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Giorno: 14 Agosto 2018

Comunicato Regione: Mobilità sostenibile

Autobus gratis, istruzioni per l’uso: dal primo settembre parte l’integrazione tariffaria tra bus e treno “Mi muovo anche in città

Le indicazioni della Regione per l’utilizzo dei nuovi abbonamenti integrati per cittadini, studenti e pendolari. Online moduli e informazioni

Bologna – Bus gratis per chi ha l’abbonamento del treno a partire dal prossimo primo settembre. Sono giàpronte le indicazioni e le informazioni necessarie per i cittadini messe a punto dalla Regione: a cominciare da dove andare per acquistare i nuovi abbonamenti e come ottenere i rimborsi per chi ne ha diritto.

Tra poche settimane, grazie a “Mi muovo anche in città”, l’integrazione tariffaria tra treno e bus offerta gratuitamente dalla Regione, chi farà un abbonamento annuale o mensile al servizio ferroviario regionale potrà viaggiare senza pagare il biglietto anche sugli autobus di 13 città dell’Emilia-Romagna: le nove città capoluogo più Carpi, Imola e Faenza. La gratuità dei mezzi pubblici varrà sia nella città di partenza che in quella di arrivo.

Un beneficio per oltre 50mila pendolari, in gran parte lavoratori e studenti. Tra questi ci sono coloro che già in questi anni hanno beneficiato dell’integrazione “Mi Muovo” pagando il trasporto urbano a prezzo ridotto e dal 1 settembre avranno le stesse possibilità di viaggiare nelle aree urbane senza alcun esborso.
In particolare gli abbonati che hanno acquistato un Mi Muovo annuale con validità residua oltre quella data potranno richiedere il rimborso delle quote urbane non godute, a partire dal 10 settembre fino al 10 ottobre 2018.

Come funziona “Mi muovo in città”
Dell’autobus gratuito potranno beneficiare i possessori di abbonamenti annuali o mensili a tariffa Trenitalia per tratte superiori ai 10 Km e i possessori di abbonamenti annuali e mensili a Tper con data anche anteriore al 1 settembre 2018 per le linee Bologna-Portomaggiore, Bologna-Vignola, Ferrara-Codigoro, Suzzara-Ferrara, Parma-Suzzara.

Gli abbonati Tper all’area urbana di Bologna possono utilizzare anche tutti i treni nell’ambito dell’area urbana stessa: il prezzo resta invariato e la Regione compenserà Trenitalia per quest’ultima integrazione.

Cambieranno inoltre forma gli abbonamenti annuali e mensili per viaggiare con i treni regionali di Trenitalia: non più tagliandi di carta ma titoli elettronici caricati sulla tessera “Unica” emessa da Trenitalia oppure sulla tessera “Mi muovo” emessa dalle aziende del trasporto pubblico locale. L’introduzione delle tessere elettroniche “Unica” in un primo tempo riguarderà gli abbonamenti annuali per estendersi anche a tutti i mensili entro il dicembre 2018.

Ci si può dotare di card Unica presso le biglietterie di Trenitalia delle 13 città o della tessera Mi Muovo i presso le biglietterie di Seta, Tep, Tper e Start.
L’integrazione tariffaria è estesa anche a coloro che viaggiano sulla tratta Bologna Centrale-Calderara Bargellino.

http://www.regione.emilia-romagna.it/agenzia-di-informazione-e-comunicazione/stampa/2018/mi-muovo-in-citta

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Comunicato Regione: Ambiente

Rimozione amianto e gestione delle acque, circa 25,7 milioni di euro per importanti progetti in Emilia-Romagna

Pubblicata in Gazzetta ufficiale la delibera che contiene i finanziamenti assegnati dal Cipe. Gli stanziamenti per un nuovo sistema di idraulico e la riqualificazione del lungomare di Rimini (16,9 milioni) e per la rimozione dell’amianto da scuole e ospedali in regione (8,8 milioni). L’assessore Gazzolo: “Risorse frutto del lavoro del Governo Gentiloni. Al più presto i cantieri”

Bologna – Oltre 25,7 milioni di euro per importanti progetti ambientali in Emilia-Romagna: quasi 16,9 milioni per un nuovo sistema di gestione delle acque e la riqualificazione del lungomare di Rimini, altri 8,8 milioni per la rimozione dell’amianto da scuole e ospedali in regione.

E’ stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la delibera che contiene i finanziamenti assegnati dal Cipe lo scorso 28 febbraio, “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020”, un documento che ha tra gli obiettivi strategici prioritari l’avvio di un piano nazionale di interventi di bonifica da amianto negli edifici pubblici, la mitigazione del rischio idrogeologico, un programma di interventi di adeguamento del sistema fognario e depurativo e di riduzione delle perdite di rete acquedottistica e miglioramento dell’impiego delle risorse idriche.

“La pubblicazione in Gazzetta ufficiale è un passaggio fondamentale che attendevamo per rendere le risorse operative al più presto, trasformandole in cantieri e interventi- commenta Paola Gazzolo, assessore regionale all’Ambiente-. Si tratta di risorse importanti, frutto della collaborazione tra il presidente Stefano Bonaccini e il Governo Gentiloni, che aveva reperito i fondi. Permetteranno di compiere un passo avanti importante per la bonifica dall’amianto di strutture pubbliche strategiche come le scuole e gli ospedali, oltre che un salto di qualità nella gestione del ciclo integrato delle acque e nella riqualificazione di parte del lungomare della città di Rimini, in un’ottica di crescente sicurezza territoriale e qualità ambientale”.

Rimini: arrivano quasi 17 milioni di euro
Due gli interventi che saranno cofinanziati a Rimini, per un totale di 16,877 milioni di euro, grazie alle risorse deliberate. Il primo rientra nel “Piano di salvaguardia della balneazione ottimizzato” e permetterà di chiudere entro il 2020 tutti gli scarichi a mare attraverso un nuovo sistema di gestione delle acque, per alleggerire il carico sul sistema fognario e ridurre il rischio idraulico.
Il secondo progetto riguarda la riqualificazione del lungo mare Sud, che sarà interamente pedonalizzato e interessato da progetti per contrastare i danni prodotti dall’ingressione marina.

Rimozione amianto: circa 9 milioni di euro
Ammontano a 8,8 milioni di euro le risorse stanziate per la rimozione dell’amianto da scuole e ospedali in Emilia-Romagna. I fondi saranno assegnati attraverso un bando regionale ad hoc e gli interventi andranno ad affiancarsi a quelli già realizzati grazie al Piano amianto della Regione Emilia-Romagna.
Negli ultimi 10 anni, l’assessorato regionale alle Politiche ambientali ha destinato oltre 18 milioni di euro di contributi a enti pubblici e aziende per la bonifica. Di questi, 2,7 milioni sono serviti per effettuare rimozioni d’amianto in 20 scuole già mappate dalla Sanità col piano del 1996, oltre ad altre 52 scuole extra mappatura. Inoltre, con i lavori di ricostruzione post sisma 2012 e una spesa complessiva di 3,2 milioni di euro, sono state rimosse e smaltite 6.500 tonnellate di macerie contenenti amianto.

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La STRAFERRARA, una compagnia teatrale dialettale lunga 87 anni

Di: Maria Cristina Nascosi Sandri



La Straferrara, la compagnia stabile dialettale tutta nostra e più ‘antica’, il 14 di agosto prossimo compirà 87 anni, tranche-de-vie capolavoro di una vita, di più vite, mai interrotto, come è noto, nemmeno sotto i bombardamenti della guerra.
Risale, infatti, al 14 di agosto del 1931 – è sempre giusto ricordarlo – l’atto costitutivo che sancisce la nascita della compagine sottoscritto da Ultimo Spadoni, il fondatore, già maturo attore di fama, insieme con un piccolo gruppo di amici, attori per diletto: Mario Bellini, Piero Bellini, Renato Benini, Leonina Guidi Lazzari, Arnaldo Legnani, Umberto Makain, Norma Masieri ed Erge Viadana, la prima e, per certi versi, insuperata Castalda.
La prima recita avvenne il 3 settembre di quell’anno al Teatro dei Cacciatori di Pontelagoscuro con la commedia Pàdar, fiòl e …Stefanìn e la farsa L’unich rimèdi, scritte entrambe da Alfredo Pitteri, grande drammaturgo, attore, figura di eccellente cultura: non è noto a molti che a novembre del 1921 Filippo Tommaso Marinetti, all’inaugurazione della Mostra d’arte futurista e d’avanguardia organizzata a Ravenna da Mario Hyerace, ne presiede il comitato d’onore cui collaborano Alfredo Pitteri e Gualtiero Medri. Le tracce native di questa intellettuale appartenenza ad uno degli -ismi culturali più importanti del Novecento, tutto Italiano si ritrovano, a tutt’oggi, presso la sua sede ‘naturale’, il mitico Caffè Storico – Letterario delle Giubbe Rosse, a Firenze.
Pitteri, scomparso più di 42 anni fa, da annoverare anche tra i ‘maestri del Maestro’ Michelangelo Antonioni – per sua stessa ammissione – è, così, il primo autore a scrivere opere per la Straferrara che, nel tempo, recitò veri ‘classici’ tradotti o, meglio, adattati, come, ad es., la già citata Castalda ( Giovanni Pazzi l’aveva tratta, nel 1902, da La Locandiera, di Carlo Goldoni).
L’opera è, tuttora, cavallo di battaglia della compagnia che, diretta dal 1967 dalla figlia di Spadoni, ‘Cici’ Rossana e dal marito Beppe Faggioli, subentrati al fondatore cav. Ultimo, ha riproposto nel tempo, opere ‘storiche’ come la sunnominata, con un occhio di riguardo al patrimonio culturale collettivo, scelta coerentemente privilegiata della Compagnia, ab ovo.
La storia della Straferrara è la storia di una compagnia di teatro dialettale, certo, ma ‘è’, anche, parte della Storia della ‘sua’ città, Ferrara, sua di origine e di ‘possesso’, trama ed ordito di uno stesso immortale ‘tessuto’, quello delle loro comuni radici. 
Una storia da non dimenticare di ricordare…

