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Giorno: 30 Novembre 2017

Storie di cittadinanza: italiani stranieri e stranieri italiani

Sono passati un po’ di giorni dalla conferenza ‘Ius soli e ius culturae una questione di civiltà‘. Giorni nei quali ho avuto il tempo di guardarmi in giro, chiedere, domandare, cercare di capire. All’evento organizzato nella Sala dell’Arengo del Comune di Ferrara hanno partecipato Miriam Cariani, che ha focalizzato il proprio intervento soprattutto sulla forte discriminazione che la legge attuale sulla cittadinanza crea, anche nel mondo del lavoro. C’è stato poi chi, come Andrea Ronchi, ha affermato più volte che Ius soli e immigrazione non sono argomenti da mettere allo stesso piano, mentre il vicesindaco Massimo Maisto ha lamentato addirittura che in Consiglio Comunale “non giudicano, con tutto il rispetto, parlare della Siae una perdita di tempo, e parlare dello Ius soli si”. Ha anche aggiunto che, secondo lui, la legge che si sta proponendo è troppo “moderata” per la sua visione. In sostanza una conferenza con tanti proclami e belle parole, argomentazioni inattaccabili e proposte positive. Purtroppo, però, io odio le conferenze. Ed è per questo che, visto l’ormai diffuso clamore mediatico che questa proposta di legge ha scaturito, uscito dalla sala comunale, ho cercato di intercettare chi, in una maniera o nell’altra, si è trovato a battagliare con le leggi sulla cittadinanza e ho provato a ricavare qualche dato dal web. Tra tutte le testimonianze raccolte, ne racconterò tre, esplicative della situazione degli italiani all’estero e di chi è straniero in Italia.

La proposta di legge.
Non possiamo partire senza chiarire quale sia la legge attuale e quale la modifica che si vorrebbe apportare.
La legge 91 del 1992 prescrive che per diventare cittadini bisogna essere figli di almeno un cittadino italiano, perciò è detta ‘Ius sanguinis‘. Un bambino che nascesse sul territorio italiano da genitori stranieri può chiederla dopo aver compiuto 18 anni solo se ha risieduto fino a quel momento qui legalmente e initerrottamente. Il punto focale è proprio questo: escludendo migliaia di bambini nati, cresciuti in Italia, molti la giudicano carente in materia. Teniamo anche conto che, confrontandosi a livello europeo, la nostra legge sulla cittadinanza è tra le più dure del continente. Quelli che si vorrebbe introdurre sono lo ‘Ius soli temperato‘ e lo ‘Ius culturae‘. Il primo prevede che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori risiede in Italia legalmente da almeno 5 anni. Se il genitore possessore del permesso di soggiorno proviene da un Paese extraeuropeo, deve soddisfare altri tre criteri:
1. avere un reddito non al di sotto dell’importo annuo dell’assegno sociale
2. avere un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla Legge
3. superare un test sul livello della conoscenza della lingua italiana

Insieme a questa possibilità, ci sarebbe anche quella dello Ius culturae come detto. Questo prevederebbe che i minori nati o arrivati in italia prima dei 12 anni possano chiedere la cittadinanza dopo aver frequentato 5 anni di scuola e aver concluso o le medie o le elementari. I minori, invece, che hanno più di 12 anni al momento dell’arrivo sulla nostra penisola, potranno chiedere la cittadinanza dopo sei anni e la conclusione di un ciclo scolastico.
Consultando il sito dell’Istat, si possono apprendere un po’ di cifre riguardanti queste persone.

Partiamo da un riassunto sui cittadini non comunitari con i nuovi dati forniti dall’istituto di statistica.

Il primo grafico sottostante rappresenta la popolazione straniera regolarmente residente in Italia dal 2002 al 2012. Si può notare come questa sia cresciuta negli anni. Non solo per i flussi migratori, ma anche perché i nuovi nati sono considerati stranieri (cifre in milioni). Il secondo invece rappresenta, in migliaia, il numero di acquisizioni di cittadinanza.

residenti stranieri. Fonte: Istat
acquisizione cittadinanza. Fonte: Istat

Anche gli alunni iscritti a scuola sono aumentati: si è passati dai 5.600 del 1994 agli 89.000 del 2013. Il numero sarebbe destinato a diminuire se entrasse in vigore lo Ius culturae (cifre in migliaia). L’ultimo grafico rappresenta infine i nati da entrambi i genitori stranieri sul suolo italiano. Anche questi numeri, entrasse in vigore lo Ius soli temperato, sarebbero ridimensionati (cifre in migliaia).

alunni stranieri. Fonte Istat
nuovi nati da genitori stranieri. Fonte Istat

Per approfondire: www.istat.it/it/immigrati

Fatta questa necessaria premessa, per addentrarsi sulla questione e le varie visioni della cittadinanza, ho chiesto ad alcuni miei amici di parlarmi dei loro casi.
Il primo, qualcuno se lo ricorderà, è Stefano, 28 anni, mente brillante dell’informatica, trasferitosi da qualche tempo in Giappone. Gli ho chiesto due cose:

Com’è l’accoglienza oltreoceano per gli stranieri?
Gli stranieri vengono gestiti nell’adempimento completo e infallibile delle leggi. Io da immigrato non noto alcuna differenza con i cittadini giapponesi. A livello di tasse e burocrazia, non c’è differenza alcuna. Se sgarro ho un po’ di tempo per rimediare, sennò mi mandano a casa.

