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Giorno: 4 Giugno 2018

Calvano e Zappaterra nominati relatori in Regione per le fusioni del basso ferrarese

Calvano e Zappaterra nominati relatori in Regione per le fusioni del basso ferrarese

Questa mattina, al centro della commissione bilancio, affari generali ed istituzionali della Regione Emilia Romagna i progetti di legge relativi alle fusioni dei comuni. Per quanto riguarda il territorio ferrarese saranno i consiglieri Paolo Calvano e Marcella Zappaterra ad occuparsene. Calvano è infatti stato nominato relatore del progetto di legge d’iniziativa della Giunta, per l’istituzione del nuovo comune tra Formignana e Tresigallo, mentre Zappaterra si occuperà della fusione tra i comuni di Berra e Ro.

Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico

Simla al 41° Congresso Nazionale della Lega Italiana Contro l’Epilessia

Dal 6 all’8 giugno a Roma

Milano, 4 giugno 2018 – Da mercoledì 6 a venerdì 8 giugno a Roma presso Ergife Palace Hotel si terrà il 41° Congresso Nazionale della Lega Italiana contro l’Epilessia (Lice) che vedrà la presenza di Riccardo Zoja e di Natale Di Luca, Presidente e Vicepresidente di SIMLA Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni.

L’evento scientifico, che riunisce esperti italiani e internazionali di epilettologia, verterà su temi correlati all’epilessia, toccando argomenti come cannabis terapeutica e patente di guida, epilessia negli adolescenti e nelle donne, tumori cerebrali.

Il primo giorno si aprirà con la presentazione dei risultati preliminari delle linee guida su epilessia e tumori celebrali ad opera del gruppo di studio Lice.
A seguire, si darà spazio ad una tavola rotonda su epilessia e patente di guida, per dibattere sulle criticità legislative, riguardanti soprattutto l’obbligo di segnalazione e le tutele per persone con epilessia e neurologi curanti. Sul tema si confronteranno Riccardo Zoja e Natale Di Luca di SIMLA, Umberto Aguglia della Società Italiana di Neurologia, Maria Giuseppina Lecce del Ministero della Salute, Rosa Cervellione della Federazione Italiane Epilessie e Marilisa D’Amico costituzionalista.

Il secondo giorno si parlerà di cannabis terapeutica, di epilessia negli adolescenti e nelle donne, di farmaci antiepilettici; l’ultimo giorno sarà dedicato alla Nuova Classificazione Internazionale delle Crisi e delle Epilessie.

SIMLA da sempre si propone di promuovere e tutelare la cultura medico-legale a livello scientifico, legislativo, sociosanitario e professionale e di difenderne i principi etici e deontologici.

Relazioni Media Chapter 4 S.r.l.

Il Movimento Cinque Stelle e la festa della nuova Repubblica

Il 2 giugno, a margine dei festeggiamenti per la Repubblica, a Roma si sono avvicendati su un palco allestito alle spalle del Circo Massimo parlamentari e ministri pentastellati, Davide Casaleggio e, in chiusura, Beppe Grillo, che ha dato la sua personale interpretazione del futuro prossimo.

I parlamentari che si sono dati il cambio sul palco, senza presentarsi, senza dire il loro nome, hanno lanciato un messaggio: il protagonista è il programma e non le persone chiamate ad attuarlo. Il Movimento è in un periodo di transizione, esisterà fino alla realizzazione del progetto, poi ci sarà altro. Non sono loro i protagonisti, ma quello che stanno facendo e lo hanno sintetizzato molto bene in un susseguirsi di proclami che molti definiranno populisti. Hanno tracciato il solco dai loro: quelli che hanno spremuto l’Italia come un limone, a partire dai tempi delle grandi svendite di Prodi e compagni fino ad arrivare alle ‘cordate’ e ai ‘capitani coraggiosi’ di berlusconiana memoria, che alla fine sono serviti solo ad arricchire i soliti noti. Dall’altra parte il noi: il popolo, le persone ingannate dalla retorica del potere, dalla macchina succhia soldi e risorse che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Uno stop all’Europa degli interessi e la voglia di ripartire dall’Italia e dagli italiani, dalla difesa dei nostri confini non come chiusura ottocentesca e oscurantista, ma come ricerca di un’ancora o di un porto sicuro da cui partire perché anche in un mondo aperto, solidale e multiculturale si ha bisogno di radici definite. Del resto, a cosa serve difendere il lavoratore cingalese se in Sicilia siamo costretti a distruggere le arance prodotte oppure paghiamo un lavoratore a 1 euro all’ora sul nostro territorio?

Il nuovo concetto di democrazia, per la cui realizzazione è stato approntato addirittura il Ministero per la Democrazia Diretta, che parte dal superamento dei partiti  – che per definizione “tutelano solo una parte, dall’etimologia latina pars” – per approdare alla rappresentanza generalizzata e a una vera giustizia sociale. Attraverso la conoscenza, l’informazione e dando importanza a una scuola attenta all’individuo e che superi ovviamente la Buona Scuola renziana. Il richiamo all’unità, alla partecipazione, uno vale uno, alla condivisione degli sforzi tra chi è sul palco e chi è dietro le transenne, che è chiamato al controllo e all’iniziativa. Il taglio dei privilegi che è già stato iniziato con l’abolizione degli affitti d’oro, le spese di viaggio agli ex parlamentari, le assicurazioni per le punture di insetti e che proseguirà con il taglio dei vitalizi attraverso un progetto di legge già confezionato e consegnato al Presidente della Camera.

I ministri, emozionati e semplici nel loro presentarsi alla folla. Persone di cui si percepiva la voglia di cambiare le cose, a tratti increduli, che facevano fatica a chiamarsi Ministri della Repubblica e tantomeno a sentirsi tali. Ognuno di loro però deciso a dare dignità al Ministero di competenza, all’ideale e agli uomini che sono stati chiamati a rappresentare. Il ministro della Giustizia vuole che finalmente il principio “la legge è uguale per tutti” trovi un suo fondamento nello snellimento dei processi; mentre il ministro dell’Ambiente dichiara da subito guerra a coloro che hanno creato le varie terre dei fuochi. Il ministro della Difesa rivendica la dignità degli uomini in divisa e il ministro della Sanità dichiara di voler partire dall’ordinario perché è proprio quello che in gran parte della sanità italiana manca. Il Ministro della democrazia diretta ricorda che Gianroberto Casaleggio aveva detto che il M5S era nato per andare al Governo e poi sparire, diventare qualcos’altro. Quindi tutto è processo, transizione, fatto per uno scopo e ciascuno stadio perde la sua ragion d’essere una volta che l’obiettivo venga raggiunto. Migliorata l’Italia si assolve allo scopo e poi non si ha ragione di rimanere, di ancorarsi alla posizione. Noi abbiamo al potere ancora gente che ha realizzato le pessime riforme degli anni Ottanta e Novanta, quindi questo vuol dire che non sono stati in grado di assolvere allo scopo oppure che lo scopo non era risolvere i nostri problemi ma i loro. La democrazia diretta si propone di realizzare il governo di tutti, la partecipazione e il controllo dei cittadini sul processo democratico, la cittadinanza attiva insomma. Gli strumenti che vengono proposti per il suo conseguimento sono: la legge di iniziativa popolare a data certa e togliere a questa e ai referendum il quorum. Questo per impedire che le proposte popolari trovino spazio solo nei cassetti del dimenticatoio e che si invitino i cittadini ad andare al mare invece di andare a votare.

