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Giorno: 6 Luglio 2018

Comunicato Regione: Agricoltura

In Emilia-Romagna nascono altre 248 nuove imprese guidate da giovani, quasi 100 nelle aree montane e collinari: sono mille negli ultimi tre anni grazie ai fondi della Regione. L’assessore Caselli: “Diamo una spinta al ricambio generazionale per garantire un futuro al settore”

Approvata la graduatoria finale del bando 2017 del Programma regionale di sviluppo rurale, in arrivo oltre 20 milioni di euro. In tre anni stanziati circa 80 milioni. Piacenza la provincia con il più alto numero di imprese avviate da under40 nel triennio 2015-2017. I dati su tutti gli altri territori

Bologna – La Regione Emilia-Romagna scommette sui giovani in agricoltura per un risultato che è già nei numeri: quasi mille nuove imprese guidate da under 40enni nate negli ultimi tre anni.
Infatti, dopo aver stanziato nel biennio 2015-2016 quasi 60 milioni di euro di incentivi attraverso due bandi del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) che hanno consentito l’avvio di 745 aziende condotte da neoimprenditori di età non superiore a 40 anni, la Giunta regionale rilancia la sfida e mette sul piatto un ulteriore pacchetto di aiuti pari ad oltre 20 milioni di euro per accelerare il ricambio generazionale in campagna, favorendo così il decollo di altre 248 aziende che vedano ragazze e ragazzi titolari: di queste, 98 si insedieranno in aree montane e collinari. È l’esito del bando 2017, il terzo della serie, dell’attuale Psr 2014-2020, chiuso con l’approvazione nei giorni scorsi della graduatoria finale delle domande presentate (determina numero 10243/2108).

Salgono così in totale a 993 le imprese guidate da giovani nate nel triennio 2015-2017 grazie alle risorse rese disponibili dalla Regione, per un ammontare complessivo di quasi 80 milioni di euro, di cui 37,3 erogati sotto forma di premio di primo insediamento e i restanti 41,8 come contributi sugli investimenti aziendali.

La ripartizione provinciale delle imprese finanziate

Nella ripartizione complessiva per provincia del numero di imprese sostenute dalla Regione nell’arco del triennio, al primo posto c’è Piacenza con 158 nuove aziende, praticamente alla pari con Reggio Emilia (157), poi insieme Bologna e Ravenna (130), Forlì-Cesena (126), Parma (112), Modena (101), Ferrara (53) e Rimini (26).

Andamento analogo per la graduatoria dell’ultimo bando 2017, con Piacenza ancora davanti con 43 domande accolte, poi Reggio Emilia (37), Bologna e Ravenna (35), Forlì-Cesena (34), Parma (24), Modena (22), Ferrara (15), Rimini (3).

“Il ricambio generazionale- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- è un nodo cruciale da affrontare se vogliamo garantire un futuro alla nostra agricoltura, facendo largo a nuove idee, energie e per dare un’ulteriore spinta all’innovazione. La risposta che è stata data anche a quest’ultimo bando conferma che l’agricoltura sta tornando ad interessare le giovani generazioni come opportunità di lavoro e di reddito, ma anche come scelta di vita”.

“Di quest’ultimo bando- prosegue Caselli- voglio in particolare segnalare il dato molto positivo delle 98 nuove imprese che si insedieranno nelle aree svantaggiate, cioè essenzialmente quelle di montagna e collinari, dove fare agricoltura è più difficile. Proprio per questo con l’attuale Psr abbiamo scelto di sostenere l’agricoltura di queste zone, investendo il 40% dell’intero budget disponibile. L’insediamento dei giovani con le loro famiglie è l’unica strada per mantenere un tessuto sociale vitale in queste aree a rischio di abbandono, un potente fattore di contrasto allo spopolamento e di presidio del territorio”.

Due tipologie di aiuto

Tornando all’esito dell’ultimo bando (2017), delle 248 nuove imprese giovani finanziate, 120 hanno richiesto solo il premio di primo insediamento, che vale 30mila euro in via ordinaria e sale a 50mila euro per le imprese nelle aree svantaggiate, per un ammontare complessivo di circa 9,4 milioni di euro di aiuti; le restanti 128 neo imprese hanno presentato anche un piano di sviluppo aziendale collegato, per un volume complessivo di investimenti di 34,4 milioni di euro, di cui circa 10,8 coperti da finanziamenti erogati dalla Regione.

I fondi del Psr a sostegno dei piani di investimento presentati delle neonate imprese giovanili coprono con contributi a fondo perduto che oscillano dal 40 al 50% le spese sostenute ad esempio per la costruzione e ristrutturazione di immobili ad uso produttivo, l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti di lavorazione e trasformazione, gli interventi di miglioramento fondiario, l’allestimento di locali per la vendita diretta, l’acquisizione di programmi informatici, brevetti e licenze e altre poste minori.

Sulla base dei dati dell’ultimo Rapporto sul sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, presentato nelle scorse settimane, grazie anche al sostegno offerto dal Psr le imprese agricole guidate da giovani sono crescite del 2,8% nel 2017, in controtendenza con il resto degli altri comparti economici.

