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Giorno: 26 Luglio 2018

Comunicato Regione: Europa

Programma di cooperazione Italia-Croazia, sempre più vicine le due sponde dell’Adriatico. All’Emilia-Romagna 12 milioni di fondi europei per 24 progetti di sviluppo su ambiente, difesa del suolo, cultura e trasporto marittimo. Interessate le province costiere della regione: Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini

L’assessore Patrizio Bianchi: “La nostra regione si conferma protagonista dello sviluppo sostenibile nell’area adriatica. Raccolti i frutti di un’azione costante e condivisa con il territorio”

Bologna – 24 Progetti, finanziati con 12 milioni di euro, per la ‘crescita blu’ del mare e dalle acque, la sicurezza e resilienza dei territori, la sostenibilità ambientale, la valorizzazione del patrimonio culturale e il potenziamento del trasporto marittimo.
Sono quelli che si è aggiudicata l’Emilia-Romagna nell’ambito del secondo bando del Programma di cooperazione europea transfrontaliera Italia-Croazia, il cui comitato di sorveglianza, riunito in questi giorni a Venezia, ha approvato la graduatoria. Un Programma dedicato alle sole province costiere della sponda adriatica italiana e croata e che per l’Emilia-Romagna ha coinvolto quindi Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini: territori che sono stati principali protagonisti di questa rilevante opportunità, distinguendosi per l’alto numero di progetti presentati e finanziati.
Le risorse europee inizialmente messe a bando erano 63 milioni, aumentate poi a 101 per consentire la realizzazione di un numero più ampio di progetti, e quelli approvati complessivamente sono stati 50.
“Anche in questa occasione abbiamo raccolto i frutti di un’azione costante con il territorio regionale, che ha portato ad un’ampia e attiva partecipazione al bando, premiata con un alto tasso di successo- afferma l’assessore al coordinamento delle Politiche europee, Patrizio Bianchi- La Regione Emilia-Romagna si conferma protagonista, con azioni mirate sul territorio, a sostegno della crescita e dello sviluppo sostenibile nell’area adriatica. Il valore aggiunto di questo tipo di progetti- aggiunge l’assessore- è quello di essere un trait d’union fra la programmazione europea e internazionale da un lato e quella regionale e locale dall’altro”.

Progetti approvati
In particolare, sono stati approvati 10 progetti in cui istituzioni della regione sono capofila, mentre nei rimanenti 14 sono presenti in qualità di partner. I 12 milioni complessivi di finanziamenti corrispondono a oltre il 10% del totale assegnato.
Questi i soggetti capofila dei progetti approvati: l’Università di Ferrara ha presentato due progetti, Pmo Gate e Net4plastic, finanziati complessivamente con 3 milioni e 900mila euro; il Comune di Comacchio ha ottenuto il finanziamento per il progetto Value con quasi 2 milioni e 500mila euro, mentre il Comune di Ravenna ha visto approvato Adrireef per oltre 2 milioni e 600mila euro; l’Università di Bologna si è aggiudicata i contributi per due progetti, Prizefish e Sushi drop, per un valore complessivo di quasi 5 milioni di euro, mentre il Comune di Forlì ha ottenuto 1 milione e 825mila euro per il progetto Replicate.
Ci sono poi altri tre progetti i cui soggetti capofila sono rispettivamente la Regione Emilia-Romagna, Arpae e l’Istituto regionale di logistica (Itl), per un valore complessivo di 10 milioni e 690mila euro.

Programma Italia-Croazia
Italia-Croazia è il programma di cooperazione territoriale europea transfrontaliera che, nel periodo di programmazione 2014-2020, coinvolge le regioni italiane e croate che si affacciano sul mare Adriatico. I quattro obiettivi tematici individuati sono: innovazione blu, sicurezza e resilienza, ambiente e patrimonio culturale, trasporto marittimo. Questi obiettivi sono attuati attraverso progetti che coinvolgono regioni dei due Stati membri. Ai bandi possono partecipare autorità pubbliche (o equivalenti) e soggetti privati.
Il programma, approvato dalla Commissione europea il 15 dicembre 2015, interessa i territori provinciali delle regioni italiane che si affacciano sull’adriatico: Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Udine, Gorizia, Trieste, Pordenone, Venezia, Padova, Rovigo, Pesaro e Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Teramo, Pescara, Chieti, Campobasso, Brindisi, Lecce, Foggia, Bari, Barletta-Andria-Trani. Per la Croazia sono interessate le zone costiere.
Italia-Croazia è cofinanziato dall’Unione europea con il Fondo europeo di sviluppo regionale-Fesr e ha una disponibilità finanziaria totale di quasi 237 milioni euro, di cui 201 provenienti dal Fesr. L’Autorità di gestione è la Regione Veneto. A livello italiano, co-presidente del comitato nazionale è la Regione Friuli Venezia Giulia, mentre la Regione Emilia-Romagna è vice-presidente.

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Comunicato Regione: Ricostruzione

L’assessore Costi: “Ci aspettiamo una forte assunzione di responsabilità”

Sullo “stallo” degli emendamenti si rivolge al Governo: “Servono risposte appropriate”

Bologna – È un appello ad assumersi la responsabilità, e ad inserire gli emendamenti sulle misure per la ricostruzione in conversione del decreto Milleproroghe, “perché servono risposte appropriate ai bisogni che ancora ci sono nelle aree dell’Emilia e della Lombardia colpite dal sisma del maggio 2012, dove la ricostruzione, pur procedendo spedita, è tuttora in corso”.

Queste le parole di Palma Costi, assessore regionale alla Ricostruzione post sisma, che ricorda come sia stato “più volte ribadito dai nuovi eletti in Parlamento di Lega e Movimento 5 Stelle del territorio emiliano che gli emendamenti proposti e non approvati in fase di conversione del decreto sisma Italia Centrale – adducendo come motivazione l’incoerenza con l’oggetto – sarebbero stati riproposti quanto prima”.