E infine è arrivato Beppe Grillo, ringraziato da tutti al pari di Gianroberto Casaleggio. Il Beppe nazionale con una visione del futuro innovativa, seria e comica a tratti. A cui non siamo abituati in tali contesti istituzionali, ma di certo più realistica e condivisibile di quella del Casaleggio giovane. Un invito a guardare avanti, a non arroccarsi su posizioni oramai fuori dalla storia. A cosa vale difendere la produzione di acciaio o le fabbriche che producono ciò che oramai rappresenta il passato come le auto a carburante, quando già ci sono paesi che producono milioni di auto elettriche? Il lavoro si crea guardando all’innovazione, alla tecnologia. E il lavoro del futuro non sarà più schiavitù, ma dovrà essere ben pagato, dignitoso e, soprattutto, concederà più tempo libero. Un invito, quello di Grillo, a guardare a noi stessi e in maniera più solidale: “Quando fai qualcosa per gli altri allora sei libero”, ha detto. Partecipazione, condivisione e disponibilità a essere “statisti”, cioè a guardare oltre il quotidiano e a immaginare la nostra vita tra trent’anni o a come sarà quella dei nostri figli e nipoti. Non ha chiesto un sacrificio come quelli che finora sono stati chiesti dalla Fornero oppure da Monti, Draghi e Cottarelli, non sacrifici finanziari, ma di abbandonare le convinzioni che ci impediscono di immaginare un futuro migliore, con meno energia fossile e più rinnovabili, ma anche con più condivisione che competizione.

Sul palco di Roma c’erano tre mondi diversi anche se tutti si professano abitanti dello stesso pianeta. C’erano ragazzi cresciuti insieme alle loro idee di rinnovamento, alla loro capacità genuina di immaginare caparbiamente un futuro migliore per tutti e non per pochi. Un futuro in cui si possa superare non le Istituzioni, ma la parte delle istituzioni che blocca l’inventiva, la partecipazione, l’innovazione democratica. Il tutto partendo da basi sicure, dall’affermazione dell’italianità, del territorio, dalla temperata difesa dei valori costituzionali, dei confini intesi come struttura saldante gli interessi economici nazionali e la contemporanea apertura al mondo multiculturale con una particolare attenzione all’innovazione tecnologica. E c’era Grillo che salda quest’attenzione alla tecnologia, che per lui vuol dire robot che liberano dal lavoro, non sostituiscono l’uomo ma lo aiutano e fanno quello che l’uomo del futuro non sarà più costretto a fare. La tecnologia regalerà tempo e per questo dobbiamo sforzarci di ragionare almeno a 25-30 anni in avanti, svincolarci dalle catene del pensiero ancorante, che rallenta il processo di immaginazione. Grillo è un comico, non un politico e nemmeno uno statista. Un visionario, e quando parla a volte blatera, ma in mezzo ai suoi discorsi c’è sempre qualcosa da cogliere e molti dei parlamentari e dei ministri sul palco lo hanno colto agli albori del Movimento. E a sentir parlare la maggior parte dei parlamentari su quel palco si comprende che hanno colto il messaggio senza però perdere il contatto con la realtà come invece Grillo può permettersi di fare, avendo scelto di rimanere fuori dal Parlamento. Davide Casaleggio, il terzo mondo, invece preoccupa e sembra fare discorsi fuori dal tempo non per preveggenza, ma per contenuti hard. Preoccupa l’ossessione della rete che va a cozzare con la centralità reale dell’essere umano che si concretizza nella quotidianità e sul territorio, sulle differenze, sul multiculturalismo. La rete ci ha dato tanto e di sicuro continuerà a farlo ma la sfida, almeno per quanto mi piace pensare, dovrebbe essere la difesa della vita reale, la percezione della rete come strumento tecnologico atto a migliorarci la vita e non a inglobarci. Le parole di Casaleggio, come sempre, mettono dunque un po’ paura, un futurismo che si fatica a immaginare, l’uomo messo al centro, ma attraverso l’ossessione della rete, la connessione virtuale che più che libertà ricorda il controllo totale e asettico. Casaleggio rappresenta il mondo ‘altro’ del fenomeno grillino, di cui non sarei troppo sicuro che i pentastellati abbiano realmente bisogno. Al di là della riconoscenza che continuamente i Cinque Stelle gli dimostrano a parole, non si vede una chiara volontà ad addentrarsi nelle oscurità dei ragionamenti della ditta Casaleggio, e questo mi sembra un bene.

Il Movimento Cinque Stelle, una novità assoluta nel panorama politico e oggi al Governo di un Paese in difficoltà non tanto per mancanza di inventiva, produttività, know how, ma per cattiveria e distacco dalla realtà del popolo da parte di quella cerchia di intellettuali, politici, industriali e banchieri che sono diventati l’élite dell’Italia e l’hanno condotta a un futuro di sottomissione agli interessi finanziari e trans-nazionali. Un piccolo concentrato di persone avulse dalla realtà, che dalle loro ville faraoniche e fine settimana ai tropici ci parlano di austerità da condividere, supportati da conduttori tv con stipendi milionari, intellettuali pagati a presenza ed economisti incapaci di vedere la differenza tra uno Stato e una famiglia, ma chiaramente interessati al proprio bilancio personale e alle proprie rendite di popolarità. Una novità assoluta, sebbene si percepisca dalle parole e dai movimenti impacciati una certa impreparazione, la mancanza di quella furbizia e di quel ‘saper fare’ a cui siamo abituati. Ma davvero questo ci potrà sembrare peggio della presenza di Renzi, della Boschi e dell’inutilità delle parole di Martina o della Boldrini sempre a caccia di un nemico immaginario, dei fascisti o dei razzisti? Magari, invece, siamo tutti un po’ stufi di Tajani, di Junker, dei francesi e dei tedeschi, che ci richiamano alle nostre responsabilità rinfacciandoci la nostra pochezza, e del fatto che nessuno gli risponda per le rime. E magari, forse, siamo anche stanchi delle narrazioni ufficiali sulla storia dal dopoguerra a oggi e ci viene voglia di aprire qualche libro e di ascoltare voci diverse. Di smettere di dare consenso a coloro che ci hanno regalato lavoro precario e scuole fatiscenti.