Se nascesse un figlio in Giappone da genitori stranieri, che cittadinanza avrebbe?
Il figlio sarebbe giapponese.

Questa la situazione nello Paese del Sol Levante.
Nella cara vecchia Europa ho preso un esempio da una nazione molto discussa ultimamente: l’Inghilterra.
Lì si è trasferita Maria Michela, ingegnere, laureata in Italia, vive lì dove ha partorito la piccola Asia.

Com’è la situazione degli italiani dopo la Brexit? Episodi di discriminazione?
Io ho avuto due episodi di discriminazione mentre cercavo lavoro come ingegnere. Arrivata al colloquio la prima domanda che mi hanno posto è stata: da dove vieni? Bah. “Eppure siamo a Londra”… pensavo.

Dopo quanto tempo potrete richiedere la cittadinanza?
Dovrebbe essere dopo 5 anni.

Tua figlia è nata a Londra, ha la cittadinanza inglese oppure no?
Asia è nata qui ma ha il passaporto italiano perché ho fatto tutto tramite Aire. In seguito farò domanda per quello inglese che suppongo sia veloce come tutto il sistema qui. Per ora non ne ho necessità in quanto Asia essendo nata qui, ha tutti i diritti.

Quindi lei non avrebbe problemi anche in futuro?
Il futuro è incerto. A questo non so rispondere perché non possiamo prevedere se cambierà la situazione. Quando ci sarà l’esigenza lo farò.

Queste piccole storie di italiani all’estero fanno capire come sia certe volte difficile, altre meno, essere lo ‘straniero’ di turno.

Ma una storia, tra quelle che ho sentito, mi ha colpito e ho deciso di raccontarla tutta. E’ la storia di Shahzeb, pakistano. In Italia perché il padre, fuggito dal paese di origine, ha chiesto e ottenuto lo status di rifugiato e poi la cittadinanza italiana. Ma farò parlare lui perché il suo è un racconto davvero particolare.

Partiamo da una premessa: Shahzeb, se entrasse in vigore la nuova legge, diventerebbe cittadino italiano perché suo padre ha la cittadinanza e lui ha compiuto un ciclo di studi diplomandosi qui. E il bello è che lui è stato italiano anche per la legge attuale, ma solo per qualche mese. Ecco il perché.

Il 14 gennaio 2016 mio padre ha fatto il giuramento. Erano le 10 del mattino più o meno. Io anche sono nato il 14 gennaio, alle 22 secondo il mio certificato di nascita. In pratica, nel momento in cui mio padre ha pronunciato il giuramento, io ero ancora minorenne. Quindi, secondo la legge attuale, ho acquisito la cittadinanza italiana. Il Comune di Ferrara, vista questa differenza di orari, ha reputato idoneo il mio caso per assegnarmi la cittadinanza, con passaporto e carta d’identità. Dopo 10 mesi sono stato contattato dal Comune, tramite il nostro avvocato, e mi è stato comunicato che si erano sbagliati e che quindi mi toglievano seduta stante la cittadinanza italiana. Avevo persino votato già a due referendum!! Anche dopo il ricorso che abbiamo fatto, mi è stato negato quello che pensavo essere un diritto. La motivazione del giudice è stata che al momento del giuramento ero sì minorenne, ma lo stesso entra in vigore dopo 24 ore e quindi avevo già compiuto la maggiore età. Farei notare però che il giuramento è stato ritardato perché chi doveva eseguirlo era stato in ferie un mese.
Ora abbiamo una famiglia divisa: da una parte mio padre con mia sorella e mio fratello cittadini italiani, dall’altra io e mia madre pakistani. Io e lei abbiamo il permesso di soggiorno di tipo ‘familiare’. Ora dovrò aspettare, se non cambierà la legge, di avere un reddito per cinque anni, rifare la domanda e aspettare altri due anni per avere la cittadinanza. Tenendo conto che vado all’università, complessivamente dal mio arrivo in Italia alla cittadinanza passeranno 17 anni!!
Faccio un esempio banale per far capire come ci si sente: all’aeroporto mio padre e i miei fratelli fanno la fila con gli italiani, io e mia madre facciamo la fila con gli stranieri. Ma c’è di più. Appena mi tolsero la cittadinanza diventai praticamente apolide. Anzi. Tolta cittadinanza, permesso di soggiorno e passaporto, ero un vero e proprio clandestino!! Lo sono stato per circa 6 mesi, con tutti i rischi che questa situazione comportava. In pratica se mi avesse fermato la polizia, avrei incorso nel reato di clandestinità e sarei potuto essere espulso in Pakistan. Dopo questo tempo mi hanno dato un permesso di soggiorno provvisorio. In pratica 10 mesi cittadino italiano, poi, per un ‘errore’ del Comune, mi sono ritrovato clandestino. E non è stato fatto nulla per rimediare in fretta. Infine, questo nuovo permesso che mi fu dato dopo 6 mesi, un cedolino, mi permetteva di stare in Italia, o di rimpatriare in Pakistan, null’altro. In pratica non potevo uscire dall’Italia. Infatti, quest’estate, i miei familiari sono andati a Londra, dove nel frattempo mio padre si è spostato per lavoro, ma io non ho potuto seguirli. Dopo due mesi passati con questo permesso di soggiorno provvisorio, mi hanno dato, a fine settembre, il visto per i familiari. Ma non posso ancora recarmi in Inghilterra perché serve un altro tipo di visto, essendo io cittadino extraeuropeo. Sottolineo che con il visto provvisorio non si può lavorare”.

