è quello di continuare a lavorare per aumentare una consapevolezza interculturale diffusa e responsabile tra i diversi attori, istituzionali e non, e tra i cittadini emiliano-romagnoli. Occorre quindi lavorare insieme- chiude Gualmini- per ridefinire un nuovo patto di cittadinanza tra migranti e nativi che rispetti i diritti e i doveri di tutti”.
Per quanto riguarda i Paesi di origine sono 170 quelli rappresentati, con in testa i rumeni con circa 89 mila residenti (16,7% del totale delle presenze straniere), seguiti da marocchini (11,6%), albanesi (11,0%), ucraini (6,1%), cinesi e moldavi (entrambi al 5,5%).
Anche in Emilia-Romagna, così come in Italia, si conferma la prevalenza femminile: 53,5% del totale degli stranieri residenti, con marcate differenze nella composizione di genere tra i vari Paesi di cittadinanza: nella comunità rumena e soprattutto ucraina, ad esempio, è prevalente la componente femminile, in quella marocchina e albanese la maschile, anche se di poco.
Dai dati del Rapporto emerge che gli stranieri residenti in regione hanno un’età media inferiore ai 34 anni, mentre quella degli italiani è di 47. I minori sono quasi 115 mila e rappresentano il 16,1% di quelli residenti in Emilia-Romagna; una buona parte (45 mila) ha meno di 6 anni e si tratta di bambini nati in Italia (93,7%). Nel 2016 sono nati in Emilia-Romagna 8.357 bambini da genitori stranieri residenti in regione: quasi un quinto (24,2%) del totale dei nati nell’anno (in Italia sono il 14,7%).

Una settimana “da re” al Cinema

Da Apollo Cinepark

La programmazione del gruppo Cinepark-Cineplus per la prossima settimana si arricchisce di appuntamenti speciali.
Al Cineplus di Comacchio e al Cinepark di Cento in cartellone il documentario-evento “FERRARI 312 B” (distribuzione Nexo Digital), lunedì 9 alle ore 20.30, martedì 10 alle ore 22.30 e mercoledì 11 alle ore 20.30.
All’Apollo di Ferrara, lunedì 9 alle ore 21.00 appuntamento con il film “Norman”, commedia del 2017 di Joseph Cedar con Richard Gere, Michael Sheen e Steve Bushemi in lingua originale con sottotitoli. Martedì 10 alle 19.45, per Apollo Arte e Cultura, dal Metropolitan di New York, “Norma” di Vincenzo Bellini (distribuzione QMI). Mercoledì 11 alle ore 21.00, per la rassegna “Il cinema ritrovato” in collaborazione con la Cineteca di Bologna, “Eraserhead” di David Lynch.

Per fare cose nuove occorrono uomini nuovi

Da Confcooperative Ferrara

La Diocesi di Ferrara, Confcooperative Ferrara, Ferrara Bene Comune, l’UCID Emilia Romagna e il Festival di Dottrina Sociale hanno organizzato un evento, rivolto al mondo economico ferrarese, per il giorno martedì 10 ottobre presso “Casa Cini” Via Boccacanale di S. Stefano, 24, Ferrara.
Si affronterà il tema “Per fare cose nuove occorrono uomini nuovi”.
L’obiettivo comune è creare a Ferrara un luogo di confronto tra cattolici impegnati nel lavoro, nell’impresa, nel sociale e nelle istituzioni pubbliche, che hanno come finalità la costruzione del bene comune e trovano nella Dottrina Sociale della Chiesa l’elemento ispiratore e il punto unitario per l’azione e le scelte. Individui forti hanno bisogno di forti strutture intermedie per divenire ciò che sono e per agire efficacemente nel mondo.
Introduce e modera l’incontro Don Adriano Vincenzi Presidente Fondazione Toniolo e ideatore del Festival della Dottrina Sociale.
Intervengono:
Gian Carlo Perego – Vescovo di Ferrara e Comacchio con la relazione: “Per fare cose nuove occorrono uomini nuovi”.
Gian Luigi Zaina – Amministratore Unico “Della Rovere srl” con la relazione: “4.0 quarta rivoluzione industriale”.
Formare una solida coscienza sociale di ispirazione cristiana, abilitare le persone ad una presenza attiva sul territorio, sostenere l’impegno di tutti coloro che nella quotidianità e nel loro ambiente di vita assumono responsabilità e si spendono per il bene comune, promuovere un dialogo e una collaborazione con tutte le persone e i gruppi che operano per il bene comune; creare una rete sull’intero territorio nazionale tra i diversi soggetti che si ispirano alla Dottrina Sociale della Chiesa, sono i principi ispiratori delle nostre iniziative.

MEMORABILE
Un nuovo prezioso ebook della grande opera di Ugo Foscolo “I Sepolcri”

La casa editrice digitale Tiemme Edizioni (www.tiemme.onweb.it) pubblica una preziosissima edizione del carme ‘I Sepolcri’, del grande Ugo Foscolo, che da un mese già spopola sul web. L’aggettivo “preziosa” non è inadeguato se si considera che l’ebook riproduce in forma anastatica la prima edizione originale del 1807, con le note di mano dello stesso autore.