Radicali Ferrara: Perché la Lega non vincerà a Ferrara

Si dice: alle comunali 2019 a Ferrara forse vince la Lega. Ma io credo lo si possa escludere.
Qui la Lega è governata da Nicola Lodi, più conosciuto con il buffo nomignolo di Naomo, e da un gruppo che gli somiglia. A costoro sfugge del tutto la dimensione della complessità e democrazia è complessità, in assenza della quale si cade in una dimensione infantile. In assenza di questo aspetto non è possibile acquisire la credibilità necessaria per avere un mandato popolare per il governo della città: oggi tutti, ma davvero tutti, se informati, sanno che dinamiche complesse non possono essere governate da chi riduce ogni aspetto della convivenza a semplificazioni estreme, in ultima analisi ottuse. In particolare in una dimensione cittadina.
La Lega qui sa solo denunciare la criminalità attribuibile ai migranti. Ma chi si farebbe operare da un chirurgo che avesse letto solo un libro di medicina? Chi farebbe costruire un ponte a chi conoscesse solo un aspetto dei calcoli ingegneristici necessari per questo scopo? Nessuno se sano di mente o comunque ragionevole. Ebbene costoro sembrano conoscere, si fa per dire, solo un libro: quello che riporta l’infinita serie di tweet di Salvini. Che non è solo il loro leader nazionale, ma anche e soprattutto, in quanto ministro dell’Interno, il responsabile della sicurezza anche a Ferrara. Non è Tagliani, è Salvini. Sarebbe come dire, a decifrare la loro propaganda al contrario, che a Tagliani va il merito per la diminuzione degli sbarchi. Le persone saranno anche stufe o arrabbiate per mille motivi, ma non sono cretine.
Non sto dicendo che a Ferrara non esista un problema sicurezza o che la sicurezza non sia un diritto fondamentale dei cittadini. E pure non nego l’evidenza, ad esempio, che qui avvengano risse pericolosissime, anche a colpi di machete. E anche non intendo negare che nella convivenza fra ferraresi e migranti l’amministrazione avrebbe potuto fare di più, all’interno delle proprie competenze. Ad esempio mesi fa proponemmo la diffusione in migliaia di copie di un questionario per ascoltare le opinioni e proposte di quanti vivono nelle zone a più alto rischio sicurezza ma l’amministrazione disse di no. Avremmo potuto acquisire un campione significativo del sentire diffuso; certificato e non attribuibile all’opinione di pochi; sarebbe stato un buon punto di partenza per agire: «conoscere per deliberare» resta un fondamento. Ancora: se fossi sindaco avvierei una mappatura, strada per strada, condominio per condominio, caseggiato per caseggiato dei problemi esistenti nella «zona calda», per conoscere la natura della microconflittualità quotidiana fra ferraresi e migranti, a partire da un dato: in questa microconflittualità – qui non sto parlando dei problemi di ordine pubblico – i ferraresi per lo più sono il soggetto più debole, non dobbiamo nascondercelo. E questo lo dice chi da sempre opera per garantire i diritti fondamentali dei migranti, e anche lo fa in questi giorni raccogliendo firme per il progetto Welcoming Europe. Dopo una prima mappatura invierei mediatori culturali ovunque si registrino conflitti evidenti. E forse, chissà, si può ancora fare.
Ancora una considerazione. Nei mesi scorsi abbiamo assistito in Europa a stragi e violenze inaudite ad opera dell’Isis. Talvolta in forma diretta, sempre in forma indiretta, politica, queste violenze bestiali andavano a colpire immigrati e migranti. Molti dissero: ma perché anche loro non protestano? In effetti ci furono numerose manifestazioni di protesta contro l’Isis da parte loro; solo che non tutti lo vennero a sapere in quanto i media non ne parlarono con la stessa intensità rispetto alle stragi. Ma a Ferrara perché stranieri e migranti non organizzano una grande manifestazione contro l’illegalità nella nostra città? contro quelle violenze di pochi che ricadono in termini politici, anche in virtù dei tweet di Salvini, ministro xenofobo, proprio contro di loro?

Mario Zamorani
presidente di Radicali Ferrara

Comunicato Regione: FE/Protezione civile

La Regione potenzia la rete delle strutture di protezione civile da Piacenza a Rimini. Un Piano da 4 milioni di euro per 30 interventi. L’assessore Gazzolo: “Ora anche il Governo faccia la propria parte stanziando risorse nazionali per il Fondo regionale di protezione civile: lo prevede il nuovo Codice di Protezione civile”

Nuove sedi per i Centri unificati provinciali di Piacenza e Ferrara, adeguamento sismico per quelli di Parma e Modena. Risorse per il Polo unificato di Faenza, l’acquisto di mezzi e attrezzature. Interventi su 18 strutture e magazzini comunali, sovracomunali e due distaccamenti dei Vigili del fuoco volontari

Bologna – Due nuovi Centri unificati di protezione civile, a Piacenza e a Ferrara, con il finanziamento del primo stralcio di lavori, e interventi per rendere più sicuri dal punto di vista sismico quelli di Parma e Modena: sono i cuori pulsanti del sistema a livello provinciale, per cui l’obiettivo della Regione è completare le opere necessarie a garantire una sede adeguata in ogni territorio.

E ancora: risorse per migliorare e potenziare 18 tra aree di accoglienza della popolazione, centri polifunzionali, strutture comunali o delle Unioni, oltre che per due distaccamenti dei Vigili del fuoco volontari. E poi acquisto di attrezzature, mezzi e la costruzione magazzini dove ricoverarle compreso, a Faenza, l’avvio del Polo Unificato di protezione civile.

È il pacchetto di 30 interventi su tutte le province, da Piacenza a Rimini, approvato dalla Giunta regionale per potenziare la rete delle strutture di protezione civile dell’Emilia-Romagna. Sono inseriti in un Piano triennale che, fino al 2020, mette in campo 4 milioni di euro. Salgono così ad oltre 9 milioni e 200 mila euro gli investimenti finanziati da inizio mandato.

In particolare sono in arrivo a Piacenza 1 milione 214 mila euro per sette interventi; a Parma 330 mila euro per tre interventi; a Reggio Emilia 770 mila euro per quattro interventi; a Modena 585 mila euro per sei interventi; a Bologna 85 mila euro per tre interventi; a Ferrara 440 mila euro per due interventi; a Ravenna 425 mila euro per due interventi: a Forlì-Cesena 110 mila euro per un intervento infine a Rimini 111 mila euro per 2 interventi.

“Il cambiamento climatico- spiega Paola Gazzolo, assessore regionale alla protezione civile- ci impone di rendere sempre più estesa e attrezzata la rete delle sedi di protezione civile: per questo la Regione ha individuato priorità chiare, a partire dal grande investimento sui Centri unificati, snodi nevralgici per la gestione dell’emergenza su scala provinciale e veri punti di riferimento costanti in ogni territorio. Il Piano approvato conferma l’impegno a fianco di Comuni, Unioni e associazioni di volontariato che ha contraddistinto tutto il mandato del Presidente Bonaccini: entro il 2020, sale ad oltre 9 milioni 200 mila euro il totale delle risorse destinate a ben 114 interventi per nuovi immobili o per adeguare quelli già esistenti alle esigenze locali, con l’intento di rendere sempre più moderno ed efficiente l’intero sistema di protezione civile”.

“Ora- conclude Gazzolo- ci aspettiamo che anche il Governo faccia la propria parte stanziando risorse nazionali per il Fondo regionale di protezione civile: lo prevede il nuovo Codice di Protezione Civile, entrato in vigore a inizio anno, che ha finalmente ripristinato il canale di finanziamento statale destinato anche a sostenere le opere di potenziamento della rete, annullato in passato a partire dal 2009. La prossima Legge di bilancio nazionale deve quindi prevedere le risorse: è fondamentale per rendere le comunità più resilienti e preparate ad affrontare i rischi”.

Gli interventi nel ferrarese
A Ferrara in arrivo 440 mila euro per 2 interventi: la quota maggiore, pari a 400 mila euro, servirà per il primo stralcio dei lavori di realizzazione del Centro unificato provinciale di protezione civile, in continuità con il nuovo Centro unificato per l’emergenza (Cerpic). Altri 40 mila saranno destinati alla riqualificazione del Centro operativo comunale e della sede del volontariato di protezione civile del comune di Cento.

