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Giorno: 25 Ottobre 2017

Medicina specialistica, ambulatorio infermieristico e centro fisioterapico in centro a Comacchio

Da Organizzatori

Il prossimo sabato 28 ottobre, a partire dalle 10, il nuovo polo sanitario Estensi 33 aprirà le porte della sede di Comacchio in occasione del primo open day dedicato alla cittadinanza.
“Siamo operativi già da un paio di mesi, ma volevamo dare la possibilità a tutti i cittadini di visitare i nuovi locali e conoscere più da vicino i nostri servizi”, spiega l’amministratore Marco Felletti.

Il centro, infatti, offre un ampio spettro di prestazioni mediche specialistiche – come cardiologia completa, servizio di ecografia ed ecodoppler, ortopedia, gastroenterologia e molte altre – ed è dotata di ampia palestra di fisioterapia con tutte le più moderne attrezzature e macchinari e elettromedicali; un punto prelievi per esami ematici e un ambulatorio infermieristico fornito di defibrillatore, l’unico in centro storico, completano la vasta dotazione di servizi. Estensi33, inoltre, può offrire una serie di servizi di secondo livello, come ambulatorio chirurgico, risonanza magnetica e radiologia completa, tramite un servizio di prenotazione diretta e prioritaria in collaborazione con la struttura di Ravenna 33.

Durante la mattinata saranno presenti anche il direttore sanitario della struttura dott. Chiara Bernabini, l’amministratore Marco Felletti e don Graziano Donà, in rappresentanza della curia di Ferrara, i cui locali ospitano la struttura.
Dopo il taglio del nastro, i medici specialistici e gli operatori mostreranno i locali della struttura ed illustreranno i diversi servizi erogati.

L’evento è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza.

Sportello Anticrisi M5S

Da MoVimento5Stelle Ferrara

Giovedì 26 ottobre 2017 dalle ore 16, presso la sede del Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle di Ferrara nel Palazzo Municipale, consueto appuntamento mensile con lo Sportello Anticrisi. I consiglieri del M5S, affiancati da professionisti esperti, riceveranno cittadini e imprenditori in difficoltà con burocrazia, tributi, banche, cartelle di Equitalia e altro o che abbiano casi particolari da presentare di comune interesse per la città o il territorio. Lo Sportello fornirà, inoltre, le indicazioni utili per accedere al fondo per il microcredito per le piccole imprese e su problematiche nel campo delle disabilità.

“Silvano Balboni era un dono”

Giovedì 26 ottobre
alle 17.30

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara
In collaborazione con l’Istituto di storia contemporanea di Ferrara

Daniele Lugli

presenta il libro

“Silvano Balboni era
un dono”
CSA Edizioni

Dialogano con l’autore il Sindaco Tiziano Tagliani e Paolo Veronesi, Università degli Studi di Ferrara

Saggio storico che, attraverso il recupero di fonti e documentazioni al lungo disperse, fa luce sulla vita del ferrarese Silvano Balboni.
Daniele Lugli (Suzzara, 1941) raccoglie le prime informazioni su Silvano Balboni sui banchi di scuola e in modo determinante a partire dal 1962, quando incontra Aldo Capitini e ne diviene amico e collaboratore. È con lui nella costituzione del Movimento Nonviolento, di cui sarà presidente nazionale dal 1996 al 2010, e con Pietro Pinna nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull’obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, Assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell’Educazione all’Università, sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali – argomenti sui quali è intervenuto in diverse pubblicazioni – e molto altro ancora fino all’incarico più recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013.
È attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una società civile degna dell’aggettivo ed è e un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell’ambiente.

Incontro sulle specie aliene con Piero Genovesi

Giovedì 26 ottobre alle ore 15 nell’aula D7 del Polo Bio Medico, via Luigi Borsari n. 46, Piero Genovesi terrà un seminario sul tema delle Specie Aliene, dal titolo “Invasioni biologiche: impatti, andamenti e definizione delle politiche di prevenzione e mitigazione”.
Genovesi, laureato in Scienze Biologiche, ha conseguito il PhD in Animal Ecology alla “La Sapienza” di Roma. Massimo esperto italiano di specie aliene, è responsabile dell’”Area per i pareri tecnici e per le strategie di conservazione e gestione del patrimonio faunistico nazionale e per la mitigazione di danni ed impatti” del Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente e per la conservazione della biodiversità di ISPRA, l’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Chair di “Invasive Species Specialist Group” della IUCN (International Union for Conservation of Nature)
L’incontro, organizzato dalla Prof. Elisa Anna Fano del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife, si preannuncia di grante interesse date le sue competenze scientifiche in un tema così attuale e la sua capacità divulgativa, attestata da numerosi interventi in televisione e in radio.