Cronostoria riassuntiva del caso di Shahzeb

Ma l’odissea burocratica (ed esistenziale) di Shazeb e della sua famiglia non è finita a qui. “A mio zio è nata una figlia qui e persino lei, che ora ha un anno, non ha documenti perché per richiedere il visto serve il passaporto ma non glielo danno perché non ha la cittadinanza, è cittadina del mondo in pratica”. “Ricordo anche che il permesso di soggiorno costa sui 300 euro, quindi sono costi su costi, che condannano molti alla clandestinità”, denuncia il ragazzo. “Le persone nelle strutture di accoglienza lo potrebbero trovare un lavoro ma in nero o non retribuito, perché non hanno il permesso di soggiorno. Nemmeno i progetti culturali, come ‘Scambio Linguistico’, visto che sono sovvenzionati dalla Comunità Europea, possono veder partecipare queste persone, ma mi chiedo: quale più di un progetto di lingua per favorire l’integrazione? Il cedolino per la residenza serve solo a non farsi arrestare, ma non consente nulla, nemmeno l’avere un codice fiscale per poter, appunto, lavorare in regola. Ci sono tante persone che hanno vissuto o stanno vivendo quello che ho passato io, e spero tanto che si trovi una giusta soluzione”.

LA MOSTRA
Dal 5 dicembre a Palazzo Turchi di Bagno nuova edizione della Biennale d’arte Don Franco Patruno

di Maria Paola Forlani

Non sono state modificate le caratteristiche del bando iniziale. E’ ancora una Biennale riservata ai giovani artisti. Restano invariati i premi-acquisto e la mostra personale del vincitore. Questa seconda edizione della Biennale d’arte Don Franco Patruno si apre però con un respiro più ampio. E’ cambiata la geografia di riferimento, dilatata ora a tutto il territorio nazionale.

La Biennale d’arte Don Franco Patruno è una riflessione sulla contemporaneità, sulle risposte e sulle sollecitazioni con le quali l’esperienza artistica si inserisce nella realtà dei nostri giorni.
Nel decennale della scomparsa è giusto ricordare la figura per la quale è nata questa Biennale. Don Franco Patruno è stato un punto di riferimento religioso, intellettuale, artistico per generazioni di giovani, artisti e non solo. I molti legami con il nostro territorio e la sua azione infaticabile dedicata alla scrittura, alla pittura, alla promozione viva della cultura, sono nella memoria di quanti lo hanno conosciuto. In questo decennio per ricordare don Franco si sono svolte molte iniziative – dalla pubblicazione di parte dei suoi scritti all’esposizione di sue opere grafico-pittoriche, e poi convegni e conferenze. Questa biennale diventa l’occasione per dare continuità alle sue idee, allo spirito con il quale amava vivere tra i giovani per ascoltare le emozioni che l’arte sa trasmettere attraverso le sue variate forme di espressione.
G.C.

Don Franco Patruno

Dieci anni sono un intervallo di tempo sufficiente per cogliere l’entità di un lascito culturale e umano e ragionare su quello che è stato don Franco Patruno, scomparso appunto un decennio fa, significa inevitabilmente riflettere anche sulla misura della sua assenza. L’impronta delle idee e degli stimoli che don Franco ha elargito nel corso della sua vita si riconosce nitidamente nelle personalità di molti di coloro che, in un modo o nell’altro, hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con lui. Quanto abbia quindi inciso la figura di don Patruno nel nostro territorio è presto detto: moltissimo. Basta scorrere negli archivi la mole di attività organizzate e curate, soprattutto nel ventennio in cui è stato direttore dell’Istituto di cultura Casa Cini: centinaia di mostre di arte contemporanea e altrettanti convegni, incontri e dibattiti con le personalità più rilevanti della scena intellettuale italiana.
Ma più facilmente l’importanza di questa presenza – e quindi, oggi, di questa assenza – si può misurare dal numero di occasioni in cui il suo nome viene ancora fatto, non solo per rievocare un’epoca brillante della città in termini di elaborazione di idee e progetti, ma per citare un modello imprescindibile di vigore intellettuale, purtroppo non ben conosciuto da chi era troppo giovane in quegli anni o addirittura doveva ancora nascere.
Uno dei ‘segreti’, se così si può dire, del carisma della sua personalità consisteva nel suo modo di affrontare ogni questione con uno spirito lontano da ogni paternalismo, moralismo o pregiudizio. Se a ciò si aggiunge la sua attività di artista si può intuire quanto lontano dagli stereotipi legati al suo ruolo sacerdotale sia il ricordo che ha lasciato. Con delicatezza e intelligenza ha saputo creare uno spazio comune di confronto con chiunque, e soprattutto con chi si faceva portatore di idee lontane dalle sue scelte, offrendo una dimensione di piena libertà di ragionamento e di espressione. Ciò che per lui, in ultima analisi, contava davvero era la possibilità di rintracciare nel confronto degli strumenti che permettessero di avvicinarsi insieme al senso profondo dell’esistenza. Ѐ una delle sue tante lezioni, questa, che non sembra affatto essere diventata obsoleta.
Massimo Marchetti

