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Giorno: 21 Settembre 2018

Laboratorio Civico Ferrara – Ampliamento commercio

Da: Laboratorio Civico Ferrara

Non vi erano dubbi che anche questa amministrazione, come del resto, quelle precedenti, si togliesse la soddisfazione di allargare alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) le superfici di vendita.
Constatiamo che non viene fatto in modo silente, o meglio, velatamente, ma in modo spudorato con l’ampliamento del 20%, tutto dedicato esclusivamente a favore della grossa distribuzione.
Constatiamo inoltre che in un momento dove la crisi regna sovrana e l’inevitabile calo dei consumi è un dato di fatto, la “genialata” più grande non è ampliare il numero degli occupati ma ampliare le superfici.
Proprio a tal riguardo, si può fare la “prova del nove”, mettendo in colonna il numero degli occupati negli ultimi 5 anni e il numero degli stessi dopo la messa in pratica di suddetta delibera, controllando se il numero delle assunzioni saranno direttamente proporzionali rispetto all’aumento delle superfici, controllando inoltre la tipologia dei contratti e soprattutto la durata degli stessi.
Ci troviamo ancora una volta al cospetto di una mala gestione da parte di questa amministrazione, tanto che il significato di questa delibera è togliere spazi e respiro ad una città che già oggi gode del primato in Europa come densità di grande distribuzione organizzata rispetto al numero di abitanti.
Ricordiamo che per noi i negozi e mercati sono le luci della nostra città e sono un deterrente a costo zero contro la delinquenza.
Il continuo e reiterato togliere alle piccole imprese per dare sempre di più alla grande distribuzione, non è un’zione degna del noto Robin Hood, al contrario, è una manovra imposta che indebolisce sempre di più le piccole imprese che oltre a fare i conti con una tassazione alle stelle dello stato, ormai insostenibile, deve fare i conti con gli amministratori che per questioni ancora in via di definizione, favoriscono ancora una volta i “potenti”.
Con questa manovra o manovrina, come qualcuno la chiama, vorremmo capire chi ci guadagna.
Certamente non le piccole imprese, neppure le piccolissime, neppure il consumatore, poiché a Ferrara è riscontrato che ha modo di scegliere a dismisura e con i dati della camera di commercio che segnalano come il comparto commerciale sia in profonda crisi sul territorio, soffrendo di un continuo costante e inesorabile aumento delle chiusure di negozi che ormai arrivano a colpire anche la media distribuzione. Il commercio soffre di una dovrà presenza di offerta e si decide di aumentarla ancora a vantagggio di pochi.
Una piccola finestra sul commercio fuori porta, negli Stati Uniti stanno demolendo a colpi di gru, tutto quello che stiamo costruendo con superficialità e senza rispetto per l’ambiente.
Noi crediamo che queste questioni lascino riflettere non poco.
Dati alla mano, solo nel nostro comune abbiamo 55.000 metri quadri dedicati alla grande distribuzione, infatti i dati statistici confermano che Ferrara è la città che ospita il maggior numero di centri commerciali di medie e grandi dimensioni d’Italia.
Questa delibera, se dovesse essere approvata, porterebbe effettivamente ad un ulteriore aumento di metratura dedicato esclusivamente ai “grandi”, con la possibilità concreta che chiunque con superficie media, possa di fatto chiedere l’ampliamento a 2.500 mt, per poter successivamente usufruire di questa “UNA TANTUM” per potersi ingrandire in modo esponenziale toccando i 3.000 mt, passando di fatto da struttura “media” a struttura “grande di livello inferiore”.
Un passo che non ha senso, un passo che al momento neppure la grossa distribuzione non è in grado di ottemperare visto e considerato che i consumi sono calati in modo vertiginoso.
Se le stesse agevolazioni che si “regalano” ai colossi fossero date alla piccola impresa in modo da potersi difendere dalla crisi, in modo da potersi rinnovare, magari creando aree più appetibili, non ci troveremmo probabilmente di fronte ad una grande distribuzione che a macchie di leopardo ha invaso tutto il nostro comune.
Purtroppo, squadernando altri dati, riscontriamo che la disoccupazione nel nostro territorio ha dati allarmanti, tanto che siamo i primi in regione come grande distribuzione e siamo gli ultimi come occupazione.
Considerato questo, la grande distribuzione non porta questa grande occupazione come vuole farci credere ancora una volta questa amministrazione, tanto più che il mondo del centrosinistra per la politica che ha portato avanti in tal senso e per le scelte che hanno portato alla distruzione del commercio, è arrivata al capolinea.
Noi di Laboratorio civico, siamo dalla parte di chi ha insegnato nel tempo che il lavoro aiuta a crescere.
Non denota senza alcun dubbio una crescita la linea di questa amministrazione che promuovendo queste delibere scellerate, da la possibilità di crescita a dismisura a complessi commerciali sempre più grandi di insediarsi nel nostro territorio senza contare che una volta svuotati, svuotano inevitabilmente la città e favorendo la migrazione della ricchezza fuori dal territorio.

