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Giorno: 15 Ottobre 2018

Lunedi 15 ottobre conferenza a Cinema S.Spirito sulla storia di Contardo Ferrini

Da: Organizzatori

La storia di Contardo Ferrini, terziario francescano vissuto nella seconda metà dell’ ‘800, verrà presentata lunedì sera (15 ottobre) alle 20,30 al Cinema Santo Spirito, di Via Resistenza. A parlare di questa figura di grande valore e ispirazione anche per i nostri tempi, saranno Marco Invernizzi (Reggente nazionale di Alleanza Cattolica e noto autore di vari saggi di storia e di cultura cattolica, tra cui la biografia del Ferrini), il regista e documentarista Alberto Di Giglio, moderatore il Paolo Ferretti professore ferrarese di Diritto Romano presso l’Università di Trieste.
Oggi il nome di questo studioso, proclamato dalla Chiesa patrono delle Università, è piuttosto dimenticato, ma molti sono i motivi per riandare alla sua vita e ai suoi scritti. Contardo Ferrini nasce a Milano il 4 aprile 1859. Ancora giovane dimostra facilità negli studi, ed è iniziato, dal prefetto della Biblioteca Ambrosiana, allo studio delle lingue orientali (tra cui l’ebraico, il siriaco, il caldeo, il greco). Gli serviranno per accostarsi al Diritto Romano e Bizantino, con acume, capacità storica e filologica fuori dal comune (Marco Invernizzi, “Il beato Contardo Ferrini”). Theodor Mommsen ha scritto di lui: “Come il XIX secolo per gli studi romanisti s’intitolava dal Savigny, così il XX si sarebbe intitolato dal Ferrini”. Ferrini fu dunque un grande giurista, professore presso le università di Modena, Messina, e, soprattutto, Pavia, dove il suo nome è ancora oggi onorato.
Oltre che insigne studioso, il “santo in frack”, come lo definì Benedetto XV, fu un uomo di fede e carità. Mons. Achille Ratti, futuro Papa Pio XI, gli fu amico e disse di lui: “Mi parve quasi miracolo la sua fede e la sua vita cristiana, al suo posto e nei tempi nostri”. Morto a Suna nel 1902, il suo corpo venne in seguito traslato per volontà di Padre Gemelli nella cripta della neonata Università Cattolica del S. Cuore. Papa Pio XII lo beatificò il 13 aprile 1947, definendolo: “Il modello dell’uomo cattolico dei nostri giorni”.
Durante la serata verrà eccezionalmente proiettata una parte del docufilm Con il Vento nel petto di Di Giglio sul Ferrini.

Il lavoro che resiste – organizzazione e conflitto fra età moderna e contemporanea

Da: Istituto Storia Contemporanea Ferrara

Sarà incentrato sulle forme di organizzazione e di conflitto dei lavoratori e delle lavoratrici dall’inizio
dell’Età Moderna fino ad oggi il corso di formazione e aggiornamento proposto dall’Istituto di Storia
Contemporanea di Ferrara e dalla Società Italiana di Storia del Lavoro. Gli incontri, tutti calendarizzati di
mercoledì dalle ore 15 alle 17, partiranno dalla disamina dei diversi tipi di corporazioni e confraternite
presenti in Italia tra Cinquecento e Settecento per poi passare ad affrontare il mutualismo, la cooperazione
e l’associazione di matrice ottocentesca e per giungere, infine, a trattare delle lotte sindacali del
Novecento. La tematica sarà focalizzata generalmente sulla realtà italiana ma con importanti riferimenti al
contesto europeo. Tre incontri saranno invece incentrati esclusivamente sul microcosmo ferrarese, teatro
di rilevanti episodi durante il secolo scorso.
Il corso riconosciuto dal Miur (crediti di aggiornamento/formazione) si rivolge ai docenti ma è aperto a
tutti coloro che sono desiderosi di approfondire la tematica proposta. Il primo incontro è previsto per
mercoledì 17 ottobre con una lezione introduttiva tenuta dal direttore scientifico del corso, Michele Nani
del Cnr Napoli/ vicepresidente Sislav. Si proseguirà il 24 ottobre con l’intervento di Andrea Caracausi
(Università di Padova), a cui seguirà il 31 ottobre la lezione di Matteo Di Tullio (Università di Pavia). Il 7
novembre Franco Cazzola parlerà delle forme di organizzazione dei contadini ferraresi nella manutenzione
del territorio. Il 28 novembre interverrà Maria Grazia Meriggi (Università di Bergamo), il 5 dicembre Stefano
Musso (Università di Torino), il 12 dicembre Gilda Zazzara (Università Cà Foscari), il 19 dicembre Fabrizio
Loreto (Università di Torino). Dopo la pausa natalizia gli ultimi due incontri si terranno il 9 gennaio, con il
focus di Roberto Parisini sulle lotte bracciantili nel ferrarese, e il 23 gennaio con la lezione di Omar Salani
Favaro (IscoFe) sulla contrattazione sindacale al petrolchimico di Ferrara.
Tutti gli incontri si terranno presso la saletta conferenze dell’Istituto di Storia Contemporanea (Vicolo S.
Spirito, 11, Ferrara).
Per informazioni e iscrizioni: tel 0532 207343, email istitutostoria.ferrara@gmail.com

Lavoro. Magneti Marelli, la Regione Emilia-Romagna torna a chiedere un incontro urgente al ministero.

Da: Regione Emilia Romagna

Lavoro. Magneti Marelli, la Regione Emilia-Romagna torna a chiedere un incontro urgente al ministero. L’assessore Costi: “Massima solidarietà ai lavoratori, di cui condividiamo le preoccupazioni. Ribadiamo la necessità di essere convocati al più presto per conoscere le prospettive dello stabilimento bolognese”

Ancora senza risposta le due richieste inviate dalla Regione al ministero dello Sviluppo economico: quella del presidente Bonaccini di convocare un tavolo nazionale per il futuro degli stabilimenti Fc Auto in Emilia-Romagna dopo il piano industriale annunciato dallo scomparso Marchionne, reiterata con una seconda lettera dell’assessore alle Attività produttive alla luce delle scelte compiute sul riassetto della società e dell’annunciata vendita di Magneti Marelli