Biennale d’arte Don Franco Patruno 2017, 5-18 Dicembre 2017, Palazzo Turchi di Bagno, Ferrara

Per il primo fine settimana di dicembre il Teatro Ferrara Off ha in programma tre nuovi eventi tra teatro e arte

Da Ferrara Off Teatro

Sabato 2 dicembre alle ore 21.00 andrà in scena “Clausura”, uno spettacolo tratto dal romanzo “La religieuse” di Denis Diderot, diretto da Giulio Costa e interpretato da Elsa Bossi. L’attrice, già nota e apprezzata dal pubblico ferrarese per lo spettacolo “Immobili”, questa volta tornerà sul palco di Ferrara Off nei panni di una giovane monaca che tenta di sciogliere i voti pronunciati non volontariamente. Attraverso l’utilizzo del monologo, si manifesterà una profonda e attuale riflessione sulla libertà; l’ambiente estremamente solitario e appartato sarà ragione della costruzione lenta e dolorosa di una nuova identità. Domenica 3 dicembre invece, alle ore 11, andrà in scena “Storie proprio così”, dove le fiabe di Rudyard Kipling verranno narrate da Elsa Bossi accompagnata dalla pittura dal vivo di Giacomo Cossio. Questo spettacolo per bambini (dai sei anni in su) svelerà i perché del mondo animale, spiegando tramite le parole e la pittura come mai il cammello ha la gobba o perché il rinoceronte ha tutta quella pelle. Sempre domenica alle ore 18, con ingresso libero, Giacomo Cossio presenterà ”Barocco da esportazione: Il Barocco Emiliano”, analizzando il ruolo dell’Emilia nella diffusione italiana del barocco. Il pittore parmense, già protagonista in calendario a inizio novembre con “È Barocco o Rococò?”, continua il percorso di approfondimento con Ferrara Off delle mostre proposte alla Città da Palazzo dei Diamanti, iniziato con la manifestazione Ferrara Monumenti Aperti.
L’ingresso a “Clausura” è di 10€ per i soci Ferrara Off, 8€ soci under 30, 5€ soci under 18 e 12€ per i non soci (inclusa tessera associativa); per “Storie proprio così” è di 8€ per i soci Ferrara Off, 5€ soci under 30 e di 10€ per i non soci. Agevolazioni per gli spettatori della stagione prosa del Teatro Comunale di Occhiobello.

Fabbri (Lega Nord): “Ius soli , una pagliacciata la risoluzione PD”

Da Lega Nord Emilia Romagna

Nel weekend continua la mobilitazione del Carroccio: banchetti a Ferrara e provincia

“Una pagliacciata”. Alan Fabbri liquida in due parole la risoluzione che la maggioranza targata Pd ha presentato nell’aula dell’assemblea legislativa, con esito peraltro negativo. “Sorvolando sull’inutilità di portare in Regione un tema che sta già dividendo in modo imbarazzante la sinistra in parlamento – dichiara il consigliere – è chiaro come lo ius soli sia sempre di più una battaglia persa con cui il Pd prova a mascherare i suoi fallimenti. Non serviranno gli appelli di Bonaccini e soci a cambiare la storia di un provvedimento che la gente, ancor prima che la politica, ha già bocciato”.
A proposito di volontà popolare, il Carroccio si confronterà durante il weekend con cittadini e militanti in una serie di banchetti a Ferrara e provincia. Oltre al capoluogo, i gazebo verranno allestiti a San Carlo, Cento, Vigarano e Portomaggiore: “Sarà l’occasione – sottolinea Fabbri – di ribadire il no allo ius soli: un’Italia in cui tutti entrano indiscriminatamente non è quello che vogliamo. Per noi e per le generazioni future”.

Commercio. La Regione a fianco delle associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori

Destinati 200mila euro a cinque associazioni emiliano-romagnole. L’assessore Corsini: “Un sostegno per il prezioso ruolo di assistenza e consulenza nella risoluzione delle controversie con procedure di conciliazione, senza passare per le vie giudiziarie”

Bologna – Consumatori più tutelati grazie al sostegno finanziario della Regione. Disco verde dalla Giunta di viale Aldo Moro a una delibera che ripartisce la cifra complessiva di 200.000 euro tra cinque associazioni iscritte al registro regionale per l’attività di assistenza e consulenza, svolta nel 2017, a favore di cittadini che si sono rivolti ai loro sportelli per risolvere in via extragiudiziale controversie sorte con aziende commerciali e legate all’acquisto di un bene o all’utilizzo di un servizio (ad esempio l’erogazione di gas, acqua, luce, internet) ritenuti insoddisfacenti.

Le associazioni regionali, alle quali è stato riconosciuto il massimo dell’aiuto previsto dal bando varato nella primavera scorsa pari al 60% delle spese ammissibili e rendicontate, sono Federconsumatori Emilia-Romagna, che riceverà un contributo di 108.764,84 euro, Unione per la difesa dei consumatori (Udicon) Emilia-Romagna (46.476,38), Adiconsum (33.392,77 euro), Unione nazionale consumatori Onlus – Comitato regionale Emilia-Romagna (9.194, 24), Lega consumatori Acli Emilia-Romagna (2.172,27). Delle cinque associazioni, Udicon ha la sede principale a Modena, le altre quattro sono a Bologna.