Prosegue l’assessore: “Ci sono specifici ordini del giorno che sanciscono quest’impegno. Ora è approdato in Aula il decreto Milleproroghe che, come sempre accaduto con i Governi precedenti, è un valido strumento per approvare alcune delle norme necessarie per completare la ricostruzione nelle aree emiliane e lombarde colpite dal terremoto. Dunque- sottolinea Costi- ci aspettiamo una forte assunzione di responsabilità e l’inserimento degli emendamenti in sede di conversione del decreto”.

“Resta comunque ancora aperto- conclude l’assessore- il tema relativo a disposizioni fondamentali, come l’impignorabilità dei contributi per la ricostruzione, che ha ricadute molto pesanti sulla filiera delle piccole e piccolissime imprese della fornitura e subfornitura: non sono proroghe, ma devono trovare spazio, e con urgenza, in altro testo di legge. Si tratta di provvedimenti fondamentali, non solo per quanto resta ancora da fare dopo il sisma che ha colpito l’Emilia e della Lombardia, ma per tutte le altre ricostruzioni in corso nel Paese”.

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Laboratorio Civico Ferrara: Ennesimo contributo dato dal Comune al circolo Arci di turno

Iniziamo questo nostro comunicato, facendo una dovuta premessa: ben vengano tutte le iniziative culturali in zona GAD, se vicine alle esigenze degli abitanti e soprattutto se gratuite e coinvolgenti nei confronti della cittadinanza tutta. Ben venga ogni singolo evento di qualità che sul nostro territorio possa portare beneficio alla coesione sociale, e alla risoluzione di problematicità o alla rivitalizzazione di aree disagiate della nostra città.

Quando però siamo davanti all’ennesimo rubinetto aperto a scroscio e a favore dei sempre soliti beneficiari ci rendiamo conto del perché, alle scorse elezioni politiche, tanti giovani della nostra città, abbiano votato contro il partito che governa da troppi anni Ferrara. Questo partito, attraverso soprattutto l’operato di assessori come Massimo Maisto, ha creato un malcontento anche in quelle azioni che dovrebbero caratterizzare i momenti di aggregazione dei cittadini, e purtroppo anche nei giovani. Troppo sovente abbiamo visto questi momenti di intrattenimento fallire in enormi flop (vedi il recente MOVIDA-ON) costati soldi ai contribuenti e elargiti ai soliti circuiti che comprendono, come sappiamo, i numerosissimi circoli affiliati Arci sparsi sul territorio, i quali ottengono la quasi totalità dei finanziamenti e delle agevolazioni nella programmazione legata all’intrattenimento culturale ferrarese. Ci teniamo a ricordare che tali circoli, in quanto associazioni, già beneficiano a livello normativo di minori controlli e limitazioni, se confrontati con aziende commerciali dello stesso settore, e tuttavia non rappresentano nessuna eccellenza, né spiccano di particolari qualità, se non quella della loro presenza, che capillarizza di fatto il territorio rendendo ormai impossibile evitarli volendo partecipare a un evento cittadino.
Non se ne può veramente più!

Siamo ancora increduli di quanto annunciato da alcuni media locali, su un’iniziativa sponsorizzata da questo Comune, con un ammontare di 6.600 euro a favore dell’ennesimo circolo Arci, come se a Ferrara non esistesse nessun’altro modo di proporre e gestire degnamente eventi performativi o di intrattenimento.
Arriviamo al nocciolo della questione: il neonato circolo Arci Officina Meca Aps, fondato in marzo 2018, ha ricevuto un contributo dal Comune di Ferrara per il progetto ‘Punto 189’ che tra luglio 2018 e giugno 2019, porterà tanta gioia ai cittadini residenti nel quartiere GAD, attraverso varie situazioni performative, che non vediamo l’ora di verificare, ma che al momento sono ancora fumose.

Incuriositi da tale sconosciuto circolo “Arci Officina Meca Aps”, siamo andati a leggerne l’Atto Costitutivo e lo Statuto. Subito alcuni dubbi sulla neo-natalità del circolo ci assalgono, visto che la sua fondazione è datata 19.03.2018. Il primo dubbio riguarda quindi la sua inesperienza sul territorio, vista la vicinanza della data di fondazione con l’inizio delle attività sponsorizzate dal Comune (Luglio 2018): sembrerebbe quasi che sia stato creato ad-hoc, magari perché c’erano già dei fondi da assegnare. Ma questa, per carità… è solo un’ipotesi.
Ecco che allora ci viene spontaneo chiedere all’Assessore Maisto: con che criteri avete assegnato questo finanziamento, visto che, come circolo, non hanno esperienza in campo? Che referenze hanno i soci di questo circolo per aver ottenuto un contributo così immediato, dall’Amministrazione? Maisto non ci risponderà mai, ma la città è piccola, quindi senza addentrarci nel dettaglio dei nomi dei soci fondatori, scopriamo che alcuni soci hanno congiunti nella pubblica amministrazione, che altri sono già legati a attività musicali che si svolgono in altri circoli ferraresi quali Renfe e Bolognesi – quindi come dire abbondantemente “affrancati”- e che qualcuno di loro fino a poco tempo fa vendeva hamburger… all’Ipercoop. Sarà un caso?
Addentrandoci invece nella lettura dello Statuto del neo-circolo, ci accorgiamo di alcune incongruenze con le finalità del finanziamento pubblico ottenuto, e troviamo che tanta benevolenza nei confronti del quartiere Gad, come viene dichiarato nelle finalità del progetto finanziato dal Comune “Punto 189”, in realtà vuol dire poter agire con “attività di somministrazione di alimenti e bevande” (Articolo 2 dello Statuto del neo-circolo) e che il circolo in questione potrà svolgere attività di natura “commerciale” e che potrà compiere operazioni “mobiliari, immobiliari, creditizie e finanziarie”. (Articolo 3). Praticamente potranno fare di tutto, e con finalità commerciali, dopo aver preso qualche migliaio di euro in fondi pubblici per l’avvio dei lavori.

Per finire, segnaliamo che tra le finalità della nascita di questo ennesimo (e speriamo ultimo) circolo Arci a Ferrara, ci sarà anche quella di “generare un movimento positivo” alla base del Grattacielo. Ebbene, di sicuro un movimento ci sarà, un bel movimento di denaro, quello si.