Bologna- “Come Regione ben comprendiamo le ragioni dei lavoratori della Magneti Marelli e dei sindacati rispetto agli scenari futuri dell’azienda e condividiamo la necessità che il Governo convochi al più presto un incontro, anche alla presenza dei vertici di Fc Auto, per conoscere le prospettive del Gruppo, e in particolare quelle degli stabilimenti collocati nella nostra regione, non solo la Magneti Marelli”.
Così l’assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, Palma Costi, interviene sulla vicenda Magneti Marelli, investita dalle voci di una vendita del marchio a un fondo americano.
“È ora che il Governo dia risposta alle richieste di confronto, e lo faccia in tempi rapidi- aggiunge Costi-. Noi, come Regione, abbiamo già inviato due missive, che sono rimaste senza risposta. Crediamo che il Governo non possa ignorare una richiesta legittima che arriva dai lavoratori, dalle istituzioni e dai territori. Salvaguardare il lavoro e le imprese dovrebbe essere una preoccupazione comune”.
Ad insediamento del Governo, fu lo stesso presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a chiedere al ministero dello Sviluppo economico l’istituzione di un tavolo nazionale per valutare le ricadute delle scelte del gruppo sugli stabilimenti regionali. Richiesta alla quale, nelle settimane scorse, ha fatto seguito quella dell’assessore Costi di convocare un incontro alla presenza dei vertici di FC Auto per fare il punto sulle prospettive del gruppo automobilistico e, in particolare, sul futuro degli stabilimenti collocati in Emilia-Romagna. Richieste alle quali non è ancora stata data risposta. /EC

Alan Fabbri, ospite al festival della partecipazione per parlare di ricostruzione post sisma

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

“Ricostruzione, burocrazia partecipazione: oggi a L’Aquila al Festival della partecipazione un confronto aperto tra cittadini, imprenditori e amministratori che hanno vissuto da vicino l’esperienza del terremoto. Ho accolto con piacere l’invito degli organizzatori per raccontare il lavoro svolto nel post-sisma. In Emilia Romagna tanto è stato fatto e tanto ancora resta da fare per i Comuni colpiti”.
Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna è stato ospite, nella giornata di oggi all’incontro, riservato alle delegazioni locali, a cura del Comitato Scientifico del Festival e con la collaborazione del Forum Diseguaglianze e Diversità, “Per una politica pubblica della ricostruzione e dello sviluppo. Giustizia, diritti e partecipazione dei cittadini”.
“In questo interessante dibattito ho avuto modo di confrontarmi con altri amministratori che come me, che all’epoca del sisma ero sindaco di Bondeno, si sono trovati ad affrontare l’emergenza e a seguire tutta la fase di ricostruzione”, spiega Fabbri. “Il tema del sisma continua ad essere centrale per me e, dal mio ruolo in Regione Emilia-Romagna, continuo a monitorare l’andamento dei lavori e dei piani di rilancio”.

Mobilitazione NUDM Ferrara

Da: NUDM Ferrara

Non Una Di Meno – Ferrara si è mobilitata in risposta alla mozione di iniziative per il sostegno alla maternità e alla prevenzione delle condizioni che portano all’aborto, depositata giovedì 11 ottobre in Consiglio Comunale.

Oggi, sabato 13 ottobre siamo presenti fisicamente al corteo nazionale indetto da NUDM a Verona contro la mozione approvata dalla municipalità veronese che si inscrive appieno nel contesto politico nazionale di attacco alla libera autodeterminazione delle donne. Un attacco promosso anche dal Ddl Pillon e dal Ministro Fontana nonché dalle istituzioni religiose. A Ferrara, abbiamo agito simbolicamente srotolando uno striscione con il quale intendiamo schierarci categoricamente a favore dell’aborto gratuito, sicuro e garantito per liberare i corpi delle donne da qualsivoglia controllo sociale, politico e religioso.

Nello specifico, crediamo che la mozione ferrarese cerchi di nascondere le sue posizioni dietro ad una retorica di difesa e ampliamento della legge 194/78 in realtà intrisa di maschilismo e paternalismo. L’intero testo, infatti, non pone le donne e il loro diritto di libera scelta al centro della questione, ma le rappresenta come soggetti passivi da difendere, proteggere, sostenere. Le considerazioni sulla situazione dei consultori, sul numero di aborti regolari e clandestini, sulla distribuzione della RU486 che non citano fonti, non corrispondono alla realtà dei fatti e sono fuorvianti nonché avulse da un’interpretazione cosciente e complessiva del fenomeno.

Infatti, secondo la Relazione del ministro della Salute sull’attuazione della Legge 194/78 per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza trasmessi al Parlamento il 29 dicembre 2017, gli aborti in Italia sono in calo dal 1982. Ciò non significa necessariamente che le donne italiane abortiscano meno, ma che lo facciano clandestinamente perché la legge 194/78 che Fratelli d’Italia – AN proclama di difendere è stata svuotata di effettività su tutto il territorio nazionale attraverso l’obiezione di coscienza che continua ad aumentare in percentuale, con picchi regionali fino al 90%.

NUDM rivendica la piena applicazione della legge 194/78 che difenderemo come caposaldo del nostro ordinamento giuridico. Al tempo stesso però ne rivendichiamo un ampliamento effettivo ed efficace che ponga le donne al centro del dibattito come soggetti attivi. A Verona, a Ferrara e in tutta Italia pretendiamo educazione sessuale diffusa per decidere consapevolmente delle nostre vite; contraccezione gratuita e garantita per non abortire; aborto libero e sicuro per non morire in clandestinità.

Ride For Children martedì prossimo a Ferrara

Da: Ufficio Stampa Uisp Ferrara

PROGETTO RIDE FOR CHILDREN #MonoMela-Joe#
Monomela e Joe (alias Denis Meluzzi e Giorgia Olivieri) sono i due protagonisti di un’insolita impresa sportiva: partendo da Rimini raggiungeranno Trento in quattro giorni su un monociclo e una mtbike. Il viaggio sulle tre ruote si propone l’obiettivo benefico di unire idealmente i due centri ospedalieri di Rimini e Trento per promuove una raccolta fondi destinata ai bambini. Il frutto dell’iniziativa sarà infatti devoluto all’AROP (Rimini) centro oncoematologico pediatrico e LILT (Trento) Lega Italiana Lotta Tumori. “Ride for Children” farà tappa a Ferrara martedì 16 ottobre alle 17 in Piazza Castello. Una maglietta con il logo dei due ospedali sarà donata a chi farà un’offerta minima di 10 euro. Monomela e Joe sono pronti a pedalare: “Finalmente il gran giorno è arrivato…il nostro sogno, il nostro progetto si avvera..un gesto di meravigliosa solidarietà verso i più piccoli,un gesto che ci darà un’energia straordinaria per affrontare i 400km circa su tre ruote… allora via, gas al monociclo, gas alla mtbike … si parte…” .