“Ricordati di te”

Da Organizzatori

Venerdì 26 ottobre, alle ore 18.00, presso la biblioteca comunale di Portomaggiore, si terrà la presentazione del libro “Ricordati di Te” scritto da Fabio Valenzisi, un saggio concentrato sul  percorso personale da intraprendere per sviluppare la propria consapevolezza.  Il testo accompagna  il lettore verso la conoscenza del proprio mondo interiore mettendo in luce i lati più in ombra.

Il linguaggio dei bambini ci parla di noi

Da qualche tempo mia nipote Gioia, che ha appena compiuto 5 anni, usa l’espressione “vogliamo fare?” per indicare il coinvolgimento di chi le sta di fronte nell’obiettivo che le interessa in quel momento. Da principio ho pensato che l’espressione fosse l’indicatore di una sua gentilezza. Poi mi sono interrogata su come mai questa espressione fosse divenuta per lei un intercalare così abituale e ho capito che si tratta di una modalità diffusa con la quale educatrici e adulti si rivolgono oggi ai bambini. Questa locuzione mi è sembrata emblematica dei cambiamenti dei modelli di autorità, così ho provato a ripercorrere i molti diversi modi con cui, nell’ultimo mezzo secolo, gli adulti hanno impartito ordini o indicazioni ai bambini rispetto a un compito da svolgere.

Mi è venuta agli occhi la figura di mio nonno, burbero e taciturno. Per lui “Fai!” era una frase verbale compiuta, intrinsecamente motivata dal verbo imperativo, certo più che sufficiente per impartire un ordine. Credo che sia stato questo il messaggio ricevuto da mio padre nella sua infanzia, un messaggio cessato probabilmente nel suo ingresso alla sua età adulta, perché a quel tempo i genitori smettevano di dare consigli quando i figli superavano la soglia della maturità.
Ho pensato che verso di me, da parte dei miei genitori, l’indicazione si era trasformata in “Devi fare”, segnando con ciò un radicale passaggio verso un principio etico. Con l’indicativo “devi” l’ordine resta, ma si sposta da un piano naturale e a-problematico a un piano di dovere sorretto da riferimenti di valore. Il riferimento al dovere non lascia a chi riceve un’indicazione margini di discussione, in quanto indica un contesto normativo a cui non è possibile sottrarsi.
A questo ordine indiscusso la mia generazione ha inteso ribellarsi aprendo le porte, in modi spesso confusi e pasticciati, al principio della responsabilità. Il “Dovresti fare” che precedeva le indicazioni impartite ai figli della generazione post sessantottina segnava questo tentativo di responsabilizzazione, assumeva il principio ‘sacro’ della scelta, aprendo su troppi piani la possibilità di scelta a bambini che, per la verità, non potevano essere in grado di sostenerla.
Il passaggio alla fase seguente diveniva fin troppo facile: lo slittamento verso una libertà di scelta spesso troppo pesante da assumere per i nostri figli. IL “Vuoi fare per favore?”, sintetizzava l’esasperazione di una generazione che aveva sperato che la libertà si associasse a una scelta razionale e che era meravigliata che tutta la libertà del mondo non conducesse alla scelta migliore.

