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Giorno: 16 Luglio 2018

Comunicato Regione: Maltempo

Bomba d’acqua, grandine e tromba d’aria. L’assessore Gazzolo a Bardi e Neviano degli Arduini nel parmense, le località più colpite: “La Regione è qui, nel territorio vicino ai cittadini. Subito al lavoro per la ricognizione dei danni e per fare tutto ciò che serve per le comunità colpite”

Nel tardo pomeriggio e nella sera di sabato, un sistema ‘multicella’ si è abbattuto nelle aree collinari e montane da Piacenza a Modena. In 15 minuti a Bardi caduti 37,2 millimetri d’acqua, mai così tanta dal 1937. In Municipio con la sindaca Pontremoli: “Un grazie alla popolazione di Bardi, che già stamattina aveva ripulito tutti i locali e riaperto le attività del centro storico”

Bologna – “La Regione è qui. Per essere vicini ai cittadini, alle imprese, ai commercianti e agli amministratori locali. Siamo già al lavoro per la ricognizione dei danni, che sarà conclusa a breve, per fare ciò che serve e dare tutto il sostegno necessario alle comunità colpite”. L’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo, è stata in mattinata nel Comune di Bardi e nel pomeriggio sarà a Neviano degli Arduini, i luoghi dell’Appennino parmense dove nel tardo pomeriggio di sabato scorso si è abbattuta l’ondata di maltempo che ha interessato in particolare le aree collinari e montane da Piacenza a Modena. Una bomba d’acqua, grandine e tromba d’aria con precipitazioni straordinarie: a Bardi 37,2 millimetri in 15 minuti, un’intensità mai registrata prima, da quando, nel 1937, si è iniziato a monitorare questi fenomeni e che ha fatto saltare il sistema fognario cittadino. Insieme alla sindaca Valentina Pontremoli, in Municipio a Bardi è stato fatto il punto della situazione, presenti anche i tecnici regionali e quelli di Montagna 2000, la società che gestisce la rete idrica, per le verifiche che dovranno interessare soprattutto la rete fognaria, dopo che le strade del comune appenninico sono state attraversate da un autentico e improvviso fiume d’acqua.
“Il presidente Bonaccini è stato in contatto con i sindaci da subito, dalla serata di sabato quando si è verificato l’evento- spiega Gazzolo-. Vogliamo agire velocemente e bene e dare fin da subito un messaggio chiaro: risistemeremo tutto ciò che va sistemato, insieme. Per questo la macchina regionale, in collaborazione con le istituzioni territoriali e il supporto dell’Agenzia regionale di Protezione civile, si è già messa in moto per la ricognizione puntuale dei danni che riguarderà tutti: strutture pubbliche, imprese e privati. E voglio aggiungere- conclude l’assessore- un grazie alla popolazione di Bardi, che già stamattina aveva ripulito tutti i locali e riaperto le attività del centro storico. Un grande segno di forza per una comunità resiliente e un tratto distintivo dei cittadini emiliano-romagnoli”.

Cosa è successo sabato 14 luglio

Un sistema temporalesco multicella ha colpito nel tardo pomeriggio le aree collinari e montane da Piacenza e Modena. L’area più interessata è appunto quella di Bardi, dove si sono registrate precipitazioni pari a 68,8 millimetri in due ore (tra le 17 e le 19). Sempre a Bardi le intensità sono state di 44,2 millimetri in un’ora e, ancora più significativo, 37,2 millimetri in 15 minuti. Tutti questi valori superano i precedenti massimi storici a partire dal 1937: il massimo orario era infatti 42 millimetri registrato nel 1978.

L’evento è stato molto intenso, con grandine e forti raffiche di vento, localizzato sul centro cittadino. A differenza di eventi alluvionali anche recenti (Parma 2014, Trebbia-Nure 2015), questo di Bardi non ha interessato l’intero bacino del fiume Ceno, che ha quindi registrato modesti innalzamenti del livello idrometrico.

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Calvano: “Durante l’autunno le prime telecamere sui bus”

È ufficiale, già durante l’autunno comincerà l’installazione delle 50 telecamere sugli autobus di linea nel ferrarese. A confermarlo è il consigliere regionale Paolo Calvano, a seguito dell’interrogazione presentata all’assessore ai trasporti della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini. Proprio Calvano nei mesi scorsi richiedeva di mettere in campo misure di sicurezza contro la violenza sui mezzi pubblici. Sono stati 34 gli interventi delle forze dell’ordine nel 2017, 22 dei quali legati all’identificazione dei passeggeri senza documenti o che rifiutavano di declinare le generalità.

«Piccoli o grandi che siano i numeri, non possiamo dire che il problema della violenza sui bus non esista – dice Calvano –. È quindi un bene che le procedure di gara indette da Tper, per l’acquisizione delle telecamere, siano in fase molto avanzata. Se non ci saranno intoppi già durante l’autunno inizieremo a vedere i primi mezzi dotati di videosorveglianza».

È necessario secondo il consigliere Calvano che il fenomeno di malcostume e di inciviltà non degeneri. «Oltre alla videosorveglianza, una delle misure di sicurezza già in campo è quella del telecontrollo satellitare su tutti gli autobus del servizio urbano – spiega –. Questo permette di localizzare in tempo reale il mezzo e mettere in contatto diretto l’autista con la centrale operativa di Tper, che a sua volta può utilizzare un ulteriore canale operativo con Questura e Carabinieri per garantire tempestività d’intervento».

Al vaglio vi è anche la possibilità di dotare i controllori di bodycam per riprendere ogni azione. «Queste soluzioni hanno già permesso di ridurre diverbi e aggressioni in altre città – conclude Calvano – Ogni terapia d’urto va attivata quanto prima. Vanno velocizzati i tempi di intervento, in quanto ne va della sicurezza degli autisti e dei pendolari. Tper ha inoltre confermato la volontà di proseguire nelle iniziative di sensibilizzazione che coinvolgono il mondo della scuola in merito al rispetto delle regole sui bus. È in corso di valutazione anche l’impiego di guardie giurate a bordo dei mezzi, così come confermato da AMI Ferrara, la quale ha concordato la costituzione di un tavolo tecnico tra Comune e Tper proprio per non sottovalutare il fenomeno».

Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Comunicato Regione: Sanità

Farmaci inutilizzati, stop allo spreco. Regione, Hera e Last Minute Market insieme per incentivare raccolta e redistribuzione. Venturi: “Sono beni preziosi, l’utilizzo responsabile è un forte richiamo etico alla solidarietà”

Troppe medicine non scadute e in confezioni integre finiscono nel cestino, con conseguenti costi sanitari e di smaltimento. Recuperarle e consegnarle a chi si occupa di persone in difficoltà è possibile: siglato un Protocollo che ha quest’obiettivo

Bologna – Antibiotici, analgesici e medicine per patologie cardiovascolari. Sono i tipi di farmaci che, seppure ancora in corso di validità, in confezioni integre e correttamente conservate, finiscono più frequentemente nel cestino. Recuperarli e consegnarli a persone in situazione di svantaggio economico e sociale tramite organizzazioni senza fini di lucro, si può: così non solo si riduce lo spreco e si limitano gli impatti negativi sull’ambiente, ma si aiuta chi ha problemi ad accedere concretamente a cure e medicine.

Da queste premesse e con quest’obiettivo nasce il Protocollo d’intenti sul recupero dei farmaci donati, approvato nell’ultima seduta di Giunta, e firmato da Regione Emilia-Romagna (assessorato Politiche per la salute), Hera e Last Minute Market, con lo scopo di promuovere in tutta l’Emilia-Romagna le “buone pratiche“ sui farmaci.

“I farmaci vanno usati in modo corretto, e ciò significa anche ridurne al minimo lo spreco- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Sono beni preziosi, e onerosi, per la nostra collettività, e l’utilizzo responsabile coincide con un forte richiamo etico alla solidarietà nei confronti di persone e comunità in situazione di fragilità e svantaggio. Con questa intesa uniamo le forze, consapevoli che anche i piccoli gesti virtuosi dei singoli cittadini possono contribuire a fare la differenza”.

“FarmacoAmico rappresenta un’azione concreta di economia circolare, per prevenire la produzione di rifiuti e sostenere l’estensione del ciclo di vita dei beni, promuovendone il riuso- dichiara Antonio Dondi, direttore Servizi Ambientali del Gruppo Hera-. Grazie a delle partnership di valore, a una rete solida di onlus sul territorio locale e al contributo proattivo di tutti i cittadini è possibile generare valore condiviso, riducendo i costi dei servizi ambientali e del sistema sanitario e creando un impatto ambientale e sociale positivo”.

“Quando vent’anni fa avviammo il progetto Last Minute Market per il recupero a fini solidali di beni invenduti a partire dalla grande distribuzione, non credevo che quest’azione, così intuitiva nella sua concezione – ridurre le eccedenze aiutando i bisognosi – potesse diventare una sorta di laboratorio anticipatore di alcune grandi questioni che caratterizzano il mondo contemporaneo come gli sprechi” dichiara Andrea Segrè, fondatore dello spin off. “In questi anni, grazie alla Regione Emilia-Romagna e alla collaborazione fondamentale di Hera- aggiunge il professor Segrè- abbiamo promosso il recupero di cibo mettendo in rete tanti attori del nostro territorio: ora, con questo Protocollo, potremo estendere ulteriormente la nostra azione anche in un altro campo fondamentale per la salute di tutti i cittadini”.

Perché i farmaci ancora validi e integri finiscono nel cestino?
Diversi i fattori che concorrono allo spreco di farmaci ancora validi: confezioni inadeguate (con scatole che contengono più o meno pillole di quelle che servono per completare la terapia), scarsa aderenza da parte del paziente allo schema terapeutico prescritto dal medico, sopraggiunta impossibilità di assunzione, per condizioni di salute mutate o per decesso del paziente. Forse non tutti sanno che, per legge, le confezioni di medicinali ancora valide, integre e correttamente conservate, ma che non si utilizzano più, possono essere recuperate e consegnate a organizzazioni senza fini di lucro, che hanno finalità umanitaria o di assistenza sanitaria.

Il progetto FarmacoAmico
Una buona pratica che in Emilia-Romagna viene già da tempo applicata. Nel 2012 Hera, multiutility nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna, in collaborazione con Last Minute Market (società spin-off accreditata dell’Università di Bologna, che promuove la lotta allo spreco e la sostenibilità ambientale), hanno avviato e poi implementato il progetto FarmacoAmico. Con il preciso obiettivo di recuperare farmaci rimasti inutilizzati dai cittadini e destinarli ad organizzazioni non lucrative. Attualmente il progetto è attivo in 13 comuni della regione e sono più di cento le farmacie e una trentina le onlus coinvolte, oltre a diversi partner.

Obiettivi del Protocollo
La Regione, a sua volta, ha predisposto a febbraio 2018 un documento tecnico – “Indicazioni per il recupero dei farmaci inutilizzati e in corso di validità” – mirato a promuovere su tutto il territorio la riduzione dello spreco di farmaci, contenere i rifiuti, sostenere progetti di solidarietà sociale e, al tempo stesso, fornire indicazioni pratiche orientate a garantire qualità e monitoraggio delle attività. Il documento è rivolto alle Aziende sanitarie, alle associazioni di categoria dei farmacisti convenzionati, a enti/soggetti esterni che partecipano ai progetti locali, ai cittadini.
Ora, con la firma del Protocollo, con durata triennale e possibilità di rinnovo, Regione, Hera e Last Minute Market intendono collaborare e rafforzare l’impegno per sostenere la riduzione dello spreco dei farmaci in Emilia-Romagna, favorire il recupero di quelli non utilizzati, limitare gli impatti negativi sull’ambiente riducendo la quantità di rifiuti che richiedono particolari sistemi di gestione. Al tempo stesso puntano a sostenere i progetti del Terzo Settore rivolti alla prevenzione dello spreco, a valorizzarne i risultati e promuoverne l’attivazione di nuovi; ma anche a organizzare iniziative per sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e i cittadini.