ULTERIORI INFORMAZIONI
Il logo dei due ospedali arricchisce la maglietta che è stata donata e sarà donata a chi farà un’offerta minima di 10 euro. A sostenere la nostra impresa ci sarà “Marche and Bike” che presterà assistenza tecnica su tutto il tragitto , in particolare ad ogni nostro arrivo nelle varie Piazze Comunali verrà allestito un tavolo con eventuali gadget per la raccolta fondi a favore di Arop e Lilt.

PRIMO GIORNO lunedì 15 ottobre : 100KM RIMINI-COMACCHIO
Partenza dall’ospedale di Rimini, sede Arop, alle ore 8.00 in direzione Cesenatico per incontrare il Sindaco e l’organizzatore della Nove colli. Di segiuto in zona Ravenna incontreremo Mirko Caravita (ultracycling). Arrivo previsto a Comacchio alle ore 18.00 in piazza Duomo con l’assessore allo sport Riccardo Pattuelli. In serata saremo ospiti e alloggeremo presso l’Hotel Ristorante Pizzeria la Bussola (Lido di Pomposa).

SECONDO GIORNO martedì 16 ottobre : 90 KM COMACCHIO-FERRARA
Partenza da zona Trepponti di Comacchio in direzione Ferrara con arrivo previsto alle ore 17.00 in Piazza Castello con l’assessore allo sport Simone Merli e il comitato UISP Ferrara. In serata saremo ospiti e alloggeremo presso Student’s Hostel Estense (Ferrara).

TERZO GIORNO mercoledì 17 ottobre : 120KM FERRARA-PESCHIERA DEL GARDA
Partenza dal Castello Ferrarese in direzione Sermide dove riceveremo una piccola accoglienza da parte del comune. Continueremo il nostro viaggio passando per Mantova . Arrivo previsto a Peschiera del garda alle ore 18.00 in Piazzale Cesare Betteloni con l’assessore Daniela Florio. In serata saremo ospiti e alloggeremo presso Enjoy Garda Hotel (Peschiera del Garda).

QUARTO GIORNO giovedì 18 ottobre : 100KM PESCHIERA DEL GARDA -TRENTO
Partenza dall’ Hotel Enjoy in direzione Avio dove riceveremo una piccola accoglienza presso la Tenuta San Leonardo ; continueremo il nostro viaggio fino a Trento la destinazione finale . Arrivo previsto per le ore 18.00 in Piazza delle Donne Lavoratrici (quartiere Le Albere) e accoglienza da parte dei responsabili del centro ospedaliero Lilt Trento.In serata saremo ospiti e alloggeremo presso la casa famiglia della Lilt Trento.

Ricostruzione post sisma. Al via un nuovo iter che permetterà l’erogazione dei contributi alle imprese agricole

Da: Regione Emilia Romagna

Il presidente e commissario Bonaccini ha firmato un’ordinanza che consente di rispettare i termini previsti per l’utilizzo delle somme per la ricostruzione rispettando le regole della Commissione Ue

Bologna – Un’ordinanza che viene incontro alle esigenze degli agricoltori, rispettando le norme europee sulla concorrenza. É quanto previsto dal provvedimento (Ordinanza n. 24 del 12 ottobre 2018) firmato da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato per la Ricostruzione.
In particolare, la maggior parte degli adempimenti previsti nel provvedimento riguardano scadenze tra le amministrazioni pubbliche e il sistema bancario. Tra gli aspetti più importanti previsti dall’ordinanza, in primo piano vi è la scadenza del 12 novembre 2018, termine entro il quale i beneficiari dovranno assolutamente concludere l’iter per la stipula del contratto di finanziamento presso l’istituto di credito prescelto. Altra data da appuntarsi è il 12 dicembre 2018, termine ultimo per gli eventuali altri adempimenti richiesti per i versamenti sui conti correnti vincolati.
“Il risultato ottenuto- spiega l’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione Post sisma, Palma Costi- è il frutto della disponibilità e della collaborazione delle Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, della Cassa depositi e prestiti Spa, nonché del sistema bancario, coordinato dall’Abi. In questa ricostruzione il lavoro di squadra e condiviso con tutti gli attori ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati”.
L’ordinanza è consultabile sul sito www.regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna (Burert).

Rancan (LN): “Emilia-Romagna, interi territori senza copertura rete telefonia mobile: La Regione ne è al corrente?”

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Interrogazione del consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan: “Il Governo della Regione intende intraprendere una mappatura delle zone nelle quali risulta difficile o impossibile comunicare per valutare le priorità di intervento? Non è forse il caso di stringere ulteriori accordi con le aziende proprietarie delle linee per incentivarle ad installare altri ripetitori?”

“A Piacenza, ma più in generale in tutta l’Emilia-Romagna, interi territori lamentano una scarsa copertura della rete di telefonia mobile: la Regione è al corrente del problema?”
La denuncia arriva dal consigliere regionale della Lega Nord, Matteo Rancan,che ha depositato un’interrogazione con la quale sollecita l’intervento del Governo di viale Aldo Moro per risolvere i problemi che lamentano sia cittadini che imprese del Piacentino.
“Non solo il territorio di Ceci (località a circa 900 m di altitudine), oggetto di una mia interrogazione dei giorni scorsi, ma anche quelli di Chiavenna Landi, Cariseto, Orezzoli, Coli, Chiavenna Rocchetta, San Michele di Morfasso, Castagnola, Roncaglia, Chiavenna Rocchetta, San Polo e Mucinasso, rilevano una scarsa, quando non assente, copertura di rete per telefonia mobile – spiega il consigliere del Carroccio -. Il problema si riscontra, dunque, non solo nelle zone di montagna (già di per sé isolate e con difficili collegamenti viari), bensì anche in centri abitati (Chiavenna Landi, frazione di Cortemaggiore, Comune in provincia di Piacenza, rappresenta un esempio calzante) dislocati in aree geograficamente di facile accesso e a ridosso di importanti arterie stradali”.
“La mancata copertura di rete mobile e/o la presenza di un segnale molto debole rappresenta un fattore fortemente discriminante, in termini di competitività, per molte aziende – sottolinea Rancan – tal proposito si evince che, il collegamento attraverso la rete mobile diventa fondamentale non solo per le comunicazioni personali, ma per le attività economiche e/o di impresa. L’impossibilità di fare affidamento su una comunicazione telefonica certa e funzionante crea enormi disagi e onerose perdite economiche ai cittadini e alle attività economiche”.
Del resto, oggi, la telefonia mobile assume una valenza importante e basilare anche durante situazioni di emergenza, “tant’è che sono stati registrati ritardi nei soccorsi durante incidenti stradali e in occasione del gelicidio dello scorso inverno” denuncia il consigliere del Carroccio.
La scarsa copertura di rete mobile rappresenta anche un disincentivo per eventuali nuovi abitanti, riducendo l’attrattività di alcune località già colpite dal fenomeno dello spopolamento pertanto “la Giunta Regionale intende intraprendere una mappatura delle zone della Regione nelle quali risulta difficile o impossibile comunicare a mezzo della telefonia mobile per valutare le priorità di intervento? Non ritiene opportuno stringere ulteriori accordi con le aziende proprietarie delle linee per incentivarle ad installare altri ripetitori e chiedere uno specifico impegno, al fine di poter usufruire di una ricezione ottimale” chiede Rancan nel documento ispettivo.