Ma la strada era segnata e non aveva ritorno, il passaggio successivo tentava una persuasione sul piano della gratificazione, sperando che questo rappresentasse una contropartita per un dovere che non poteva più essere imposto: “Ti piacerebbe fare?”, così le madri hanno gestito le proposte di risarcimento del tempo mancato, di fronte a un bambino sovrano. Come stabilire che cosa fosse meglio per lui o per lei, se non assumendo la sua assoluta soggettività? Il bambino sovrano era e resta il protagonista di un mercato che a esso dedica una crescente varietà di beni, la maggior parte connessi al divertimento e alle numerose feste che costellano il calendario: dai compleanni dei compagni di classe ad Halloween.
Ora il passaggio ulteriore al “Vogliamo fare?” esalta l’approccio motivazionale, un approccio che punta al coinvolgimento, ovviamente in nome della libertà e della contropartita di gratificazione implicita nella proposta. Una piccola micro-espressione populista, quella rivolta al bambino, sovrano come il popolo, che non può che unirsi agli altri in una ovazione comune di felicità. Il ‘vogliamo’ riflette il ‘noi’ indistinto di una responsabilità comune che, più o meno come in politica, mette tutti sulla stessa linea orizzontale del consenso.
L’adulto coach e assistente, coinvolto in un ingaggio permanente con bambini che da soli non sanno più fare nulla, diventa fragile come il leader di un partito, senza autorità e senza consenso. Stimolare è la parola magica del tempo presente, una parola sbagliata perché di stimoli i bambini ne hanno già tanti e, anzi, dovrebbero essere aiutati a prendere un po’ le distanze da questi, per praticare vie di apprendimento più riflessive.
Le mamme intanto si preparano alle chat della scuola elementare che, con l’intento di controllare da ‘perfette clienti’ la qualità del servizio-istruzione, contribuiranno a distruggere la reputazione degli insegnanti, ultimo baluardo di un principio educativo.

Catalogna e femminismo: esempi di disobbedienza civile

di Roberta Trucco

Che ne è della richiesta di dialogo di più di due milioni di catalani? Che ne è della vicenda catalana se non un braccio di ferro tra un pugno di pochi uomini? Due milioni non sono numeri ma persone!
La politica, in generale, e Rajoy in particolare, oggi mostrano tutto il loro fallimento. Vorrei ricordare a Vergas llosa, grande scrittore che nel suo discorso a Madrid ha fatto della democrazia una questione solo di numeri e di legge – quella di un padre che non si discute! – che dietro a quei numeri ci sono tante storie e la democrazia è fatta dalle storie delle persone e non da pochi leader. Lui che vive del racconto delle vicende umane dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro.

Personalmente sostengo il coraggio di molti catalani che hanno scelto la disobbedienza civile per mostrare lo stato di alienazione in cui versano i cittadini di uno stato-nazione. Il silenzio assordante delle nostre istituzioni democratiche di fronte alle contraddizioni, ormai insostenibili, del nostro sistema palesa l’inadeguatezza di questa democrazia. Questo succede non solo in Spagna, ma anche in Europa. È vero, la situazione catalana è molto preoccupante, potrebbe sfociare in un’escalation di violenza, ma per non correre rischi è sempre meglio chiudere al dialogo e applicare la legge? O forse la legge deve evolversi con la storia?

La disobbedienza civile è stata sostenuta da grandi leader che hanno guidato le nazioni verso il loro stesso riconoscimento, e non senza spargimento di sangue purtroppo, penso per esempio a Gandhi. Per quanto riguarda invece la tragedia greca, Antigone è forse il più coraggioso esempio di disobbedienza civile. È a lei che si potrebbe volgere lo sguardo oggi, perché può ispirare molti.
C’è una legge inscritta nell’essere umano che in alcuni momenti diventa guida insopprimibile, più forte delle regole umane che ci siamo dati o che ci hanno dato. Il nazionalismo positivo e femminista che promuove Teresa Forcades, monaca catalana benedettina, si fonda su questa legge interiore. La nazione, la cui etimologia viene da nascere, ci dà – come una madre – cose che non abbiamo scelto, ma che ci dicono chi siamo e da dove veniamo. Accettare che il potere centrale, in nome della governabilità, extrema ratio molto maschile, la cancelli ci alienerà ancora di più da noi stessi.
Curiosamente la battaglia di alcuni cittadini catalani e quella di molte femministe che si battono contro la pratica della maternità surrogata, sembrano avere una radice comune, la cancellazione della madre, e sembrano individuare nella perversione del sistema, basato sulla mercificazione di ogni cosa compreso i nostri corpi, la causa che aliena l’uomo a se stesso.
Di fronte a un potere così ottuso, interessato solo alla salvaguardia di un falso benessere economico e al mantenimento dello status quo, non restano che la disobbedienza civile e il femminismo.

