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Giorno: 24 Aprile 2018

Dalla Regione 21 milioni ai Comuni per servizi sociali e sociosanitari: 2,9 a Ferrara.

Da ufficio stampa Gruppo Partito Democratico

Dalla Regione 21 milioni ai Comuni per servizi sociali e sociosanitari: 2,9 a Ferrara.

Calvano e Zappaterra: “Infanzia, adolescenza e famiglie al centro delle politiche di welfare dell’Emilia Romagna”

«Il welfare è al centro delle politiche emiliano romagnole. Oltre 40 milioni di euro, di cui 21 dalla Regione, saranno destinati ai Comuni e alle Unioni dei Comuni per finanziare i servizi sociali e sociosanitari, a partire da quelli per l’infanzia e le famiglie». A dirlo sono i consiglieri Paolo Calvano e Marcella Zappaterra che commentano la ripartizione del Fondo regionale per le politiche sociali, che mette in campo per il 2018 un consistente pacchetto di risorse, per la metà di provenienza regionale e per la metà statali.

«La ripartizione dei fondi a livello territoriale, assegna ai 3 distretti socio-sanitari di Ferrara 2,9 milioni – dicono Calvano e Zappaterra –. Un passo importante per sostenere le famiglie con minori in condizioni di difficoltà, le donne vittime di tratta e agevolare l’utilizzo del trasporto pubblico per famiglie numerose e cittadini in difficoltà economica. Un supporto alla genitorialità ma anche agevolazioni a chi vive momenti di fragilità, volto al miglioramento delle loro condizioni di vita. L’arrivo di risorse nei comuni nell’ambito sociale dimostra l’impegno della Regione verso un welfare che riduce le diseguaglianze, il disagio abitativo e la povertà in tutti i suoi aspetti. L’Emilia Romagna ancora una volta anticipa politiche e misure a livello nazionale contrastando l’indigenza e mettendo al centro infanzia, adolescenza e famiglie».

Speciale ponti 25 Aprile e 1 Maggio: MEIS sempre aperto (anche il 30/4, con conferenza su Abramo)

Da ufficio stampa meis

In occasione dei ponti della Liberazione e del Primo Maggio, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS (Via Piangipane 81, a Ferrara) è sempre aperto (anche lunedì 30, con apertura straordinaria), dalle 10 alle 18 (giovedì 10-23).

Il pubblico può visitare il percorso espositivo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, a cura di Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, che comunica in modo originale l’unicità della storia dell’ebraismo italiano, descrivendo come la presenza ebraica si sia formata e sviluppata nella Penisola dall’età romana (II sec. a.e.v.) al Medioevo (X sec. d.e.v.) e come gli ebrei d’Italia abbiano costruito la propria peculiare identità, anche rispetto ad altri luoghi della diaspora. Attraverso i contributi video di sette esperti e oltre duecento oggetti (molti dei quali preziosi e rari), provenienti dai musei di tutto il mondo, vengono individuate le aree di origine e dispersione del popolo ebraico, e ripercorse le rotte dell’esilio verso il Mediterraneo occidentale, dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme. L’itinerario documenta la permanenza a Roma e nel meridione, parla di migrazione, schiavitù, integrazione e intolleranza religiosa, in rapporto sia al mondo pagano che a quello cristiano. Segue la fioritura dell’Alto Medioevo e poi il precisarsi di una cultura ebraica italiana, sia a sud che a nord, come testimonia l’ebreo Beniamino da Tudela nel suo “Libro di viaggi” (1159-73), che chiude l’esposizione.

A introdurre il visitatore ai temi del MEIS, l’installazione multimediale “Con gli occhi degli ebrei italiani”, a cura di Giovanni Carrada (autore di “Superquark”, responsabile del soggetto e della sceneggiatura) e Simonetta Della Seta (Direttore del MEIS): duemiladuecento anni di storia e cultura italiana in ventiquattro minuti, visti e raccontati attraverso gli occhi degli ebrei.

Figura chiave che apre tanto il percorso espositivo quanto l’installazione è quella del patriarca Abramo, che ebbe l’intuizione del monoteismo. Al padre del popolo ebraico è dedicato l’appuntamento speciale in programma al MEISHOP alle 16.00 di lunedì 30 aprile con lo studioso e rabbino Roberto Della Rocca, dal titolo “Vai verso te stesso: il viaggio fisico e interiore di Abramo” (ingresso gratuito).

Al MEIS il pubblico può, inoltre, passeggiare nel Giardino delle Domande, dove le piante di alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana aiutano a comprendere, con l’aiuto di pannelli esplicativi, le regole della casherut, la normativa ebraica sull’alimentazione, con particolare riferimento all’uso di carne, latte, pesce e uova.

Biglietto intero € 10, ridotto € 8 (dai 6 ai 18 anni, studenti universitari, possessori di MyFE Card, categorie convenzionate); gruppi da 8 a 15 persone € 6 (un accompagnatore gratuito ogni 15 paganti); scuole € 5 (due accompagnatori gratuiti per ogni classe). Entrano gratuitamente i bambini sotto i 6 anni, i diversamente abili al 100% con un accompagnatore, i giornalisti e le guide turistiche con tesserino, i membri ICOM e i militari in divisa.

Main partner del percorso espositivo: Intesa Sanpaolo.

Ricostruzione post sisma. Più tempo a tutte le imprese per dichiarare la fine lavori e la rendicontazione finale dei contributi ricevuti

Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Il presidente e commissario Bonaccini ha firmato un’ordinanza che fissa i nuovi termini per la rendicontazione dei contributi

Bologna – Prorogati i termini di fine lavori e la scadenza per la rendicontazione finale dei contributi per tutte le tipologie di imprese, comprese quelle del settore agricoltura, danneggiate dal sisma del 20 e 30 maggio 2012. Per le imprese che abbiano ricevuto il contributo entro il 31 dicembre 2017, il termine di fine lavori viene stabilito al 31 dicembre 2018 e il termine per la presentazione della documentazione di rendicontazione al 29 marzo 2019. Mentre per le imprese che abbiano ricevuto il contributo dall’1 gennaio 2018 gli stessi termini vengono fissati rispettivamente al 30 aprile 2019 e al 31 luglio 2019.

Lo ha stabilito l’ordinanza n. 7 del 24 aprile 2018 (e non 24 febbraioi) firmata oggi, da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato per la Ricostruzione.
Per rispettare i termini previsti dalla Commissione europea per la concessione dei contributi, in regime di aiuti di Stato, inoltre è stato fissato al 31 maggio 2018 per tutte le imprese il termine per la presentazione di modifiche progettuali che comportino variazione in aumento dei contributi.

L’ordinanza è consultabile sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna (Burert).
La proroga consentirà ai beneficiari, alla luce delle particolari complessità registrate sul territorio, di completare tutti gli interventi di ricostruzione progettati e finanziati ai sensi dell’ordinanza n. 57/2012 e successive modifiche.