È una sfida, è richiesto coraggio, ma anche incoscienza, visione e poca paura del vuoto. Pazienza, perché in fondo 5 anni passano in fretta, e un pizzico di riconoscenza, perché senza il M5S ci sarebbero state le sicurezze del Pd, la paura del debito pubblico e l’austerità, che forse cominceranno a segnare il passo. E per i più timorosi, ricordiamoci che di questo Governo fa parte la Lega, che può vantare almeno un ventennio di partecipazione, a vario titolo, alla vita politica italiana, Salvini non è il primo ministro dell’Interno che il partito ha prodotto e questa volta può contare su un Bagnai, un Borghi, un Savona e su tante nuove competenze oltre che su uomini navigati, sia per esperienza che per anagrafica. Insomma, diamoci una possibilità, i tempi non sono mai stati così maturi per aspettarsi qualcosa di nuovo.

Comunicato Regione: Mobilità e Turismo

Tre viaggi su treni e carrozze d’epoca alla scoperta delle bellezze naturali e culturali dell’Appenino bolognese

Le corse speciali organizzate dalla Regione insieme a Fer (Ferrovie Emilia-Romagna), in occasione di tre eventi in programma a Porretta Terme. L’assessore Donini: “Promuoviamo il turismo ferroviario e affianchiamo alla ‘cura del ferro’, la ‘cultura del ferro'”. Si parte il 23 giugno, in concomitanza con la Notte Celeste del termalismo, a seguire il 13 ottobre e l’8 dicembre

Bologna – Alla scoperta delle bellezze naturali e paesaggistiche dell’Appennino bolognese lungo la storica Ferrovia Porrettana, una delle prime grandi infrastrutture dell’Italia unita completata nel 1864 e che arriva fino a Pistoia, viaggiando su treni e carrozze del primo Novecento. Il tutto all’insegna di un turismo slow, distante dai ritmi frenetici dei nostri tempi e desideroso di rivivere emozioni dal sapore antico, in occasione di tre eventi speciali in programma a Porretta Terme che propongono un ricco calendario di appuntamenti musicali, teatrali e letterari.

La collaborazione tra Regione e Fer

Ad organizzare i viaggi sui treni a vapore, messi a disposizione dalla Fondazione Fs Italiane che fa capo al Gruppo Ferrovie dello Stato, è la Regione Emilia-Romagna insieme a Fer (Ferrovie Emilia-Romagna), la società partecipata che gestisce la rete ferroviaria regionale, in collaborazione con il Comune di Alto Reno Terme, che ha messo in cantiere i tre appuntamenti di cui il primo, il Festival internazionale dell’Acqua, giunto alla 4^ edizione, è in programma dal 22 al 24 giugno a Porretta in concomitanza con la “Notte Celeste” del termalismo emiliano-romagnolo. Le altre due corse saranno effettuate il 13 ottobre e l’8 dicembre.

Orari e modalità dei viaggi sui treni d’epoca e le iniziative che ne faranno da cornice sono stati illustrati alla stampa dall’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, e dal sindaco del comune montano, Giuseppe Nanni, in un incontro che si è svolto questa mattina a Bologna, nella sede della Giunta regionale.

Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, Carlo Alberto Lunghi, dirigente di Fer (Ferrovie Emilia-Romagna), che ha contribuito finanziariamente all’organizzazione dei viaggi, Giovani Feoli, presidente di Adriavapore, l’associazione di ferroviei e appassionati che si prendono cura di questi gioielli d’altri tempi e Cora Querzè di Bimbo Tu, onlus bolognese impegnata nell’assistenza a famiglie di bambini colpiti da gravi malattie, alla quale sarà interamente devoluto il ricavato della vendita dei biglietti.

“Con questo progetto-afferma l’assessore, Donini- intendiamo dare un contributo alla promozione del turismo ferroviario, che sta conoscendo un autentico boom tra famiglie e giovani, e affiancare alla ‘cura del ferro’, intesa come massima attenzione alla qualità del servizio di trasporto regionale, anche una ‘cultura del ferro’, come occasione per riscoprire e godere della bellezza di luoghi e paesaggi del nostro Appennino, così ricchi di storia e di suggestivi percorsi naturalistici”.

“Il nostro Comune- sottolinea il sindaco, Nanni- con le sue acque termali, una tradizione enogastronomica unica e una storia che affonda le sue radici nella civiltà etrusca, ha tutte le carte in regola per diventare un polo turistico di prim’ordine. Con le iniziative in cantiere intendiamo anticipare la realizzazione del progetto della linea ferroviaria Transappenninica, individuata dal Protocollo di intesa firmato nel 2016 tra le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, che può davvero rappresentare l’asse di rilancio turistico del nostro territorio”.

La composizione dei convogli: locomotiva e carrozze

I treni speciali in servizio sulla linea Porrettana saranno composti ognuno da una locomotiva a vapore e da cinque carrozze, per un totale di 392 posti a sedere. Quattro sono di tipo 1928, nate verso la fine degli anni ’20 come carrozze di terza classe e soprannominate ‘Centoporte’ per via dei numerosi sportelli presenti su ogni fiancata per facilitare la rapida salita e discesa dei passeggeri. Suddivise in quattro ambienti a salone con sedili di legno e riscaldamento a vapore, hanno prestato servizio in tutta la rete ferroviaria nazionale fino ai primi anni ’80. Le vetture sono in livrea Verde vagone degli inizi del ‘900, Castano-Isabella degli anni ’30 e Grigio ardesia degli anni ’60.

La quinta carrozza che andrà a formare il convoglio è invece di tipo 1937 serie Bz 32000. Entrate in servizio nel 1938 e destinate ai treni a lunga percorrenza, queste altre vetture sono suddivise in dieci compartimenti da otto posti ciascuno e dotate di riscaldamento elettrico e a vapore. La loro entrata in servizio portò un notevole miglioramento del comfort, grazie all’allestimento dei compartimenti con sedili imbottiti. Queste carrozze si presentano nella livrea Castano-Isabella.

La locomotiva, denominata Gruppo 685, è a vapore surriscaldato e a semplice espansione, dotata di un motore a quattro cilindri, per treni diretti e direttissimi. Prodotta in 391 unità e in cinque serie, prestò servizio dal 1912 a metà degli anni ‘70 su numerose linee in Italia, rappresentando senz’altro il compendio della massima espressione tecnologica italiana nel campo della trazione ferroviaria a vapore. Una perfetta sintesi di affidabilità, efficienza, economicità e versatilità, che non a caso gli valsero l’appellativo “La Regina”.

Di colore nero lucido sulla macchina, ad eccezione di alcune parti verniciate di rosso (raggi delle ruote, fiancate del telaio, incavo delle bielle, trave dei respingenti), mentre i cerchi delle ruote sono di colore bianco.

