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Giorno: 7 Aprile 2018

Lunedì 9/4 Bittolo Bon, Dallaporta e Grillini, aka REX KRAMER, sono protagonisti di un nuovo Monday Night Raw

Da Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 9 aprile, a partire dalle ore 20.00
Monday Night Raw
Opening Act
Happy Hour with Willygroove Dj

+

Live
Rex Kramer
Piero Bittolo Bon, sax alto
Stefano Dallaporta, contrabbasso
Andrea Grillini, batteria

+

Jam Session
In collaborazione con il Conservatorio “G. Frescobaldi”
Tip of the Day
Sara Tinti, voce
Claudio Francica, chitarra
Gianfilippo Invincibile, batteria

Protagonista del Monday Night Raw di lunedì 9 aprile è Rex Kramer, trio ad alto tasso energetico composto da Piero Bittolo Bon al sax alto, Stefano Dalla Porta al contrabbasso e Andrea Grillini alla batteria. Immancabili l’aperitivo a buffet accompagnato dalla selezione musicale di Willygroove Dj e la jam session aperta dagli allievi e dai docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara.

È un trio agile e ad alto tasso energetico come Rex Kramer a caratterizzare il Monday Night Raw di lunedì 9 aprile (inizio ore 21.30) del Jazz Club Ferrara. Un laboratorio dove convogliare energie compositive e dare nuova forma alle suggestioni dal passato che le hanno innescate: dalle composizioni originali di Piero Bittolo Bon (sax alto), Stefano Dallaporta (contrabbasso) e Andrea Grillini (batteria) si salta con nonchalance a pagine di Screamin’ Jay Hawkins e Jackie McLean.
Ma avevamo davvero bisogno di ulteriore dialettica tra scrittura e improvvisazione, con radici ben piantate nel passato e lo sguardo rivolto al futuro? A Rex Kramer non resta che indossare la tuta, infilarsi il casco ed urlare forte nelle vostre orecchie la risposta a questo annoso quesito.
Considerato uno tra i migliori talenti della scena italiana del jazz e della musica creativa, Piero Bittolo Bon è abile polistrumentista. Sebbene il suo strumento d’elezione sia il sax alto, dal suono personalissimo ma nel quale si riconoscono le influenze di Eric Dolphy, Tim Berne ed Henry Threadgill, Bittolo Bon si dedica anche al sax baritono, al clarinetto basso, al contralto, al flauto e al basso elettrico. Come leader è a capo del sestetto Jümp The Shark e del quintetto Bread & Fox. È altresì codirettore, insieme ad Alfonso Santimone, della Tower Jazz Composers Orchestra, la resident band del Jazz Club Ferrara, oltre ad aver collaborato con artisti del calibro di Uri Caine, John Tchicai, Antony Braxton e Jamaaladeen Tacuma solo per citarne alcuni.
Anticipa il concerto il goloso aperitivo a buffet del wine bar del Torrione (a partire dalle ore 20.00) accompagnato dalla selezione musicale di Willygroove Dj. Lo segue Tip of the Day, ovvero la jam session aperta dagli allievi e docenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara. Questo lunedì l’onore spetta al Lua Nova Trio formato da Sara Tinti alla voce, Claudio Francica alla chitarra e Gianfilippo Invincibile alla batteria. Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas, infoline 0532 1716739.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline: 0532 1716739 (dalle 12.30 alle 19.30)

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto 21.30
Jam Session 23.00

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

UFFICIO STAMPA
Eleonora Sole Travagli
e-mail: solejazzclubferrara@gmail.com ; press@jazzclubferrara.com
cell. + 39 339 6116217

Gli studenti del Montalcini in finale con i loro tre progetti alle Olimpiadi di robotica

Da organizzatori

Gli studenti dell’Istituto Tecnico Tecnologico – sede di Portomaggiore –

coordinati dal prof. Luigi Doria, entrano come finalisti alle Olimpiadi di Robotica, che si svolgeranno a Milano presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, il 21 e il 22 maggio 2018.