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Caporalato: come evitare che dopo i morti tutto ritorni come prima

COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA, IL DISTRETTO PER REALIZZARE UN SISTEMA ETICO

Un distretto contro la piaga del caporalato e contro sistemi commerciali capestro come le aste on line al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori. È questa la richiesta che viene da Coldiretti Emilia Romagna all’indomani dei tragici incidenti che hanno funestato il settore della raccolta e del trasporto dei pomodoro in Puglia.
“Per queste dolorose vicende – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – si danno le colpe al caporalato e alla ricerca costante di abbassare i costi lungo tutta la filiera, dall’industria alla grande distribuzione: tutte cose vere, che però resterebbero solo parole se il giorno dopo aver pianto i morti si ritornasse come prima. La vera anomalia in tutto il settore del pomodoro – prosegue Tonello –è che si siglano contratti che già in partenza sono al di sotto dei costi di produzione. Questo avviene non solo in Puglia, ma anche in Emilia Romagna, dove l’accordo interprofessionale del pomodoro per la campagna 2018 ha stabilito un prezzo di 79,95 euro a tonnellata, pari al 0,079 centesimi di euro al chilogrammo, quando all’agricoltore un chilo di pomodoro costa almeno 0,09 centesimi al chilogrammo, un prezzo che però nessuno è disposto a riconoscere. La realtà – sottolinea Tonello – è che c’è una continua corsa al ribasso e al profitto che annulla qualsiasi considerazione etica lungo tutta la filiera, a partire dai trasporti fatti con mezzi obsoleti, sempre in lotta contro il tempo, con le conseguenze che abbiamo visto in questi giorni”.
Secondo il presidente di Coldiretti regionale, proprio l’Emilia Romagna, dove il pomodoro viene raccolto tutto a macchina e dove si producono due milioni di tonnellate di pomodoro, quasi un terzo della produzione nazionale, dovrebbe avere il coraggio di fare la scelta di realizzare il distretto del pomodoro, un organismo cui partecipano tutti i soggetti della filiera, dai produttori ai trasportatori, dall’industria alla grande distribuzione, compreso l’ente pubblico.
“Coldiretti lo propone da anni – ricorda Tonello – ma nessuno ha mai voluto fare niente perché è più comodo lasciare l’attuale far west, dove ognuno cerca di strappare un vantaggio in più, con le tragiche conseguenze di questi giorni di cui ci dispiace dire che purtroppo eravamo stati facili profeti. Con il distretto invece tutti soggetti della filiera sarebbero impegnati a rispettare le regole, con l’ente pubblico nel ruolo di certificatore del rispetto delle norme nei vari passaggi lungo tutta la filiera, dalla produzione ai trasporti, dalla trasformazione alla grande distribuzione. In un sistema etico di giusta retribuzione, un chilogrammo di pomodoro verrebbe a costare pochi centesimi in più, ma si tratterebbe di un prodotto di altissima qualità che non può continuare ad essere trattato alla stregua di pomodoro d’importazione di bassa qualità. Se almeno in Emilia Romagna avessimo realizzato già questo strumento – conclude il presidente di Coldiretti Emilia Romagna – forse anche in altre parti d’Italia si sarebbe avviato un sistema di riforme che avrebbe consentito di evitare le tragedie di questi giorni”.

COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA – ufficio stampa

Artigiani artisti itineranti al Buskers festival la mostra mercato organizzata da Cna in largo Castello

Sono 28 le attività provenienti da tutta Italia, rappresentative
delle più diverse vocazioni artigianali
Artigiani artisti itineranti al Buskers festival
la mostra mercato organizzata da Cna in largo Castello
Da sabato 18 fino a domenica 26 agosto, in Largo Castello a Ferrara, in occasione del Buskers Festival 2018, appuntamento con la Mostra mercato degli Artigiani artisti itineranti organizzata dalla Cna, vetrina del migliore del migliore artigianato artistico, capace di combinare tradizione e creatività con una precisa impronta di qualità, sapienza manuale, attenzione ai materiali, che contraddistinguono da sempre la produzione made in Italy.
Ventotto le attività protagoniste della mostra mercato ai piedi del Castello, sia ferraresi che provenienti da diverse parti d’Italia. Eccone i nomi: Altrosguardo di Menegatti Mattia, Arizona Shop di Scaldarella Raffaele, Arte de’ Contrari di De Lazzaro Enrico, Baù Alfio, Black Milk di Cardia Giancarlo, Cavalleri Giovanni, Dasca Design di Angeli Davide, Elena DP Creazioni di Elena De Paoli, Epan Production di Angeli Alessandro, Fanipa Gioielli di Paganini Fabrizio, Fanti Barbara, GG Gioielli di Favaro Giulia, Gallina Stefania, La Botteghilla di Bencivenni Ilaria, Laboratorio FRA.NE, Le 100 scimmie di Orlandini Alessia, Longhi Filippo, Mare di Rame di Barbato Marco, Officina Ceramica Artistica di Filippini Greta, Paua di Schiavi Rita, PepeRosa di Baldocchi Silvia, Perruccio Davide, Raccontaterra di Bella Laura, Raggi di Luna di Gabbanelli Patrizia, Sagramoro di Caccia Aggeo, Sogni su Carta di Briatico Roberta, Visconti Carlotta Prasca, Yanez Design di Giovanelli Andrea.
Si va dalla lavorazione della pelle all’oggettistica in ceramica, dalla lavorazione del vetro alla creazione di lampade, dall’abbigliamento alla bigiotteria, dalla grafica alla fotografia. La Mostra mercato è aperta tutti i giorni a partire dalle 17, ad eccezione di domenica 19 agosto, sabato 25 agosto e domenica 26 agosto, giornate in cui aprirà i battenti alle 11.
“La nostra Associazione – sottolinea Luca Grandini, responsabile provinciale di Cna Artistico e Tradizionale – promuove e valorizza l’artigianato e la piccola impresa, guardando non solo alla proposta di contenuti tradizionali, ma anche di quelli innovativi e originali, correlati alle nuove tecniche e tendenze di costume. Il Ferrara Buskers Festival rappresenta, perciò, per noi una straordinaria occasione per presentare a livello internazionale gli il meglio della produzione artigianale del nostro paese, frutto dell’incontro e contaminazione artistica di tante culture e tradizioni. Una grande ricchezza, se pensiamo che tantissime tra le attività presenti al Mercato degli Artigiani Artisti Itineranti sono costituite da giovani .”

Comunicato Regione: Maltempo estivo

Temporali, grandine, pioggia, venti forti e mareggiate: la Regione chiede al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale

L’assessore Gazzolo: “Situazione simile a quella del 2017, quando il Consiglio dei ministri aveva accolto la nostra richiesta. Chiediamo al nuovo Governo la stessa attenzione e le risorse per intervenire. Lo stato di emergenza condizione anche per i rimborsi dei danni a privati e attività produttive”

Bologna – Piogge intense, grandinate, trombe d’aria, venti forti che hanno spazzato l’intero territorio facendo cadere alberi, pali dell’illuminazione o della rete telefonica e mareggiate sulla costa. La Regione Emilia-Romagna chiede lo stato di emergenza nazionale per i ripetuti episodi di maltempo, molto intensi, che hanno interessato il territorio dal 22 maggio alla fine di luglio. E, appena sarà conclusa la ricognizione dei danni già attivata, lo farà anche per gli eventi che si sono verificati da inizio agosto.
Secondo la prima quantificazione, le conseguenze del maltempo ammontano finora a circa 22 milioni e mezzo di euro, esclusi i danni all’agricoltura tuttora in corso di valutazione. Gli effetti sono stati particolarmente rilevanti per il patrimonio pubblico e hanno interessato 36 tra impianti sportivi e piscine, 30 scuole, 10 palestre, tre biblioteche e due municipi. Decine le strade comunali e provinciali con interruzioni, 150 i fenomeni di dissesto rilevati in Appennino.

“Una situazione eccezionale a fronte della quale chiediamo al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale- afferma l’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo-: è fondamentale per ottenere le risorse statali necessarie ad assicurare l’assistenza alla popolazione, gli interventi di ripristino e la messa in sicurezza delle criticità aperte sul territorio, assessore regionale alla protezione civile. La dichiarazione è inoltre la condizione necessaria e imprescindibile- prosegue l’assessore- per garantire i rimborsi ai cittadini privati e alle attività produttive colpite dal maltempo. Nel 2017, proprio a fronte di una simile sequenza di eventi che si sono succeduti per tre mesi da giugno ad agosto, il Governo Gentiloni aveva dichiarato lo stato di emergenza. Ora- conclude Gazzolo- auspichiamo dal Consiglio dei Ministri la stessa attenzione per poter fronteggiare al meglio le conseguenze di fenomeni strettamente legati al cambiamento climatico e compiere il primo passo verso il riconoscimento dei rimborsi a privati e aziende, questi ultimi previsti tra l’altro dal nuovo Codice di protezione civile”.

Sono in tutto 17 le allerte di protezione civile emesse dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dal 1° maggio ad oggi. L’ultima indica un codice colore arancione per temporali in Romagna per l’intera la giornata di domani, 15 agosto.