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Occupazione: Emilia Romagna, in agricoltura è “rosa” 1 impresa su 5 Luciana Pedroni nuova responsabile regionale coldiretti donne impresa

Luciana Pedroni, imprenditrice agricola di Cavriago (Reggio Emilia), è la nuova responsabile di Coldiretti Donne Impresa dell’Emilia Romagna, eletta all’unanimità dalle imprenditrici delegate a rappresentare le aziende “in rosa” della maggiore organizzazione agricola italiana. Perito aziendale specializzata in commercio estero, la Pedroni ha lavorato in aziende industriali fino al 2004 quando ha affiancato il marito Matteo Catellani nella gestione dell’azienda “Grana d’Oro”, un allevamento con 280 bovini e 55 ettari di terreno, che produce Parmigiano Reggiano di Vacche Rosse esportato in tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, dal Canada all’Australia. Mamma di due bambini (Giulia e Luca), Luciana Pedroni si occupa di gestione commerciale e marketing. Con il suo arrivo, l’azienda ha anche aperto una Bottega di Campagna Amica per la vendita diretta del loro pregiato formaggio.
La nuova responsabile è subentrata a Lorella Ansaloni, che ha guidato le donne di Coldiretti Emilia Romagna per quindici anni e che da cinque anni è anche responsabile nazionale. Dopo l’elezione, Luciana Pedroni ha ringraziato chi l’ha preceduta e le imprenditrici che l’hanno eletta, sottolineando che il suo “impegno, con l’aiuto di coloro che faranno parte del direttivo di Donne Impresa, sarà proseguire sul cammino già intrapreso del rinnovamento dell’agricoltura per favorire la multifunzionalità del settore”.
Secondo elaborazioni di Coldiretti regionale su dati Unioncamere, in Emilia Romagna più di 1 azienda agricola su 5 (21,8%) è guidata da donne e con 12.400 imprese rilevate nel primo trimestre del 2018, l’agricoltura è il settore più “rosa” subito dopo il commercio (22.500 imprese al femminile). L’ingresso progressivo delle donne alla guida delle aziende agricole – spiega Coldiretti Emilia Romagna – è stato favorito dalla Legge di Orientamento (la numero 228 del 18 maggio 2001) fortemente sostenuta dalla Coldiretti, che ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali. La presenza innovativa delle donne – rileva Coldiretti regionale – è infatti più diffusa nelle attività connesse a quella agricola come la trasformazione dei prodotti, il settore dell’agribenessere, le fattorie sociali, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy fino al protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici della nostra agricoltura.
All’assemblea di Coldiretti donne Impresa dell’Emilia Romagna, sono intervenuti la segretaria nazionale, Silvia Bosco, la segretaria regionale, Maria Adelia Zana, e il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Marco Allaria Olivieri.
“Questa multifunzionalità, che è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne, genera più occupazione perché sviluppa attività particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare”, ha detto la neo-delegata di Coldiretti Donne Impresa Emilia Romagna, sottolineando che “la capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere una delle principali ragioni della presenza femminile nelle campagne”.
L’assemblea delle imprenditrici ha anche eletto vice-responsabili di Coldiretti Donne impresa Emilia Romagna Laura Cenni di Ravenna e Monia Della Libera di Ferrara. Vice-delegata al coordinamento nazionale è stata eletta Lisa Paganelli di Forlì-Cesena-Rimini.

Da: Ufficio stampa COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA –

Comunicato Regione: Abolizione superticket sanitari. Bus gratuiti per gli abbonati al treno, la Regione risponde via web ai cittadini: diretta Facebook il 9 e 11 luglio

Appuntamento lunedì prossimo con l’assessore Venturi (Sanità) e mercoledì con l’assessore Donini (Mobilità) sulla pagina Fb della Regione Emilia-Romagna. Nei giorni scorsi oltre 150mila accessi da parte degli utenti ai profili social regionali

Bologna – La Regione in diretta Facebook per rispondere alle domande di cittadini e utenti sulle ultime due decisioni in ordine di tempo che andranno a impattare direttamente sulla vita quotidiana di molti emiliano-romagnoli: l’abolizione dal 1^ gennaio 2019 del superticket sanitario su farmaci e prestazioni specialistiche – la tassa aggiuntiva rimarrà solo per i redditi familiari superiori ai 100mila euro annui per finanziare l’azzeramento anche del pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite per genitori e figli di nuclei familiari numerosi, con 2 o più figli – e l’autobus gratis per chi si abbonerà al servizio ferroviario regionale dal prossimo 1^ settembre in 13 città (i 9 capoluoghi di provincia più Carpi, Imola e Faenza). Con un risparmio di 22 milioni di euro l’anno per gli emiliano-romagnoli nel primo caso, e 330mila famiglie interessate allo stop al ticket base per le prime visite, e un risparmio medio di 150 euro l’anno per circa 60mila pendolari nel secondo.

Gli assessori regionali Sergio Venturi (Sanità) e Raffaele Donini (Mobilità) risponderanno via web ai cittadini, dopo che le due notizie hanno suscitato un grande interesse sui profili social istituzionali della Regione, registrando complessivamente su Facebook e Twitter oltre 150mila accessi, fra persone raggiunte dai post e visualizzazioni dei video.