Dedicato a Ippolito Pindemonte, il poema è composto da 295 endecasillabi sciolti e si oppone alla napoleonica legge di Saint Cloud, la quale stabiliva che le tombe fossero poste al di fuori delle mura cittadine e che fossero tutte uguali, tranne che per i defunti illustri – una commissione avrebbe deciso se far incidere o meno un epitaffio.

Ugo Foscolo, nato Niccolò Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, 10 settembre 1827), è stato un poeta, narratore e traduttore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo. Le sue opere più celebri, oltre a ‘I Sepolcri’, sono i ‘Sonetti’ e il romanzo epistolare ‘Ultime lettere di Jacopo Ortis’.

Omaggio (femminista) alla Catalogna

da Roberta Trucco

“Il dibattito sull’identità nazionale rinvia necessariamente a un dibattito antropologico sulla nozione di persona, soggetto o individuo” queste le parole di Teresa Forcades, monaca catalana benedettina, teologa femminista, medica, fondatrice di un partito politico, che in questi giorni si è espressa a favore dell’atto di disobbedienza civile compiuto da buona parte del popolo catalano. Un popolo che si è messo diligentemente in coda per votare un referendum dichiarato illegittimo dalla Corte costituzione spagnola, rischiando, come di fatto poi è avvenuto, la ritorsione della polizia .
Ho conosciuto Teresa circa tre anni fa e come dice molto bene Michela Murgia “Teresa è l’infrazione vivente di tutti gli stereotipi dell’immaginario collettivo sulle suore” e, aggiungo io, sulle donne.
È teorica della teologia ‘Queer’, non intesa, come oggi viene spesso proposta, a sostegno di un genere fluido e dunque neutro, ma al contrario come teoria che valorizza fortemente l’unicità e l’originalità di ogni singolo individuo.
La sua capacità argomentativa e l’autenticità sua e delle sue consorelle benedettine, così limpida e pacifica, mi hanno colpito da subito. L’affetto che mi lega a lei e alle monache di Montserrat mi spinge a interrogarmi sulla questione catalana e a cercare di darne una lettura indipendente dal pensiero dominante. Quanto successo a Barcellona il 1 ottobre ha secondo me una valenza simbolica molto importante per tutti noi, non solo per i catalani. Non credo si possa derubricare a puro egoismo, legato a interessi e benefici economici, il comportamento di più di due milioni di persone. Un comportamento di massa così civile e coraggioso, che non ha risposto con violenza alla violenza subita, non s’improvvisa. E’ evidente: il popolo catalano che ha votato ci ha offerto una lezione altissima di disobbedienza civile. Ma, dunque, qual’è la motivazione profonda che ha spinto più di due milioni a comportarsi così?

Io credo che alla base la risposta sia proprio quella teorizzata dalla Forcades. Esiste un nazionalismo positivo, fondato sul valore che si attribuisce alla Nazione intesa come parte che costituisce il nostro essere persona. Ciò che siamo è anche il frutto di ciò che abbiamo ricevuto senza sceglierlo: lingua cultura, storia, terra, famiglia, nazione. La globalizzazione neoliberista tende a cancellare le nostre identità peculiari in nome di un bene astratto superiore, tende all’omologazione sacrificando le nostre differenze. Il capitalismo neoliberista ha bisogno di cancellare queste differenze per poter funzionare, ha bisogno di omologazione per non dovere affrontare la complessità contemporanea e in un certo senso ne hanno bisogno anche gli Stati Nazione.

Questa la lezione che mi sento di assumere da questa vicenda. La solidarietà che arriva da più parti nei confronti dei catalani mi pare un dato importante. Le strumentalizzazioni da parte di politici a favore di un nazionalismo violento e sciovinista ci sono e continueranno ad esserci. Con coraggio Teresa ,e molti come lei, si battono per far passare invece un nuovo concetto di nazionalismo .
Vale la pena seguire con attenzione quello che sta succedendo, senza pregiudizi e senza rimanere inchiodati a luoghi comuni che semplificano la questione catalana a un puro desiderio secessionista e tentare con loro la faticosa costruzione di nuovi immaginari capaci di dare avvio a modelli di convivenza sociale e politica più umani.

Roberta Trucco
Classe 1966, genovese doc (nel senso di cittadina innamorata della sua città), felicemente sposata e madre di quattro figli. Laureata in lettere e filosofia. Da sempre ritengo che il lavoro di cura non si limiti all’ambito domestico, ma debba investire il discorso politico sulla città. Per questo sono impegnata in un percorso di ricerca personale e d’impegno civico, in particolare sui contributi delle donne e sui diritti di cittadinanza dei bambini.
Da alcuni anni dipingo con passione, totalmente autodidatta. Intendo contribuire alla svolta epocale che stiamo vivendo con la mia creatività unita a quelle delle altre straordinarie donne incontrate nella splendida piazza del 13 febbraio 2011 di Se non ora quando. Credente, definita dentro la comunità una simpatica eretica, e convinta “che niente succede per caso.”