Le tre corse sui convogli storici, aperte a tutti, hanno gli stessi orari: per l’andata partenza da Bologna Centrale alle ore 10.30 e arrivo a Porretta Terme alle 12,52, con fermate intermedie a Casalecchio di Reno, Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Partenza del viaggio di ritorno da Porretta alle 18.45 e arrivo a Bologna alle 21.10, stesse fermate intermedie dell’andata. Il biglietto A/R costa 15 euro, gratuito per i ragazzi fino a 12 anni non compiuti. Il ricavato dei biglietti sarà donato all’onlus bolognese Bimbo Tu, che assiste le famiglie di bambini colpiti da gravi malattie.

Gli appuntamenti culturali

Alle suggestive esperienze di viaggio a bordo dei treni storici faranno da cornice una serie di eventi di carattere culturale e a valenza turistica. Si parte, appunto, con il Festival nazionale dell’acqua, una tre giorni (22-24 giugno) all’insegna dell’elemento identitario di Porretta Terme, con un fitto calendario di spettacoli teatrali, incontri letterari e conferenze a tema. Il clou sarà la giornata di sabato 23, quando si celebrerà la “Notte Celeste”, la festa del termalismo dell’Emilia-Romagna.

La seconda corsa del treno storico a vapore è fissata per il 13 ottobre, in occasione di Porretta Slow, tradizionale appuntamento con i prodotti tipici dell’Appenino tosco-emiliano, a partire dalla castagna. Per l’occasione sarà rievocato l’happening che nel lontano 1978 vide come protagonista il celebre musicista statunitense, John Cage. Per ricordare la celeberrima performance il treno a vapore che viaggerà quel giorno sulla Ferrovia Porrettana sarà accolto da band musicali ad ogni fermata lungo il tragitto, mentre altri artisti saliranno in carrozza per allietare i passeggeri. Gran finale sabato 8 dicembre, all’insegna dei mercatini di Natale, con i presepi in ogni stazione./G.Ma.

Per info e prenotazioni sui biglietti ferroviari rivolgersi a Bologna Welcome, indirizzo mail: ticket@bolognawelcome.it, tel. 051-2231454.

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Monsanto Bayer: 63% semi in mano a 3 multinazionali

Per difendere il potere contrattuale degli agricoltori

Rafforzare sempre più il sistema dei Consorzi Agrari per sostenere il potere contrattuale degli agricoltori dell’Emilia Romagna e dell’intero Paese di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici di produzione agricola. È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare la chiusura dell’acquisizione della multinazionale Monsanto da parte della tedesca Bayer, decisa per il 7 giugno prossimo ad un prezzo di 63 miliardi. Con questa acquisizione, che fa seguito alla fusione tra DuPont e Dow Chemical e l’acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina, il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci è concentrato nelle mani di sole tre multinazionali con un evidente squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori.
Il miliardo e mezzo di produttori agricoli mondiali sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche – sottolinea Coldiretti – nell’acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentare. La perdita di potere contrattuale – continua Coldiretti – si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma l’elevata concentrazione mette a rischio anche la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di qualità e sicurezza alimentare, oltre che la stessa sovranità alimentare dei vari Paesi e la biodiversità dei singoli Paesi.
“Per fronteggiare questa concentrazione di potere – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna e presidente di Consorzi Agrari d’Italia, Mauro Tonello – l’Italia deve rafforzare i Consorzi Agrari, i quali con i loro 2,5 miliardi di fatturato e le 300 mila aziende che ruotano attorno al sistema consortile sono lo strumento per dare più forza agli agricoltori in tutti i settori che riguardano le imprese agricole, dall’innovazione tecnologica ai contratti di filiera, dalle agroenergie al giardinaggio, dalla fornitura dei mezzi tecnici alla salvaguardia delle sementi a rischio di estinzione, fino alle sfide future dell’agricoltura di precisione e dell’utilizzo dei big data. Particolare attenzione andrà posta all’agricoltura dell’Emilia Romagna, dove i quattro Consorzi Agrari (Consorzio Agrario dell’Emilia, Consorzio Adriatico, Consorzio di Parma e Terrepadane) sono il riferimento di oltre 35 mila aziende, in un territorio che è ai primi posti per la biodiversità e per le produzioni di alta qualità, che finiscono sulle tavole di tutto il mondo. Non è un caso – conclude Tonello – che oggi, ad esempio nel settore dei cereali, c’è un ritorno ai grani di qualità della tradizione italiana, che sono sul mercato grazie all’attività di ricerca di una grande eccellenza emiliano romagnola, come la Società Italiana Sementi di Bologna”.

COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA – ufficio stampa

Li aiutiamo a casa loro? Dibattito semiserio su migrazione e accoglienza

ActionAid e i The Jackal alla Repubblica delle Idee
Bologna, Piazza Santo Stefano – giovedì 7 giugno ore 22:00.
Ingresso libero

Si può parlare di migrazione e accoglienza, temi tra i più caldi e divisivi del dibattito pubblico, con ironia e leggerezza? Si può giocare con le paure degli italiani per provare a guardarle in faccia e a superarle? Si può raccontare la verità di un fenomeno sul quale si dice tutto e il contrario di tutto, a partire da una riflessione sulla sua complessità, irriducibile alle semplificazioni di cui spesso si abusa?

L’ardua risposta è affidata a un dibattito semiserio tra Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid, e i The Jackal, che per il secondo anno consecutivo hanno collaborato con l’organizzazione non-governativa realizzando uno spot lontano dai classici cliché.

Saltando da una narrazione irriverente che capovolge gli stereotipi sull’immigrazione (dal “ci rubano il lavoro” ai famigerati hotel a 5 stelle in cui sarebbero ospitati i richiedenti asilo) a una riflessione priva di retorica, che faccia chiarezza sul fenomeno sulla base di dati il più possibile oggettivi, il dibattito sarà l’occasione per riflettere sulle nostre paure e sulle opportunità (al momento mancate) di riconoscere il ruolo positivo del fenomeno migratorio e dell’accoglienza, di ridare valore al concetto di solidarietà e ridefinire il nostro ruolo di cittadini attivi che affrontano l’insicurezza globale.

La moderazione di Alessandra Vitali consentirà di rimettere a fuoco un’immagine del fenomeno migratorio non deformata dalle paure e dai preconcetti, mettendo a confronto queste due voci e creando un filo rosso tra la satira dei The Jackal e l’analisi e le posizioni di ActionAid sul tema.