Sabato 22 Settembre in programma i primi due concerti di Ferrara Chamber Academy

Da: Organizzatori

Sabato 22 settembre prosegue la stagione 2018/2019 di Ferrara Musica e si concretizza, nella prima giornata di concerti, l’attività di Ferrara Chamber Academy.
L’Accademia – che si avvale della direzione di due musicisti della Chamber Orchestra of Europe, il violinista Mats Zetterqvist e il violoncellista Richard Lester – propone alle 18 un concerto pomeridiano, a ingresso gratuito e ospitato al Ridotto del Teatro, che si concluderà con un piccolo aperitivo offerto al pubblico. Questo primo appuntamento vedrà come interpreti i giovani allievi italiani, impegnati nell’esecuzione di due capolavori del Romanticismo Russo. In apertura Sebastian Zagame (violino), Angelika Strano (violino), Aurora Arcudi (viola) e Cecilia Chiara Ginevra Alessio (violoncello) eseguiranno il primo movimento del Quartetto n. 2 in re maggiore di Borodin, una delle sue composizioni più conosciute ed amate, scritta di getto nel 1881 in soli due mesi. A seguire, Carlotta Travaglini (violino), Guglielmo Alessandro Ghidoli (violino), Francesca Marino (viola), Ludovico Matteo Carangi (viola), Eugenio Catale (violoncello) e Rachele Rossi (violoncello) saranno gli interpreti del secondo movimento del Sestetto per archi in re maggiore “Souvenir de Florence” di Čajkovskij, omaggio del compositore all’Italia e a Firenze, permeato dalla felicità dell’invenzione melodica tipica del suo autore.
Il concerto serale, previsto alle 20.30 e inserito nell’abbonamento della stagione 2018/2019, presenta un programma da contenuti musicali affini, sempre ispirato alla musica russa e dell’Europa dell’est. A interpretarlo sarà un ensemble d’archi di venti musicisti, costituito da orchestrali dell’EUYO e dai tutor dell’Accademia. Si comincia con il Cantus in Memoriam Benjamin Britten, il pezzo più popolare di Arvo Pärt, composto nel 1977 come un’elegia in occasione della morte di Benjamin Britten, avvenuta l’anno precedente. Concepito per orchestra d’archi e campana, il Cantus è un breve canone in la minore, un primo esempio dello stile di “Tintinnabuli” tipico del compositore estone. Il programma prosegue poi con la Sinfonia da Camera in do minore op. 110a di Šostakovič, una trascrizione per orchestra, realizzata dal violista e compositore Rudolf Barshai, del Quartetto per archi n. 8 in do minore, op. 110 (1960). Il quartetto venne ispirato dalla notizia della devastazione della città di Dresda da parte degli alleati nel febbraio del 1945, nel quale morirono 140mila persone. Nella composizione si spazia da una quieta e introspettiva angoscia, a sezioni violente, più veloci, compresa una, dal carattere onomatopeico e descrittivo, che rappresenta i fragori del bombardamento. Nella seconda parte del concerto saranno eseguiti i Tre pezzi in stile antico di Henryk Gorecki, un brano del 1963, nel quale il compositore polacco mostra la sua inclinazione per un discorso musicale dai riferimenti arcaicizzanti, nel ricorso alla modalità e alla tradizione popolare del suo Paese. I Tre pezzi si sviluppano secondo una trama espressiva di malinconica introspezione, esaltata dal lento rincorrersi delle frasi. La Serenata per archi op. 48 di Čajkovskij, che chiude la serata, fu scritta nel 1880. In essa, nonostante l’obiettivo di realizzare una composizione ispirata al mondo classico, si affaccia l’elemento biografico, con le sue inquietudini e i suoi entusiasmi, che la trasforma in un unicum di prepotente bellezza e originalità. È considerata a tutt’oggi una delle composizioni più belle e popolari del musicista russo, e lui stesso la considerava una delle migliori.