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Quei due che hanno vinto il mondiale

Lo sanno tutti, Russia 18 è stato un affarone. Un mastodontico business economico e mediatico. Stadi colmi fino all’orlo e più di un miliardo di telespettatori. Un trionfo per lo zar Putin. Un’iniezione di popolarità per il declinante Macron.
Dopo il fischio finale, a Parigi una folla immensa ha festeggiato fino a notte fonda. Perché la Grande Francia ha battuto la piccola Croazia e si è laureata Campione del Mondo per la seconda volta nella storia secolare del “gioco più bello del mondo”.
Ma attenzione a quello che vi raccontano. Non è proprio vero che ha vinto la Francia. I vincitori, quelli veri, sono due uomini. Molto diversi tra loro. Uno è un mingherlino, 1.74 per 65 chili di peso, l’altro una torre di un metro e novanta. Il piccoletto è un croato, il gigante è un serbo. Tutti e due hanno 32 anni; erano bambini al tempo della guerra jugoslava, una delle più sanguinose della storia.
Luka Modric in quella guerra ha perso madre e padre, uccisi dalle milizie serbe, ha dovuto fuggire all’Ovest, un “rifugiato” come tanti altri, prima e dopo di lui. Ma era bravo a giocare a calcio. Anzi, era bravissimo. La sua favola ha un lieto fine: è diventato il regista del Real Madrid, la squadra più titolata del pianeta.
Mentre Modric, come capitano della nazionale croata, superava i quarti di finale e poi le semifinali di Russia 18, il gigante serbo Novak Djokovic, di professione tennista, era impegnato nel torneo più antico e prestigioso del mondo. Era arrivato a Wimbledon dopo un anno terribile: infortuni a catena, morale a terra, nessun torneo vinto. Ora Djokovic sembrava rinato, ma in semifinale doveva affrontare il numero uno del ranking, lo spagnolo Nadal.
A mosca, un giornalista ha chiesto al piccolo Modric per chi tifasse, per Djokovic o per Nadal? Per Djokovic, ha risposto il centrocampista croato. Stupore del giornalista: Ma è serbo! E Modric, l’orfano di guerra Modric, a spiegare che lui non voleva avere la testa nel passato ma nel futuro. Voleva pensare alla pace, non alla guerra,
Intanto, a Londra, un altro giornalista ha chiesto a Novak Djokovic per chi tifasse nella finale del campionato del mondo: per la Francia o per la Croazia? Per Modric e per la Croazia, ha risposto il grande tennista serbo.
In Serbia e Croazia, storicamente nemiche, con due governi fortemente nazionalisti, le dichiarazioni dei due campioni hanno scatenato un putiferio di critiche, polemiche, perfino minacce. Ma né Modric né Djokovic hanno ritrattato di una virgola.
Poi sappiamo com’è andata. Djokovic ha vinto la semifinale contro Nadal, quasi sei ore di gioco, e anche la finale, aggiudicandosi l’insalatiera d’argento di Wimbledon. La Croazia di Modric si è invece dovuta piegare alla fortissima Francia, anche se il regista istriano è stato eletto miglior giocatore del torneo, pallone d’oro di Russia 18.
Ma non c’era bisogno di coppe e insalatiere, il piccolo croato e il gigante serbo avevano già vinto. Per la loro amicizia, suggellata dalle foto in rete che li ritrae insieme sorridenti, e per quelle poche parole, così semplici, così normali ma che sanno di pace.

CIA Ferrara: forte grandinata nel mesolano, danni ingenti alle colture

CIA Ferrara: forte grandinata nel mesolano, danni ingenti alle colture
Le più colpite sono pomodoro, zucca, mais e soia
FERRARA – Una forte grandinata accompagnata da un vento fortissimo ha provocato questa mattina (16 luglio ndr) danni ingenti alle colture nella zona di Mesola. Un fenomeno come sempre improvviso, che ha colpito a “macchia di leopardo” e non ha lasciato scampo, in particolare, ai pomodori precoci già pronti per la raccolta.
“Davvero un brutto risveglio per gli agricoltori delle zone di Mesola – spiega Sergio Vassalli, coordinatore di Agia (Associazione Giovani Agricoltori) Ferrara – che hanno visto, in pochi secondi, spazzare via i prodotti, molti dei quali in piena maturazione o già pronti per la raccolta. I più colpiti sono certamente pomodoro, zucca, mais e soia. La grandinata ha devastato tutto quello che c’era a nord della Gran Linea, quasi che la strada abbia segnato una sorta di confine.
In queste situazioni l’assicurazione diventa davvero fondamentale, ma non è ancora una tendenza così diffusa. Comprendo che alcune aziende scelgano di non assicurare ad esempio i cereali, perché di stratta di colture che generano pochissimo reddito, ma alcune aziende del territorio colpito hanno scelto di non assicurare nemmeno i pomodori. Adesso si trovano con campi di prodotto precoce spaccato letteralmente a metà, a 10 giorni dalla raccolta e con l’industria di trasformazione che quest’anno hanno messo paletti più rigidi per il conferimento, tanto che un prodotto grandinato non viene ritirato. Assicurare le colture come le orticole e frutticole – conclude Vassalli – significa, in queste situazioni, recuperare anche l’80% del mancato reddito e di questi tempi non ci si può permettere di fare un’annata in perdita”.