Sia il centro funzionale sia il centro operativo regionale, attivi presso la stessa Agenzia, hanno operato con turnazioni straordinarie. La Regione ha supportato i Comuni colpiti, che in numerosi casi hanno attivato i centri operativi comunali. A livello provinciale, presso i centri unificati hanno lavorato le sale operative e i centri coordinamento viabilità.

I Vigili del fuoco sono stati impegnati in oltre mille interventi per allagamenti o caduta di alberature. Al loro fianco 121 volontari di protezione civile che hanno fornito un contributo prezioso per la pulizia delle strade, il deflusso delle acque con l’utilizzo di motopompe, il ripristino della viabilità, il soccorso e l’assistenza alla cittadinanza: 35 i volontari del Coordinamento provinciale di Reggio Emilia e altrettanti quelli di Rimini, 20 di Modena, 15 di Ferrara, 10 di Bologna e 6 di Forli-Cesena.

Gli episodi di maltempo dal 22 maggio
Nel periodo tra maggio e luglio 2018 il frequente passaggio di correnti fredde provenienti dall’Europa nord-orientale ha determinato l’ingresso di rapide perturbazioni sulla Pianura Padana che, in presenza di una massa d’aria calda e umida africana, hanno prodotto in Emilia-Romagna condizioni di forte instabilità atmosferica e temporali anche intensi, associati a forti venti e violente grandinate.

Il 22 maggio a San Martino in Rio (Re), si sono allagate strade, oltre ad alcuni piani terra e interrati di abitazioni private.

Il 4 giugno, rovesci e grandinate con chicchi di notevoli dimensioni hanno colpito le province di Piacenza, Parma, Reggio, Modena. A Fidenza e Medesano (Pr), sono caduti chicchi fino a 4 centimetri di diametro, a Noceto hanno raggiunto i 5-7 centimetri. Diversi i danni registrati: a tetti degli immobili, parabrezza e finestrini di veicoli e alle coltivazioni. Nella bassa modenese alcuni locali sono stati allagati presso l’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola. Sempre a Mirandola sono state chiuse due scuole per infiltrazioni di acqua.

Nelle giornate dall’11 al 14 giugno si sono susseguite precipitazioni temporalesche, grandine e forti venti hanno riguardato le province di Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna. Smottamenti e allagamenti di strade e sottopassi sono stati segnalati nel reggiano, modenese e bolognese; alberi e rami divelti nel ferrarese.

Eventi simili si sono ripetuti dal 3 al 5 luglio. A Noceto (Pr) si è verificata una tromba d’aria in aperta campagna. È grandinato nel reggiano e in Romagna; forti venti hanno spazzato tutta la regione. Colpita la Val Nure, nel piacentino, con la caduta di alberi e lo scoperchiamento parziale dei tetti di palazzetto e piscina, a Vigolzone. Diffusi anche gli allagamenti di garage e cantine. Nel reggiano, scoperchiata anche la palestra di Scandiano.

Ancora temporali e grandine il 14 luglio, nel piacentino e nel parmense, e il 15 nel modenese e nel bolognese. Il 16 luglio ulteriori fenomeni su tutta l’Emilia-Romagna, in particolare nel parmense, nella pianura tra Modena, Bologna e Ferrara, e in Romagna, nel ravennate e nel riminese. A Molinella (Bo), raffiche di vento raffiche di vento di oltre 110 km/ora. Le piogge, nella bassa bolognese, hanno toccato i 50 millimetri in un’ora.

Di nuovo, sistemi temporaleschi si sono propagati velocemente dal 20 al 23 luglio, raggiungendo l’apice il 21 conallagamenti nelle campagne bolognese, ravennate e a Lido di Dante. Un forte vento di bora ha soffiato sulla costa ferrarese determinando diffuse criticità ai Lidi di Scacchi, Pomposa, Nazioni, Spina, Estensi e Volano.

A questi fenomeni più organizzati e persistenti si sono intercalati eventi meno organizzati, ma capaci a livello locale di determinare conseguenze importanti. Un esempio: il temporale sulla città di Bologna del 29 luglio.

Sono in corso di valutazione le conseguenze degli ultimi eventi del mese di agosto. La ricognizione sarà conclusa a breve, per integrare e completare la richiesta di stato di emergenza nazionale già inviata al Governo.

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Sisma in Indonesia: Save the Children

Sisma in Indonesia: Save the Children, in alcune aree di Lombok 8 case su 10 distrutte, attivati immediatamente soccorso e aiuti per i bambini attraverso un partner locale dell’Organizzazione

“Ci sono state varie scosse di assestamento durante la notte come ci riferiscono i nostri operatori sul posto, e le persone sono scosse e traumatizzate, soprattutto i bambini che hanno vissuto il secondo terremoto in una settimana,” ha dichiarato Silverius Tasman dell’organizzazione Yayasan Sayangi Tunas Cilik, partner locale di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

“Nonostante la revoca dell’allarme tsunami, le persone sono disorientate e fuggono in preda alla paura. A Lombok manca la corrente elettrica e questo rende le comunicazioni molto difficili.”

“L’epicentro del terremoto era molto vicino al nostro ufficio che è stato gravemente danneggiato. Uno dei nostri operatori ci segnala che in una parte dell’Isola 8 case su 10 sono distrutte o gravemente danneggiate. Ci aspettiamo che con il prosieguo delle operazioni di ricerca e soccorso da parte delle autorità il numero delle vittime possa crescere ulteriormente.”

“Durante ogni emergenza i bambini sono i più vulnerabili e siamo preoccupati per la loro incolumità, salute e sicurezza. I loro bisogni specifici devono essere considerati nella risposta del Governo e delle agenzie di soccorso e aiuto che stanno facendo fronte al disastro. Noi abbiamo lanciato un intervento specifico e stiamo spedendo sul posto i generi di prima necessità. Continueremo intanto a portare aiuto immediato ai bambini nell’area e ad assicurarci che siano salvi e protetti in questi momenti così difficili.”

Da: Ufficio Stampa Save the Children

Musica a Marfisa d’Este – Corso Giovecca 170 Ferrara Concerto di mercoledì 15 agosto 2018

FERRARA – Mercoledì 15 agosto 2018 alle ore 21,15 si tiene l’ultimo concerto della rassegna Musica a Marfisa D’Este. Sarà ospite la pianista veneta Maddalena Giacopuzzi in un programma che è incentrato su autori quali F. Couperin (Le carillon de Cythère; Le tic-toc-choc); F. Chopin (Due Notturni op.62; Scherzo n.1 in Si minore op.20); C. Debussy (Deux Arabesques; Suite bergamasque; L’isle joyeuse). Il concerto è organizzato dal Circolo Frescobaldi e l’ingresso è a offerta libera.
Maddalena Giacopuzzi è nata a Verona nel 1991, dove ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di 5 anni con Laura Palmieri e ha proseguito gli studi con Ida Tizzani. Si è diplomata al Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” della sua città sotto la guida di Adriano Ambrosini ottenendo il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore, e una borsa di studio dell’Accademia Filarmonica, riservata ai migliori diplomati del Conservatorio di Verona. Nell’Aprile 2014 ha inoltre conseguito il Diploma Accademico di II Livello presso il Conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano. Attualmente frequenta l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida del M° Benedetto. È’ stata selezionata fra oltre 300 pianisti per frequentare la prestigiosa Music Academy of the West di Santa Barbara che nell’estate 2017.

Da: Gli Amici della Musica Ferrara

Musica a Marfisa d’Este – Corso Giovecca 170 Ferrara Concerto di martedì 14 agosto 2018

FERRARA – Tornano a suonare a Musica a Marfisa D’Este, in Corso Giovecca 170 Ferrara, le AliNere, la tribute-band dei Nomadi più famosa e seguita della città e del territorio estense ha in programma il concerto della vigilia di ferragosto, martedì 14 agosto alle ore 21,15. Sarà perciò una “Serata Nomade” con Demis Maritan (più Manuele Margutti) voce, Geppo Beltrami batteria, Alessandro Chiari chitarra, Umbero Fabbri (e Tommaso Furini) tastiere, Mauro Pavani basso elettrico. Il concerto è organizzato dal Circolo Frescobaldi in collaborazione con AMA Ferrara e l’ingresso è a offerta libera.
AliNere è una tribute-band nata nel 2011, regolarmente autorizzata dalla celebre band dei Nomadi ad usare il proprio nome. In pochissimi anni la formazione ferrarese è riuscita a ritagliarsi un importante spazio nel mondo delle tribute, con oltre 150 live all’attivo, sempre seguitissima da tanti appassionati, diventati una specie di grande famiglia che in comune ha la passione per la musica.
La band si è esibita nei più conosciuti locali live del Nord Italia e lo spettacolo realizzato da AliNere è stato richiesto, in questi ultimi anni, da importanti Nomadi Fans Club, come “Il Fiume” (Padova), “Basso Vicentino” e “Ala Bianca”(Vicenza) – “ E Vai… Vo Euganeo” (Padova e Terme Euganee).
Il gruppo, formato da musicisti con circa 20 anni in attività alle spalle, rilegge i più grandi successi dei Nomadi, dal 1963 fino ad oggi, creando uno spettacolo di oltre due ore, fatto di musica, ricordi ed emozioni, indicato per un pubblico di ogni età e facilmente adattabile ad ogni tipo di situazione, in quanto la band ferrarese collabora con un service audio/luci professionale in grado di supportare il concerto in qualsiasi location (dal pub alle grandi piazze).