Peruffo (FI) – Interrogazione regionale sulla mancata erogazione di 10 milioni all’agricoltura

Da: Forza Italia Ferrara

Paola Peruffo ha dichiarato in merito: “Cia Agricoltori Ferrara ha evidenziato un ammontare complessivo di 10 milioni di finanziamenti ancora fermi, destinati ai produttori di grano duro, a fronte della crisi del mercato dei cereali. Ho chiesto al collega Andrea Galli, capogruppo di Forza Italia in Regione, di interrogare la Giunta affichè si attivi direttamente per superare l’impasse burocratico ed eventualmente di anticipare tali somme attraverso l’agenzia regionale, dato che stiamo parlando di aziende locali in forti difficoltà. Questi incomprensibili ritardi hanno ovviamente pesanti ripercussioni sulle aziende e i lavoratori agricoli. Presto il caso sarà presentato anche in Parlamento attraverso l’interessamento dell’on. Galeazzo Bignami che ringrazio”.

Possibili disagi per sciopero Clara lunedì 24 settembre

Da: Clara S.p.a

Le organizzazioni sindacali FP-CGIL, FIT-CISL e UILTRASPORTI di Ferrara hanno indetto uno sciopero per i lavoratori di CLARA spa per l’intero turno di lavoro di lunedì 24 settembre.
Nella giornata di lunedì potrebbero perciò verificarsi disservizi nella raccolta dei rifiuti e disagi legati all’eventuale mancata apertura di alcuni Centri di raccolta e Sportelli clienti. Saranno in ogni caso garantiti i servizi essenziali previsti per legge.

Coldiretti Ferrara: Floriano Tassinari è il nuovo presidente della federazione estense. Rinnovato anche il consiglio

Da: Coldiretti Ferrara

Eletto all’unanimità dall’Assemblea dei delegati riunita all’Hotel Ferrara il presidente della Federazione ferrarese per il quinquennio 2018-2023. Rinnovato anche il Consiglio Provinciale.