“Anche quest’anno- sottolinea l’assessore regionale al Turismo e commercio, Andrea Corsini- garantiamo il nostro sostegno alle associazioni per il prezioso compito che svolgono in difesa di diritti dei consumatori-utenti. Un ruolo destinato ad acquisire sempre più importanza con l’approvazione nel marzo scorso della nuova legge regionale che ha sancito la nascita di un apposito Comitato dove siederanno i rappresentanti delle associazioni più rappresentative a livello regionale e che avrà funzioni consultive su molti aspetti centrali della materia, dalla tutela della salute e sicurezza dei consumatori, alla promozione di indagini sull’andamento di prezzi, tariffe e tributi, nonché sul versante delle attività e dei criteri di erogazione dei contributi regionali”.

Il bando regionale ha accolto tutte le domande pervenute entro la scadenza del 20 ottobre scorso. I contributi pubblici sono erogati per l’attività di assistenza e consulenza legale svolta dalle associazioni a supporto dei cittadini impegnati nella risoluzione mediante procedure di conciliazione presso gli organismi competenti (Camere di commercio, Corecom, Arbitro bancario finanziario, Authorithy varie) dei contenziosi insorti con le ditte commerciali, senza passare per le vie giudiziarie.

Premio “Tutte le Direzioni 2017” a la settimana enigmistica con il concerto di Giorgio Conte

Da Il Gruppo dei 10

Musica con Giorgio e Tommaso Conte + Ellade Bandini

SABATO 2 DICEMBRE ALLO SPIRITO
Tra musica e giochi enigmistici, è finalmente arrivato il momento più atteso della stagione di Tutte le direzioni in Wintertime. Sabato 2 dicembre allo Spirito (Vigarano Mainarda, Ferrara) sarà la serata di consegna del Premio di Tutte le Direzioni 2017, che quest’anno verrà assegnato a La Settimana Enigmistica. Il premio, giunto alla quinta edizione, per la prima volta non andrà a un personaggio che si è distinto per bravura ed ecletticità (come avvenuto con Pupi Avati, Quirino Principe, Ellade Bandini e Franco Cerri, vincitori delle passate edizioni), ma a una testata, considerata dal Gruppo dei 10 vero e proprio presidio della lingua italiana. A modo suo, una palestra per la mente. Il premio verrà ritirato da Alessandro Bartezzaghi, condirettore insieme a Francesco Baggi Sisini della rivista icona storica dell’enigmistica italiana, la prima a diffondere quest’arte al grande pubblico ben 85 anni fa. Settimanale tra i più diffusi del paese, ha vantato fra i suoi collaboratori i più famosi enigmisti, tra cui lo stesso fondatore, Giorgio Sisini, che creò enigmi per i lettori sino agli ultimi giorni di vita, oltre a Piero Bartezzaghi e Giancarlo Brighenti.

La serata del 2 dicembre allo Spirito vedrà la partecipazione musicale di Giorgio Conte, chitarra e voce, e del figlio Tommaso, insigne chitarrista in stile manouche, ed Ellade Bandini, per un appuntamento unico all’insegna della musica e del gioco, al quale si unirà Lucio Bigi, noto enigmista.

In gioventù Giorgio Conte unisce gli studi in diritto alla passione per il jazz, la musica popolare e la canzone francese, trasmessa dai genitori. Le prime esperienze musicali di Giorgio avvengono nello stesso gruppo del fratello, Paolo Conte, con Giorgio alla batteria e Paolo al vibrafono. Un sodalizio artistico che passa attraverso i primi gruppi musicali, fino ai contatti con il clan di Celentano e la stesura, a quattro mani, di brani celebri. Poco dopo le loro strade si separeranno, e Giorgio Conte inizierà a comporre le musiche di molte canzoni per numerosi interpreti del panorama italiano (tra cui Mina, Ornella Vanoni, Fausto Leali, Rosanna Fratello, Loretta Goggi, Francesco Baccini, di cui è anche produttore artistico del suo album d’esordio) e internazionale (tra cui Mireille Mathieu e Wilson Pickett). Contemporaneamente al lavoro nello studio legale, si dedica al teatro (tournée con Bruno Gambarotta) e collabora a diversi programmi radiofonici (tra cui “Quelli che la radio…” su RadioDue Rai con Enrico Bertolino e Giorgio Comaschi). Nel 1993 la svolta. Dopo la partecipazione al Premio Tenco, decide di abbandonare la toga di avvocato per dedicarsi solo alla musica, con un’intensa attività live, in Italia e all’estero, che prosegue fino ad oggi.

Nel 2017 esce “Sconfinando” (AlaBianca/Warner), suo tredicesimo album, registrato con l’Orchestra Sinfonica Duchessa di Parma per la produzione artistica del maestro Alessandro Nidi. Le parole sono, per lui, non solo “ferri del mestiere” di chansonnier ma anche, se non soprattutto, “strumenti” di quella ispirata giocosità e sagace leggerezza che lo ha fatto definire dalla stampa “umorista che sa commuovere ed intellettuale che strizza l’occhio alle persone comuni”. Giorgio Conte è un artista capace di coinvolgere sempre, da grande affabulatore e interprete qual è, il pubblico dei suoi spettacoli. Il suo motto è “…e continuo la mia vita al gusto di tutto…”.