Presentazione della mostra: “Foto dai campi di concentramento e dal fronte resistenziale: la sopravvivenza e la lotta al nazi-fascismo raccontata dall’ANPI nell’immediato dopoguerra”

Museo del Risorgimento e della Resistenza
di Ferrara
Corso Ercole I d’Este, 19

Mostra fotografica

a cura di Antonella Guarnieri

Foto dai campi di concentramento e dal fronte resistenziale:
la sopravvivenza e la lotta al nazi-fascismo raccontata dall’ANPI nell’immediato dopoguerra

allestimento di Elena Ferraresi

Inaugurazione giovedì 19 luglio 2018 alle 18 e 30
Presso la sala mostre del Museo del Risorgimento e della Resistenza

Presenzieranno il vice sindaco Massimo Maisto, il presidente dell’ANPI Marco Ascanelli,
la referente del Museo Antonella Guarnieri

La mostra gratuita resterà aperta dal 18 luglio 2018 al 2 settembre 2018 ed è visitabile
dal martedì alla domenica dalle 9 e 30 alle 13 e dalle 15 alle 18 nella sala mostre del Museo

Presentato in Camera di commercio il bando multidisciplinare per la crescita e la competitivita’ delle imprese ferraresi

Aiuti per 1 milione di euro. Tra i progetti ammissibili, incentivi alle assunzioni, consolidamento e riposizionamento aziendale, manager a tempo, internazionalizzazione e supporto all’export, partecipazione ai Programmi UE e bandi POR Regione Emilia Romagna 2014-2020, nascita e sviluppo di nuove imprese

Incentivi alle assunzioni, piani di rilancio aziendale, manager a tempo, internazionalizzazione e supporto all’export, partecipazione ai Programmi UE e ai bandi POR Regione Emilia Romagna 2014-2020, nascita e sviluppo di nuove imprese, reti, distretti e filiere, progetti di ricerca, innovazione e diffusione delle tecnologie Impresa 4.0. E ancora, incentivi per l’introduzione di sistemi di certificazione, l’ottenimento di brevetti internazionali e l’installazione di impianti di videosorveglianza e di allarme. Una vera e propria alleanza quella sottoscritta, per il tramite di un’apposita convenzione, tra Camera di commercio, Comuni, le Rappresentanze delle imprese industriali, artigianali, commerciali, agricole, delle cooperative e le Organizzazioni sindacali per salvaguardare e consolidare, da un lato, le imprese esistenti e, dall’altro, sostenere le nuove idee imprenditoriali.

Il bando, che aprirà i battenti il 25 settembre prossimo per poi chiudersi il 18 gennaio del 2019, prende le mosse dalle azioni e dagli obiettivi del Patto per il lavoro sottoscritto il 28 febbraio 2018 dalla Consulta provinciale dell’economia ed ha con se la logica del “Just in time”, quella cioè di offrire agli imprenditori la possibilità di finanziamento nel momento in cui serva, quando vivano una situazione straordinaria, non preventivabile, sulla quale siano chiamati a rispondere subito. Le imprese, in particolare, potranno attivare contemporaneamente fino a 3 misure per un contributo massimo di 20.000 euro.

La disponibilità dei Sindaci a cofinanziare l’intervento e, dunque, ad incrementare le risorse stanziate dalla Camera di commercio, permetterà una maggiore qualificazione dei progetti di investimento presentati dalle imprese con l’obiettivo di supportare i segnali di ripresa ed aiutare a superare le fragilità ancora presenti. I fondi comunali interverranno a finanziare esclusivamente le domande delle imprese localizzate nei rispettivi territori (in via cumulativa su tutte le Misure sulla base delle domande che perverranno) e solo dopo l’esaurimento delle risorse della Camera di commercio a copertura provinciale ed a valere su ogni singola Misura. La dotazione potrà essere aumentata in ragione di nuove risorse aggiuntive che dovessero rendersi disponibili. Sarà, pertanto, possibile per i Comuni aderire al bando o incrementarne le risorse anche successivamente.

Da: Ufficio stampa Camera di Commercio Ferrara
e
Provincia di Ferrara

Presentazione in anteprima assoluta del libro “Forte e in mezzo”

La serata di Mercoledì 18 luglio si aprirà alle ore 19.45 con la presentazione in anteprima assoluta del libro “Forte e in mezzo” (La Carmelina Edizioni) dello scrittore e cantautore ferrarese Matteo Pedrini e la presentazione della raccolta di undici brevi racconti noir “La luna nel parco” (La Carmelina Edizioni) di Giorgia Pizzirani.
Nel romanzo “Forte e in mezzo”, l’autore racconta schegge di vita padana, attraverso il mondo del calcio, bar di provincia e una straordinaria storia d’amore tra un nipote e sua nonna.
La raccolta di racconti noir “La luna nel parco”, invita il lettore ad addentrarsi in un’altra dimensione, interiore ed enigmatica, attraverso suggestioni e ricordi di vita vissuta della giovane scrittrice Giorgia Pizzirani.
L’incontro sarà moderato da Leonardo Punginelli, responsabile di “Giovani artisti ferraresi” del Comune di Ferrara.

Alle ore 20.30 la giornalista de “Il Foglio” Annalena Benini, presenterà il nuovo libro “La scrittura o la vita” (Rizzoli Editore). Nel suo romanzo la giornalista ha raccolto le conversazioni con dieci scrittori italiani e ne ha disegnato un ritratto, molto dettagliato e visto da vicinissimo, fin dentro l’officina di chi scrive.
“La scrittura o la vita” non è stato concepito dall’autrice soltanto per gli aspiranti scrittori. È un libro per tutti, perché racconta le vite di uomini e donne accomunati da una stessa, potente passione, che ognuno ha coltivato, inseguito, sviluppato in un modo diverso dall’altro.
Modereà la giornalista Riccarda Dalbuoni.
Ospite d’onore della seconda serata letteraria sarà Carla Vistarini, scrittrice, sceneggiatrice e paroliera di Ornella Vanoni, Mia Martini e Mina. Alle ore 21.30 Carla Vistarini presenterà in anteprima il suo nuovo libro “Se ricordi il mio nome” (Corbaccio Edizioni).
Protagonista del romanzo della scrittrice romana è una bambina, descritta con delicatezza ed ironia, muta in apparenza, capace di pronunciare soltanto parolacce biascicate ma che sa farsi capire solo da chi le mostra la purezza dell’amore. Un ricordo, un numero di telefono, le salverà la vita. “Pronuncia il mio nome, io sono lì, a fianco segreto del tuo mondo, dove nessuno mi vede, a parte te”.
Modereranno Silvia Bottoni e il musicista Leonardo Veronesi.

