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Giorno: 24 Maggio 2018

1968-2018: Cinquant’anni in giallo blu

Da Ufficio stampa Contrada di S. Giacomo

Nell’ambito delle Celebrazioni per il Cinquantesimo del Palio di Ferrara, realizzate in collaborazione e con il Patrocinio del Comune di Ferrara, Giovedì 24 maggio ore 19.30 alla presenza del Sindaco Tiziano Tagliani, dell’Assessore al Palio Aldo Modonesi, del Presidente del Consiglio Comunale Girolamo Calò, del Presidente dell’ Ente Palio Stefano Di Brindisi, del Presidente AERRS Emilia Romagna Giannantonio Braghiroli e del Presidente della Contrada di San Giacomo Gabriele Mariotti, presso i locali della Contrada, in via Ortigara 14, si terrà l’inaugurazione della mostra “1968-2018 Cinquant’anni in giallo blu” esposizione documentaria e fotografica della storia della Contrada dal 1968 ad oggi. I visitatori saranno accompagnati in un viaggio lungo 50 anni attraverso immagini e documenti grazie ai quali si potranno rivedere, ritrovare e rinnovare le tante emozioni che ancora oggi sono la forza e la passione dei Contradaioli.

Anche la Cultura Dialettale Ferrarese al Convivio dei Poeti di Mantova e dell’Italia Settentrionale 2018

Tosto che l’acqua a correr mette co’,
Non più Benaco, ma Mincio si chiama
Fino a Governo dove cade in Pò.
(Dante – Inferno, Canto XX, vv. 76/78)

Mantova anche quest’anno, due anni dopo aver rappresentato la Capitale Italiana della Cultura, anche grazie al suo ‘splendido quarantaseienne’ cenacolo dialettale “Al Fogolèr”, tramite esso ha ritenuto doveroso promuovere una serie d’incontri con i quali promuovere la poesia ed ancor più valorizzare il lavoro compiuto negli anni scorsi da personaggi che hanno dedicato la propria vita a questa espressione artistica e culturale. Il sodalizio mantovano guidato da Sergio Aldrighi, come di consueto, proporrà, domenica 27 maggio prossimo, a San Biagio di Bagnolo S. Vito ( MN), la 15a edizione del Convivio dei Poeti Mantovani, l’ INCONTRO INTERREGIONALE DI POESIA DIALETTALE dedicato al Mincio tra Storia, Poesia e Governo d’acque, a cui son invitati i veri cultori della poesia in lingua dialettale, e locale e di molte parti dell’Italia Settentrionale tra Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna ed oltre. L’evento che, in realtà, si ripete con viva partecipazione e numerosa presenza dai primi anni Novanta, è davvero sentito, è un momento in cui il ‘ non dimenticare di ricordare’, in piena regola, si concretizza, così come si concretizza il rammemorare, con autentica e rara umanità, in amicizia, la lingua e la cultura delle nostre radici che sempre più vanno rarefacendosi e diradandosi nella nebbia delle ‘non lingue’ di internet, televisive, twitterine che ci circonda. Come sempre, Ferrara sarà rappresentata dalla poetessa, studiosa e ricercatrice linguistico – dialettale Maria Cristina Nascosi Sandri, tra i past presidents del sodalizio Al Tréb dal Tridèl ed ideatrice e coordinatrice della feconda stagione di AR.PA.DIA., l’Archivio Padano dei Dialetti del Comune di Ferrara.

Comunicato Regione: Fondo Sociale Europeo

Fondo Sociale Europeo. In Emilia-Romagna già impegnati oltre 435 milioni di euro, 2.844 i progetti approvati e 245.629 le persone che hanno avuto accesso alle opportunità di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro

Presentato oggi a Ferrara al Comitato di Sorveglianza lo stato di avanzamento del Programma Operativo Fse 2014-2020. L’assessore Patrizio Bianchi: “Risorse investite per rafforzare le competenze delle persone e sostenerle nell’ingresso qualificato nel mercato del lavoro”

Bologna – Sono 2.844 i progetti di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro approvati nell’ambito della programmazione del Fondo sociale europeo 2014/2020, di cui 2.455 avviati e 899 già conclusi. Complessivamente sono 245.629 i partecipanti già avviati alle attività, di questi 118.238 (48,1%) sono donne. In totale le risorse impegnate dalla Regione Emilia-Romagna sono oltre 435 milioni di euro, il 55,4% della dotazione complessiva per il settennato, pari per l’intero periodo a 786.250.182 euro. Altre risorse, 81 milioni di euro, sono state programmate e le procedure di valutazione si concluderanno entro i prossimi mesi.
Sono questi alcuni dei dati, fotografati al 10 maggio, emersi oggi a Ferrara durante il Comitato di sorveglianza del Fse, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma operativo regionale. All’incontro hanno partecipato Cinzia Masina, vice capo Unità della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e inclusione della Commissione europea ed Elena Murtas dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal).
“In un momento particolarmente importante della programmazione attuale e rispetto al dibattito sul futuro dell’Europa e delle politiche regionali, è utile ribadire che il Fondo sociale europeo è il fondo delle persone, che permette loro di avere accesso a strumenti e percorsi per specializzare ed esaltare le proprie competenze ed essere parte attiva della vita sociale- ha detto l’assessore regionale al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, Patrizio Bianchi-. Questo Comitato di sorveglianza si svolge dopo aver appreso la proposta di bilancio pluriennale 2021-2027, e in attesa dei regolamenti per il prossimo ciclo di programmazione: il Fondo Sociale Europeo aumenta ma va scongiurato in ogni modo il rischio della centralizzazione. Bene il principio di visione comune e di coerenza tra politiche nazionali e regionali- aggiunge Patrizio Bianchi- ma la programmazione e gestione delle politiche per la formazione e il lavoro deve rimanere alle Regioni. Sono soprattutto gli interventi per le persone e le imprese che devono nascere nell’ambito dei contesti locali”.