Centri antiviolenza. Al via le domande per entrare a far parte della rete regionale e ottenere contributi per il 2018

Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Le richieste vanno presentate on line da oggi al 28 maggio. L’iscrizione è finalizzata anche all’assegnazione di risorse statali o regionali. L’assessora Petitti: “Un altro tassello importante per la realizzazione del Piano regionale contro la violenza di genere”

Bologna- Far crescere una rete regionale di centri antiviolenza diffusa e strutturata per combattere la violenza di genere. Con questo obiettivo la Giunta regionale ha definito i requisiti necessari per poter entrare a far parte della rete dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio dell’Emilia-Romagna. Le domande potranno essere presentate via web entro il 28 maggio.
Circa 3 milioni di euro sono stati destinati nel 2017 all’istituzione di nuovi centri antiviolenza e di nuove case rifugio, al sostegno di strutture già esistenti. I finanziamenti regionali sono andati anche a progetti finalizzati all’autonomia abitativa per le donne vittime di violenza, a un progetto formativo che nel biennio 2017-2018 coinvolgerà il personale della rete dei Pronti Soccorso e dei servizi territoriali sociali e sanitari, e ad interventi per il trattamento di uomini maltrattanti.
Le donne che si sono rivolte ai 19 Centri antiviolenza nel 2017 sono state complessivamente 3.951: tra queste, sono 3.543 le donne che hanno subito violenza (fonte Coordinamento centri antiviolenza).

“Con questa delibera- commenta l’assessora regionale alle Pari opportunità, Emma Petitti- si aggiunge un altro tassello importante per la realizzazione del Piano regionale contro la violenza di genere. I dati riguardanti le donne che si rivolgono agli sportelli antiviolenza ci fanno capire che la situazione è ancora preoccupante e confermano quanto sia importante poter contare, nei nostri territori, su una rete a protezione e tutela delle donne che abbiano subito maltrattamenti e violenze. Il lavoro svolto dai Centri- ha aggiunto Petitti- è certamente una delle eccellenze della nostra regione e rappresenta un modello a livello nazionale nel contrasto alla violenza di genere”.

La domanda
Gli enti o le associazioni in possesso delle caratteristiche richieste potranno presentare domanda di iscrizione all’Elenco regionale dei Centri, da oggi e non oltre lunedì 28 maggio 2018, ore 14, all’indirizzo www.migliorapa.it/sondaggi/index.php/834753/lang-it. L’iscrizione è finalizzata anche all’assegnazione di contributi statali o regionali per l’anno 2018. L’iscrizione all’elenco regionale dei centri antiviolenza avverrà entro 60 giorni dall’invio delle istanze di iscrizione.

I requisiti prioritari per essere ammessi alla rete dei centri antiviolenza sono: la titolarità deve far capo a enti locali, in forma singola o associata; le associazioni devono operare nel settore del sostegno alle donne vittime di violenza; avere la sede legale in Emilia-Romagna e garantire al pubblico almeno 5 giorni di apertura alla settimana, almeno 15 ore complessive settimanali e garantire la presenza esclusiva di personale femminile. Le Case rifugio, in particolare, devono funzionare 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

I centri antiviolenza
I centri antiviolenza, dotati o meno di Case rifugio, sono presidi socio-assistenziali e culturali gestiti da donne, che hanno come finalità primaria la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile. Forniscono accoglienza, consulenza, ascolto e sostegno alle donne, anche con figli, minacciate o che abbiano subito violenza. I Centri possono articolarsi anche con sportelli sul territorio dove svolgere le proprie attività.
Al 30 giugno 2017, sono 19 i Centri antiviolenza presenti in regione e 35 le case rifugio per una capacità ricettiva complessiva di 215 posti letto.

Conferenza presentazione Cinzia Forte “Premio Frescobaldi 2018” – mercoledì 25 aprile 2018 pre 17 – Circolo Frescobaldi

Da ufficio stampa Gli Amici Della Musica Uncalm

Il soprano Cinzia Forte è una artista dal vasto repertorio che viene regolarmente scritturata nei più importanti teatri del mondo, per questo è stata insignita dal Circolo Frescobaldi di Ferrara del prestigioso “Premio Frescobaldi 2018” . La Forte ha cantato a Ferrara, nelle stagioni liriche del Comunale Abbado ed è anche docente di canto lirico nel Conservatorio della nostra città.
La sua personalità artistica e i titoli più importanti del suo repertorio saranno illustrati mercoledì 25 aprile 2018 alle ore 17 dal giornalista e critico Athos Tromboni presso la sede del Circolo Frescobaldi in via Foro Boario 87. L’ingresso alla conferenza è libero.
I ruoli interpretati dalla cantante vanno da quelli del repertorio classico, come La Contessa e Susanna nelle Nozze di Figaro di Mozart, a tutti quelli rossiniani, fino a figure complesse come la Violetta della Traviata di Verdi (suo vero cavallo di battaglia), la Adina dell’Elisir d’amore di Donizetti, la Cio Cio San della Madama Butterfly di Puccini. Il “Premio Frescobaldi 2018” sarà conferito dal presidente del Circolo ferrarese e dalle autorità cittadine alla Cinzia Forte domenica prossima.

Welfare Ferrara. Servizi sociali e sociosanitari: oltre 40 milioni, di cui 21 dalla Regione, per i Comuni dell’Emilia-Romagna. Approvata l’assegnazione delle risorse del Fondo sociale regionale. La vicepresidente Gualmini: “Infanzia, adolescenza e famiglie al centro delle nostre politiche di welfare”

Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Alla provincia di Ferrara, 2,9 milioni di euro. Contributi anche per il trasporto pubblico agevolato e i Centri per le famiglie. Oggi in Commissione assembleare il via libera alla proposta di riparto presentata dalla Giunta regionale

Bologna- Oltre 40 milioni di euro, di cui 21 dalla Regione, ai Comuni e Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna per finanziare i servizi sociali e sociosanitari, a partire da quelli per l’infanzia e le famiglie. Alla provincia di Ferrara sono destinati 2,9 milioni di euro. Via libera, oggi in Commissione assembleare, alla proposta di ripartizione – presentata dalla Giunta – del Fondo regionale per le politiche sociali, che mette in campo per il 2018 un consistente pacchetto di risorse, per la metà di provenienza regionale e per la metà statali.
Dei 40 milioni complessivi, 38 sono destinati a finanziare i servizi per le famiglie e i minori e a contrastare la povertà. Gli altri 2 milioni del Fondo sono in parte riservati ai soggetti pubblici coinvolti nel progetto regionale “Oltre la Strada”, da anni impegnato a realizzare interventi di assistenza e integrazione sociale delle vittime di tratta; in parte andranno ai Comuni sedi di carcere, per programmi volti al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e al miglioramento delle loro condizioni di vita.
Infine, le risorse serviranno a sostenere la rete dei Centri regionali per le famiglie – strutture che offrono servizi informativi e di orientamento e interventi di supporto alla genitorialità – e le agevolazioni per il trasporto pubblico locale riservate a persone con difficoltà economiche o fragili e a famiglie numerose.
“Prosegue l’impegno di questa Giunta per rafforzare l’impianto complessivo delle politiche sociali- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Infanzia, adolescenza, sostegno alla genitorialità e alle famiglie sono al centro delle nostre politiche di welfare. Ambiti di intervento ai quali si aggiungono la riduzione delle forme di disuguaglianza, il disagio abitativo e l’indigenza in tutti i suoi aspetti. Stiamo andando nella direzione giusta- aggiunge la vicepresidente- e in un momento politico in cui gli strumenti di contrasto alla povertà sono al centro del dibattito, in Emilia-Romagna siamo già partiti da tempo anticipando, assieme a tutta la maggioranza che governa la Regione, politiche e misure poi accolte a livello nazionale. Oggi- prosegue Gualmini- tutti i partiti politici, centro destra compreso, parlano di reddito di dignità, di reddito di inclusione e di reddito di cittadinanza; noi ci siamo mossi presto, perché la marginalità sociale va gestita e non evitata. Gli strumenti di contrasto alla povertà- chiude la vicepresidente- sono fondamentali per ottenere una democrazia stabile, che non esclude, bensì previene le tensioni sociali, invece di alimentarle”.