La serata sarà accompagnata dalla degustazione di birra artigianale offerta dal birrificio trevigiano Morgana.

La manifestazione che gode del Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara, della collaborazione con l’Istituto Città del Ragazzo e del sostestegno di Pressup Srl, Banca Mediolanum, Sara Assicurazioni, Hotel Carlton e della testata giornalistica Estense.com, è organizzata dall’Associazione Culturale Charles Bukowsky.

L’evento ha beneficiato di un sopporto importante offerto da Trattoria Due Comari, Fioreria Isabella, Beauty Club Estetica, Mobili Milani, IBS+Libraccio Ferrara.

Da: Autori a Corte

Insanie Laboratorio – spettacolo a 40 anni dalla legge “Basaglia”

Martedì 17 Luglio, alle 21.30, presso il cortile del Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19), si conclude il laboratorio teatrale “L’arte del teatro e dell’attore, diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro con la presentazione dello spettacolo a ingresso gratuito Insanie.
Insanie è uno studio teatrale con gli allievi del Centro Teatro Universitario dedicato alla memoria di Franco Basaglia al compimento dei 40 anni della legge che porta il suo nome con l’obiettivo di cercare l’espressività e la creatività personale attraverso la pratica teatrale che mobilita relazioni, domande, esplorazioni umane e artistiche. Quest’anno la scelta del lavoro si è orientata sul tema della “follia”. Un tema complesso e pressoché sconosciuto alle nuove generazioni. Si è scelto di dare alla ricerca un taglio leggero, pur nella consapevolezza che parlare di follia significa quasi sempre parlare di dolore e di esclusione. Si è voluto sottolineare soprattutto il profilo creativo, la spinta propulsiva della follia come agente di cambiamento, di forza per lo sviluppo artistico.
Da qui l’esplorazione e la ricerca di personaggi noti e meno noti definiti folli, che hanno lasciato attraverso le loro opere un’eredità di grande spessore. E l’incontro con un uomo che nel lontano 1979 diceva che “aprire l’istituzione non è aprire una porta ma la nostra testa di fronte a questo malato”. Per scoprire che dietro ad ogni disagio mentale c’è sempre una persona. E Basaglia mise la persona al centro di una grandiosa battaglia culturale e politica attraverso la terapia della parola, della dignità, della libertà.

Università degli Studi di Ferrara
Ripartizione Marketing e Comunicazione
Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Radicali Ferrara: Incontro pubblico “verso Ferrara 19”

Continua il percorso di Radicali Ferrara “verso Ferrara 19”, data delle prossime elezioni comunali, dopo la formalizzazione della proposta di elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco del centro sinistra e dopo l’indicazione della necessità di forme continuative di ascolto e dialogo fra politica e cittadini.
In questo contesto si inserisce l’incontro fra mondo della cultura e politica, e come primo momento di una prossima collaborazione stretta e continuativa fra questi ambiti organizziamo il giorno martedì 17 luglio in Comune nella sala dell’Arengo, alle ore 17.30, un primo incontro dal titolo “Il mondo della cultura parla alla politica”: Stimoli, suggestioni, analisi e riflessioni consegnate da alcune persone del mondo della cultura alla politica ferrarese anche in vista delle elezioni comunali 2019 (per una continuativa, stretta collaborazione fra cultura e politica). Intervengono Maura Franchi, sociologa, del Dipartimento di Economia, Università di Parma, Daniele Lugli, leader del Movimento nonviolento, già Difensore Civico regionale, e Piero Stefani, studioso di cultura biblica, Istituto Gramsci; introduce Mario Zamorani, Radicali Ferrara e Pluralismo e dissenso. Il video dell’incontro pubblico verrà inviato a esponenti della politica ferrarese.

Cordiali saluti.
Mario Zamorani

Comunicato Regione: Trasporti

Treni sicuri in Emilia-Romagna: la rete regionale promossa dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Bonaccini-Donini: “Garantiamo standard europei, risultato raggiunto anche grazie alla cura del ferro con un piano di investimenti da un miliardo di euro”

L’autorizzazione di sicurezza riguarda tutte le 10 tratte gestite da Fer, per 364 chilometri, e l’Emilia-Romagna è la prima Regione a ottenerla insieme a Lombardia, Puglia e la rete nazionale Rfi.Il Dg Masola (Fer): “Traguardo importante”. Tutti gli interventi in corso per garantire ancora maggiore sicurezza

Bologna – Treni sicuri in Emilia-Romagna: la rete ferroviaria dell’Emilia-Romagna gestita da Fer (Ferrovie Emilia-Romagna) – 10 tratte per 364 chilometri – è stata promossa dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, Asfn.
Il riconoscimento è arrivato dall’ente che si occupa di indirizzo e controllo sulla sicurezza ferroviaria in Italia dopo un anno e mezzo di verifiche puntuali sul sistema di gestione della sicurezza delle infrastrutture, sia nella progettazione che nella manutenzione e funzionamento.

L’autorizzazione, rilasciata per la prima volta, è prevista da un decreto ministeriale dell’agosto 2016 ed è necessaria per poter gestire e far funzionare le infrastrutture con maggiore efficienza e standard europei di qualità sia per i passeggeri che per le merci. L’autorizzazione di sicurezza, in particolare, permette di non ridurre la velocità di marcia dei treni a 50Km/h (come previsto per le linee che non lo possiedono) e mantenere immutata la frequenza dei treni.

“E’ un risultato che ci riempie di soddisfazione- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale a Mobilità e trasporti, Raffaele Donini-. L’autorizzazione di Asfn certifica l’alto livello delle ferrovie dell’Emilia-Romagna raggiunto anche grazie alla ‘Cura del ferro’. Abbiamo messo in campo un piano di investimenti da 1 miliardo di euro in 10 anni per l’efficientamento tecnologico e la sicurezza dei treni e abbiamo adottato un sistema di sicurezza ferroviaria, grazie al lavoro dei tecnici di Fer, che permette di aprire ufficialmente la rete ferroviaria regionale al mercato pubblico creando una infrastruttura davvero integrata”.