Da: Gli Amici della Musica Ferrara

Laboratorio Civico: La nostra solidarietà ai commercianti

Laboratorio civico esprime tutta la sua solidarietà agli ambulanti e si associa alla loro protesta contro la massacrante politica che questa amministrazione ha nei confronti del piccolo commercio.
Non bastano i ripetuti report della cciaa sul continuo chiudere delle attività commerciali in città, così come il doloroso declino evidenziato plasticamente dalle serrande chiuse di San Romano e non solo per far cambiare politica a questo assessore colpevole di una profonda assenza di lungimiranza.
Il disegno ci era apparso chiaro da subito: l’assessore Serra ha favorito la grande distribuzione depauperando i piccoli commercianti, arrivando alla drammatica conclusione che oggi pure quella vede declinare il suo fatturato, chiudere attività e licenziare personale. Una politica miope che oggi deve sanare le ferite che lei stessa ha generato soprattutto in perdita di lavoro e investimenti.
Causa motivi personali, i referenti di laboratorio civico non potranno essere fisicamente presenti al sit in di A.n.v.a. di lunedì, ma sicuramente saranno presenti dei loro rappresentanti. Anche se non presenti fisicamente li, vi siamo con animo e spirito: la battaglia degli ambulanti è giusta, corretta e ha proposto soluzioni alternative che non arrecano danno ai commercianti stessi che hanno saputo gestire consapevolmente la problematica dei lavori comunali, arrecando il minor disagio possibile ai cittadini. Noi saremo con gli ambulanti, con la città, contro l’ennesimo atto di arroganza piovuto dall’alto di questa amministrazione sorda ormai anche alle più elementari istanze, vuota e ormai allo sbando.
Laboratorio civico si propone di avviare, terminate le ferie estive, diversi colloqui con le associazioni dei commercianti e con la rappresentanza della grande distribuzione per costruire un piano strutturato, un modello alternativo di gestione del commercio che porti investimenti, lavoro, crescita, rispetto delle competenze reciproche e spazio per tutte le realtà.
Intanto lunedì rinnoviamo il nostro appoggio a questa battaglia che ci vede uniti e solidali. Il mercato è vita, è lavoro, é imprenditoria ferrarese. Per queste ragioni, riteniamo di dare pieno appoggio a chi tutti i giorni, con la fatica e con impegno cerca di tenere viva la città anche contro il mostro sordo della burocrazia comunale.

I referenti di laboratorio civico
Maria Teresa Miglio e Paolo Pennini

Gaza: Save the Children, 100 bambini a rischio ogni giorno per il nuovo blocco delle forniture di combustibile al varco di Karem Shalom

Il blocco delle forniture di combustibile per Gaza scattato da ieri presso il principale varco israeliano di Kerem Shalom, secondo blocco in meno di un mese, mette a gravissimo rischio il funzionamento degli ospedali, degli impianti di trattamento delle acque e le abitazioni nella striscia.

Anche prima di questo nuovo stop delle forniture, gli ospedali erano già costretti ad utilizzare le riserve di emergenza che si sarebbero esaurite entro fine agosto impedendo il pieno funzionamento dei servizi nelle 24 ore giornaliere. L’improvvisa perdita delle forniture attraverso Kerem Shalom è destinata ad anticipare questo rischio e compromettere il ripristino delle riserve stesse. Secondo la stima delle Nazioni Unite, tutto questo metterà a gravissimo rischio ogni singolo giorno la vita di più di 1.700 persone tra cui, in media, più di 100 neonati, 100 pazienti in terapia intensiva, 700 pazienti in emodialisi, 200 pazienti che necessitano di interventi chirurgici, 100 donne che necessitano di interventi ostetrici e 500 pazienti che necessitano di cure d’emergenza.

La penuria di combustibile sta mettendo in crisi anche l’accesso all’acqua potabile che è già diminuito di un terzo dal Maggio 2017, raggiungendo la metà del fabbisogno personale giornaliero.

In questo momento non si conosce quale sarà la durata del blocco scattato ieri. Il precedente blocco del combustibile e del gas da cucina dello scorso metà luglio è durato circa una settimana, deprivando ulteriormente le scorte disponibili e causando un aumento dei prezzi che ha ridotto ancora di più la possibilità per Gaza di resistere a nuovi shock o blocchi.

“La decisione di chiudere Karem Shalom al transito di combustibile e gas da cucina è pericolosa e può provocare danni devastanti per le persone più vulnerabili di Gaza, colpendo ospedali e accesso all’acqua, e mettendo ogni giorno a rischio la vita di centinaia di bambini,” ha dichiarato Misty Buswell, Direttore Advocacy per il Medio Oriente di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

Il blocco nel suo insieme è un atto illegale per la legge internazionale e una inaccettabile violazione dei diritti di accesso alla salute e all’educazione dei bambini. Il varco deve essere urgentemente riaperto a tutte le merci e deve essere assicurata l’assenza di altri blocchi in futuro.

La nuova chiusura del varco aumenta il livello della vulnerabilità dei bambini che vivevano già sotto il blocco. Se l’ingresso del combustibile non riprenderà immediatamente, gli ospedali e le infrastrutture essenziali, come il trattamento delle acque e degli scarichi fognari, esauriranno le loro riserve d’emergenza e saranno costrette a misure eccezionali per far fronte alla crisi.

“Assisteremo al rinvio di molte operazioni chirurgiche indispensabili e all’aumento dello sversamento di acque non trattate nel mare e ad ulteriori conseguenze per la salute dei bambini, con un accesso ancor più difficile alle cure mediche e all’acqua potabile.”

“L’89% del sistema di distribuzione dell’acqua non è in grado di fornire acqua potabile e l’elettricità arriva solo poche ore al giorno. I bambini di Gaza sono già in difficoltà nell’accesso ai servizi medici di base e all’acqua potabile, e ogni giorno di chiusura del varco rende più vicina la catastrofe umanitaria.”

“La potenza occupante è obbligata a provvedere ai bisogni umanitari della popolazione protetta e la cessazione del blocco è un imperativo insieme alla ripresa delle forniture. La comunità internazionale deve fare di più per fermare questa erosione continua dei diritti di base dei bambini, come quello fondamentale dell’accesso alla salute.”

Da: Ufficio Stampa Save the Children

Comunicato Regione: Vertenza Ferrarini

Vertice a Roma, autorizzati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori del Gruppo emiliano. Ora i piani industriali. Il sottosegretario Manghi: “Subito una soluzione che tuteli continuità produttiva, livelli occupazionali e radicamento territoriale”

Annunciati al Ministero la cassa integrazione per la Vismara e contratti di solidarietà per la Ferrarini, 150 giorni alla proprietà per elaborare insieme ai commissari nominati dal Tribunale di Reggio i piani concordatari. Prossimo incontro nella capitale il 26 settembre

Bologna – Cassa integrazione per i lavoratori della Vismara e contratto di solidarietà per quelli della Ferrarini. E 150 giorni di tempo alla proprietà per elaborare insieme ai commissari nominati dal Tribunale di Reggio i piani industriali da sottoporre alle parti sociali e alle istituzioni già nelle prossime settimane.
Sono le novità emerse oggi nella sede del ministero dello Sviluppo economico, a Roma, al tavolo per la crisi del Gruppo Ferrarini, storica azienda reggiana dell’agroalimentare con 800 dipendenti e sedi in diverse località emiliane e lombarde.

La Regione era presente con il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, per un confronto che ha visto insieme l’azienda, con la presidente Lisa Ferrarini assistita da Unindustria Reggio Emilia e Unindustria Parma, i due commissari nominati dal Tribunale di Reggio Emilia per i concordati Ferrarini e Vismara, Cgil Cisl e Uil nazionali e territoriali, il Comune di Reggio Emilia col vice sindaco Matteo Sassi, il sindaco di Lesignano de Bagni (Pr), Giorgio Cavatorta, e rappresentanti della Regione Lombardia.

Il Tribunale, è stato riferito, ha autorizzato la firma per gli ammortizzatori sociali, la Cigs per Vismara e il contratto di solidarietà per Ferrarini, accordo che per i lavoratori di Reggio e Parma sarà firmato martedì 7 agosto. Inoltre, i commissari hanno informato che lo stesso Tribunale ha accordato 150 giorni di tempo per presentare i due piani concordatari.

La Regione ha nuovamente ribadito “la necessità di trovare una soluzione in grado di tutelare la continuità produttiva e il radicamento territoriale del Gruppo- afferma Manghi- viste le enormi ricadute dirette sugli occupati e su tutto l’indotto di un settore fortemente caratterizzato e diffuso sul territorio emiliano”.
Allo stesso tempo, il sottosegretario sottolinea “l’urgenza, pur a fronte di una situazione di crisi finanziaria complessa, di procedere rapidamente alla definizione di piani concordatari distinti ma complementari a garanzia dell’unitarietà del Gruppo, per tutelare la presenza dei prodotti sul mercato e quindi i livelli produttivi e, in particolare, quelli occupazionali”.