Viene dall’alto ferrarese il nuovo presidente di Coldiretti Ferrara.
Floriano Tassinari, centese di nascita, con residenza a Corporeno, classe 1958, conduce con il fratello Frediano un’azienda agricola con terreni distribuiti all’intersezione di tre provincie: Ferrara, Bologna e Modena, su una superficie di circa 150 ettari, oggi prevalentemente a seminativi ed in parte a ortofrutticoli, in particolare pere Abate, e da ieri è il nuovo presidente provinciale di Coldiretti.
L’Assemblea che si è svolta giovedì 20 settembre, presso l’Hotel Ferrara, alla presenza anche del Presidente regionale Mauro Tonello, ha eletto anche il nuovo Consiglio Direttivo provinciale, ovvero i 19 membri che per il prossimo quinquennio governeranno la Federazione ferrarese.
Tassinari, ha già fatto parte del consiglio e della giunta provinciale ed ha vissuto in prima persona le iniziative ed i progetti di Coldiretti, “un patrimonio per i nostri soci, per tutta l’agricoltura e per tutto il Paese – evidenzia – vista l’importanza strategica dell’agroalimentare made in Italy”.
E proprio sulla valorizzazione del made in Italy, sullo sviluppo delle filiere e sulla redditività delle imprese (“che sono al centro del progetto – sottolinea Tassinari – e che devono poter recuperare valore economico nella loro attività”), sulle battaglie per l’origine di tutte le produzioni, sulle regole e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, si imposterà l’azione dei nuovi organi dirigenti per i prossimi cinque anni, sviluppando anche gli strumenti associativi con un occhio all’innovazione ed ai servizi di alto livello, anche grazie alla collaborazione con Coldiretti regionale.
“Coldiretti Ferrara è parte importante di una squadra vincente: con lo stesso spirito di servizio e di squadra sapremo interpretare le richieste dei nostri soci e calarle nel quadro del nostro progetto nazionale – chiosa ancora Tassinari – certi che il nostro modello di Agricoltura è l’unico che da prospettive di futuro alle imprese”.

I 19 componenti del consiglio eletti nel corso dell’assemblea sono:
Bellini Luca (Mesola-Goro); Benini Alessandro (Voghiera); Crovetti Rino (Argenta); Di Domenico Vito (Masi Torello-Portomaggiore); Fanton Leonardo (Comacchio); Frigati Moreno (Poggio Renatico); Gambarin Francesco (Berra); Guglielmo Luciano (Formignana-Tresigallo);Maestri Stefano (Copparo); Magri Giulio (Ferrara 2); Menghini Filippo (Bondeno); Paganini Gianni (Ferrara 3); Pappi Moreno (Codigoro-Lagosanto); Piazzi Marcello (Ferrara 1); Ricci Antonio (Ostellato); Sandali Alessandro (Ro); Signorini Alberto (Vigarano Mainarda); Tartari Mirco (Terre del Reno); Zaghi Edoardo (Fiscaglia-Jolanda).
A questi si aggiungono i componenti di diritto, ovvero il delegato di Giovani Impresa Filippo Pallara; la rappresentante di Donne Impresa Monia Dalla Libera ed il presidente dei Pensionati Marco Bianconi, eletti nei mesi scorsi dalle rispettive assemblee

Post sisma. l’Agenzia per la ricostruzione della Regione Emilia-Romagna premiata alla Fiera Remtech di Ferrara

Da: Regione Emilia Romagna

Il riconoscimento, attribuito per l’attività di coordinamento e gestione della fase di ricostruzione, è stato consegnato dall’assessore Aldo Modonesi al direttore della struttura regionale, Enrico Cocchi

Bologna. È stato assegnato all’Agenzia regionale per la ricostruzione – Sisma 2012 un premio per l’attività di coordinamento e gestione per il processo di ricostruzione. Il riconoscimento è stato consegnato dall’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Ferrara, Aldo Modonesi, in occasione della fiera Remtech Expo, che si chiude oggi nella città estense.
Per la Regione era presente il direttore dell’Agenzia, Enrico Cocchi che ha anche partecipato alla tavola rotonda sul tema “Dall’emergenza alla ricostruzione: lo stato delle ricostruzioni e la gestione delle macerie” insieme a tecnici, amministratori ed esponenti delle associazioni di categoria coinvolti nei processi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del centro Italia e di Ischia.
Remtech è un evento di carattere internazionale focalizzato su bonifiche, rischi ambientali e naturali, sicurezza, manutenzione, riqualificazione, rigenerazione del territorio, cambiamenti climatici e chimica circolare. Ricca la presenza di esperti del settore che hanno condiviso esperienze per approfondire la preparazione alla gestione di catastrofi conseguenti tragici eventi calamitosi.

Question time: situazione camper parcheggio Rampari di San Paolo.