“L’autorizzazione di sicurezza ottenuta nell’arco di 21 mesi dopo l’emissione del decreto che l’ha introdotta- aggiunge il direttore generale di Fer, Stefano Masola- è un importante traguardo che segna solo un passaggio del percorso iniziato per innalzare gli standard di sicurezza delle linee regionali dell’Emilia-Romagna”.

Le dieci tratte promosse

Il documento riguarda, in particolare, tutte le linee regionali gestite da Fer:

Bologna – Portomaggiore

Portomaggiore – Dogato

Reggio Emilia – Ciano D’Enza

Reggio Emilia – Guastalla

Reggio Emilia – Sassuolo

Modena – Sassuolo

Casalecchio – Vignola

Parma – Suzzara

Suzzara – Ferrara

Ferrara – Codigoro

Oltre a Fer, per l’Emilia-Romagna hanno ottenuto l’autorizzazione le reti ferroviarie nazionali gestite da Rfi, Ferrovie Nord per la Lombardia e Ferrotramviaria per le tratte regionali pugliesi.

Fer e gli interventi sulle linee regionali

Fer è il gestore unico della rete regionale dell’Emilia-Romagna. Conta circa 364 chilometri di linea ferroviaria regionale, di cui 138 elettrificate, 120 fermate e stazioni ferroviarie con 9 punti di interconnessione con la rete nazionale di Rfi e 8 punti di carico e scarico delle merci tra terminali e raccordi.

Con una serie di interventi tecnici già iniziati e previsti fino al 2021, sta effettuando un piano di ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria regionale, che prevede l’elettrificazione delle tratte, l’adeguamento delle stazioni, il rinnovamento dei sistemi di informazione al pubblico, l’istallazione di segnaletica e nuove pensiline, di impianti di videosorveglianza e monitor.

In tema di sicurezza, Fer ha inoltre avviato l’installazione su tutta la rete regionale dei dispositivi per il controllo automatico della marcia dei treni (Scmt): circa 70 chilometri di tratte ferroviarie sono già attrezzate con Scmt, ad agosto 2018 lo sarà la linea Casalecchio Vignola, entro fine anno le linee Reggio Emilia-Ciano d’Enza e la Parma-Suzzara, per poi proseguire con le altre tratte.

Procedono anche i lavori per la soppressione dei passaggi a livello: negli ultimi 18 mesi ne sono stati tolti 22. Attualmente sono attivi 242 passaggi a livello pubblici e 70 privati, rispetto ai 334 del 2016.

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Arena cinematografica estiva: dal 17 al 31 luglio a Parco Pareschi

L’Arena estiva torna al Parco Pareschi con un programma ricco di proposte per chi resta in città nel periodo estivo.

Programma dal 17 al 20 luglio

Parco Pareschi (c.so Giovecca, 148)
Apertura Parco ore 21:00 – inizio proiezioni ore 21:30

Martedì 17 luglio ore 21.30
THE POST – di Steven Spielberg

Mercoledì 18 luglio ore 21.30
IL FILO NASCOSTO, regia di Paul Thomas Anderson
(USA, 2017 – 130’)

Giovedì 19 luglio ore 21.30
OLTRE LA NOTTE, regia di Fatih Akin

Venerdì 20 luglio ore 21.30
PROGETTO CHAPLIN al Parco Pareschi
(evento realizzato grazie a Coop Alleanza 3.0)
Biglietto intero 10 euro – ridotto 8 euro (fuori abbonamento)
THE IMMIGRANT / THE RINK / EASY STREET
THE IMMIGRANT (L’emigrante, USA/1917, 20′), THE RINK (Charlot al pattinaggio, USA/1916, 30′), EASY STREET (Charlot poliziotto, USA/1917, 19′)
Accompagnamento al pianoforte di Daniele Furlati

Sabato 21 luglio ore 21.30
LA RAGAZZA NELLA NEBBIA, regia di Donato Carrisi

Domenica 22 luglio ore 21.30
TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI, regia di Martin McDonagh

Lunedì 23 luglio ore 21.30
NAPOLI VELATA, regia di Ferzan Ozpetek
(Italia, 2017 – 113’)

Martedì 24 luglio ore 21.30
C’EST LA VIE – Prendila come viene, regia di Éric Toledano e Olivier Nakache

Mercoledì 25 luglio ore 21.30
A CASA TUTTI BENE, regia di Gabriele Muccino

Giovedì 26 luglio ore 21.30
L’INSULTO, regia di Ziad Doueiri
(Francia, Libano, 2017 – 113’)

Venerdì 27 luglio ore 21.30
DOGMAN, regia di Matteo Garrone

Sabato 28 luglio ore 21.30
COME UN GATTO IN TANGENZIALE, regia di Riccardo Milani

domenica 29 luglio ore 21.30
THE PLACE, regia di Paolo Genovese
(Italia, 2017 – 105’)

Lunedì 30 luglio ore 21.30
L’ORA PIÙ BUIA, regia di Joe Wright

Martedì 31 luglio ore 21.30
L’INGANNO, regia di Sofia Coppola

L’Arena cinematografica estiva Le Pagine è resa possibile dalla collaborazione tra l’Associazione Ferrara Sotto Le Stelle e Arci Ferrara, la manifestazione ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara.

INGRESSO Intero 6 € / Ridotto 4,50 € (Soci Arci, studenti Università di Ferrara).

Inizio proiezioni ore 21.30. Apertura Parco ore 21.00

Anche quest’anno al Parco sarà possibile acquistare abbonamenti da 10 ingressi che avranno validità per tutta la durata della manifestazione:
ABBONAMENTO 10 INGRESSI – 50 €
ABBONAMENTO 10 INGRESSI, SOCI ARCI – 35 € (la tessera Arci 2017-2018 costa 7.50€)

Per il programma completo della manifestazione: : www.cinemaboldini.it.