Il Montalcini entra in finale con tutti e tre i progetti presentati:

o Esoscheletro terapeutico
o Geiger mobile
o School CO controller

La premiazione avverrà il giorno 22 maggio 2018 presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e Il giorno 23 Maggio tutti i partecipanti visiteranno la Fiera dell’Automazione, che si svolgerà nella città di Parma dal 22 al 24 maggio 2018.

Complimenti da parte della dirigenza e di tutto l’Istituto a questi ragazzi e ai loro docenti perchè molte sono le scuole ad aver partecipato, ma pochissime sono quelle arrivate alla fase finale.

“A chi appartiene la notte”

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Martedì 10 aprile alle 18.00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

In collaborazione con l’Associazione Gruppo del Tasso

Patrick Foglipresenta il libro

“A chi appartiene la notte”

(Baldini & Castoldi)

Dialoga con l’autore Paolo Panzacchi

a chi appartiene la notte. Irene Fontana è una giornalista d’inchiesta, messa fuori gioco dalla sua ostinazione a svelare corruzioni e tutelare i diritti dei cittadini. La Contessa è la casa di sua nonna, la casa delle sue vacanze di bambina. È tornata a vivere lì. Tutto il suo mondo era crollato in meno di un mese e in quello che restava non c’era nulla che le interessasse. Così, ha ricominciato dall’inizio. Filippo cade dalla Pietra di Bismantova una notte d’estate. Irene è lì, per puro caso, il giorno dopo, quando rimuovono il suo corpo. La madre del ragazzo non crede al suicidio e chiede aiuto a Irene. Lei parte dalla vita di Filippo, dai suoi amici, dalle sue frequentazioni. Scopre un locale, lo Snoopy, dove nel giorno di chiusura si organizzano festini piuttosto estremi. Incontra un uomo, il Pittore, un artista che vive isolato in una casa museo, in compagnia della sue sculture da incubo

Questa è, in verità, solo una parte di un quadro ben più complesso che parte da lontano. Un patto fondato nel dopoguerra per garantire prosperità. Cinque famiglie, in cinque frazioni diverse dell’Appennino, giovani vite in cambio di un futuro più saldo. «Uno per generazione, perché il patto si trasmette e si eredita. Una vita per la vita di tutti. Bisogna prenderli giovani, quando hanno tutta la vita davanti, il potenziale integro.»Inseguire la vita di Filippo si trasforma in una discesa all’inferno. Ma ciò che appartiene alla notte, appartiene alla notte, le illusioni durano un istante e quando se ne vanno non sono mai esistite. Come i sogni, i miraggi, i miracoli, i demoni.

Patrick Fogli, nato a Bologna, è ingegnere elettronico. Ospite al Festivaletteratura di Mantova, finalista al Premio Scerbanenco al Noir in Festival di Courmayeur, è considerato dalla critica uno degli scrittori più interessanti e originali della narrativa italiana di oggi. Ha scritto Lentamente prima di morire – il cui protagonista, Gabriele Riccardi, torna anche ne La puntualità del destino – L’ultima estate di innocenza e i romanzi Il tempo infranto, sulla strage alla stazione di Bologna, e Non voglio il silenzio, con Ferruccio Pinotti, sull’omicidio Borsellino e la trattativa Stato-mafia.

Ha scritto con Stefano Incerti la sceneggiatura di Neve, il nuovo film del regista napoletano.

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

“Vedere l’invisibile: la poesia di Rainer Maria Rilke”.

Da ufficio stampa Istituto Gramsci Ferrara

LUNEDÌ 9 APRILE BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA ore 17-19 “VEDERE L’INVISIBILE: LA POESIA DI RAINER MARIA RILKE”.