LABORATORIO CIVICO.

Proposta di Deliberazione sulla sospensione e sostituzione del sistema di raccolta rifiuti cosiddetta

La consigliera Ilaria Morghen, a nome del M5S, ha depositato, pochi giorni fa, una proposta di delibera e una serie di richieste di accessi atti su Hera, Atersir e gestione rifiuti in generale.
Con la delibera, si vuole porre una sospensiva immediatamente eseguibile del sistema calotte nella gestione rifiuti, in quanto gli innumerevoli dati raccolti concordano che il sistema ha generato un peggioramento globale del servizio in palese violazione di quanto previsto dalla legge regionale che, vogliamo ricordarlo, obbliga i comuni che adottano la tariffa puntuale, ad abbandonare il sistema se peggiorativo.
I dati sono sotto gli occhi di tutti: decuplicati gli abbandoni con danno ambientale, canali invasi da rifiuti da bonificare e non ultimo, un tasso di evasione accertato nella Tari su numeri impressionanti attorno a un 25% circa (fonti Hera, Comune, Ascom, ecc..) che possono portare ad un buco di bilancio di proporzioni milionarie.
Fermo restando che persino la qualità dei rifiuti è peggiorato (e basta guardare nei raccoglitori della differenziata per capirlo) si chiede che il sistema venga bloccato immediatamente dato il fallimento clamoroso e si avvii una nuova sperimentazione che, sulla scorta dei dati acquisiti, risolva il problema definitivamente e seriamente.
Consigliere Ilaria Morghen

Aziende: il comparto servizi alle imprese cresce in termini di addetti (+4,8%), fatturato (+3,8%) e valore aggiunto (+7,8%) trainando lo sviluppo delle Srl italiane

I dati emergono dall’ “Osservatorio sui bilanci delle SRL. Anni 2014 – 2016” del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti

AZIENDE: IL COMPARTO SERVIZI ALLE IMPRESE CRESCE IN TERMINI DI ADDETTI (+4,8%), FATTURATO (+3,8%) E VALORE AGGIUNTO (+7,8%) TRAINANDO LO SVILUPPO DELLE SRL ITALIANE

Roma 26 luglio 2018

Il comparto dei servizi alle imprese gode di ottima salute: cresce in termini di addetti (+4,8%), fatturato (+3,8%) e valore aggiunto (+7,8%) trainando lo sviluppo delle srl italiane. I dati emergono dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL. Trend 2014-2016”, pubblicato oggi, 26 luglio 2018, dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

I bilanci delle Srl operanti nel comparto servizi, qui esaminati per la prima volta, nel periodo 2014-2016 mostrano una performance dell’intero comparto significativamente migliore rispetto alla media di tutte le Srl.

L’analisi dell’Osservatorio, per quanto riguarda i bilanci delle Srl dei servizi, è focalizzata sul comparto delle attività dei servizi alle imprese. Pertanto, i dati qui contenuti e le analisi qui presentate non coinvolgono, tra gli altri, i settori finanziari e assicurativi, il comparto delle società immobiliari e delle agenzie di viaggio.

In particolare, nel 2016, gli addetti sono aumentati del 4,8% nel comparto servizi rispetto ad una media generale del 3,9%, mentre il valore aggiunto è aumentato del 7,8% rispetto al 5,7% della media di tutte le Srl.

È interessante, inoltre, osservare come il risultato migliore, sia in termini di addetti che di valore aggiunto, venga fatto registrare dalle Srl di medie dimensioni ovvero dalle Srl che presentano ricavi di vendita tra 2 e 10 milioni di euro. Tra queste ultime, infatti, nel 2016, gli addetti sono cresciuti del 10,3% mentre il valore aggiunto è aumentato del 16,8%.

Dall’analisi degli indici di bilancio emerge, invece, come il Roe, pur essendo aumentato nel triennio 2014-2016 come accaduto per tutte le Srl, nel comparto servizi esaminato risulti inferiore a quello della media delle Srl. In pratica, le Srl dei servizi presentano nel 2016 un Roe pari a 12,8% a fronte di una media generale del 24,1%.

In ogni caso, il comparto servizi mostra come la dimensione, in particolare quella delle medie imprese, rappresenti un elemento determinante nell’analisi delle performance. Infatti, le medie imprese, cioè le Srl con fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di euro, presentano un Roe del 15,7%, più alto di 2,9 punti rispetto alla media. Da notare che tale differenza si riduce a 2 punti se si osservano gli indici di tutte le Srl.

I dati presentati nell’Osservatorio si riferiscono ai bilanci delle Srl presentati per il triennio 2014-2016. A partire dal mese di settembre 2018, l’Osservatorio inizierà ad esaminare i bilanci presentati per l’anno 2017.

L’Osservatorio sui Bilanci delle SRL. Trend 2014-2016, elabora i dati dei bilanci delle srl presenti nella banca dati AIDA di Bureau Van Dijk, ed è disponibile in forma integrale sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti

Da: Fondazione Nazionale dei Commercialisti

Comunicato Regione: Agricoltura

In arrivo 1,8 milioni per le imprese dell’Emilia-Romagna per i danni da siccità e gelate, Bonaccini: “Risorse fondamentali per il settore”

Dalla Conferenza delle Regioni via libera al riparto di 15 milioni di euro prelevati dal Fondo di solidarietà nazionale: “Servirebbe di più, ma è un segnale di sostegno importante, anche per non far sentire sole le aziende di fronte a eventi così avversi”

Bologna – Oltre 1 milione e 800 mila euro per riparare i danni alle aziende agricole dell’Emilia-Romagna colpite dall’ondata di siccità nel 2017 e dalle gelate dello scorso aprile. Oggi a Roma, la Conferenza delle Regioni ha infatti approvato la proposta di prelevamento di 15 milioni di euro dal Fondo di solidarietà nazionale e il riparto tra le quindici Regioni interessate dalle calamità naturali.