Misure per l’Industria 4.0
Con il Patto per il Lavoro le istituzioni e il partenariato hanno condiviso l’obiettivo di fare dell’Emilia-Romagna uno snodo strategico della quarta rivoluzione industriale, posizionandosi in Europa e nel mondo come regione ad alto valore aggiunto che investe sull’innalzamento e specializzazione delle competenze delle persone e del sistema economico-produttivo. In coerenza con questo impegno, ha costruito e dato attuazione alla linea di programmazione del Fse impresa 4.0, presentata come buona prassi al Comitato di sorveglianza. Una filiera formativa che ha l’obiettivo di dotare le persone di quelle competenze necessarie all’industria manifatturiera e al terziario per cogliere le potenzialità della digitalizzazione, articolata in cinque tipologie di intervento.
Il primo (10 milioni di euro, 100 progetti, 11mila partecipanti) rivolto a chi nelle imprese ha la responsabilità di gestire l’innovazione ha previsto azioni di informazione e sensibilizzazione per creare un contesto pronto e favorevole al cambiamento.
Secondo intervento è quello della formazione di tecnici capaci di rispondere alla domanda di competenze e professionalità per attivare e implementare processi di sviluppo e innovazione digitale (31 operazioni e 33 percorsi per oltre 2,2 milioni di euro, destinatari 426 persone).
Un terzo intervento permette ai neo laureati di acquisire conoscenze e competenze necessarie a completare e integrare curricula universitari “settoriali” per saper trasformare grandi quantità di dati in informazioni utili a forte valenza strategica (900mila euro per 744 destinatari).
Quarto intervento riguarda le alte competenze e il finanziamento di borse di dottorato triennali e assegni di ricerca nell’ambito di due linee di intervento: “risorse umane per un’economia digitale”, “Risorse umane per la specializzazione intelligente” (2,9 milioni di euro).
Il quinto intervento è quello riconducibile alla Rete Politecnica finalizzata a rendere disponibili competenze tecniche e tecnologiche che permettano di attivare e sostenere, nei contesti operativi e nelle organizzazioni di lavoro processi di innovazione e di creazione di valore aggiunto di prodotto, processo o servizio. In questo ambito tra percorsi Its, Ifts e Formazione superiore sono stati investiti da inizio programmazione circa 30 milioni di euro: 820 le persone già formate.
Tutti gli interventi dei membri del Comitato hanno sottolineato il valore attribuito dalla Regione Emilia-Romagna al partenariato, esprimendosi positivamente per il coinvolgimento vero e sistematico delle parti sociali nella programmazione, attuazione e valutazione del Programma Fse. Una prassi consolidata in Emilia-Romagna e fortemente agita con Patto per il Lavoro, e apprezzata dalla Commissione europea. “L’Emilia-Romagna dimostra ancora una volta la capacità di gestire risorse europee – ha detto Cinzia Masina, vice capo Unità Direzione generale Occupazione, Affari sociali e inclusione della Commissione Europea – e di saperle investire per uno sviluppo del territorio attento alle fragilità e alle pari opportunità, ma anche alla crescita di settori innovativi che hanno un grande potenziale in termini di occupazione, come il cinema e l’audiovisivo. Gli obiettivi in termini di dati di realizzazione target fisici sono stati raggiunti, la programmazione e l’attuazione delle diverse misure procedono a ritmi sostenuti, dimostrando come, anche grazie al dialogo sociale, le risorse del Fse possono tradursi in risposte concrete ai fabbisogni e alle aspettative delle persone e delle imprese. /BM

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Comunicato Regione: Inchiesta Ibc

Inchiesta Ibc, il Gip archivia. Petitti: “Una bella notizia per i dipendenti coinvolti e per l’Ente. Ora valuteremo la chiusura dei provvedimenti disciplinari”

L’assessora regionale commenta la chiusura del procedimento, chiesta dalla stessa Procura e oggi accolta dal giudice

Bologna – “La chiusura dell’inchiesta con l’archiviazione della posizione dei dipendenti regionali dell’Ibc è senza dubbio una bella notizia, per le singole persone, ovviamente, ma anche per l’Ente e per tutta la comunità regionale”.
Così l’assessora al Bilancio e Risorse umane della regione Emilia-Romagna, Emma Petitti, commenta l’accoglimento della richiesta di archiviazione dell’indagine della Procura di Bologna sui 27 dipendenti dell’Istituto dei beni culturali dell’Emilia-Romagna, finiti sotto inchiesta per alcuni presunti episodi di assenteismo. Una richiesta che era stata avanzata dagli stessi inquirenti, il pm Michela Guidi e il procuratore capo Giuseppe Amato, e che è stata oggi accolta dal gip Aldo Resta.
“L’Ufficio per i procedimenti disciplinari- ha aggiunto l’assessora Petitti- potrà ora valutare termini e condizioni per la chiusura dei procedimenti avviati, che erano stati sospesi proprio in attesa degli accertamenti da parte degli organismi inquirenti”.

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Ultimi giorni per iscriversi alla Business Plan Competition: nuove idee nuove imprese

Fino a sabato 26 maggio, aspiranti imprenditori e imprese innovative avviate negli ultimi 18 mesi potranno iscriversi alla business plan competition Nuove Idee Nuove Imprese, presentando il progetto d’impresa tramite la procedura online alla pagina www.nuoveideenuoveimprese.it/iscrizione/

L’obiettivo di Nuove Idee Nuove Imprese è incoraggiare la cultura dell’innovazione imprenditoriale attraverso un articolato percorso di formazione coordinato da docenti dell’Alma Mater Studiorum nel Campus di Rimini ed una tutorship qualificata, che aiuti gli startupper a definire l’idea imprenditoriale.

Non solo cultura d’impresa, ma anche un sostanziale sostegno economico si aggiungerà per i vincitori della business plan competition: 19.000 €.

Inoltre Banca Carim del Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia metterà a disposizione dei progetti d’impresa più interessanti un’ampia gamma di finanziamenti agevolati.

I tre team vincitori avranno anche accesso gratuito al programma di Accelerazione di Primo Miglio, l’iscrizione e assistenza gratuite per due anni a Confindustria Romagna o all’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese.
Il 1° classificato avrà una postazione di coworking per sei mesi a Rimini Innovation Square; chi vorrà costituire o trasferire la Società nella Repubblica di San Marino potrà godere di un percorso gratuito di accelerazione per 3 mesi grazie a San Marino Innovation.

Per informazioni:
Elena Gasperoni |www.nuoveideenuoveimprese.it info@nuoveideenuoveimprese.it

Cento, dialogo con le consulte per il progetto ‘EcoSquare’

Da Ufficio stampa CLARA spa
Lunedì 21 maggio si è riunita la Consulta di Casumaro, con la partecipazione dei vertici di CLARA. Il presidente Annibale Cavallari, la consigliera Mary Luppino e il direttore generale hanno incontrato i rappresentanti della frazione centese per un confronto sui servizi di raccolta e sui possibili sviluppi, a partire dal progetto Ecosquare, tre strutture che saranno posizionate in tre diverse zone del territorio comunale e di cui occorre definire al più presto la collocazione.