Ne parla Giuliano Sansonetti Docente Unife

Introduce Daniela Cappagli Insegnante

Marina Cvetaeva ebbe a definire la poesia di Rainer Maria Rilke “una topografia dell’anima”, dunque – per stare al nostro titolo – una topografia dell’Invisibile per eccellenza. Il nostro tentativo sarà perciò di leggere l’itinerario poetico di Rilke dal Libro d’ore alle Elegie duinesi, per citare le sue opere più celebri, come un progressivo, tenace addentrarsi nell’invisibile per mostrarlo. Ci sembra infatti che mai come per Rilke valgano le parole di Manzoni che Franco Fortini amava citare a proposito della poesia: «Un vero veduto dalla mente per sempre o, per parlare con più precisione, irrevocabilmente»

Per il ciclo “I colori della Conoscenza” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea

MARTEDI 10 APRILE e MARTEDI 17 APRILE ore 17-19

LABORATORI DIDATTICI

presso l’Istituto di Storia Contemporanea, Vicolo Santo Spirito 11, Ferrara (è richiesta l’iscrizione)

PRIMO LEVI, I SOMMERSI E I SALVATI. Il contesto storico-culturale. I temi e i contenuti. La lingua.

2 incontri di 2 ore condotti da Fiorenzo Baratelli, Direttore Istituto Gramsci, con la partecipazione di Daniela Cappagli, Insegnante.

Per il ciclo “I colori della Conoscenza” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea

Presentazione Corsi Naturalistico: Molte forme, una sola natura

Da ufficio stampa CAI Ferrara

Lunedì sera, 9 aprile, presso la sede CAI in Viale Cavour 116, verra’ presentato il IV Corso Natura-listico dal titolo: Molte forme, una sola natura.
Questa edizione del corso naturalistico trattera’ di pietra, terra, acqua, forme di vita vegetale e della meraviglia che si nasconde nei loro luoghi segreti.
L’ambiente naturale, infatti, e’ ricco di suggestioni che coinvolgono occhi, orecchie, naso, piedi, mani e pelle in una interazione costante senza soluzione di continuità tra uomo e territorio.
Il suolo, l’acqua e la vegetazione sveleranno l’intimo intreccio che li lega e che rende unica la loro forma e peretta la loro efficienza: sono le ossa, il sangue e i muscoli della terra come essenza ed espressione di vita.
Il corso si svilupperà in 4 incontri serali presso la sede CAI di Ferrara, un incontro serale presso il Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, 4 passeggiate tardo pomeridiane in città, 4 escursioni in ambiente.
Durante la serata verranno illustrati il calendario del corso, i temi degli incontri teorici e delle uscite in ambiente e sara’ possibile effettuare l’iscrizione; il corso avra’ inizio il 4 maggio.
Per info: 347 5327283 (dopo le 18).

Vigarano, incontri pubblici per il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti

Da ufficio stampa CLARA

Entra nel vivo la campagna informativa legata all’attivazione della raccolta dei rifiuti porta a porta a Vigarano Mainarda. Dopo la prima assemblea pubblica di febbraio, lunedì 9 e martedì 10 aprile sono infatti programmati altri due incontri promossi da CLARA e Comune per approfondire le informazioni sul nuovo sistema, il cui avvio operativo è programmato per il 1° luglio prossimo.
Nei giorni scorsi tutti gli utenti di Vigarano Mainarda hanno ricevuto una lettera congiunta da parte del Comune e di CLARA con l’invito agli incontri pubblici e con la descrizione delle prossime fasi della campagna informativa, accompagnata da un pieghevole che illustra in sintesi il metodo di raccolta domiciliare.
Già nei prossimi giorni cominceranno anche le visite conoscitive rivolte alle utenze non domestiche: gli addetti CLARA passeranno cioè presso ogni attività per valutare, in base alla tipologia e alla quantità di rifiuti prodotti, il fabbisogno in termini di contenitori per la raccolta. Dai primi di maggio inizieranno poi le visite informative e di consegna del kit di sacchi e bidoni anche alle famiglie.
La campagna sarà coadiuvata dai “facilitatori ambientali”, cittadini di Vigarano che si sono resi disponibili come figure di collegamento tra CLARA, Amministrazione Comunale e popolazione per supportare il passaggio al nuovo sistema. Si tratta di volontari, donne e uomini, consci che il coinvolgimento dei loro concittadini è fondamentale per la buona riuscita del servizio: un ruolo importante nel percorso partecipativo e informativo che accompagnerà Vigarano verso il porta a porta.
«Ancora una volta Vigarano si distingue per l’impegno dei cittadini nel volontariato» – sottolinea Barbara Paron, Sindaco di Vigarano, «in maniera fortemente partecipata, originale e innovativa. I Facilitatori Ambientali stanno dando un prezioso contributo al miglioramento della nostra bella comunità in vista del passaggio al sistema porta a porta e a loro va il mio personale ringraziamento. Sono sicura che sapranno contagiare positivamente la cittadinanza. Dalle esperienze fatte negli altri comuni emerge l’importanza di sensibilizzare tutti sugli obiettivi che ci siamo prefissati: la riduzione della produzione dei rifiuti e l’aumento della percentuale di raccolta differenziata. L’ambiente in cui viviamo non l’abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri, ma l’abbiamo in prestito dai nostri figli ed è per loro che dobbiamo impegnarci anche su questo fronte. Spero che il numero dei Facilitatori durante le prossime assemblee cresca ancora».
Nel territorio comunale sono 3.356 le utenze domestiche – cioè i nuclei famigliari – e 310 le attività, tutte interessate dal passaggio ad un sistema che nel bacino servito da CLARA fa rilevare percentuali di raccolta differenziata mediamente superiori al 75%, con punte dell’84% nei Comuni in cui è applicata la Tariffa su Misura, e un calo decisivo della produzione di rifiuto indifferenziato, che scende, sempre nei comuni con Tariffa su Misura, fino a soli 63 Kg a testa: risultati che superano ampiamente gli obiettivi posti per il 2020 dalla Legge Regionale 16/2015.
Di seguito il calendario degli incontri pubblici in programma, tutti con inizio alle 21.
 Lunedì 9 aprile al PalaVigarano di Vigarano Mainarda
 Martedì 10 aprile presso la Struttura Polifunzionale della Parrocchia SS. Pietro e Paolo di Vigarano Pieve.
Un ulteriore incontro, rivolto specificamente alle attività e alle associazioni di categoria, è pianificato per lunedì 16 aprile presso la Sala Consiliare del Comune.

Gli studenti del Montalcini presso la sede AVIS di Argenta per verificare la loro idoneità alla donazione

Da organizzatori

In questi giorni molte sono me classi dell’Istituto Montalcini che si sono recate presso le sedi AVIS di Argenta e Portomaggiore per verificare, mediante esami del sangue, se possono diventare o meno donatori di sangue.

Questa mattina è stato il turno della classi quinte di Ipsia e Liceo, che dopo aver assistito ad una lezione teorica da parte dei volontari Avis sugli aspetti positivi della donazione hanno maturato la decisione di voler diventare loro stessi donatori.

Una lodevole e meritevole iniziativa, che apre le porte ad un percorso di solidarietá fattiva di cui gli studenti sentono fortemente l’esigenza.

MEMORABILE
C’è un’altra vita?

Alcuni degli argomenti trattati da Alfred Russel Wallace in questo intrigante libro sono: Scienza e religione in conflitto; Necessità etiche di un’altra vita; Fantasmi, visioni, avvertimenti, previsioni ecc.; La credenza in Satana e le manifestazioni diaboliche; Fenomeni di magia; i miracoli non sono fatti scientifici; Materialismo e spiritualismo; Non c’è morte; La realtà di una vita futura; La levitazione del corpo umano; Fenomeni musicali, chimici, fotografici, di chiaroveggenza o auditivi, di trasfigurazione ecc. I morti sono vivi!… A che serve lo Spiritismo e che fanno gli spiriti nell’altra vita; Insegnamenti e filosofia del vero Spiritualismo. Tiemme Edizioni Digitali (www.tiemme.onweb.it) sottopone il complesso ebook ‘C’è un’altra vita?’ al vaglio dei lettori senza ulteriori commenti né opinioni in merito.