“Sono risorse fondamentali per far ripartite un settore, come quello agricolo, indebolito dai cambiamenti climatici- ha affermato il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, nel dare l’annuncio dell’approvazione-. E’ più che mai necessario il sostegno alla ripresa e al rilancio della nostra agricoltura. Servirebbe di più rispetto ai danni provocati, ma è già un segnale importante di sostegno alle imprese, per non sentirsi più sole rispetto a eventi così avversi”.

Il Fondo di solidarietà nazionale risponde all’esigenza di fornire sostegno economico (interventi compensativi dei danni agricoli) alle imprese colpite da calamità naturali o eventi climatici avversi, epizoozie, fitopatie al fine di garantire la stabilità economica e produttiva dell’impresa agricola.

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Comunicato Regione: Sanità

Trapianti, al via il progetto della Regione sulla donazione di organi a cuore non battente. In Emilia-Romagna le prime esperienze nel 2016: da allora, trapiantati 35 organi da 13 donatori a cuore fermo

Dalla Giunta un impegno per aumentare questa forma di donazione: 300mila euro il sostegno annuo, l’Ospedale Bufalini di Cesena – Ausl Romagna individuato come sede promotrice. L’assessore Venturi: “Procedure di grande complessità, che sono indice di qualità clinica e organizzativa dei nostri ospedali e di tutto il sistema di primo soccorso”

Bologna – Donazione di organi non solo in seguito all’accertamento di morte encefalica, con criteri neurologici, ma anche a cuore non battente, secondo criteri cardiologici. Dopo le prime esperienze già avvenute in Emilia-Romagna, la Giunta ha dato il via libera al progetto “Donazione di organi a cuore non battente” (DCD, Deceased after Cardiac Death) della Regione – che lo finanzierà con circa 300mila euro annui – individuando quale sede promotrice l’Ospedale Bufalini di Cesena (Azienda Usl della Romagna).

In questo modo, ci si allinea con gli obiettivi strategici del Programma nazionale Donazioni di organi 2017-2019 del Centro Nazionale Trapianti (approvato in Conferenza Stato-Regioni il 14 dicembre 2017), che intende proprio implementare questa tipologia di donazione.

“In Emilia-Romagna abbiamo iniziato a effettuare donazioni di organo a cuore non battente nel 2016- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Parliamo di procedure di grande complessità, che richiedono competenze molto elevate e lavoro di squadra, oltre che attrezzature adeguate. Anche grazie a questi interventi è possibile aumentare il numero dei potenziali donatori e quello degli organi utilizzabili. Con il progetto approvato- chiude Venturi- spingiamo ulteriormente in questa direzione, consapevoli che possiamo farlo grazie alla qualità clinica e organizzativa degli ospedali e dell’interno sistema di primo soccorso della nostra regione”.

Le prime esperienze di donazione a cuore fermo
Sia la donazione di organi e tessuti su persone di cui è stata accertata la morte con criteri neurologici (la cosiddetta morte encefalica), sia quella a cuore fermo, sono strettamente regolamentate dalla legge. L’accertamento del decesso con criteri cardiaci prevede infatti l’osservazione di un’assenza completa di attività cardiaca e di circolo di almeno 20 minuti (negli altri Paesi dell’Unione europea è ridotto tra i 5 e i 10 minuti). In passato, difficoltà di carattere organizzativo e tecnico hanno reso complesso il ricorso a questo tipo di donazione in Italia. Oggi, invece, le tecniche più avanzate applicate anche nei centri ospedalieri dell’Emilia-Romagna consentono di mantenere una buona qualità degli organi donati per tutto il tempo necessario all’espletamento delle procedure di accertamento del decesso, così come previsto dalla legge.

Lo sviluppo di programmi di donazione di organi in persone decedute per arresto cardiocircolatorio richiede l’implementazione di percorsi con un’organizzazione definita e strutturata, e una perfetta sinergia tra i diversi professionisti coinvolti.

Le prime donazioni a cuore fermo in Emilia-Romagna sono state effettuate dall’Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Orsola-Malpighi di Bologna nel 2016, e gli organi sono stati trapianti dall’équipe della Chirurgia dei Trapianti. Complessivamente in regione, tra il 2016 e i primi sei mesi del 2018, sono stati trapiantati 34 organi (11 fegati, 23 reni) da 13 donatori a cuore non battente.

Il progetto della Regione
La Regione, assieme al Centro Regionale di riferimento per i Trapianti, dopo aver valutato le potenzialità organizzative e professionali sviluppate dai diversi centri e le esperienze di prelievo e donazione a cuore fermo già effettuate dal Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, dal Bufalini di Cesena, dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, dal Policlinico di Modena e dall’Ospedale Sant’Agostino Estense di Baggiovara (Mo), ha voluto avviare un programma di incentivazione dell’attività di donazione a cuore fermo.
Programma che avrà un sostegno economico di circa 300mila euro annui a favore delle sedi di donazione e trapianto, a copertura dei costi relativi ai materiali impiegati per le tecniche di riperfusione degli organi.

Considerata l’esperienza maturata sui temi della donazione sia a cuore battente che a cuore fermo dall’équipe dell’Unità Operativa Anestesia-Rianimazione del Bufalini di Cesena, si è deciso che sarà questo Centro a fare da promotore per la diffusione del programma in altre Aziende dell’Emilia-Romagna. La funzione di programmazione e monitoraggio dell’attività di donazione a cuore non battente sarà svolta in modo sinergico dalla Direzione generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione e dal Centro Regionale di riferimento per i Trapianti (CRT). Le due strutture trasmetteranno con cadenza semestrale alla Giunta una relazione sul lavoro svolto.

In Emilia-Romagna, il numero dei donatori utilizzati è cresciuto progressivamente negli ultimi anni: erano 99 nel 2014, sono stati 118 nel 2015. Nel 2016 hanno raggiunto quota 142; nel 2017 si è verificata una leggera flessione nei donatori utilizzati, 122, nonostante un aumento delle segnalazioni di potenziali donatori rispetto agli anni precedenti. Questo risultato è dovuto all’innalzamento dell’età media dei donatori, compresa tra i 63 e i 64 anni, e la conseguente qualità degli organi donati. Ciò ha inciso sul calo rilevato nei trapianti tra il 2016 (367 effettuati tra Bologna, Modena e Parma) e il 2017 (339 sui tre centri). Nei primi sei mesi del 2018 si riportano 136 segnalazioni di potenziali donatori a fronte di 180 trapianti distribuiti nei tre centri (fegato 59, cuore 12, rene totale 105 – di cui 18 da donatore vivente -, polmoni 4).