L’enigmistica sarà un gioco da ragazzi anche nel centro di Ferrara. In questi giorni, fino al 2 dicembre, le vetrine di Felloni Tessuti ospiteranno dei giochi enigmistici, realizzati da Lucio Bigi. Ogni tre giorni viene proposto un nuovo gioco enigmistico, aperto alla città. Chi risolverà l’enigma del negozio di via Bersaglieri del Po, infatti, riceverà in premio – semplicemente comunicando la soluzione – una copia de ‘La Settimana Enigmistica’ e una matita con gommino da enigmisti, siglata con il logo ‘Il Gruppo dei 10’.

Il premio sarà consegnato allo Spirito (via Rondona 11d, Vigarano Mainarda, Ferrara). Cena alle 20.30 e a seguire concerto. Per info e prenotazioni 0532.436122 e 339.4365837.

Ludonauti 2017: con Fiumana per riscoprire le vie d’acqua di Ferrara

Da Wunderkammer

2 dicembre – Darşenico e Strada Privata
young theatre, music & more

Sabato 2 dicembre si chiude il ciclo di tre appuntamenti dell’iniziativa a cura di Fiumana, in collaborazione con il battello fluviale Nena e Consorzio Wunderkammer. Dalle 17 alle 20 a Wunderkammer (via Darsena 57, Ferrara) arriva Darşenico e Strada Privata, young theatre, music & more. Si tratta di un workshop creativo permanente per adolescenti, dove il teatro diventa uno dei mezzi portanti, ma non l’unico, per sperimentarsi, mettersi in gioco, riflettere e crescere insieme. Il progetto Darşenico, a cura di Georg Sobbe, vuole creare spettacoli e performance, dove sono i ragazzi ad avere la possibilità di scegliere e organizzare le materie che più interessano loro, per scoprire nuove strade e i propri talenti. Navigazione e aperitivo a bordo del battello Nena, a seguire concerto del gruppo musicale esordiente Strada Privata. Tra ritmi Blues, Swing e Soul, con i giovanissimi Aaron al sax, Vittorio al violino, Lorenzo alla batteria, Antonia al basso, Diletta alla voce, Cristi al piano e Marco alla chitarra, si viaggerà per un pomeriggio in compagnia della musica.

Attraverso tecniche di scrittura creativa, teatro, narrazioni e buona cucina, Ludonauti racconta e fa scoprire l’importanza del corso d’acqua nel cuore del quartiere Giardino. Il progetto, inserito all’interno del programma di Smart Dock 2017, è un’occasione per far crescere, esprimere creatività e fantasia, e riappropriarsi di luoghi dimenticati. Nel 2017 e 2018 Smart Dock si inserisce all’interno del progetto Giardino Creativo, realizzato con il contributo dell’Anci e del Comune di Ferrara. Per informazioni e iscrizioni scrivere a info@fiumana.org oppure telefonare al numero 347.7139988. Tutti gli eventi si svolgono a Wunderkammer in via Darsena 57, Ferrara.

Incontro sulla riforma del Terzo Settore

Da Agire Sociale

Si parlerà di cosa cambia per il volontariato e la promozione sociale per sabato 2 dicembre a Ferrara

Quali nuovi assetti si prospettano per organizzazioni di volontariato e associazionismo con la Riforma del Terzo Settore? Sono questi i temi che verranno trattati nell’incontro di sabato 2 dicembre, dalle 9 alle 13 presso il Cinema Teatro Santo Spirito in via della Resistenza 7 a Ferrara, che avrà come titolo “Riforma del Terzo Settore: cosa cambia per Volontariato e Promozione Sociale?”. L’iniziativa organizzata da Agire Sociale e dal Forum del Terzo Settore di Ferrara sarà introdotta da Chiara Bertolasi, portavoce del Forum provinciale del Terzo Settore, e Laura Roncagli, presidente di Agire Sociale. A seguire si entrerà nel vivo della riforma e del nuovo codice del terzo settore con Carlo Mazzini, esperto di legislazione e fiscalità degli enti non profit, e Gabriele Moroni, responsabile nazionale sviluppo associativo Arci, che parleranno rispettivamente delle novità e conseguenze per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. L’incontro è gratuito con preiscrizione al 0532.205688 – segreteria@agiresociale.it

Alan Fabbri (Lega Nord): “Fondo risparmiatori: 50 milioni cifra ridicola. Spot elettorale sulla pelle delle vittime”

Da Lega Nord Emilia Romagna

“Cinquanta milioni per risarcire tutti i risparmiatori d’Italia sono una cifra ridicola. E le modalità di accesso al fondo pesano ancora una volta su chi ha subito il danno. E’ vero che la campagna elettorale è già cominciata, ma non prendiamo in giro chi è stato massacrato dal Salvabanche”.
Così Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, commenta il Fondo di ristoro finanziario da 50 milioni di euro in due anni, previsto dall’emendamento Pd, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, durante la notte, in vista del voto di fiducia sulla manovra finanziaria. “Le risorse previste non sono sufficienti e le modalità con cui i rimborsi dovrebbero essere erogati sono penalizzanti. Lo dimostrano i numeri: a conti fatti se il provvedimento fosse destinato esclusivamente a Carife, ad ogni azzerato spetterebbero soltanto pochi euro. Invece il fondo, secondo il governo, dovrebbe addirittura rimborsare tutti i risparmiatori danneggiati dai recenti crac bancari. E’ evidente come 25 milioni di euro all’anno, per un biennio, non basteranno, nemmeno lontanamente, per risarcire quanto è stato perso”, spiega il capogruppo.
“In questo modo le responsabilità politiche dovute alla mala gestione di Bankitalia non vengono ristorate”, mentre “chi paga il prezzo più alto sono gli azionisti che rimangono vittime di un decreto unico nella storia della Repubblica e mai più ripetuto, com’è stato il bail-in anticipato che ha coinvolto Carife”.
Ma c’è di più. L’accesso al ristoro, come si evince dall’emendamento, è previsto solo per i risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto riconosciuto con sentenza passata in giudicato: “Così l’onere della prova torna a carico di chi è stato danneggiato che, in questo modo, dovrà inevitabilmente impiegare altro denaro per dimostrare di essere vittima”, per poi ricevere, magari, meno di quanto gli è stato sottratto.
“E’ un metodo inaccettabile: mentre il governo stanzia miliardi di euro per la gestione dei clandestini per il risparmio tradito italiano lascia solo le briciole”, conclude il capogruppo. “Qui si stratta di difendere il principio costituzionale del risparmio. Quello che oggi capita a centinaia di migliaia di italiani domani potrebbe capitare a tutti. Quello che succede al nostro vicino di casa domani può capitare a noi”.

Firmato il Patto tra Bologna, Modena e Ferrara dai sindaci Merola, Muzzarelli e Tagliani

Un Protocollo triennale tra Bologna, Modena e Ferrara per rendere quest’area del centro Emilia ancora più competitiva ed attrattiva a livello nazionale ed internazionale. Dopo l’incontro di luglio tra i tre sindaci che aveva avviato il percorso e l’approvazione nei rispettivi organi di governo, è arrivata oggi nella sede della Città metropolitana di Bologna la firma ufficiale di Virginio Merola, sindaco della Città metropolitana di Bologna, Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena e Tiziano Tagliani, presidente della Provincia di Ferrara alla presenza dell’assessore regionale Emma Petitti.

Questo atto conclude un mese particolarmente significativo per la Città metropolitana di Bologna: si era aperto il 6 novembre con il Patto sottoscritto a Firenze con la Città metropolitana; mercoledì scorso (22 novembre) l’accordo con Prato sul turismo ed ora arriva la sottoscrizione con Ferrara e Modena.

Si tratta di un documento, che ha l’obiettivo di rendere quest’area del centro Emilia ancora più competitiva ed attrattiva.
Il Patto trova fondamento nella omogeneità delle caratteristiche territoriali e socio-economiche (basti pensare alla presenza di 3 sedi universitarie ed una rete per la ricerca tra le migliori in Italia) e vuole definire una visione comune di sviluppo industriale (anche attraverso modalità condivise di promozione degli investimenti) e di politiche educative (in stretta connessione con quelle di sostegno all’innovazione della manifattura).
A partire da questo documento si vuole inoltre condividere progettualità in materia di infrastrutture, di pianificazione urbanistica-territoriale, di promozione degli investimenti e grandi opere pubbliche al fine di poter relazionare in modo unitario e con obiettivi condivisi con la Regione Emilia-Romagna.
Anche dal punto di vista turistico e culturale gli elementi che accomunano i tre territori sono tanti: dal valore architettonico dei centri storici e degli edifici religiosi al paesaggio rurale e alla tradizione eno-gastronomica, fonte di interesse per un pubblico locale, nazionale ed internazionale.
In questo ambito le Amministrazioni si impegnano a condividere progettualità comuni con l’obiettivo di potenziare l’attrattiva turistica dei sistemi territoriali, attraverso lo sviluppo dei prodotti turistici “città d’arte”, “food valley” e “motor valley”.

Sotto il profilo logistico grande attenzione andrà al ruolo dell’Aeroporto Marconi, all’interconnessione del sistema fieristico (Bologna-Modena-Ferrara), alle piattaforme logistiche, al sistema universitario, alla promozione e attrazione dei territori, alle reti culturali e turistiche.
Per creare un sistema di relazioni fra i territori e tra le strutture Amministrative, in modo tale da condividere le migliori pratiche, svolgere un ruolo propositivo e attivo nei confronti della Regione e accrescere la competitività e l’attrattività dell’intero sistema regionale, le politiche comuni saranno gestite attraverso specifiche convenzioni, accordi e protocolli.

L’imposta di soggiorno sul territorio di Comacchio: in vigore dal 1° dicembre 2017