Da: Segreteria Gruppo consiliare PD

PREMESSO CHE
– Da diverso tempo si rilevano segnalazioni di cittadini della zona di Rampari di San Paolo ricevute sia
a mezzo stampa che in maniera informale. Tali segnalazioni evidenziano la presenza di nuclei
familiari che risiedono in camper nel parcheggio limitrofo;
– La situazione segnalata perdura da almeno un anno. Si tratta di diversi nuclei familiari con presenza
di minori che dimorano per lunghi periodi, anche se non continuativi in una zona non idonea alla
permanenza;
– Esiste un’area di sosta camper contigua al parcheggio libero dell’ex mof idoneamente attrezzata al
campeggio;
– In questo Consiglio Comunale si è già discusso largamente in merito alla zona e alla necessità di
migliorare la funzionalità e il decoro degli spazi sia per ragioni turistiche che per garantire il
benessere dei residenti;
SI CHIEDE
– Cosa si è fatto sino ad ora a fronte delle numerose segnalazioni arrivate;
– Cosa si intende fare nell’immediato futuro, considerando, oltre al tema del decoro e dell’utilizzo
corretto dello spazio, la presenza di minori in un contesto di vita problematico;
– Cosa sta facendo Ferrara Tua per organizzare l’area parcheggio in modo da evitare tali situazioni.

#VocidalGad – Lorenzo Marcucci: “Il Gad è una Grande Area Degradata”

Per la terza intervista #VocidalGad ha dato la parola a Lorenzo Marcucci, consigliere del Movimento 5 Stelle ed attivista del “Comitato Zona Stadio”.

Lorenzo Marcucci

Iniziami a parlare della tua attività, che fai nella zona GAD in generale.
Sono arrivato in consiglio comunale nel 2011, quando sono tornato dall’estero a Ferrara. Presi casa in questo quartiere perché i prezzi erano relativamente più bassi rispetto alle altre zone. Da allora ho cominciato ad interessarmi delle problematiche della zona e, piacendomi molto l’idea di Grillo del blog, ho creato quello dei residenti della zona stadio, per parlare delle problematiche che secondo me possono essere collegate al 95% allo spaccio.

C’è ancora questo blog?
Si è http://ferrarazonastadio.blogspot.com/. Lì c’è tutta la mia storia.

Poi l’avvicinamento al Movimento..
Si, essendo molto affine al Movimento, quando si venne a creare la lista a Ferrara, mi avvicinai ai 5 Stelle. Avevo un problema e cercavo qualcuno che potesse aiutarmi a risolverlo. Questo è, appunto, lo spaccio o il poter uscire con mia figlia al parco senza preoccupazioni.

Ti faccio un esempio su questa problematica: vicino all’area di “sgambamento” per i cani di via Sauro, c’è un’altalena dove mia figlia voleva andare a giocare. Di fianco si spacciava, per cui quando arrivavo lì con mia figlia, lo spacciatore ci allontanava con atteggiamenti intimidatori. Questo tipo di comportamenti qui è lo standard. All’epoca la polizia rispondeva spesso “lo sappiamo ma non possiamo farci niente”.

Le cose da allora sono cambiate ed è nato anche il “Comitato zona stadio” con il quale collaboro.

Si sono fatti dei passi avanti quindi?
Sicuramente le forze di polizia hanno preso coscienza che il problema c’era ed era grosso ed hanno cominciato a fare degli interventi interessanti. Parlo dal 2012 in poi anche se in realtà anche il questore che c’era prima del 2012 si impegnava molto su questo fronte. Ricordo che c’è stato anche uno scambio interessante sul Resto del Carlino, fra l’allora questore e il sindaco, in cui il questore disse “la situazione è ingestibile alla Gad” e il sindaco intervenne per dire “no non è vero”. Questa è l’accusa più grande che faccio al sindaco, cioè l’aver sottovalutato il problema, anche perché oggi ammette che qui “c’è un problema di ordine pubblico”. Quindi sì, le cose sono cambiate perché hanno preso molta più consapevolezza e anche la ‘botta’ politica che ha ricevuto il Pd il 4 marzo lo ha smosso da quelle che erano le “percezioni soggettive”.