14 Ottobre, MEIS: Storytelling su alcune figure dell’ebraismo Ferrarese

Da: Ufficio Stampa Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS

Domenica 14 ottobre, in occasione della XIX Giornata Europea della Cultura Ebraica, la Comunità ebraica di Ferrara, in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, propone un ricco programma di iniziative ispirate allo Storytelling. Le storie siamo noi, tema conduttore dell’edizione 2018. Un richiamo alle radici stesse dell’ebraismo, che affondano nelle ‘storie’ narrate nella Torah, la Bibbia ebraica, patrimonio di tutta l’umanità.
La GECE, nata nel 2000 per far conoscere le tradizioni e le usanze, le sinagoghe e i musei, il patrimonio storico, artistico e architettonico dell’ebraismo europeo, è coordinata dall’AEPJ – European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage e ha raccolto quest’anno l’adesione di ventotto Paesi. In Italia, è promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI, per divulgare e approfondire la storia, le tradizioni e la cultura della minoranza ebraica, attestata nella Penisola da oltre duemila anni. Ad aderire, la ragguardevole cifra di ottantasette località, distribuite in quindici regioni, con Genova nel ruolo di capofila.
A Ferrara, teatro della manifestazione è il MEISHOP di Via Piangipane 81, dove il pubblico può seguire gratuitamente un incalzante intreccio di brevi narrazioni su alcune figure centrali dell’ebraismo ferrarese, un concerto e una conferenza. Gratuite anche le visite guidate al Ghetto e al Cimitero ebraico, previste per il pomeriggio.
IL PROGRAMMA
Dopo i saluti delle autorità e l’introduzione da parte di Marcella Hannà Ravenna, coordinatrice dell’evento, dalle 10.00 alle 13.00 si susseguono le “Storie e racconti di ebrei a Ferrara”, a partire dall’intraprendente e influente donna d’affari Dona Gracia Mendes (Lisbona 1510-Costantinopoli 1569), nel ritratto di Luciana Roccas.
La figura di Isacco Lampronti (Ferrara 1679-1756), medico e talmudista, autore della monumentale enciclopedia talmudica Il Timore di Isacco, viene tratteggiata da Massimo Acanfora Torrefranca, mentre Andrea Pesaro si concentra sull’eclettico Abramo Colorni, che nelle corti rinascimentali del XVI secolo di Mantova e Ferrara fu ingegnere militare, architetto, inventore e molto altro.
Se Felice Ravenna (Ferrara 1869-1937), avvocato, fondatore della Federazione Sionistica Italiana, già Presidente della Comunità ebraica di Ferrara e dell’UCEI, è al centro dell’intervento di Jardena Tedeschi, a risuonare nelle parole di Marco Contini è la personalità del suo avo Ciro Contini (Ferrara 1873-Los Angeles 1952), ingegnere e urbanista, autore del Piano regolatore e di ampliamento della città estense fra il 1911 e 1915.
Dopo il capitolo che Jose Romano Levy dedica a Vittore Veneziani (Ferrara 1878-1958), il più importante direttore di coro italiano fra le due guerre, Michelle Nahum Sembira ripercorre la vita di Silvio Magrini (Ferrara 1881-Auschwitz 1944) fra scienza, interessi sociali, agricoltura ed ebraismo.
Roberta Anau sfoglia le pagine del proprio album di famiglia soffermandosi sulla madre Fernanda, sul poeta zio Giacomino e sui tanti animali di casa Anau.
Ida Ascoli Magrini in Bonfiglioli (Graz 1906-Ferrara 2011), donna energica e colta che oltrepassò con coraggio e passione politica sfide e tempeste del ’900, rivive nelle parole di Sabina Fedeli.
La mattinata si chiude in chiave minimalista su Gianfranco Rossi (Ferrara 1931-2000), scrittore e poeta delle piccole cose, nel ricordo di Marcella Hannà Ravenna.
Alle 14.30 parte dal MEIS la visita guidata al Ghetto e al Cimitero ebraico, per un massimo di quaranta persone.
La GECE torna al Museo alle 17.00 con il concerto della soprano Ahava Noham Katzin che, accompagnata alla chitarra da Massimiliano Filippini, esegue le musiche del popolo ebraico e dei compositori ebrei italiani Salomone Rossi e Mario Castelnuovo-Tedesco.
Infine, alle 18.30, la conferenza di Luciano Meir Caro, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Ferrara, sul tema Il Midrash: una modalità di racconto ebraico. Introduce Simonetta Della Seta, Direttore del MEIS.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica è patrocinata dal Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dal Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. È, inoltre riconosciuta, dal Consiglio d’Europa.