Per l’assegnazione delle risorse dovrà essere completato l’iter, con un ulteriore passaggio del testo in Giunta, la prossima settimana.

XII Premio nazionale Buone pratiche a scuola “Vito Scafidi”: sul podio l’Istituto comprensivo Govoni di Ferrara

Da Ufficio stampa Cittadinanzattiva onlus

Combattere il bullismo e il vandalismo, incoraggiare la donazione di sangue, curare la propria città e in particolare le aree verdi. Sono queste le buone pratiche condotte da tre scuole, due marchigiane e una emiliana, premiate con la XII edizione del Premio Vito Scafidi, promosso da Cittadinanzattiva e consegnato oggi a Roma, all’interno del Villaggio per la terra di Earth Day. Si aggiudicano questa dodicesima edizione l’Istituto comprensivo Egisto Paladini di Treia (MC) con “Crescere nella cooperazione”, un progetto che vede protagonista Harry Potter che con il dono dell’amicizia sconfigge il bullismo e il vandalismo; l’Istituto professionale Olivetti di Fano (PU) con “Ho bisogno di te”, una canzone per invitare alla donazione del sangue; la Scuola primaria Poledrelli – IC Govoni di Ferrara con “Adottiamo un’aiuola”, un progetto per prendersi cura di un’area verde della città grazie all’impegno e alla collaborazione tra studenti e migranti.

Dal 2006 il Premio ha raccolto 1.837 buone pratiche provenienti da scuole di tutta Italia su tre aree tematiche: sicurezza a scuola e sul territorio; educazione al benessere; educazione alla cittadinanza attiva.

Tre le menzioni speciali assegnate quest’anno: a riceverle gli Istituti comprensivi di Via Merope e il Gandhi di Roma con il progetto “Roma bambina” dell’associazione Fuori Contesto che hanno realizzato laboratori e lavori per sviluppare una riflessione attiva dei bambini sulla città di Roma e la scuola che vorrebbero; la Primaria Da Rodeano – IC Tito Livio di San Michele al Tagliamento (VE) con “A scuola in salute e sicurezza”, un video per promuovere e diffondere i comportamenti corretti da assumere in caso di incendio e terremoto; la Scuola secondaria di primo grado – IC Taverna di Montalto Uffugo (CS) con “Una scuola da indossare”, un progetto con cui gli studenti hanno realizzato il logo per la scuola ed un video autoprodotto sui comportamenti scorretti e quelli consigliati in caso di rischio sismico e incendio nell’ambiente scolastico.

Una sezione speciale è stata dedicata alle scuole situate nelle zone colpite dal terremoto del 2016-2017 che hanno realizzato attività e laboratori per gli studenti, le famiglie e il personale scolastico per superare le situazioni di disagio pratico e il trauma psicologico conseguenti al sisma. Si tratta dell’Istituto comprensivo Paladini di Treia (MC), la Primaria Plesso Via Piermarini di Foligno (PG) e l’IC Strampelli di Gagliole (MC). Con il contributo economico ricevuto con l’edizione 2017 del Premio Scafidi, hanno acquistato LIM e computer per le classi e giochi per gli alunni più piccoli.

Sul sito web dell’associazione www.cittadinanzattiva.it è consultabile il Vademecum con la descrizione dei progetti premiati e menzionati; sul canale Youtube di Cittadinanzattiva sono visionabili i video descrittivi degli stessi.

In occasione del Premio, Cittadinanzattiva rilancia #lascuolachevorrei, dieci buone pratiche da mettere in pratica, da sottoporre al prossimo Governo, agli Enti locali, a tutti gli attori che lavorano nella scuola:
1.in occasione dei 70 anni della Costituzione, inserire l’educazione civica come materia curriculare in tutte le scuole e prevederne il rilancio attraverso pratiche da esercitare in spazi extracurriculari con il coinvolgimento di soggetti presenti sul territorio;
2.riconoscere la cittadinanza ai minori nati in Italia e a quelli che ci vivono sin da piccoli;
3.fornire alle scuole, ad inizio di ogni anno scolastico, un piano di attività, materiali e strumenti, coordinato dall’Osservatorio dell’edilizia scolastica, da utilizzare in occasione della Giornata nazionale per la sicurezza delle scuole in programma ogni 22 novembre;
4.aggiornare la nuova Anagrafe dell’edilizia scolastica e renderla accessibile a tutti i cittadini entro il 2018;
5.definire le responsabilità in materia di sicurezza dei Dirigenti scolastici e delle altre figure interne alla scuola e predisporre un regolamento attuativo della legge 81/2008 che tenga conto delle specificità dell’ambiente scuola;
6.vigilare affinché Comuni e Province realizzino, entro agosto 2018, le verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole in zona a rischio sismico elevato;
7.garantire il coinvolgimento dei cittadini e delle comunità locali nella progettazione delle nuove scuole, nonché nel controllo civico degli interventi manutentivi, di messa in sicurezza e di adeguamento sismico degli edifici scolastici;
8.favorire la nascita delle Commissioni mensa in tutte le scuole e rivedere la normativa affinché la ristorazione scolastica sia riconosciuta come servizio pubblico essenziale;
9.sostituire, nei distributori automatici delle scuole, i prodotti junk food con prodotti freschi, naturali e locali;
10.dotare i bagni di tutte le scuole di sapone, asciugamani e carta igienica.

Arriva nelle sale dell’Emilia Romagna MANON, dal palcoscenico della Royal Opera House in diretta via satellite | Al cinema giovedì 3 maggio

Da Ufficio Stampa Nexo Digital

Nexo Digital è lieta di presentare

“MANON”

Dal palcoscenico della Royal Opera House in diretta via satellite nei cinema italiani

Giovedì 3 maggio alle ore 20.15

L’intenso racconto di Kenneth MacMillan sul tragico amore fra Manon e Des Grieux è un capolavoro del balletto moderno
su musica di Jules Massenet

Trailer qui: https://www.youtube.com/watch?v=DS_Zi4t6g08&feature=youtu.be

Kit fotografico: https://we.tl/RobSHozLc4

In Emilia Romagna aderiscono i seguenti cinema

EMILIA ROMAGNA

Bologna

The Space

Carpi

Space City

Casalecchio di Reno

Uci

Ferrara

Apollo

Forli’

Astoria

Parma

The Space Barilla

Parma

The Space Cinecity Campus

Piacenza

Uci

Ravenna

Cinemacity

Reggio Emilia

Uci

Riccione

Cinepalace

Rimini

Tiberio

Continua su oltre 1500 schermi cinematografici di tutto il mondo la stagione 2017-2018 del cartellone della Royal Opera House di Londra al cinema, che include gli incantevoli capolavori prodotti da The Royal Ballet.

Il prossimo appuntamento, previsto per giovedì 3 maggio in diretta via satellite alle ore 20.15 sugli schermi di tutto il mondo (elenco delle sale italiane a breve su www.nexodigital.it), è con Manon.

La trama ci mostra come Lescaut stia offrendo la sorella Manon al migliore offerente. Però, quando incontra Des Grieux, la donna se ne innamora e fugge con lui a Parigi. Monsieur G.M. chiede quindi a Manon di diventare la sua amante in cambio di una vita lussuosa e la donna non riesce a resistere… Incoraggiato da Lescaut, Des Grieux bara al gioco nel tentativo di sottrarre denaro a G.M., ma i tre vengono smascherati. Manon viene arrestata come prostituta e deportata a New Orleans; Des Grieux la segue. Mentre fuggono, Manon morirà esausta.