Donatori, trapianti e liste d’attesa: i numeri dell’Emilia-Romagna
Le opposizioni dei parenti alla donazione, al momento della richiesta dei medici, sono passate dal 30,1% del 2014 al 27,6% del 2015, al 26% del 2016 per raggiungere il 28,2% nel 2017. È fondamentale, quindi, proseguire nell’impegno di sensibilizzazione della popolazione alla donazione, anche a fronte del numero dei pazienti in lista d’attesa per un trapianto: in Emilia-Romagna, attualmente, sono 1.143. Per quanto riguarda le dichiarazioni di volontà di donazione degli organi registrate ad oggi negli uffici anagrafe da parte dei cittadini emiliano-romagnoli, sono 226.599, con l’85% di consensi e il 15% di opposizioni.

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Comunicato Regione: Agricoltura

La Regione rilancia subito sui giovani: via al bando 2018, altri 34 milioni di euro per il ricambio generazionale nei campi. L’assessore Caselli: “Una sfida decisiva per garantire il futuro del settore primario”

A poche settimane dalla graduatoria del bando 2017 che ha consentito l’avvio di 248 nuove imprese guidate da under 41, circa mille dal 2015, ecco il nuovo stanziamento: 19,6 milioni per i contributi di primo insediamento e altri 14,3 milioni per gli investimenti previsti nei piani di sviluppo aziendali. Domande fino al 29 ottobre prossimo

Bologna – La Regione Emilia-Romagna rilancia sui giovani in agricoltura. A poche settimane dall’approvazione della graduatoria finale del bando 2017 riservato ai neo-imprenditori, che ha consentito l’avvio di 248 nuove imprese guidate da under 41, la Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini mette sul piatto un altro consistente pacchetto di risorse pari a quasi 34 milioni di euro, per continuare a sostenere il ricambio generazionale in campagna. È la dotazione finanziaria del bando 2018 (per l’esattezza 33,9 milioni), il quarto nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020, che dà continuità all’intervento della Regione per incentivare la nascita e lo sviluppo di aziende agricole condotte da imprenditori alle prime esperienze.

Sono state circa un migliaio (993) le imprese guidate da giovani nate in Emilia-Romagna nel triennio 2015-2017 grazie al sostegno finanziario del Psr, complessivamente 80 milioni di euro tra premio di primo insediamento – una tantum di 30mila euro, che salgono a 50mila per le aziende in area svantaggiata – e contributi in conto capitale (fino al 50% sugli investimenti del piano di sviluppo aziendale). Ora il rilancio con il nuovo bando, per accelerare il ringiovanimento dei titolari d’azienda, in uno dei comparti con l’età media degli addetti più alta. Le domande possono essere presentate a partire dai prossimi giorni e fino al 29 ottobre secondo le modalità stabilite da Agrea (http://agrea.regione.emilia-romagna.it).

“Il ricambio generazionale- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- è una delle sfide più importanti da affrontare per garantire un futuro alla nostra agricoltura. I giovani, con la loro carica innovativa, possono dare un contributo fondamentale al rilancio del settore, che dopo molto tempo sta tornando ad essere attrattivo per le nuove generazioni. Lo confermano l’interesse riscosso dai precedenti bandi e le statistiche di Unioncamere regionale, con l’agricoltura che nel primo trimestre 2018 è l’unico settore ad aver registrato una crescita delle nuove imprese under 35 (+101; + 4,8% sullo stesso periodo del 2017), in controtendenza rispetto all’andamento generale dell’economia”. Un ritorno alla “terra” certificato anche dal trend dell’intero 2017, che ha chiuso con un +2,8% di nuove imprese giovani in agricoltura, contro il -4,8% degli altri settori economici nel loro complesso.

Le novità del bando 2018

Tra le novità del bando giovani 2018 la possibilità di fare domanda anche da parte dei neoimprenditori agricoli che si sono insediati da meno di 24 mesi, raddoppiando dunque l’arco temporale rispetto al limite di 12 mesi stabilito in precedenza. Una maggiore flessibilità operativa resa possibile grazie ad una modifica nel frattempo intervenuta del regolamento comunitario di base e che darà la possibilità di rientrare in gioco anche alle imprese escluse dal precedente bando per mancato rispetto dei requisiti temporali.

Come è ripartito il budget

Del budget complessivo di 33,9 milioni, oltre 19,6 milioni sono destinati a soddisfare le domande di primo insediamento, i restanti 14,3 milioni saranno utilizzati per sostenere i piani di sviluppo aziendale, con contributi fino al 50% sugli investimenti per la costruzione e ristrutturazione di immobili ad uso produttivo, l’acquisto di macchinari ed attrezzature, gli interventi di miglioramento fondiario.

Tra le spese ammissibili, ma con contributo ridotto al 40%, figurano anche gli investimenti finalizzati alla trasformazione e commercializzazione delle produzioni aziendali, comprese quelle per l’allestimento di locali per la vendita diretta e l’implementazione di siti web per l’e-commerce dei prodotti agricoli. Nella formazione della graduatoria un punteggio più alto sarà riconosciuto alle imprese che s’insediano nelle aree svantaggiate.

Le 993 nuove imprese agricole condotte da giovani nate nel triennio 2015-2017 grazie al sostegno finanziario della Regione risultano distribuite in tutti i territori: in provincia di Piacenza se sono registrate 158, poi Reggio Emilia (157), Bologna e Ravenna appaiate a quota 130, Forlì-Cesena (126), Parma (112), Modena (101), Ferrara (53) e Rimini (26).