Ufficio Pubbliche Relazioni e Media ActionAid Italia International

L’occhio profondo di Edoardo Penoncini. Presentazione all’Ariostea il 6 giugno

«Laggìù/ sta all’erta un occhio tanto più fondo del tuo/ …E quel profondo occhio beve/ il tuo occhio profondo»: ha scelto una citazione di Paul Celan, Edoardo Penoncini, come preludio al suo nuovo libro L’occhio profondo, Al.Ce. Editore, 2018. Il volume sarà presentato il prossimo 6 giugno alle ore 17 nella sala Agnelli della Biblioteca Ariostea. Introdurrà e dialogherà con l’autore Roberto Dall’Olio, che ha curato la prefazione del volume: «Il poeta “nascosto” nel senso epicureo del ‘vivi nascostamente’… un poeta tuttavia che è visibile, quindi è nascosto, ma non appartato, chiuso, anzi, il suo occhio profondo è sempre aperto sul mondo, o sui mondi, che molteplici si intersecano nelle nostre vite come nella sua poesia». L’incontro è organizzato con il patrocinio del Gruppo scrittori ferraresi. A tre anni dall’ultima raccolta in italiano (Vicus felix et nunc infelix. La luce dell’ultima casa, Al.Ce. 2015), Edoardo Penoncini torna con la sua «penna arguta, sottile, massiccia, paziente, meditata, scattante» e «viaggia tra il difficile esistere e l’assurdo essere, con una lettura fortemente esistenziale e spirituale del suo stesso viaggiare» (Prefazione). Una raccolta «polisemica, dove l’esistenza con i suoi interrogativi non è solo quella del vissuto quotidiano, ma anche ciò attraverso cui veicoliamo il nostro vissuto, la parola e il sistema che la sorregge con le sue regole grammaticali, la ‘filosofia’ per accettare con l’età i dolori». Una silloge poetica per «vedere oltre quello che tutti non vedono».

Edoardo Penoncini nasce nel 1951 ad Ambrogio di Copparo (Fe); dopo la laurea a Bologna, collabora per alcuni anni con le cattedre di Storia bizantina della Facoltà di Lettere e Filosofia e di Storia medievale della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Bologna; per tre anni è borsista presso l’Istituto per la storia di Bologna e redattore della “Rivista di studi bizantini e slavi”. Ha insegnato Lettere nella scuola secondaria fino al 2011 e collaborato per venticinque anni con la rivista “Scuola e didattica”: suoi lavori sono apparsi su riviste di storia e di didattica della storia e in volumi collettanei. In versi ha pubblicato otto raccolte ed è presente in diverse antologie. Tra i riconoscimenti più recenti, nel 2017, il premio “Pasini”, il premio “Gozzano” e il premio “il Bottaccio”.


Da Gruppo Scrittori Ferraresi

Per tre giorni Ferrara Capitale del Diritto internazionale

Trecento tra i massimi esperti italiani ed esteri si riuniranno in città dal 6 al 8 giugno

4 giugno 2018, Ferrara – Tre giorni fitti di lavoro, ventiquattro relatori tra i massimi esperti italiani e stranieri di diritto internazionale e quasi 300 giuristi in arrivo da tutto il mondo, iscritti alle varie sessioni organizzate in giro per la città: numeri da grande evento, per il convegno “La codificazione nell’ordinamento internazionale ed europeo”, che si terrà a Ferrara da mercoledì 6 a venerdì 8 giugno.

Un’occasione speciale per la città estense, infatti, che per la prima volta ospiterà il Convegno Annuale della Società Italiana di Diritto Internazionale e di Diritto dell’Unione Europea (S.I.D.I.), il massimo evento nazionale del settore, giunto orma alla sua ventitreesima edizione.

E non è un caso che ad ospitarlo e aggiudicarsene l’organizzazione sia stato il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo ferrarese: da anni riconosciuto come uno dei punti di riferimento italiani sui temi del diritto internazionale, con corsi in lingua inglese, possibilità di doppio titolo (francese e spagnolo) per i propri laureati, la presenza di uno dei primi dottorati di ricerca sul diritto dell’Unione Europea, nonché del Centro di Documentazione e Studi sulle Comunità Europee, tra i più antichi e attivi in Italia. E che già nel 2016 aveva ospitato l’apertura dell’Hub italiano dello European Law Institute, il principale istituto europeo dei professionisti del diritto.

Il tema principale scelto per l’edizione di quest’anno è quello della “codificazione”, ma i tavoli di lavoro tematici amplieranno la discussione verso tutti gli argomenti più caldi dell’agenda internazionale (migrazioni, asilo politico, contenzioso tra stati, difesa del patrimonio culturale e ambientale), con casi di studi specifici (come i diritti umani in Turchia) e attenzione per le nuove frontiere del diritto (come il trattamento dei “big data”).

Nel corso dei tre giorni, la presenza dei giuristi si farà sentire ben oltre le pareti dell’Ateneo. E dopo una prima giornata, quella di mercoledì 6 giugno, dedicata ai tavoli tematici, che si terranno nelle aule del Dipartimento di Giurisprudenza, il convegno vero e proprio si diffonderà per la città.
A ospitarne l’apertura, il 7 giugno, saranno il Cinema Apollo e l’adiacente piazza del Carbone, che saranno anche il palcoscenico per l’assemblea annuale della S.I.D.I. che chiuderà la giornata con le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali. Per poi spostarsi nella cornice rinascimentale del chiostro del Museo Archeologico Nazionale per la cena di gala e le premiazioni dei giovani talenti più promettenti nel campo del diritto internazionale. Per l’ultima giornata, infine, si ritornerà nel Dipartimento di Giurisprudenza, in Corso Ercole I d’Este, con sessioni in inglese e italiano, che si concluderanno alle 17 di venerdì 8. Anche se molti dei visitatori coglieranno poi l’occasione per proseguire la propria permanenza in città nel fine settimana.

Nessuna pausa, invece, per il Dipartimento di Giurisprudenza, che anche grazie al recente riconoscimento del Ministero come “Dipartimento di Eccellenza”, nei prossimi mesi sarà impegnato nella realizzazione di un ambizioso progetto di sviluppo, che porterà a Ferrara finanziamenti, borse di studio per gli studenti (anche per andare all’estero) e un nuovo centro di ricerca sulla criminalità organizzata, di livello internazionale. Per maggiori informazioni: http://www.unife.it/convegno/sidi contatti: Prof. Francesco Salerno, telefono: 329.7709676, email: slf@unife.it


Università degli Studi di Ferrara
Ripartizione Marketing e Comunicazione

Polizia provinciale e guardie ecologiche volontarie rimuovono 23 cogolli illegali a Comacchio

Rimossi 23 cogolli vietati dalla legge.
È il risultato messo a segno dalla Polizia provinciale durante un controllo nei canali adduttori nelle valli di Comacchio, con l’aiuto dei volontari del raggruppamento guardie giurate ecologiche volontarie (gev) di Ferrara.
L’operazione è stata condotta con due imbarcazioni nel canale navigabile, dal ponte sulla statale Romea a Porto Garibaldi fino a Comacchio e i cogolli sono stati rimossi perché immersi nell’acqua senza alcun contrassegno e con maglie di misure inferiori a quelle consentite. La rimozione delle attrezzature vietate ha così reso possibile liberare in acqua una decina di chili di anguille e centinaia tra granchi e gamberi.
Chiunque si presentasse alla Polizia provinciale come proprietario delle reti, dovrà innanzitutto pagare la sanzione prevista per il loro uso illegale.
“Ringrazio i colleghi e le guardie ecologiche volontarie – dice al termine dell’operazione il comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli – per il lavoro di costante controllo a tutela del nostro patrimonio ittico e ambientale e per favorire la risalita del pesce novello”.