Nelle Ecosquare, oltre che conferire rifiuti (soprattutto da parte delle utenze che occasionalmente hanno necessità di smaltirli in giornate o orari non compatibili con le raccolte porta a porta previste da calendario), sarà possibile ricaricare le bici elettriche, consegnare o ritirare pacchi, prendere acqua potabile, detersivi e altri prodotti ecosostenibili. Insomma vere e proprie piazze dedicate ai servizi per l’ambiente.

L’identificazione avverrà tramite la tessera sanitaria dell’intestatario dell’utenza, e il software riconoscerà solo gli utenti del territorio servito da CLARA spa.

Per quanto riguarda Casumaro, le ipotesi finora avanzate per il posizionamento della struttura, che richiederà anche alcuni interventi di carattere impiantistico, sono il piazzale ex Agip, il piazzale del cimitero, il piazzale dietro le poste, il parcheggio della scuola e l’area ex Map. I vertici aziendali si sono ora impegnati a produrre alcune simulazioni fotorealistiche della struttura inserita nei vari contesti ipotizzati, in modo da agevolare la Consulta nella scelta dell’ubicazione.

«La serata è risultata positiva e costruttiva», ha scritto, in una nota indirizzata a CLARA, Francesca Caldarone, presidente della Consulta di Casumaro: «ringraziamo tutta la dirigenza di CLARA per essersi interfacciata con i cittadini rispondendo efficacemente alle tante domande, auspichiamo nel possibile miglioramento del servizio anche grazie all’installazione dell’Ecosquare».

Per l’Ecosquare di Cento l’area è invece già stata individuata: si tratta del piazzale Sette Fratelli Govoni, già punto di stazionamento settimanale dell’Ecostop, nonché zona utilizzata dai camperisti per la sosta. Una terza Ecosquare sarà posizionata a Renazzo, in un’area ancora da definire.

Stanze del Teatro carcere 2018 – seconda fase: Ferrara LICEO ARIOSTO 31-maggio 2018

Da Ufficio stampa Istituto Gramsci Ferrara

Teatro Nucleo e Istituto Gramsci in collaborazione con Istituto Liceo Ariosto di Ferrara, Comune di Ferrara – Assessorati alla Cultura e ai Servizi Sociali, Casa Circondariale “C. Satta” di Ferrara, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria, Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara, Coordinamento Regionale Teatro Carcere- Regione Emilia Romagna
presentano Stanze del Teatro carcere 2018 – seconda fase: Ferrara
LICEO ARIOSTO 31-maggio 2018
Incontro-tavola rotonda per riflettere su quanto è stato realizzato e sulle prospettive del Coordinamento, ed evento moltiplicatore per conoscere i prodotti del progetto “Arte di leggere: il teatro nell’alfabetizzazione in carcere 2015-2018” del programma Erasmus+, coordinato dal Teatro Nucleo.
Dieci anni fa avveniva il Forum ferrarese sul teatro carcere in Emilia Romagna, che riunì per la prima volta i teatri, le autorità di Giustizia, gli Enti pubblici e del Volontariato interessati e l’Università di Bologna. Qui nacque l’associazione Coordinamento Regionale Teatro Carcere ER, che conobbe un veloce e fortunato sviluppo, organizzando attività di produzione promozione e studio ed editando la rivista Quaderni del Teatro Carcere, unica pubblicazione specifica riconosciuta.
Ore 10 Saluti: Mara Salvi Liceo Ariosto; Chiara Sapigni Assessore Comune di Ferrara Relazione introduttiva: Horacio Czertok Teatro Nucleo Coordina Roberto Cassoli Istituto Gramsci Comunicazioni: Tavola rotonda con Paolo Billi, Sabina Spezzoli, Stefano Te, Eugenio Sideri, Horacio Czertok, responsabili delle attività teatrali nelle carceri di Bologna, Castelfranco Emilia, Ferrara, Forlì, Ravenna, Modena.
Breve sospensione dei lavori
Ripresa
Gherardo Colombo Presidente Cassa delle ammende – Ministero della Giustizia, dialoga con Stefania Carnevale garante dei detenuti di Ferrara- docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara

Consiglio provinciale: variazione di bilancio per destinare l’avanzo del 2017

Il rendiconto 2017 della Provincia, approvato il 18 aprile scorso, si è chiuso con un avanzo di 2,5 milioni, che il Consiglio provinciale decide, con variazione di bilancio, di destinare ai capitoli strade e scuole tutta la parte investimenti.
Due milioni saranno impiegati per investimenti, dei quali 1,2 per la manutenzione straordinaria delle strade, cui si sommano altri 476mila stanziati dalla Regione Emilia-Romagna, 700mila per le scuole e 100mila per altri edifici del patrimonio provinciale.
La dotazione di 1.676.000 euro a disposizione delle strade saranno così ripartiti: 590mila per il reticolo viario dell’Alto Ferrarese (che conta 40 strade provinciali), 550mila per il Basso Ferrarese (che ne conta 36), 350mila per la sistemazione di Ponte Rosso sulla Sp 50 (per favorire l’accesso alla Cispadana dalla Sp 66 in zona Mirabello-S. Agostino), 40mila per l’istallazione di nuovi guard rail, 76mila per lavori di ripresa frane e di piccola manutenzione e 70mila per l’acquisto di mezzi e attrezzature per il servizio viabilità.
Dei 700mila euro di risorse per gli edifici scolastici, 200mila circa saranno spesi per progetti di ampliamento dell’Iti di Pontegradella, 500mila per interventi di manutenzione straordinaria e adeguamenti normativi sulla sicurezza e antincendio e per la costruzione della palestra dell’Isit Bassi-Burgatti di Cento. Altri 100mila euro serviranno per la sistemazione di edifici, come le sedi dei cantonieri dislocate sul territorio a Vigarano, Portomaggiore, Copparo e Codigoro.
I restanti 500mila euro dei 2,5 milioni dell’avanzo 2017 saranno spesi sulla parte corrente, principalmente per finanziare il Piano neve della Provincia (150mila), la segnaletica verticale (35mila), lo sfalcio erba (70mila), la segnaletica orizzontale (110mila) e la manutenzione ordinaria dei fabbricati di proprietà.