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A Unife si riceve il diploma il giorno stesso della laurea

Il giorno della laurea è uno di quelli che restano per sempre impressi nei ricordi sia di chi termina il percorso di studi sia delle famiglie.Per rendere ancora più solenne questo momento, a partire dalla sessione estiva di lauree, neo dottoresse e neo dottori dei corsi di Ingegneria, Fisica e Scienze della Terra, Matematica e Informatica, hanno ricevuto in sede di proclamazione la ‘sudata’ pergamena.
La nuova procedura permette di ricevere il diploma finale immediatamente al termine della seduta di laurea, consentendo di anticipare di diversi mesi la disponibilità del documento ed evitando attese o necessità di spostamenti per il ritiro della pergamena.
L’Università di Ferrara è tra i pochi Atenei italiani ad aver adottato questo sistema, che verrà ampliato dalla sessione autunnale di laurea ad altri Dipartimenti di Unife, rappresentando così un momento di festa, di aggregazione con gli amici, i parenti e il mondo accademico.

Da: Università degli Studi di Ferrara
Ripartizione Marketing e Comunicazione
Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Calvano: “Dalla Regione giro di vite sulle case famiglia per garantire maggior sicurezza”

«Senza regole non si può garantire sicurezza. Le Case famiglia hanno bisogno di leggi ferree e controlli rigorosi». Queste le parole del consigliere Paolo Calvano, che insieme ad altri colleghi in Regione ha sottoscritto l’emendamento collegato alla Legge di Bilancio per fissare precisi paletti nell’avvio e gestione di tali strutture.

«Dopo i casi di irregolarità emersi all’interno di case famiglia nel ferrarese e non solo, era urgente predisporre uno strumento normativo chiaro e con meccanismi di controllo rigorosi per evitare il ripetersi di vergognosi abusi su soggetti indifesi come anziani e disabili – spiega Calvano –. Le case famiglia nella nostra Regione stanno registrando un vero e proprio boom, 500 strutture in tutto il territorio regionale per un totale di 2.700 persone assistite. Solo nel ferrarese si registravano a fine 2017 ben 75 strutture. Sono luoghi a bassa intensità assistenziale che possono accogliere fino ad un massimo di sei ospiti e possono rappresentare un’importante realtà di sostegno ai servizi di welfare domiciliari di tutta la Regione, ma va garantita la piena sicurezza e regolarità».

Sono diversi i riferimenti normativi con i quali devono confrontarsi le strutture, dalla legge quadro 328/2000 sul sistema integrato di interventi e servizi sociali, alla direttiva regionale 564/2000 per l’autorizzazione al funzionamento delle strutture, fino alla legge 81/2008 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

«Già diversi comuni, tra cui Ferrara, si sono dotati di appositi regolamenti per prevenire irregolarità ai danni di anziani e disabili – aggiunge il consigliere dem –. Le strutture possono comunicare l’avvio dell’operatività all’ente locale anche 60 giorni dopo l’inizio dell’attività, anche per questo dalla Regione abbiamo voluto utilizzare la prima opportunità legislativa per emanare un atto normativo che regoli il settore attraverso maggiori garanzie. Dalla certificazione di assenza di condanne penali da parte dei gestori alla possibilità di avviare l’attività solo dopo avere depositato una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) consentendo così un maggiore e migliore controllo da parte degli enti pubblici».

Ulteriore aspetto da sottolineare è lo sviluppo di un sistema informativo ad hoc per aggiornare periodicamente l’anagrafe regionale delle case famiglia. «Questo permetterebbe di avere sempre un quadro aggiornato e trasparente sulla qualità delle strutture – conclude Calvano –, e soprattutto sui livelli di assistenza offerti ad anziani e disabili».

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Negli uffici postali del Ferrarese una campagna per gestire al meglio i propri risparmi per un futuro più sereno

Ferrara, 26 luglio 2018 – In tutti gli uffici postali della provincia di Ferrara è in corso una campagna mirata alla gestione del risparmio secondo le proprie esigenze, anche quando cambiano nel corso del tempo. “Postefuturo Per te” è il prodotto ideale per amministrare i propri risparmi per un futuro più sereno, grazie alle sue particolari e innovative caratteristiche: flessibilità nei versamenti (premio unico o ricorrente con possibilità di versamenti aggiuntivi), rivalutazione del capitale investito con la possibilità di godere degli interessi maturati dal contratto fin dal primo anno attivando l’opzione cedola, garanzia del capitale assicurato con la liquidazione di un importo almeno pari ai premi versati in caso di decesso dell’assicurato o pari ai premi investiti in caso di riscatto.
“Postefuturo Per te” consente di modificare in qualsiasi momento i beneficiari dell’investimento; come per tutti i contratti assicurativi, il capitale assicurato è impignorabile e non può essere sequestrato.
Con questo nuovo prodotto, la compagnia assicurativa Poste Vita conferma e rafforza gli elementi chiave del percorso strategico che ha consentito di costruire nel tempo un solido rapporto di fiducia con la propria clientela, conquistando una posizione di leadership nel mercato italiano.

Da: Posteitaliane Corporate Affairs

Essere Sinti e Rom: l’impegno culturale. Se ne parla domani al MEIS

Alle 11.00 di domani, venerdì 27 luglio, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS promuove un incontro per sensibilizzare alla conoscenza degli importanti contributi culturali che Sinti e Rom, come altre minoranze storicamente vittime di discriminazioni e persecuzioni, portano alla società italiana.

L’appuntamento, a ingresso gratuito, si tiene presso la sede del Museo (Via Piangipane 81, Ferrara), con questo programma:

Indirizzi di saluto:

Michele Campanaro, Prefetto di Ferrara
Chiara Sapigni, Assessore alla Sanità, ai Servizi alla Persona e alle Politiche familiari del Comune di Ferrara
Dario Disegni, Presidente del MEIS

Coordina Simonetta Della Seta, Direttore del MEIS

Intervento di Davide Casadio, Presidente dell’Associazione nazionale Sinti Italia e della Federazione Rom e Sinti Italia

Guido Vitale, Direttore di Pagine Ebraiche, presenta Mondes tsiganes. La fabrique des images. Une histoire photographique, 1860-1980, la grande mostra in corso a Parigi sulle comunità nomadi

Magda Iazzetta, docente dell’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri”, legge due brani di Ceija Stojka, tratti da Forse sogno di vivere. Una bimba Rom a Bergen-Belsen e dal discorso pronunciato nel 2012 nel corso di un’udienza concessa da Benedetto XVI a tremila Sinti e Rom europei

Il regista Ruggero Gabbai racconta il suo film Cici daci dom, noi zingari d’Italia

La violinista Lucilla Rose Mariotti esegue la ballata gypsy per violino solo Dža more della compositrice ceca Sylvie Bodorová.