La proprietà, con la presidente Ferrarini, ha confermato la volontà di trovare “la migliore soluzione possibile per garantire continuità e radicamento territoriale” e ha annunciato che cercherà soluzioni possibili per far fronte ai mancati pagamenti.

Il Ministero ha preso l’impegno di riconvocare le parti per il 26 settembre, per monitorare la costruzione dei piani concordatari.

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Lavori di restauro del Duomo

Al termine di un percorso che ha visto impegnati in un clima di fattiva collaborazione il Comune di Ferrara, il Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e l’Arcivescovado di Ferrara, Comacchio e dell’Abbazia di Pomposa, si è giunti ad una soluzione condivisa che consentirà di iniziare al più presto le procedure necessarie all’avvio dei lavori di restauro del Duomo.
Un intervento che prevede la compartecipazione economica del MiBAC per € 7.700.000,00, della Regione Emilia-Romagna con uno stanziamento a programma di € 7.600.000,00 (di cui € 1.800.000,00 già finanziati dal 2013) e del Dipartimento della Protezione Civile per € 350.000,00 per interventi di pronto intervento in corso di esecuzione.
Il percorso avviato prosegue con la disponibilità manifestata dal Comune di Ferrara di assumere la funzione di stazione appaltante e con la possibilità da parte della stessa di coinvolgere, attraverso accordi convenzionali, l’Arcidiocesi e la Soprintendenza competente per il territorio mettendo a disposizione le figure professionali necessarie sia al buon esito dell’intervento, sia al miglior coordinamento dei lavori futuri con gli interventi di restauro post sisma 2012 di cui è già stazione appaltante l’Arcidiocesi.
Quale soggetto assegnatario delle risorse, il Segretariato Regionale conserverà il ruolo di controllo e monitoraggio amministrativo contabile.
E’ questa una soluzione che tiene conto della delicatezza e complessità dell’intervento e della legittima esigenza della Curia Arcivescovile e dei cittadini di potersi riappropriare di un bene che rappresenta per la comunità ferrarese un punto di riferimento culturale e sociale di primaria importanza.
“Quest’oggi, dopo tanto lavoro – dichiara il Segretario Regionale Dott.ssa Magrini – possiamo esprimere la più viva soddisfazione per l’accordo raggiunto con la certezza che tutte le parti coinvolte – Curia, Comune, Ministero nelle sue varie articolazioni – contribuiranno , per quanto di competenza, al migliore esito del progetto”.
“Dopo più di due anni possiamo ora sperare, grazie alla disponibilità del Comune di Ferrara e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel rivedere la nostra Cattedrale restaurata nella sua originaria bellezza – aggiunge il rappresentante della curia don Stefano Zanella, direttore dell’Ufficio Tecnico Amministrativo dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio
“E’ un progetto di intervento complesso e per i servizi del Comune – precisa Tagliani – un lavoro oneroso: sui competenti uffici comunali gravano già svariati interventi di restauro e miglioramento sismico (post sisma 2012) non solo interessanti beni monumentali di nostra proprietà, ma anche di proprietà di altri Enti e/o Istituzioni, di cui ci è stato chiesto di farci carico, quantificabile in investimenti complessivi per un importo di oltre 100 milioni di euro. Ma il desiderio di restituire alla città una delle sue più care bellezze, ci ha fatto decidere di assumere il ruolo di stazione appaltante per dare finalmente il via al progetto. Saranno coinvolti tutti gli attori al fine di incrementare la possibilità che al buon esito dell’intervento concorra un adeguato apporto di professionalità sia numerico che qualitativo, e, inoltre, per garantire l’indispensabile coordinamento fra i due interventi che andranno ad interessare il Duomo di Ferrara (quello in questione e quello relativo alle opere post sisma 2012, di cui l’Arcidiocesi sarà Stazione Appaltante)”

Da: COMUNE DI FERRARA Città Patrimonio dell’Umanità
Gabinetto del Sindaco
Ufficio Portavoce

Trasmissione interpellanza Consigliere Francesco Rendine “TARI ingiusta”

G.O.L. – Giustizia Onore Libertà
Gruppo Consiliare
P.G. 97184/2018

Ferrara, 3 agosto 2018

Al Signor Sindaco
del Comune di Ferrara

Il sottoscritto Consigliere Comunale Francesco Rendine INTERPELLA il Signor Sindaco e per esso l’Assessore delegato:

PREMESSO
Che in diversi casi cittadini hanno segnalato circostanze alquanto curiose o inique, in particolare:
La signora M.T. “vita sola” ha riferito di non comprendere per quale ragione, abitando in un appartamento avente superficie inferiore a quello dell’amica, con questa tariffa puntuale e conferimenti di indifferenziata irrisori si ritrovi a pagare una tari maggiore di quella dell’amica;
Il sig. GP.B. risiede per circa 7 mesi all’anno a Ferrara e 5 mesi all’anno nel comune di Asiago, nonostante ciò paga tari piena a Ferrara e tari piena ad Asiago, e non ricorda se siano i funzionari di Hera o del comune ad aver riferito che va bene così;
I genitori del sig. A.R., studente, che vive a Bologna e risiede a Ferrara, pagano la Tari per il figlio (che risulta far parte del nucleo famigliare) sia a Ferrara sia a Bologna.

RICORDANDO
Che in commissione consigliare quando si discuteva del regolamento Tari si erano avute rassicurazioni dall’assessore Ferri circa la soluzione di problemi similari a quelli descritti, mentre i casi esposti dimostrano il contrario.

SICURO

Che con questa indifferenza dell’amministrazione nei confronti dei costi sempre più elevati che devono sostenere i residenti a Ferrara è normale che i Ferraresi tartassati abbandonino la città lasciando il posto a persone che arrivano dall’estero, non lavorano, non pagano nessuno e spesso compiono azioni criminali.

Il sottoscritto, ritenendo di far cosa utile per il proprio magnifico Sindaco, signore di Ferrara, lo INTERPELLA per sapere:

Se e cosa intende fare per garantire ai ferraresi virtuosi con i conferimenti dell’indifferenziata, una Tari sensibilmente inferiore a quella attuale;
Quali azioni concrete intende intraprendere o comportamenti ritiene di suggerire ai cittadini che si trovano nei tre casi indicati perché i problemi segnalati possano trovare soluzione.

Si prega la S.V. di fornire risposta scritta.
Con Deferenza ed ancor più Osservanza.

Il Presidente del Gruppo Consiliare
G.O.L. – Giustizia Onore Libertà
Ing. Francesco Rendine

Comunicato Regione: Rifiuti

Sempre più raccolta differenziata in Emilia-Romagna: sale al 64,3% nel 2017, +2,5% rispetto all’anno precedente. Un Comune su tre già oltre l’obiettivo del 73% fissato dalla Regione per il 2020, ancora meglio in tutti quelli con la tariffazione puntuale (pago per quanto butto). Bonaccini: “Ai primi posti in Italia, al lavoro per sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente” / Tutti i dati sulla provincia di Bologna

Equivalente a 417 chili per ogni abitante. Contemporaneamente, cala la produzione di rifiuti solidi indifferenziati: -8,65%. L’assessore Gazzolo: “La legge sull’economia circolare funziona. Nuova cultura contro lo spreco e tariffa puntuale in tutto il territorio per migliorare ancora”

Bologna – Sempre più raccolta differenziata in Emilia-Romagna, con dati che la collocano ai primi posti in Italia. Nel 2017 ha toccato quota 64,3%, facendo registrare un ulteriore incremento rispetto al 61,8% dell’anno precedente: +2,5%. Si tratta di 1 milione e 861 mila tonnellate, pari a 417 chilogrammi per abitante, avviate al recupero, cinque in più a testa rispetto al 2016. Si conferma quindi il trend in continua crescita degli ultimi quindici anni, in cui la raccolta separata di carta, vetro, alluminio, umido è più che raddoppiata a partire dal 28% del 2002. Un andamento che rende concreto l’obiettivo del 73% di raccolta differenziata fissato dal Piano regionale dei rifiuti al 2020 e traguardo già tagliato da 107 Comuni: uno su tre (il 32,3%) dei 331 dell’Emilia-Romagna. E la raccolta differenziata si attesta all’80% nei Comuni dove è già applicata la tariffazione puntuale, dove cioè si paga per quanto si butta.

Attivi tutti i territori, nei quali non si scende mai al di sotto di una soglia di poco inferiore al 55%. Per fare alcuni esempi, fra le province Parma tocca il 77,6%, Reggio Emilia il 71,3%, Ferrara il 68% e Modena il 67,8%. Rispetto al 2016, il balzo in avanti più rilevante è quello segnato dal territorio ferrarese: +7,2% (sul 60,8% dello scorso anno). Bene il parmense con +3,7% (sul 73,9%) e il riminese in crescita del 3,3% (sul 60,2%).