Oltre la bufera: il film su don Minzoni fra storia e poesia

“Attendo la bufera”, scrisse don Minzoni poco prima di essere ucciso, consapevole che la sua opposizione al fascismo gli sarebbe costata cara. Ma il sacerdote di Argenta aveva una convinzione profonda: “Spendere la vita per un ideale non è morire, è vivere”. E così è stato.

Da sinistra: Stefano Muroni, Marco Cassini e Valeria Luzi

L’esistenza di don Giovanni Minzoni non è finita il 23 agosto del 1923: quasi un secolo ci allontana da quell’omicidio efferato, don Giovanni Minzoni torna a vivere, a far sentire la sua voce nel film ‘Oltre la bufera’. Ideato da Stefano Muroni, scritto da Marco Cassini in collaborazione con Valeria Luzi e Stefano Muroni, il lungometraggio sarà girato ad aprile in quindici location del territorio ferrarese: a Mesola, al Centro etnografico di documentazione del mondo agricolo ferrarese di San Bartolomeo in Bosco, al teatro Concordia di Portomaggiore, alla pieve di san Vito a Ostellato, a Palazzo Crema a Ferrara. Un film ambientato tra il 1919 e il 1923, con costumi e oggetti scenici originali curati da Luigi Bonanno, il costumista di Giuseppe Tornatore. È la prima grande sfida di Controluce, la società di produzione fondata nel 2017 da Cassini, Luzi e Muroni.
La regia di ‘Oltre la bufera’ è affidata a Marco Cassini, che già ha diretto ‘La notte non fa più paura’ e ‘La porta sul buio’: “Titoli scuri – spiega il regista – perché cercano di analizzare l’animo umano alle prese col buio”.

Perché è importante un film dedicato a Don Minzoni per Ferrara e Provincia? A risponderci è Massimo Maisto, vicesindaco e assessore alla cultura di Ferrara: “Questo film è significativo per tre aspetti. In primis è un film dedicato a una persona che è stata ammazzata perché voleva proporre un’idea di educazione alternativa; non è solo un capitolo della storia, ma un tema ancora molto attuale. In secondo luogo, tra i nostri obiettivi c’è quello di valorizzare la creatività giovanile: conosco da qualche anno Stefano Muroni per la sua attività di fondatore e di formatore del Cpa (Centro preformazione attoriale) e ritengo sia importante sostenere e aiutare i giovani talenti. Infine – insieme a Emilia Romagna Film Commission – stiamo facendo un lavoro per promuovere e attirare produzioni cinematografiche a Ferrara e provincia, come già è avvenuto con Pupi Avati, che ha scelto il nostro territorio per girare una nuova serie televisiva. L’obiettivo è valorizzare le risorse professionali, culturali e ambientali del territorio, per garantirne una maggiore visibilità”.

Quali aspetti della storia mette in luce la personalità di Don Minzoni?
La parola questa volta va ad Anna Maria Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, riferimento per la consulenza storica, grazie ai preziosi materiali custoditi nell’archivio dell’Istituto, tra i quali il famoso ‘Diario’: “Don Minzoni è una figura chiave della nostra storia. Ho trovato molto interessante la proposta di Stefano Muroni, in questo film, di analizzare e mettere al centro la figura dell’educatore, piuttosto di insistere sull’omicidio, che insieme al delitto Matteotti, segna la storia del fascismo. Perché viene ucciso don Minzoni? È proprio la sua opera di educatore che lo rende insopportabile al fascismo. L’educazione dei giovani italiani era uno dei pilastri del regime totalitario di Mussolini: dalla culla ai campi sportivi, poi le divise nere dei Balilla con le esercitazioni ginniche e le grandi manifestazioni. Si trattava di un lavoro capillare sulla popolazione, dalla nascita all’età adulta, per plasmare una mentalità, per formare il ‘fascista perfetto’. Il fatto che ci fosse un sacerdote con un forte ascendente sui giovani – che proponeva cose diverse, come il movimento Scout – era inaccettabile per il regime. Inoltre don Minzoni era un giovane, si interessava alle persone, era riuscito ad organizzare una ‘cooperativa’ bianca dove le donne potevano cucire e lavorare. Gli interessava rendere consapevoli i cittadini. Educava alla libertà”.