Da: Ufficio stampa Arci Ferrara

La lega è storia nostra, riprendiamocela

Oilì oilì oilà e la lega crescerà e noialtri lavoratori vogliam la libertà”

La lega, storicamente, è stata l’espressione delle società di mutuo soccorso, delle cooperative e di tutte quelle forme di aggregazione volte a tutelare i diritti dei soggetti e delle classi oppresse, in nome dei principi di uguaglianza e solidarietà che hanno indotto (principalmente) operai, braccianti e donne (ma anche intellettuali illuminati) a unirsi per dare voce e forza alle loro lotte per il riscatto sociale e il progresso. La lega, dunque, è storia nostra, storia di chi si batte per la giustizia e l’uguaglianza: è l’espressione del bisogno degli ultimi di consorziarsi per far fronte comune e non essere travolti da uno sviluppo selvaggio, nel quale gli esseri umani sono solo ingranaggi di un sistema finalizzato all’arricchimento di pochi. Ora come allora.

Quando dico storia “nostra” non mi riferisco a vecchie (e ora spesso ingannevoli) logiche di schieramento: faccio riferimento a valori e ideali da recuperare e da riaffermare attraverso un solido progetto di trasformazione in senso progressista della società e a un coerente programma di azione.

Ci siamo fatti sottrarre questo patrimonio lasciando campo libero agli usurpatori, prima ai Bossi e poi ai Salvini che oggi esibiscono il vessillo… E la verde, biliosa Lega di oggi è quella stessa che all’inizio della propria parabola partitica si proclamava orgogliosamente “del Nord”, già alimentando fin dall’origine un inaccettabile discrimine fra settentrione e meridione, che nulla c’entra con l’antico patrimonio valoriale della lega dei lavoratori.

Oggi l’aggregazione di militanti ed elettori che sostengono la Lega (funesto baluardo erto al comando del governo nazionale) fa leva principalmente sulla giustificata e dunque comprensibile paura dei tanti che vedono compromesse le certezze acquisite grazie alle battaglie per il progresso combattute nel corso del Novecento dai lavoratori e concretizzate in una Costituzione illuminata e nelle coerenti garanzie fornite dallo Stato sociale. Acquisizioni e tutele dissipate dall’insipienza – quando non dall’indifferenza o peggio dall’ostilità – del ceto politico che ha maldestramente condizionato nell’ultimo trentennio le sorti della Repubblica e dei partiti, anche di quelli della sinistra.

Tanti cittadini, dunque, hanno aderito alla verde Lega o comunque la votano principalmente per rabbia o per sconforto, non trovando altri argini o sponde a ristoro del loro profondo malessere sociale. Fra i sostenitori attuali della Lega ci sono tanti elettori in crisi che hanno perso i loro riferimenti ideali e affrontano, nella nebbia, le incertezze del presente con disagio e talvolta disperazione.

E la paura in sé – quando non è controbilanciata da un coraggioso slancio teso al cambiamento, ma si alimenta di rancori e si limita alla brama di tutela dell’esistente o al rimpianto del vecchio – assume un pericoloso sapore regressivo e reazionario, che del reale progresso è nemico.
Inoltre, numerosi militanti della nuova Lega appaiono motivati più da appetiti che da sogni. Così, all’esca della bieca soddisfazione dell’interesse personale aderisce una consorteria di furbetti dall’indice sempre lesto ad additare i peccati altrui, ma dalla coscienza non immacolata e dall’indole incline a perdonar facilmente se stessi e le proprie ‘debolezze’: ed ecco il trionfo di una classe piccolo borghese che si scandalizza per le ruberie e le malefatte degli altri ma che è assai indulgente nel giudicar se stessa. E’ così che stiamo sprofondando in un infernale girone di qualunquisti, animati dalla brama di denaro, intenti a tutelare (più che gli ideali e l’interesse comune) il proprio preteso diritto a coltivare con ogni mezzo e indisturbati il personale tornaconto.

E’ evidente allora che il pericolo e i veri nemici non sono i disperati e i migranti, contro i quali ci si accanisce in un rigurgito di intolleranza e razzismo. La rettitudine non dipende dal colore della pelle: ci sono ladri e assassini fra i “negri” (per dirlo nel gergo muscolare dell’attuale Lega) come fra i bianchi: il discrimine è l’onestà, non la nazionalità, il convincimento politico o la fede religiosa. E i veri nemici, ora come allora – ai tempi dell’autentica virtuosa lega delle origini – sono i capitalisti, le lobby di potere: sono loro che ci vessano costringendoci al giogo. E allora evitiamo di ricadere nella trappola di chi ci spinge a combattere una guerra fra poveri per salvaguardare il proprio ruolo di dominio: apriamo bene gli occhi – e soprattutto la mente – e cerchiamo di capire in che mondo viviamo, chi regge i fili e chi sono i burattinai per non restare schiavi del nostro ruolo di burattini.

Per questo dobbiamo sottrarci alla dittatura dell’individualismo e sforzarci di ridare un senso nobile al concetto di lega e a quel grande sogno umanitario di un civile e solidale consorzio, proteso all’uguaglianza e al rispetto, al riparo dall’onta delle discriminazioni e del bieco e meschino egoismo imperante.

“La Lega” (‘Novecento’ Bernardo Bertolucci & Encardia)

You’re so bored cuz you’re boring

È incredibile, sembrava non dovesse mai succedere ma alla fine è successo: anche questi mondiali sono finiti.
Ma suvvia, non divaghiamo.
Perché anche se fra poco sarà già – di nuovo – ora di pallone, adesso è ora di vacanze.
Come sempre, però, per me: non è mai ora di vacanze.
Conosco persone che nella mia posizione si potrebbero sentire afflitte, private della propria dignità di esseri umani, vicine al suicidio o pronte ad abbracciare la lotta armata.
Tuttavia, queste persone, purtroppo: non abbracciano mai la lotta armata.
Ma suvvia, non divaghiamo.
Esprimiamo piuttosto vicinanza a costoro, persone fisiche che hanno come tutti – me per primo – dei problemi.
E io, dei miei problemi: me ne fregio.
Le vacanze, invece – come sempre – non le prenderò in considerazione.
Resterò qui, a godermi il caldo e il nulla, i diversi rumori della strada, le diverse sfumature del mio scancherare pallido e accorto, le birre che diventano calde 5 minuti, il mio basilico che diventa un ometto e la sala prove che non chiude per ferie.
So che può sembrare una prospettiva noiosa ma ognuno decide le proprie priorità secondo i propri criteri, purtroppo.
Eviterò dunque di esprimere ulteriori giudizi, limitandomi comunque a rimembrare una massima a me sempre molto cara: you’re so bored cuz you’re boring.
A questo punto via col pezzo – molto a tema – della settimana e ci vediamo presto, torno a fare le mie cose.