Ufficio Stampa
Provincia di Ferrara

Lucio Scardino presenta il libro “Nel cimitero della Certosa di Padusa. Poesie epigrafiche e no”

Mercoledì 6 Giugno
alle 18.00

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria Ibs+Libraccio di Ferrara

Lucio Scardino
presenta il libro

“Nel cimitero della Certosa di Padusa.
Poesie epigrafiche e no”
(Industrie Grafiche)

Dialoga con l’autore

Giuliana Berengan

Lucio Scardino con questa sua silloge di poesie epigrafiche ci presenta una galleria di ritratti, una teoria di non-eroi che solo “in morte” avanzano alla ribalta della memoria, oltrepassano il silenzio della loro piccola, dolente, talora patetica quotidianità per raccontare una storia mai scritta. Una “Pompei padana” che custodisce tracce e vicissitudini di uomini e donne fermate per sempre in immagini epigrammatiche. Uno spaccato di umanità fra eros e thanatos che rimanda e rende omaggio all’Antologia di Spoon River. Una necropoli non ancora scoperta, lungo l’antico fiume, nella quale entrare con gentilezza.

Per informazioni Ibs+Libraccio

Ferrara, Piazza Trento e Trieste, Palazzo San Crispino

eventife@libraccio.it – Tel. 0532241604

Primo giorno del governo Salvini: Conte e Di Maio che fine hanno fatto?

Il giorno della festa della Repubblica e della Costituzione è stato anche il primo giorno del nuovo governo Giallo-Verde. Un solo giorno è bastato per capire chi è il vero premier, non Conte e nemmeno Di Maio, ma l’ipercinetico Matteo Salvini. In Sicilia ha licenziato le Ong umanitarie e minacciato i migranti. Tutti d’accordo? No, a Roma gli ha risposto la Cei a nome del papa e dei vescovi italiani, mentre a Ferrara Massimo Maisto ha difeso i diritti delle coppie arcobaleno e la scelta dell’accoglienza diffusa.

Il 2 giugno non è stato solo la festa della Repubblica – folla, battimani e applausi per il mega-tricolore sceso dal cielo – è stato anche il primo giorno del nuovo governo che aveva appena giurato davanti a Mattarella, la mano sul testo costituzionale.
Ora, diranno i più fiduciosi, che si può combinare in 24 ore? Mica si può ribaltare l’Italia dalla sera alla mattina? Anche Di Maio l’aveva detto: “Dateci un po’ di tempo, non giudicateci prima ancora di cominciare”. Giusto, ragionevole, aspettiamo pure. Però la giornata e le “sparate governative” del 2 giugno vanno raccontate. E meditate.
Il ministro della famiglia Lorenzo Fontana (lo ricordo in un recentissimo ‘Porta a porta’: gongolante, ma con evidenti problemi di sintassi) ha dichiarato, testuale: “Le famiglie arcobaleno non esistono per la legge”. Intanto, Matteo Salvini si è precipitato in Sicilia, nella doppia veste di Capopopolo e di Vicepremier: qualche comizio infuocato, ma anche l’incontro con i prefetti. Salvini ha stoppato Fontana (veronese e un po’ troppo Liga Veneta), ha detto che la legge sulle unioni civili non si tocca, ma ha aperto il suo cuore agli astanti: “Per me una famiglia deve avere un papà e una mamma”. Tanto per chiarire il concetto.
Matteo Salvini – per chi non l’avesse capito è lui il dominus del governo, altro che Di Maio o l’avvocato Conte – non è però persona ordinaria; la sua tempra, il suo vitalismo, il suo portentoso eloquio sono noti al pubblico. Lui può fare il capopopolo e contemporaneamente il ministro dell’interno. Può sparare sul quartier generale e, dal medesimo quartier generale, buttare olio bollente sugli assalitori. Può recitare molte parti in commedia: dategli ‘Sei personaggi in cerca d’autore’ e lui li interpreta tutti e sei.
Così Matteo (quello nuovo che le elezioni ci hanno dato in sorte) dall’estremo lembo della penisola lancia due proclami, anzi avvertimenti, anzi minacce. “Stop agli sbarchi” e quindi stop alle Ong che salvano i migranti in mare. Ci era riuscito, in parte, Minniti e lui vuol portare a termine il lavoro (sporco). Proprio in quelle ore arrivavano le notizie di due nuovi naufragi, davanti alla Turchia e alla Libia: decine di morti, adulti e bambini. Quanti morti conteremo quando Salvini farà piazza pulita delle ultime barche umanitarie rimaste a solcare il Mediterraneo?
Salvini ha un’altra promessa elettorale da mantenere. “I migranti regolari non hanno nulla da temere, i loro figli sono come i miei figli, ma per i clandestini è finita la pacchia: si preparino a fare le valigie!” Non dice che per avere un permesso di soggiorno in Italia passano anche due anni. Non dice che quelli che chiama clandestini, sono i cosiddetti “migranti economici”. Quelli che scappano dalla fame e che rappresentano più del 90% del totale. Non racconta che la vita di un migrante non è propriamente una pacchia.
Insomma, sono bastate 24 ore per mettere in chiaro cosa dobbiamo aspettarci dal governo “a trazione leghista”, nonostante qualche irrilevante obiezione avanzata da un paio di ministri pentastellati. Matteo Salvini ha già allargato le spalle. Detta la direzione di marcia. E il povero avvocato Conte? Beh, per ora sembra che abbia fatto una telefonata ad Angela Merkel.