Nota di Ilaria Baraldi e Caterina Palmonari per la mozione di Fratelli d’Italia

Da: PD Ferrara

Vogliamo come donne del PD esprimere contrarietà e preoccupazione per i contenuti della mozione di Fratelli d’Italia, dal titolo fuorviante” iniziative per il sostegno alla maternità e alla prevenzione delle condizioni che portano all’aborto”.
Forviante perché nasconde, dietro a parole come “sostegno alla maternità” e “prevenzione” l’intento di ostacolare l’applicazione della legge 194/1978.
Si spererebbe di trovare all’interno di questa mozione proposte per il sostegno alle famiglie, per un ulteriore rinforzo dei servizi (che in questa città certamente non mancano, la cui implementazione è comunque auspicabile), per la prevenzione intesa come intensificazione dell’educazione all’affettività nelle scuole e di una maggior diffusione dei contraccettivi in tutti i luoghi pubblici, per il contrasto alla violenza domestica contro le donne e le bambine.
Ma al titolo non segue nulla di tutto ciò. Anzi.
Si dice che ancora oggi in Italia il numero di aborti clandestini è troppo alto, citando la risposta dell’allora Ministra Lorenzin, ma si nasconde la parte in cui si evidenzia che dal 1983 ad oggi gli aborti in Italia sono dimezzati: a livello nazionale, il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è di 1.6 aborti a settimana su 44 settimane lavorative, numero dimezzato rispetto alla media nazionale del 1983.
E’ vero, esistono ancora aborti clandestini ma è altrettanto vero che da Nord a Sud l’80% dei ginecologi, e oltre il 50% di anestesisti e infermieri, si appella all’obiezione di coscienza, producendo un effetto di sostanziale disapplicazione di quanto previsto dalla legge n.194 del 1978, costringendo di fatto alcune donne, specialmente quelle con minori reti famigliari e amicali sul territorio, a recarsi in strutture clandestine mettendo a grave rischio la loro salute e la loro vita. Su questo bisognerebbe lavorare, su questo Ferrara si dovrebbe davvero impegnare perché in questa città i ginecologi obiettori sono in numero maggiore della media nazionale, sono il 90%. Anche perché questo ingenera un circolo vizioso in cui chi non è obiettore rischia di fare prevalentemente aborti nel proprio percorso professionale, cosa che disincentiva a dichiararsi tali.
Ovviamente questi dati non vengono menzionati nella mozione.
Non finiscono qui purtroppo i chiaroscuri della mozione di FdI, che prosegue chiedendo al Sindaco di “inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni e progetti attivi sul territorio comunale che operino nell’ambito dell’aiuto alle gravidanze difficili” dopo aver citato in premessa che la Legge prevede che “i consultori … possono avvalersi … della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato”.
Le risorse pubbliche vanno invece indirizzate a potenziare le risorse professionali e le progettualita’ dei consultori famigliari.
Se qualcuno pensa che una donna che abortisce lo faccia a cuor leggero, che a qualcuna piaccia andare in sala operatoria e nei macelli clandestini e usi questi come metodi contraccettivi, non solo non è una donna, ma non è nemmeno umano.
Aiutiamo le donne a esser indipendenti economicamente, con lavori stabili, supportate nella condivisione delle responsabilità famigliari e genitoriali in modo equo, sostenute da servizi educativi capaci di aggiornarsi al cambiamento dei tempi di vita e di lavoro, edotte sui metodi contraccetivi a loro disposizione, protette dalla violenza fisica, economica e psicologica di uomini che scambiano le donne come loro proprietà e vedrete che gli aborti si ridurranno in modo assai più significativo.
Se ne faccia una ragione FdI e se ne facciano una ragione i partiti che oggi sono al Governo: noi ci impegneremo sempre per garantire alle ragazze che vivono in questo Paese di crescere come donne libere, forti e consapevoli.

Martedì la selezione ferrarese dei vincitori del Premio Cambiamenti Cna Ventuno candidati, esempi di nuovi modi di fare impresa e pensiero innovativo

Da: CNA Ferrara

Le imprese, nate dopo il 2015, dovevano presentare progetti caratterizzati da innovazione nella loro quotidiana attività

Si terrà martedì 16 novembre, alle ore 17,30, presso la sede provinciale della Cna (via Caldirolo, 84 a Ferrara) la selezione delle imprese vincitrici per la provincia di Ferrara candidate alla terza edizione del Premio nazionale Cambiamenti, dedicato a neo imprese costituite dopo il 1° gennaio 2015, che abbiano saputo innovare prodotti e processi nel loro lavoro quotidiano.
Sono ben 21 le attività imprenditoriali del nostro territorio che concorrono quest’anno, con un loro progetto, al contest Cambiamenti. Tra esse la giuria, composta da Paolo Govoni, presidente della Camera di Commercio di Ferrara; Davide Bellotti, presidente provinciale della Cna e Bruno Faccini, presidente dei Giovani Imprenditori Cna, sceglierà le imprese e start up che, in diversa misura, incarnano quel pensiero innovativo e l’originale visione del fare impresa oggi, che il Premio intende valorizzare, offrendo concreto sostegno e una importante vetrina locale e nazionale.
“La nostra provincia si è distinta anche quest’anno per la numerosità delle aziende che si sono candidate al premio – sottolinea Bruno Faccini – collocandosi tra le prime dieci province del territorio nazionale. D’altra parte, la nostra Associazione considera strategico sostenere i progetti e le idee dei giovani, le propensioni innovative di tante piccole e piccolissime imprese, volano importante per creare nuova occupazione e sviluppo economico, in una fase nella quale risulta difficile soprattutto per i giovani, la collocazione sul mercato del lavoro”.
“E’ da nuovi mestieri e profili professionali – conclude Faccini – dalle idee, da nuove modalità di pensare e fare impresa che si può concretamente creare lavoro oggi,rispondendo a domande insoddisfatte o latenti. Al tempo stesso, a queste realtà vogliamo offrire strumenti concreti e sostegni utili alla loro visibilità e consolidamento sul mercato”.
Questi i nomi delle 21 imprese tra le quali saranno scelte le migliori in ambito locale: Agrisai 1601 Altrosguardo Design – Mattia Menegatti, Brain srl, Bretelle Studio srl, Bytelabs di Nicola Bavarone, Dynamic Box srl, Energhya srl, Furba srl, Marinati Cavalieri di Cavalieri Stefano, Marketeen srl, Metakeramos, Nuova Ivi srl, Officina68 – Società Cooperativa Sociale dell’arte e dei mestieri, Ok Cer, Pb Services, Pig’oh diMarco Pigozzi & C. sas, Puzzle Art srl, Scacco Matto srl, Scent srl, Villa Geras, www.lefantasiedicasa.com di De Angelis Emiliano.
Diverse, anche per questa edizione 2018, le opportunità per le imprese candidate, entrate a far parte di una rete che offrirà loro, anche alla chiusura del contest nazionale, possibilità di confronto e di approfondimento. Ventimila euro e un viaggio a Dublino, per incontrare prestigiosi esperti, sono i più importanti premi in palio, oltre a strumenti, servizi e opportunità per crescere, messi a disposizione da Cna e dai partner Google Italia, Facebook, H-Farm, Starsup, Start Up Italia, Roland Dg Italia, con il supporto di Artigiancassa. La premiazione nazionale avrà luogo a Roma il prossimo 30 novembre.

