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Giorno: 5 Luglio 2018

Comunicato Regione: Ambiente e qualità dell’aria

Borgo Val di Taro (Pr), al via i lavori del Tavolo di garanzia per la qualità dell’aria e del Comitato tecnico-scientifico. Oggi la sigla del Protocollo in municipio. Il prossimo 21 settembre incontro pubblico per illustrare alla popolazione i dati disponibili e la ‘road map’ delle attività di approfondimento e studio future

L’assessore Paola Gazzolo: “Passo avanti determinante. Condivisi il calendario dei lavori e il metodo per rispondere alle domande della popolazione. Massima trasparenza, partecipazione e informazione”

Bologna – Al via i lavori del Tavolo di garanzia per la qualità dell’aria di Borgo Val di Taro, nel parmense, e del Comitato tecnico-scientifico ambiente e salute che lo supporta, per il massimo approfondimento sulle cause dei fastidi legati agli odori e sui sintomi di tipo sanitario segnalati dalla popolazione a partire dal 2017.

Già fissato a venerdì 21 settembre l’incontro pubblico, aperto a tutta la popolazione, nel quale si illustreranno i dati delle analisi ambientali e sanitarie e sarà presentata la road map dell’ulteriore lavoro di indagine condotto anche in collaborazione con Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Istituto superiore di sanità.

Oggi pomeriggio, in municipio, la firma del protocollo che costituisce il Tavolo di garanzia, voluto dalla Regione Emilia-Romagna proprio per garantire e preservare la qualità della vita nel paese del parmense, preceduta questa mattina dal primo incontro del Comitato tecnico-scientifico, composto da esperti indicati da tutti gli aderenti al tavolo, per assicurare un vasto apporto di competenze e professionalità.
Il comitato lavorerà attraverso due sottogruppi, uno per le questioni ambientali e l’altro per quelle sanitarie.

“Oggi si compie un passo avanti ulteriore e determinante- aggiunge l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-. Si è definito un calendario dei lavori chiaro e condiviso, così come il metodo a cui improntare tutta l’attività che ci attende. La nostra azione- conclude Gazzolo – sarà all’insegna della massima partecipazione e della massima informazione per rispondere alle domande dei cittadini sulla qualità dell’aria che si respiriamo in paese”.

“Il supporto di Cnr e Istituto superiore di sanità rafforzerà ulteriormente il percorso di garanzia e il tanto lavoro già svolto nel corso dei mesi passati- afferma il sindaco, Diego Rossi. Si sono già raggiunti risultati importanti grazie all’azione svolta da istituzioni ed enti di controllo. Ora siamo all’ultimo miglio: sciogliere anche gli ultimi dubbi presenti nella cittadinanza per la massima tranquillità di tutti”.

Tavolo di garanzia e Comitato tecnico scientifico: componenti e obiettivi
Il Tavolo di garanzia per la qualità dell’aria di Borgo Val di Taro è coordinato dall’assessore regionale Paola Gazzolo. Ne fanno parte il sindaco di Borgo Val di Taro, Diego Rossi; per l’Ausl di Parma Distretto Valli Taro e Ceno, Gianluca Pirondi; per Arpae, Eriberto De Munari; per Laminam, Michele Patrizio Perozzi e Gilberto Rabitti.

Legambiente, Circolo Alta Val Taro è rappresentato a rotazione da volontari, per sindacati e Rsu Paolo Spagnoli (Cgil), Germano Giraud (Cisl), Giuseppe Rossi (Uil); Domenico Capitelli per Cna Parma. Per Unione parmense degli Industriali, Chiara Albertini, per l’Associazione piccoli produttori Alta Val Taro, Renata Rapaccioli. Partecipa ai lavori del Tavolo di garanzia, Paola Angelini, del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica della Regione, come coordinatrice del Comitato tecnico scientifico.

Il Tavolo garantirà il rispetto dei tempi sugli approfondimenti relativi alla situazione ambientale e sanitaria e l’informazione unitaria e omogenea alla cittadinanza di Borgo Val di Taro.
Si avvarrà di un Comitato tecnico scientifico, organizzato in due gruppi di lavoro: uno ambientale, che lavorerà in collaborazione con il Cnr e uno sanitario con il supporto dell’Istituto superiore di sanità. Oltre alla coordinatrice Angelini ne fanno parte Enrico Dallara designato da Comune Borgo Val di Taro, Maurizio Impallomeni e Rosanna Giordano per Ausl Parma Valli Taro e Ceno, Eriberto De Munari direttore di Arpae Parma, Francesco Saverio Violante e Ivano Panini per Laminam, Andrea Minutolo e Edoardo Bai per Legambiente, Eugenia Marchi e Leonardo Tognotti per l’Unione parmense degli industriali, Daniele Uboldi per l’Associazione piccoli produttori Alta Val Taro.

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Alan Fabbri (LN): “Allevamenti di lumache: fondi per incentivare la nascita di nuove imprese”

“Gli allevamenti di lumache nella nostra Regione sono sempre più numerosi, il settore si sta espandendo così come i consumi, quadruplicati negli ultimi anni. Si tratta quindi di una possibile fonte di sviluppo per la nostra economia. Eppure, ad oggi, nella nostra Regione, non esiste un regolamento specifico nè fondi assegnati per lo sviluppo delle imprese”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione ha depositato una interrogazione a favore dello sviluppo del settore dell’elicicoltura.

“Secondo alcune stime si conterebbero attualmente circa 50 allevamenti di lumache in Emilia Romagna, allevate a fini non solo gastronomici ma anche cosmetici e terapeutici. Nonostante questo manca ad oggi una normativa organica che regolamenti il settore dell’elicicoltura e stabilisca un protocollo di formazione qualificata degli operatori”, aggiunge Fabbri.

La Regione Emilia Romagna ha proposto “un percorso formativo utile per la conoscenza delle corrette tecniche di allevamento delle lumache e la loro commercializzazione”, spiega ancora il capogruppo. “Chiediamo dunque se intenda emanare un bando per destinare parte dei fondi del PSR 2014-2020 alla creazione di nuovi allevamenti di lumache in Emilia Romagna.”

Caricento: la nostra solidità non è in discussione

I vertici della Banca ribadiscono la stabilità della Cassa centese

Cento, 5 luglio 2018 – A seguito degli articoli pubblicati sulla stampa locale nel corso delle ultime settimane, contenenti dichiarazioni che insinuano dubbi circa la solidità della Cassa di Risparmio di Cento SpA, il Consiglio di Amministrazione e la Direzione della Cassa intendono ribadire la totale inconsistenza di tali affermazioni improvvide, dannose e senza alcun fondamento.

I dati del bilancio della Cassa di Risparmio di Cento SpA confermano la stabilità della Banca: l’esercizio 2017 si è chiuso con un utile pari a 9,453 milioni di euro e con la ulteriore crescita dei coefficienti di solidità patrimoniale. Al 31/12/2017 il CET1, Common Equity Tier One, si attestava al 13,52%, a fronte di un coefficiente minimo assegnato alla Cassa dalla Banca d’Italia pari al 6,875%.

Nel corso degli ultimi mesi, pur in coincidenza con la trattativa tra la Fondazione e la Banca Popolare di Sondrio, la Cassa non ha mai rallentato nel perseguimento dei propri obiettivi strategici. L’acquisizione di Ifiver ha sancito la costituzione di Cassa di Risparmio di Cento come Gruppo Bancario, in coerenza alla strategia di cercare nuovi margini di redditività nel mercato retail, grazie alle cessioni del quinto dello stipendio offerte da Ifiver, che si affiancano ai nuovi prestiti personali iWish! della Cassa.

Gli investimenti in tecnologia, in incremento nel 2018 e che cresceranno ulteriormente nel 2019, nonché il rimodellamento e potenziamento della struttura organizzativa, sono funzionali a garantire maggior flessibilità e velocità, oltre all’erogazione di un servizio di alta qualità alla clientela come è nella tradizione della Banca.

Infatti, nel 2017 sono stati oltre 4.400 i nuovi clienti che hanno scelto di affidarsi ai servizi di Caricento, ed oltre 2300 solo nel primo semestre del 2018. Pienamente funzionanti e già in utile anche le nuove filiali dell’area Romagna (Faenza e Lugo), aree di espansione della Cassa.

L’accresciuta solidità patrimoniale vede in ulteriore miglioramento i coefficienti di copertura dei crediti deteriorati nel corso del primo semestre 2018; attualmente è in corso un processo di cessione delle sofferenze che porterà la Cassa ad avere un rapporto crediti deteriorati su crediti totali allineato agli standard richiesti dalla BCE.

Sul piano delle sponsorizzazioni, importanti interventi sono stati deliberati, in particolare a favore del territorio centese.

Caricento quindi non si ferma, forte della propria solidità patrimoniale: il Consiglio di Amministrazione, la Direzione e tutto il personale, animati da profondo spirito di squadra, ribadiscono fermamente e con orgoglio la volontà di continuare ad interpretare il ruolo di banca locale in maniera coerente
con il contesto che si prefigurerà, con l’unico obiettivo di generare valore nel tempo per Soci e Clienti.

Da: Ufficio Relazioni Esterne – Cassa di Risparmio di Cento

Autocertificazione Vaccinale – I Consiglieri del Gruppo PD: “Il processo di autocertificazione deve sottostare al superiore principio di tutela della salute pubblica”

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Con questa dichiarazione il Presidente del Gruppo PD della Regione Emilia Romagna Stefano Caliandro, la Relatrice della Legge regionale che per prima introdusse l’obbligo vaccinale sul territorio nazionale Francesca Marchetti e i consiglieri ferraresi del Gruppo PD Paolo Calvano e Marcella Zappaterra rispondono alla Conferenza Stampa dei Ministri Grillo e Bussetti.

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Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Comunicato Regione: Il caso

L’assessore regionale Massimo Mezzetti in difesa della direttrice della Biblioteca di Todi, rimossa perché si è rifiutata di segnalare ‘i libri pericolosi’: “Provvedimento figlio di una cultura oscurantista, abituata a vedere mostri ovunque e costruire paure”

“Invito l’amministrazione comunale umbra a tornare sui propri passi, riassegnando alla bibliotecaria responsabile, cui esprimo la mia solidarietà, l’incarico che si addice alle sue competenze professionali. Todi, città simbolo di cultura e apertura, non può diventare teatro di pericolose battaglie contro la libertà di pensiero”

Bologna – “Mi unisco alle tante voci critiche nei confronti della decisione dell’amministrazione di Todi di rimuovere dall’incarico la direttrice della Biblioteca comunale che si è rifiutata di stilare un fantomatico ‘indice di libri pericolosi’ per bambine e bambini”.

Così l’assessore regionale alla Cultura dell’Emilia-Romagna, Massimo Mezzetti, nel merito della decisione della giunta della città umbra di stilare una lista di libri pro-gender nella biblioteca comunale. “E’ una violazione palese del diritto che ciascuno ha di accedere liberamente alla cultura, di conoscere e formare la propria identità. Un diritto sancito e riconosciuto dalla nostra Costituzione e che solo nei periodi più oscuri della nostra storia è stato negato, provocando le conseguenze drammatiche che conosciamo bene”.