Ufficio Stampa
Provincia di Ferrara

Il Prefetto Michele Campanaro incontra la SPAL

Da Ufficio stampa Prefettura di Ferrara

Il Prefetto di Ferrara, dr. Michele Campanaro, ha incontrato stamane a Palazzo Giulio d’Este dirigenti, tecnici, giocatori e staff della società SPAL 2013 ai quali ha rivolto parole di apprezzamento per i valori sportivi dimostrati nel corso del campionato di calcio di serie A appena concluso.
Nel corso dell’incontro, il Prefetto ha sottolineato “il grande valore dell’obiettivo appena raggiunto dalla società biancazzurra, che assicura a tutta la città di Ferrara un’altra stagione sportiva ai vertici dello sport nazionale”, evidenziando in particolare “la forza e la coesione di un gruppo che ha dimostrato di saper competere nella massima realtà professionistica del calcio italiano”.
Il Prefetto ha, infine, rivolto parole di apprezzamento al Questore, al Comandante Provinciale dei Carabinieri, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza e al Direttore della Casa Circondariale di Ferrara, presenti nella circostanza, per l’impegno profuso dalle Forze dell’Ordine e dalla Polizia Locale durante l’intera stagione calcistica, assicurando che le partite interne della Spal si svolgessero in condizioni di piena sicurezza.

Ferrara, 23 maggio 2018

Lega: “tratta delle donne: ora basta, la prostituzione va regolamentata”

Da Ufficio stampa Gruppo Lega Nord Emilia Romagna

Il vicepresidente della commissione Parità, Daniele Marchetti: “Ben 11mila meretrici raggiunte dall’Unità di strada hanno denunciato lo sfruttamento: punire solo i clienti, come vuole il Pd, non porta a nulla, il fenomeno va regolato”. Liverani: “Dimostrazione che dietro ad una falsa accoglienza, spesso si nascondono traffici illeciti”

“Ben 11mila prostitute raggiunte dall’Unità di strada hanno denunciato di essere state vittima di sfruttamento. Ma non solo: addirittura 750 donne africane, ospiti dei Centri d’accoglienza della nostra regione hanno dichiarato di essere vittime del medesimo crimine: questi i numeri emersi da un’informativa che l’assessorato alle Politiche di Welfare ha presentato questa mattina alla Commissione Parità e Diritti delle persone”.

La denuncia arriva dal vicepresidente della Commissione Parità, il consigliere regionale della Lega Nord, Daniele Marchetti,che spiega: “Si tratta di un fenomeno scandaloso e oggi inaccettabile per una società che vuole definirsi civile. I dati raccolti dal programma “Oltre la strada”, sistema integrato di interventi socio-sanitari nel campo della prostituzione, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani, parlano chiaro: la prostituzione va regolamentata. Una regolamentazione che passa ovviamente dalla messa in campo di controlli più stringenti verso il fenomeno della prostituzione da parte delle forze dell’ordine, e che oggi rappresenta l’unica soluzione e argine alla deriva della tratta delle donne” spiega il consigliere leghista.

“E’ di tutta evidenza, alla luce dei dati esposti, come il “modello nordico” sostenuto dal Pd non stia producendo alcun effetto: la volontà di punire i clienti ma non chi si prostituisce, infatti, non sta portando ad alcun risultato significativo” chiosa Marchetti.

“Sono drammatici i numeri relativi ai casi di sfruttamento di donne, per lo più nigeriane, ospitate nei centri d’accoglienza presenti sul nostro territorio. E’ l’ennesima dimostrazione che dietro ad una falsa accoglienza, spesso si nascondono traffici illeciti che dobbiamo in ogni modo contrastare e sconfiggere” aggiunge l’altro membro leghista della commissione Parità, il consigliere regionale Andrea Liverani.

Ciclo ITALIANI PER CASO Biografia alternativa di una nazione. Leonardo Sciascia

Venerdì 25 maggio
alle 17.00
Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Dialogo tra Marcello Sorgi, Matteo Marchesini, Andrea Pugiotto

Letture sceniche a cura del Centro Teatro Universitario

Promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara

Partnership: UniFE, Comune di Ferrara, Fondazione Forense, ARCI, UCCA, RAIEmiliaRomagna

Giunge a conclusione il Ciclo di incontri Italiani per caso. Biografia alternativa di una nazione, promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo estense. L’appuntamento finale è per venerdì 25 maggio, alle ore 17.00, presso la Libreria IBS+Libraccio. Sarà l’occasione per ripercorrere la biografia di un intellettuale originale: Leonardo Sciascia.

Maestro elementare nella sua Sicilia, poi scrittore di grande raffinatezza, dal PCI approda al Partito Radicale nel 1979, nelle file del quale viene eletto in parlamento. Da deputato, con i suoi romanzi (spesso trasposti in film di grande qualità e successo) e, i suoi interventi nella stampa nazionale, ha saputo offrire chiavi di lettura inedite e controcorrente della realtà politica italiana di quegli anni: dalla lotta alla mafia alla linea della fermezza durante il rapimento di Aldo Moro, dalla loggia P2 alla difesa integrale dello Stato di diritto contro ogni deriva giustizialista.

Ne parlano Marcello Sorgi (giornalista e scrittore, già direttore de La Stampa e TG1), Matteo Marchesini (scrittore e critico letterario) e Andrea Pugiotto (costituzionalista ferrarese).

Coldiretti: con maggio bagnato c’è preoccupazione nei campi

Precipitazioni anomale, temperature instabili, grandine e forte vento rischiano di provocare danni alle colture agricole e non solo. Monitoraggio anche nel ferrarese per seguire l’evolversi della situazione.