Soggiorno studio a Valencia: esperienza molto significativa delle classi quarte-servizi commerciali dell’ IIS “L.Einaudi” di Ferrara.

Da: IIS “L.Einaudi” di Ferrara

Per il quarto anno consecutivo i ragazzi dell’IIS “L.Einaudi” di Ferrara dal 23 al 29 settembre hanno avuto la possibilità di partecipare ad una esperienza di soggiorno studio a Valencia.
Gli studenti delle classi quarte-servizi commerciali, accompagnati dalla prof. Marianna Lombardi e dalla prof. Irene Chiribola, hanno seguito proposte didattiche e culturali mattutine e pomeridiane certificate da un attestato di partecipazione. Hanno soggiornato presso famiglie condividendone la cultura e le abitudini quotidiane e allacciando significative relazioni interpersonali.
Durante e dopo l’esperienza i ragazzi hanno assunto un atteggiamento propositivo nei confronti della lingua spagnola, comunicando con una sempre maggiore competenza. Tutto ciò ha dato loro grande soddisfazione, creando in tal modo i presupposti per un futuro lavoro proficuo e produttivo.
L’esito del soggiorno ha, quindi, pienamente soddisfatto le aspettative della Scuola e delle famiglie e tutti i ragazzi hanno dimostrato forte coinvolgimento, serietà ed entusiasmo.
Visto il risultato positivo dell’esperienza, l’Istituto “L.Einaudi” procederà all’organizzazione di tale iniziativa anche per il prossimo anno scolastico.

Romanzo di una ferrarese presentato con successo al Castello di Leucatia (Catania)

Da: Organizzatori

Nei giorni scorsi a Catania, presso la Biblioteca Centro Culturale “Rosario Livatino” ubicata nella suggestiva cornice del Castello di Leucatia, si è tenuta la presentazione del romanzo della ferrarese Anna Costorella “Più forte del silenzio” (Faust Edizioni, collana di narrativa ‘I nidi’). L’evento, moderato dal dottor Santo Privitera e dalla professoressa Maria Carmela Liggieri, è stato patrocinato, tra gli altri, dal Comune di Catania.
Un folto pubblico ha ascoltato con interesse la storia picaresca di Adriano Aloisi, balbuziente rappresentante di biancheria intima che, come un contemporaneo Don Chisciotte, intraprende un viaggio in Spagna alla ricerca dei luoghi in cui è vissuta la moglie, da poco defunta. Una poetica cronaca “on the road”, dove alle meraviglie della natura si fondono personaggi indelebili come il pescatore anarchico Miguel o la sfuggente ballerina Josephine, e animali che toccano il cuore come il cane salvato da una ‘perrera’-lager o il gatto Ludovico. Fino al sorprendente finale nel quale una misteriosa donna americana riannoderà, con le sue rivelazioni, il filo dei destini.

ANNA COSTORELLA. Allieva di Roberto Pazzi alla Scuola di scrittura creativa “Itaca” di Ferrara, ha pubblicato ‘La casa dei cento gatti’ nell’antologia “Verso Itaca” (Faust Edizioni, 2015) che racchiude 15 racconti dei corsisti sul tema della vista e della visione. «Lo stile ha una magistrale cadenza di crescendo musicale» ha scritto Pazzi, di lei, in quella occasione.
“Più forte del silenzio”, che in copertina reca un’intrigante immagine del fotografo danese Søren Udby, è il suo romanzo d’esordio.

DIARIO IN PUBBLICO
La Storia e l’eterno presente

Non si diventa uomini se non si conosce ciò che è successo prima
Questo è il commento che la senatrice Liliana Segre pone al centro dell’articolo uscito su ‘La Repubblica’ a proposito della ventilata abolizione dell’esame di storia alla prova di maturità. La senatrice dichiara che lotterà per cambiare la proposta: “Togliere la traccia di storia dall’esame di maturità è un modo per cancellare la memoria, per dimenticare”.
Claudio Gamba, storico d’arte all’Università di Sassari, scrive sul suo blog: “Oggi più che mai rivendico il ruolo centrale, imprescindibile, della storia. Una materia sempre più emarginata e che è stata perfino eliminata dai temi di maturità, invece tutto è storia: l’arte è la storia dell’arte, la letteratura è la storia della letteratura, la filosofia è la storia della filosofia, la scienza è la storia della scienza, la matematica è la storia della matematica. La storia è la consapevolezza critica della relatività dei problemi. Senza la storia la conoscenza diventa dogma e il dogma giustifica ogni abuso di potere e il potere diventa repressione”.
Nel tempo, specie nel secolo scorso, gli attacchi alla storia furono numerosi, ma comunque legati a un indirizzo critico che aveva le sue basi ermeneutiche e le sue giustificazioni. La mia evoluzione critica nasce nel segno della storia e non per nulla i miei maestri furono insigni rappresentanti della storicismo: Claudio Varese e Walter Binni, con il quale mi sono laureato. La differenza con altri insegnamenti si notava anche nella stessa dizione delle materie insegnate. A Firenze, per esempio, nel mitico Magistero c’era “storia della letteratura italiana” a Lettere invece “letteratura italiana”. E cosi per tante materie. Nel pieno della contestazione del Sessantotto, che vissi come giovane assistente, il termine ‘Storia’, pur subendo attacchi notevoli e pur venendo sconfessata dall’avanzare impetuoso della semiologia e della critica francese, era comunque accertato. Eccome! Perfino Gianfranco Contini si proclamava allievo di Croce, il teorizzatore dello storicismo.

Un filosofo all’avanguardia cresciuto nella scuola milanese di Banfi come Giulio Preti, che fu mio maestro e collega all’Università, riflettendo anche sul concetto di storia prese posizione contro la rivoluzione del Sessantotto e come attesta l’ottima voce dell’Enciclopedia Treccani a lui dedicata così scrisse: “La riflessione sul valore costituì l’asse portante attorno cui ruotò il pensiero dell’ultimo Preti. Non erano soltanto ragioni di tipo filosofico che lo condussero a scrivere e dedicare corsi universitari al tema del valore. Agirono anche motivi politici e culturali. Preti guardò con preoccupazione alla democrazia di massa e si oppose con forza a quello che giudicava essere l’irrazionalismo della contestazione studentesca. Riferendosi a Max Scheler, ne riprese la categoria di “risentimento” per indicare il desiderio di sovvertire i valori della civiltà occidentale che vedeva in atto in molti ambiti della società contemporanea”. In questo modo la riflessione sulla storia da contesti assai diversi contagia intellettuali di chiara fama. Solo per rimanere nel campo degli scrittori, basti pensare a Pasolini e alla Morante. Se dunque ora in nome dei suggerimenti del ‘popolo’ il ministro attacca direttamente la storia per il presente sempre attualizzato, si capisce la reazione della Segre all’abolizione di quella interpretazione del mondo che si chiama ‘Storia’ e che portò – per citare un altro maestro e amico – a chiamare il suo libro più importante ‘L’antichità come futuro’: Rosario Assunto.