“Non possiamo in alcun modo accettare che passi l’idea, estremamente pericolosa, che sia compito della politica esercitare forme di controllo sui contenuti culturali che vengono prodotti e diffusi nelle biblioteche, nelle scuole, nei cinema, nei teatri- afferma l’assessore-. Fortunatamente, in questi giorni, amministratori locali, parlamentari, associazioni di case editrici, bibliotecari, singoli cittadini si stanno mobilitando per denunciare questo ennesimo atto figlio di una cultura oscurantista, segnata da pregiudizi e abituata a vedere mostri ovunque o a costruire paure solo per recuperare consenso elettorale”.

“Le biblioteche pubbliche devono essere sempre più vive, aperte, spazi di interazione e crescita, punto di incontro di generazioni e culture. Esattamente come quella di Todi che è arrivata ad avere circa 13mila utenti registrati su una popolazione cittadina di 18mila abitanti, facendo conquistare al Comune, nel 2018, il Premio del Mibact ‘Città che legge’. Un riconoscimento che è anche frutto del lavoro prezioso e appassionato della dirigente Fabiola Bernardini, cui esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza”.

“Invito l’amministrazione comunale di Todi a tornare sui propri passi- conclude Mezzetti-, riassegnando alla direttrice della Biblioteca Comunale l’incarico che si addice alle sue competenze professionali. Todi, città simbolo di cultura e apertura, non può diventare teatro di pericolose battaglie contro la libertà di pensiero”.

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Il Parlamento UE blocca la Direttiva sul copyright. ANSO: «Una vittoria per i piccoli editori»

Il Parlamento Europeo ha respinto la riforma del copyright. Con 318 voti contrari, 278 a favore e 31 astenuti, è la prima volta che il Parlamento di Strasburgo vota contro un mandato di una commissione. Una settimana fa, infatti, la commissione Affari giuridici (JURI) aveva dato parere favorevole alla direttiva, portandola così alla votazione nella plenaria di oggi, giovedì 5 luglio, e ponendo gli europarlamentari davanti alla scelta di dare il via al mandato o di rimandare il fascicolo alla commissione JURI per essere ridiscusso. L’esito, per nulla scontato, è stato il secondo: la plenaria ha respinto il mandato negoziale proposto dalla commissione giuridica.
L’Associazione nazionale della stampa online (ANSO) è stata l’unica in Italia ad aver denunciato ripetutamente i pericoli di questa direttiva e, a differenza delle altre associazioni di editori, si è apertamente schierata contro, dando vita a Media Publishers, la coalizione europea di editori innovativi di cui ANSO e altre 8 importanti associazioni europee del settore fanno parte.
«Quando abbiamo iniziato questa nostra battaglia – spiega Matteo Rainisio, vicepresidente di ANSO – eravamo osteggiati da tutti, ma non ci siamo fermati davanti alle grandi lobby e al peso della Commissione Europea. Come Davide contro Golia abbiamo continuato a far sentire la nostra voce e non ci siamo mai fermati nemmeno dopo il voto in commissione. Oggi per noi piccoli editori è un giorno di festa: internet è ancora libero e i link sono salvi».
Molte organizzazioni europee, tra cui Wikipedia, che ha protestato chiudendo le sue pagine, si sono schierate contro questa nuova riforma considerata “una minaccia per Internet”.
«A nome di tutti gli editori nativi digitali, ANSO ringrazia tutti gli europarlamentari italiani che hanno votato contro la direttiva e in particolare la decisione di esponenti di spicco dell’attuale governo per essersi schierati apertamente contro la volontà della commissione europea», conclude Rainisio.

Da: Eo Ipso Srl

Gazzetta Ufficiale: pubblicato il calendario delle festività religiose ebraiche per l’anno 2019.

Sulla Gazzetta Ufficiale in data 5 giugno 2018, Serie Generale n. 128, è stato pubblicato il calendario delle festività religiose ebraiche per l’anno 2019.

Tale provvedimento, si applica al personale dipendente da pubbliche amministrazioni, da enti pubblici e privati nonché allo svolgimento di prove di concorso e di esami scolastici.

Ferrara, 3 luglio 2018

Da: Ufficio di Gabinetto Prefettura di Ferrara

La Cna di Copparo: politiche amministrative più favorevoli alle imprese locali

Conferenza stampa della Cna Area di Copparo – Berra
Ci confronteremo con tutti per sostenere le imprese locali
Solo la fusione dei sei Comuni può consentire il cambio di passo

A qualche settimana dalla nomina, il presidente dell’Area Cna di Copparo – Berra, l’imprenditore Paolo Mazzini illustra gli intenti alla base del suo mandato, attento al confronto con le Amministrazioni locali, che vorrebbe meno condizionate da impedimenti e vincoli, più autonome e attente alle esigenze delle imprese. Un ruolo dell’Associazione – quello delineato da Mazzini – più dinamico e aperto al confronto con tutte le forze politiche: “perché vogliamo confrontarci con tutti, e soprattutto far comprendere maggiormente le ragioni di Cna e delle imprese”.
Alla conferenza stampa che si è tenuta stamane a Copparo, il responsabile della sede Francesco Robboni ha evidenziato l’impegno dell’Associazione nell’essere forza propositiva, di fronte all’esigenza di un rilancio vero dell’economia e delle imprese, possibile a condizione che a livello nazionale, ma anche locale ciascuno si impegni a fare la propria parte: dalla riduzione della pressione fiscale e del costo del lavoro a carico delle imprese, ad una vera diminuzione della burocrazia.
Nell’ambito del territorio dei sei Comuni del Mandamento esistono ampi spazi di miglioramento delle politiche amministrative: insomma si può fare di più e meglio, sostengono Mazzini e Robboni. La maggior parte delle opere pubbliche e degli appalti di questi anni sono stati assegnati ad aziende fuori del territorio e, addirittura, di altre Regioni. Necessario porsi il problema di come valorizzare di più, pur nell’ambito delle normative vigenti, le imprese locali, promuovendo occasioni di confronto e possibile collaborazione a partire dai progetti di investimento futuri. Un amo lanciato a sindaci e amministratori dei sei Comuni, ai quali si sollecita più impegno, oltre i condizionamenti imposti da Stato e Regione, ad esempio sul versante della semplificazione burocratica o degli assetti di governo amministrativo dell’Area. Poco convinta del valore delle “mini” fusioni (vedi Ro – Berra o Tresigallo – Formignana), Cna spinge per il progetto più ambizioso: solo la fusione dei sei Comuni – sostengono il presidente Mazzini e il responsabile Robboni – può assicurare un vero cambio di passo della politica amministrativa, sul versante della qualità di governo dell’economia del territorio, della efficienza e degli investimenti.

Da: CNA Ferrara

Daspo urbano, controlli ai pubblici esercizi e misure di contrasto allo spaccio di stupefacenti al centro della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Ferrara.

Presieduta dal Prefetto dr. Michele Campanaro, si è tenuta nella serata del 4 luglio scorso, alla presenza del Presidente del Tribunale, dr.ssa Rosaria Savastano, del nuovo Procuratore della Repubblica, dr. Andrea Garau, dell’Assessore alla Sicurezza del Comune di Ferrara, dr. Aldo Modonesi e dei vertici provinciali delle Forze dell’Ordine, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per fare il punto della situazione sull’attuazione nella Città capoluogo degli strumenti operativi introdotti dal c.d. decreto sulla sicurezza urbana, convertito nella l.n.48 del 2017.
“L’odierna riunione di Comitato – ha evidenziato il Prefetto – ha messo in evidenza, in relazione al lavoro avviato in particolare dagli inizi di quest’anno, un notevole rafforzamento sulla Città di Ferrara del quadro delle sinergie interistituzionali e la comune volontà di volerlo ulteriormente potenziare, per innalzare ancora il livello di sicurezza urbana”.
In questa direzione, va valutata anzitutto la recente sottoscrizione, lo scorso 21 maggio, del “Patto per l’attuazione della sicurezza urbana” che prevende una strategica integrazione del sistema di videosorveglianza sul territorio della Città di Ferrara. Ma anche, nella stessa direzione, è stato stimato il ricorso sempre più consistente agli strumenti previsti dalla citata l.n. 48/2017 sulla sicurezza urbana: dal c.d.“daspo urbano” alle ordinanze sindacali in tema di orari di apertura dei pubblici esercizi; dalle misure per il contrasto dei reati in materia di spaccio di sostanze stupefacenti all’applicazione, da parte del Questore, della sospensione delle licenze ai pubblici esercizi ed a quelli di vicinato, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Su quest’ultimo versante, è stato evidenziato che, nel primo semestre del 2018, sono stati adottati dal Questore 12 provvedimenti di sospensione delle licenze ex art. 100 TULPS, a fronte dei 13 provvedimenti adottati durante l’intero 2017.
A termine della riunione del Comitato, il Prefetto ha disposto l’immediata attivazione di un Tavolo Tecnico in Questura per una ulteriore, forte intensificazione dei servizi di prevenzione e controllo sulla Città di Ferrara, mirati in particolare ai pubblici esercizi ed al contrasto dei reati in materia di spaccio di sostanze stupefacenti.
In quest’ultimo contesto, il Prefetto ha, infine, espresso parole di particolare apprezzamento per l’esito dell’ultima brillante operazione dell’Arma dei Carabinieri c.d. “Sottobosco” che, dando esecuzione a ventotto ordinanze di custodia cautelare in carcere, ha permesso di smantellare un’associazione a delinquere specializzata nel traffico di stupefacenti, operante in diverse regioni d’Italia.

Quarta giornata Emergency days 2018 (6 luglio)

Dalle 18 partirà un laboratorio ispirato a Chi è il più forte, una favola raccolta tra i bambini ricoverati nel centro di Battambang in Cambogia, costruito e gestito da Emergency fino al 2012.
Rita Venturoli creerà assieme a bambini un libro fatto a mano, realizzato con materiale di recupero.
Sempre alle 18 la Ciclofficina degli EDAYS a cura dei volontari di IrregolarMente per imparare a riparare i piccoli inconvenienti che possono capitare alle bici.

L’incontro pubblico di oggi alle 18:30 verterà sulle buone pratiche di inclusione dei migranti nelle comunità che li accolgono. Interveranno Antonella Napolitano del CILD Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili, Ilda Curti ex assessore della città di Torino, ricercatrice, docente, presidente del network europeo Quartiers en crise, Carlo Cominelli presidente della coop. K-PAX, co-gestisce lo SPRAR di Brescia, Michele Cattani della coop. Arca di Noè di Bologna. La discussione sarà moderata da Jonatas di Sabato di Web Radio Giardino.

Doppio concerto dalle 21 con i Lost Weekend, rock band ferrarese dal background musicale chiaramente Made in USA e a seguire i Nuovo Corso Cafe’ un trio di amici e musicisti milanesi che spaziano dai ritmi soft del cantautorato italiano all’indie rock.

Laboratori ed incontri avvengono al coperto e sono confermati anche in caso di pioggia.

Come ogni giorno, saranno aperti la libreria, lo spazio bimbi, i punti informativi di Emergency e AVIS e il bar ristorante.

ETJCA- Agenzia per il Lavoro: più di 100 le opportunità in Emilia-Romagna per il periodo estivo

Milano, 5 luglio 2018 – Sono oltre 100 le opportunità di lavoro estivo in Emilia-Romagna offerte da ETJCA – Agenzia per il Lavoro, attiva in Italia dal 1999 e oggi uno dei primi 10 player nel settore delle APL, fra contratti in somministrazione e inserimento diretto in azienda.