Il balletto di Kenneth MacMillan è tratto dallo stesso romanzo settecentesco che aveva già ispirato le opere di Massenet e Puccini. La prima del balletto si svolse il 7 marzo 1974, quando i ruoli dei protagonisti vennero affidati a Antoinette Sibley e Anthony Dowell. Ben presto il balletto diventò un pilastro del repertorio del Royal Ballet e un punto di riferimento della danza drammatica. MacMillan esprime solidarietà verso la capricciosa Manon e la sua lotta per sfuggire alla povertà. Lo dimostrano le scene di Nicholas Georgiadis, collaboratore abituale di MacMillan, che riproducono un mondo di lusso sfarzoso inquinato da misera indigenza. Le spettacolari scene corali di MacMillan creano ritratti vividi e complessi delle diverse società di Parigi e New Orleans. Ma sono gli appassionati del pas de deux di Manon e Des Grieux (che ricordano l’intensità dell’antecedente Romeo e Giulietta) a caratterizzare la tragica storia e a rendere Manon uno dei drammi più coinvolgenti di MacMillan.

CAST E DETTAGLI

https://www.roh.org.uk/showings/manon-live-2018

ECCO IL CALENDARIO DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI DELLA STAGIONE 2017/2018

DELLA ROYAL OPERA HOUSE IN DIRETTA VIA SATELLITE AL CINEMA

MANON

BALLETTO IN TRE ATTI

In diretta via satellite giovedì, 3 maggio 2018 ore 20.15

Il potente racconto di Kennet MacMillan sul tragico amore tra Manon e Des Grieux è un capolavoro del balletto moderno, con musiche di Massenet

COREOGRAFIE KENNETH MACMILLAN

MUSICHE JULES MASSENET

Durata approssimativa: 2 ore 35 minuti compresi due intervalli

IL LAGO DEI CIGNI

BALLETTO IN QUATTRO ATTI

NUOVA PRODUZIONE

In diretta via satellite martedì, 12 giugno 2016 ore 20.15

La Royal Ballet presenta una nuova produzione del magnifico classico di Čajkovskij, con coreografie aggiuntive di Liam Scarlett e scenografie di John MacFarlane

COREOGRAFIE MARIUS PETIPA E LEV IVANOV

COREOGRAFIE AGGIUNTIVE LIAM SCARLETT E FREDERICK ASHTON

MUSICHE PYOTR IL’YICH ČAJKOVSKIJ

Durata approssimativa: 3 ore compresi due intervalli

La stagione 2017-2018 della Royal Opera House è distribuita nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con Classica HD, MYmovies.it, Sky Arte HD, Amadeus, Danza&Danza e Danzadove, Sipario-La Rivista dello Spettacolo, British Council.

Noi credevamo, le speranze tradite del Risorgimento da Cristina Trivulzio di Belgiojoso a Anna Banti

Da organizzatori

Biblioteca del Centro Documentazione Donna
via Terranuova 12/b – Ferrara

venerdì 27 aprile 2018 ore 18

Adriana Lorenzi e Luciana Tufani parlano di

“Noi credevamo, le speranze tradite del Risorgimento
da Cristina Trivulzio di Belgiojoso a Anna Banti”

Le speranze tradite del Risorgimento è stato lo spunto dello spettacolo del Teatro delle Albe “Va pensiero” che è stato rappresentato al Teatro Comunale di Ferrara dal 23 al 25 marzo scorsi.
Il CDD, che da anni collabora col Teatro Comunale organizzando incontri che richiamino i temi degli spettacoli, ha proposto per “Va pensiero” due attività: il convegno nazionale dei centri culturali femministi “Ieri, oggi e domani”, che si è svolto anch’esso dal 23 al 25 marzo, nel quale è stato messo in evidenza che le “speranze” del femminismo sono state tutt’altro che tradite ma anzi che il femminismo, oltre ad essere stata l’unica rivoluzione pacifica che ha avuto successo, è ben vivo e lo dimostrano i molti Centri di documentazione e gruppi femministi che continuano ad operare e ai quali se ne sono aggiunti molti altri. Il convegno ha inoltre dimostrato che, in questi tempi di crisi politica generale, le femministe di antica e recente data mantengono il loro impegno politico e non si arrendono al qualunquismo imperante.
Il secondo avvenimento proposto è stato posposto per ragioni organizzative e si terrà venerdì 27 maggio alle ore 18 presso la biblioteca del CDD e consisterà in una conferenza di Adriana Lorenzi sul romanzo di Anna Banti “Noi credevamo” che tratta appunto delle speranze tradite del Risorgimento; seguirà una conversazione di Luciana Tufani sul pensiero politico di Cristina Trivulzio di Belgiojoso- scrittrice, saggista, riformista e altro ancora – che avrebbe voluto un coinvolgimento del popolo ai moti risorgimentali ma che ha visto fallire i suoi tentativi di imprimere una svolta agli avvenimenti che hanno portato invece a risultati che hanno condizionato negativamente tutti i successivi sviluppi della storia del nostro paese.

Adriana Lorenzi, bergamasca, insegna scrittura creativa e d è formatrice in diversi contesti: università della terza età, carceri, scuole medie e superiori, università, centri culturali. A Ferrara ha condotto spesso i suoi corsi per il Centro Documentazione Donna e per diverse istituzioni cittadine. Ha scritto numerosi saggi e romanzi, è redattrice di «Ristretti orizzonti», periodico scritto da carcerati, e collabora regolarmente con la rivista «Leggere Donna ».

Welfare. Servizi sociali e sociosanitari: oltre 40 milioni, di cui 21 dalla Regione, per i Comuni dell’Emilia-Romagna. Approvata l’assegnazione delle risorse del Fondo sociale regionale. La vicepresidente Gualmini: “Infanzia, adolescenza e famiglie al centro delle nostre politiche di welfare”

Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

Contributi anche per il trasporto pubblico agevolato e i Centri per le famiglie. Oggi in Commissione assembleare il via libera alla proposta di riparto presentata dalla Giunta regionale

Bologna- Oltre 40 milioni di euro, di cui 21 dalla Regione, ai Comuni e Unioni di Comuni dell’Emilia-Romagna per finanziare i servizi sociali e sociosanitari, a partire da quelli per l’infanzia e le famiglie.
Via libera, oggi in Commissione assembleare, alla proposta di ripartizione – presentata dalla Giunta – del Fondo regionale per le politiche sociali, che mette in campo per il 2018 un consistente pacchetto di risorse, per la metà di provenienza regionale e per la metà statali.
Dei 40 milioni complessivi, 38 sono destinati a finanziare i servizi per le famiglie e i minori e a contrastare la povertà. Gli altri 2 milioni del Fondo sono in parte riservati ai soggetti pubblici coinvolti nel progetto regionale “Oltre la Strada”, da anni impegnato a realizzare interventi di assistenza e integrazione sociale delle vittime di tratta; in parte andranno ai Comuni sedi di carcere, per programmi volti al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti e al miglioramento delle loro condizioni di vita.
Infine, le risorse serviranno a sostenere la rete dei Centri regionali per le famiglie – strutture che offrono servizi informativi e di orientamento e interventi di supporto alla genitorialità – e le agevolazioni per il trasporto pubblico locale riservate a persone con difficoltà economiche o fragili e a famiglie numerose.