Ma è inutile riempirsi la bocca con le ragioni che ogni buon studioso porta in nome della storia; venendo agli obblighi che la scuola ha verso i discenti sembra perfino ovvio che la vicenda delle ‘imprese’ compiute da popoli o futuri popoli che si danno lo statuto di nazione non può prescindere dall’essere storicizzata. Un filosofo come Adorno – che pochi giorni fa è stato esaminato in un interessantissimo libro, ‘Costellazione Adorno’, presentato presso Ibs, e scritto da un docente che insegna nelle scuole cittadine Roberto Sega con il commento di validissimi studiosi quali Claudio Cazzola, Girolamo De Michele e Mario Quaranta, anch’essi provenienti dall’insegnamento – ha sentito la necessità di ritornare alla storia, lui che come si sa, scrisse che dopo Auschwitz era impossibile ‘raccontare’.
Un altro termine ambiguo è ormai adottato nel tempo odierno in cui il governo e la politica scelgono l’eterno presente. Questo è ‘narrazione’. Narrare significa storicizzare. Ma cosa? Ciò che si esaurisce nel momento stesso in cui viene agìto? Si procede così mentre l’Italia si scontra con l’Europa, mentre il ‘fatto’ assorbe tutto il tempo e lo spazio ingoiandolo e sostituendolo per mancanza di prospettiva storica nella ‘news’ molto spesso diventa ‘fake news’.
E’ questo che vogliamo tramandare? Già un verbo simile induce alla ed è soggetto della Storia E’ veramente questo che gli studenti vogliono? Abolire la Storia per vivere in un tempo dimenticato e da dimenticare? Senza ricordi?
Solo per queste semplicissime domande diventa impegno civile ed etico schierarsi dalla parte di Liliana Segre e della sua protesta.

La panchina nel parco del tempo

The Gold Bug (The Alan Parsons Project, 1980)

Il vecchio sta seduto sulla panchina quando vede passare il ragazzo…

Il ragazzo è sconvolto: quel pomeriggio, qualche ora prima, la fidanzata l’aveva lasciato e lui non s’era mai sentito così fragile e vulnerabile. Quando Beatrice gli aveva detto che non l’amava più, quando poi gli aveva confessato d’essersi innamorata di un altro, lui non era riuscito a dire una parola. Era rimasto a guardarla in silenzio, immobile, inerme come un fantoccio svuotato di tutto, mentre lei se ne andava via chiudendo la porta dietro di sé e scomparendo dal suo mondo per sempre. Il primo vero fallimento della sua vita.
Fino a quel momento, nonostante i drammi familiari che aveva vissuto, era stato un vincente. Aveva ereditato una fortuna e con essa aveva costruito le basi per un futuro di successo: una laurea con lode, una carriera precoce e brillante, una bella casa, una macchina sportiva e tanta gente che lo ammirava e lo invidiava.
Appena nato fu adottato da una coppia benestante e premurosa che l’aveva educato circondandolo d’affetto e iscrivendolo nelle migliori scuole.
Era ancora adolescente quando i suoi morirono in un incidente d’auto. Dopo qualche tempo, esaminando i documenti del padre per recuperare il testamento, trovò per caso una lettera che parlava della sua adozione. Al dolore lancinante per la perdita traumatica di coloro che l’avevano tanto voluto e amato s’aggiunse la sconcertante consapevolezza che da qualche parte, chissà dove, vivevano due sconosciuti che anni prima l’avevano messo al mondo per poi abbandonarlo. Da quel momento maturò il desiderio d’incontrarli, presto o tardi, e chiedergli perché mai non l’avessero voluto.

È un tarlo che dimora nell’anima ormai da anni e quel giorno, forse per reagire all’ennesimo abbandono, ritorna in superficie pervadendo i suoi pensieri.

Il ragazzo vede il vecchio e si ferma a prender fiato…
“Tutto bene giovanotto?” chiede il vecchio.
Il ragazzo lo guarda un po’ sorpreso. “Oggi non è stata una gran giornata…” risponde.
“Allora, se vuole, si sieda pure e mi racconti!” dice il vecchio indicando la parte non occupata della panchina.
Il ragazzo è indeciso. Vuole proseguire il suo giro in compagnia dei suoi tormenti, ma è anche incuriosito da quello strano tipo che gli ha rivolto la parola senza un motivo apparente. Alla fine sceglie d’accettare l’offerta e si mette a sedere di fianco al vecchio.
I due stanno in silenzio per alcuni minuti a fissare l’orizzonte plumbeo del tramonto che si consuma alle loro spalle. Le nuvole vermiglie creano strani arabeschi simili a gigantesche lingue di fuoco in cui piccoli stormi d’allodole e frosoni, minuscoli puntini neri danzanti nel magma, tracciano le rotte verso l’Africa.

“Il tramonto è il momento più bello della giornata… non trova?” dice il vecchio rompendo per primo il silenzio.
“Non so… credo dipenda anche dall’umore che si ha in quel momento.” risponde il ragazzo continuando a fissare l’orizzonte.
“Certo, può darsi… A me il tramonto fa pensare solo a cose belle…” prosegue il vecchio, “Anche se magari erano brutte, diventano belle. È la magia di questa luce crepuscolare che trasforma il senso delle cose!”
“Mi dispiace ma non sono d’accordo. Una cosa brutta resta brutta!” obietta il ragazzo.
Il vecchio abbassa lo sguardo sul proprio orologio, lo accarezza. “Nel breve tempo di un tramonto ci si può fermare ad osservarlo… il tempo intendo. Occorre mettersi comodi, e tutto si acquieta, si rasserena… come adesso.”
Il ragazzo dà un’occhiata al vecchio, sospetta di trovarsi davanti a un tipo alquanto strano. Tuttavia, senza comprenderne il perché, ne è attratto, incuriosito. “Non capisco. Per lei cos’ha di tanto speciale questo momento?”
“Il tempo… Ripeto, si può osservarlo, parlarci. Qualcosa che in un altro momento sarebbe impossibile!” continua il vecchio.
“Ad esempio?”
“Beh… ad esempio prima stavo con mia moglie e mi raccontava di nostro figlio. Di com’è diventato e di quanto sarei orgoglioso di lui… Sono anni che non lo vedo…” dice il vecchio con un accenno di sorriso.
“Adesso dov’è sua moglie?” chiede il giovane sempre più convinto della stramberia dell’uomo.
“È laggiù…” fa il vecchio indicando un punto oltre il querceto davanti a sé, “Anzi, è arrivato il momento che la raggiunga!”
Così il vecchio si alza e guarda il giovane accanto a lui per l’ultima volta. “Caro ragazzo, è stato un vero piacere conoscerla!” dice con un sorriso affettuoso.
I due si stringono la mano. Il ragazzo rimane seduto sulla panchina ad osservare il vecchio allontanarsi e scomparire dietro il bosco di querce.