“In uno scenario nazionale positivo come quello registrato dall’Istat, che rileva il record storico di 23 milioni e 200 mila occupati ad aprile 2018 – sottolinea Guido Crivellin, Presidente di ETJCA – le offerte che proponiamo in vista della stagione estiva sono in linea con questo trend e fanno ben sperare per il futuro. Il ruolo di un’Agenzia come la nostra risulta sempre più rilevante nel favorire l’occupazione, in aumento dello 0,8% (+24 mila) rispetto al 2017, e nel tutelare il lavoratore anche nell’ottica di un reinserimento nel mercato del lavoro”.

In Emilia-Romagna la maggior parte delle categorie professionali ricercate da ETJCA sono nel settore metallurgico, alberghiero, sanitario e in quello dei trasporti. Nello specifico, nel ramo tecnico-industriale si selezionano verniciatori, periti meccanici, saldatori e ingegneri meccanici per un totale di 16 posizioni. Sono fortemente richiesti infermieri e operatori socio sanitari, camerieri e baristi nel settore alberghiero e autisti consegnatari in quello dei trasporti.

Solo nella provincia di Forlì – Cesena si ricercano più di 34 figure tra impiegati back office, addetti alla ristorazione, saldatori e periti meccanici. A Bologna, invece, sono richiesti professionisti da inserire nelle società logistiche come autisti consegnatari e nella metallurgia come ingegneri gestionali.

Da: Press Office
Equipe International Srl

“Grande successo per la ‘Summer School in Nuclear Physics and Technologies'”

Si è conclusa il 29 giugno la Summer School in Nuclear Physics and Technologies, organizzata dall’Università di Ferrara e dall’Università del Texas di Austin, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN – Sezione di Ferrara) ed il Consorzio Futuro in Ricerca (CFR).
Nel corso delle quattro settimane di Summer School studentesse e studenti sono stati coinvolti in lezioni frontali, seminari divulgativi, laboratori didattici, visite guidate ed incontri di orientamento professionale.
Di particolare interesse sono state le visite guidate presso centri di ricerca quali il Laboratorio Energia Nucleare Applicata di Pavia, che ospita un reattore nucleare di ricerca TRIGA, e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, sede di esperimenti di fisica fondamentale a basso fondo tra i più rilevanti nel panorama internazionale. Durante le attività laboratoriali, organizzate dal team afferente al Laboratorio di Tecnologie Nucleari applicate all’Ambiente del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, studentesse e studenti hanno avuto l’opportunità di realizzare in prima persona esperimenti per il monitoraggio indoor e outdoor della radioattività naturale, preziosa occasione di scambio culturale e di crescita in un contesto internazionale.
“A questa 3° edizione hanno partecipato 15 studentesse e studenti americani e 4 studentesse italiane, selezionate tra 16 domande provenienti da tutt’Italia. Per noi è un bella conferma del fatto che questa iniziativa si sta consolidando anche a livello nazionale” – afferma il Prof. Fabio Mantovani del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, che, insieme al Prof. Sheldon Landsberger dell’Università del Texas, coordina questo proposta didattica.
Soddisfatto anche il Prof. Roberto Calabrese, Direttore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra… “Questo progetto didattico è motivo di grande orgoglio per il nostro Dipartimento che per il terzo anno si è confermato un centro di attrazione per giovani provenienti dagli Stati Uniti, a testimonianza di una sempre maggiore apertura all’internazionalizzazione della didattica e della ricerca”.
“La Summer School in Nuclear Physics and Technologies – dichiara il Prof. Raffaele Tripiccione, Direttore della Sezione di Ferrara dell’INFN è un’occasione speciale per il mondo della ricerca di base dell’INFN di trasmettere conoscenza alle giovani ricercatrici e ai giovani ricercatori di domani, i quali guardano alla fisica fondamentale con occhi pieni di curiosità ed entusiasmo”.
Al termine della Summer School, il Prof. Sheldon Landsberger ha particolarmente apprezzato l’organizzazione delle attività presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, sottolineando l’importanza dei laboratori, dei seminari e delle visite guidate con la prospettiva e l’augurio di poter proseguire l’esperienza con la quarta edizione nel giugno 2019.

Da: Università degli Studi di Ferrara
Ripartizione Marketing e Comunicazione
Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

La Stanza Vuota, manca solo ciò che vedi. Opere di Mauro Coppola

Sabato 7 Luglio alle ore 18.30 alla Galleria del Carbone inaugura la mostra personale di Mauro Coppola dal titolo LA STANZA VUOTA “Manca solo ciò che vedi” con opere realizzate dal 2014. Le tele ad olio e tecnica mista, scelte da Ada Patrizia Fiorillo ed accompagnate dal testo di presentazione in cui scrive: [..Del ciclo “La stanza vuota” avviato qualche anno fa del quale una selezione di lavori trova posto in questa mostra personale, colpiscono alcuni aspetti. In primo luogo una tensione cromatica tesa ad una solarità che rende questi dipinti densi di una suggestione d’impronta matissiana, di seguito un equilibrio compositivo nella stesura narrativa, infine il senso quasi misterioso di un dialogo muto tra oggetti e figure.]..
L’iniziativa culturale che rimarrà in parete fino al 28 Luglio 2018, gode del Patrocinio del Comune di Ferrara e sarà visitabile nei seguenti orari: dal mercoledì al venerdì 17.00-20.00; sabato: 11.00-12.30 e 17.00-20.00; chiuso il lunedì e martedì.

Mauro Coppola nasce a Napoli nel maggio 1953, si trasferisce a Ferrara nel 1982 dove vive tutt’ora.
Notaio di professione, fin da adolescente si è dedicato al disegno e alla pittura. Solo negli ultimi anni ha esposto i suoi dipinti in diverse occasioni con personali a Budrio (BO), Ferrara, Pesaro, Pieve Torina (MC) e Gualtieri (RE).
Costante è la ricerca di una visione non convenzionale della realtà che, grazie all’accostamento di forme di colori in movimento “ricrea” oggetti e personaggi dell’anima che assumono connotazioni personalissime e originali.

Comunicato Regione: Agroalimentare

Cibo e tradizione, Regione Emilia-Romagna e Slow Food Italia rafforzano l’alleanza: insieme per valorizzare le produzioni di eccellenza. E altre quattro specialità regionali entrano nella lista dei presidi riconosciuti dalla Ciocchiola

La Pecora cornigliese di Parma, il Carciofo violetto di San Luca, nel bolognese, la Ciliegia Moretta di Vignola (Mo) e la Pesca dal buco incavato di Massa Lombarda (Ra). Bonaccini: “Saperi tradizionali e sostenibilità sinonimo di qualità, un patrimonio da promuovere sui mercati”.Petrini: “Per noi una collaborazione ambiziosa, vogliamo dare risalto ai produttori e ai giovani”. Caselli: “A settembre andremo al Salone del gusto di Torino per raccontare ciò che di buono stiamo facendo”. Un gruppo di lavoro per mettere a punto il calendario delle iniziative comuni

Bologna – Si consolida e arricchisce di nuovi contenuti la collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Slow Food per recuperare e promuovere le produzioni agroalimentari locali di qualità a rischio di scomparsa e valorizzare il patrimonio di tradizioni enogastronomiche locali. Un’alleanza ad ampio raggio, quella tra la Regione e l’associazione internazionale del “cibo buono, pulito e giusto per tutti”, che fa perno anche sui temi della salvaguardia della biodiversità e dell’agricoltura sostenibile e destinata a trovare nuova spinta dalla costituzione nelle prossime settimane di un gruppo di lavoro misto che avrà il compito di definire il programma delle iniziative da realizzare insieme nel prossimo biennio.

Intanto, però, altri quattro Presidi di Slow Food vanno ad aggiungersi ai tredici riconosciuti in Emilia-Romagna, piccoli ma preziosissimi gioielli dell’agroalimentare di qualità: la Pecora cornigliese di Parma, il Carciofo violetto di San Luca, nel bolognese, la Ciliegia Moretta di Vignola (Mo) e la Pesca dal buco incavato di Massa Lombarda (Ra).

Le iniziative comuni che verranno decise seguiranno a quelle già previste dal protocollo di intesa siglato nella primavera scorsa.

Un documento che, accanto allo studio di progetti comuni per far conoscere al grande pubblico e ampliare il patrimonio dei prodotti tradizionali di alta qualità, i cosiddetti “Presidi Slow Food”, mette l’accento anche sulla formazione professionale, per consentire ai piccoli produttori di acquisire un bagaglio di conoscenze ed esperienze necessario per confrontarsi con il mercato globale, oltre ad insistere sull’educazione dei giovani.

Al riguardo è già stato definito un calendario di incontri negli istituti agrari per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della biodiversità e della sostenibilità delle produzioni. E tra le prossime iniziative c’è la partecipazione della Regione all’edizione 2018 di Terra Madre – Salone del gusto, la maxi-kermesse internazionale organizzata da Slow Food che si svolgerà dal 20 al 24 settembre al Lingotto di Torino.

Obiettivi della collaborazione e progetti in cantiere sono stati illustrati dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dal fondatore e presidente dell’associazione internazionale, Carlo Petrini, in una conferenza stampa che si è svolta questa mattina in viale Aldo Moro, a Bologna. All’incontro hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, e il presidente regionale di Slow Food Emilia-Romagna, Raffaela Donati.

“L’Emilia-Romagna- ha sottolineato Bonaccini- è la regione italiana ed europea con il più ricco paniere di produzioni di qualità, per un fatturato alla produzione che nel 2016, secondo il rapporto Qualivita-Ismea, ha sfiorato i 2,75 miliardi di euro. In più possiamo vantare circa 400 specialità iscritte nell’elenco dei prodotti tradizionali, dalle paste fresche alla biscotteria, per finire con i formaggi, le carni e i condimenti. Nessuno più di noi è quindi titolato per candidarsi ad esercitare un ruolo guida nelle politiche a sostegno delle specialità artigianali di altissimo pregio, in grado di arricchire la nostra già amplissima offerta di produzioni a marchio Ue. L’obiettivo è quello di lanciarli e promuoverli sui mercati nazionali ed internazionali, facendoli conoscere ed apprezzare dai consumatori, anche perché l’Emilia-Romagna può vantare un binomio forte – agricoltura e cibo – che va nel solco della tradizione, secondo modelli di produzione sostenibili che da sempre sono rispettosi del sapere artigiano, della salvaguardia dell’ambiente e di una migliore qualità della vita. Senza dimenticare l’impegno più generale e globale, per noi essenziale, contro il cambiamento climatico, che vede l’Emilia-Romagna insieme a numerosi governi locali a livello internazionale”.

“La collaborazione con la Regione Emilia-Romagna- ha rimarcato Petrini- è per noi un passo ambizioso. Da un lato per informare e coinvolgere sempre di più e meglio i consumatori, dall’altro perché vuol dare risalto a due figure fondamentali: i produttori agroalimentari e i giovani. Senza dimenticare l’esigenza di un diverso rapporto tra città e campagna e di un’agricoltura rispettosa delle risorse ambientali, della biodiversità e del benessere animale. Oggi parlare di cibo vuol dire tutto questo. Siamo contenti di avere come interlocutore privilegiato la Regione Emilia-Romagna, per far sì che le idee del nostro movimento possono camminare anche su gambe altrui”.