“Prosegue l’impegno di questa Giunta per rafforzare l’impianto complessivo delle politiche sociali- sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Infanzia, adolescenza, sostegno alla genitorialità e alle famiglie sono al centro delle nostre politiche di welfare. Ambiti di intervento ai quali si aggiungono la riduzione delle forme di disuguaglianza, il disagio abitativo e l’indigenza in tutti i suoi aspetti. Stiamo andando nella direzione giusta- aggiunge la vicepresidente- e in un momento politico in cui gli strumenti di contrasto alla povertà sono al centro del dibattito, in Emilia-Romagna siamo già partiti da tempo anticipando, assieme a tutta la maggioranza che governa la Regione, politiche e misure poi accolte a livello nazionale. Oggi- prosegue Gualmini- tutti i partiti politici, centro destra compreso, parlano di reddito di dignità, di reddito di inclusione e di reddito di cittadinanza; noi ci siamo mossi presto, perché la marginalità sociale va gestita e non evitata. Gli strumenti di contrasto alla povertà- chiude la vicepresidente- sono fondamentali per ottenere una democrazia stabile, che non esclude, bensì previene le tensioni sociali, invece di alimentarle”.

La ripartizione dei fondi, per provincia
A livello territoriale, i 38 milioni destinati alla gestione dei servizi sociali e sociosanitari saranno così suddivisi tra le province dell’Emilia-Romagna: Bologna 8,7 milioni di euro; Modena 6,1; Reggio Emilia 4,5; Parma 3,8; Forlì-Cesena 3,3; Ravenna 3,2; Ferrara 2,9; Rimini 2,8; Piacenza 2,4. Per l’assegnazione delle risorse dovrà essere completato l’iter, con un ulteriore passaggio del testo in Giunta, la prossima settimana.

L’adolescenza sospesa dei giovani d’oggi. L’Ordine degli Psicologi ER sulla condizione di precariato lavorativo ed esistenziale

Da Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna

Sui giovani delle ultime generazioni è stato detto di tutto: sono stati definiti bamboccioni e indolenti, sono stati accusati di essere incapaci di giungere all’indipendenza, economica e di vita, cominciando dallo staccarsi dalla famiglia d’origine. L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, però, vuole evidenziare un aspetto spesso sottovalutato: non si è tenuto conto della reale prospettiva esistenziale che queste ragazze e questi ragazzi si trovano ad affrontare. Gli effetti, soprattutto psicologici, che si determinano quando un individuo non intravede un futuro per sé e per la propria giovane famiglia.
Vengono a cavallo della rivoluzione digitale, sono la generazione dei nati tra l’80 e il 2000, quelli che vengono chiamati Millennial: la loro epoca doveva essere quella del consolidamento economico e del benessere diffuso, e invece è stata quella della peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione, il cui leitmotiv sembra essere la mancanza di certezze.

“Il mondo del lavoro attualmente offre poco, ma esige comunque molto in cambio. Quel che bisogna chiarire è che una condizione di precariato lavorativo non rende instabile solo la situazione economica, ma mina anche lo stato psicologico delle persone. Perché non possono emanciparsi dalla famiglia di origine e costruire una propria realtà, ma si ritrovano a vivere forzatamente in una sorta di ‘adolescenza sospesa’. I giovani si trovano a volte in condizioni comparabili all’indigenza, con conseguenti frustrazione e perdita dell’identità sociale; quasi sempre, quando hanno un lavoro, sono comunque sottopagati. Tutto ciò crea incertezza anche a livello delle proprie capacità e competenze, abbassando la stima di sé”, commenta Anna Ancona, Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna.
“La difficoltà di realizzarsi nel lavoro può causare un senso di impotenza e disorientare, bloccare, determinando significative ricadute in ambito affettivo-relazionale. La persona può rimanere immobilizzata nel presente e in continua negoziazione con le emergenze quotidiane, incapace di proiettarsi in un futuro esistenziale soddisfacente. Dover cercare e cambiare spesso lavoro, inoltre, può significare anche trasferirsi in luoghi diversi e abituarsi a nuovi contesti, con la necessità di ricostruire continuamente non solo le proprie abitudini, i punti di riferimento che per molte persone hanno un ruolo importante nel dare solidità, ma anche i propri legami”, aggiunge Elisabetta Manfredini, Vicepresidente dell’Ordine.

Una sensazione diffusa tra i giovani precari è la costante preoccupazione per il domani, una preoccupazione che a lungo andare può avere anche conseguenze fisiche, associata a un quadro di sofferenza psicologica. Disagio e demotivazione procurati dalla precarietà di lavoro possono comportare vissuti di inadeguatezza, depressione e stati d’ansia o panico accompagnati da una sintomatologia psicosomatica.
Nonostante questo contesto di instabilità, molte persone possono comunque reagire all’incertezza cercando di gestire autonomamente la situazione di crisi, utilizzando al meglio le proprie competenze, conoscenze, abilità relazionali, cercando anche appoggio quando necessario. La capacità di far fronte in maniera positiva alla precarietà, di riorganizzarsi quando ci si trova in difficoltà, riporta al concetto psicologico di resilienza. La resilienza è una risorsa che permette di reagire alle sfide esistenziali, anche mantenendo un’apertura nei confronti delle possibili opportunità che si incontrano, andando avanti nonostante le frustrazioni. È una risorsa che tutte le persone possono acquisire e incrementare, anche con interventi di sostegno psicologico mirati.

Ruggero Ricci Cantautore Showcase alla Feltrinelli di Ferrara

Da organizzatori

Prosegue il suo Live Tour In Store con un ulteriore appuntamento live di promozione de “La Forma Delle Nuvole”, nuovo album del cantautore romagnolo dal 2 dicembre 2017 su tutti i migliori digital store, che sta riscuotendo un diffusissimo consenso di pubblico nonché forte attenzione e apprezzamento dalla stampa e network radio-tv nazionali. Ciò che forse può colpire in primis è la scelta di un titolo così singolare…L’ideale di libertà posto prima di tutto, libertà di scegliere ma soprattutto di interpretare la realtà che ci circonda, la scelta di una prospettiva arbitraria che rende ogni cosa mutevole. E’ forse questo il senso di questo disco composto da 16 inediti scritti dall’artista: nelle nuvole ognuno di noi può elevarsi e vederci ciò che desidera, si torna bambini, si galleggia nella semplicità e si fantastica in una dimensione onirica, quasi fiabesca. Il denominatore comune è il genere pop – melodico, spesso e volentieri annacquato da un taglio elettronico che si amalgama perfettamente con le tendenze musicali del momento. Un album che non ha età ed è per tutti i gusti . Ideale per viaggiare con la mente, come un libro che si lascia sfogliare con facilità, regalando una canzone per ogni stagione.

Italiani per caso

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Venerdì 27 aprile alle 17.00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Ciclo ITALIANI PER CASO

Biografia alternativa di una nazione

1. FRANCO BASAGLIA

Dialogo tra Maria Grazia Giannichedda, Daniele Piccione, Andrea Pugiotto

Letture sceniche a cura del Centro Teatro Universitario

Promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara

Partnership: UniFE, Comune di Ferrara, Fondazione Forense, ARCI, UCCA, RAIEmiliaRomagna

Prende avvio venerdì 27 aprile il ciclo di incontri Italiani per caso. Biografia alternativa di una nazione, promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo estense. L’appuntamento è alle 17.00, nella Libreria cittadina IBS+Libraccio, e sarà dedicato alla figura e all’azione riformatrice di un grande italiano troppo presto dimenticato: Franco Basaglia.

Psichiatra veneziano espulso dal mondo accademico e relegato nel piccolo manicomio di Gorizia, lo trasforma nella prima comunità terapeutica in Italia. Si trasferisce poi a Trieste, dove realizza la chiusura del locale istituto psichiatrico. Sarà grazie alla diaspora dell’equipe di Basaglia – che coinvolgerà anche Ferrara, con l’azione di Antonio Slavich – che si approderà alla chiusura di tutti i manicomi della Penisola, sancita in Parlamento con la legge n. 180 del 1978.