In effetti non si sono neanche presentati, non gli ha nemmeno detto come si chiama. Inoltre prova una sensazione strana, come un déjà vu.
Poi s’accorge di una cartellina in cuoio consumato ai piedi della panchina, certamente dimenticata dal vecchio. L’afferra e comincia a correre per raggiungere l’uomo e restituirla. Attraversa il querceto e, arrivato in una vasta radura ormai immersa nella semioscurità della sera, gli appare un piccolo cimitero circondato da un basso muretto di pietre interrotto da un cancelletto ancora aperto. Entra e vede una distesa regolare di lapidi tutte uguali, in marmo bianco e con le iscrizioni dei defunti incise con lo scalpello.
Del vecchio nemmeno l’ombra. Eppure non può essere andato tanto distante, o forse si è allontanato con la macchina che probabilmente aveva parcheggiato fuori dal cimitero, e la moglie lo stava aspettando proprio in auto.
Il ragazzo si convince che sia andata così e fa per andarsene quando intravede un piccolo vaso appoggiato davanti a una lapide doppia e riempito con un mazzo di fiori di campo tutti colorati. Sono gli unici fiori di tutto il cimitero.
Si avvicina incuriosito e si china per guardare le due piccole foto scolorite al centro della lapide. Sono due ragazzi ancor più giovani di lui, deduce che sia una giovane coppia morta prematuramente per qualche tragico motivo. Lo capisce leggendone i nomi e le date: Lorenzo e Giulia scomparsi proprio l’anno in cui nacque lui, appena un paio di mesi dopo. Curiosa coincidenza davvero!

Ormai è buio pesto. Decide che è ora di tornare a casa, di tornare a rimuginare sulla fine della sua storia con Beatrice. Qualcosa però lo trattiene ancora lì in quel cimitero deserto, davanti a quella lapide. Ha ancora tra le mani la borsa del vecchio, la guarda e vicino al manico vede un piccolo marchio impresso a fuoco sul cuoio. Si tratta di una linea curva che s’intreccia formando due cerchi leggermente schiacciati e uniti orizzontalmente, ognuno occupato da una lettera diversa, una elle e una g. In un attimo ne capisce il senso: è il simbolo dell’infinito e quelle lettere sono due iniziali.
Poi un pensiero insolito gli affiora nella testa. Riguarda con attenzione la foto del ragazzo nella lapide, si fa luce con l’accendino per vedere meglio quel volto che gli è parso da subito famigliare.
È impossibile, pensa. Quel ragazzo assomiglia in modo impressionante al vecchio con cui ha parlato poco prima…
Decide di andar via, stavolta sul serio.

Cammina e sorride mentre si asciuga lacrime dolci e leggere. I pensieri corrono e si accavallano come impazziti, eppure resta calmo, stranamente sereno. Ha con sé la borsa del vecchio e quando sarà a casa ne vedrà finalmente il contenuto. Magari troverà qualcosa che lo faccia sentire meno solo.
E non soltanto per quella sera, ma per tutti gli anni a venire.

Roma, una meraviglia data per scontata

di Federica Mammina

Recentemente ho avuto la fortuna di poter trascorrere tre settimane a Roma, anche se purtroppo non da turista. Devo dire comunque che sono state sufficienti per trasformare questo breve soggiorno in un’esperienza. Perché per quanto possa sembrare strano, spostandosi da una parte all’altra dell’Italia si ha proprio la sensazione di entrare in mondi diversi.
Ci si dimentica troppo facilmente, vivendo sempre nella stessa città, di quanto sia vario il nostro paese, ed è veramente stupefacente constatare come cambino le persone, le usanze, i modi di dire e perfino gli atteggiamenti.
Sembrerà una banalità, ma io continuo a non capire quelle persone che preferiscono viaggiare per mezzo mondo, snobbando tutte le meraviglie che abbiamo a disposizione. A volte addirittura non capiamo come mai i turisti restino incantati e abbiano come sogno nel cassetto quello di visitare almeno una volta nella vita l’Italia. Per noi è facile, abbiamo sempre e costantemente sotto gli occhi una varietà di bellezze artistiche e paesaggistiche tale da non stupirci più.
Ecco, una volta di più, questo soggiorno nella città che forse più di tutte rappresenta l’emblema di questa nostra fortuna, mi ha ricordato quanto sia bello essere fieri di essere italiani e come, abituarsi a tutto questo, sia il modo peggiore di dimostrare di meritare questo bene ricevuto in dono.

La ricerca della felicità

di Federica Mammina

Sei felice? Ecco una di quelle domande a cui è quasi impossibile rispondere, e che è decisamente inutile fare, a meno che non siamo noi stessi a porcela.
La felicità è un concetto totalmente soggettivo, e la risposta ad una domanda così generica dovrebbe essere assai specifica. Ma ammesso che riuscissimo a spiegarla a parole, non è detto che gli altri riuscirebbero davvero a capirci. In fin dei conti per ciascuno è qualcosa di diverso perché dipende da una molteplicità di fattori combinati fra di loro: per qualcuno è una sensazione, per qualcun altro una situazione, avere qualcosa, essere qualcuno o soltanto esserci, qui e ora.
C’è chi la trova in ogni piccola cosa e chi purtroppo non la prova in tutta una vita.
Ma nonostante sia così difficile coglierne il senso, non smettiamo mai di cercare di capire che cosa sia per ciascuno di noi e come fare per esserlo.
È forse proprio questa sua inafferrabilità a determinarne il fascino?

“Di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici.”
Guillame Apollinaire

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

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