Formazione coi giovani

Oltre alle iniziative di formazione e divulgazione negli istituti agrari – ne sono già stati fissati tre a Bologna, Piacenza e Faenza – e ad altri tre incontri di carattere informativo sull’etichettatura dei prodotti di montagna organizzati nel prossimo ottobre a Parma, Sasso Marconi (Bo) e Forlimpopoli (Fc), tra gli appuntamenti di spicco nell’ambito dell’accordo di collaborazione con Slow Food figura la partecipazione della Regione alla prossima edizione del Salone del Gusto, in uno spazio co-organizzato con Slow Food Emilia-Romagna per garantire la massima visibilità ai progetti comuni e ospitare la presentazione e degustazione dei prodotti regionali di qualità certificata e di quelli dei presidi.

“Accanto ai più noti marchi Dop ed Igp- ha sottolineato Caselli – vogliamo portare all’attenzione del grande pubblico le tante piccole realtà produttive di cui la nostra Regione è ricca e che rischiano di restare nascoste. Insieme a Slow Food intendiamo valorizzare il prezioso lavoro delle persone che custodiscono antiche tecniche produttive e tradizioni contadine, capaci di rivitalizzare territori marginali. Andremo a Torino anche per raccontare ciò che di buono sta facendo la nostra Regione in materia di innovazione e ricerca, di sviluppo dell’agricoltura biologica e tutela dell’agrobiodiversità. Temi che ci vedono impegnati insieme a Slow Food nella ricerca di soluzioni ai grandi problemi connessi alla produzione del cibo, come l’attenzione al contrasto ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità”.

Quattro nuovi Presidi Slow Food in Emilia-Romagna

Oggi sono 13 i Presidi Slow Food riconosciuti in Emilia-Romagna, su circa 300 in tutta Italia, per un totale di una quarantina di piccole realtà produttive. Un elenco di produzioni di nicchia di alto pregio che comprende specialità di norcineria come il Culatello di Zibello (Pr), la Mortadella classica di Bologna, la Mariola delle aree collinari piacentine fino alla Bassa parmense, i Salumi rosa tradizionali bolognesi, oltre alla Spalla cruda, sempre della Bassa parmense.

Nella lista figurano poi prelibatezze rare come l’Anguilla marinata di Comacchio (Fe) e il Salmerino del Corno alle Scale, animali d’allevamento come i bovini di Razza romagnola, la Vacca bianca modenese e i suini di Mora romagnola, il formaggio Raviggiolo dell’Appenino tosco-emiliano, il Sale marino artigianale di Cervia e la Pera cocomerina dell’Alta Vale del Savio.

A questi presidi se ne aggiungeranno presto altri quattro: la Pecora cornigliese di Parma, il Carciofo violetto di San Luca, nel bolognese, la Ciliegia Moretta di Vignola (Mo) e la Pesca dal buco incavato di Massa Lombarda (Ra).

L’incontro stampa è avvenuto alla viglia del 9^ Congresso di Slow Food Italia, in programma da domani a domenica prossima a Montecatini e al quale è stato invitato anche il presidente Bonaccini. Un assise che segnerà l’avvio di una fase di riorganizzazione dell’associazione e che si concluderà con l’elezione di un comitato esecutivo di cui faranno parte due membri che provengono dall’Emilia-Romagna: Antonio Cherchi, modenese alla guida di Slow Food Emilia-Romagna prima di Donati, e Giorgia Canali, che per otto anni è stata la più giovane fiduciaria italiana della condotta Slow Food di Cesena. /G.Ma.

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Comunicato Regione: Sanità

Rischio zanzare, al via la campagna informativa della Regione “Zanzara tigre e altri insetti: pericoli pubblici”. L’assessore Venturi: “Affiancare alle disinfestazioni dei Comuni l’attenzione e l’impegno dei cittadini nella prevenzione può fare la differenza”

Su opuscoli, locandine, video, siti internet e Facebook i consigli utili per proteggersi dalle punture e contrastare la diffusione di questi insetti, che possono trasmettere malattie virali pericolose. Attivo da giugno, come ogni anno, il sistema di sorveglianza su virus e malattie

Bologna – Stop a zanzare e pappataci, perché sono sicuramente molesti, ma soprattutto possono trasmettere malattie virali anche pericolose. Prende il via la campagna informativa della Regione Emilia-Romagna, che offre consigli pratici su come contrastare la diffusione di questi insetti ed evitare di farsi pungere. Ad esempio: trattare i tombini dei giardini con prodotti larvicidi, eliminare i ristagni d’acqua, tenere i giardini puliti, sfalciare poi rimuovere l’erba, spruzzare repellenti su pelle e abiti e utilizzare diffusori di insetticidi. Accortezze e gesti di fondamentale importanza, soprattutto per la prevenzione.

“Zanzara tigre e altri insetti: pericoli pubblici” è il messaggio della campagna lanciata anche quest’anno dal Servizio sanitario regionale, che si affianca all’invito “Conoscili, proteggiti, previeni”. L’obiettivo è chiaro: fornire ai cittadini alcune semplici indicazioni per impedire la proliferazione delle zanzare e dei pappataci che, in quanto “vettori”, possono trasmettere varie malattie, a volte gravi. La zanzara tigre, infatti, è in grado di trasmettere virus quali Chikungunya, Dengue e Zika; quella comune, del genere Culex, può diffondere il virus West Nile e i pappataci sono vettori del parassita della Leishmaniosi.
Opuscoli, locandine, video informativi sono quindi a disposizione dei cittadini, che possono anche scaricarli dai siti http://www.zanzaratigreonline.it/ e http://salute.regione.emilia-romagna.it/. Inoltre, è disponibile il numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale: 800 033 033

“Si tratta di malattie che, soprattutto per le persone più fragili, possono diventare pericolose- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Per questo, all’azione di disinfestazione condotta dai Comuni nelle aree pubbliche, è importante affiancare il contributo diretto dei cittadini. Occorre prestare attenzione ai comportamenti individuali, sia per proteggerci, sia per evitare il diffondersi degli insetti nei giardini e nelle case. Se poi si va in vacanza all’estero in Paesi considerati a rischio è importante prendere alcune precauzioni. Insomma- chiude l’assessore- la prevenzione è fondamentale e l’attenzione e l’impegno dei singoli cittadini possono fare la differenza”.

Il sistema regionale di monitoraggio della densità di zanzare sta registrando anche in questi mesi l’incremento usuale in correlazione con l’approssimarsi dell’estate. È necessario, pertanto, che i cittadini si impegnino direttamente a contrastare la proliferazione di questi insetti nei propri giardini, anche perché gli interventi di disinfestazione dei Comuni riguardano unicamente il suolo pubblico, e quindi anche se molto accurati controllano solo una parte del territorio. Altrettanto importante è prevenire le punture.

La campagna regionale viaggia anche su Facebook
Una specifica campagna sulla pagina Facebook della Regione (@RegioneEmiliaRomagna) parte in questi giorni e proseguirà fino a metà settembre in modo capillare. Lo scorso anno la campagna sul social media ha raggiunto in Emilia-Romagna oltre 1 milione di persone (1.213.000), con 1 milione 319mila visualizzazioni del video.

Cosa fare per proteggersi
La protezione individuale dalle punture è importante per sé stessi e per contrastare l’eventuale diffusione dei virus: all’aperto, in zone ricche di vegetazione, è buona abitudine vestirsi sempre con abiti di colore chiaro, indossare pantaloni lunghi, capi di abbigliamento a maniche lunghe e non utilizzare profumi. Per proteggersi dalle punture è consigliabile usare repellenti sulla pelle e sugli abiti (con cautela nei bambini e nelle donne incinte). Per ridurre la presenza delle zanzare all’interno delle abitazioni si consiglia di utilizzare zanza­riere, condizionatori e apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine, in quest’ultimo caso sempre con le finestre aperte.

Se si viaggia all’estero: partire informati
Se si viaggia in Paesi dove sono diffuse malattie trasmesse da zanzare, è bene documentarsi prima della partenza negli ambulatori di medicina dei viaggiatori delle Aziende Usl. E, al rientro, in caso di febbre o disturbi rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a una struttura ospedaliera.

Operative da giugno le attività di sorveglianza della circolazione virale
In Emilia-Romagna il sistema di sorveglianza e controllo previsto dal “Piano regionale di sorveglianza delle arbovirosi” coinvolge Regione, Aziende sanitarie, Istituto Zooprofilattico e Comuni: una rete consolidata, fin dall’esperienza acquisita con l’epidemia di Chikungunya, avvenuta in Romagna nel 2007. Anche quest’anno, in base al Piano, sono operative da giugno le attività di sorveglianza della circolazione virale, mentre il Gruppo regionale di entomologia sanitaria elabora e aggiorna mappe di rischio per individuare le aree in cui intensificare la disinfestazione. La sorveglianza sanitaria dei casi di Chikungunya, Dengue, Zika virus e West Nile viene potenziata in estate, periodo di attività delle zanzare, per intercettare prima possibile i casi sospetti. Particolare attenzione viene posta alle persone che rientrano dai Paesi dove tali malattie sono endemiche o epidemiche e alle persone con sintomatologia o complicanze neurologiche associate a queste infezioni.
Nel 2017 in Emilia-Romagna i casi confermati di Dengue sono stati 14, quelli di Chikungunya 5, di Zika virus 9, di West Nile 10.

Campagna zanzara tigre

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Laboratorio Civico: Chi siamo?