Don Giovanni Minzoni

Generosità, impegno, coraggio, tenacia: erano i tratti di un uomo dal grande carisma. Don Giovanni – nella sua parrocchia come in guerra – seppe conquistarsi affetto e riconoscimenti, fra cui la medaglia d’argento al valore militare.
“Conoscevo la storia di don Giovanni Minzoni da quando ero bambino. Non ricordo chi me l’avesse raccontata. Ma sentivo l’esigenza, un giorno, di narrarla, per non perderne la memoria, per non farla svanire nel vento”, osserva Muroni, che vestirà i panni di don Minzoni. “Personalmente non ho mai creduto che possano esistere storie di destra o storie di sinistra. Per me, per noi piccoli cantastorie della bassa, esistono solo storie belle o storie meno belle. Da quando ho iniziato questa avventura ho sempre cercato di raccontare storie belle, che potessero commuovere ed emozionare, e che potessero dare un esempio alle future generazioni. La bellezza, dunque, di cui ne abbiamo tanto bisogno. L’armonia nella drammaticità. La favola che supera la storia”.
E quella di don Minzoni è appunto una “storia bella” che Stefano Muroni ha scelto di narrare per immagini. Chiediamo a lui – ideatore, sceneggiatore e attore protagonista – di raccontarci qualche particolare di ‘Oltre la bufera’, le cui riprese sono iniziate proprio in questi giorni di aprile.

Dove ha trovato l’ispirazione per questo film?
Nessuna ispirazione. Le storie soffiano nel vento. Basta solo mettersi in ascolto. Sono loro che scelgono te. Tu hai solo il dovere e la responsabilità di raccontarle. Mi è successo sempre così, fin da bambino. Così sto facendo, con passione ed entusiasmo.

Da quanto tempo ci state lavorando?
Da due anni, se considero il progetto iniziale, poi la scrittura del soggetto e la ricerca finanziamenti. Personalmente da quasi 29 anni: nulla arriva per caso, ma tutto è il risultato delle proprie esperienze, della propria esistenza su questa Terra.

Perché per lei questo film è importante?
Perché parla di noi, del nostro presente, del nostro vicino futuro. Tratta di un uomo, prima che di un prete, che torna dalla trincea con l’anima mutilata, e cerca di portare gioia e coraggio tra la sua gente attraverso l’educazione dei giovani, con la consapevolezza che sarebbe stato ucciso. Ieri come oggi ci sono persone che scambiano l’educazione per strategia politica. Don Minzoni ebbe il coraggio di dire no a questo sistema violento e denigratorio. Pagando con la vita.
Il coraggio di dire no. Ecco perché è importante questo film, questa storia. Per ricordarci che a volte bisogna dire no, costi quel che costi.

Che cosa può insegnare don Minzoni alle giovani generazioni?
Quella di don Minzoni era una generazione che non possedeva nulla: non aveva soldi per comprarsi le scarpe o una camicia. C’era gente che non vedeva un pasto al giorno. Alcuni avevano perso il marito, o il fratello, o il padre in guerra. Non avevano nulla se non gli ideali. Sia da una parte che dall’altra. Ideali giusti o sbagliati. Ma lottavano per qualcosa. Ecco l’esempio di don Minzoni che ci parla ancora oggi, l’enigma eterno da risolvere: vivere per niente o morire per qualcosa.