You Nought Me (Flipper, 1984)

Via Mazzini, il cuore luminoso di Ferrara

di Francesca Ambrosecchia
foto di Fabio Bianchi

Le luci su Via Mazzini la rendono quasi tinta di rosso. È ormai sera tarda ma le vetrine delle attività commerciali rimangono illuminate.
È senza dubbio, una delle vie principali del centro: permette, mentre la si percorre in direzione di Piazza Trento Trieste di ammirare il campanile della Cattedrale, come se avesse origine proprio da questa, grazie a un gioco di prospettive.
Strada residenziale ma anche attiva dal punto di vista commerciale, da sempre i negozi e le botteghe la animano. Così era anche quando la comunità ebraica ferrarese viveva nel ghetto di cui la via faceva parte e le botteghe dei commercianti vi si riversavano.

La democrazia del cibo

di Francesca Ambrosecchia

Ogni luogo, ogni città, ogni cultura ha una propria cucina. Piatti tipici, ricette particolari, il tutto accompagnato da vere e proprie usanze durante i pasti.
Quanto amiamo la cucina noi italiani! E quanto ci piace mangiare!
Ingredienti abbinati insieme che diventano piatti della tradizione: ci si può definire veri ferraresi se non si amano i cappellacci di zucca, la salama, il pasticcio di maccheroni o la tenerina? E questi sono solo alcuni esempi…
Sapori e odori che fanno sentire legati alla propria città e alle proprie origini. Ed è così che all’improvviso ricordi di quando, tutte le mattine nei periodi estivi, accompagnavi la nonna al panificio e il profumo delle coppie che non vedevi l’ora di mangiare resta inconfondibile.

“Le ricette di cucina sono un bene universale estremamente democratico, un tesoro che appartiene a tutti e che come le sette note può essere combinato in migliaia e migliaia di modi e diventare personale, a volte unico”
Paola Maugeri

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

Ricorrenza strage via D’Amelio

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani vuole ricordare la strage di Via D’Amelio, 19 luglio 1992, promuovendo piccole azioni di legalità in tutto il territorio nazionale; in particolare, chiediamo a tutti gli utenti dei social network di postare nella data della ricorrenza in oggetto una celebre frase di Paolo Borsellino, espressione autentica della tempra morale e della rettitudine di un uomo che ha vissuto la legalità come il principio ispiratore del proprio operato e non solo come l’esecuzione di un mero “dovere” da parte del cittadino nei confronti dello Stato: “A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”. Inoltre, a partire dalla riapertura delle scuole, si propone l’idea di realizzare una “rete sociale”, intitolata a Borsellino (“La rete di Paolo”), atta a permettere la condivisione di materiale multimediale selezionato e creato dagli studenti, incentrato sulle problematiche criminali relative al loro territorio e al contesto nazionale, ma anche sulle riflessioni – percezioni – eventuali soluzioni prospettate degli stessi in merito alle tematiche in oggetto. In caso di adesione, è possibile rivolgersi al seguente indirizzo mail: coordinamentodirittiumani@gmail.com.
E’ necessario continuare a promuovere in modo capillare, pervasivo e strutturato l’idea che appartenere ad una comunità, una scuola, una famiglia, un paese, non ci esime, anzi dovrebbe essere tutto il contrario, dal sentirci inseriti in una realtà più ampia che è quella dello Stato; ancora oggi purtroppo tale concetto viene considerato come estraneo, se non in forte contrapposizione, specialmente negli ambienti malavitosi, agli interessi del singolo e della piccola propria cerchia di riferimento. Il campanilismo acritico, il familismo, il nepotismo, il clientelismo sono tutte varianti deviate e pericolose, in quanto foriere, spesso, di molteplici atti criminosi, che derivano da un unico aberrante concetto in base al quale, in Italia, l’individuo viene contrapposto rispetto all’entità astratta Stato. Solo quando si capirà che il cittadino non è “cliente” e che lo Stato non è un nemico, si riuscirà a contenere la criminalità. La scuola in passato ha contribuito a rendere più omogeneo l’assetto culturale dei nostri connazionali, promuovendo non solo la cultura, ma anche un’autentica possibilità di riscatto per tanti studenti; i docenti erano apprezzati per i loro sforzi ed erano considerati credibili nel loro ruolo educativo; attualmente ripristinarne il prestigio e la dignità significa costituire uno dei pochi argini alla “deriva” socio-culturale dei nostri tempi. Educare, comunicare e trasmettere valori diventa impraticabile, se la propria credibilità professionale viene sminuita in varie forme. Educatori “deboli” non incideranno sul tessuto sociale in cui operano e altri modelli, inappropriati o fuorvianti, prenderanno il sopravvento, specialmente nelle realtà più abbandonate e ad alto rischio malavitoso. Modelli per i quali lavorare onestamente, evitando scorciatoie, facilitazioni, compromessi, è da sciocchi o da miseri falliti. La legalità non deve essere una semplice parola da ripetere nelle occasioni pubbliche, ma costituire una forma mentis, un automatismo “consapevole”. La scuola diventa il banco di prova della società che decidiamo di scegliere per noi e per le generazioni che verranno.
“La mafia teme la scuola più della giustizia. L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa” (Antonino Caponnetto)
Prof. Romano Pesavento
Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

Da: Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani