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Mese: Ottobre 2018

Il kiwi cileno “Sweeki” vuole crescere in quantità ed export

Da: Origine Group

Il general manager di Origine Group, Alessandro Zampagna, ha partecipato in Cile all’inaugurazione del nuovo magazzino di David Del Curto. “Lavoriamo insieme per ampliare la base produttiva mantenendo alta qualità e servizio”

David Del Curto, la storica azienda ortofrutticola cilena socia di Origine Group, in occasione dei suoi 65 anni di attività ha inaugurato il nuovo magazzino di Requinoa, località della provincia di Cachapoal a sud di Santiago, dove è stata installata una nuova linea Aweta di ultima generazione per la lavorazione dei kiwi. All’inaugurazione, con circa 300 partecipanti, era presente il Ministro dell’Agricoltura cileno Antonio Walker Prieto. All’evento ha partecipato anche il Direttore generale di Origine Group Alessandro Zampagna.
La nuova linea di lavorazione è di particolare interesse per il Consorzio italiano in quanto “sarà funzionale per valorizzare i kiwi di alta qualità sotto il marchio Sweeki”, dice Zampagna.
Per l’occasione, la David Del Curto ha anche organizzato una riunione tecnico-commerciale con una decina di produttori di kiwi per valutare la possibilità di ampliare la base produttiva di kiwi di alta qualità con il marchio Sweeki. Durante la riunione si sono toccati temi di tecnica produttiva mirata all’alta qualità, nonché i vari aspetti commerciali legati alla vendita sui mercati d’oltremare del kiwi Sweeki da parte di Origine Group. Con le 10 aziende socie (nove italiane e una cilena), Origine Grup rappresenta un volume importante di produzione, oltre 120.000 tons di kiwi. Dopo la deludente campagna italiana, la campagna cilena è stata soddisfacente, con quasi 1.000 tons di kiwi spedite, che hanno incontrato il responso favorevole dei mercati. Le principali destinazioni sono quelle del Sud Est asiatico, dove il kiwi di Origine Group raggiunge Cina, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Malesia e Indonesia. “Con il socio cileno – puntualizza Zampagna – l’identità di vedute è totale. La filosofia di Origine Group è semplice: fornire ai propri clienti internazionali un prodotto di alta qualità, disponibile tutto l’anno e con un alto livello di servizio, forte di un potenziale produttivo che pochi player sul mercato possono vantare e di una forte politica di promozione del marchio”.

Carloween 2018 – Halloween in Carlo Mayr

Da: Associazione Mayr+Verdi

Quarta edizione di “Carloween: Halloween in Carlo Mayr”, l’evento di maggior richiamo organizzato e promosso dalla nostra associazione di esercenti che si avvale della collaborazione di Feshion Eventi e del supporto (e patrocinio) del “Comune di Ferrara”, del “Gruppo Hera”, della concessionaria Peugeot “Estense Motori” e delle competenze tecniche di “Digital Neon” e di “DiGi – Impianti elettrici”.
Quest’anno abbiamo l’onore di ospitare lungo la via l’installazione artistica originale denominata “SAMHAIN – Le origini di Halloween” realizzata da Alessio “Bolo” Bolognesi, Stefano Capozzi, Paco, Persona Generica – membri di Vida Krei – e del quinto anonimo artista. Da anni ormai la festa di Halloween si è affermata come una delle più amate, soprattutto dai più giovani e la tradizionale commemorazione dei defunti legata al Cristianesimo, è preceduta dalla “irrispettosa e macabra” festa in maschera d’importazione anglosassone. Ma Halloween ha origini molto più antiche, con radici che affondano nella tradizione della Samhain celtica, la festa in cui ci si preparava ai rigori invernali, festeggiando i raccolti, celebrando il bestiame e ingraziandosi gli spiriti in vista del lungo gelo. E a queste origini s’ispirano i disegni che costellano via Carlo Mayr in questi giorni, figure allegoriche della Samhain Celtica illuminate nelle ore notturne con fioche lanterne.
Imperdibile il consueto evento di mercoledi’ 31 ottobre che dalle ore 16 vedrà via Carlo Mayr pronta ad accogliere mostri, streghette ed altri piccoli/grandi esseri abominevoli a caccia del DOLCETTO O SCHERZETTO. La via per l’occasione sarà chiusa al traffico dando cosi’ spazio a laboratori, truccabimbi, animatori, scheletri messicani, sfilate, caccia al tesoro e altri giochi a tema.
L’obiettivo della nostra associazione è quello di ravvivare, promuovere e riqualificare il quartiere.
Ulteriori info sulla nostra pagina facebook @MayrVerdi o chiamando il 349.5878324.

Lettera della lista civica Ferrara Libera

Da: Ufficio Stampa – Ferrara Libera

Il PD locale, sconfitto su tutti i fronti ed incattivito da una emarginazione ormai anche sociale, non riesce più a combinarne una buona.
E’ di questi giorni una proposta che nell’intento è una sorta di “protezione” nei confronti di una persona indagata, ma a loro idealmente vicina. Questo passaggio è fondamentale nell’identificare cos’è ormai il PD: una minoranza sia nel Paese sia a Ferrara. Non lo è purtroppo nella struttura amministrativa dello Stato. La persona è il sindaco di Riace, indagato per favoreggiamento alla immigrazione clandestina. L’onorevole Rubino, leader dei partigiani dem, afferma: “Il Pd candidi Mimmo Lucano, sindaco di Riace, alle prossime elezioni Europee, consentendogli di beneficiare dell’immunità parlamentare e di contaminare l’Europa con la sua umanità”. Contemporaneamente afferma che “non bisogna legittimare coloro che hanno vinto le elezioni e credono di avere diritto a diventare tutto”.
Parto dalla constatazione che solo loro possono fare queste inaudite dichiarazioni e che proprio loro pur non avendo avuto alcuna legittimazione popolare per anni, ne hanno combinate di tutti i colori.
Qualcuno si cimenta con foga nel “combattere” asimmetricamente gli italiani decidendo di parteggiare e proteggere un’inquisito, promuovendone la sua eleggibilità su uno scranno europeo.
Il fine, come sempre, è evidente: consentire ad un impresentabile di continuare a far danni.
La legge Severino, non consentirebbe, la eleggibilità nel nostro Paese, ma in Europa questo è possibile. Europa stessa che indusse l’Italia a dotarsi di questa legge! Paradossale, no?
Ma veniamo al dunque: la giunta ferrarese cosa fa? Con bravura e solerzia dimostra subito appoggio ad un fantomatico, esiguo gruppo GAD (gruppo anti-discriminazioni) che si fa portatore dell’idea del partigiano dem ed osanna un indagato su cui pendono accuse pesanti, un soggetto che probabilmente ha agito al di fuori della legge. Addirittura vuole farne un cittadino onorario. Qui, come capite, solo il senso di giustizia ed il pudore dei cittadini onesti, veri, puliti e giusti è discriminato.
Una risposta come l’eventuale gemellaggio con Riace e la promozione “ad Honorem” del suo sindaco è di estrema semplicità e provocazione e rappresenta l’ideale per pochi intimi, ma non è il nostro ideale. Non quello della maggioranza silenziosa che produce, che rispetta le leggi, che paga le tasse e che crede nella giustizia e nell’onestà.
Questo racconto riflette l’immagine di un PD smarrito, privo di pudore e vergogna, che si affida esclusivamente alla provocazione. Ricordiamo che questa ennesima fantasmagorica e scostumata scelta è contro i ferraresi e molto chiaramente a favore della immigrazione incontrollata. Anche questo affronto non dovrà essere dimenticato dai cittadini di Ferrara che risponderanno a tempo debito, facendo pagare con gli interessi a questa amministrazione ed al nutritissimo gruppo di associazioni, prive di alcuna vera partecipazione civica, le loro scelte impopolari a uso e consumo di pochi.

Mercoledì 31 ottobre il Jazz Club Ferrara ospita, in collaborazione con Bologna Jazz Festival, Light Blue, progetto del contrabbassista Martin Wind

Da: Associazione Culturale Jazz Club Ferrara

Mercoledì 31 ottobre il Jazz Club Ferrara ospita, in collaborazione con Bologna Jazz Festival, Light Blue, progetto del contrabbassista Martin Wind con cui festeggia i suoi cinquant’anni e trenta da protagonista sulla scena statunitense. Nell’affrontare un repertorio che attinge a piene mani sia dalla tradizione afroamericana sia da quella brasiliana, il leader si avvale in front line della clarinettista Anat Cohen e di due fidatissimi collaboratori come Gary Versace (piano) e Matt Wilson (batteria).

Light Blue è il titolo del disco e la sigla del tour con cui il contrabbassista Martin Wind celebra i suoi cinquant’anni e trenta da protagonista sulla scena statunitense; il Jazz Club Ferrara ne ospita una tappa mercoledì 31 ottobre (inizio ore 21.30) in collaborazione con Bologna Jazz Festival.
Richiestissimo per la sua impeccabile tecnica contrabbassistica, Wind può vantare collaborazioni in numerosi ambiti, da quello classico con Gidon Kremer e Mstislav Rostropovič, a quello jazz-pop con Sting, Pat Metheny e Lalo Shifrin. Nell’ambito più squisitamente jazzistico, Martin Wind ha innescato un vero e proprio sodalizio artistico con il batterista Matt Wilson, assieme al quale ha formato una tra le più richieste sezioni ritmiche degli ultimi anni. Dei due si è avvalso, tra gli altri, il pianista Bill Mays e con altrettanta continuità Wind e Wilson si sono spesso misurati con il pianista e organista Gary Versace (presente in molti dei loro progetti da leader). Completa il quadro di questo straordinario quartetto la sassofonista e clarinettista israeliana Anat Cohen, strumentista di grande sensibilità e tra le più brillanti personalità dell’attuale scena newyorchese: la figura perfetta per interpretare in front line il repertorio originale di Wind, che attinge a piene mani sia dalla tradizione afroamericana sia da quella brasiliana.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Peruffo: “Su Lucano Tagliani agisca da sindaco e non da uomo di partito, stop faziosità”

Da: Forza Italia Ferrara

Esprimo il mio personale sconcerto nel leggere che il Sindaco Tiziano Tagliani è pronto ad accogliere la proposta, palesemente faziosa, del GAD (Gruppo Anti Discriminazioni) in merito al conferimento della cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano e all’avvio del gemellaggio con il Comune di Riace.

Aspetto decisamente grave per più motivi. Innanzitutto perché si tratta di atti di indirizzo politico che impegnano un’istituzione cittadina (il Comune di Ferrara) e non un partito. Un conto, infatti,è se il PD decidesse di sostenere le vicende di un certo esponente politico, un altro è agire nel nome di Ferrara, in barba ai noti problemi generati dalla cattiva gestione delle ondate migratorie sul territorio, con conseguente sottostima dei problemi di insicurezza e degrado che si sono tramutati in una sonora bocciatura di Tagliani e di tutta la Giunta come testimoniato dalle ultime elezioni. Avviare queste procedure sarebbe null’altro che una provocazione, un atto cioè che mai ci si aspetterebbe da un sindaco chiamato, fino all’ultimo giorno di mandato, a rappresentare tutti i ferraresi, e non proteso unicamente alle campagne ideologiche.
Sempre personalmente mi stupisce questa presa di posizione di Tagliani, non solo come sindaco, ma come uomo di legge. È vero che per tutti vale la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, ma è altrettanto vero che qui si sta ribaltando la realtà, attribuendo riconoscimenti e onorificenze a una persona attualmente indagata per reati connessi all’immigrazione, supportati da intercettazioni telefoniche a altri rilievi.
Paradossale che a sinistra ci si lamenta della faziosità di alcuni rappresentanti dell’opposizione, poi, i loro massimi rappresentanti istituzionali, usano la contrapposizione ideologica per accentuare lo scontro e cercando, con queste carte, di unificare il fronte della sinistra partendo dalle posizioni più radicali e illogiche.

Dico questo, non certo come estremista, ma da liberale e democratica,come esponente di un partito che non chiude le porte in faccia alla questione-immigrazione. Credo però che gli esempi da seguire siano quelli connessi alla capacità di offrire accoglienza a fronte delle opportunità economiche dei territori, in base cioè a flussi programmabili in funzione delle effettive opportunità lavorative locali, unici elementi che possono creare un’integrazione fattiva e durevole.

E questo è ben diverso dal c.d. “modello Riace”, sbandierato da collettivi identificabili dal saluto con pugno chiuso proprio come ama distinguersi il sindaco Lucano.

Emergenza maltempo nel ferrarese. Attivato dal Prefetto Campanaro il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS).

Da: Prefettura di Ferrara

In relazione alla Allerta ROSSA emessa dall’ ARPA dell’Emilia Romagna, valida fino alle ore 00:00 del 31 ottobre prossimo, per forti raffiche di vento e mareggiate sulla costa ferrarese, si è insediato in mattinata, presieduto dal Prefetto Campanaro, il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.), per fare il punto della situazione.
All’incontro hanno partecipato il Sindaco di Comacchio Marco Fabbri, il Sindaco di Goro Diego Viviani, il Sindaco di Mesola Gianni Michele Padovani, l’Assessore alla Protezione Civile di Codigoro Stefano Adami, oltre ai vertici delle Forze di Polizia, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e della Capitaneria di Porto, nonché ai rappresentanti della Regione Emilia Romagna, della Provincia, del Consorzio di Bonifica “Pianura di Ferrara” e dell’Acquedotto del Delta (C.A.D.F.).
E ‘stata, in particolare, disposta dai Comuni del litorale ferrarese l’attivazione delle pianificazioni di protezione civile, con l’impiego delle squadre di volontari della protezione civile e la predisposizione delle misure emergenziali per la tutela della incolumità della popolazione: dalla chiusura delle paratie al rinforzo degli argini, con vigilanza e monitoraggio da parte di operatori e volontari. Oltre alle misure precauzionali nei confronti delle marinerie, i Sindaci hanno inoltre disposto la chiusura delle scuole, riservandosi con apposite ordinanze il rafforzamento delle cautele, in relazione all’evolversi della situazione.

Halloween è spaventoso tra i canali di Comacchio

Da: Consorzio Visit Ferrara

Il centro storico della città sull’acqua, il 31 ottobre 2018 si popola di zombie, demoni, streghe e fantasmi con gli eventi dell’Halloween Comacchio Horror Fantasy.

Una caccia al tesoro… maledetto, la casa dei racconti del terrore, demoni e fantasmi che prendono vita specchiandosi dai ponti e canali del centro storico. Comacchio per la notte di Halloween si trasforma in una città horror fantasy, per accogliere grandi e piccoli a caccia di misteri e di esperienze da incubo. Dal pomeriggio del 31 ottobre 2018, la città sull’acqua si anima di eventi, cortei di zombie, streghe e fattucchiere, per celebrare la notte più spaventosa dell’anno in modo davvero “terribile”. Il programma dell’Halloween Comacchio Horror Fantasy è infatti ricchissimo. E dopo la festa, si può approfittare dei pacchetti di Visit Comacchio per vivere qualche giorno sul territorio.
La caccia al tesoro maledetto comincia alle 15.00, quando nel centro storico iniziano a prendere vita laboratori a tema, apre l’horrificio truccabimbi, si partecipa ad una gara di intaglio di zucche e poi alle 16.00 ci si immerge nei racconti di terrore di Edgar Allan Poe, assaporando “caldarroste immerse nel sangue bollente”. Alle 16.30 prende il via la sfilata con i “traghettatori delle anime” tra i canali della città. C’è il tunnel in cui scoprire i misteri di Tutankamon, lo Stargate, la misteriosa porta delle stelle, la parata di demoni e fantasmi. Di sera, dalle 19.30, parte la Halloween Parade: tutti i bambini mascherati da zombi e streghe si divertono tra incantesimi e giochi. Alle 20.00 c’è lo spettacolo teatrale “The tempest” e poi divertimento fino a mezzanotte.
Con Visit Ferrara e Visit Comacchio, offerte e vantaggi sul soggiorno, per scoprire la città di Comacchio, le sue valli e le meraviglie naturalistiche del Parco del Delta del Po.
Con l’offerta “Halloween Horror Fantasy”, valida fino al 5 novembre 2018, 2 notti con prima colazione in elegante b&b nel centro storico di Comacchio, inclusa la Comacchio Museum Pass (il biglietto unico per navigare nelle Valli di Comacchio ed entrare nei musei, come il Museo Delta Antico, la Manifattura dei Marinati e la Casa Museo Remo Brindisi), e l’itinerario del 1° novembre in barca e bici nelle valli e nella salina, tra fenicotteri rosa e uccelli rari, è a partire da 130 euro a persona.
La proposta “Ponte di Ognissanti nel Parco del Delta del Po” fino al 6 novembre comprende 3 notti in hotel nel cuore del Parco con prima colazione, un viaggio di navigazione lungo la foce del Po di Volano, una passeggiata a cavallo e l’ingresso serale con accompagnamento al Museo Delta Antico. Prezzo da 163 euro a persona. www.visitcomacchio.it

L’ eBook del pittore ferrarese Marco Nava: tra Ferrara e il Nuovo Rinascimento da Milano

Da: Asino Rosso

On line per Street Lib network- collana Asino Rosso eBook, dal 2107 etichetta underground ferrarese – il catalogo web d’arte Le Meta Stagioni Estreme. Quando le opere si raccontano del giovane artista contemporaneo ferrarese Marco Nava. Nava già noto in ambito milanese e nazionale con un paio di partecipazioni – mostre degli artisti del nuovo rinascimento- (Trento e Lucca, 2018) al festival del nuovo Rinascimento a cura di Davide Foschi (celebre artista contemporaneo e fondatore del movimento con sede a Milano), è stato allievo a Ferrara dei Maestri E. De Stefano e D. Carletti. Nell’ebook oltre alle Sue opere riprodotte in immagini digitali e commentate dall’autore stesso, anche una rassegna stampa e una nota critica della scrittrice Maria Marchese.
Dall’eBook e dalle note dello stesso autore “Quando le opere di raccontano”, riproduciamo:

I tetti di Ferrara…
Folgorati dal sole d’estate e dalle nebbie d’inverno, i tetti proteggono i suoi abitanti rinchiudendoli come in uno scrigno.

Ogni tetto al suo interno racchiude una storia da raccontare, amori, dolori, tradimenti.

Alcuni tetti sono soli, al suo interno non hanno nessuno, abbandonati e lasciati al loro destino, ma sempre aspettano qualcuno da tenere al riparo.

Non solo al suo interno c’è vita, ma anche sopra, un gatto che gira,

gli uccelli che fanno il nido, un filo d’erba che cresce.

I tetti di Ferrara aggregati l’uno all’altro, formano un grande puzzle di colori e forme, unione che noi dovremmo

prendere esempio……

SAN ROMANO DI FERRARA (Marco Nava)

Per raccontare le emozioni di San Romano, via storica d Ferrara,

lascio la parola a una grande scrittrice come Maria Marchese (M.N.)

ISTANTANEA DI UN’ANIMA – SAN ROMANO – FERRARA – Omaggio a Marco Nava

di Maria Marchese

Un sussurro può divenire canto, quando “bussa ” con assidua intensità alla porta della tua anima affinché tu riesca a donargli voce: così “San Romano “, di Marco Nava, mi ha accarezzata come un fievole afflato per divenire poi un delicato, seppur risoluto e febbrile stato d’animo che aveva la necessità di trovare espressione attraverso le parole.

L’ignoto arcano a causa del quale può accadere tutto ciò trova spiegazione nell’inesplicabile, ossia nel cosmo che risulta oscuro e longinquo al mondo sensibile , seppur immediato nella sfera spirituale.

Penso che l’opera di Marco Nava avesse trovato un mite giaciglio in me, in un imprecisato momento della mia esistenza, destandosi dal torpore del riposo nell’istante in cui, guardando la tela dell’artiere, i miei sensi hanno sussultato.

In essa ho intuito un passo dell’intima poesia che designa il pantheon dell’artista :un tempio interiore che rivela la candida essenzialità del pittore ,e una sacralità primigenia .

L’utilizzo stesso di materiali quali iuta, calce e acqua sono significativi di una spiritualità ancestrale, materica ma, nel contempo, rarefatta e preziosa.

“Come in cielo così in terra “diviene un modus operandi che ben rappresenta lo spirito e le manifestazioni artistiche di quest’uomo, il cui sguardo turbato, parlando della tela” Stalking – La ferita” , al Festival di Lucca, ha lasciato un segno tangibile nel mio percorso esistenziale.

A presto, Marco…

Info
https://www.mondadoristore.it/meta-stagioni-estreme-Quando-Marco-Nava/eai978882951625/

http://www.festivaldelnuovorinascimento.it/artisti/

#VocidalGad – Alberto Ferretti: “Ormai ‘Gad’ è l’intera Ferrara”

Ferraraitalia è un quotidiano libero e indipendente. Significa che, pur avendo un orientamento e una linea editoriale laica e progressista, pur aderendo con convinzione ai principi della nostra Costituzione, pur rigettando ogni forma di razzismo e di pratica violenta, ferraraitalia deve e vuole dare spazio a tutte le opinioni, anche a quelle che non condivide. Se non lo facesse, addio libertà di parola e di informazione. Nell’intervista che qui sotto pubblichiamo, il presidente degli ‘Insorgenti’ Alberto Ferretti dà conto dei suoi trascorsi di destra, palesa una vena nostalgica (“se ci fosse il fascismo in una settimana il problema sarebbe risolto”) e attacca a tutto campo il Governo locale, i partiti della Sinistra, la polizia comunale, la Chiesa… e naturalmente gli immigrati (“In Italia chi rimane? Quelli che non hanno buone intenzioni, perché si delinque egregiamente”). Di queste affermazioni, ben lontane dal sentire di questo quotidiano, l’intervistato si assume la paternità e la responsabilità. Ferraraitalia si limita a registrarle, credendo giusto – in questa occasione e come sempre – offrire ai suoi lettori un’informazione improntata al criterio della completezza.
La redazione

 

La quarta puntata di #VocidalGad vede come protagonista Alberto Ferretti, presidente dell’associazione “Insorgenti” di Ferrara, molto attivi nella zona Gad.

Ci spieghi chi sono gli ‘Insorgenti’?
L’Associazione Insorgenti è nata nel 2013, all’epoca della protesta dei forconi che prese piede in tutta Italia. Qui a Ferrara ricordo che andai ad una riunione in piazza il 19 Dicembre. Siccome era una manifestazione trasversale e apartitica, sono andato a vedere perché mi interessa quello che succede nella mia città.
In un paio di giorni abbiamo delineato delle linee guida per muoverci, non c’era un’organizzazione vera e propria. Io avevo fatto politica per alcuni anni e avevo un po’ di esperienza più degli altri. Nel giro di una settimana abbiamo fatto una serie di iniziative e una manifestazione sotto Equitalia, perché all’epoca era un argomento molto sentito, ed ho organizzato una manifestazione che facesse il giro della città, che è diventata la più grande manifestazione che si fosse vista negli ultimi decenni. Parteciparono più di 400 persone da Ferrara e dintorni. Il giorno prima della manifestazione, il Governo convocò gli autostrasportatori, i quali erano una della parti in gioco, e li comprò, semplicemente, e quindi si chiamarono fuori dal gioco.

Il giorno stesso i giornalisti ebbero ovviamente da ridire ed io risposi: ”noi non siamo i forconi, siamo insorgenti” e da lì nacque tutto, rifacendomi ad alcuni miei studi storici sulle insorgenze, dove il popolo si stanca di quello che sta succedendo e non essendoci altri riferimenti ai quali affidarsi, autonomamente prende in mano la situazione e insorge.

Abbiamo presentato gli Insorgenti, ora parliamo di Alberto Ferretti.
La mia storia diciamo che è segnata, perché mio padre era un esponente dell’Msi, uno dei fondatori del Movimento Sociale a Ferrara. Faceva politica, è stato in consiglio comunale, provinciale, ed è stato anche presidente della ‘Circoscrizione Centro’. Di conseguenza a casa mia si respirava politica tutti i giorni, ed io sono sempre cresciuto con i valori della destra sociale. Sono stato in Polizia, ho fatto il militare, per cui non ho mai fatto politica attiva nei partiti fino ad un certo periodo. Dopo alcuni anni, nei primissimi anni ’90, mi sono congedato ed il primo partito al quale mi sono iscritto è stata la Lega. Mi piacevano perché erano nazional-popolari, insorgenti, avevano delle belle idee, infatti nel giro di poco tempo fecero un boom.

Son rimasto dentro per pochi anni, poiché le dinamiche interne dei partiti non mi sono mai piaciute più di tanto. I partiti tendono ad acquisire consensi per partecipare alle elezioni, e finite le elezioni spariscono, dimenticandosi delle promesse fatte.

Dopo l’esperienza della Lega mi sono rimesso in gioco politicamente fondando “la Destra di Storace” qui a Ferrara, e partecipai alle elezioni amministrative nel 2009 come candidato sindaco, nel primo anno in cui fu eletto Tiziano Tagliani. Anche in quella occasione il partito si dimostrò molto ‘romano-centrico’ e molto poco nazionale, di conseguenza non faceva per me. Mi sono rimesso con “Fratelli d’Italia” e poi possiamo dire che le mie esperienze nei partiti sono finite, poiché ne sono fuori da due anni ormai.

Come mai?
Come ti ho detto, non reputo che i partiti, soprattutto quelli tradizionali, siano la soluzione. Io auspico che ci sia un nuovo rassemblement con a capo Salvini, perché è colui il quale sta dimostrando una certa coerenza e anche del coraggio, con quello che sappiamo può succedere ai leader dei partiti non di sinistra, anche in Europa. Ogni tanto qualcuno lo fanno fuori…

Perché Salvini potrebbe essere una soluzione, soprattutto per quanto riguarda Ferrara?
Perché ha il popolo dalla sua parte. Da queste cose si vede chi ha il carisma, chi ha le idee. La gente è disorientata. Noi usciamo da 6 anni dove non c’è stato un governo praticamente.
Concretamente la sinistra non ha mai fatto niente per il popolo, per i cittadini italiani. Sono unicamente focalizzati sull’ideologia e sul concreto non fanno mai niente. Se fanno qualcosa o la fanno per compiacere i poteri forti che li han messi lì, o a scopo puramente ideologico, come i matrimoni gay, genitori 1 e 2 ecc.. ma le cose che interessano i cittadini quali sono? Il lavoro, figli che possano studiare in scuole con professori decenti e non indottrinati politicamente o che partecipino a manifestazioni, magari che imparino già un mestiere e non solo nozioni teoriche, e poi i propri anziani, la sicurezza nella propria città, la salute pubblica, il poter vedere di nuovo aziende che possano creare posti di lavoro, sviluppo, in sostanza il futuro per loro e per i loro figli. Io, per esempio, ho due figli anche abbastanza grandi ma non vedo un gran futuro in Italia per questi ragazzi. Son queste le cose che interessano alla gente. Non gliene frega niente dei grandi temi, che poi sono utopistici come ben sappiamo, e sono al di fuori della realtà. La politica si deve occuparsi di gestire la società, non fare propaganda.

Ed a proposito del quartiere Giardino in particolare?
Io ci sono nato e cresciuto nel quartiere Giardino. Era uno dei posti più belli di Ferrara, non per niente l’avevano chiamato Giardino. L’ho visto decadere, soprattutto per la mala gestione per quanto riguarda le attività commerciali con l’apertura delle “Coop” che hanno circondato Ferrara ed hanno svuotato il centro.

Ferrara, come tutte le città, è fatta di quartieri, ed il quartiere è un piccolo paese/comunità. Mi ricordo che da piccolo mia mamma mi portava a fare la spesa nelle botteghe del quartiere, dove trovavi tutto. All’epoca, poi, non esistevano gli extra-comunitari, si vedevano in tv o al cinema.

Era un tessuto sociale molto più legato, unito, solidale, del multiculturalismo che ci vogliono appioppare per forza. La realtà cozza con l’ideologia. Se l’essere umano esiste da migliaia di anni, non è che questi hanno scoperto dopo la rivoluzione francese i grandi diritti dell’uomo e vogliono ribaltare quella che è la realtà a loro uso e consumo. Non è così. Noi abbiamo una storia. L’essere umano è un animale sociale ed ha bisogno di socializzare. Se tu gli togli queste necessità diventa un personaggio sradicato che non crede più a nulla. Questo sta succedendo.

Comunque, rientrando nel tema Gad, io lì ho vissuto e ho visto come funzionava e qual era la vita di una volta. In poche decine di anni sembra passata un’éra geologica. È cambiato tutto. Delinquenti e drogati ce ne sono sempre stati, anche se meno.

Perché il quartiere Giardino si è ‘degradato’?
Qui ci sono diverse ipotesi, tra le quali che loro [i politici di sinistra nda] abbiano scelto un quartiere per degradarlo. È un’ipotesi e non credo che lo confermeranno mai anche se fosse vero. Nel caso avessero fatto questa scelta, lo avrebbero fatto in questo quartiere perché sicuramente non era uno di quelli dove prendevano più voti. Alcuni dicono anche che una delle due torri del grattacielo o gran parte, sia gestita direttamente dall’Asp Ferrara, quindi hanno avuto la possibilità di inserire tanti di questi immigrati all’interno. Che poi ‘immigrato’ mi sembra la parola sbagliata. Immigrato è colui che viene con i documenti, entra in un paese per ricongiungersi ai propri parenti o per costruirsi una nuova vita, quindi ha già un’idea di integrarsi. Questi qui non sono immigrati e non sono neanche clandestini. Questi sono dei ‘deportati’. Son venuti fuori dei documenti, fascicoli e volantini che sono stati distribuiti nell’Africa sub-sahariana da delle organizzazioni che li hanno convinti che qui c’è il ‘paese del bengodi’; quindi c’è un piano dietro, un piano per creare questa massa di persone che decidono di spostarsi. Come fanno queste persone che scappano dalle guerre, come ci raccontano, o che hanno subito grandi travagli nel loro paese a trovare 4 o 5 mila dollari che occorrono per fare la tratta dall’Africa sub-sahariana alla Libia e poi da lì arrivare in Europa? Chi glieli dà quei soldi? Qualcuno glieli darà. E se qualcuno glieli darà vuol dire che una volta qui ne faranno molti di più.

Non crede, quindi, che l’immigrazione possa essere una ‘risorsa’?
Se questi fossero delle risorse, perché gli altri non li vogliono? Perché paesi più avanzati del nostro anche nella democrazia, come l’Inghilterra e gli Stati Uniti o i Paesi del nord, mettono delle soglie, scelgono che tipo di immigrazione accogliere, ad esempio gente scolarizzata, gente preparata. Sappiamo che gli Stati Uniti hanno fatto un grosso investimento nelle università ad esempio del Pakistan o dell’India, per creare degli ingegneri, non per creare personaggi senza né arte né parte che ovviamente finiranno a spacciare. Questa si chiama ‘immigrazione’ ed eventualmente ‘integrazione’, quando tu costruisci un percorso. Un’invasione selvaggia non potrà mai funzionare. Poi a Ferrara, che è la città del nord più sottosviluppata.

Ma sono tutti così i migranti in arrivo?
Io non penso che queste persone siano tutte cattive o tutte malintenzionate. Quelle che hanno buone intenzioni, però, se ne vanno. Perché a Ferrara non c’è niente, andranno nel nord Europa dove se tu vuoi lavorare guadagni molto più di qua e dove ci sono molte più opportunità. E in Italia chi rimane? Quelli che non hanno buone intenzioni, anche perché con le leggi che abbiamo si delinque egregiamente, senza che accada nulla.

Cosa risponde a chi vi accusa di razzismo?
Quando tu non hai argomenti, cerchi il più facile. Quando non hai scusanti, inizi ad accusare gli altri. Noi non amavamo questa amministrazione da prima che ci fosse questa immigrazione incontrollata. Sono maestri ad etichettare quelli che non la pensano come loro, infatti io mi chiedo nel Partito Democratico quella ‘D’ cosa significhi. Non ascoltano nemmeno i loro cittadini. Loro si muovono come se Ferrara fosse una loro proprietà. Hanno accusato un intero quartiere di essere razzista. Ma si può anche solo pensarlo?

Come vi rapportate a questa situazione?
Prima di parlare devi scusarti, cioè devi anticipare che non sei razzista, siamo a questi livelli. Sono riusciti a impostare ideologicamente gli argomenti e la neo-lingua in modo che tu automaticamente se dici qualcosa contro quello che loro hanno detto, o sei razzista o sei fascista o sei omofobo o sessista. Loro sono a corto di argomenti, e con queste parole che nell’immaginario collettivo si è stati bombardati per anni e anni, sono delle parole guida.

Parlando delle misure adottate per migliorare la situazione, l’esercito ha apportato benefici?
È un segnale che tu dai, e loro non lo volevano. Mi ricordo benissimo, hanno una faccia tosta che fa paura a volte. Mi ricordo bene quando Tagliani, Maisto e Modonesi, assessore all’INsicurezza, non volevano l’arrivo dei soldati perché non era quello il modello di città volevano. Franceschini si è preso una marea di fischi allo stadio e ha capito che le cose non erano più sotto controllo, e ‘tac’ è arrivato l’esercito a Ferrara. È arrivato per quello e contro il parere dell’amministrazione.

Alcune associazioni hanno accusato i militari di essere troppo duri.
Addirittura ho sentito dire che sono arrivate delle denunce dall’associazione “Aldrovandi”, ma non apriamo quel capitolo.
Comunque se ci fosse la volontà politica in un mese il problema sarebbe risolto, semplicemente applicando le leggi che esistono e facendo in modo che la giustizia faccia il suo corso.

Quale potrebbe essere secondo lei la soluzione per migliorare il quartiere Giardino?
Applicare le leggi già esistenti, e quelle che non vanno bene le modifichi.

Anche il regolamento della polizia comunale?
Assolutamente, l’hanno scritto loro e non lo applicano.

Le forze dell’ordine sono abbastanza presenti o si potrebbe fare di più anche su questo fronte?
Io sono stato in polizia sei anni e mezzo, in situazioni molto più grandi perché sono sempre stato a Bologna. Questa situazione qui è ridicola. Gli uomini ci sono, probabilmente adesso sono anziani e non c’è stato il ricambio per i soliti motivi economici, probabilmente se fossero più giovani e dinamici…

Anche gli africani che spacciano sono abbastanza ‘atletici’ dicono alcuni residenti.
Potrebbero partecipare alle olimpiadi tranquillamente!

Ma a parer suo manca la volontà per migliorare la situazione?
È una questione di volontà politica, come ho detto. Se ci fosse il fascismo, e non ci potrà mai più essere, in una settimana il problema sarebbe risolto. A un certo punto se l’unica cosa che capisci è quella lì, perché no?

Come Insorgenti cosa avete fatto?
Abbiamo iniziato a fare una serie di presidi in alcuni punti ‘nevralgici’, nei punti più infuocati non ce li hanno permessi. Abbiamo fatto volantinaggi, e abbiamo sempre dato un impostazione costruttiva, non abbiamo mai fatto la battaglia per la ‘bandiera’ perché non abbiamo interessi elettorali. Noi vogliamo che Ferrara torni ad essere quello che era, una città dove puoi vivere serenamente, non dove ogni due per tre ti arriva un tizio a chiedere se vuoi la dose ecc.. che sia nero, giallo, blu non ci interessa.

Alcuni dei migranti di cui parla sono richiedenti asilo, cosa pensa delle attuali leggi al riguardo?
Le leggi sulla richiesta d’asilo sono completamente da rivedere perché quando sono state fatte non esisteva quello che c’è adesso. Devi adeguare la legge alle realtà esistente. I numeri, le modalità, la mafia nigeriana che è arrivata. Tra l’altro la Nigeria ha 160 milioni di abitanti, ma alcuni qui, tra cui il vescovo, dicono che dobbiamo accogliere tutti.

Almeno con l’Islam, avendo Ferrara ben tre moschee, ha avuto un’integrazione migliore?
No, non possono integrarsi, perché non vogliono e non è nell’ordine delle cose. Sono una civiltà troppo diversa. Siamo tutti esseri umani, ma noi proveniamo da una storia, aldilà di quella religiosa, che ha delle sue tradizioni, una sua visione del mondo, della società, della donna e della famiglia, e loro ne hanno completamente un’altra. Però c’è un altra differenza, che noi non siamo soggetti alla legge religiosa, loro sì. Questa cosa non la potrai mai eliminare, e quindi non potranno mai integrarsi con un popolo cristiano. Forse convivere, ma l’integrazione è un altra cosa.

Nel quartiere Giardino come vede la Lega?
Sicuramente, aldilà di Ferrara, la Lega è Salvini, che sta dimostrando di avere coerenza e coraggio e la gente si rivede in lui.

Ma personificare un partito non è rischioso?
Si, la gente però ha bisogno di un punto di riferimento. Ormai i partiti sono ‘liquidi’.

E Nicola Lodi? Può fare realmente qualcosa?
Lo spero. Noi dobbiamo cercare di tenere insieme e non di coltivare personalismi, specialmente a livello locale. Abbiamo bisogno di unità, non ci interessano i risultati individuali piuttosto che la vittoria di un partito più che di un altro, e questo te lo dico come privato cittadino e come presidente degli Insorgenti. Qui è la nostra comunità che deve venire fuori da questa situazione, che non è problematica solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche del lavoro, della vita quotidiana, delle prospettive del futuro. I nostri giovani vanno via perché qui non c’è lavoro, vanno a Bologna, Padova, all’estero. E questo non fa altro che impoverirci sempre di più, e dall’altra parte importiamo questi personaggi, e forse non ne hanno loro la colpa perché penso che siano deportati e c’è qualcuno che ci guadagna, e questo non lo fanno solo le cooperative ma lo fa anche la Chiesa. E comunque, tornando al discorso politico, la democrazia cos’è se non l’alternanza?

Quindi ci dovrebbe essere un ricambio al vertice?
Secondo me Ferrara è pronta per un ricambio. Possiamo solo perderla se non daremo un segnale di grande intelligenza. Ferrara è di tutti. È ovvio che un governo ‘amico’ a Roma ci aiuta, e allora sfruttiamo quest’onda. Ormai qui non c’è più destra e sinistra, uniamo i componenti alternativi a quello che c’è. Penso ferraresi siano stanchi e siano pronti per un cambiamento. Come associazione e nel mio piccolo cercheremo di creare una coalizione più costruttiva, che faccia emergere le personalità che possono fare i cambiamenti di cui Ferrara ha bisogno.

I prossimi obbiettivi di Insorgenti quali sono?
Abbiamo già degli obbiettivi che stiamo portando avanti da tempo, come la class-action per quanto riguarda la perdita del valore degli immobili nella zona Gad. Poi abbiamo in progetto di riprendere a fare i presidi sul territorio. Siamo stati contattati anche da alcuni cittadini di via Oroboni che hanno dei problemi. Andiamo dove ci chiamano. C’è poi la battaglia per il recupero delle mura di Ferrara in pieno degrado. Tutte le settimane facciamo le riunioni e cerchiamo di farle sempre in posti diversi, ascoltiamo quelli che son i problemi e cerchiamo le soluzioni insieme ai cittadini. Dove abbiamo bisogno di appoggio delle istituzioni andiamo senza problemi, portando tutte le nostre perplessità e quant’altro. Siamo trasversali, da noi c’è anche gente con idee di sinistra, e abbiamo amici dappertutto, non guardiamo alle sigle dei partiti ma alle persone per bene che ti danno affidabilità, che se dicono una cosa poi la fanno.

Salute. Giornata mondiale della lotta all’ictus, “Vedo, riconosco, chiamo”: al via la campagna d’informazione e sensibilizzazione della Regione.

Da: Regione Emilia Romagna

Salute. Giornata mondiale della lotta all’ictus, “Vedo, riconosco, chiamo”: al via la campagna d’informazione e sensibilizzazione della Regione. Testimonial, l’attore e comico Giuseppe Giacobazzi. L’assessore Venturi: “Importante diffondere più consapevolezza sui sintomi, per incentivare un maggior ricorso al 118”

Lo scorso anno 6.800 persone ricoverate nelle strutture sanitarie dell’Emilia-Romagna, dove per l’ictus ischemico si registra una percentuale di mortalità più bassa (8,7%) rispetto a quella nazionale (10,9%). Dal 2007 presenti specifiche linee di indirizzo regionali per l’assistenza dei pazienti, dalla fase acuta alla riabilitazione

Bologna – Ogni due secondi, nel mondo, qualcuno viene colpito da ictus. Può succedere ovunque, anche nella quiete degli spazi-lettura della Biblioteca Sala Borsa, in piazza Maggiore a Bologna, dove il comico e attore Giuseppe Giacobazzi – in una situazione ai confini tra sogno e realtà – interviene e allerta prontamente il 118 per tre casi di ictus, che si verificano uno dopo l’altro.
È proprio Giacobazziil protagonista del video e testimonial della campagna di informazione e sensibilizzazione della Regione Emilia-Romagna, presentata oggi alla stampa a Bologna nella sede di viale Aldo Moro.
“Vedo, riconosco, chiamo” lo slogan scelto, con un obiettivo preciso: spingere le persone a individuare in modo precoce e tempestivo i sintomi dell’ictus cerebrale, per poter chiamare al più presto i soccorsi. Perché, in questo caso, anche qualche minuto in meno può fare la differenza.

Parliamo di una patologia che, nel 2017, ha visto in Emilia-Romagna 6.800 pazienti con ictus ischemico – erano 7.000 nel 2015 e nel 2016 – ricoverati nelle strutture delle Aziende sanitarie regionali; la stragrande maggioranza è sopravvissuta, mentre il 9% circa (più di 600) è deceduto nei trenta giorni dall’evento acuto; una percentuale che si mantiene comunque contenuta, grazie al ricovero nelle Stroke Unit (Centri urgenza ictus) e al trattamento in Riabilitazione intensiva.

“Con la campagna che presentiamo oggi, in occasione della Giornata mondiale della lotta all’ictus- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- ci auguriamo che si diffonda nella popolazione più consapevolezza sui sintomi ‘premonitori’ di questa patologia, così da incentivare un maggior ricorso al 118 e consentire, a chi interviene, un’assistenza tempestiva e adeguata. In Emilia-Romagna- prosegue l’assessore- disponiamo di una rete d’eccellenza per il trattamento dell’ictus, grazie alle strutture e al personale che vi lavora: fondamentale è potervi accedere in tempi rapidissimi. È altrettanto importante- chiude Venturi- che le persone sappiano quali sono i fattori di rischio e quali stili di vita possono aiutare ad evitarlo, perché la prevenzione riveste sempre un ruolo fondamentale quando parliamo di salute”.

“Credo che sia giusto sensibilizzare le persone a riconoscere gli indizi che portano a un ictus e renderle consapevoli che una telefonata al momento giusto può risolvere un grande problema- commenta Giuseppe Giacobazzi-. Ho partecipato con piacere alla campagna, ci siamo divertiti e sono convinto che abbiamo fatto un bel lavoro. Quello che mi ha entusiasmato di più è che il video invita a riconoscere i primi segni dell’ictus negli altri: ormai, con i nostri cellulari, siamo isolati dal resto del mondo, non facciamo più attenzione a chi ci sta vicino. Invece- conclude Giacobazzi-, guardando in faccia le altre persone, si può dare una mano davvero importante”.

Ictus: cos’è, come si manifesta
Quando il cervello, in seguito alla chiusura o alla rottura di un’arteria, non riceve più sangue (ischemia) o viene inondato da sangue “stravasato” da un’arteria rotta (emorragia) si verifica l’ictus cerebrale. Ci sono quindi due tipi di ictus: ischemico (dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale) o emorragico (causato dalla rottura di un’arteria cerebrale).

Fattori di rischio per l’ictus sono la pressione alta, alcune cardiopatie, il diabete, il sovrappeso, elevati livelli di colesterolo, il fumo e l’abuso di alcol. In altri termini, è lo stile di vita che aumenta in maniera consistente l’insorgenza della patologia. Patologia che si manifesta improvvisamente, con sintomi quali la paralisi, o il formicolio al viso, al braccio e alla gamba; la vista annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi; la difficoltà a pronunciare o comprendere frasi; la perdita di equilibrio, la vertigine e la mancanza di coordinazione.

L’ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza nei Paesi dove è maggiore lo sviluppo economico, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Causa il 10%-12% di tutti i decessi nell’arco di un anno ed è la principale causa d’invalidità e la seconda di demenza. In Italia ogni anno si verificano circa 196.000 ictus, di cui il 20% costituito da recidive (39.000). L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, e la sua prevalenza raddoppia successivamente a ogni decade: nel 75% dei casi si verifica nelle persone con più di 65 anni, ma colpisce, sia pure in misura minore, anche i giovani; si stima che ogni anno il numero di under 65enni interessati da questa patologia sia intorno ai 27.000.

La mortalità dopo un ictus ischemico,a 30 giorni dal fatto, oscilla nei vari studi a livello mondiale tra il 10 e il 25%. L’emorragia cerebrale ha una mortalità nettamente più elevata (pari al 40-50%, sempre a 30 giorni) rispetto alle forme ischemiche. A un anno dall’evento acuto, un terzo circa dei soggetti sopravvissuti a un ictus, indipendentemente dal fatto che sia ischemico o emorragico, presenta un grado di disabilità elevato.
Il trattamento richiede il ricorso a cure d’emergenza e il ricovero in unità di degenza dedicate, le “Stroke Unit”; alcuni ictus emorragici possono essere trattati tramite intervento chirurgico.

I dati dell’Emilia-Romagna
Lo scorso anno sono stati 6.800 i pazienti con ictus ischemico ricoverati nelle strutture delle Aziende sanitarie regionali. Per quanto riguarda le modalità di arrivo nei Pronto Soccorso, nel 70% dei casi è avvenuta attraverso il 118, nel 30% con mezzi propri.

Secondo i dati del Piano nazionale esiti, pubblicati nel 2017 e relativi all’anno 2016, in Italia la mortalità a 30 giorni per ictus ischemico è pari al 10,9%, mentre in Emilia-Romagna è dell’8,7%: percentuale che attesta l’efficienza delle modalità organizzative dell’assistenza all’ictus in regione.

Cosa fa la Regione
Sin dal 2007, la Regione Emilia-Romagna ha recepito le indicazioni dell’Accordo Stato-Regioni del 2005 sull’assistenza all’ictus e ha emanato apposite linee di indirizzo che indicano il percorso integrato del paziente, sia nella fase acuta che in quella successiva: la fase pre-ospedaliera (emergenza-urgenza 118 e pronto soccorso), ospedaliera (ricovero in Stroke Unit e in Riabilitazione intensiva) e post-ospedaliera (riabilitazione post-ospedaliera e lungo assistenza). Nel 2015 è stata confermata l’organizzazione dell’assistenza secondo il modello Hub & Spoke (reti cliniche integrate) per le discipline/attività di rilievo regionale, fra cui la rete delle neuroscienze e dell’assistenza all’ictus: attualmente in Emilia-Romagna sono 13 le Stroke Unit autorizzate all’erogazione della trombolisi endovenosa (10 in reparti di Neurologia e 3 in reparti di Medicina).

La campagna di comunicazione
Oltre al video con protagonista Giacobazzi, disponibile su internet, la campagna di comunicazione della Regione – realizzata con l’onlus A.LI.Ce Emilia-Romagna, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale – prevede una locandina web a disposizione delle Aziende sanitarie. È stata creata anche una landing page, ovvero una pagina web (http://www.regione.emilia-romagna.it/campagnaictus) che, insieme al video, comunica le nozioni fondamentali sull’ictus e illustra la campagna.

Il Prefetto Campanaro riceve il Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna Gen. Brig. Claudio Domizi

Da: Prefettura di Ferrara

Nella mattinata odierna il Prefetto Michele Campanaro ha ricevuto in visita di cortesia il Generale di Brigata Claudio Domizi, neo comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, che nell’occasione era accompagnato dal Comandante provinciale Col. Andrea Desideri.

L’incontro ha rappresentato l’occasione per una reciproca conoscenza in un clima di cordialità e collaborazione ed ha consentito di intrattenersi sui principali temi concernenti la sicurezza pubblica in provincia.

Il Generale Domizi, che nella sua carriera ha condotto delicate indagini e ricoperto incarichi di prestigio, ha assunto il Comando Legione Carabinieri Emilia-Romagna il 24 settembre scorso, proveniente da Roma, dove dirigeva il I Reparto del Comando Generale dell’Arma.

“Formulo al Generale Domizi un caloroso benvenuto nel nostro territorio ed i migliori auguri di buon lavoro, con la certezza che, grazie alla proficua e consolidata collaborazione tra Istituzioni, saprà ulteriormente rafforzare l’impegno e la disponibilità dell’Arma dei Carabinieri a tutela della collettività, confermando nei cittadini la percezione di sicurezza e la presenza dello Stato” ha dichiarato a fine incontro il Prefetto Campanaro.

Fusione Goro-Mesola, Bignami-Fornasini (FI): “Errori procedurali e lacune giuridiche, si annulli la delibera di indizione del referendum”

Da: Forza Italia Ferrara

Il deputato di FI Galeazzo Bignami e il coordinatore provinciale FI Matteo Fornasini hanno interessato la Regione Emilia Romagna, attraverso il Gruppo Forza Italia, per chiedere di avviare una serie di controlli e verifiche per accertare che i Comuni di Goro e Mesola abbiano seguito correttamente i passaggi amministrativi e burocratici per l’avvio del percorso di fusione. Ciò in riferimento ad alcune lacune giudirico-amministrative relative alle delibere e agli atti adottati.

“Posto che una fusione dovrebbe essere sempre il frutto di un naturale e armonico percorso condiviso con le comunità locali – spiegano Bignami e Fornasini -, l’intero iter appare frettoloso e sbrigativo. Nelle prime delibere comunali non sono state approvate la cartografia e le indicazioni sui nomi da sottoporre a quesito referendario. Nelle delibere successive è stata approvata la cartografia ma è stato indicato un unico nome ‘Goro Mesola’ da sottoporre a referendum, anziché una molteplicità di nomi come da normativa”.

“Inoltre – proseguono – lo studio di fattibilità, commissionato unicamente dal Comune di Mesola, è stato depositato agli atti del Comune il 22 giugno senza cartografia di riferimento ed il contenuto sarebbe privo dei dati riguardanti la situazione di indebitamento che riguarderebbe il bilancio del Comune di Goro. Lo studio poi è stato unicamente recepito dal Comune di Goro con atto di indirizzo senza alcun processo di condivisione con la comunità. Solo successivamente, il 24 settembre 2018, i sindaci hanno comunicato alla Regione altri tre nominativi da sottoporre a referendum, Castel del Delta, Castel del Mare, Porto dell’Abate”.

“Infine – sottolineano Bignami e Fornasini – non sussisterebbero le condizioni amministrative per un iter sereno del processo di fusione poiché, ad oggi, il Sindaco di Mesola parrebbe non avere più la maggioranza in consiglio comunale a seguito di alcune defezioni tra i banchi della maggioranza”.

“Stante le criticità – concludono – chiediamo che sia annullato il Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 28 settembre 2018 relativo all’indizione del referendum consultivo”.

Maltempo. Due nuove allerte in Emilia-Romagna dalle 12 di oggi alle 24 di domani.

Da: Regione Emilia Romagna

Maltempo. Due nuove allerte in Emilia-Romagna dalle 12 di oggi alle 24 di domani. È allerta rossa per stato del mare al largo della costa ferrarese e arancione per temporali, criticità idraulica e idrogeologica

Vento forte su tutta la regione. I fenomeni più intensi entro la serata, in attenuazione dal pomeriggio di domani

Bologna – Sono due le nuove allerte emanate dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, sulla base dei dati previsionali del Centro funzionale Arpae E-R, in vigore dalle 12 di oggi e fino alle 24 di domani martedì 31 ottobre.

Nella giornata di oggi, infatti, la presenza di un sistema temporalesco “auto rigenerante” determinerà piogge di intensità elevata su tutto il settore occidentale della nostra regione, più accentuate sulle aree montane e pedemontane, mentre si confermano le previsioni di pioggia anche sul resto del territorio, con possibili fenomeni temporaleschi organizzati.

I venti saranno in prevalenza da sud-est, di burrasca forte sui settori appenninici, di burrasca sul resto del territorio (valori stimati di 70/80 km/h e raffiche di intensità superiore).

Mare al largo molto agitato, con altezza dell’onda compresa tra 2,5 e 3,5 metri e picchi d’onda intorno a 4 metri sulla costa ferrarese. Sono possibili mareggiate sull’intero litorale.
Le temperature sono previste in rapida flessione nel pomeriggio-sera.

In dettaglio, è allerta rossa per stato del mare al largo costa ferrarese (sottozona D2), mentre è arancione l’allerta per stato del mare al largo della costa romagnola (sottozona B2) e per criticità costiera con pericolo di mareggiate sempre a carico della costa ferrarese e romagnola.

Ancora allerta arancione per vento forte sulle colline e montagne romagnole (sottozone A1 e A2), per quelle dell’Emilia orientale (sottozone C1 e C2), quelle dell’Emilia centrale (sottozone E1 ed E2), l’alta collina e la montagna emiliana occidentale (sottozone G1 e G2), la bassa collina e la pianura emiliana occidentale (sottozone H1 e H2), la costa ferrarese (sottozona D2).

Ed è allerta arancione per temporali quella che interesserà le zone collinari da Ravenna a Piacenza (Zone C, E e G), mentre per tutte le restanti aree di pianura e della collina romagnola, l’allerta temporalesca è gialla.
L’allerta arancione per criticità idraulica e idrogeologica riguarda anche le colline fra Ravenna e Piacenza (zone C, E e G), mentre è gialla per i bacini emiliani orientali, la pianura emiliana centrale e la pianura e bassa collina emiliana occidentale (zone C, F e H).

La tendenza è all’attenuazione dei fenomeni dal pomeriggio di martedì.

L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, in stretto raccordo con Arpae E-R, seguirà l’evoluzione della situazione. Si consiglia di consultare l’Allerta e gli scenari di riferimento sulla piattaforma web: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it.

L’Agenzia è in costante rapporto con i Comuni, che devono attivare tutto ciò che è previsto nei rispettivi Piani comunali di Protezione civile, dandone adeguata informazione alla cittadinanza.

Nicola Lodi (Lega) – Lega Tour Ferrara: nelle frazioni e nei quartieri per incontrare la gente

Da: Elettorato Lega Nord

“Il Lega tour parte da Cona e toccherà tutte le frazioni della provincia di Ferrara e tutti i quartieri della città compresi quelli più difficili come la Gad. Saremo presenti tutti i week end con i nostri banchetti, nelle strade e nelle piazze, per incontrare la gente, ascoltare i cittadini e far conoscere le nostre idee per il territorio.

Nicola Lodi, segretario cittadino della Lega annuncia così l’iniziativa “La terra che ci Lega tour” che prenderà il via nei prossimi giorni e a cui parteciperà anche il segretario provinciale e capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, Alan Fabbri.

“A partire da ora e per i prossimi mesi la nostra presenza nelle frazioni di Ferrara sarà costante: incontreremo e ascolteremo tutti i cittadini per conoscere e raccogliere istanze e proposte dal territorio”, spiega Lodi. “In una realtà che cambia velocemente, in un momento in cui il Paese ha bisogno di tutti, le frazioni non possono più essere considerate un territorio di serie B. E’ necessario invece conoscerle per capire quello di cui hanno bisogno, ma anche per cogliere il valore aggiunto che possono dare”, continua. “Per questo organizziamo questi incontri in tutta la provincia ma senza trascurare, ovviamente, la città”, prosegue il segretario. “Batteremo a tappeto anche Ferrara, organizzando incontri in tutte le sue zone e in tutti i quartieri, anche quelli più pericolosi coma la Gad”.

L’obiettivo è “far sapere che la Lega c’è, è in ascolto della gente e ha tante idee da proporre”, conclude il segretario. “Partiamo giovedì 8 novembre da Cocomaro di Cona (alle ore 19 saremo presso il bar Il Capitano, via Comacchio 366 b) e ogni settimana toccheremo un paese diverso. Per sapere dove trovarci i cittadini possono consultare la pagina www.legaferrara.it oppure i nostri profili Facebook sempre aggiornati”.

A Ferrara c’è il Festival della Magia

Da: Consorzio Visit Ferrara

Illusionismo, giochi di prestigio, visite nei misteri della città, spettacoli incantati e laboratori per bambini il 10 e 11 novembre 2018. Vantaggi sul soggiorno con il Consorzio Visit Ferrara.

Scoprire Ferrara con magia. Non è un modo di dire ma un’affascinante realtà che prende vita, tra atmosfere oniriche e giochi di illusionismo, il 10 e l’11 novembre 2018 con il Festival della Magia. Un viaggio dove tutto è possibile su un percorso magico fatto di spettacoli teatrali, performance di strada, visite guidate tematiche e laboratori per i più piccoli. Un modo esclusivo e fuori dal comune di visitare Ferrara e le sue meraviglie storico-artistiche, approfittando delle proposte del Consorzio Visit Ferrara, che unisce circa 90 operatori turistici di tutta la Provincia, e in occasione del Festival della Magia propone un codice sconto per ottenere riduzioni sul soggiorno. Prenotando direttamente sul sito www.visitferrara.eu con il codice MAGIA2018 si vive, infatti, la manifestazione magica in modo vantaggioso.
Tra gli appuntamenti da non perdere sabato 10 novembre alle 21.00, il gran gala della magia Arkobaleno, spettacolo con artisti provenienti dai più importanti palcoscenici mondiali i quali porteranno a Ferrara l’arte del prestigio e dell’illusionismo, con sorprendenti colpi di scena. Nel pomeriggio di sabato, i bambini potranno divertirsi con la Scuola di Magia con la Strega Trilli, nel foyer del Teatro Nuovo di Ferrara (ogni ora dalle 15.00 alle 18.00), imparando a costruire giochi di prestigio con materiali da riciclo. Alle 15.30 ci sarà una parata di appassionati di street magic nel centro storico cittadino. Inoltre, sia il sabato 10 alle 15.00, che domenica 11 alle 10.30, si potrà partecipare alle avvincenti visite guidate tra i segreti e i misteri di Ferrara, una delle corti rinascimentali più legate all’astrologia, alla magia, all’alchimia e all’esoterismo. Il programma completo del festival della magia è: www.festivalmagiaferrara.it

Camera di Commercio e Comuni ancora a segno: crescono le domande delle imprese per progetti “Impresa 4.0”

Da: Camera di Commercio Ferrara

Govoni: “Un risultato di partecipazione importante, a dispetto di territori ben più grandi di quello di Ferrara. C’è un grande slancio da parte soprattutto dei giovani verso “Impresa 4.0”, e Comuni e Camera di commercio vogliono sostenere questo entusiasmo”

Già 8 i programmi di investimento presentati, due dei quali in forma integrata
Fino a 10.000 euro a fondo perduto per programmi di investimento presentati anche in forma aggregata

“Un risultato di partecipazione importante”. Così il presidente della Camera di commercio di Ferrara, Paolo Govoni, che ha aggiunto “Numeri che dimostrano la volontà delle nostre imprese di rinnovarsi, di introdurre tecnologie nuove ma anche la disponibilità a investire per sostenere la propria presenza sul mercato. C’è un grande slancio da parte soprattutto dei giovani verso “Impresa 4.0”, e Comuni e Camera di commercio vogliono sostenere questo entusiasmo”.

Ancora a segno, dunque, i Comuni e la Camera di commercio che in poco più di un mese, e a dispetto di territori ben più grandi di quello di Ferrara, hanno visto le proprie risorse utilizzate con tenacia dalle imprese ferraresi per l’introduzione di nuovi modelli organizzativi, soluzioni per la manifattura avanzata e additiva, la cybersicurezza, sistemi di e-commerce e di pagamento mobile, la fidelizzazione della clientela e l’automazione dei processi. Un impegno pubblico – quello lanciato dall’Ente di Largo Castello ed i comuni del territorio con la collaborazione delle organizzazioni imprenditoriali – di 450mila euro per incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni 4.0, aumentare la spesa privata in Ricerca e Innovazione e rafforzare la finanza a supporto della digitalizzazione aziendale.

“Ringrazio tutti i sindaci – ha evidenziato Govoni – per la disponibilità a cofinanziare i nostri interventi al fine di favorire una addizionalità delle risorse ed una maggiore qualificazione dei progetti di investimento presentati dalle imprese”. Commercio (20%), Artigianato (15%), Industria (15%) e Turismo (10%) i settori ad oggi più coinvolti. Ma la ricaduta è doppia, sottolinea la Camera di commercio: in oltre il 50% dei casi, infatti, la consulenza verrà stata fornita da imprese del territorio, da quel terziario innovativo sempre più di supporto, in particolare, al comparto manifatturiero del Centese.

Alla fine del terzo trimestre dell’anno, le imprese che operano nei settori digitali a Ferrara (dal commercio via Internet agli Internet service provider, dai produttori di software a chi elabora dati o gestisce portali web), hanno raggiunto le 522 unità, pari all’1,5% del totale delle imprese ferraresi (a livello regionale l’indicatore vale il 2,0% e in Italia il 2,1%). Da segnalare l’aumento delle nuove aperture, più che raddoppiate in 12 mesi: dalle 21 del 2017 alle 44 del 2018. Il 7,3% di queste attività sono guidate da giovani con meno di 35 anni.

Proseguono, intanto, le attività della speciale Task force di comunicazione (tra i principali artefici del successo del bando) istituita da Camera di commercio, Comuni ed associazioni di categoria con l’obiettivo di agevolare il più possibile gli imprenditori ferraresi nell’ottenimento dei finanziamenti necessari. Per maggiori informazioni: ufficio Marketing del territorio della Camera di Commercio (tel. 0532/783813-820; e-mail: promozione@fe.camcom.it), che invita le imprese anche a consultare con attenzione il sito www.fe.camcom.it.

Cinema Boldini – Proiezione speciale del film documentario di Michele Cinque IUVENTA

Da: Arci Ferrara

In occasione dell’avvio della campagna di tesseramento Arci 2018/2019 verrà proiettato il film di Michele Cinque – IUVENTA.

Il film racconta gli eventi di un anno cruciale della vita di un gruppo di giovani europei, tutti con differenti ruoli impegnati nel progetto umanitario della ONG Jugend Rettet: dal primo viaggio della nave Iuventa nel Mediterraneo fino alle pesanti accuse che oltre un anno dopo hanno portato al sequestro preventivo della nave nell’ambito di un’indagine sull’immigrazione clandestina. L’obiettivo della ONG dalla sua formazione è sempre stato quello di dimostrare che un programma di salvataggio nel Mediterraneo è non solo necessario ma è anche un dovere morale dell’Europa: i giovani di Jugend Rettet non hanno mai pensato di rappresentare niente di più che una soluzione temporanea al vuoto lasciato dall’Europa all’indomani della chiusura di Mare Nostrum. La narrazione del film è costruita a partire dalla prima missione della Iuventa: dalla partenza dal porto di Malta al ritorno della nave al porto della Valletta dopo 15 giorni in mare in cui sono state salvate oltre 2000 persone. Dopo la prima missione il film ci porta a Berlino e in Italia dove il futuro di Jugend Rettet viene messo in discussione. Iuventa, proprio per la giovane età dei protagonisti, è una sorta di racconto di formazione: il trovarsi davanti all’orrore della tragedia che si consuma quotidianamente nel Mediterraneo e la graduale presa di coscienza della complessità dei problemi socio politici connessi al grande tema della migrazione portano i giovani protagonisti a mettere in dubbio il senso dell’intero progetto che, in qualche modo, determina per loro la perdita dell’innocenza.

L’iniziativa è inserita nel programma regionale della nuova campagna di tesseramento arci 2018/2019 (validità dal 1 ottobre 2018 al 30 settembre 2019).

L’ingresso alla proiezione è gratuito per i soci arci (sarà possibile fare la nuova tessera direttamente al cinema la sera stessa).

L’ingresso alla proiezione per chi non è in possesso della tessera arci – 5 euro.

Per informazioni

www.arciferrara.org

www.cinemaboldini.it

Polizia Provinciale sanziona 2 cacciatori che hanno abbattuto 46 colombacci in territorio di Mesola

Da: Ufficio Stampa – Provincia di Ferrara

Due cacciatori romagnoli sono stati sanzionati dalla Polizia provinciale per violazione delle norme sulla caccia.
Tutto è successo quando una pattuglia di agenti provinciali ha preso ad osservare l’attività venatoria da un appostamento temporaneo di caccia, nel comune di Mesola, realizzato con canne palustri recuperate sul posto per un maggior mimetismo.
Il numero elevato di spari ha insospettito gli uomini in divisa che, dopo un periodo di osservazione, ha fatto scattare il controllo.
Arrivati sul posto, hanno costatato che un discreto numero di colombacci erano già stati abbattuti, nonostante la legge sulla caccia preveda un massimo di 15 capi a testa, depositati nell’appostamento e regolarmente segnati sul tesserino.
A seguito di una verifica più accurata, gli agenti hanno scoperto che sotto gli stampi di plastica si celavano altri colombacci abbattuti fino a contarne 46, rispetto al massimo consentito per due cacciatori, ossia 30.
Così le due doppiette sono state sanzionate per 206 euro a testa e, forse più penalizzante per loro, punite con il sequestro dei 46 capi di selvaggina.
“Non posso che elogiare l’impegno e la dedizione dei miei colleghi – dice il comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli – che hanno operato con pazienza ed attenzione, per il rispetto delle regole che deve valere per tutti”.

Locomotori in Via dei Lavorieri: il Sindaco chiede alle Ferrovie intervento immediato per il benessere dei residenti

Da: Sindaco di Ferrara

Diversi cittadini residenti in via dei Lavorieri hanno segnalato un forte disagio, presente già da alcuni mesi, causato della presenza protratta di locomotori della Ferrovia che implica forti esalazioni in diversi orari della giornata.

Le esalazioni danneggiano evidentemente la salute delle persone visti i forti mal di testa e senso di nausea che testimoniano i residenti.

Già una precedente segnalazione è stata inoltrata il 18 marzo 2018 alla Direzione Territoriale di Produzione- RFI di Bologna, con la richiesta di una protezione che potesse limitare l’inquinamento acustico e dell’aria, ma non risulta che sia stato adottato alcun provvedimento o dato riscontro agli interessati.

Il Sindaco ha quindi scritto alla Dott.ssa Claudia Cattani, Presidente Ferrovie Italiane, per segnalare la situazione richiedendo un intervento immediato per fermare o quantomeno ridurre fortemente il problema per il benessere della collettività.

Le serate di Palazzo dei Diamanti Courbet e la natura Speciale Halloween 31 ottobre

Da: Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea – Fondazione Ferrara Arte

Per la notte di Halloween il Palazzo dei Diamanti offrirà al pubblico l’occasione di trascorrere una serata esclusiva: il 31 ottobre la mostra Courbet e la natura rimarrà aperta fino alle 22.30 (chiusura della biglietteria alle 22.00) e dalle ore 19.00 sarà a disposizione dei visitatori uno speciale ingresso ridotto a 7€.
Si ricorda che anche l’8 dicembre, il 4 e il 5 gennaio la mostra rimarrà aperta fino alle 22.30 mentre 31 dicembre l’apertura sarà eccezionalmente fino alle 23.30
Per informazioni: 0532 244949, www.palazzodiamanti.it, facebook.com/palazzodiamanti.it

Gruppo GOL – Mozione “Incoerenza del Comune verso gli ambulanti”

Da: Gruppo consiliare G.O.L.

PREMESSO
che il gruppo Gol già nel giugno 2015 aveva chiesto all’Amministrazione la sistemazione del piazzale di Porta San Giovanni, destinata a mercato il giovedì mattina e sosta auto negli altri giorni;

ACCERTATO
che, nel medesimo documento, si chiese di “ ridurre opportunamente il canone degli ambulanti per considerare che, a causa dell’impraticabilità del fondo, la presenza dei clienti è quasi nulla nelle giornate in cui è piovuto”;

DETERMINATO
che l’Amministrazione comunale già alcuni mesi fa (dal 19/06/18 al 16/07/18) chiuse piazzale San Giovanni, per lavori di ripristino del fondo stradale;

ACCUSATI
disagi e proteste di residenti e operatori del mercato del giovedì, a seguito dello spostamento dovuto subire da questi ultimi nel parcheggio di Rampari di San Rocco;

INCREDIBILE
che l’area del parcheggio attiguo alla farmacia comunale sia ancora una volta chiusa per il rifacimento del parcheggio a pochissimo tempo di distanza dai precedenti lavori, obbligando nuovamente gli ambulanti a traslocare nell’area di fronte;

INUTILE
quella persona dell’amministrazione che aveva garantito agli ambulanti i servizi necessari per la propria attività, ma che non ha mantenuto fede a quanto concordato;

IRRISPETTOSO
non aver organizzato i lavori in modo da non creare problemi ai lavoratori del commercio ambulante;

TUTTO CIO’ PREMESSO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI FERRARA
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

ad attivare gli uffici comunali al fine di:

– scontare agli ambulanti il canone pari a 4 mesi, periodo di interruzione, per aiutare il commercio in una città che non aiuta i lavoratori;
– di organizzare i periodi di chiusura stradali al fine di non creare problemi a cittadini e lavoratori ambulanti.

Anche a Comacchio la XV Giornata del Trekking Urbano

Da: Comacchio Slow Festival

Mercoledì 31 ottobre alle 18,30 con partenza dal cortile di Palazzo Bellini

Anche a Comacchio sarà Giornata Nazionale del Trekking Urbano: mercoledì 31 ottobre in
oltre una cinquantina di città dal Trentino alla Sicilia si celebra la XV edizione della giornata
del turismo sostenibile che, nell’Anno del Cibo Italiano, è dedicata al tema “Raccontami come
mangi e ti dirò chi sei”. Un ‘cartellone’ di passeggiate nei centri storici del Belpaese fra arte,
gusto e movimento che, dopo qualche anno, ritorna nella “piccola Venezia delle Valli” grazie al
Comacchio SlowFest, cartellone-contenitore di iniziative fra buona musica, enogastronomia e
fruizione lenta del territorio promosso con il contributo, fra gli altri, di Camera di Commercio
di Ferrara e Comune di Comacchio. Con ritrovo nel Cortile di Palazzo Bellini alle 18,30,
scatterà un inconsueto e curiosissimo ‘urban walking’ con i bastoncini da camminata nordica
fra ponti, vicoli ed i tanti suggestivi luoghi di storia, arte e cibo che caratterizzano la ‘capitale
dell’anguilla’. La passeggiata (durata circa 1,5 ore per complessivi 4,5 km.), dopo aver toccato
un po’ tutti i principali monumenti del centro storico: dall’Antico Ospedale degli Infermi alla
Vecchia Pescheria, dai Trepponti al Duomo di San Cassiano, fino al Loggiato dei Cappuccini ed
alla Manifattura dei Marinati, storica e ancora attiva fabbrica-museo per la lavorazione
dell’anguilla, si concluderà con un aperitivo a base di ‘doc delle sabbie’ e stuzzicherie locali in
collaborazione con Strada dei Vini e dei Sapori della provincia di Ferrara e Consorzio Vini
Bosco Eliceo. La partecipazione alla camminata è gratuita, occorre però preiscriversi – fino ad
un massimo di 80 partecipanti – telefonando al 345 5684017 oppure scrivendo a
info@comacchioslowfest.it entro le ore 18 di martedì 30 ottobre. Entro lo stesso termine, per
chi ne fosse sprovvisto, è possibile noleggiare – fino ad esaurimento, al costo di 5,00 euro – i
bastoncini ‘fluo’ da nordic walking.
Ulteriori informazioni sul “Comacchio SlowFest 2018” – che si concluderà giovedì 1 novembre
alla Sala Polivalente San Pietro con “Globetrotter Project”, concerto d’esordio del minitour
italiano di Jimmy Haslip, bassista statunitense fondatore degli Yellowjackets, ed è promosso
dall’associazione culturale musicale Jazzlife insieme a Consorzio L’Alba Porto Garibaldi,
BiciDeltaPo, Holiday Park Spiaggia e Mare, Strada dei Vini e dei Sapori della provincia di
Ferrara e Consorzio Vini Bosco Eliceo – consultando il sito www.comacchioslowfest.it
La Giornata Nazionale del Trekking Urbano rappresenta un’originale intuizione nata a
Siena e via via cresciuta fino a divenire una nuova frontiera del turismo a piedi ormai diffusa
su scala nazionale. Ideato dal Comune toscano che, per la prima volta in Italia e raccogliendo
l’entusiasmo degli appassionati del turismo “vagabonding” nel 2002 decide di strutturare
percorsi pedonali urbani sulla falsariga dei trekking generalmente proposti in collina e in
montagna, dopo solo due edizioni a livello locale, incoraggiate dai numeri e
dall’apprezzamento di tante persone viene esportato in tutta Italia costruendo un evento a
rete che collega decine di città d’arte. Nasce così la Giornata Nazionale del Trekking Urbano la
Associazione culturale JAZZLIFE
Via Matilde Serao, 20 int. 20 – 47521 Cesena (FC)
P. IVA 01756630388
info@jazzlife.it – www.jazzlife.it – Tel. 3351340537
cui prima edizione, il 3 ottobre 2004, è un vero successo, tanto che l’anno successivo sono già
trenta le città partecipanti. Quest’anno, attorno al tema “raccontami come mangi e ti dirò chi
sei. Camminando tra cibo, arte e paesaggi alla scoperta della città”, aderiscono all’evento 55
città di 17 regioni. Il trekking urbano è infatti nel contempo attività sportiva e culturale adatta
a tutti, che coniuga arte, gusto, movimento e voglia di scoprire a piedi gli angoli più nascosti e
curiosi delle città, attraverso percorsi caratterizzati da scalinate e dislivelli del suolo più o
meno forti. Meno strutturato e lontano dai circuiti più tradizionali, il trekking urbano offre a
visitatori e residenti la possibilità di vivere un’esperienza di viaggio unica attraverso itinerari
inediti alla scoperta degli scorci più intimi dei centri storici. Una forma di turismo
“vagabonding” libera e ricca di sorprese, che fa bene al fisico e alla mente, ma anche alle città
perché permette di decongestionare le zone attraversate dai flussi turistici più intensi,
rispettando la qualità della vita dei residenti e coinvolgendoli nell’esperienza di viaggio. E’
uno sport dolce, adatto a tutte le età: gli itinerari sono differenziati per lunghezza e difficoltà
al fine di poter essere percorsi sia da persone allenate che da trekker meno esperti. Non
richiede un particolare allenamento preventivo ed è ideale per essere praticato insieme da
tutta la famiglia. Ogni momento della giornata o dell’anno è adatto per provare l’esperienza: di
giorno o di notte, d’estate o d’inverno

PD – interrogazione sul taglio utenze ACER.

Da: Gruppo Partito Democratico

PREMESSO CHE
• In data 25/10/2018 sul quotidiano “La Nuova Ferrara” riporta la notizia di Silvano
Guarnieri, un residente in Via Cicognara in appartamenti ACER, al quale sono stati
“tagliate” le utenze di gas, acqua e riscaldamento;
• La coppia oltre ad essere precaria, denuncia una situazione di salute cagionevole;
RILEVATO CHE
• I Governi Renzi e Gentiloni hanno istituito il Reddito di inclusione;
• L’Amministrazione di Ferrara da tempo tiene monitorate situazioni come quella
richiamate nell’articolo tramite l’Azienda Servizi alla Persona e i propri Servizi
Sociali;
SI RICHIEDE
AL SIG. SINDACO E ALL’ASSESSORE COMPETENTE
– Di verificare se sono stati messi in atto tutti i provvedimenti utili al sostentamento del
caso specifico;
– Di approfondire attraverso i Servizi Sociali e il Centro per l’impiego se stanno tenendo
monitorato il caso specifico tramite la ricerca e l’offerta di lavoro;
– Di rendicontare al consigliere scrivente quanti casi come quelli descritti sono stati
presi in carico dall’Azienda Servizi alla Persona e dai Servizi Sociali.

Calendario Eventi in libreria Novembre 2018

Da: Ibs+LIBRACCIO

Martedì 6 novembre
Ore 17:30
Per il ciclo “I libri della ragione” con Leonardo Fiorentini
I curatori Andrea Pugiotto e Franco Corleone presentano
Costituzione e clemenza collettiva
Ediesse
dialogano con
Donato Castronovo, Sergio Lo Giudice, Pasquale Longobucco
Presenta Leonardo Fiorentini

Mercoledì 7 novembre
Ore 17:30
In associazione con Associazione Stampa Ferrara e Gecofe
Antonio Maria Rinaldi presenta
La sovranità appartiene al popolo o allo spread?
Aliberti edizioni
Dialogano con l’autore Claudio Pisapia e Riccardo Forni

Giovedì 8 novembre
Ore 18
Kathleen Jamie presenta
Scrutare gli orizzonti
Luciana Tufani Editrice
Dialoga con l’autrice Giorgia Sensi

Venerdì 9 novembre
Ore 18:00
Paolo Panzacchi presenta
Il pranzo della domenica
Laurana Editore
Dialoga con l’autore Camilla Ghedini

Ore 20:00
Gruppo di lettura “Due pagine prima di dormire”
Enrico Pandiani presenta il libro
Polvere – DeA Planeta Libri
Libro in lettura condivisa “Bambino n°30529” di Felix Weinberg

Sabato 10 novembre
Ore 17:30
In collaborazione con il Conservatorio G.Frescobaldi di Ferrara
Simona Baldelli presenta
L’ultimo spartito di Rossini
Piemme
musiche di G.Rossini
violini Enrico Giannino e Jacopo Ferri
viola Giuliana La Rosa,
violoncello prof. Luisella Ghirello.
Dialoga con l’autrice Camilla Ghedini

Martedì 13 novembre
Ore 17:30
Per il ciclo “I libri della ragione” con Leonardo Fiorentini
Il curatore Bruno Simili presenta
Viaggio in Italia
Il Mulino
Dialogano con il curatore Mattia Diletti, Gaetano Sateriale,
Roberto Cassoli
Presenta Leonardo Fiorentini

Mercoledì 14 novembre
Ore 17:30
In associazione con Associazione Stampa Ferrara e Gecofe
Francesco Amodeo presenta
La Matrix europea
Edizioni Sì – Studi Interiori
Presentano l’autore Claudio Pisapia e Riccardo Forni