Ti riferisci alla famosa dichiarazione dell’assessore Sapigni?
Certo. Ero presente quando la Sapigni disse questa frase e ne disse anche altre ma che ora non ricordo bene…

Molti del Pd, tra cui Ilaria Baraldi, sostengono che la legalizzazione potrebbe essere un deterrente al problema dello spaccio, cosa ne pensi?
Anche secondo me, ma il problema principale è che non posso aspettare una legge a livello nazionale perché il problema è del quartiere ed i tempi sarebbero troppo lunghi. Comunque spacciano anche droghe pesanti come la cocaina e l’eroina, e queste non le puoi legalizzare. Io non sono contro lo spaccio in sé, lo spaccio è un problema quando non viene gestito in modo coerente con i giovani, anche e soprattutto i minorenni. Da quello che mi riferisce il Sert anche la marijuana non è più quella di una volta.

Sono cambiate le componenti?
Si e oltretutto con modifiche genetiche, semplicemente selezionando le piante oppure con modifiche più pesanti a livello chimico, il che fa anche della cannabis una droga pesante per cui non puoi lasciare che i ragazzini escano dalla scuola ed arrivino alla stazione e vengano intercettati dagli spacciatori che gli vendono la droga. Ho visto io stesso i minorenni che venivano fermati, discutevano, si scambiavano della roba. Ricordo anche che nel 2011 ci fu un’operazione di polizia chiamata “November Rain” in piazzetta Toti, in cui videro una sedicenne vendere il berretto firmato allo spacciatore per la dose. Minimizzare, come hanno fatto all’epoca, è un danno per la città, non solo per il quartiere ed io sono convinto che ci sia, per volontà o per incapacità di gestione, una ‘zonizzazione’ dello spaccio.

Il Comitato zona stadio ha avuto anche una fase collaborativa con il Comune rispetto ad altre associazioni. Cosa ha ottenuto?
Non moltissimo, c’è un aiuola con tante piantine, però gli spacciatori sono ancora da quelle parti.

L’arrivo dell’esercito ha migliorato le cose o ha spostato solo i luoghi di spaccio?
Non sono così sicuro che l’esercito stia veramente incidendo così tanto sugli spostamenti, è una cosa che non mi sento di dire perché ci vorrebbe un’analisi approfondita.

Vorrei aggiungere una cosa al riguardo: ci sono in giro per la città tanti giardini che dopo le 19 diventano vuoti, però non c’è presenza di spacciatori. Qui invece il problema c’è e il Comune vorrebbe occupare gli spazi con delle iniziative per ‘riappropriarsi’ degli spazi. Però da un po’ ci sono anche in via Carlo Mayr i pushers, dove c’è talmente tanta gente che non puoi parlare di “occupare gli spazi”.

Sono agli angoli…
Esatto. Ce n’è uno ogni 20 metri. Allora mi chiedo come si fa a giustificare ancora oggi che il problema al Gad è portare la gente nei giardini quando oramai si è accertato che gli spacciatori vanno anche in centro? Senza parlare dei problemi burocratici e della furbizia degli stessi perché non hanno mai grosse quantità addosso e quindi i poliziotti, anche quando li prendono, non possono fare molto.

Nei fatti questa giunta comunale fa le feste e le attività perché doveva spendere i soldi ma sono solo scelte elettorali. Quando poi gli arriva il ‘Piano periferie’ da 18 milioni di euro cosa fa? Il Meis, La Darsena, San Paolo, l’Ex mof… Io se avessi 18 milioni di euro da investire sulla riqualificazione delle periferie comincerei a pensare in modo concreto al commercio, comincerei a pensare ad avere hotel aperti davanti alla stazione, delle attività che riqualifichino davvero la zona.