Gli appuntamenti sono dunque con gli assessori Venturi (lunedì alle ore 18,15) e Donini (mercoledì alle 18) sulla pagina Fb della Regione Emilia-Romagna, dove gli utenti, se credono, possono già inviare le domande: https://www.facebook.com/RegioneEmiliaRomagna/

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Consiglio di Stato, niente stop a distanze minime per le slot in Emilia Romagna: “prevale l’interesse sociale”

ROMA – Il Consiglio di Stato ha deciso di non bloccare le distanze minime per l’installazione delle slot previste dalla legge regionale in Emilia Romagna: secondo i giudici amministrativi «l’interesse pubblico sottostante alle norme di rilievo della vicenda è interesse non infracomunale bensì schiettamente sociale», si legge nell’ordinanza che non ha concesso lo stop cautelare chiesto da alcuni gestori slot, coadiuvati dagli interventi di Codere, Cirsa, Nts, Romagna Giochi, Acadi e l’associazione Astro. Il ricorso, riferisce Agipronews, era relativo alla mappatura dei luoghi sensibili nel comune di Castelnovo Ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, ma aveva come obiettivo lo stop cautelare per la norma regionale.
A Castelnovo Ne’ Monti, secondo i gestori, sarebbe di fatto impossibile continuare a gestire una sala giochi, con la norma che di fatto avrebbe un effetto espulsivo per il gioco legale.
«L’ipotizzata inesistenza di spazi praticabili o appetibili – si legge ancora nell’ordinanza – per una diversa localizzazione della sala giochi di cui è stata ingiunta la chiusura perché ubicata a meno di 500 metri di distanza da luoghi sensibili non può condurre al paradosso della negazione del precetto di legge». PG/Agipro

ASTRO: “DISTANZE SLOT IN EMILIA ROMAGNA, ESAME DI MERITO ACCERTERÀ EFFETTO ESPULSIVO”

ROMA – «La differenza rilevante tra le ordinanze del Consiglio di Stato sino a ieri adottate che hanno disposto all’unisono la CTU (consulenza tecnica d’ufficio ndr) per accertare l’effetto espulsivo del gioco lecito dai comuni, riguardavano la fase di merito e non quella cautelare come quella di oggi. Occorre quindi arrivare all’esame del merito della questione. Per fare questo le migliaia di operatori devono ora inviare ai comuni richieste di proroga per evitare la chiusura immediata». E’ il commento dell’avvocato Filippo Boccioletti, consulente dell’associazione di gestori slot Astro, all’ordinanza del Consiglio di Stato sul ricorso contro il distanziometro introdotto dalla legge Emilia Romagna. Una decisione che si pone «in un solco diametralmente opposto rispetto ai precedenti dello stesso consesso – si legge in una nota dell’associazione – non ultimo quello del mese scorso, che rimanda la decisione, in ordine alla legittimità delle misure adottate dalla Regione Emilia Romagna e dai comuni, alla trattazione del merito».

Da: Agipro s.r.l.

Quinta giornata Emergency days

Sabato 07 luglio per l’ultima giornata degli Emergency Days allo Spazio Grisù sono molti gli eventi previsti, già a partire dalla mattinata: alle 10:00 si terrà infatti l’incontro pubblico organizzato in collaborazione con AVIS “Il dono del sangue: un diritto che avvicina culture, religioni, tradizioni in Italia e nel mondo” con la partecipazione di:
Annamaria Fantauzzi, docente di Antropologia Medica e Culturale all’Università di Torino, ricercatrice, presidente della Onlus Prati-care, segretaria scientifica dell’Osservatorio sul Pluralismo religioso in Italia;
Andrea Tieghi, ex Presidente di AVIS Nazionale;
Maja Marchini, supervisor di laboratorio di Emergency in Rep. Centrafricana e Sudan
Alessandro Mazzini, responsabile amministrativo per Emergency a Bangui.
L’incontro sarà moderato da Davide Brugnati, presidente di Avis Provinciale.
Seguirà un pranzo sociale a sostegno del centro pediatrico di Emergency a Bangui in Repubblica Centrafricana

Dalle 18:00 partiranno i consueti appuntamenti : “Music Together” per famiglie e piccolissimi, una lezione di musica ricca di giochi, filastrocche, strumenti musicali, balli e canti, perché la musica è un gioco splendido per tutti, a cura di Associazione Culturale Carpemira. 

Alle 18:30 presentazione del libro Non lasciamoli soli (Chiarelettere, giugno 2018), sugli accordi stipulati dal governo, che hanno intrappolato in Libia centinaia di migliaia di migranti, ridotti a schiavi e soggetti a ogni tipo di tortura.
Sarà presente uno degli autori, Francesco Viviano, inviato de “la Repubblica”. Interveranno il dott. Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere e Giulio Cavalli, scrittore, attore e giornalista.

Il gruppo di volontari di Emergency Ferrara aderisce all’iniziativa lanciata dal giornalista Francesco Viviano e dai presidenti nazionali di Libera, Legambiente, Arci e Anpi, prevista proprio per il giorno 7, invitando anche la cittadinanza ad indossare una maglietta rossa.
Di rosso era vestito il piccolo Alan, e i tre bambini annegati pochi giorni fa davanti alle coste libiche. Di rosso si vestono in molti, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori. 