L’aumento della differenziata corrisponde a un calo della produzione di rifiuti urbani indifferenziati, che l’anno scorso si è fermata a 1 milione e 35 mila tonnellate: -8,65% rispetto al 2016. Una tendenza in linea con il continuo decremento registrato dal 2002: da allora – quando si attestava su un milione e 901 mila tonnellate – la produzione di indifferenziato è crollata del 45,56%.
Per quanto riguarda la composizione merceologica, la percentuale maggiore (22%) è relativa al verde (scarti di giardino e grosse potature); seguono carta e cartone (21%), umido (15%), vetro (8%), legno (8%), plastica (7%), ingombranti (letti, materassi 4%) e inerti domestici (oggetti di scarto di lavori edili domestici 5%), metalli ferrosi e non (2%), altre raccolte differenziate (3%), i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, i cosiddetti Raee (1%).

“L’Emilia-Romagna è ai primi posti in Italia per raccolta differenziata e prosegue verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano regionale rifiuti, nel quale abbiamo spostato in alto l’asticella convinti di poter coinvolgere i territori in uno sforzo comune per la salvaguardia dell’ambiente e la vivibilità degli spazi urbani- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. I numeri ci danno ragione. Ringrazio per questo i sindaci, gli amministratori locali, i gestori dei servizi di raccolta e smaltimento e, soprattutto, i cittadini. Serve infatti l’impegno di tutti per far crescere la cultura contro lo spreco e per produrre meno rifiuti, perseguendo un modello di sviluppo sostenibile a favore dell’economia circolare, un sistema dove i materiali siano tutti potenzialmente riciclabili e in cui i rifiuti diventano nuove risorse. Si tratta di un lavoro ancora da completare- chiude Bonaccini- ma siamo determinati a farlo, confermandoci Regione autosufficiente nella gestione dei rifiuti solidi urbani e mettendo le nostre buone prassi a disposizione di chi, nel Paese, punti a uscire dalla logica dell’emergenza”.

“La raccolta differenziata è un tassello fondamentale della strategia per la transizione a un’economia sempre più circolare- sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, vero obiettivo di sostenibilità di lungo periodo della Regione: la ricetta messa in campo funziona, come dimostrano i risultati del 2017. Avanti così, con la piena applicazione della tariffa puntuale a tutto il territorio entro il 2020: è una delle leve più importanti per conseguire i traguardi che ci siamo dati. Significa che ciascuno, cittadino o impresa, paga ‘per quanto butta’: chi produce più indifferenziato, avrà una bolletta più elevata. È un principio di equità e di responsabilità, una leva per una gestione dei rifiuti, stili di vita e comportamenti quotidiani sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale”.

Tariffazione puntuale: 48 Comuni ad alto tasso di differenziata

Vola, in particolare, la separazione dei rifiuti nei 48 Comuni dove nel 2017 si è applicata la “tariffa puntuale” (a luglio 2018 sono passati a 60). In media si colloca all’80% con picchi che raggiungono il massimo nel modenese, dove si trovano i sette centri della regione in cui si è già oltrepassato il 90%: Camposanto (93,3%), San Possidonio (93,1%) e San Felice sul Panaro (93%) Cavezzo (91,8%), Novi di Modena (90,9) e Concordia sulla Secchia (90,2), oltre a Medolla che – passato a tariffa puntuale nel 2018 – già lo scorso anno era al 91,3% di differenziata. Sopra al 90% – e a tariffa puntuale – si trovano, nel parmense, Montechiarugolo (89,6%), Mezzani (89,2) e San Secondo Parmense (89). Introdotta dalla legge regionale sull’economia circolare (la numero16 del 2015), la tariffa puntuale è un sistema per la gestione dei rifiuti che consente di calcolare la tariffa, nella parte variabile, in base alla reale produzione dei rifiuti. Entro il 2020 questo criterio sarà attuato in tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna. Il principio è semplice: meno rifiuto indifferenziato verrà consegnato al servizio di raccolta, più bassa sarà la tariffa e ognuno pagherà in base a quanto rifiuto butterà.

I dati nelle province

La raccolta differenziata oltrepassa abbondantemente il 50% in tutte le province (si va dal 54,8% al 77,6%). Parma tocca il 77,6%, facendo registrare un incremento pari al 3,7% rispetto al 73,9% del 2016. Reggio Emilia segna il 71,3% (+2,9% rispetto al 2016), poi Ferrara che raggiunge il 68% e mette a segno l’aumento più rilevante sull’anno precedente: +7,2%. Modena con il 67,8% (+3% in più), quindi Rimini al 63,5% (+3,3%) e sale anche Bologna con un +2,8%, centrando il 59,5% di differenziata. Forlì-Cesena si attesta al 56,4% (+0,8) mentre Ravenna è sostanzialmente stabile col 54,8% (-0,4%). Calo per Piacenza, al 61,1% rispetto al 63,4% dell’anno precedente. Il passaggio alla tariffa puntuale, indispensabile per accrescere le percentuali di raccolta differenziata, avverrà in modo completo in tutti i territori quando saranno aggiudicate le nuove gare per il servizio di gestione rifiuti. Entro l’autunno prenderanno il via a Bologna, Modena e Reggio Emilia, mentre sono in corso le procedure di aggiudicazione per Piacenza, Parma , Ravenna e Cesena./OC

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Comunicato Regione: Territorio

Iter chiuso, fondi finalmente disponibili: 74 milioni per la sicurezza idrogeologica in Emilia-Romagna. Operative le risorse per le casse d’espansione dei fiumi Baganza (Pr), Senio (Ra) e Lavino (Bo), per la sicurezza idraulica del torrente Sillaro (Bo) e le frane di Montefiorino (Mo)

Via libera dalla Giunta regionale al programma degli interventi, dopo la registrazione della Corte dei Conti dell’atto sulle risorse stanziate dal precedente Governo. Il presidente Bonaccini: “Si chiude il cerchio rispetto ad un importante impegno che avevamo assunto per garantire la sicurezza dei cittadini e delle imprese che operano sul territorio”. L’assessore Gazzolo: “Soddisfatti per l’avvio di opere necessarie, ma non vengano cancellate le altre previste dal Piano da 140 milioni messo a punto con ‘Italia Sicura’”

Bologna – Ora le risorse – 74 milioni di euro – sono certe. Un via libera atteso dalle comunità locali per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, a partire dalle due nuove casse di espansione per i fiumi Baganza e il nodo idraulico di Colorno, in provincia di Parma, e Senio, nel ravennate, oltre al completamento di quella del Lavino, nel bolognese. E sempre in provincia di Bologna interventi per la sicurezza idraulica del Sillaro, il potenziamento dell’impianto idrovoro “Il Conte” a Sala Bolognese e per intervenire su due frane a Montefiorino, in provincia di Modena.

Tutte opere previste dal Protocollo d’intesa siglato lo scorso dicembre dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dall’allora ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti. Ora, la Corte dei Conti ha registrato l’atto predisposto dal precedente Governo, che stanziò i fondi, rendendo disponibili le risorse. Ciò significache si può partire per ultimare la progettazione e avviare i cantieri. Nella seduta di ieri, la Giunta regionale ha infatti approvato il provvedimento che programma gli interventi e individua i soggetti che dovranno realizzarli: Aipo; Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile; Consorzio della Bonifica Renana e Comune di Montefiorino.

“La certezza delle risorse chiude il cerchio rispetto ad un importante impegno che avevamo assunto per garantire la sicurezza dei cittadini e delle imprese che operano sul territorio- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Si tratta di opere fondamentali che ci permettono di risolvere strutturalmente problematiche annose relative ai nodi idraulici del parmense, della pianura bolognese e del ravennate, fra i principali dell’Emilia-Romagna. Un risultato che corona un lavoro comune fatto insieme al Governo nazionale, agli enti locali e a tutti i soggetti impegnati nella sicurezza idrogeologica, una condivisione istituzionale che non può mai mancare quando si tratta rispondere alle esigenze delle comunità locali e garantire la manutenzione costante del territorio, per noi prioritaria”.

“Si tratta di fondi molto attesi e ora operativi”, aggiunge l’assessore alla Difesa del suolo, Paola Gazzolo. “Siamo soddisfatti- prosegue- perché potranno essere realizzati i lavori programmati, ma anche preoccupati perché la scelta dell’esecutivo nazionale di cancellare ‘Italia sicura’ apre una nuova pagina di incertezza. Non va messa a rischio la possibilità di realizzare in tempi brevi altri interventi anch’essi già programmati, previsti nel piano per l’Emilia-Romagna da 140 milioni di euro: fondi per la sistemazione di infrastrutture danneggiate, opere per la sicurezza del territorio, ma anche nuovi studi, tecnologie innovative per i monitoraggi e le attività di progettazione. Tutto questo non può essere fermato- chiude Gazzolo- siamo pronti al confronto col Governo perché ciò non avvenga”.

Gli interventi

Cassa di espansione del Baganza (Pr): 55 milioni – Ottenuta la disponibilità delle risorse, Aipo potrà approvare il progetto definitivo per la realizzazione della cassa di espansione del Baganza e pubblicare la gara europea per l’affidamento della progettazione esecutiva. Si tratta di un intervento che assicurerà la sicurezza idraulica dei territori di Parma e Colorno.

Cassa di espansione del torrente Senio (Ra): 8,5 milioni – Nei Comuni di Brisighella, Faenza e Riolo terme, l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile procederà all’approvazione del progetto definitivo.