Ne discuteranno Maria Grazia Giannichedda (Presidente della Fondazione Basaglia), Daniele Piccione (giurista studioso dei diritti del malato mentale) e Andrea Pugiotto (costituzionalista ferrarese). Letture sceniche a cura del Centro Teatro Universitario.

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

Tavola rotonda con Andrea Poltronieri e Alessandro De Rosa

Da ufficio stampa EVENTI FERRARA

Giovedì 26 aprile alle 17.30

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino

Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Aspettando il Music Film Festival: 3° Festival delle colonne sonore

Tavola rotonda con Andrea Poltronieri e Alessandro De Rosa

Modera l’incontro Edoardo Boselli

“Che cos’è una colonna sonora? Come nasce? Come si sviluppa?

È semplicemente un’opera fondamentale composta da immagini e suoni che collega le varie scene, imposta un tono o uno stato d’animo, svolge un ruolo di commento, costruisce una tensione drammatica, attirando l’attenzione dello spettatore e dandogli così una base per l’immedesimazione.

Una “tavola rotonda” informale per capire le evoluzioni delle colonne sonore italiane e del loro rapporto con la settima arte. Visioni e testimonianze diverse di compositori e musicisti che attraverso la realizzazione di libri diventano autori di questo tema importante legato al mondo del cinema.

Alessandro De Rosa presenta “Ennio Morricone – Inseguendo quel suono” Riflessioni, aneddoti, approfondimenti e curiosità in cui viene raccontata la vita e la musica del Premio Oscar Ennio Morricone.

Andrea Poltronieri invece presenta “Note Appuntate” un libro in cui si racconta con il suo rapporto con la musica e la sua vena comica e dissacrante”

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

OPEN DAY CPA di recitazione alla Delizia del Verginese con Marco Belocchi, docente della Scuola Nazionale di Cinema di Roma

Da organizzatori

Il Centro Preformazione Attoriale apre le porte a tutti gli adolescenti e ai ragazzi appassionati di recitazione, teatro e cinema, per un grande evento formativo con protagonista, tra gli altri, Marco Belocchi, docente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, scuola diretta da Giancarlo Giannini.

Domenica 29 aprile, presso la Delizia del Verginese (Comune di Portomaggiore), il Centro Preformazione Attoriale, la prima scuola in Italia di recitazione per gli adolescenti, in collaborazione con il Comune di Portomaggiore, offre 3 workshop di alta qualità: uno tenuto da Marco Belocchi (docente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, un’ora e mezzo), uno tenuto da Massimo Malucelli (responsabile artistico CPA, un’ora e mezzo) e un terzo tenuto da Marco Alì.

L’Open Day è aperto a tutti i ragazzi, tra i 14 e i 24 anni, appassionati di recitazione, di teatro e di cinema.

Chi è interessato potrà scrivere a segreteria@centropreformazioneattoriale.it, inviando foto e nome e cognome.
I partecipanti verranno suddivisi in tre gruppi che, a turnazione, potranno partecipare a tutti e 3 i workshop. I partecipanti dovranno venire vestiti in maniera comoda e portate con sé un panino/pizzetta e da bere (una bottiglia d’acqua, coca cola, fanta) per pranzo, mentre la merenda è offerta dal CPA.
L’intera giornata formativa è gratuita, interamente offerta dal CPA.

La giornata sarà così suddivisa:
ore 10.00: arrivo in Delizia;
ore 11.00: inizio primo workshop;
ore 12.30: pausa pranzo;
ore 14: inizio secondo workshop,
ore 15.30: merenda;
ore 16.00: inizio terso workshop;
ore 17.30: saluti.

Sarà un modo bello e nuovo non solo per scoprire il magico mondo dell’arte della recitazione, ma anche per conoscere meglio il proprio territorio, partendo da una delle Delizie più belle del ferrarese.

Lavoro e Turismo: opportunità contrattuali e proposte operative – 27/04 ore 15.30 Logonovo Hotel – Lido degli Estensi

Da ufficio stampa ascomfe

Lavoro e Turismo: quali opportunità contrattuali in vista dell’imminente stagione balneare con particolare riferimenti ai lavori tipicamente stagionali? Ascom Confcommercio Ferrara organizza per venerdì prossimo (27 aprile) a partire dalle ore 15.30 al Logonovo Hotel (Lido degli Estensi in v.le delle Querce, 109) un appuntamento informativo e tecnico per le imprese che lavorano nel comune di Comacchio.
Dopo i saluti introduttivi del direttore generale di Ascom Ferrara Davide Urban, ad illustrare le diverse possibilità contrattuali sarà il personale dell’ Ufficio Lavoro e Paghe di Ascom: interverranno la responsabile Roberta Mori coadiuvata da Rossana Astorri.

Sarà l’occasione per proporre i vantaggi legati ai nuovi servizi digitali in tema di gestione completa del personale in particolare su orari di lavoro, costi oltre alla consegna della documentazione relativa al dipendente, illustrando così i risparmi concreti e misurabili a favore delle imprese. Tra le soluzioni poi proposte in tema di assunzioni stagionali verranno forniti tutti gli aggiornamenti in tema di contratti part time e di lavoro a chiamata. L’istituto dell’apprendistato professionalizzante sarà presentato infine da Barbara Gumieri direttrice da Iscom Ferrara (ente formazione di Ascom).
Nel corso dell’appuntamento verranno ricordati alcuni nuovi adempimenti come ad esempio la disposizione inserita nella Finanziaria che impone dal prossimo 1° luglio la tracciabilità bancaria nei pagamenti degli stipendi.
In definitiva un pomeriggio di aggiornamento e confronto importante se si considera la caratteristica tipicamente turistica del territorio che si snoda su oltre venti chilometri di costa con un’ alta concentrazione di imprese del balneare, ricettivo, ristorazione, servizi…

Il Montalcini in viaggio d’istruzione a Torino: tra magia, cinema, cultura e motori…

Da organizzatori

Un viaggio tra cinema, cultura e motori con un tocco di magia tra gli angoli più affascinanti della prima capitale d’ Italia.

Questo e tanto altro ha caratterizzato l’esperienza a Torino, dal 18 al 20 aprile, di una delegazione, accompagnata dagli insegnanti Alessandra Bertoldo e Manuel Masiero, delle classi del triennio dell’ IPSIA degli indirizzi socio-sanitario e meccanico di Argenta.

Ricca di emozioni nella suggestiva cornice della Mole Antonelliana la visita al Museo del Cinema: un tuffo nella storia della “pellicola”, dai fratelli Lumière al giorno d’oggi, alla scoperta dei segreti che hanno permesso la realizzazione dei grandi capolavori cinematografici. Un percorso che ha rapito i ragazzi come la salita in cima alla Mole, dove la magnificenza di Torino si è concessa in tutto il suo splendore. Nel contesto dell’ Università sabauda l’originale Museo di Antropologia Criminale dedicato alla figura di Cesare Lombroso: la brillante guida ha condotto il gruppo all’ interno delle teorie e degli esperimenti che lo studioso ha effettuato sui criminali di tutto il mondo per potere cogliere dal punto di vista scientifico-positivista il legame tra uomo e crimine.

Non poteva mancare la tappa al Lingotto per visitare il Museo dell’ Automobile: in uno scenario avveniristico la scoperta e la riscoperta dei più eterogenei veicoli-bolidi a quattro ruote che hanno percorso le strade di tutto il mondo.