Dal 1° dicembre 2017 prende avvio l’applicazione dell’imposta di soggiorno anche sul territorio di Comacchio: termini e i dettagli operativi di applicazione della tassa turistica sono stati illustrati ad un centinaio di operatori turistici dall’Assessore Riccardo Pattuelli e dai dirigenti comunali Roberto Cantagalli e Cristina Zandonini, nel pomeriggio di lunedì 27 novembre, nella Sala Polivalente di Palazzo Bellini.
Durante l’incontro l’assessore al Marketing Turistico Riccardo Pattuelli ha sottolineato che “Le risorse derivanti dall’imposta, come concordato nell’ambito del Tavolo del Turismo, saranno destinate per il 50% a progetti di riqualificazione della costa, il restante 50% equamente diviso fra promozione e eventi turistici”
Il Comune lagunare, fra gli ultimi della costa emiliano romagnola ad introdurre l’imposta – reintrodotta dal Governo lo scorso giugno riportando in vigore le delibere già approvate dai Comuni – ha atteso appositamente il termine della stagione turistica estiva per l’applicazione al fine di agevolare una graduale introduzione degli oneri turistici previsti. L’imposta riguarda infatti i pernottamenti, per persona, fino ad un massimo di 14 consecutivi e le tariffe che saranno applicate sono state concordate con le associazioni di categoria: l’onere è stato inoltre graduato in conformità alla normativa in base alle categorie di alloggi turistici, numero di stelle o soli (per gli appartamenti).
Saranno esenti dal pagamento i minori fino ai 12 anni, clienti con handicap documentato, i volontari in servizio sul territorio comunale per emergenze ambientali ed umanitarie; – il personale delle Forze di Polizia, statali e locali, alle altre Forze Armate, al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e alla Protezione civile, che soggiornano per esigenze di servizio; gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici (ogni 25 partecipanti) che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati dalle agenzie di viaggi e turismo.

Per informazioni e delucidazioni si rinvia alla consultazione della home page del sito istituzionale, all’indirizzo www.comune.comacchio.fe.it

Daniele Santimone 4et feat. Pietro Tonolo e Ares Tavolazzi al Jazz Club Ferrara

Venerdì 01 dicembre, ore 21.30
Daniele Santimone 4et feat. Pietro Tonolo e Ares Tavolazzi
Pietro Tonolo, sax tenore e soprano
Daniele Santimone, chitarra
Ares Tavolazzi, contrabbasso
Riccardo Paio, batteria

Dopo una totale immersione nei suoni e colori di Reverb, il Jazz Club riacquista la consueta mise en place per ospitare, venerdì 01 dicembre, il Daniele Santimone Quartet featuring Pietro Tonolo e Ares Tavolazzi. Completa il quartetto il batterista Riccardo Paio.

Dopo una totale immersione nei suoni e colori di Reverb, il Jazz Club riacquista la consueta mise en place per ospitare, venerdì 01 dicembre (inizio ore 21.30), il Daniele Santimone Quartet featuring Pietro Tonolo e Ares Tavolazzi.
Il gruppo guidato dal virtuoso chitarrista ferrarese nasce in primis come trio con un lavoro sulla musica di Béla Bartók sviluppata in chiave jazzistica. Ora si estende a quartetto con un progetto costituito da composizioni originali che vede l’innesto del sassofonista Pietro Tonolo. La voce dalla grande capacità narrativa dell’esperto musicista miranese funge da perfetto contraltare agli equilibri di una formazione forte dell’intenso lirismo di Ares Tavolazzi al contrabbasso e della perizia di Daniele Santimone alla chitarra e Riccardo Paio alla batteria.
Daniele Santimone inizia la propria attività concertistica negli anni ’90. Il talento e la versatilità lo conducono ben presto ad esibirsi con i Back to the Future guidati da Giulio Capiozzo e a fianco di artisti quali lo stesso Tavolazzi e Marco Tamburini. Successivamente Santimone si trasferisce negli Stati Uniti dove consegue la laurea in Professional Music presso il prestigioso Berklee College di Boston. Rientrato in Italia abbraccia diversi progetti: nel 2004 entra a far parte del gruppo di Patrizia Laquidara, mentre nel 2008 si unisce all’ensemble di Eumir Deodato. Nello stesso anno si esibisce in più occasioni con Mario Biondi partecipando inoltre alla registrazione di “If”, terzo episodio discografico del cantante catanese.
Oltre a vantare ulteriori collaborazioni con artisti quali Roberto Gatto, Jesse Davis, Stefano Bollani, Fabrizio Bosso, ecc. ed essersi esibito in prestigiosi festival in Italia e all’estero, Daniele Santimone è altresì docente di chitarra presso il Conservatorio “G. Pollini” di Padova.
Pochi, tra i musicisti italiani in attività, godono come Pietro Tonolo della piena e incondizionata stima dei colleghi statunitensi. Ciò si deve alla sua grande personalità, alla profonda conoscenza della musica di matrice post-boppistica e ancora alle sue numerose e prestigiose collaborazioni: dalla Gil Evans Orchestra a Kenny Clarke, Chet Baker, Steve Lacy, Joe Lovano, Steve Swallow, Dave Holland e Paul Motian, della cui Electric Be-Bop Band è stato un componente stabile dal 1999 al 2004.
La cena alla carta anticipa il concerto. È consigliata la prenotazione allo 0532 1716739 dalle ore 12:30 alle ore 19:30. Info su www.jazzclubferrara.com

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Per informazioni e prenotazione cena 0532 1716739 dalle ore 12:30 alle ore 19:30.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Con dispositivi GPS è preferibile impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero: 15 euro
Ridotto: 10 euro (la riduzione è valida prenotando la cena al Wine Bar, accedendo al solo secondo set, fino ai 30 anni di età, per i possessori della Bologna Jazz Card, per i possessori di MyFe Card, per i possessori della tessera AccademiKa, per i possessori di un abbonamento annuale Tper, per i possessori di Jazzit Card, per gli alunni e docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara).

Intero + Tessera Endas: 20 euro
Ridotto + Tessera Endas: 15 euro

NB Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria: 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set: 21.30
Secondo set: 23.00

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