Da: Ufficio Stampa Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS

Lavori infrastrutturali sulla linea ferroviaria Suzzara-Ferrara

Lavori infrastrutturali sulla linea ferroviaria Suzzara-Ferrara: dal 29 luglio al 18 agosto bus sostitutivi nelle due direzioni nel tratto fra Suzzara e Poggio Rusco

Dal 29 luglio al 18 agosto, per lavori infrastrutturali programmati sulla linea Suzzara-Ferrara, la circolazione ferroviaria sarà sospesa da Suzzara a Poggio Rusco; su tale tratta il servizio viaggiatori sarà svolto con bus sostitutivi nelle due direzioni di marcia.
Da Poggio Rusco a Ferrara sarà in funzione il regolare servizio di treni.
Si allega l’orario della linea in vigore dal 29 luglio al 18 agosto riportante gli orari di effettuazione di treni e bus e le fermate dei bus sostitutivi.

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Da: Tper SpA

L’Italia delle donne. Settant’anni di lotte e conquiste

Venerdì 27 luglio alle ore 17.30 presso l’Istituto di Storia Contemporanea (vicolo S. Sprito, 11)
verrà presentato il libro L’Italia delle donne. Settant’anni di lotte e conquiste (Donzelli editore
2018). Interverranno: Livia Turco, presidente della fondazione Nilde Iotti, Giuditta Brunelli
docente Università di Ferrara e la senatrice Paola Boldrini. Coordina Anna Quarzi
Il libro raccoglie 21 saggi di eminenti politiche, giuriste e studiose che percorrono la lunga strada
di lotte e di conquiste delle donne
Gli ultimi settan’anni hanno visto il lungo cammino per la piena assunzione del legame donne e
democrazia. La battaglia per i diritti delle donne, fin dagli inizi del Novecento, ha avuto un
carattere transnazionale, ma è stata più faticosa nel nostro Paese. Il successo della partecipazione
delle donne al voto per le prime elezioni dell’Italia repubblicana non sarebbe stato possibile senza
quel risveglio femminile determinato dalla lotta di Liberazione, dall’organizzazione in partiti
politici e dall’associazionismo. Un gruppetto sparuto, quello delle ventuno costituenti, che, pur
appartenendo a schieramenti politici diversi, seppe applicare un gioco di squadra su temi come
l’uguaglianza, la famiglia, il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, la parità salariale,
l’accesso delle donne alle professioni. Furono le nostre madri costituenti a costituzionalizzare i
diritti, a porre la prima pietra di leggi fondamentali per la vita quotidiana della nazione e per la
sua modernità. Esse furono nutrici della pace e del sogno, ancora da realizzare, di un’Europa di
popoli e di istituzioni garanti dei diritti delle donne.

Da: Istituto di Storia contemporanea

Cinema Castellina: Veloce come il vento, regia di Matteo Rovere

Ingresso gratuito

Dal 6 luglio e fino al 24 agosto tutti i venerdì sera Piazzale Castellina si trasforma in un’arena cinematografica estiva con 200 posti a sedere, proponendo 8 titoli della passata stagione cinematografica ad ingresso libero.
La rassegna è sia un’occasione di convivialità e socialità per gli abitanti del quartiere, sia un’occasione di svago per i ferraresi che rimangono in città nel periodo estivo.

Venerdì 27 luglio alle 21.30 in programma c’è VELOCE COME IL VENTO di Matteo Rovere, film d’azione prodotto in Italia con Stefano Accorsi, Matilda De Angelis e Roberta Mattei.

La passione per i motori scorre da sempre nelle vene di Giulia De Martino. Viene da una famiglia che da generazioni sforna campioni di corse automobilistiche. Anche lei è un pilota, un talento eccezionale che a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da sola la pista e la vita. A complicare la situazione il ritorno inaspettato del fratello Loris, ex pilota ormai totalmente inaffidabile, ma dotato di uno straordinario sesto senso per la guida. Saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che gli farà scoprire quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia.

Le riprese sono state effettuate sulle piste del campionato auto GT – a Imola, Matera, Roma e nei circuiti di Vallelunga, Imola, Monza e Mugello – e sia Accorsi che la De Angelis hanno guidato veramente le auto da rally che si vedono nel film.
Per la sua interpretazione Stefano Accorsi ha vinto il David di Donatello come Miglior attore protagonista.

Da: Arci Ferrara

Marchionne: requiem di un A. D.