L’arrivo del sereno è atteso nelle campagne dove le precipitazioni anomale di maggio hanno sconvolto i cicli colturali impedendo le semine, ritardando la maturazione e distruggendo i raccolti. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del clima impazzito che ha provocato nei campi italiani danni superiori ai 400 milioni dall’inizio dell’anno. L’ultima ondata di maltempo con pioggia, temporali e grandine ha colpito a macchia di leopardo la Penisola provocando ristagni idrici importanti nelle campagne dove in molti casi sarà necessario anche riseminare il granoturco mentre – sottolinea la Coldiretti – danni si registrano per gli ortaggi e le verdure.
Tra le piante da frutto soffrono particolarmente le ciliegie che si spaccano con la pioggia, ma anche albicocche, pesche, nettarine susine, soffrono questo clima che sino ad ora ha già provocato la perdita di un frutto su quattro per il crollo dei raccolti con gelate e grandine delle settimane scorse. Con i terreni inaccessibili a causa delle piogge che si ripetono ormai da giorni, mancano all’appello ancora il 30% delle piantine di pomodoro da conserva al nord dove in ritardo sono anche i raccolti di angurie e meloni. In Italia la Coldiretti stima un raccolto di pesche in calo di oltre il 20% nel Mezzogiorno e del 15% al nord e una produzione inferiore rispetto allo scorso anno tra il 10 ed il 30% per le ciliegie, ma con pezzature più grandi e di migliore qualità. Ridotta anche – precisa la Coldiretti – la disponibilità delle susine mentre ci saranno circa il 20% di albicocche in meno nei frutteti in Emilia-Romagna, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia, Piemonte e Calabria. Il sereno è atteso anche dalle api che non volano con la pioggia e il freddo con il risultato di un dimezzamento della produzione di miele dalle essenze primaverili.
“Anche a Ferrara – evidenzia la nota della federazione estense – stiamo monitorando l’andamento climatico ed abbiamo già registrato sia pur limitate in quanto ad estensione, grandinate e fortunali che hanno causato danni alle produzioni. Problemi si temono anche per le fragole, in piena raccolta e molto sensibili a possibili problemi di ristagni di pioggia e comunque alla eccessiva umidità che può favorire l’insorgenza di malattie fungine e muffe. Anche per le ciliegie il problema della spaccatura dei frutti è una delle possibili conseguenze dell’alternarsi di alte e basse temperature e della forte umidità. Per il momento fortunatamente non ci risultano problemi rilevanti e confidiamo che nelle prossime settimane si stabilizzi la situazione consentendo alle piante di sviluppare il loro ciclo di accrescimento e di produzione nel migliore dei modi”.

Da Uffcio stampa Coldiretti

Saggio di pianoforte giovedì 24 maggio alla Boiardo

Saggio di pianoforte giovedì 24 maggio alla Boiardo. Alle 16.30, nella sede di via Benvenuto Tisi da Garofalo, Matilde Mecca, Sara Zagaria, Virginia Angeletti, Alice Riccitelli, Rebecca Colby, Matilde Negri, Teresa Nava, Francesco Villani, Clizia Toscano, Alessandro Nava, Matilde Rizzati, Riccardo Ferrozzi, Riccardo Orsatti, Donatella Padovani, Jacopo Fusco e Elia Giannella suoneranno composizioni didattiche di autori tra cui Norton, Burgmueller, Mozart, Trombone, Vinciguerra, Galuppi e colonne sonore di Ludovico Einaudi.

Fiori di Bach (Johann Sebastian!)

Da Ufficio comunicazione Conservatorio Ferrara

Il calendario di Ferrara Organistica, che per tutto il mese di maggio ha arricchito la programmazione musicale ferrarese ponendo attenzione sugli organi presenti in città, si completa con quattro appuntamenti musicologico-musicali, dal 24 al 26 maggio a Ferrara.
I primi due si terranno a Palazzo Bonacossi rispettivamente nei pomeriggi dei giorni 24 e 25 maggio: i Fiori di Bach (Johann Sebastian!), attraverso i quali s’intende presentare pubblicamente alcune delle più interessanti tesi sostenute dagli allievi del Conservatorio ferrarese. Giovedì 24 maggio alle ore 15 a Palazzo Bonacossi (via Cisterna del Follo 5) si terrà ‘L’Arte della Fuga’, conferenza-concerto a cura di Sara Bonetti con la partecipazione di Devid Pavanati al pianoforte. Sara Bonetti illustrerà la sua tesi (Diploma accademico di secondo livello in discipline musicali, indirizzo compositivo-interpretativo, corso di Organo) dal titolo Due celebri edizioni de L’Arte della Fuga (BWV 1080) di J.S. Bach: l’edizione pianistica (1838) di Carl Czerny e l’edizione organistica (1967) di Helmut Walcha.
Venerdì 25 maggio alle ore 15 il tema sarà ‘J. S. Bach, le Golberg tra arte e visione. Variazioni ad un numero’, conferenza-concerto tra arte e visione a cura di Cristina Landuzzi. (Diploma accademico di secondo livello in discipline musicali, indirizzo compositivo-interpretativo, corso di Clavicembalo), con la partecipazione al clavicembalo di Davide Marzola.
Venerdì 25 maggio alle ore 21, alla basilica di Santa Maria in Vado, si terrà il concerto con le Cantate Mariane di Georg Friedrich Händel a cura dell’Ensemble barocco del Conservatorio Frescobaldi (viola e concertazione Achille Galassi). Le cantanti saranno Francesca Martini, Claudia Muschio, Rosa D’alise e Alessia Beraldo.
Ultimo appuntamento in programma sarà l’intervento musicale sabato 26 maggio alle ore 18 all’antico e prezioso organo Cipri 1551 della chiesa del Suffragio, dove per tutto maggio si sono tenuti diversi appuntamenti organistici, affidati ad alcuni allievi dei corsi superiori del Conservatorio Frescobaldi che punteggiano e solennizzano il rito pomeridiano e che si pongono quale un ampio e prolungato Postludium alla celebrazione della messa pre-festiva. L’ultimo momento musicale è affidato ad Aura Vitali all’organo (præludium ante Missam musiche di G. Frescobaldi, postludium & Auditio musiche di Frescobaldi, G.B. Pescetti, D. Zipoli, G. Valeri).
Per informazioni: 0532.207412, produzioni@consfe.it.

FERRARA ORGANISTICA – Nata nel 2011, la rassegna intende mettere in luce di anno in anno vari aspetti dell’arte di Girolamo Frescobaldi, da cui l’istituto di alta formazione musicale prende il nome, e della sua epoca. Erede della grande tradizione tastieristica che si sviluppa soprattutto nella seconda metà del XVI secolo alla corte di Alfonso II d’Este, Frescobaldi è infatti l’autore di una lezione che influenzerà l’intero panorama europeo. La direzione artistica di Ferrara Organistica è a cura di Francesco Tasini, docente di Organo e Composizione organistica al Frescobaldi.

Comunicato Regione: Cooperazione internazionale

Salute dei bambini, sicurezza alimentare, istruzione e diritti umani: dalla Regione Emilia-Romagna quasi un milione di euro per i Paesi in via di sviluppo. Gualmini: “L’impegno civico e la solidarietà dei nostri cittadini, un patrimonio da preservare”

La Giunta regionale approva il bando rivolto a Organizzazioni non governative, Terzo settore ed Enti locali per progetti di aiuto umanitario. Contributi fino al 60% dei costi. Domande entro il 3 luglio

Bologna – Povertà, disuguaglianze, malnutrizione, mortalità infantile, giovanile e materna; ma anche carenza diadeguate condizioni igienico-sanitarie, siccità e alluvioni, recrudescenza delle epidemie,soprattuttomeningite e Aids. Drammi con cui i cosiddetti Paesi in via di sviluppo devono fare quotidianamente i conti.

Dare una mano a queste popolazioni è un obiettivo a cui guardano le politiche umanitarie della Regione Emilia-Romagna, impegnata da anni a sostenere progetti di cooperazione rivolti ai Paesi più a rischio: Africa Sub-sahariana (Burundi, Burkina Faso Camerun, Costa D’Avorio, Etiopia, Kenya, Mozambico e Senegal), Bacino sud del Mediterraneo (Egitto, Marocco, Tunisia), territori palestinesi (Gerusalemme, West Bank e Striscia di Gaza), campi profughi Saharawi in Algeria,parte dell’Est-Europa (Bielorussia e Ucraina).

Un impegno confermato anche per il 2018 dalla Giunta regionale, che con uno stanziamento di quasi 1 milione di euro (954 mila) finanzia il bando rivolto a Organizzazioni non governative, soggetti del Terzo settore ed Enti locali per realizzare interventi di sostegno in ambito sanitario, educativo, sociale, ambientale e di sviluppo rurale. Il bando, approvato in questi giorni, scadrà il 3 luglio 2018.

“Migliorare le condizioni di vita dei minori, la loro alimentazione, l’educazione, la salute e, ancora, sostenere lo sviluppo locale e quello rurale, sono alcuni degli obiettivi individuati dal bando per la presentazione di progetti di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo che, anche quest’anno, la Regione supporta con proprie risorse- sottolinea la vicepresidente Elisabetta Gualmini, che ha anche la delega alla cooperazione internazionale-. Questo impegno, tuttavia, risulterebbe insufficiente se non fosse per lo straordinario contributo dei tanti soggetti, soprattutto del Terzo settore, che intendono impegnarsi nell’aiuto umanitario.É il valore più grande- aggiunge la vicepresidente- che va ben oltre la dimensione strettamente legata all’entità delle risorse economiche. L’enorme impegno civico e di solidarietà che proviene dai cittadini di questa regione è il patrimonio più importante da preservare”.

Paesi destinatari dei progetti
Le risorse serviranno a cofinanziare fino a un massimo del 60% dei costi totali dei progetti, nei contesti territoriali dei Paesi dell’Africa Sub-sahariana (494mila euro); Paesi del bacino sud del Mediterraneo (150mila); campi profughi Saharawi (125mila); Paesi dell’Est Europa (100mila); territori palestinesi (85mila euro).

Modalità di partecipazione al bando
I soggetti interessati a partecipare al bando devono accreditarsi tramite l’applicativo “software della cooperazione” e inviare il proprio progetto entro le ore 18 del 3 luglio. Le istruzioni per utilizzare la piattaforma sono inserire nel manuale di utilizzo del software pubblicato sul sito della Regione Emilia-Romagna: www.spaziocooperazionedecentrata.it. /Ti.Ga.

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Le storie in Testa – Festival delle Narrazioni – Quarta Edizione

Da Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

Venerdì 25 – sabato 26 – domenica 27 maggio 2018 – Copparo (Fe)

Le Storie in Testa è il festival delle narrazioni organizzato dal Comune di Copparo a cui partecipano scrittori, giornalisti e artisti italiani che raccontano i loro romanzi, l’arte, lo spettacolo e molti altri temi di attualità.
La quarta edizione si svolge da venerdì 25 a domenica 27 maggio, con la presenza di tanti grandi ospiti da incontrare e ascoltare.

Aprono il festival venerdì 25 alle ore 18 il batterista Daniele Tedeschi (Vasco Rossi, Massimo Ranieri, Frank Gambale e molti altri) e il giornalista Samuele Govoni che presentano il loro libro Una batteria in valigia, aneddoti e curiosità di un uomo che ha dedicato la sua vita alla musica. Alle ore 19 va in scena l’inconfondibile satira di Gene Gnocchi con un reading tratto dal suo ultimo libro Il petauro dello zucchero, un dizionario esilarante che esorcizza le nostre più grandi ossessioni. La giornata di venerdì si conclude alle ore 21.30 con il concerto Piano Man del fenomeno italiano del rock’n’roll Matthew Lee.
Sabato 26 si inizia alle ore 17 con la scrittrice ferrarese Gaia Conventi che presenta la sua nuova esilarante trilogia dal titolo Tris Estense. Alle ore 18 Luca Ricci, uno dei più acclamati scrittori della nuova generazione, ci parla del suo ultimo romanzo Gli autunnali. Alle ore 19 i conduttori radiofonici Valeria Benatti e Massimo Cirri, con la partecipazione di Nicola Franceschini, conduttore di radio locale, ci raccontano come è cambiata e come sarà la radio del nuovo Millenio, insieme a tanti aneddoti e curiosità del loro mestiere. Alle ore 21.30 Giulio Casale con Polli di allevamento. Uno spettacolo di teatro-canzone a firma Gaber-Luporini, andato in scena per la prima volta nella stagione teatrale del 1978, poi riproposto da Casale stesso nei teatri di tutta Italia con oltre cento repliche.
La giornata di domenica 27 è aperta alle ore 17 dal cronista giudiziario Franco Vanni e dalla all’ex agente della Squadra Volante di Milano Deborah Brizzi che ci raccontano il sottile confine che separa fiction e realtà attraverso i loro nuovi romanzi: Il caso Kellan e La stanza chiusa. Si prosegue alle ore 18 con Corrado Fortuna che presenta L’amore capovolto, un romanzo tenero, malinconico e straordinariamente divertente.
Chiude il festival Paolo Hendel, che insieme a Marco Vicari, coautore del libro La giovinezza è sopravvalutata, ci indica come invecchiare senza andare nel panico, ma ridendoci sopra.

La direzione artistica del Festival è di Maurizio Martelli.

‘La sfida’ di monsignor Negri al Concilio Vaticano II

La sfida’ (Lindau, 2018) è il titolo azzeccatissimo del libro dell’ex arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Luigi Negri, scritto insieme con il giornalista Giampiero Beltotto, con prefazione dello storico Roberto de Mattei.
‘Un viaggio della fede da Giussani a Ratzinger’ – così il sottotitolo – presentato nei giorni scorsi 16 maggio nella sala conferenze della Camera di Commercio, con il giornalista de ‘Il Foglio’ Camillo Langone, in un incontro ben guidato dal caporedattore del Carlino Ferrara, Cristiano Bendin.
Già dalle prime pagine non si contano le volte che ricorrono termini come battaglia, combattimento, sfida, trincea. “Tu sei la mia fortezza”, del resto, è il motto scelto da Negri per il suo stemma episcopale “per prepararmi alla battaglia”, scrive egli stesso poche righe dopo.

La copertina del nuovo libro di mons. Negri ‘La sfida’ (edizioni Lindau)

L’impressione è la necessità di una fede salda, corazzata, per affrontare un mondo essenzialmente ostile.
Il tono dell’intera riflessione è dato dal capitolo iniziale. Tre pagine tratte da ‘Vedere l’amore. Il mio messaggio per il futuro della Chiesa’ (Rizzoli, 2017), in cui il papa emerito Benedetto XVI presagisce “tempi molto difficili”, una “crisi appena cominciata” al cui termine la chiesa cattolica “non sarà mai più la forza dominante della società”.
Non solo un’epoca di cambiamento, quindi, ma un cambiamento d’epoca, come direbbe papa Bergoglio, nella quale però – prosegue Ratzinger – “la Chiesa ritroverà ciò che è sempre stato il suo centro” e “sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come problema di struttura liturgica”.
Qui si apre un primo spazio interpretativo.
E’ legittimo cogliere, come fa Negri, uno scenario dai toni apocalittici, che richiede perciò di essere pronti e saldi di fronte all’urto della storia.
Non si può tuttavia escludere nelle stesse parole di Ratzinger, in questo tornante cruciale e drammatico, il senso di un’opportunità, pure al prezzo di perdere “molti privilegi nella società”, di ricondurre la Chiesa su quell’economia sacramentale di forte timbro conciliare. Oltre – si potrebbe dire – le polemiche di “un servizio divino” inteso “come un problema di struttura liturgica”.
Se così, è difficile non percepire un’eco anche sull’inconsistenza della recente polemica locale sulla Fraternità sacerdotale di Familia Christi, ricondotta alla sua essenza teologica: la liturgia non come clava identitaria, ma come esperienza di Chiesa resa comunione dalla grazia sacramentale. Esattamente come scritto nella costituzione sulla liturgia del Vaticano II, da diversi esperti non a caso intesa come la vera riforma del Concilio.
Lo stesso Benedetto XVI il 25 settembre 2011 a Friburgo, disse che “le secolarizzazioni significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità”.

Tornando al libro, viene da chiedersi dove trovi origine questo senso così radicalmente oppositivo e combattivo contro il mondo.
Un primo motivo sembra chiaramente legato alle aggressioni e le violenze che Comunione e Liberazione ha subito nella sua storia ecclesiale.
Dal liceo Berchet, dove tutto ebbe origine, alla Cattolica di Milano, Negri racconta di “120 attentati alle nostre sedi in tre mesi”, ricorda Lucio Brunelli “massacrato a coltellate nell’università La Sapienza” e testimonia di avere “trascorso anni andando ogni mattina per tutti gli ospedali di Milano dove erano ricoverati i nostri che erano stati massacrati nelle università e nelle scuole”.
Vero e proprio snodo è l’episodio dei quattro studenti del liceo milanese dove insegnava Giussani che durante un’assemblea, in quel clima storico, intervennero dicendo: “Noi cristiani del Berchet”.
Una sociologia delle spranghe che ha segnato vite e coscienze e che ha circoscritto il terreno ideale di congiunzione con un’antropologia teologica. La visione di un mondo che respinge il Cristianesimo. Illuminismo, modernismo, laicismo, marxismo, relativismo, nichilismo, totalitarismi, sono i colpi d’artiglieria di un assalto senza tregua. L’Anticristo, di fronte al quale, nel succo della profezia di Ratzinger, una minoranza generosa e combattiva è chiamata a non cedere alle mode del tempo, a testimoniare ad alta voce l’orgoglio della presenza e dell’identità, cioè il “Fatto di Cristo che contiene in sé il significato esauriente e definitivo della storia”, come ha scritto Luigi Giussani ne ‘L’impegno del cristiano nel mondo’ (Jaca Book, 2017, p.135).
Si comprende il disagio di Negri nella Chiesa di oggi “cui il dogma pare non interessare più”, che si ricorda di celebrare i 500 anni dalle 95 tesi di Lutero (1517), mentre dimentica il messaggio di Fatima (1917). “La Madonna comparsa a Fatima – afferma – non ha mostrato il paradiso, ma l’inferno, come a dire che il male è una presenza che nessuna riduzione psicologica o scientista può evitare”.
Un giudizio senza appello su Lutero, mentre il suo programma – sola fede, sola grazia, solo Cristo, sola scrittura – rappresenta tuttora un’agenda esigente anche per la Chiesa cattolica.

Si comprende anche perché Luigi Negri non abbia mai digerito le parole di Paolo VI (1978), che arrivò a inginocchiarsi davanti agli uomini delle Brigate Rosse scongiurandoli di liberare Aldo Moro. Pur nella considerazione di un Papa che ebbe il coraggio di scrivere l’’Humanae vitae’ (1968), la Chiesa non può stare in ginocchio, ma in piedi e pronta a sfidare un mondo che la combatte.
E così l’arco storico di massima sintonia fra Comunione e Liberazione e la Chiesa di Roma raggiunge il suo apice con la cattolicità muscolare di Carol Wojtyla, il papa polacco che portava nella propria biografia i segni della lotta contro l’Anticristo totalitario nazista e comunista, e con il tedesco Ratzinger, la cui solida teologia è stata letta come l’ideale baluardo eretto contro ogni cedimento.
Quell'”Aprite le porte a Cristo”, che inaugurò il pontificato di Giovanni Paolo II (1978), l’atleta di Dio, un “gigante” per Negri, fu avvertito come un totale cambio di rotta per una chiesa che per l’ex arcivescovo di Ferrara-Comacchio aveva smarrito la retta via. Smarrimento dovuto alle conseguenze, e anche ai cedimenti, del concilio Vaticano II, alle incursioni corrosive di teologi come Karl Rahner, figure come don Lorenzo Milani e don Giuseppe Dossetti, cattolici come Giuseppe Lazzati (storico rettore della Cattolica di Milano) e, successivamente, pastori come Carlo Maria Martini (arcivescovo di Milano dal 1979, nominato dallo stesso Wojtyla).