Note sull’autrice Roberta Trucco
Classe 1966, genovese doc (nel senso di cittadina innamorata della sua città), felicemente sposata e madre di quattro figli. Laureata in lettere e filosofia. Da sempre ritengo che il lavoro di cura non si limiti all’ambito domestico, ma debba investire il discorso politico sulla città. Per questo è impegnata in un percorso di ricerca personale e d’impegno civico, in particolare sui contributi delle donne e sui diritti di cittadinanza dei bambini.
Da alcuni anni dipinge con passione, totalmente autodidatta. Intende contribuire alla svolta epocale che stiamo vivendo con la propria creatività unita a quelle delle altre straordinarie donne incontrate nella splendida piazza del 13 febbraio 2011 di Se non ora quando. Credente, definita dentro la comunità una simpatica eretica, e convinta che niente succede per caso.

‘Insorgenti’ in scena per raccontare un romanzo storico. E attori cercansi

Oltre venti attori e figuranti hanno fatto rivivere il periodo dell’invasione napoleonica nella zona del Basso ferrarese in un’area della campagna locale. Domenica 22 ottobre 2017 le scene sono state girate nell’area del centro ippico di Francolino, a dieci chilometri da Ferrara. Il maneggio ha messo a disposizione anche i cavalli per il trailer in corso di realizzazione, mirato a raccontare per immagini la trama de ‘Gli insorgenti del Basso Po’, romanzo storico di Alberto Ferretti appena pubblicato per le edizioni Youcanprint (vedi sito www.albertoferretti.it). “Il libro – sottolinea Ferretti stesso – ha la prefazione di Massimo Viglione, che è uno dei massimi studiosi delle insorgenze in Italia”.

Attrici per ‘Gli insorgenti del Basso Po’, Ferrara, domenica 22 ottobre 2017 (foto Valerio Pazzi)

A realizzare il corto è il regista Alessandro Ferretti (fratello dell’autore) che gira per la WorbasStudio, un’etichetta indipendente ferrarese, con la collaborazione della compagnia teatrale ferrarese del Lodovico e di molti altri amici che si sono messi a disposizione nel ruolo di attori e attrici.

Il regista Alessandro Ferretti con aiuto-regista, Ferrara ottobre 2017 (foto Valerio Pazzi)

‘Gli insorgenti del Basso Po’ racconta in forma romanzata “le ribellioni di massa messe in atto da gruppi di persone contro le prevaricazioni delle truppe napoleoniche”. Uomini e donne che si ribellarono contro le depredazioni nei musei e nelle chiese, contro l’instaurazione della Dea Ragione in sostituzione della religione e contro quei valori della Rivoluzione Francese che non tutti accettavano. Il romanzo, ambientato nel 1799, si basa su alcuni fatti realmente avvenuti mescolati ad altri di fantasia, nella zona del Basso ferrarese, tra i paesi di Copparo, Cologna, Denore, Fossa d’Albero.

Gli attori in scena per ‘Gli insorgenti del Basso Po’, Ferrara, domenica 22 ottobre 2017 (foto Valerio Pazzi)

Il trailer verrà poi proiettato in occasione delle presentazioni pubbliche che verranno fatte per il romanzo. Mancano però ancora le scene conclusive. “L’ultima parte – spiega Alberto Ferretti – verrà girata nel centro storico di Ferrara e ci servono ancora comparse per qualche ruolo maschile, da affidare a uomini tra i 30 e i 40 anni”. Chi volesse partecipare può quindi contattare l’autore inviando una email a info@albertoferretti.it.

[cliccare sulle foto per ingrandirle]

Tavolata de ‘Gli insorgenti del Basso Po’ (foto Valerio Pazzi)
Scena a cavallo (foto Valerio Pazzi)
L’autore Alberto Ferretti al centro in una scena (foto Valerio Pazzi)
Gli insorgenti (foto Valerio Pazzi)
Attrici de ‘Gli insorgenti’ (foto Valerio Pazzi)
Gruppo di attori col regista (foto Valerio Pazzi)

Il reportage fotografico è di Valerio Pazzi.