Nodo idraulico bolognese: 7,4 milioni – Sono ora disponibili i fondi per le opere di completamento della cassa di laminazione per la riduzione delle piene del torrente Lavino a Rivabella di Zola Predosa (5,6 milioni) e per il completamento dei lavori per il deflusso delle acque lungo il torrente Sillaro (circa 1,8 milioni) tra Imola e Medicina (Bo) e Argenta (Fe). Inoltre, il Consorzio della Bonifica Renana potrà concludere e procedere all’approvazione del progetto esecutivo per potenziare l’impianto idrovoro “Il Conte” a Sala Bolognese.

In provincia di Modena, 1,5 milioni di euro serviranno infine a consolidare l’abitato di Montefiorino e l’area di frana che minaccia Farneta.

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Agrinsieme Ferrara: le eccellenze italiane volano in Giappone

Per il coordinamento è positivo l’accordo commerciale tra Unione Europea e il paese del Sol Levante, un mercato ricco e in forte espansione con quasi 130 milioni di potenziali consumatori
FERRARA – “Il mercato giapponese rappresenta una grande opportunità per i prodotti d’eccellenza italiani e magari tra qualche anno sarà assolutamente normale vedere la nostra Pera Abate Igp sugli scaffali dei supermercati del Giappone – spiega Stefano Calderoni, coordinatore di Agrinsieme Ferrara. Per il coordinamento, che riunisce le principali associazioni agricole e cooperative agroalimentari, è certamente positivo l’accordo di scambio commerciale tra Unione Europea e Giappone, siglato a Tokyo lo scorso 17 luglio. Questo partenariato economico prevede il rafforzamento degli scambi – che rappresentano già circa il 2,5% delle esportazioni agroalimentari italiane, per un valore di 38mld di euro – grazie all’abbattimento di dazi doganali molto elevati e alla semplificazione normativa. In Giappone esistono, infatti, procedure lunghe e onerose per approvare una singola varietà di frutta che finiscono per dissuadere gli esportatori italiani.
“Il nostro paese esporta già – continua Calderoni – molti prodotti agroalimentari in Giappone, che è il sesto paese di destinazione extra-europeo per l’export. In particolare arrivano nel paese del Sol Levante: vini e mosti (151 mln di euro); oli e grassi (120 mln di euro); ortaggi freschi e trasformati (113 mln euro); cereali, riso e derivati (98 mln euro); animali e carni (89 mln euro); latte e derivati (61 mln di euro), (dati Istat elaborati da Ismea 2017). Con il nuovo accordo verranno riconosciute oltre duecento indicazioni geografiche europee, di cui 45 italiane, che rappresentano il 90% del valore dell’export agroalimentare delle denominazioni del nostro Paese. Si tratta di una grande opportunità perché il mercato giapponese è ricco e ci sono quasi 130 milioni di potenziali consumatori da raggiungere, che sono tendenzialmente esigenti e alla ricerca di prodotti di qualità. Penso, naturalmente, alla nostra Pera Igp che, grazie alla semplificazione delle procedure di valutazione dei prodotti ortofrutticoli che possono entrare nel paese, potrebbe trovare uno sbocco commerciale davvero molto interessante. In generale, comunque, una relazione economica più stretta tra Europa e Giappone può portare benefici a molte aziende agricole del nostro territorio, perché più prodotti vengono immessi sui mercati extraeuropei, più si riduce la concorrenza sul mercato interno, generando un effetto traino sulle produzioni e dando maggiore stabilità ai prezzi.
Bisogna incentivare – conclude il coordinatore di Agrinsieme Ferrara – la firma di altri accordi per favorire l’export su nuovi mercati, perché possono garantire maggiori tutele ai prodotti italiani e offrire una maggiore capacità di fare reddito. Inoltre queste partnership favoriscono e valorizzano il nostro Made in Italy, riducendo al contempo le contraffazioni dei prodotti agroalimentari, una piaga ancora ben lontana dall’essere debellata”.

DIARIO IN PUBBLICO
Lezzi e lazzi in riva al mare sulle arie di Mozart

Dice Don Giovanni nell’opera mozartiana rivolto a Leporello: “Sento odor di femmina”. Qui al Laido degli Estensi nella settimana bollente del Ferragosto non si sente odor di femmina ma odor di marcio; infatti nonostante le cifre record versate al comune di Comacchio i cassoni esplodono d’immondizia non raccolta, le strade coperte da una spessa coltre di aghi di pino trasudano incuria, indifferenza, sberleffo che si riassume nella ormai italianissima frase “arrangiatevi”. E mentre schiere di imbufaliti rovesciavano rifiuti per terra vicino ai cassoni alla fine (domenica mattina) un poveraccio della ditta appaltatrice arriva a rimuovere con evidente fatica e da solo gli espurghi dei villeggianti. E se non pagassimo più il salatissimo conto che Comacchio invia ai proprietari delle case laidesche e si boicottasse l’ineffabile ditta Brodolini?
Così non resta che imprecare e ripromettersi di non mettere più piede in questo luogo abbandonato al più banale fai da te… se ci riesci.
L’amico Raffaele Manica solennemente annuncia in fb: “Mai letto un libro in spiaggia! Nascondo le pagine sportive dietro quelle dei grandi quotidiani.”
Invece da sempre la lettura o meglio la ri-lettura di testi considerati sacri mi serve ad isolarmi dal piccolo mondo degli ombrelloni, dalla vista di pelli tatuate, di lati b eccessivi, di rigogliose panze (non piante). Sto leggendo il saggio di Massimo Mila sul “Flauto magico” prossimo impegnativo lavoro che in ottobre inaugurerà la tre giorni ideata da Anna Dolfi a Firenze sul tema “Notturni italiani” Confronterò il testo dell’opera mozartiana con la Notte cantata da Pindemonte, con l’”Incubo” di Füssli, con la Regina della notte del “Flauto magico” e con il meraviglioso film di Ingmar Bergman sull’opera mozartiana. Ciò che unisce questi temi è la necessità di sconfiggere la notte della conoscenza e riportare la luce; cosa non molto conosciuta dall’attuale governo con la pervicace sua convinzione di rimandare l’obbligatorietà della vaccinazione. Da buon radical-chic (o shit a seconda di chi mi giudica) nella finzione da spiaggia tengo per la notte, forse obnubilato dall’insopportabile vampa di calore che tutto opprime e tutto avvolge. Così la Regina della notte con i suoi gorgheggi mi affascina e pure tengo per il negro cattivo Monostatos. Rifletto: nel secolo dei lumi, nella luminosa massoneria (quella vera non alla Berlusconi) che avrebbe dovuto produrre l’accesso al tempio solare della bontà, della tolleranza, dell’amicizia perché il cattivo rimane il negro? A cosa aspira Monostatos? A quella uguaglianza di razze, al principio di tolleranza e dell’amicizia? E Monostatos vuole avvicinarsi alla pelle bianca di Pamina, a baciarla, ad accarezzare quelle carni bianche. Invano. Il suo noiosetto padrone Sarastro somma luce del tempio perché lo tiene? Sarebbe come imporre i desiderata dei giallo-verdi con le ‘prove’ richieste da Tria.
Sono consapevole che queste sono riflessioni da bar sport indotte dal caos che nessun tempio della saggezza saprebbe risolvere; così forse per capire a quale punto della notte stiamo arrivando occorre capire l’argentea cattiveria del regno della notte. Volfango ne era ben consapevole. Alcuni grandi saggisti suppongono che la figura del cattivissimo Monostatos come rileva Mila “è tracciata nell’opera con un tocco di popolaresco, ma innegabile razzismo” e si deduce che probabilmente fosse mutuato sul più rispettabile nero di Vienna, amico di Mozart e appartenente alla stessa setta massonica: Angelo Soliman.
In Mozart c’è tutto. Secoli prima. E ancora il simpatico Pappageno col suo vestito piumato, ‘normale’ giovane che cerca la sua Pappagena è anche lui illuminato e sussulterebbe all’ultima trovata del nero Salvini che solleticando l’aspetto più retrivo dei cattolici di destra vorrebbe imporre in luogo di genitore 1 e 2 padre e madre cancellando così 50 anni di lotte per la genitorialità.
Dalla giusta lotta per l’affrancamento dei popoli come accade per il giacobinismo che produce Napoleone possiamo capire quanta strada c’è ancora da percorrere per i ‘negri’. Dalla insopportabile “Capanna dello zio Tom” alla Mamie del film “Via col vento”.
Ora i negri vagano sui battelli e gommoni nel mare ‘nostrum’ o raccolgono pomodori a 2 euro all’ora.
Cosa sarà capace di fare il governo giallo-verde. O meglio il vero ‘capo’ che si chiama non Conte ma Matteo Salvini? Nella domenica del ballo in spiaggia, timidamente s’avvicina il ricciuto bagnino Luca e mi domanda cosa insegnavo all’Università. Glielo ho detto ma mi rimane la curiosità per quella domanda. E scopro che oltre a fare il bagnino e a giocare a football americano (o qualcosa del genere) , Luca si sta laureando in filosofia del linguaggio.
Quanti giovani così straordinari nasconde questa Italia che non si merita di diventare Itaglia?