A coronamento di una tre giorni, sempre accompagnata da un sole che ha scaldato positivamente l’ambiente, la “comparsata” in uno spot pubblicitario.

Tu chiamale se vuoi….emozioni “ipsiane”….

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Tra scuola e impresa non mettere la Crusca

La questione è controversa perché è come le ricette per fare le torte, dove le dosi sono importanti. Così in una circolare del ministero dell’istruzione quant’è la dose di italiano e quant’è la dose di inglese che ci deve essere?
Diciamo la verità, se c’è una stonatura con le competenze e la lingua inglese è l’uso della parola “Sillabo”, che sa di altri tempi e che avrebbe dovuto far piacere all’Accademia della Crusca, che invece ha protestato per l’abuso di termini inglesi proprio nel Sillabo con cui il Miur ha dettato le linee sull’educazione all’imprenditorialità nelle scuole secondarie di secondo grado del nostro paese.
Paese davvero strano, mentre la Crusca denuncia la colonizzazione ad opera della lingua inglese delle circolari del ministero dell’istruzione, nessuno intorno si rende conto che quel Sillabo, con il retro gusto alla Pio IX, giunge con un ritardo di almeno dodici anni.
Qualcuno si deve essere distratto nel frattempo e aver scordato le otto competenze chiave necessarie ad ogni cittadino per inserirsi con successo nell’ambito sociale e lavorativo, dettate nel 2006 dal Parlamento Europeo. Tra queste competenze c’era e c’è: “spirito d’iniziativa e imprenditorialità”.
Richiamo, per rinfrescare il ricordo, le altre competenze: comunicazione nella madre lingua; comunicazione nelle lingue straniere; competenza matematica e competenze di base in scienze e tecnologia; competenza digitale; imparare ad imparare; competenza sociale e civica; consapevolezza ed espressione culturale.
Sono le competenze europee per l’apprendimento permanente, che i nostri studenti al termine del biennio delle superiori, e quindi dell’obbligo scolastico, devono aver acquisito. In tutti questi anni gli studenti sedicenni sono usciti dalle nostre scuole con la certificazione che queste competenze sono state raggiunte.
Evidentemente, almeno per una competenza come “spirito di iniziativa e imprenditorialità”, visto che il Sillabo è uscito solo ora, non può che essersi trattato di una finzione all’italiana.
Ma noi siamo così aperti al mondo e così consapevoli dei ritardi del nostro paese che ci preoccupiamo solo dell’eccesso d’inglese nelle linee di indirizzo stilate, con ragguardevole ritardo, dal ministero.
Così in una sola giornata non c’è quotidiano nazionale che non abbia il suo titolo e il suo articolo sullo scontro tra Crusca e Miur. E la risposta del ministro è peggio della polemica, quando rivendica la difesa della lingua nazionale attraverso le olimpiadi di italiano, come le olimpiadi della matematica o del latino. La lingua ridotta ad uno sport che non tutti praticano.
Qualche dubbio sullo stato di salute del paese a questo punto è legittimo nutrirlo.
Credo che la Crusca, a cui evidentemente non piace la “Taxonomy of Entrepreneurship Education”, dovrà arrendersi alla dura realtà che il mondo dell’impresa, in un mondo globalizzato, si esprime in inglese, come la rete, la ricerca e tante altre cose, che nulla tolgono all’italiano forbito e neppure ne costituiscono un attentato.
Andrebbe invece sottolineato, in un paese che ha bisogno di impresa e che ha da recuperare anni di divorzio tra scuola e mondo del lavoro, l’importanza del documento ministeriale.
Perché le linee guida di educazione all’imprenditorialità sono il risultato dell’incontro tra scuola e società civile, imprese, associazioni professionali, istituzioni, mondo accademico e altre organizzazioni coinvolte, a vario titolo, nelle tematiche in questione. Un metodo di dialogo e di collaborazione con il territorio che dovrebbe essere la cifra corrente delle nostre istituzioni scolastiche, al di là del fatto che sarebbe davvero difficile concepire un’educazione all’imprenditorialità che non nascesse da un legame forte con la prassi quotidiana e con chi è pienamente coinvolto nella creazione di impresa. Oltre all’idea di responsabilizzare la società, tutta, nei confronti della scuola come hub di coltivazione delle risorse umane per il suo futuro.
Pensare che tra i banchi di scuola si possa apprendere anche a trasformare le idee in azioni, a praticare creatività e innovazione, apre davvero il cuore.
D’altra parte se non si vuole combattere solo a parole la dispersione scolastica, la disoccupazione giovanile e il fenomeno dei giovani neet, sviluppare l’educazione all’imprenditorialità sembra una delle strade giuste da intraprendere, con buona pace della Crusca e degli eccessi d’inglese.
Può darsi che un po’ di italiano ci rimetta, ma ci guadagneranno senz’altro i nostri giovani, il paese e la nostra collocazione in Europa.

L’Ospedale Sant’Anna di Cona-Ferrara e i suoi bachi strutturali

da Roby Guerra

Sanità In Italia? Le eccellenze sono tali o è anche propaganda politica?
Nei giorni scorsi sui media non solo locali si è parlato di una speciale eccellenza psico-oncologica relativa al mega-ospedale di Cona (Ferrara). Nello specifico riguardo a pazienti donne con problematiche neoplastiche al seno: non solo di carattere psicologico tale potenziamento terapeutico ma anche di natura estetica. Indubbiamente in sé è una ottima notizia, tuttavia, vista la storia pluriventennale dell’Ospedale in questione, oggettivamente piena anche di dubbi ( a suo tempo si parlò anche di scandalo nazionale e a Ferrara con un referendum si dichiararono contrari) ci pare opportuno ricordarlo. Forse, globalmente, non tutto è oro quel che sembra luccicare.
Medicina e Politica?
Tutt’oggi i media anche locali esaltano questo Ospedale Sant ’Anna come struttura all’avanguardia: ma si segnalano spesso diversi bachi. A parte il tempo per costruirlo (oltre 20 anni e inaugurato solo nel 2012), l’ ospedale appare infatti datato proprio sul piano logistico: sembra in tal senso quasi un carcere con corridoi tipo quasi autostrade, una specie di labirinto di memoria mitologica, segnaletiche poco intuitive e nessuna area verde tra un reparto e l’altro. Inoltre è ubicato in area prossima alla città praticamente desertica , una ex palude, con costi aggiuntivi tutt’oggi pare gravosi rispetto al budget programmato, per impedire allagamenti e in generale pare rispetto alle strutture sanitarie della Regione stessa (si veda la Nuova Ferrara di questo fine gennaio 2018: “Lite sui costi del polo di Cona Fondi-rebus per 100 milioni”. E con trasporti da Ferrara penalizzanti, mai realizzato un metrò di superficie sempre annunciato.
Nello specifico di terapie o sbandierate “umanizzazioni” e attenzioni psico-oncologiche o semplicemente sanitarie, a volte sembra discutibile anche in reparti delicati come oncologia, contrariamente a quanto riferiscono certe cronache attuali: come semplice esempio pare che in generale per risorse strutturali quantitativamente inadeguate si permettano in questo Ospedale di ricoverare nelle stesse stanze pazienti femminili con pazienti maschili per assenza di stanze disponibili, violando ogni privacy genderistica e delle donne in particolare. E stranamente silenti femministe e associazioni delle donne. Insomma, secondo almeno certa opposizione, pur di gonfiare i numeri dei pazienti che si rivolgono al Sant’Anna di Ferrara- per questioni quindi più d’immagine, politica business che scientifico-terapeutiche, si penalizzerebbero per forza i pazienti e anche medici e corpo infermieristico, solo in alcuni reparti anche ottimi (Noti i tempi a volte biblici anche nel semplice Pronto Soccorso).
Ombre strutturali?
In effetti basta un minimo di indagine giornalistica, a nostro avviso: proprio certo reparto di oncologia e il suo attinente day hospital ha nei suoi vertici ad esempio Primari o Medici magari ottimi sul piano pubblico sanitario ma nulla più in quanto vantano a livello internazionale referenze francamente anonime…. Altro che figure di fama mondiale, ricercatori medici d’avanguardia quali ad esempio Aubrey de Grey o Martine Rothblatt e altri (in Italia lo stesso compianto e celebre Umberto Veronesi).
Insomma e riassumendo naturalmente, ci sono evidenti cause politiche, almeno secondo le opposizioni: nella città di Ferrara dalla fine della seconda guerra mondiale il potere politico è sempre stato lo stesso, dei comunisti e poi dei suoi eredi postcomunisti. Tale immobilismo politico spiega ulteriormente questo Ospedale nei fatti probabilmente sopravvalutato, rispetto a certa eccellenza europea propagandata. Non a caso, in generale, come riferiscono anche altre cronache contemporanee, molti ferraresi si rivolgono altrove, altri ospedali fuori provincia o persino d’altre regioni e dopo appena pochi anni molti dei migliori medici si sono già trasferiti altrove.
Oltre, sempre dalle cronache costanti segnalazioni (anche dalla CGL) di ulteriori problematiche e ancora dinamiche processuali in corso.