Da: Laboratorio Civico Ferrara

Chiedersi chi sono le persone che compongono il gruppo di Laboratorio Civico, gruppo che chiede la certificazione M5S a norma delle regole che disciplinano la vita del Movimento dal nazionale a locale può essere una domanda legittima.
Perché non ci siamo già presentati come M5S? Semplice: le regole interne stabiliscono che per utilizzare logo e simbolo, deve essere, anteriormente alle elezioni, costituita una lista civica che al momento stabilito dagli organi nazionali, chiederà la “certificazione” ovvero la possibilità di presentarsi alle elezioni come Movimento 5 Stelle. Solo in quel momento e ufficialmente, gli aderenti alla lista potranno essere i detentori del logo per il territorio in cui si presentano. Questa procedura è stata utilizzata anche nel 2014, quando la lista dei Grilli Estensi si presentò alle amministrative con un suo candidato sindaco e una sua lista di consiglieri. Queste sono le regole che il Movimento richiede e a cui ci atteniamo scrupolosamente, tanto è che nessuna delle persone che appartiene a questo gruppo utilizza il nome 5 stelle che – sempre per regole interne – fino alle prossime elezioni amministrative è a uso esclusivo dei Cinque consiglieri eletti.
Al di là delle regole, sacrosante e da rispettare in pieno, noi chi siamo? Fisicamente, le persone che compongono questo gruppo ad oggi è un comunque un insieme di attivisti 5 Stelle che sta costruendo giorno per giorno, in contatto con la gente, un programma per la città, un insieme di persone da candidare per il consiglio comunale con un riferimento che sarà il candidato Sindaco e una serie di personalità, sia del movimento, che tecniche, per la lista degli assessorati. Il nostro è un progetto iniziato oganicamente quasi più di un anno fa e a cui stiamo alacremente continuando a lavorare giorno dopo giorno.
Abbiamo intrapreso questo percorso con lo spirito di portare cambiamento alla città. Tale proposito si tradurrà, appunto, in un programma che nasce dal basso e con la collaborazione di esperti, personalità provenienti da vari ambiti professionali e non (imprese, associazioni, ecc…) con cui ci interfacciamo per conoscere il punto di vista del cittadino, delle persone, di quello che una certa politica, definirebbe “della strada”.
Nessuno di noi viene dall’ambito della politica, ha una carriera passata in tal senso. In questi ultimi anni abbiamo collaborato sempre con i consiglieri comunali del M5S: abbiamo aiutato a studiare i vari dossier che venivano portati alla discussione del consiglio comunale, abbiamo partecipato alle commissioni dove venivano fatti gli approfondimenti, organizzato convegni, incontri, parlato con le persone, oltre a collaborare con lo Sportello anticrisi per le pratiche dei cittadini con problemi fiscali, di pensioni, di abitazione, ecc… Tutto questo occupando il nostro tempo gratuitamente, senza guadagnarci nulla, anzi, nel pieno spirito del movimento, tutte le nostre iniziative sono state autofinanziate di tasca nostra e con i contributi delle donazioni volontarie dei cittadini. Non abbiamo utilizzato un solo soldo pubblico per ogni nostra attività.
In consiglio comunale, grazie al valido appoggio dei Consiglieri che collaborano con noi, abbiamo portato varie istanze, di cui alcune anche approvate: ci siamo occupati del bilancio comunale, della gestione delle aziende partecipate, della residenza popolare, del sostegno alla povertà, di rifiuti (modificando il regolamento Tari e quello dell’osservatorio Rifiuti), di Sport, di Sicurezza (chiedendo fondi per il GAD per esempio), di ambiente, di controllo della salute, commercio e di tante altre cose.
Il nostro apporto è stato di studiare, studiare tanto, ognuno con le sue competenze e poi confrontandoci in gruppo e coinvolgendo nuove persone in questo percorso. Abbiamo fatto un lavoro collettivo che è pari a quello dei consiglieri effettivi, ovvero imparando il regolamento sul funzionamento degli organi comunali, scrivendo accesso agli atti, interpelli, emendamenti, ascoltando le osservazioni e le precisazioni che nelle commissioni vengono fatti dagli assessori competenti e dai loro tecnici. Ove ne abbiamo ritenuto che ve ne fossero le sostanziali condizioni, abbiamo anche fatto esposti agli organi competenti perché verificassero la correttezza di quanto realizzato da questa amministrazione.
Crediamo fortemente che per chiedere alla città di essere votati ed eletti, bisogni arrivare preparati, farsi le ossa sul campo e imparare come funziona l’iter di organizzazione del Comune, tutto questo con il nostro tempo e la nostra voglia di fare, perché al contrario degli assessori, di chi sta dentro la “macchina” amministrativa, noi non disponiamo di una struttura che ci aiuta ma ogni atto lo dobbiamo costruire da soli: questo però ci permette di conoscere davvero le cose che finiscono in discussione, al contrario di molti consiglieri che probabilmente, come prassi in ogni assemblea, votano con disciplina di partito e non per conoscenza del tema. Alcune persone ci hanno anche fatto osservazioni: abbiamo chiesto se almeno loro avessero letto gli atti che ci venivano rimproverati o le posizioni che abbiamo preso. Ci hanno, per la maggiore, risposto di no.
Le critiche le accettiamo, anche noi sbagliamo umanamente: però che vi sia conoscenza e consapevolezza di ciò che si argomenta, perché in tale ottica la dialettica politica è sempre ben accetta. Aiuta a crescere.
Dal momento in cui Laboratorio Civico ha annunciato la sua idea di certificarsi ha anche incrementato il proprio raggio di attività: abbiamo iniziato a lavorare su vere e proprie delibere da proporre in consiglio comunale in accordo con il M5S: noi protestiamo per ciò che non funziona ma proponiamo anche una alternativa e iniziamo già ora costruendo soluzioni che, in caso di presentazione e vittoria nel 2019, se approvate, ci aiuteranno ad anticipare il governo della città. Noi ci prepariamo a costruire, a ridare vita a una città in profonda decadenza, sia con piani di lungo periodo ambiziosi, sia nelle piccole cose quotidiane. Lavoriamo, costruiamo, realizziamo atti in anticipo, che se questa amministrazione non accetterà, rappresenteranno provvedimenti già disponibili e approvabili alla prima riunione di Giunta. Qualcuno potrà dire che siamo ambiziosi: crediamo solo che si debba lavorare, prepararsi per una tornata amministrativa che speriamo ci veda protagonisti in prima fila. Crediamo che Ferrara meriti un po’ di coraggio e di visione, che non si debba guardare all’oggi e al presente. Solo con un progetto per la città, che stiamo costruendo giorno per giorno, si debba ridare dignità a una Ferrara che si merita, a nostro avviso, molto di più di quanto oggi è costretta a vivere.

Laboratorio Civico Ferrara

Emilia Romagna, primi 6 mesi cala produzione agricola

MALTEMPO E GELATE TAGLIANO DAL 20 AL 40% LE PRODUZIONI, SALVA LA QUALITÀ

Produzioni in calo, ma qualità buona nel primo semestre del 2018 nei campi dell’Emilia Romagna. È il bilancio al giro di boa di metà anno fatto da Coldiretti regionale che ha tenuto oggi l’assemblea annuale cogliendo l’occasione per presentare una prima valutazione produttiva delle principali colture arrivate a maturazione sul territorio regionale. Il maltempo e le gelate di fine febbraio/primi di marzo in piena fioritura – informa l’organizzazione dei coltivatori – presentano il conto con un calo di produzione della frutta primaverile, con le ciliegie che hanno fatto registrare una produzione in calo mediamente del 30% sul territorio regionale. La minore offerta sul mercato, unita alla buona qualità soprattutto delle pezzature maggiori ha consentito di spuntare prezzi soddisfacenti sul mercato, grazie anche ad una quasi totale assenza di arrivi di prodotto francese e spagnolo. Sui prezzi non ha avuto lo stesso effetto il calo produttivo delle albicocche di cui l’Emilia Romagna è uno dei principali produttori italiani; sugli alberi mancava il 40% di frutti rispetto al 2017, ma il prezzo si è attestato su livelli medi, tra 0,50 e 0,80 euro al quintale a seconda della pezzatura, non certo in linea con quello che ci si poteva attendere dalla minor produzione. Le prospettive potrebbero migliorare nei prossimi giorni con la fine della presenza sul mercato del prodotto proveniente dall’estero e da altre zone d’Italia.
Le gelate hanno determinato il calo produttivo anche della frutta estiva per cui i produttori dell’Emilia Romagna in virtù della minore offerta sul mercato si attendono prezzi più che soddisfacenti. Molto – spiega Coldiretti regionale – dipenderà anche dall’import di frutta estera da Paesi che non hanno i nostri stessi standard qualitativi e che spesso finiscono con il fare una concorrenza sleale alle nostre pesche e nettarine.
Campagna in salita per il grano a causa di pioggia e vento di inizio giugno, troppo a ridosso della raccolta. Con la trebbiatura arrivata ormai alle ultime battute, Coldiretti Emilia Romagna stima un calo produttivo generalizzato sul territorio regionale di circa il 20% con punte anche del 40% nelle aree occidentali, in particolare la provincia di Piacenza. La produttività sia per il grano tenero sia per il duro, si è attestata attorno ai 45-50 quintali per ettaro con qualche punta di 60-65 quintali, ben lontani dalla media degli 80 quintali e ancor di più dei 90 quintali per ettaro prodotti nell’eccezionale 2017.
“Anche se le anomalie meteo hanno ridotto le quantità del grano – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – la qualità resta elevata come quella dello scorso anno. Purtroppo il calo produttivo è tale che anche un buon prezzo di mercato non riuscirà a compensare adeguatamente la perdita di reddito per le aziende”.
Buoni risultati vengono invece – secondo Coldiretti regionale – dai grani antichi, come il “Senatore Cappelli” che, pur producendo in media meno di altri grani duri, conferma la sua ampia adattabilità e rusticità, che gli consente di mantenere una produttività standard anche in situazioni di siccità e di stress ambientale. Risultati ottimali sono venuti anche dalla varietà “Giorgione”, il primo grano di forza selezionato dalla Società Italiana Sementi, utilizzato per produrre i primi panettoni e colombe pasquali tutti con grano italiano.
“Il successo del ‘Senatore Cappelli’ – ha detto Tonello – che ha confermato caratteristiche agronomiche apprezzate dai produttori e standard qualitativi dei prodotti derivati (dalla pasta alla pizza) che tanto successo hanno presso il consumatore, sarà per noi motivo per sviluppare una adeguata ricerca per recuperare le caratteristiche migliori anche per i grani moderni”.

Da: Ufficio stampa COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA –

Flai Cgil – Fai Cisl – Uila Uil: Comunicato voucher e legge caporalato in agricoltura

In questi ultimi giorni abbiamo seguito con grande preoccupazione le esternazioni di alcuni Ministri del Governo, in merito all’ipotesi di revisione della Legge 199/2016 a contrasto del caporalato ed alla possibilità di rientrodurre i voucher in agricoltura.
Considerata la gravità di tali affermazioni, le Segreterie Nazionali di FAI-CISL/FLAI-CGIL/UILA-UIL hanno chiesto un incontro ai Presidenti delle Commissioni Lavoro ed Agricoltura di Camera e Senato ed ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari di entrambe le Camere con l’obiettivo di illustrare le proposte per la piana applicazione della Legge 199/2016 e le ricadute, in termini di trasparenza ed emersione del lavoro nero, nel caso venissero di nuovo introdotti i voucher in agricoltura.
Per quanto riguarda la Legge 199/2016, ogni passo indietro nella lotta al caporalato ed alla intemediazione illecita di manodopera, significherebbe rinunciare a quanto ottenuto attraverso le iniziative sindacali unitarie di questi anni a tutela dei lavoratori e della legalità del settore agricolo.
Non abbiamo bisogno di aziende disoneste, che utilizzano manodopera a basso costo e senza applicare i contratti nazionali e territoriali, ma di aziende che si confrontano onestamente con i mercati, valorizzando le loro produzioni di qualità.
Nei prossimi giorni, rispetto al tema della Legge 199, si chiederà un incontro al Prefetto per sollecitare l’attivazione delle Sezioni Territoriali della Rete del Lavoro Agricolo di qualità.
Rispetto al tema dei voucher, ripetiamo per l’ennesima volta che la contrattazione agricola prevede tutte le forme di flessibilità necessarie alle aziende, senza d’altro canto destrutturare un intero settore che è già basato a maggioranza sul lavoro precario.
Se l’obiettivo è quello di voler pagare il lavoro stagionale con i voucher, riteniamo vergognosa tale scelta, facendo presente che il lavoro in agricoltura di fatto prevede già la chiamata giornaliera dell’operaio a tempo determinato.
Si fa presente inoltre dal punto del costo della paga oraria, le tariffe applicate al settore sono comparabili al costo di un voucher.
Quale convenienza se non quella di utilizzare il ritorno ai voucher con l’ennesimo tentativo di destrutturare un intero settore, che a Ferrara conta più di 12.000 addetti.
Da questo punto di vista non si trova nessuna discontinuità e cambiamento con le posizioni dei Governi precedenti, tranne quella di trovare le Organizzazioni Sindacali determinate a difendere i diritti dei lavoratori.