Alle 21:00 concerto in memoria di Simone Andreani, per l’occasione si riunirà un ensemble di musicisti che hanno avuto l’onore di suonare con “uno dei bassisti mancini più bravi al mondo dopo Paul McCartney”.
Simone ha fatto parte degli Strike, dei Shaker Maker, dei Cookoomackastick, dei Gringos e de Le Femmine, e nel 2017 ha scritto i testi dell’album “Mentre cadiamo giù” che ha inciso con Roby Mama & The Planets.

E per finire alle 22:30 DELEF in concerto, un progetto di musica folk “tropicale” che vuole unire la poesia del cantautorato italiano, con i ritmi dal mondo, parlando di viaggi, e incitando all’amore e alla speranza. 

Come ogni giorno, saranno aperte la libreria, lo spazio bimbi, la mostra fotografica sui progetti di Emergency in Africa, gli info point di Avis ed Emergency, il bar e il ristorante.
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Comunicato Regione: Rifiuti Parma

Termovalorizzatore, l’assessore Gazzolo: “Regione pronta al confronto per un nuovo accordo sui limiti di incenerimento. Se il Comune convocherà un Tavolo ci saremo e staremo dalla parte del territorio”

Scaduto l’accordo volontario di autolimitazione sottoscritto da Regione e Iren nel 2016. “Massima condivisione e collaborazione”

Bologna – “Se il Comune convocherà un tavolo di confronto sul termovalorizzatore di Parma, la Regione ci sarà e starà dalla parte del territorio per costruire un nuovo accordo volontario all’insegna della massima condivisione e collaborazione”.

L’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, interviene sui limiti di incenerimento del termovalorizzatore di Parma, fissato in un massimo di 130mila tonnellate all’anno da un accordo volontario sottoscritto da Regione Emilia-Romagna e Iren nel 2016 e giunto alla scadenza.

“È fondamentale l’ascolto dei vari soggetti interessati: oltre alle istituzioni, anche la multi-utility e le associazioni di rappresentanza delle categorie economiche e delle realtà produttive. Nel frattempo– conclude Gazzolo– continuerà la regolazione e il monitoraggio dei flussi dei rifiuti nell’impianto come prevede il piano regionale dei rifiuti e in piena continuità con quanto svolto in questi anni per raggiungere gli obiettivi della legge 16 dell’economia circolare su cui il territorio di Parma è stato molto attivo e nel rispetto del principio dell’autosufficienza regionale”.

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Intrawork 10 luglio Ferrara

Martedì 10 luglio alle ore 9,30 presso l’Hotel Carlton Piazza Sacrati, 44121 Ferrara, si svolgerà la Conferenza finale del progetto europeo Erasmus+, IN.TRA.WORK (INnovate the TRAnsition from vocational training to WORK for youth) – Programma Erasmus+ KA2, in cui verranno presentati i risultati della sperimentazione di un modello innovativo di alternanza e transizione al lavoro nel sistema della formazione professionale.
Il Modello, sperimentato con successo in Italia, in Germania e in Spagna, aperto al dialogo sociale (tra i partner vi è un sindacato sloveno), valorizza, in particolare, le “buone pratiche” di apprendimento sul lavoro WBL (Work Based Learning), tese a fronteggiare il fenomeno dei NEET (persone, perlopiù giovani, che non studiano, non si formano, non lavorano né cercano lavorano), e a migliorare l’occupabilità dei giovani, progettando insieme a loro e all’impresa che li ospita un percorso altamente formativo e innovativo di alternanza studio-lavoro orientato ad un reale inserimento lavorativo.
CDS, Centro ricerche Documentazione e Studi di Ferrara, è capofila e coordinatore del progetto.
A discutere dei risultati e dei “pilastri” che lo hanno retto, quali co-progettazione del processo WBL tra i Centri di Formazione professionale e le Imprese dei territori coinvolti (provincia di Ferrara, Lander di Ingolstadt, Bilbao) la formazione dei formatori, la sperimentazione stessa ed infine l’orientamento, saranno Giuseppe Sarti, Centro Studi Opera don Calabria di Ferrara, Stephanie Kühn – Kolping Akademie Ingolstadt (DE), Zaloa Mitxelena, Fondo Formacion Euskadi (ES), Mitja Vuković, Obalna Sindikalna Oraganizacjia (SL). Seguirà una testimonianza aziendale sull’importanza della co-progettazione dei percorsi formativi da parte di Sabina Celio e Giuseppe Manna, Eni – Versalis S.p.A.
Concluderà Pier Giovanni Bresciani, Studio Méta – Università di Urbino, con una riflessione sul riconoscimento dei risultati dell’apprendimento nei percorsi di apprendimento sul e dal lavoro.