E’ giusto registrare due reazioni, una nazionale e una locale. Due prese di posizione nette contro questa deriva: morale e ideale prima ancora che politica.
Su tutti i media il segretario della Cei (Conferenza Episcopale Italia), rilancia l’impegno inderogabile a salvare vite umane e all’accoglienza dei disperati che arrivano sulle nostre coste. La Chiesa di Papa Francesco si schiera apertamente contro l’intolleranza e i respingimenti e propone la via concreta del dialogo interculturale, della solidarietà, dell’integrazione sociale. Non si tratta solo di una lodevole posizione umanitaria, ma di una visione alternativa che propone un piano antitetico rispetto alla propaganda sovranista e identitaria. L’unica strada che possiamo percorrere se vogliamo affrontare seriamente i problemi dell’oggi e costruire un’Italia unita e solidale.
A Ferrara il dibattito e lo scontro fra queste due visioni – respingere e negare il confronto con la realtà, oppure affrontare i problemi e accogliere e integrare i nuovi arrivati – si ripropone nei medesimi termini. Ecco allora ‘Il Resto del Carlino’, ormai programmaticamente deciso a dar voce alla pancia del Paese, sempre più allineato alla Destra più ignorante e retriva, che dedica nella sua edizione cittadina due pagine al Gad che “spera in Salvini” per liberarsi dal disagio portato dai neri. Per fortuna non tutti sono convinti delle virtù taumaturgiche di San Matteo Salvini e del suo ruspante referente in loco Naomo Lodi. Occorrerà lavorare in profondità per far rinascere una quartiere e i suoi residenti da troppo tempo lasciati a se stessi. Da questo punto di vista la prima autocritica dovrebbe partire dai rappresentanti del governo locale.
La seconda reazione ferrarese – questa volta lodevole – al primo giorno del ministro dell’interno, sta nella dichiarazione rilasciata da Massimo Maisto, vicesindaco, assessore alla cultura e alle pari Opportunità. Con parole nette Maisto ha difeso la “scelta dell’accoglienza diffusa” fatta al Comune di Ferrara, che ha dato in effetti risultati importanti anche se necessariamente non definitivi. Poi, in veste di assessore alle pari opportunità, si è opposto all’attacco del ministro Fontana alle famiglie arcobaleno. Vorremmo che Maisto proseguisse su questa strada. Magari che fosse lui stesso a lanciare l’idea di una sorta di Piano Marshall – sociale, economico, culturale – per la zona Gad.

Ci aspettano momenti difficili, in cui l’ideologia della chiusura, del rifiuto, addirittura della difesa della razza alzerà sempre più la testa, rimbalzando sui media e nelle piazze. L’ultima polemica Salvini-Saviano ne è la più recente riprova. E’ questo il momento – prima che sia troppo tardi – in cui è importante avere il coraggio di opporsi a questo pericoloso piano inclinato e invertire la marcia. E non sarà sufficiente acclamare Mattarella, sventolare le coccarde tricolori, celebrare la festa della Repubblica e i settant’anni della nostra Costituzione. Servono parole e azioni, molto lavoro e molto impegno, buone pratiche e buona volontà.

Si chiude l’anno scolastico di Pianeta Clara

Tante classi virtuose premiate al concorso “Occhio ai particolari”

Con la fine dell’anno scolastico 2017-18 si è chiuso anche il progetto di educazione ambientale Pianeta Clara, che ha visto tra l’altro la premiazione delle classi vincitrici del concorso “Occhio ai particolari”.
In totale il progetto promosso da Clara Spa e dedicato alla sostenibilità ambientale dei rifiuti ha coinvolto quest’anno quasi 6.500 studenti delle scuole dei 21 Comuni del ferrarese serviti dall’azienda.
319 classi, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado, sono state coinvolte con un totale di 250 laboratori o percorsi, pari a quasi 400 incontri, curati nell’operatività dalle cooperative Atlantide e La Lumaca, con la collaborazione di Girogirotondo e La Piccola Carovana.
Con il concorso “Occhio ai particolari”, l’iniziativa a premi legata al progetto, si sono distinte in particolare, per il numero di punti accumulati, la scuola secondaria di I grado “A. Cavallari” di Portomaggiore, la scuola dell’infanzia Lourdes di Comacchio e le scuole primarie di Fattibello, Gallo, Renazzo e Portomaggiore. La prima premiata con una visita guidata nel Parco del Delta del Po, le altre con materiale didattico scelto direttamente dagli insegnanti in base al valore del montepremi. Obiettivo di questa iniziativa era sensibilizzare ragazzi e famiglie sul corretto smaltimento di alcuni rifiuti “particolari” come i piccoli RAEE, le pile, le batterie, gli oli di cucina e quelli minerali, le vernici, i solventi e altri, e dunque far conoscere i Centri di raccolta e l’Ecomobile, servizi dedicati proprio a questo genere di scarti, più inconsueti di quelli quotidianamente gestibili tramite il porta a porta o i cassonetti stradali.
Il progetto Pianeta Clara ogni anno si rivolge ai più giovani per trasmettere l’importanza di ridurre gli sprechi, riutilizzare e riciclare i rifiuti, sensibilizzando gli studenti verso un agire virtuoso e consapevole, in sintonia con gli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Pianeta Clara torna a settembre con l’inizio dell’anno scolastico 2018-19 con nuove proposte per le scuole.

All’ombra del Titano

di Francesca Ambrosecchia

È il quarto stato più piccolo d’Europa ma non fa parte di quest’ultima. Passeggiando lungo le vie dell’omonima capitale si arriva ad ammirare il panorama circostante. La vista dalle torri, risalenti all’XI secolo, situate sui tre picchi del Monte Titano è senza dubbio suggestiva.
La città di San Marino si sviluppa proprio ai pendii di questo monte e sorge come città fortezza circondata da mura.
L’aria di epoca medievale, tanto ricercata dai suoi visitatori, si respira ancora passeggiando per le sue vie? La quantità di negozi e turisti che la popolano forse non collaborano al crearsi di tale atmosfera, anche se in alcuni scorci essa è presente. Alcune vie sembrano quasi costruite appositamente per scopi commerciali o di mero transito: la storia viene forse, in tal caso, surclassata dalle esigenze della modernità.

Le Breeders: da domani anche a casa tua, felicemente raggiungibili anche a piedi

Ci siamo, è il 4 giugno e da qualche giorno ormai non riesco più a ragionare: domani è il grande giorno, finalmente vedrò uno dei miei gruppi della vita e per farlo dovrò fare solo due passi.
Non avrei mai immaginato che potesse succedere, ormai era diventata quasi una barzelletta ma alla fine è successo e domani-5-giugno-2018 le Breeders suoneranno nel cortile del Castello.
Mi rendo conto che per tanti sembrerò scemo, mi rendo conto che per tanti il pensiero sarà “le Breeders chi?” e allora proprio per questo provvederò a fornire qualche cenno storico su questa band che mi ha un po’ rovinato la vita.
La faccio semplice: le Breeders sono il gruppo di Kim Deal e sorella gemella.
Kim Deal fu la bassista dei Pixies, quelli del pezzo alla fine di “Fight Club”, quelli che suonarono qualche anno fa in Piazza Castello.
Mi rendo conto che per tanti la sparerò grossa ma: i Pixies mi piacciono ma le Breeders mi piacciono molto di più.
Adesso dovrei provare a motivare questa mia fortissima convinzione ma francamente non so bene come fare.
Posso dire solo che che – a mio avviso – Kim Deal è fra i più giganteschi autori di canzoni della storia, roba al livello boh, di Hank Williams.
Posso aggiungere poi che – a mio avviso – le Breeders non hanno mai fatto un disco brutto.
Potrei poi provare a convincere chi legge queste righe a recarsi domani sera al cortile del Castello, prendere un biglietto e ascoltare queste Breeders ma francamente non so bene come fare.
Ho già detto la mia e a questo punto proverò a vedere se, con questo pezzo della settimana, riuscirò a smuovere eventuali indecisi, persone che non conoscevano le Breeders, e boh, semplici fan della musica.
Chiedo scusa per la mia palese sconnessione ma fino a domani-5-giugno-2018 sarò messo così e forse dopo anche peggio.
Ringrazio di cuore chi ha avuto il buon cuore di chiamarle, porgo i miei più cordiali saluti a chiunque e via col pezzo della settimana.