Si tende un po’ al “mordi e fuggi”?
A me sembra proprio che si tenda a uno “spendiamo i soldi come vogliamo noi”. In pratica si tratta di investire soldi in una certa categoria che se vuoi possiamo chiamare “gli amici degli amici”. Maisto ha parlato esplicitamente di una precisa scelta politica.

Ti riferisci alla presunta vicinanza tra Maisto e delle associazioni?
Sì, non so se sia giusto o sbagliato, però i soldi per i bandi li spende non ragionando prima sul da farsi. I famosi 400mila euro per la riqualificazione non verranno spesi per fare ciò, a parer mio.

Sembra quasi che il Pd si sia costruito delle piccole “isole di felicità” all’interno del quartiere Gad, al di fuori delle quali però regna la Lega..
Ci sono dei pozzi che assorbono fondi in un modo incredibile, perché i 400mila euro sono andati sostanzialmente al Wunderkammer, dove fanno anche dell’ottimo lavoro, però l’obiettivo principale è l’attività culturale e non la riqualificazione, che va in secondo piano, infatti sono quasi 15 anni che si fanno questi tipi di lavori, ma il quartiere non ne risente in un modo positivo.

Anche la Baraldi, tornando al discorso di prima, ha detto che il problema del degrado è stato “sottovalutato”…
Ci sono delle persone che in Gad non ci sono mai venute e che leggendo solo dei giornali vedono che il sindaco dava dei razzisti ai residenti, quindi la gente pensava che qui non ci fossero gli spacciatori e che fosse solo un problema di razzismo.

Io definisco il Gad come ‘Grande Area Degradata’, una zona che comprende oramai più parti che sono messe come noi della zona stadio.

I richiedenti asilo che vengono portati qui e non riescono a sbarcare il lunario sono avvicinati da quella che secondo me è un’organizzazione mafiosa e quindi entrano nel giro della malavita. Non è una questione di razzismo.

C’è quindi una vera e propria organizzazione criminale di origine nigeriana in zona Gad che gestisce lo spaccio?
Ti posso dire questo. Quando andammo io e il collega Balboni a parlare col nuovo questore e toccai il punto proprio della mafia nigeriana, lui non ammise palesemente che ci fosse ma disse c e “Se ci fosse una mafia sarebbe una struttura organizzata e gli spacciatori cercherebbero di intimidire le persone che vanno in giro per il quartiere per riuscire a controllare il territorio”, alchè io gli dissi che era esattamente quello che succedeva. In sostanza non so darti una risposta precisa alla tua domanda ma ho la netta impressione che sia così. Comunque spero che ci sia un’analisi attenta su questo fenomeno.

Ma ti racconto un aneddoto: nel 2012 avevo un cane che quando usciva si sedeva spesso. Gli avevo insegnato a farlo dove sostavano gli spacciatori, però fui aggredito verbalmente e addirittura cercarono lo scontro, perché gli avevo occupato la zona. L’operatore della polizia che chiamai mi disse “Lei non può fare così perché in questo modo occupa il loro spazio di spaccio”. Anche questa riposta fu uno dei motivi che mi fece dire “non ci siamo”. Oggi sono un po’ più accorti perché la polizia sta ponendo più attenzione.

Cambiando un attimo argomento: alle amministrative dell’anno prossimo il Movimento che farà?
A livello locale non credo ci sia modo di fare un’alleanza come quella nazionale, però noi dobbiamo continuare a porre l’attenzione su determinate questioni. Secondo me il Movimento dovrebbe porsi come soggetto che superi la divisione destra-sinistra.

C’è una vicinanza di obbiettivi però tra voi e la Lega locale, e sicuramente il Gad potrebbe essere un punto di unione.
Anche se mandassimo a casa i 2 o 3 delle persone che non hanno diritto di stare qui, non si cambierebbero le cose, è la ghettizzazione che si è creata che va combattuta.