Ferrara, 4 luglio 2018

Per FAI-CISL/FLAI-CGIL/UILA-UIL Ferrara

Sanita’: UECOOP, +16% per cura di anziani e malati in 5 anni

Cresce la domanda di assistenza sanitaria e sociale in Italia con un balzo del 16% delle cooperative del settore negli ultimi 5 anni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Camera di Commercio di Milano sui nuovi bisogni delle famiglie italiane. Con 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni e con l’allungamento della speranza di vita salita a quasi 83 anni stanno cambiando le dinamiche dell’assistenza – spiega Uecoop – con il mondo cooperativo che con 9.699 realtà si affianca al sistema pubblico nella gestione del sostegno a casa e in strutture residenziali specializzate grazie a un esercito di oltre 328mila addetti che ogni giorno si prendono cura di anziani di cui 2,5 milioni non autosufficienti, malati, disabili e soggetti in difficoltà. A fronte di questa mobilitazione del mondo cooperativo – sottolinea Uecoop – restano però scoperte molte aree di crisi a cominciare dai tempi di attesa che per una visita medica specializzata nel pubblico superano i due mesi con 88 giorni per un accertamento oculistico e più di 96 giorni per una colonscopia, secondo l’ultimo rapporto del Crea Sanità. E mentre la differenza di spesa fra pubblico e privato si sta progressivamente assottigliando, si conferma invece una maggiore celerità di servizio da parte dei privati. Una situazione che interessa le famiglie italiane che nell’ultimo anno hanno aumentato dell’8% le spese per i servizi sanitari e la salute che ora toccano i 123 euro al mese, secondo Istat. In un sistema di welfare nazionale integrato – sottolinea Uecoop – l’obiettivo deve essere quello di una sana coesistenza fra pubblico e privato con le cooperative di assistenza che con il loro patrimonio di professionalità e capacità possono dare un contributo fondamentale ad entrambi i settori e a vantaggio di tutti i cittadini, compresi – conclude Uecoop – quei 12,2 milioni che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, per gli oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e i 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche.

Da: UECOOP Emilia Romagna

Interpellanza Consigliere Francesco Rendine “Ponte Bailey a Cocomaro di Cona”

Al Signor Sindaco
del Comune di Ferrara

OGGETTO: Interpellanza ancora su mulattiere Ponte Bailey.

Il sottoscritto Consigliere Comunale Francesco Rendine INTERPELLA il Signor Sindaco e per esso l’Assessore delegato:

PREMESSO
che sono anni che il gruppo GOL contesta l’inadeguatezza al carico di traffico che é chiamato a soddisfare il ponte bailey a Cocomaro di Cona;
NOTO
come recentemente il ponte abbia subito chiusure nei mesi di: Maggio 2016; Luglio 2017; Settembre 2017;
RISAPUTO
che da novembre 2017 a tutt’oggi sono passati 7 mesi ed il ponte é ancora chiuso, per un confronto tra efficienza di amministrazioni basta ricordare che per opere ben più imponenti come il Bayley sul Po i mesi previsti di chiusura sono 4;
VERGOGNOSO
che dopo così tanto tempo questa amministrazione esca con la proposta di un ponte largo 3,67 metri, larghezza questa che non consentendo il passaggio contemporaneo di due veicoli contrapposti obbliga ad imporre anche sulla nuova struttura il senso unico alternato, il che alla luce delle esigenze del traffico, da e verso l’ospedale, lo rende certamente inadeguato;

TUTTO CIO’ PREMESSO

il sottoscritto chiede al Signor Sindaco e per esso l’Assessore delegato:

di interrompere il progetto di una struttura non al passo con i tempi, modificando l’attuale progetto con altro in cui é prevista una carreggiata ampia almeno 5 metri, ciò anche per ottemperare alla fluidità della circolazione richiamata dal codice della strada.

Il Presidente del Gruppo Consiliare

G.O.L. – Giustizia Onore Libertà
Ing. Francesco Rendine

Violenza assistita: Save the Children, in Italia 427 mila bambini, in soli 5 anni, testimoni delle violenze in casa nei confronti delle loro mamme

Violenza assistita: Save the Children, in Italia 427 mila bambini, in soli 5 anni, testimoni diretti o indiretti dei maltrattamenti in casa nei confronti delle loro mamme, quasi sempre per mano dell’uomo; più di 1,4 milioni le madri vittime di violenza domestica nella loro vita

Al via oggi la nuova iniziativa di sensibilizzazione dell’Organizzazione “Abbattiamo il muro del silenzio” per accendere i riflettori su una piaga invisibile che ha conseguenze devastanti sulla vita e sul futuro dei minori

Dal 5 al 7 luglio, a Palazzo Merulana a Roma, una installazione immersiva per provare in prima persona il dramma che tanti bambini vivono quotidianamente

In Italia si stima che 427.000 minori, in soli cinque anni, abbiano vissuto la violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme, nella quasi totalità dei casi compiute per mano dell’uomo. Bambini e bambine che assistono direttamente ai maltrattamenti – e di cui a volte sono vittime essi stessi – o che ne prendono coscienza in maniera indiretta notando i lividi, le ferite o i cambiamenti di umore nella loro madre, o osservando porte, sedie o tavoli rotti in casa. Una piaga, quella della “violenza assistita”, ancora poco conosciuta e per lo più sommersa, anche a causa della mancata consapevolezza, da parte degli adulti, della sua gravità e dell’ancora troppo scarso sostegno che viene garantito alle mamme, le quali in molti casi subiscono in silenzio, senza denunciare.

Per accendere i riflettori sul fenomeno della violenza assistita e sottolineare l’urgenza di una strategia per contrastarla, Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro – lancia oggi la forte iniziativa di sensibilizzazione Abbattiamo il muro del silenzio e diffonde un nuovo dossier che contiene inedite elaborazioni realizzate dall’Istat per Save the Children con un’ampia analisi qualitativa, oltre che quantitativa, del fenomeno e delle esperienze di violenza subite dalle donne.

Tra le donne che, nella loro vita, hanno subito una qualche forma di violenza più di 1 su 10 ha temuto per la propria vita o quella dei propri figli e in quasi la metà dei casi i loro bambini hanno assistito in prima persona ai maltrattamenti.

Le mamme vittime di violenza domestica in Italia, emerge inoltre dal dossier, sono più di 1,4 milioni ma solo una piccola parte – il 7% delle donne che hanno subito violenze ripetute in casa – è fortemente consapevole dei soprusi subiti; tra queste più di 1 su 3 è stata vittima dei maltrattamenti anche durante la gravidanza. Per contro, quasi 550.000 donne vittime di violenza domestica sono vittime silenti, che quasi mai denunciano o si rivolgono a medici e che nel 57% dei casi non considerano la violenza subita come un reato, ma solo come “qualcosa di sbagliato”.

“La casa dovrebbe essere per ogni bambino il luogo più sicuro e protetto e invece per tanti si trasforma in un ambiente di paura e di angoscia permanente. Per un bambino assistere ad un atto di violenza nei confronti della propria mamma è come subirlo direttamente. Moltissimi bambini e adolescenti sono vittime di questa violenza silenziosa, che non lascia su di loro segni fisici evidenti, ma che ha conseguenze devastanti: dai ritardi nello sviluppo fisico e cognitivo alla perdita di autostima, da ansia, sensi di colpa e depressione all’incapacità di socializzare con i propri coetanei. Un impatto gravissimo e a lungo termine che tuttavia, nel nostro Paese, è ancora sottovalutato”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

“Ề indispensabile mettere in campo un sistema di protezione diffuso capillarmente che non lasci mai da sole le donne ad affrontare il complesso e doloroso percorso di liberazione dalla violenza domestica e che si prenda cura immediatamente dei bambini fin dalle prima fasi in cui questa emerge, senza attendere la conclusione degli iter giudiziari. Ề poi fondamentale che tutti gli adulti che sono a contatto con i minori – a partire dalle scuole e dai servizi sanitari – assumano una responsabilità diretta per far emergere queste situazioni sommerse, attrezzandosi per riconoscere tempestivamente ogni segnale di disagio, senza trascurarlo o minimizzarlo”, ha proseguito Milano.

In concomitanza con il lancio dell’iniziativa, dal 5 al 7 luglio- presso Palazzo Merulana, in via Merulana 121 a Roma – sarà possibile visitare un’installazione immersiva creata da Save the Children per vivere in prima persona il dramma che tanti bambini vivono quotidianamente. Il visitatore potrà infatti entrare in quella che apparentemente è la normale cameretta di un bambino di 7 anni, dove sono tuttavia presenti diversi particolari che possono rivelare il clima di paura che prova un minore che assiste in casa alla violenza nei confronti della propria mamma: un rifugio sotto il letto, un nascondiglio nell’armadio, giocattoli rotti, o libri di scuola rovinati. Grazie alla tecnologia bone conductor (conduzione ossea), le persone vivranno quindi le stesse sensazioni, lo stesso clima di angoscia e di paura che prova nella realtà un minore quando la propria mamma subisce i maltrattamenti tra le mura domestiche.
Per visitare l’installazione e consultare gli orari è necessario prenotarsi al link

http://customer50293.musvc1.net/e/t?q=6%3dGfHbE%26H%3dG%26G%3dCeNZ%261%3ddGVI%26Q%3dxM6L9_Kcyf_Vm_Ngvb_Xv_Kcyf_UrSCP.qRuG688B6A.yM_4wis_DBu_Kcyf_Ur8y0xEuM6E-q5n70Mu73H-uH-3N4m7q4K-t8x-OyEqJFB1-ZLbIcMVGbMU%26p%3dIAL89G.GqP%26yL%3dDYOV

Bambini in pericolo

Dal nuovo dossier di Save the Children emerge che tra le donne che in Italia hanno subito violenza nella loro vita – oltre 6,7 milioni secondo l’Istat -, più di 1 su 10 ha avuto paura che la propria vita o quella dei propri figli fosse in pericolo. In quasi la metà dei casi di violenza domestica (48,5%), inoltre, i figli hanno assistito direttamente ai maltrattamenti, una percentuale che supera la soglia del 50% al nord-ovest, al nord-est e al sud, mentre in più di 1 caso su 10 (12,7%) le donne dichiarano che i propri bambini sono stati a loro volta vittime dirette dei soprusi per mano dei loro padri. Per quanto riguarda gli autori delle violenze, i dati sulle condanne con sentenza irrevocabile per maltrattamento in famiglia – più che raddoppiate negli ultimi 15 anni, passando dalle 1.320 nel 2000 alle 2.923 nel 2016 – evidenziano che nella quasi totalità dei casi (94%) i condannati sono uomini e che la fascia di età maggiormente interessata è quella tra i 25 e i 54 anni, l’arco temporale nel quale solitamente si diventa padri o lo si è già.