Un’egemonia pericolosamente incamminata sulla strada conciliare, che arrivò alla celebrazione del convegno ‘Evangelizzazione e promozione umana’ (1975), con altri due protagonisti di quella pericolosa china: padre Bartolomeo Sorge e Giuseppe De Rita.
Quella cultura “dominante” era – ed è – pericolosa per Negri perché “tentarono di farci credere che siccome la società era diventata matura, era necessario che la Chiesa italiana facesse un passo indietro”. Perché sulle ali del pensiero filosofico di Maritain quell’”egemonia riteneva essenziale la distinzione tra fede e cultura e tra fede e politica” (temi celebri di Filippo Franceschi, relatore al convegno romano del 1975 e arcivescovo di Ferrara-Comacchio dal 1976 al 1982). Perché con Dossetti si dispiegava una “apertura indiscriminata alla cultura dominante” e prendeva corpo la strada per la chiesa di “abbandonare il suo impegno nel mondo per diventare sempre più spirituale”.

E’ chiaro che espressioni come “passo indietro”, “apertura”, “abbandonare”, non sono il lessico di un cristianesimo pronto a indossare l’armatura per stare in un campo di battaglia e perciò sono letti da Negri come i segni inequivocabili di una debolezza, che seminano il pericolo di consegnare il “Fatto” cristiano all’irrilevanza.
E’ su questo punto che, probabilmente, si consuma tutta la distanza, innanzitutto teologica, fra questa visione e quella che ha trovato voce nelle parole di Giovanni XXIII (“non ha mai suscitato in me – dice Negri – particolare entusiasmo”), nel discorso di apertura del concilio Vaticano II l’11 ottobre 1962.
Il suo “dissentire” dai “profeti di sventura, che annunziano eventi sempre infausti” era un’inversione rispetto a una secolare tradizione nella quale ogni passo di emancipazione dell’uomo era letto come un allontanamento dalla chiesa e da Cristo: da Gregorio XVI che nel 1832 vedeva la storia come una “congiura dei malvagi”, a Pio IX che nelle ragioni della convocazione del concilio Vaticano I (1868) vedeva “dappertutto propagati l’empietà, la corruzione dei costumi, la sfrenata licenza, il veleno delle parve opinioni”.
Non è semplicemente una questione che divide i pessimisti dagli ottimisti e che vede i secondi sul banco degli ingenui di fronte agli artigli del mondo, ma una lettura teologica che rivendicava diritto di cittadinanza sulla base di una rinnovata lettura delle fonti bibliche e patristiche.
Papa Roncalli disse quelle parole non semplicemente perché era il “papa buono”, come spesso è stato sminuito, ma nella fede che Cristo, cioè il risorto, è “sempre splendente al centro della storia e della vita”.
Fu quel “balzo innanzi” che Giovanni XXIII chiedeva alla chiesa cattolica di compiere per uscire dalla secolare protezione di re, principi e imperatori, tutti cattolicissimi, per inforcare la strada del dialogo e della misericordia.
Due termini che per Negri sono una rotta rovinosa, se non sono sorretti dal coraggio della verità.

Le sue parole sono chiarissime sul punto. “C’è una co-essenzialità tra verità e carità – dice citando Benedetto XVI – la carità senza verità è un emotivismo. Oggi la Chiesa sembra diventata un’erogatrice di sentimenti, emozioni. Non abbiamo più il coraggio delle verità. Ci hanno semplicemente espropriato della nostra identità culturale, in nome di quello che definiscono dialogo”.
Da qui tutte le riserve per la Chiesa di papa Francesco, che col suo slancio inclusivo verso ogni situazione di frontiera e di povertà e con la medicina della misericordia, indebolisce la forza della verità e il peso autoritativo della Chiesa, riducendo il Cristianesimo a un discorso sociale fra i tanti.
E’ rivelatore un passaggio del libro: “Io non sono nostalgico – afferma – ma ci sarà pure una differenza fra la presente struttura sociale e quella di certe monarchie del passato, in cui era forte la tradizione cattolica, quando l’ultimo cittadino dell’impero asburgico poteva, una volta all’anno, essere ricevuto dall’imperatore, per dirgli quello che aveva nel cuore. Un suddito che non solo poteva essere ricevuto, ma che pure vantava il diritto fondamentale di rivolgersi all’imperatore dandogli del tu”.
Colpisce in queste parole il rimpianto per la perdita di un ordine sociale dalla forte impronta cattolica, mentre si sorvola con incredibile naturalezza sulla differenza ontologica fra essere cittadini ed essere sudditi.
Questo sembra tuttora il bivio che divide chi nella chiesa di Roma ha una persistente visione intransigente e pessimista della storia e chi, nonostante la realtà del male, ha motivo, come scrisse don Battista Montini nel 1929 (futuro Paolo VI), di “guardare al mondo non come un abisso di perdizione, ma come a un campo di messe”.
Due posture che, oltre la rispettiva consistenza numerica, forse mai come ora stanno consumando ed esprimendo apertamente tutta la loro distanza dentro lo stesso spazio ecclesiale.
Su una cosa mons. Negri non ha torto quando dice, a conclusione dell’incontro in Camera di Commercio, di avere sentito dire, lasciando la diocesi, “per fortuna c’è il vescovo nuovo perché quello di prima non valeva niente”.
Al di là delle posizioni, sono tuttora giuste le osservazioni di Piero Stefani che qualche tempo fa, inascoltato, richiamava l’attenzione sulle occasioni perse per un confronto nel merito delle diverse sensibilità nella chiesa locale. Trattenere il respiro attendendo tempi migliori finisce per irrigidire le posizioni nelle rispettive distanze, mentre i momenti di dialogo aperto, dentro la Chiesa, aiuta tutti, perché costringe a rendere le ragioni della propria sintonia ecclesiale, che altrimenti diventano consuetudini o, peggio, fazioni irriducibili.

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