Lavoro: UECOOP, 13mila nuovi posti ogni anno nelle coop

GIORNATA MONDIALE DELLE COOPERATIVE, +8% OCCUPATI DAL 2011 A OGGI

Il sistema delle cooperative è riuscito a creare oltre 13 mila nuovi posti di lavoro all’anno dal 2011 a oggi da nord a sud della Penisola, con una crescita dell’8% in sette anni. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop con la Camera di commercio di Milano in occasione della Giornata internazionale delle cooperative che si celebra il primo sabato di luglio e che quest’anno è intitolata “Società sostenibili attraverso la cooperazione”. La capacità del nostro mondo di creare lavoro – spiega Uecoop – rappresenta una chiave di volta strategica per riportare in equilibrio il sistema sociale italiano messo a dura prova dalla crisi di dieci anni fa e dalla quale non siamo ancora usciti appieno, almeno per quanto riguarda i livelli occupazionali, pur essendoci segnali incoraggianti. Dall’edilizia ai servizi di assistenza sanitaria e sociale, dall’agricoltura al commercio, con oltre un miliardo di occupati nel mondo, le cooperative – sottolinea Uecoop – svolgono un triplice ruolo: creano opportunità di lavoro e generano reddito, contribuiscono all’equità sociale e svolgono un ruolo importante nella risposta ai bisogni e nella partecipazione delle comunità alla gestione dei territori. Purtroppo – rileva Uecoop – esistono anche fenomeni di mala cooperazione, con scandali e ruberie, dalla Campania al Veneto, dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Basilicata alla Calabria, che vanno stroncati per tutelare il buon nome delle cooperative oneste e per far cambiare idea ad esempio a quel 57% degli italiani che ha un’opinione poco o per nulla positiva sulle cooperative di accoglienza rispetto alla gestione dell’immigrazione, secondo l’indagine Uecoop/Ixè. Nella Giornata internazionale della cooperazione – conclude Uecoop – è importante sottolineare come per centrare l’obiettivo di “Società sostenibili attraverso la cooperazione” è necessario il rispetto delle regole e della trasparenza, come vuole il codice etico di Uecoop e come ribadito da Gherardo Colombo, ex giudice della Corte di Cassazione, storico componente del pool di Mani Pulite, magistrato protagonista di importanti inchieste della storia repubblicana, dalla P2 all’omicidio Ambrosoli e ora Presidente di Uecoop.

Da Ufficio stampa UECOOP

Caricento e Nexi: zero commissioni per acquisti sotto i 10 euro

Zero commissioni per qualsiasi acquisto sotto i 10 euro: al via l’offerta di Cassa di Risparmio di Cento per gli esercenti
Grazie all’accordo con Nexi, per tutto il 2018 verranno rimborsate le commissioni sugli acquisti inferiori a 10 euro pagati con strumenti digitali

Cento, 6 luglio 2018 – Nessuna commissione per qualsiasi acquisto inferiore i 10 euro pagato con carta di credito, bancomat, smarphone: questa è l’offerta che la Cassa di Risparmio di Cento mette a disposizione dei propri clienti commerciali per tutto il 2018, senza alcun costo per l’adesione all’iniziativa da parte dei merchant e senza bisogno di interventi tecnici sui POS.

L’offerta è resa possibile da Nexi, la PayTech delle banche, che quest’anno ha lanciato la campagna “Micropagamenti” che prevede, per gli esercenti degli istituti di credito che aderiscono all’iniziativa, il rimborso delle commissioni per i pagamenti digitali sotto i 10 euro fino alla fine del 2018.

Si tratta di un’operazione nata per sensibilizzare i merchant sul reale costo delle transazioni sui digital payments: si tratta, infatti, di una percentuale fissa che va dallo 0,7% dei bancomat all’1,2% medio delle carte di credito e che, quindi, non varia in base all’importo dell’acquisto. L’obiettivo è far sì che anche in Italia vengano accettati i pagamenti digitali per le spese di importo ridotto, come per esempio un caffè (con costo commissionale per gli esercenti di 1 centesimo, pari appunto all’1%). L’iniziativa, inoltre, spingerà sempre più clienti a scegliere strumenti di pagamento digitali per i propri acquisti, qualsiasi sia l’importo, superando così quella barriera culturale che oggi ne frena l’utilizzo per le piccole spese.

“Abbiamo accolto con grande entusiasmo la promozione dei micropagamenti che Nexi ha deciso di lanciare – commenta Carlo Malaguti, Direttore Commerciale di Cassa di Risparmio di Cento SpA – Sono convinto che questa iniziativa contribuirà a diffondere ulteriormente l’utilizzo di tecnologie e nuovi sistemi di pagamento, come le transazioni con carte contactless o direttamente tramite smartphone.”

“La campagna micropagamenti nasce sia per sensibilizzare gli esercenti sui reali costi delle commissioni, sia per andare incontro alla crescente diffusione di strumenti di pagamento mobile: rientra quindi nel piano di Nexi che punta a mettere a disposizione delle proprie banche partner prodotti e soluzioni innovative per i digital payments che gli istituti possono offrire ai propri clienti – afferma Enrico Trovati, Merchant Services Director di Nexi – Il nostro obiettivo è far sì che In Italia la percentuale dei pagamenti digitali sul totale consumi delle famiglie passi dall’attuale 20% al 40%, che è il dato medio europeo”.