Mamme vittime di violenza domestica: chi sono

Oggi, nel nostro Paese, sono oltre 1,4 milioni le madri che nel corso della loro vita hanno subito maltrattamenti in casa da parte dei loro mariti o compagni. Tra queste, più di 446.000 vittime vivono ancora con il partner violento e spesso non vedono possibili vie di uscita dalla relazione, spesso anche perché non indipendenti dal punto di vista economico. 174.000 mamme che hanno subito violenza dal loro attuale compagno dichiarano che i figli hanno visto o subito direttamente i maltrattamenti. Si tratta, in particolare, di donne che nel 97% dei casi sono sposate, nel 71% sono italiane, nel 41% hanno tra i 30 e i 49 anni, nel 40% dei casi sono casalinghe e in quasi 4 casi su 10 (34%) hanno il diploma superiore.

Prendendo invece in considerazione le oltre 455.000 madri che non vivono più con l’ex partner violento e che hanno dichiarato che i propri bambini hanno visto o subito la violenza, 7 su 10 sono separate o divorziate, 8 su 10 sono italiane, nel 42% dei casi hanno 30-49 anni di età, mentre più di 1 su 3 (34%) è dirigente, imprenditrice, libera professionista, quadro o impiegata, e quasi la metà (46%) ha conseguito il diploma superiore.

La consapevolezza delle conseguenze della violenza assistita sui minori

Del totale di donne che in Italia hanno ripetutamente subito forme di violenza domestica per mano di partner o ex partner – più di 1,6 milioni di donne secondo i dati elaborati dall’Istat per Save the Children – solo il 7% (pari a 118.330 vittime) si è mostrata molto consapevole del reato subito e ha attivato dei percorsi di uscita dalla violenza.

Si tratta, in particolare, di donne che in ben il 75% dei casi sono anche madri e che sono state vittime di violenze fisiche molto evidenti: nell’81% dei casi hanno riportato ferite, nel 36% hanno subito maltrattamenti durante la gravidanza, in più del 19% delle situazioni il partner era in possesso di un’arma e in oltre il 43% era sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti. Su queste donne, molto gravi sono state poi le conseguenze stesse dei maltrattamenti: 1 su 4 ha fatto ricorso ai medicinali, 2 su 5 sono andate in terapia psicologica o psichiatrica, circa 1 su 5 (22%) ha pensato al suicidio e a forme di autolesionismo o non è riuscita a portare avanti le normali attività quotidiane o andare al lavoro per un certo periodo; presentano, inoltre, difficoltà nella gestione dei propri figli (35%), hanno sviluppato forme d’ansia (70%) e disturbi del sonno e dell’alimentazione (65%).Di queste donne, quasi 9 su 10 considerano la violenza subita un reato e nella quasi totalità dei casi (99%) hanno denunciato la violenza subita, ricevendo conseguentemente il supporto necessario per attivare percorsi di uscita dalla violenza che in oltre il 58% dei casi le hanno portate a lasciare il partner violento.

Accanto a queste donne fortemente consapevoli delle violenze subite, tuttavia, ce ne sono moltissime – più di 548.000, il 33% del totale di coloro che hanno subito ripetutamente la violenza domestica – che, nonostante riportino ferite o altri segni di maltrattamenti e subiscano le conseguenze, anche a lungo termine, dei soprusi perpetrati da partner o ex partner, faticano a dichiarare che i propri figli hanno assistito alle violenze, preferiscono chiudersi nel silenzio e non denunciare quanto subito. Di queste, più della metà (56%) ha figli o convive ancora con il marito o il partner violento, quasi 6 su 10 (57%) considerano la violenza subita solo come qualcosa di sbagliato, ma non un reato, e solo nel 4% delle situazioni hanno sporto denuncia e nel 2% si sono rivolte a un medico o a un consultorio.

“Ề impressionante il numero di donne con bambini, che pur in presenza di continue violenze non denuncia. Questo dato interpella le istituzioni e la comunità civile sulla necessità di garantire ad ogni mamma un clima di fiducia e un sostegno concreto e tempestivo, tale da spezzare la catena della violenza e consentire di riconquistare una vita autonoma e serena. Troppe mamme, ancora oggi, continuano a subire in silenzio con i loro bambini perché si sentono in trappola e non vedono alternative”, ha affermato Raffaela Milano.

“In questo senso, è più che mai urgente e necessario strutturare una strategia di contrasto alla violenza assistita, a partire dal pieno rispetto della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata nel 2013. Occorre creare una vera e propria rete di prevenzione, emersione e protezione che coinvolga istituzioni, enti locali, scuole, servizi territoriali e associazioni. Allo stesso tempo, è necessario potenziare su tutto il territorio nazionale la rete antiviolenza e i servizi psico-sociali territoriali. Ề importante inoltre il coinvolgimento delle scuole, sia sul piano educativo nei confronti dei bambini e dei genitori, che per il riconoscimento precoce delle vittime della violenza domestica, attraverso percorsi formativi qualificati. Ề inoltre essenziale garantire la protezione giuridica dei minori coinvolti nella violenza per consentire l’avvio tempestivo di una presa in carico volta al recupero dei danni subiti, senza attendere l’iter dei processi”, ha concluso Milano.

L’intervento di Save the Children per contrastare la violenza assistita

A fine 2016, Save the Children ha avviato nel territorio di Biella il progetto “I Germogli”: un intervento integrato di accoglienza, prevenzione, sostegno e accompagnamento all’autonomia di nuclei mamma- bambino vittime di violenza assistita. Il progetto consiste in una comunità mamma-bambino in cui vengono ospitate e supportate in un percorso di autonomia e reinserimento sociale, mamme vittime di violenza domestica, ed in un centro polifunzionale che offre percorsi laboratoriali, educativi e di supporto alla genitorialità per le donne del territorio.
Il progetto “Germogli” si inserisce all’interno della più ampia azione dell’Organizzazione di sostegno alle famiglie e ai bambini che si trovano in condizioni di vulnerabilità sociale, educativa ed economica, realizzata attraverso la rete di Punti Luce, Spazi Mamme e Fiocchi in Ospedale attivati da Save the Children su tutto il territorio nazionale.

On line tutte le informazioni statistiche ed economiche della provincia di Ferrara

Dalla Camera di Commercio un’altra preziosa fonte di informazioni – ON LINE TUTTE LE INFORMAZIONI STATISTICHE ED ECONOMICHE DELLA PROVINCIA DI FERRARA – Dalla demografia delle imprese agli aspetti più specifici legati all’imprenditoria straniera; dai dati sull’interscambio commerciale con l’estero a quelli sulla struttura commerciale- distributiva; dalla movimentazione e struttura della popolazione all’andamento del mercato del lavoro, fino alla puntuale panoramica sui singoli settori di attività economica
E’ disponibile l’edizione 2018 delle “Informazioni statistiche ed economiche della provincia di Ferrara”, l’annuario statistico messo a punto dall’ufficio Cultura e relazioni d’impresa della Camera di commercio.

Con l’idea che la capacità di interpretare i dati, collegandoli in modo più diretto con gli strumenti di decisione e con la programmazione degli interventi, contribuisca a produrre valore ricombinando in modo continuativo, sostenibile ed efficace la dimensione economica con quella sociale, la Camera di commercio, anche per quest’anno, pubblica l’annuario che aiuta ad approfondire la conoscenza del territorio e dei fenomeni che lo caratterizzano.

In un contesto complesso quale quello attuale, infatti, è di particolare importanza che i decisori politici, i cittadini e il mondo delle imprese possano contare su un’informazione statistica attendibile ed articolata sui molteplici aspetti che compongono la realtà ferrarese. Poter disporre di “mappe” che offrono rappresentazioni integrate e coerenti sui diversi fenomeni e nei diversi territori, è uno strumento di conoscenza indispensabile per porre in essere le politiche di sviluppo più opportunte e le scelte di investimento delle imprese.

“Questa edizione – ha commentato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – rappresenta un’occasione per leggere le trasformazioni del nostro apparato produttivo attraverso la lente microeconomica di una provincia nella quale si va realizzando un modello di crescita nuovo e più sostenibile. Proprio la sostenibilità è oggi al centro del ‘fare competizione’ per molte nostre imprese, che trovano i loro punti di forza nei valori dell’ambiente, della sostenibilità sociale, dell’innovazione, dell’eco-efficienza. Affinché questa stagione si consolidi – ha concluso il presidente della Camera di commercio – occorre rafforzare l’alleanza tra lo sviluppo sostenibile del manifatturiero e quel sapere terziario che tanti nostri giovani hanno accumulato e continuano ad accumulare per immetterlo nuovamente in un circuito che produca futuro per se stessi e per tutto il territorio”.

Il volume presenta un quadro informativo ricco che va dalla popolazione al lavoro, dai settori imprenditoriali locali al commercio estero, dal turismo all’edilizia consentendo ai lettori di osservare i diversi fenomeni sotto diversi punti di vista.

La pubblicazione è consultabile solo direttamente sul sito http://www.fe.camcom.it/

Riferimento per i Media:
Camera di commercio di Ferrara

Ai Centri di Raccolta si va anche la domenica

I Centri di Via Ferraresi e Via Caretti a Ferrara aprono la domenica ed estendono gli orari di apertura al pubblico anche nei giorni feriali

Ulteriori opportunità per conferire diverse tipologie di rifiuti e un gesto concreto per contribuire al miglioramento della raccolta differenziata sul territorio sono le ragioni per le quali da lunedì 2 luglio gli orari di apertura dei Centri di Raccolta sono stati ampliati per agevolare l’accesso nelle fasce orarie più frequentate. I Centri cittadini saranno aperti anche la domenica, Via Ferraresi al mattino e Via Caretti al pomeriggio. In Via Caretti, inoltre, è possibile usufruire del Area del Riuso, il servizio che consente di donare oggetti ancora utilizzabili, negli stessi orari di apertura del Centro, domeniche incluse.

In particolare, in nuovi orari prevedono l’apertura di:

– Centro di Via Ferraresi: dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 19 e la domenica dalle 9 alle 13
– Centro di Via Caretti: dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 18 e la domenica dalle 14 alle 18
Gli orari del Centro di Via Diana, invece, rimangono invariati con apertura dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle ore 13.

Le aperture domenicali
I nuovi orari sono stati pensati per rispondere meglio alle esigenze di chi vuole utilizzare i centri di raccolta per conferire i propri rifiuti anche di domenica.
In questo modo, inoltre, si punta a ridurre in maniera sempre più incisiva il fenomeno degli abbandoni in città, incoraggiando a differenziare in maniera corretta i propri rifiuti, offrendo ai cittadini un sistema comodo ed efficiente per conferire ciò che non può andare nei cassonetti stradali o nei contenitori del porta a porta.

Conferire ai Centri di Raccolta
Presso i Centri è possibile consegnare gratuitamente qualsiasi tipologia di rifiuti differenziati, da carta, cartone e plastica, vetro, agli ingombranti, agli sfalci e potature, ,pneumatici, agli oli alimentari, toner, apparecchiature elettriche ed elettroniche oltre ai cosiddetti rifiuti urbani pericolosi normalmente utilizzati a livello domestico quali vernici, smalti, e oli minerali ecc…
Tutti i cittadini residenti o domiciliati nel comune di Ferrara possono conferire liberamente i propri rifiuti, semplicemente presentando il tesserino sanitario con il codice fiscale dell’ intestatario della bolletta, oppure la carta smeraldo.