Marchionne è morto. Viva Marchionne! È quanto la vulgata corrente va ripetendo da giorni con un eccesso di lodi. Appena appresa la notizia delle gravi condizioni di salute dell’ad Fca, con una velocità che svela perfettamente il cinismo di questo sistema di produzione, è immediatamente stato sostituito ai vertici aziendali. Ormai alcuni giorni fa prima della sua morte avvenuta ieri. Ed impressiona questa velocità tanto che ci si chiede: se ciò avviene ai livelli alti figuriamoci nell’ultimo anello della catena! E vien fatto di pensare che nonostante la nostra individualità, la nostra insostituibile unicità siamo tutti pezzi di ricambio di un meccanismo che non ammette inciampi. Perché non si perda un attimo, perché la catena di comando deve essere sempre in perfetta efficienza, perché il governo dei flussi finanziari non ammette incertezze. E i mercati hanno bisogno di sapere, di avere notizie sullo stato di salute dei top manager affinché le fluttuazioni di borsa non ne risentano. E così ecco le postazioni fisse delle Tv di tutto il mondo davanti l’ospedale svizzero che hanno trasmesso servizi giornalistici quotidiani ad ogni edizione di tg. Non c’è spazio per un fatto intimamente ed esclusivamente privato come la morte. Forse il più privato di un’esistenza umana. Non c’è spazio per la pietà, per la compassione. Business is business. A questo modo di procedere si sono accodati tutti i mezzi di informazione. Fin dal primo giorno, con un corpo ancora pulsante seppur in condizioni irreversibili, tutti i tg hanno mandato in onda i cosiddetti “coccodrilli” sulla figura del manager italo-canadese, che di solito si fanno a babbo morto. Un cattivo gusto con pochi precedenti nella storia del giornalismo. Tanto che il primo giorno, di primo acchito, accendendo la Tv l’impressione è stata che la notizia fosse la già avvenuta scomparsa di Marchionne. Altrettanto ha fatto la carta stampata pubblicando spaginate a go go. E poi servizi giornalistici quotidiani. Tutto diventa spettacolo. Eclatante in modo artificioso, perché occorre vendere i giornali e le inserzioni pubblicitarie negli stessi e nelle tv. Tutto diventa sensazionale. Come se mai nessuno morisse ogni giorno, ogni istante nel mondo. Dall’immigrazione alla morte di Marchionne tutto è spettacolo con una finalità economica.
Non c’è tempo da perdere. Le borse reclamano certezze. La morte di una persona non può, non deve interferire con i mega flussi finanziari. È un dettaglio insignificante. E qui sta la parabola di Sergio Marchionne. Lui che ha portato Fca con tutti i suoi marchi (da Ferrari a Alfa Romeo) a Wall Street. Sapeva perfettamente che queste sono le regole del gioco del mercato globale che non si sarebbe commosso più di tanto per la sua scomparsa quando fosse giunto il momento che non immaginava così presto. Siamo noi comuni mortali che restiamo attoniti difronte a tanto cinismo, a questa rapida sostituibilità.
Da più parti si sono sprecate le lodi al manager, come se noi italiani avessimo ancora un’industria automobilistica da difendere. Abbiamo solo degli stabilimenti (quelli sopravvissuti, Termini Imerese ha chiuso e Pomigliano non è in ottima salute) di un’impresa che ha sede legale ad Amsterdam, sede fiscale a Londra e un cervello strategico a Detroit. È bene saperlo per non illudersi. Questo è quanto è avvenuto in questi anni in estrema sintesi. Con la politica che è rimasta a guardare impotente, come oramai avviene per tutti i processi di globalizzazione, e a subirne le conseguenze. Le decisioni di politica industriale, di assetti politico-economici, non le prendono più i parlamenti, ma i mercati globali. E questo è quanto è successo anche a noi con Fiat. Non mi dilungherò sulla democrazia interna all’ex Fiat (esiste una letteratura corposa in merito alla quale ho dato un piccolissimo contributo col mio libro Rappresentanza sindacale, rappresentanza politica e tutela del bene comune. Cgil e Pci nella Fiat degli anni ’80, Festina Lente edizioni). Marchionne in questo è stato in perfetta continuità con la storia ultra centenaria della Fiat di discriminazione politico-sindacale e di negazione dei diritti. Nulla di nuovo da questo punto di vista. Di nuovo c’è stata la rottura con Confindustria nel 2012 e l’uscita dall’associazione degli industriali con conseguente disdetta dei contratti nazionali di categoria.
Cosa sarà adesso della produzione automobilistica in Italia è presto per dirlo. Marchionne credeva nei marchi di alta gamma, quelli che potevano garantire un margine di profitto più alto (Alfa Romeo, Maserati, Ferrari) tutti prodotti in Italia. Vedremo cosa sarà del nuovo assetto dirigenziale. Di certo la notizia di martedì scorso delle dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile per l’Europa di Fca, indicato da alcuni come il successore di Marchionne, e che avrebbe simbolicamente rappresentato la permanenza in mani italiane del massimo vertice aziendale, non promette nulla di buono. Altavilla è considerato uno degli artefici del distacco da General Motors e della fusione con Chrysler e indicato come “ministro degli esteri” di Fca. Manley, attuale ad di Fca nominato all’indomani del peggioramento delle condizioni di salute di Marchionne, ha assunto ad interim le funzioni di Altavilla. Cosa ciò significhi in termini di ricadute strategiche, anche nel nostro paese, lo scopriremo nei prossimi mesi.
In questa globalizzazione dei mercati in un settore come quello della mobilità individuale, alla politica forse resta il compito fondamentale di definire le linee strategiche di quale tipo di mobilità dei cittadini si vuole nelle nostre città per i prossimi decenni. Forse questo è un terreno in cui la politica può riappropriarsi del ruolo che le è stato sottratto dalla globalizzazione. Semmai questo ruolo volesse giocarlo, ma ho dei dubbi ce ne sia la consapevolezza. Perché parlare di automobili significa parlare di mobilità che è un tema strettamente politico. Dietro la parvenza di scelte manageriali e di mercato su quali modelli sfornare e con quali caratteristiche in realtà c’è un’idea precisa di società, una società basata sul trasporto individuale, dunque sull’individualismo, sulla massima libertà nell’uso delle risorse e degli spazi urbani (si dimentica troppo facilmente che le auto private occupano uno spazio che è collettivo, per non parlare della qualità dell’aria e dell’incidentalità), in cui queste risorse e questi spazi sono usati in primo luogo da chi ha il potere economico per farlo a cui le case automobilistiche principalmente guardano. E tutti gli altri restano a piedi. In senso letterale. Sul tipo di mobilità, collettiva o individuale, si gioca un pezzo importante della partita della democrazia poiché la mobilità ha a che fare con la possibilità di partecipare alla vita democratica sociale ed economica del proprio paese e delle proprie città. E allora puntare sul trasporto collettivo vuol dire scommettere sulla partecipazione delle fasce più deboli della società, sull’inclusione e non sull’esclusione. Un tema questo, ovviamente, che non si può imputare a Marchionne o a chi per lui, ma che attiene al ruolo della politica se non vuole essere un’ancella dell’economia.