Safari (The Breeders, 1992)

Prepotente come un sogno

di Francesca Ambrosecchia

Sei sveglio, credi di essere cosciente ma nessuno dei tuoi muscoli si muove. Eppure lo sai, stai dicendo alla tua mano destra di muoversi, hai tutte le intenzioni di spostare la gamba ma niente. Il tuo corpo ti ascolta ma non reagisce.
Per chi l’ha vissuta è una sensazione terribile che spesso accade prima del risveglio. Si tratta della paralisi del sonno collegata alla fase REM, nella quale in genere sogniamo.
Può accadere che la sensazione descritta sia accompagnata da allucinazioni, come se quanto sogniamo in quel momento prendesse vita, e spesso si tratta di incubi.
È uno stato di “coscienza impotente” che oscilla tra pochi attimi e pochi minuti.

“Quando in sogni opprimenti e orribili l’angoscia tocca il grado estremo, è proprio essa che ci porta al risveglio, con il quale scompaiono tutti quei mostri notturni”
Arthur Schopenhauer

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

La Storia con un Clic

Si è svolto venerdì 1 giugno 2018 dalle 19 alle 21 al Museo del Risorgimento e della Resistenza la presentazione degli elaborati realizzati nell’ambito di “La storia con un Clic: percorsi di didattica museale all’interno del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara”, progetto vincitore del concorso ‘Io Amo i Beni Culturali’ – VII Edizione dell’anno scolastico 2017/18, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Alda Costa e il Liceo Carducci. Gli studenti, impegnati durante l’anno scolastico ad approfondire la conoscenza della collezione museale e la ricerca storica di alcuni personaggi ferraresi del periodo del Risorgimento e della Resistenza, hanno presentato i lavori svolti ai numerosi presenti: alunni, genitori, il Questore di Ferrara Giancarlo Pallini – che ha riconosciuto l’importanza di queste attività che contribuiscono alla conoscenza della storia della città e alla formazione dei giovani cittadini – e la Dirigente Scolastica dell’ICS Stefania Musacci. Gli elaborati realizzati dall’Alda Costa e dal Liceo Carducci (video, rappresentazioni teatrali, report fotografici, lapbook, giochi didattici) sono stati introdotti da Antonella Guarnieri, direttore del Museo, Paola Chiorboli referente del progetto, Maria Bonora, dalla regista ferrarese Rita Bertoncini e dall’attrice e regista Alessia Passarelli. L’illustrazione ha coinvolto le classi 3A, 3B della scuola primaria Alda Costa (docenti Paola Chiorboli e Rossella Fantoni) le classi 2E e 3E Boiardo (Lina Marchetti, Erminia Sannini e Anna Ucci); le classi del liceo Carducci 2 A, 2 C ,4E e 4F, (Patrizia Ferretti, Laura Borghi, Isabella Zaniboni, Sandra Salmi e Claudia Travagli). La fase finale del progetto verrà presentata nel mese di novembre e consiste nella realizzazione di un sito web del museo, in collaborazione con il Liceo Roiti, il Comune di Ferrara e associazioni del territorio.

Comunicato Regione: Ricostruzione post sisma

La Regione al nuovo Governo: “Assicurare la conferma del personale straordinario oggi impiegato nei Comuni e la non pignorabilità a tutela delle piccole imprese, soprattutto edili”

Il presidente Bonaccini e l’assessore Costi: “Riprendere subito il confronto per aggiornare la normativa e garantire il completamento senza ritardi e nella piena legalità delle opere, soprattutto nei centri storici e sul patrimonio pubblico. Incontreremo i parlamentari del territorio e ci coordineremo con la Regione Lombardia per non perdere neanche un minuto”

Bologna – Mettere subito mano alle norme sulla ricostruzione, per garantire il completamento rapido e nella piena legalità delle opere, in particolare nei centri storici e sul patrimonio pubblico. Con due priorità: assicurare la non pignorabilità dei fondi delle contabilità speciali, a difesa delle piccole imprese, soprattutto della filiera edilizia, e la conferma del personale straordinario oggi impiegato nei Comuni, per evitare l’allungamento di pratiche e procedure.

È quanto chiede la Regione Emilia-Romagna al nuovo Governo. “Con l’insediamento del Parlamento e dell’esecutivo, occorre riprendere subito l’azione di confronto con gli organi nazionali per aggiornare l’impianto normativo primario a favore della ricostruzione”, affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Ricostruzione, Palma Costi, sull’urgenza di rendere operative alcune norme indispensabili alla continuità di cantieri pubblici e privati.

“In particolare- sottolineano- è necessario che si intervenga subito su due norme essenziali per procedere senza ritardi nell’opera di ricostruzione. La prima, di assoluta importanza per la tenuta della filiera edilizia, riguarda l’impignorabilità delle risorse delle contabilità speciali dei Commissari a difesa delle piccole imprese di sub fornitori, spesso artigiane, messe in difficoltà dai fallimenti delle aziende aggiudicatarie dei lavori. La seconda riguarda il personale straordinario oggi impiegato nei Comuni e di cui bisogna avere certezza per velocizzare le pratiche di ricostruzione sia privata che pubblica. E oggi, in particolare proprio per la parte pubblica, poter contare su un numero adeguato di collaboratori diventa ancora più importante. Con il recente stanziamento, da parte del Commissario di ulteriori 101 milioni di euro a favore dei Comuni, partiranno infatti nuovi progetti esecutivi e nuovi appalti”.

“Per questo- proseguono Bonaccini e Costi- riteniamo indispensabile che i provvedimenti vengano inseriti nel primo strumento legislativo possibile. Da parte nostra ci coordineremo con la Regione Lombardia e incontreremo i parlamentari eletti nelle aree del sisma per accelerare il più possibile i tempi e non perdere neanche un minuto. Perché velocità, salvaguardia delle imprese e dei lavoratori e trasparenza- concludono- sono i valori che ci hanno guidato in questi sei anni e che ci hanno permesso di raggiungere traguardi importanti, risollevando il territorio da un sisma devastante”./BB

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