BORDO PAGINA
Recensione: Credo in te. Come e perché valorizzare i bambini

di Isabelle De Lisle, Karine Le Goaziou, Maria Basque, Ostiane Mathon
(Armando editore, 2018, Roma)

“Credo in te è il frutto di un lavoro collettivo, un progetto che ha visto coinvolte quattro esperte dell’educazione, ognuna con il proprio bagaglio di esperienze e competenze, accomunate da un’immensa passione per il loro lavoro. Queste donne si rivolgono con ottimismo e speranza agli educatori e ai genitori che desiderano valorizzare e accompagnare i bambini verso la piena espressione delle loro potenzialità. Riflettendo sulla possibilità di proporre un’educazione che sia nel contempo esigente e indulgente, danno consigli ed esempi concreti da mettere in pratica nel rapporto quotidiano con i più piccoli, a scuola e a casa.
Maria Basque, professoressa da oltre quindici anni, si è dedicata alla formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici attraverso percorsi professionali pensati per il benessere e il buon funzionamento della scuola.
Isabelle De Lisle, lavora a Nantes come coach di bambini e adulti, con l’intento di valorizzare l’intelligenza emotiva.
Karine Le Goaziou, ha creato e animato circoli sul linguaggio genitoriale, laboratori e incontri formativi, focalizzandosi sull’accompagnamento terapeutico dei bambini, adolescenti e adulti con disturbi dell’apprendimento, iperattività e sindrome da deficit di attenzione.
Ostiane Mathon, dopo ventiquattro anni di esperienza come insegnante e formatrice in Francia e all’estero, ha fondato il @LabLearn Conseil&Formation, un laboratorio mobile specializzato nel design learning e nel processo del cambiamento”

Dalla parte dei bambini, nel nostro tempo contemporaneo, complesso e iperattivo (non solo il bambino elettronico…), questo il succo centrale di questo quasi manifesto “neopedagogico”: scritto a 4 mani da insegnanti esperte francesi, influenzate vuoi da noti classici moderni postpsicanalisi quali J. Bowlby e A. Miller o lo spesso A. Maslow, potenziati e riletti dalle nuove scoperte neuroscientifiche e della psicologia cognitivista.
Il libro, infatti, pur rigoroso e pragmatico è anche essenzialmente biografico, scritto con linguaggio colmo di “intelligenza emotiva”, come spesso evidenziano le autrici: vite e lavori conoscitivi dedicati alla valorizzazione dei fanciulli umani: opere d’arte viventi i bambini, esperimenti in sé di vita per educatori, genitori e insegnanti, secondo tradizione il “mestiere” più difficile del mondo, eppure, gira e rigira, una sorta di DNA sociale.
Ogni bambino è anticipazione del futuro sociale, come adulti del domani e ogni realistico cambiamento desiderabile e sociale stesso, più che da riforme anche strutturali politiche e giuridiche, dipende strutturalmente dall’infanzia e dal suo divenire: una generazione creativa nel suo sempre arduo “rinascimento” semina società future altrettanto creative o meno.
Le autrici descrivono diverse strategie (il gioco sempre in primo piano come artificio e simulazione ) come prassi per accompagnare i bambini verso l’armonioso sviluppo del proprio Sé, all’insegna della non violenza (soprattutto linguistica e psicologica): senza per fortuna certa retorica dei decenni scorsi basata su certa illusione pedagogica e psicosociale di sbarazzarsi di alcuni archetipi cosiddetti autorevoli con confusione dei ruoli Padre Madre Figli: da cui certo trend ultrapermissivo che ha poi generato sia certa indubbia crisi delle Istituzioni scolastiche primarie o adolescenziali stesse, sia fenomeni cosiddetti bullisti o di baby gang tristemente note alle cronache.
In questo testo il ruolo educativo e psicopedagogico dell’autorità razionale ed emotiva è nuovamente abc fondamentale, simultaneo alla necessità di feedbak naturalmente liberi verso i bambini e le loro peculiarità talentuose (la normalità come talento senza complessi della prodezza), focus – come spesso basilare in psicologia e scienze dell’educazione e della comunicazione, la parola e il linguaggio ma anche la parola paradossalmente (e la mente) non verbali, “incarnate” nel linguaggio del corpo, nel nostro tempo quasi come un wireless.
Una visione educativa delle autrici destinata, come poi dalla loro esperienza concreta, attraverso anche costanti e programmatici laboratori, non soltanto ai bambini di buona “scolasticità”, anche a quelli spesso apparentemente più o meno “difficili”: problematicità che spesso celano semplicemente talenti non riconosciuti o l’eterno ritardo paradigmatico delle istituzioni scolastiche, ancora prigioniere di presentismo a breve termine e del vecchio conformismo sociale, senza antenne futuribili, ché poi l’avvenire e l’orizzonte “più reale del reale” dei bambini – adulti del domani – in un mondo che cambia più veloce del lentismo storico “burocratico”.
Tra i diverse “nodi” globali, spiccano, oltre – come accennato – al ruolo decisivo empatico della comunicazione non verbale, il ruolo sottovalutato ancora in generale, dell’Intelligenza ritmico musicale come metafora di “assimilazione” del mondo e del Reale cosiddetto stesso e di quella temporale: ogni bambino, come futuro “direttore d’orchestra” o “compositore” ha un suo spartito o una sua bacchetta “magica” non uniforme.
Riassumendo, il libro appare sulla scia sia della contemporanea conoscenza, come accennato, esistenziale cognitivista e dopo le neuroscienze, all’insegna di certa cosiddetta Psicologia positiva, laddove il Bello -potenziato- genera auto-organizzato il Bello, il Buono il Buono, la Meraviglia persino la Meraviglia, senza velleità di perfezione; laddove il bambino ascoltato nei suoi talenti e quasi bioritmi personali senza schematismi non plastici e relativi, viene “facilitato” verso l’autostima.

Info
http://www.armandoeditore.it/catalogo/credo-in-te/