Che cosa rappresenta un film come questo per Ferrara?
Intanto un tempo e uno spazio di riflessione sul presente. Ricordarsi che gli estremismi portano inevitabilmente a scontri spesso violenti. E la storia a volte si ripete. Forse non insegna, purtroppo, ma si ripete ancora oggi. Ce lo dice l’attualità. E poi ritorna il cinema a Ferrara, nel ferrarese, fatto da ferraresi, dopo ‘La notte non fa più paura’. Voglio dimostrare che anche qui, nella mia terra, è possibile fare cinema di alta qualità, con la professionalità di gente del posto. E che ‘La notte’ non è stato solo un caso, ma può diventare la regola.

Come vi siete documentati per ricostruire la vicenda storica?
Leggendo tutti i libri storici presenti, i diari, andando al museo di Argenta dedicato a don Giovanni, parlando con Anna Maria Quarzi, con lo storico Giuseppe Muroni, ma anche respirando l’aria dei posti dove ha vissuto il nostro protagonista.

Qual è il rapporto tra storia e finzione? Tra fatti documentati e poesia?
La biografia di alcuni personaggi realmente esistiti non era suffragata dalla sufficiente documentazione, così abbiamo cercato di immaginare alcune loro azioni, rendendo il tutto molto verosimile. La poesia? Ce ne sarà molta, nonostante sia un film anche molto violento. Ma non dico ancora nulla.

Qual è la frase più bella della vostra sceneggiatura?
Secondo me quella che pronuncia don Minzoni al ricreatorio, davanti al popolo argentano: “D’ora in avanti, abbiate il coraggio di dire no!”

Che cosa la spaventa e che cosa la attrae di questa sua nuova avventura professionale?
Non nascondo che la produzione di questo film sia estremamente complessa, ed è la prima volta che mi trovo a ‘maneggiare’ un progetto così importante, sia a livello produttivo che a livello artistico. Senza contare che è un film d’epoca, girato in costume. Ma è questo ciò che mi attrae: la complessità. Se portiamo al cinema un bel lavoro, mi sentirò per la prima volta un ‘adulto del settore’. Per adesso mi sento ancora un ragazzo di cinema.

Una dedica particolare per questo film?
Alla mia famiglia. A Valeria, mia futura moglie. A Marco Cassini. A chi mi ha messo i bastoni fra le ruote, ma non ce l’ha fatta. A chi ha creduto in me e al progetto.
E, soprattutto, alla memoria di Folco Quilici.

The last straw. Terni, la prima città italiana plastic straw free, chiama a raccolta l’intero stivale

E’ Terni la prima realtà italiana che ha deciso di abolire progressivamente l’uso delle cannucce di plastica monouso dai locali della movida cittadina. Questo l’obiettivo di un’importante iniziativa – su base completamente volontaria – per l’ambiente partita dal capoluogo di provincia umbro, sulla scia dell’analoga campagna lanciata a Londra, lo scorso 15 gennaio, dalle pagine del quotidiano ‘Evening Standard’. Il progetto è ambizioso e mira a cercare delle soluzioni concrete a un problema reale. Londra chiama a un impegno ambientalista e Terni, nello specifico, risponde. Risponde una città che spesso si trova al centro delle cronache per questioni di carattere ambientale vista la presenza, sul suo territorio, di una grande acciaieria, di un polo chimico e di ben due inceneritori. Da qui la proposta di un gruppo di ragazzi ternani – Christian Armadori, Eleonora Angelelli e Antonio Metastasio – residenti a Londra, che hanno pensato di esportare la campagna ‘The last straw’ (l’ultima cannuccia) nella loro città di origine, trovando sul territorio il supporto dell’associazione culturale TerninAction (Cristiano Muti presidente e Rita Burattini vice presidente) per l’attuazione pratica dell’iniziativa: sono 27 i locali che hanno già aderito in pochissimi giorni alla campagna. Il desiderio è che a partire dall’esempio di Terni si cominci a voltare pagina nei termini più globali della lotta per la salvaguardia del pianeta.