Da:
External Communication & Media Relations – Nexi
Ufficio Relazioni Esterne – Cassa di Risparmio di Cento SpA

COMUNICATO STAMPA
Guide turistiche, il caos normativo penalizza il settore e i visitatori

Da: GTI – associazione Guide turistiche italiane

Lettera aperta al ministro per il Turismo, Gian Marco Centinaio

Gentile Signor Ministro,
i beni artistici, architettonici, naturalistici sono fra le principali attrattive del nostro Paese e rappresentano una risorsa fondamentale anche per l’economia nazionale. Le guide turistiche svolgono una funzione insostituibile nella promozione di questo patrimonio. Il loro operare garantisce una corretta conoscenza, favorisce la divulgazione delle informazioni e assicura un pieno godimento dei pregi e una appropriata comprensione delle peculiarità delle opere d’arte e dei beni culturali.
Nel settore, però, la situazione è caotica. La normativa vigente, che disciplina ruolo e operatività delle guide, presenta ambiguità, nodi irrisolti, ed è pertanto oggetto di difformi interpretazioni che ostacolano il regolare svolgimento della professione.
La normativa europea di riferimento è stata recepita dall’Italia nel 2013 con la legge 97, art. 3 che regolamenta e introduce la figura della guida nazionale, superando le frammentazioni derivanti dalla precedente disciplina. La valenza nazionale dell’attestato viene considerata da GTI (Associazione Guide Turistiche Italiane) come elemento imprescindibile per l’evoluzione e l’ammodernamento del ruolo professionale delle guide turistiche, anche al fine di un organico servizio di illustrazione e spiegazione, che in precedenza contrastato dal frazionamento, talvolta eccessivo, delle competenze territoriali. I continui cambi di guide imposti dal vecchio ordinamento, penalizzanti per i turisti, risultano conseguenza di una legge ormai obsoleta.
Pur consapevoli che la guida turistica esercita il proprio compito in stretto legame con un territorio che deve conoscere in maniera adeguata ed approfondita per rendere un servizio di qualità, riteniamo vadano superati tutti quei vincoli e quegli ostacoli di carattere normativo che impediscono alle guide turistiche italiane di essere una categoria professionale in grado di esercitare la propria funzione con quell’imprescindibile ampio sguardo che deve arricchire la conoscenza particolare.
Il settore necessita, perciò, del pieno e urgente compimento di una riforma che stabilisca regole chiare, uniformi e che metta i professionisti in condizioni di godere di un trattamento di parità ed uguaglianza sull’intero territorio nazionale.
A differenza del passato, ora la figura di “guida nazionale” preposta a fornire informazione e sostegno ai turisti, non è più vincolata all’autorizzazione che limitava l’esercizio della professione in un ristretto ambito territoriale. Coerentemente con una visione ampia e in previsione di fornire funzionalmente risposta alle esigenze dei tanti gruppi italiani e stranieri che attraversano spesso vaste aree del territorio nazionale si è resa operativa una figura professionale qualificata che possa fungere da riferimento costante per tutto il tour, sia che l’itinerario si compia in una sola provincia o, invece, in una intera regione; sia, infine, che vada a toccare più città anche distanti fra loro. Non è fatto banale: con la guida i visitatori spesso stipulano rapporti empatici e fiduciari, non indifferenti al reale godimento del viaggio. Anche per questo la legge ora prevede la possibilità di esercitare le funzioni di guida su tutto il territorio nazionale.
Tali normative sono state però, da subito, oggetto di contestazione da parte di coloro che si oppongono all’innovazione e rifiutano – talora anche a tutela di vecchi privilegi – di recepire questa moderna concezione del ruolo di guida turistica. A tali opposizioni, fortunatamente, è stato dato un freno con le sentenze del Tribunale amministrativo del Lazio e del Consiglio di Stato nel 2017, a seguito di ricorso contro due decreti del MIBACT volti a limitare gli effetti della legge 97/2013, ricorso promosso da GTI e altre associazioni di categoria, che hanno ribadito la piena validità della normativa e la legittimità ad operare sull’intero territorio nazionale senza alcuna restrizione.
Attualmente, purtroppo, restano aperte delle questioni che vanno risolte in maniera urgente al fine di mettere in atto una vera riforma professionale di cui tutti sentiamo la necessità. A titolo esemplificativo, guardiamo – come condizione per esercitare la funzione di guida – alla necessità del conseguimento della laurea a seguito di un coerente percorso di studi. In tal modo si valorizzano competenza, specializzazione e si eleva la qualità di un servizio che non può più prescindere dalle giuste esigenze di un turismo che richiede figure altamente qualificate.
Purtuttavia ci si dibatte in una condizione di estrema ambiguità, a seguito della quale non solo la qualifica di “guida nazionale” viene contestata, ma l’operato delle guide viene contrastato con azioni ostili da parte delle vecchie guide provinciali; si assiste a sconcertanti episodi di boicottaggio, complici anche più o meno consapevoli funzionari statali o appartenenti alle Forze dell’ordine. Di recente, per esempio, in Toscana una guida locale ha assunto i panni di ‘sceriffo’ svolgendo impropriamente una sorta di servizio di pattugliamento territoriale e, affiancata dalla polizia municipale, ha ostacolato il lavoro delle guide nazionali che regolarmente svolgevano le proprie funzioni. Qualcosa di analogo è capitato a Pompei pochi giorni prima ed episodi di questa natura sono assai frequenti.
Il danno non è solo per i professionisti. A rimetterci sono anche i turisti, con conseguenti negative ricadute sull’immagine del nostro Paese. Insomma, è urgente un’attenta riconsiderazione della situazione e una rapida chiarificazione che ponga fine al caos normativo attuale.