Beni ancora utilizzabili
I mobili, i giocattoli, i libri e l’oggettistica casalinga ancora in buono stato ma non più desiderati, possono essere donati presso l’ Area del Riuso, al centro di raccolta di Via Caretti, creata appositamente per il recupero di oggetti ancora utilizzabili. Compiendo un gesto solidale, è possibile ridare nuova vita ai beni. L’ iniziativa si inserisce in un’ottica di economia circolare, poiché contribuisce ad allungare la vita agli oggetti e, allo stesso tempo, previene l’abbandono e l’accumulo di rifiuti sul suolo pubblico.

Da: Gruppo Hera

Calvano: “ANAS chiarisca interventi e tempistiche sulla Superstrada Ferrara-mare”

I disagi e i continui cantieri nei cinquanta chilometri di Superstrada che collegano Ferrara al mare sono nell’occhio del ciclone. La voragine di circa 3 metri che si è aperta al chilometro 42+200, in direzione Ferrara, a meno di un chilometro di distanza dallo svincolo di Comacchio dimostra la precarietà di una strada che, soprattutto in questo periodo è frequentata da una quantità notevole di ferraresi ma anche di turisti e pendolari. È infatti con urgenza che il consigliere Paolo Calvano chiede riscontro ad Anas, ente gestore della superstrada, per agire velocemente ed evitare ulteriori disagi.

«Ho chiesto ad Anas per il tramite della Regione di accelerare il più possibile i tempi di ripristino del manto stradale e di ridurre al minimo i disagi per i cittadini e i turisti nel pieno della stagione estiva – sottolinea Calvano -. Inoltre vorrei sapere se i 6 milioni di euro di interventi annunciati nei mesi scorsi sono stati realizzati e completati e se non lo sono ancora chiedo quali siano i tempi in cui si interverrà. Nell’interrogazione presentata alla Giunta, chiedo anche quale sia la programmazione pluriennale degli interventi previsti sull’importante arteria che collega Ferrara con il mare».

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Comunicato Regione: Agricoltura

L’Emilia-Romagna premia l’innovazione. Dal Piano di sviluppo rurale contributi e interventi per 1.427 imprese da Piacenza a Rimini: 55 progetti di filiera finanziati con 134 milioni. E 361 milioni di investimenti attivati

L’assessore Caselli: “Incrementiamo la competitività del settore agricolo regionale e sosteniamo l’aggregazione delle aziende emiliano-romagnole e l’innovazione”

Bologna- Nuovi macchinari, attrezzature e immobili produttivi per nuovi impianti di lavorazione e trasformazione o progetti di ricerca sui prodotti o sul packaging. Sono 55 i progetti di filiera finanziati, che coinvolgono 1.328 aziende agricole dell’Emilia-Romagna e 99 imprese di trasformazione e commercializzazione.
È l’esito dell’ultimo bando in ordine di tempo del Psr (Programma di sviluppo rurale) relativo ai progetti di filiera, che stanzia 134 milioni di euro e attiva un volume di investimenti complessivi per 361 milioni di euro.

“Per le risorse impegnate e il numero di aziende coinvolte è il bando più complesso e importante di tutto il Psr”, sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli. “Diamo contributi per sostenere investimenti che andranno ad incrementare la competitività del settore agricolo regionale e fungeranno anche da volano per gli altri settori dell’economia dell’Emilia-Romagna. 360 milioni di euro sono un’iniezione fortissima per l’agroalimentare e danno la misura della vitalità del settore e della propensione delle aziende emiliano-romagnole a guardare al futuro, a non rimanere ferme, ad accrescere la propria competitività e a innovare. E proprio sull’innovazione abbiamo voluto puntare, premiando al contempo la capacità di aggregazione- afferma ancora Caselli- , quando altre Regioni hanno invece privilegiato l’approccio individuale. Per avere contributi in questo bando le aziende agricole e le imprese di trasformazione e commercializzazione dovevano infatti mettersi insieme per sviluppare un progetto comune che portasse un valore aggiunto ai benefici e contributi diretti dei singoli. L’aggregazione in filiera è infatti anche garanzia di tenuta, capacità di stare sul mercato interno ed estero e di incremento e distribuzione della redditività in tutti i segmenti, a cominciare dai produttori”.

I contributi sosterranno, ad esempio, interventi delle imprese agricole e agroalimentari per nuovi macchinari, attrezzature e immobili produttivi per nuovi impianti di lavorazione e trasformazione o progetti di ricerca sui prodotti o sul packaging. 51 dei 55 progetti di filiera hanno in particolare attivato, insieme agli investimenti, specifici progetti di innovazione finanziati al 100% con 7,2 milioni di euro.

I numeri del bando

Sono 8 le tipologie di filiera finanziate dal bando, che corrispondono alle principali filiere agroalimentari della regione Emilia-Romagna.

Ogni settore ha una propria graduatoria:

Filiera lattiero casearia – 11 progetti finanziati, 37,2 milioni di contributi per 98,2 milioni di investimenti complessivi attivati
Filiera carne suina – 6 progetti, 19,7 milioni di contributi per 54,2 milioni di investimenti
Filiera carne avicola – 1 progetto, 3,2 milioni di contributi per 8,7 milioni di investimenti
Filiera ortofrutticola – 13 progetti finanziati, 32,3 milioni di contributi per 88,3 milioni di investimenti
Filiera vitivinicola – 5 progetti, 11,6 milioni di contributi e 31,6 milioni di investimenti
Filiera seminativi: cerealicolo, bieticolo saccarifero – 8 progetti, 18,9 milioni di contributi, 51,7 milioni di investimenti
Filiera oleoproteaginose, sementiero e foraggere – 2 progetti, 5,3 milioni di contributi per 14,2 milioni di investimenti
Altre filiere (carni bovine, ovicaprine, cunicolo, equino, api, olio di olivo, aceto balsamico, frutta a guscio, canapa, vivaismo) – 9 progetti, 5,6 milioni di contributi, 13,9 milioni di investimenti.

I prossimi passaggi amministrativi prevedono il rilascio da parte della Regione dell’atto di concessione al soggetto capofila del progetto con il dettaglio degli investimenti e contributi approvati per le singole imprese beneficiarie.

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Comunicato Regione: Difesa del suolo

Il Governo chiude ‘ltalia Sicura’. L’assessore Gazzolo: “Una cattiva notizia. Quale futuro per il Piano da 140 milioni per la sicurezza del territorio dell’Emilia-Romagna predisposto in questi mesi? Non deve fermarsi”

Il Consiglio dei ministri decide di sopprimere la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche

Bologna – “La soppressione di Italia Sicura è una cattiva notizia: proprio nei mesi scorsi, con la collaborazione della Struttura di missione, la Regione ha definito un nuovo maxi-Piano da circa 140 milioni per interventi su frane, fiumi e costa, da Piacenza a Rimini. Quale futuro avrà questo Piano?”
L’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, commenta la decisione del Consiglio dei ministri di chiudere la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche di ‘Italia Sicura’, istituita nel maggio 2014 per mettere in campo un’azione di prevenzione strutturale, finanziando progetti contro le alluvioni, per la messa in sicurezza dalle frane e per la depurazione degli scarichi urbani in tutta Italia.

“Non deve assolutamente fermarsi- sottolinea Gazzolo-. Deve andare avanti, e in tempi celeri. Stiamo parlando di fondi per nuovi studi, tecnologie innovative per i monitoraggi le attività di progettazione, sistemazione di infrastrutture danneggiate, opere per la sicurezza del territorio. Così come deve continuare l’approccio innovativo costruito con la Struttura di Missione, fatto di un’azione di rete tra Governo, Regioni, Enti Locali e Autorità di distretto insieme ad una spiccata attenzione per la conoscenza del territorio, da approfondire costantemente, l’impiego delle migliori tecnologie e la diffusione di buone pratiche green. Si tratta di un patrimonio- conclude l’assessore- costruito negli ultimi anni che non può andare disperso: al contrario, va messo a valore nell’interesse di tutto il Paese”.

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Alan Fabbri (LN): “Chiarezza sul caso del bimbo allontanato dalla mamma nel ferrarese”

“Una vicenda inquietante perchè tocca gli affetti più profondi. E’ sempre necessaria la massima chiarezza sulle dinamiche che portano all’allontanamento di un bambino dai genitori naturali”. Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione, questa mattina ha depositato una interrogazione per chiedere chiarimenti sulla vicenda del bimbo di tre anni allontanato dalla madre residente nel ferrarese, trattato anche dalle cronache locali dopo la denuncia dell’avvocato della famiglia.

“Secondo quanto riportato dalle cronache locali nell’ottobre 2017 un bambino di appena tre anni figlio di genitori separati, è stato allontanato alla madre dopo una segnalazione del compagno di lei”, spiega Fabbri “ed è stato affidato ad un’altra famiglia, senza che possa mantenere alcun contatto con il padre e la madre naturali”.

Poichè a quanto risulta “le motivazioni dell’allontanamento non sarebbero in alcun modo attribuite a violenze di alcun genere subite dal piccolo”, e “come riportato anche dalla stampa locale la mamma avrebbe presentato un ricorso contro questa decisione senza ottenere alcuna risposta”, spiega il capogruppo “interroghiamo la giunta regionale per sapere se intenda intervenire presso l’Ausl competente per chiarire questa vicenda e verificare l’operato degli operatori che si sono occupati del caso specifico”, anche“al fine, sempre condiviso, di trovare la soluzione più idonea per la tutela del bambino”.

Da: UFFICIO STAMPA LEGA NORD EMILIA ROMAGNA

Fondazione Giorgio Bassani: bando

La Fondazione Giorgio Bassani bandisce la quarta edizione del “Premio Robert Nassim Haggiag” per un lavoro critico (tesi di laurea, articolo, saggio, ecc.) con lo scopo di promuovere e valorizzare ricerche e studi originali legati alla figura e all’opera di Giorgio Bassani. Al concorso possono partecipare i lavori realizzati negli ultimi due anni e potranno essere presentati nelle seguenti lingue: italiano, francese e inglese. il premio di euro 3000.00 verrà assegnato al lavoro ritenuto meritevole da una giuria con giudizio insindacabile. La giuria si riserva altresì il diritto di assegnare o non assegnare il premio e di istituire menzioni speciali. La giuria, presieduta da Mirella Petteni Haggiag, sarà composta da Paola Bassani, Giulio Ferroni, Sergio Parussa, Roberto Pazzi, Valter Leonardo Puccetti, e Cristiano Spila. La premiazione avrà luogo a Ferrara, presso Casa Ariosto, sede della Fondazione Giorgio Bassani, entro il mese di dicembre 2018. Modalità di partecipazione: per partecipare alla selezione è necessario inviare i materiali in forma telematica a Teresa Corda (teresacorda@libero.it) entro e non oltre la data del settembre 2018. L’invio del materiale dovrà essere accompagnato da una scheda illustrativa che contenga i dati anagrafici del candidato e un abstract che sintetizzi il lavoro presentato. La partecipazione al concorso è gratuita.

Da: Fondazione Giorgio Bassani

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