Quindi l’immigrazione clandestina non il problema?
Non mischio immigrazione e spaccio. Se non sono migranti ci sarà qualcun altro a farlo. Sicuramente andrebbe gestita diversamente e su questo mi trovo d’accordo con la linea del ministro Toninelli.

Aggiungo anche che molti dei migranti che arrivano sulle coste vedono l’Italia solo come zona di passaggio, ma con le attuali leggi a livello europeo rimangono bloccati in un Paese che non offre loro sbocchi lavorativi se non il doversi “vendere” a caporali, spacciatori o protettori.

In sostanza il Gad è una zona vivibile o no?
Io mi lamento solo dello spaccio per il resto è un quartiere bellissimo ed è proprio per questo che io sono molto arrabbiato. La comodità di uscire di casa e sapere che in 4 minuti e 30 secondi sono davanti alla pensilina del treno non la baratterei con nulla. I giardini, le attività all’Acquedotto, tutto bellissimo ed è per questo che va assolutamente salvaguardato.

I DIALOGHI DELLA VAGINA
Montalbano sono!

“Sai che ti dico, che se tu non puoi parlare, lo faccio io: sono stanca di aspettare una tua telefonata, una tua visita, una tua qualsiasi proposta. Io aspetto, aspetto…sono in attesa da una vita, sospesa tra il tuo lavoro e quello che dovrebbe accadere in un futuro che non arriva mai. Ma secondo te è normale che tu non mi abbia cercata per giorni? Che tu non ti chieda come sto io, cosa faccio, come mi sento? Salvo, c’è una sola cosa che può giustificare il tuo comportamento: tu non mi ami più. O comunque non abbastanza da fare qualcosa per me. Ed io, adesso, sono stufa di dare priorità solo a quello che è meglio per te. Io voglio pensare a me. Perdonami, forse non è giusto dirtelo per telefono ma sono davvero esausta. Per me la nostra storia è alla fine.”
Livia a Salvo Montalbano
Il metodo Catalanotti, Andrea Camilleri (Sellerio 2018)

Da quando la conosco, sono sempre stata dalla parte di Livia. La fidanzata di Montalbano è una donna messa in stand by che ha deciso di non aspettare più. E non è urgenza d’altro o impazienza, Livia si è svuotata: non è più piena di lui, dell’importanza, dell’amore che ha mandato avanti tutto per anni. È finita la malinconia dolce di cui un rapporto a distanza si nutre, la bolla di perfezione degli incontri si è rotta, bucata dalla stanchezza di una vita esausta in sala d’aspetto.
Come Livia, ce ne sono di donne che a un certo punto si stancano di dedicarsi a un amante, a un marito, a qualcuno che non vuole esserci. Ma per stancarsi bisogna avere aspettato tanto, essersi fatte andare bene l’attesa edulcorata dal pensiero che qualcosa sarebbe arrivato.
La proiezione sposta lo sguardo in avanti, il pensiero è proteso verso una data, una sera, un fine settimana, ma intanto sfugge il presente che è fatto di sostanza, soddisfazioni, inceppamenti, invecchiamento, rinascite, cioè la vita vera che Livia ha vissuto sospesa in attesa di Salvo, quasi al di sopra della realtà. Ma il qui e ora è un’altra cosa, è Salvo che non chiama per giorni, è Livia che aspetta fino a non poterne più. La distonia fra le due vite, quella che c’è e quella che immagini arriverà, si appiana quando Livia si sente finalmente libera di ricomporre lo sfasamento tra il tempo con e il tempo senza Salvo.
È un punto di non ritorno per una donna, può arrivare anche dopo una vita in cui all’altro si è dato un tale potere di gestione del tempo e del rapporto da averne perso la percezione. Livia ora vuole un tempo tutto suo, dove per Salvo non c’è più posto.

Cari lettori, siete mai stati in attesa di qualcuno? Oppure avete mai lasciato qualcuno ad aspettarvi? Com’è finita?

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com