Auspichiamo pertanto che Lei, dottor Centinaio, in qualità di ministro che ha ora assunto la delega per il Turismo, possa farsi coscientemente carico del problema; e ci rendiamo immediatamente disponibili ad un incontro per poter meglio articolare e chiarire le problematiche che penalizzano il settore nonché le potenzialità che andrebbero meglio sviluppate.

BORDO PAGINA
Davide Grandi e La Particella Selfie. Webgrafia di un cosmoscrittore

On line la prima (auto) biografia letteraria dello scrittore cosmico Davide Grandi (edizioni Asino Rosso ebook, a cura del futurista ferrarese R. Guerra). L’autore, ferrarese, residente nel centese, si è già segnalato per diverse pubblicazione per Este Edition – a cura di R. Roversi (psicologia e fisica quantica, un libro sul sisma del 2012), il primo presentato nella nota rassegna Autori a Corte (2015) a cura dell’Associazione Bukowsky (F. Federico e La Carmelina edizioni, ecc.) e come scrittore di fantascienza per Gli Ultimi Soldati (Asino Rosso eBook) segnalato anche dal magazine internazionale Blasting News Uk e da La Zona Morta magazine a cura di Davide Longoni. Da anni è anche conferenziere su temi scientifici di frontiera. Il prossimo autunno è in programma un suo saggio per una nota casa editrice italiana.

Intervista Zoom:

Grandi, una “parola” su questa tua autobiografia on line?
“Nasco nel 1966 a Ferrara, ma risiederò per la maggior parte dei miei anni a Bologna. Fin dall’età di 6 anni si è manifestata in me una grande attrazione per il Cosmo e per ciò che spiritualmente vi si celava. In quella tenera età vivevo già esperienze intuitive, che mi hanno accompagnato fino ad oggi e spinto a pormi e porre ad astronomi e sacerdoti domande su cosa fosse per loro Dio e l’Universo. Non mi ritengo una persona illuminata, ma sicuramente consapevole di come stanno le cose, e cioè che tutto è energia e vibrazione e noi ne facciamo semplicemente parte.
E’ tutta una questione di frequenza e connessione.

I miei lavori:

Il mio primo racconto “No grazie, sono ansioso” è stato pubblicato nel 2010 da Giraldi editore; narra la storia di un gruppetto di ragazzi poco più che ventenni, sofferenti d’ansia e attacchi di panico, che a causa di un casuale incontro con due coniugi psicologi partiranno insieme a questi ultimi per Chicago, dove affronteranno le loro paure a 360 gradi, facendo amicizia con un altro gruppetto che li accompagnerà in questa avventura e anche dopo.

Il mio secondo racconto, “Il grande boato. Maggio 2012, l’Emilia trema” pubblicato nel 2014 dalla Este Edition (nota casa editrice di Ferrara); parla dei due terribili sisma che hanno colpito l’Emilia il 20 e 29 maggio 2012. Ne parlo in quanto testimone che ha vissuto in prima persona tale tragedia e che è stato colpito da ciò che di positivo ha visto affiorare, come causa degli effetti psicologici e sociali, nelle persone che abitano questi luoghi, che ha messo in evidenza un altruismo e un senso di comunità che non vedevo da tantissimi anni e che mi hanno motivato a scrivere questo libro.

Il mio racconto, “Dio e D’io”(2015,Este Edition, poi riedito e ampliato -2018 -anche in eBook con il titolo “Il Quanto di Dio…” spiega sia scientificamente, anche se in modo leggero e semplice, sia spiritualmente cosa lega Dio con le ultime scoperte scientifiche, astronomiche, chimiche e fisiche, derivanti dallo studio della Fisica Quantistica e come noi umani possiamo usufruire di questa conoscenza per migliorare la nostra vita.

Infine mi sono sperimentato anche nella fantascienza con il fortunato eBook “Gli ultimi soldati” (Asino Rosso, 2017), segnalato anche da un noto magazine britannico. Ecco quindi questa letteralmente webgrafia minima cronologica sul mio percorso come Cosmoscrittore in cui ho raccolto interviste e recensioni sui miei libri come un diario di bordo…”.