Ecco dunque le origini di questa campagna chiamata appunto ‘Terni prima città italiana plastic straw free’. Gli esercenti della città umbra interpellati hanno risposto con entusiasmo: dai proprietari dei caffè più esclusivi, a quelli dei pub più frequentati dai giovani, al punto che l’iniziativa si sta adesso allargando ad altri bar sparsi su tutto il territorio comunale, piccole frazioni comprese, provinciale e regionale. L’impegno è quello di abbandonare le cannucce in plastica monouso per sostituirle con altre di diverso materiale, fatte per esempio di bio plastica derivata da amido di mais (biodegradabili in 12 settimane), ma anche di carta, metallo e canna di bamboo. Ogni locale esporrà sulla propria vetrina l’adesivo ‘The last straw. Terni prima città italiana plastic straw free‘, in modo da renderlo subito riconoscibile al cliente.

Il promotore dell’iniziativa Christian Armadori: “Ho letto sull’’Evening Standard’ di questa importante campagna e ho preso consapevolezza della portata del problema. Ne ho poi parlato con Eleonora ed Antonio, altri due ragazzi di Terni emigrati a Londra per motivi di lavoro come me, e abbiamo pensato di esportare questa iniziativa nella nostra città. Sappiamo come Terni abbia problemi ambientali più urgenti e proprio da qui, per il forte valore simbolico, volevamo partire per coinvolgere l’Italia. La proposta, che abbiamo poi definito sul territorio con l’associazione Terninaction, rappresenta un piccolo gesto che può significare molto per il pianeta. Siamo orgogliosi di essere la prima città italiana che si impegna ad abbandonare l’uso delle cannucce di plastica e siamo molto soddisfatti che già tanti locali abbiano aderito al nostro invito. Sarebbe adesso importante che altre realtà italiane cominciassero a seguire il nostro esempio”.

Le cannucce di plastica, non riciclabili a causa delle loro ridotte dimensioni, risultano il quinto elemento inquinante presente sulle nostre spiagge. Secondo i dati di una ricerca condotta dalla compagnia britannica Eunomia, in Italia vengono consumati ogni anno circa 2 miliardi di cannucce. Occorrono 500 anni prima che una cannuccia possa completamente distruggersi.
Le cannucce possono causare gravi conseguenze per l’ambiente marino. Una volta in acqua, queste si suddividono in frammenti di piccolissime dimensioni, che rischiano di essere ingeriti dai pesci, ritornando poi nella nostra catena alimentare. In tempi recenti, a calamitare l’attenzione su questo serio problema ha contribuito un video, filmato in Costa Rica e cliccato su You Tube da milioni di utenti, in cui a una tartaruga veniva estratta dal corpo una cannuccia intera, con gravi sofferenze per il povero animale.

Da quando ‘Evening Standard’ ha lanciato la sua campagna ‘The last straw’, a Londra decine di grandi catene alberghiere e delle ristorazione hanno già aderito all’appello, impegnandosi a sostituire le vecchie cannucce con altre di diverso materiale a minore impatto ambientale. Basta farsi un giro per i pub della capitale britannica per rendersi conto di come la proposta stia raccogliendo consensi un po’ ovunque. Londra da sola consuma ogni anno circa 2 miliardi di cannucce di plastica, un numero impressionante, cioè la stessa quantità che l’Italia consuma invece nel suo insieme. Perfino la regina Elisabetta ha deciso di bandire l’uso delle cannucce nelle sue proprietà reali. E niente più cannucce neppure al London City Airport, al Natural History Museum e sui treni Eurostar che viaggiano tra Londra e le altre città europee.

Per info:
TerninAction (amotec) – Associazione Culturale