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L’economia della paura di Carlo Cottarelli

Le ultime esternazioni di Carlo Cottarelli, l’uomo del debito pubblico (cioè colui che ricopre quel particolare ruolo di ricordarci che “causa debito pubblico elevato … dobbiamo fare questo o quest’altro”), riguardano nientemeno la difesa dell’operato del Governo Monti e delle riforme austere che, secondo lui, hanno impedito al rapporto debito / pil di arrivare al 145%.
Qualche tempo fa aveva detto che nel periodo del governo Monti “… ci fu una decisa stretta fiscale con la legge Fornero, la reintroduzione dell’Imu, l’aumento dell’Iva, dell’Ires e delle accise su benzina e alcolici”, aveva insomma chiarito cosa volesse dire austerità.
Cerchiamo di seguire il suo ragionamento partendo dai dati e dalla loro rappresentazione grafica, prima il debito pubblico:

Dunque, nel pieno della crisi economica il debito inizia a crescere, arriva Monti, la Fornero e l’austerità (così come confermata da Cottarelli) e il debito arriva nel 2016 al 132,0%.
Andiamo a vedere cosa è successo agli investimenti, cioè vediamo graficamente cosa vuol dire austerità
Grafico 2. Investimenti pubblici, miliardi di Euro costanti (2010), fonte: Oecd.Stat (Cofog)

E alla spesa per protezione sociale
Grafico 3. Spesa pubblica complessiva, miliardi di Euro costanti (2010), fonte: Oecd.Stat (Cofog)

e, per essere sicuri dell’austerità anche dal punto di vista delle entrate, controlliamo cosa succede alla pressione fiscale:

Quindi fin qui abbiamo due certezze:
– L’austerità c’è stata
– Il debito pubblico a fronte dell’austerità è cresciuto
A questo punto arriva però l’elogio di Cottarelli al governo Monti a cui attribuisce il merito di non aver fatto alzare il rapporto debito / pil fino al 145%, cioè, dice, che senza l’austerità il debito sarebbe cresciuto ancora di più rispetto al rapporto attuale.
A parte la distruzione della logica Aristotelica, mi sembra che Cottarelli con questo elogio voglia coprire il fallimento delle politiche targate Monti – Fornero che evidentemente hanno contribuito grandemente all’innalzamento del debito di ben 30 punti percentuali. Come dire, rilancio per non far vedere il punto.
Un ragionamento un tantino più intellettualmente onesto, e soprattutto conseguenziale, porterebbe a pensare che siano state proprio tali politiche a farlo crescere. A supporto possiamo constatare che i Paesi che hanno fatto deficit, cioè hanno speso, come Gran Bretagna, Francia, Spagna, Usa, Giappone e altri, la situazione del debito o è migliorata oppure è sotto controllo.
Dando più soldi per gli investimenti si sarebbe potuto assicurare più posti di lavoro, e quindi più stabilità interna e migliore distribuzione del benessere che invece si è andato accentrando verso l’alto. Abbassando le tasse si sarebbero lasciati più soldi da spendere e quindi gli scambi interni non si sarebbero arenati causando il ristagno del Pil mentre assicurando più credito alle aziende si sarebbe evitato tante saracinesche chiuse.
Insomma, e nonostante Cottarelli, lo sviluppo economico si vede dal livello di occupati, dal benessere diffuso, dal livello della domanda aggregata e non dai conti o dal rapporto debito / Pil. Perché se questo fosse vero allora la Nigeria, che ha un debito pubblico al 16%, sarebbe la nazione più sviluppata del mondo, mentre il Giappone e gli Stati Uniti sarebbero delle regione desertiche.
Il grafico seguente ci mostra, infine, cosa è successo al Pil grazie alle politiche economiche che Cottarelli difende:

In pratica osserviamo un primo crollo dopo il 2007 e poi, proprio quando sembrava stesse risalendo, inizia la cura Monti – Fornero. Negli ultimi anni osserviamo una lentissima risalita (il famoso zero virgola).
Curva del Pil che scende e curva del debito che sale, ovvero aumenta il rapporto debito / Pil, lezione da Liceo Economico Sociale, ben prima dell’Università di economia.
La politica economica e le scelte di austerità difese da Carlo Cottarelli dimostrano tutta la grande incapacità di chi le ha messe in atto che, tra l’altro, è riuscito ad ottenere dei risultati così negativi nonostante nell’ultimo periodo avessero potuto usufruire di una congiuntura positiva data da diversi fattori, quali:
– il ribasso del prezzo del petrolio
– il cambio favorevole con il dollaro (cioè una enorme svalutazione dell’euro del 30%)
– i tassi di interesse bassi
– il qe della banca centrale europea.
Risultati disastrosi ottenuti proprio perché si è scelto di aumentare le tasse (consolidamento fiscale) e perseguire il rispetto dei parametri europei dell’austerità, della non spesa, dell’affidarsi al termometro dei mercati e dello spread.
Insomma tutto dimostra che l’austerità, la malattia della paura del deficit, non abbia fatto bene all’economia e agli italiani e allora: perché Cottarelli insiste nella sua litania? La risposta è semplice, viviamo in un mondo dove sono gli interessi a guidare le azioni degli uomini e Cottarelli non fa eccezione. Ha speso la sua vita lavorando per il Fmi e quindi a difendere il capitale, i soldi e la finanza e oggi alimenta la sua pensione e il suo prestigio grazie agli incarichi da censore.
Se la logica avesse un valore, a fronte di questi risultati e dei dati che li rappresentano, la linea di un Governo che volesse risollevare le sorti del Paese sarebbe quella di un taglio netto, sostituire queste persone con altre che non siano legate ai grandi interessi, considerare teorie economiche di rottura con il recente passato, avere il coraggio di fare gli interessi dei cittadini (una volta tanto).