Giovedì 15 novembre
Leonardo Malaguti presenta
Dopo il diluvio
Exòrma
Dialoga con l’autore Marco Belli

Venerdì 16 novembre
Ore 18:00
Patrizio Bianchi presenta
4.0 la nuova rivoluzione industriale
Il Mulino
Dialogano con l’autore Riccardo Maiarelli e Lucio Poma
Sabato 17 novembre
Ore 17:30
In associazione con Associazione Stampa Ferrara e Gecofe
Gianluigi Paragone presenta
Noi no! Viaggio nell’Italia ribelle
Piemme
Dialogano con l‘autore Claudio Pisapia e Riccardo Forni

Lunedì 19 novembre
Ore 18:00
Paola Sarcià presenta
Trema anche la luna
Edizioni Il Foglio
Dialoga con l’autrice Francesca Boari

Mercoledì 21 novembre
Ore 18:00
Eleonora Pescarolo presenta
Cherry Fox: Illusioni
Adiaphora edizioni
Dialoga con l’autrice Alberto Amorelli

Venerdì 23 novembre
Ore 18:00
Maria Serena Mazzi presenta
La mala vita. Donne pubbliche nel Medioevo
Il Mulino
Dialoga con l’autrice Silvana Vecchio

Lunedì 26 novembre
Ore 18:00
Andrea Cotti presenta
Il Cinese
Rizzoli
Dialoga con l’autore Paolo Panzacchi

Martedì 27 novembre
Ore 17:30
Per il ciclo “I libri della ragione” con Leonardo Fiorentini
Tania Re presenta
Terapie stupefacenti. Diritto alla scienza e libertà di ricerca scientifica su sostanze stupefacenti e psicotrope
Reality Book
Dialogano con l’autrice Marco Perduca, Francesco Crestani.
Presenta Leonardo Fiorentini

Mercoledì 28 novembre
Ore 18:00
In collaborazione con il Centro Documentazione Donne
Bruna Tadolini presenta
L’evoluzione al femminile. Il contributo delle femmine all’evoluzione dell’
homo sapiens
Pendragon

Giovedì 29 novembre
Ore 18:00
Francesca Boari presenta
E così sia
Cicorivolta
Dialoga con l’autrice Vito Mancuso

Venerdì 30 novembre
Ore 17:30
Simonetta Agnello Hornby presenta
La Mennulara graphic novel
Feltrinelli
Dialoga con ‘autrice Maria Gloria Panizza

Due cuccioli

Something to Talk About (Badly Drawn Boy, 2002)

Questa è una storia a lieto fine. Meglio precisarlo subito, perché il mondo è stanco di drammi e tragedie. Perciò ho deciso di raccontare una cosa bella, iniziata tanto tempo fa…
C’era una volta un bambino e un cane… anzi no: c’era una volta un bambino.
Il bambino camminava e camminava. Cercava qualcosa che lo facesse sognare un po’, almeno fino all’ora di merenda. Girava e rigirava nel suo quartiere alla periferia di Ferrara.
Poi si fermò ai margini di una boscaglia e ascoltò. Sentiva un lamento lieve e piccino, sottile e disperato. Era un guaito e proveniva dal fitto fogliame dietro un rovo spinoso di more dolci e succose.
“I frutti dopo,” pensò, “prima salviamo il salvabile!”
Detto fatto. Il bambino s’infilò nell’intrico di rami pungenti, avvistò un batuffolo arruffato e spaventato, era un cucciolo abbandonato, allungò la mano e l’afferrò.
“Evviva, il cucciolo è salvo!” si disse.
Riemersi entrambi dal garbuglio, si presero subito in simpatia.
Il bambino era coperto di graffi, provava grande soddisfazione e discreta sofferenza. Per un po’ di bruciore s’era guadagnato tanta riconoscenza.
D’altra parte il cucciolo di cane non si risparmiò affatto in leccate varie d’amicizia e gratitudine. E, come se sapesse del suo giovamento, proprio a lenire tagli e graffi, la lingua calda, morbida e liscia s’adoperò sulla faccia, sulle mani e sulle braccia.
Di quel piacevole tormento il bambino fu assai contento, e chissà, forse anche per questo, decise che il cucciolo diventasse suo amico per sempre. E decise pure di chiamarlo Lupo, perché a un lupacchiotto assomigliava per davvero, sebbene fosse semplicemente un cagnolotto bianco e nero.
E Lupo gradì il suo nuovo nome, tanto che, crescendo assieme al suo padrone, sembrò dimenticarsi del suo esser cane, scegliendo d’ululare piuttosto che abbaiare.
Così, da quel giorno, i due cuccioli furono inseparabili amici d’avventura. Scorpacciate di gelato, ossi da seppellire, palle da inseguire, corse a perdifiato, formiche da spiare e soldatini da rubare.
Ma come tutte le cose belle, quel paradiso d’innocente vacanza e d’incosciente felicità, un po’ effimero e un po’ eterno, d’un tratto ebbe fine.
Nel corso di una manciata d’anni il primo cucciolo diventò un giovane uomo irrequieto, mentre il secondo cucciolo divenne un vecchio cane saggio.

Chi può dire perché le cose funzionano in un modo e non in un altro? La natura comanda. E la natura dice che la vita d’un cane dev’essere più breve di quella umana, giusto o sbagliato che sia. Eppure sappiate che Lupo fu un cane fortunato, perché dal primo all’ultimo giorno della sua vita ha vissuto con l’innocenza e la spensieratezza d’un bambino. E quando mi guardò per l’ultima volta prima del lungo sonno, il mio vecchio cane saggio, i suoi occhi erano gli stessi del cucciolo che incontrai nel rovo spinoso: innocenti, spensierati e sereni.
Come i miei di bambino…
E a ripensarci bene mi viene il sospetto che quel bambino, di cui ho un vago ricordo, abbandonò questo mondo molto, molto tempo prima di Lupo…
Chiudo gli occhi e li rivedo insieme, correre, inseguire la palla, spiare le formiche e seppellire ossi.
Come sempre e per sempre.

Politicanti e politichese

di Francesca Ambrosecchia

Coloro che operano nel settore della politica sono universalmente riconosciuti come buoni comunicatori, o almeno questa dovrebbe essere una delle loro doti.
Tale abilità è funzionale al conquistare il consenso delle persone per mobilitarle all’azione e per rappresentare il partito al quale si appartiene, i suoi obiettivi e progetti.
Spesso assistiamo, soprattutto in periodo elettorale, a veri e propri scontri che scaturiscono da dibattiti organizzati, in cui gli esponenti coinvolti tendono a sottolineare la loro contrapposizione rispetto all’altro: si ergono su questo dato per sostenere le loro tesi. Viene spontaneo chiedersi se comporti un maggior seguito e quindi un maggior successo, parlare male degli altri piuttosto che bene di se stessi e dei propri programmi. Tutti noi, anche se involontariamente, tendiamo a ricordare maggiormente nel lungo periodo, le informazioni negative, quindi l’accusa rivolta all’avversario: facendo caso a tale dato, è quindi su questo che la comunicazione in politica deve far leva?

“La politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro”
Roberto Gervaso

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

Umani meccanismi

di Francesca Ambrosecchia

Il corpo umano come insieme di ingranaggi e meccanismi, produttori di necessità e bisogni. Siamo macchine generate dalla natura, una natura a cui sentiamo di appartenere poiché comprende tutto ciò che è sociale e culturale.
Talvolta gli ingranaggi vengono sostituiti da un battito d’ali di farfalla o da un fitto contorcersi di rami, ecco i nostri sogni e desideri: leggiadri ma anche fitti e talvolta pungenti.
Torniamo così a due cardini imprescindibili, la ragione e il sentimento.

Fantasmi /
La montagna di Onorato

Niente di più facile. Entri dall’ingresso principale, stai attento, non il 2, l’ingresso 1, entri e a sinistra ci sono gli ascensori, sali al primo piano e prendi il corridoio numero 1. No che non è difficile, ci sono solo tre immensi corridoi, il corridoio 1, il numero 2 e il numero 3. Ci sei fino a qui? Cammini, a destra c’è la chiesa dei cattolici, poi una stanza con un cartello che dice Altri culti, passi davanti al reparto 2B1 e entri nel 3C1: Neurologia. Stai calmo, i matti non c’entrano, quelli, se non son fuori, li mettono in Diagnosi e Cura. Ma cos’è questa paura dei matti? In ogni caso, ora sei entrato in reparto. Vai sempre dritto, io sono in fondo al corridoio, camera 13, letto 45.

Letto 44, di fianco a me – la camera è ampia, luminosa. azzurrina, con solo due letti – c’è il signor Onorato. E’ arrivato in reparto mezz’ora dopo di me, accompagnato da una moglie monumentale – che il giorno dopo conoscerò come la signora Marisa e il giorno appresso come Marisa e basta – una donna tranquilla e potente, solida come un faraglione di Capri. C’è anche il figlio, in versione autista, ma capisco subito che non conta molto, un elemento aggiunto per fare i servizi. Onorato mi sembra esageratamente vecchio ma magari non lo è; minuto, magrissimo, scuro di carnagione. Da solo non sta in piedi; non parla, non mangia, neppure il passato di verdure, e vuole andarsene al più presto, dall’ospedale o anche, chissà, dalla vita, direttamente. Dalla mattina alla sera la signora Marisa sta sempre attaccata a Onorato. Lui dorme, lei lo guarda. Arriva l’infermiera e gli cambia la flebo. Arriva il pranzo, il pranzo d’ospedale che puoi immaginare, e la signora Marisa lo aiuta ad alzarsi, lo sorregge fino al tavolino, ma Onorato guarda il piatto e non mangia, non mangia nemmeno la ciambella portata dalla signora Marisa da casa. Mi ci metto anch’io a incitare l’inappetente, e passo al tu per essere più convincente: Insomma Onorato almeno il prosciutto crudo lo puoi mangiare! Pare impossibile, ma non è niente male questo prosciutto dell’ospedale. O sono io che ho imparato ad accontentarmi? La signora Marisa mi guarda e scuote la testa. Poi fruga nella borsa e tira fuori un involto. Mi sono guadagnato anch’io una fetta di ciambella casalinga. Vedi le buone azioni. Grazie, buonissima, ma ci ha messo il burro o l’olio? Certo l’olio, volevo ben dire. Ne vuole un’altra fetta, chiede Marisa.

A sera la figlia femmina viene a “ritirare” la mamma. Al mattino il figlio e la sera la figlia. Poi viene notte e mi chiedo come sarà la mia prima notte. Io in questo letto non riesco a dormire, è troppo duro, è troppo morbido. Passo da un libro all’altro, ma questa notte non trovo il libro giusto. Spengo la luce, mi giro sul fianco, mi metto a panza in su, riaccendo la luce, scelgo un altro libro dalla generosa scorta che ho portato con me. Onorato è immobile, dorme, ma invece non dorme, grazie a una lunga e laboriosa operazione si mette a sedere sul fianco del letto, si alza, si dirige barcollando verso la porta del bagno. Che gran lusso, abbiamo il bagno in camera. Tutto bene Onorato, mi informo. Magari è sonnambulo. Invece Onorato mi fa un piccolo cenno e si infila in bagno, per uscirne cinque minuti dopo e compiere il cammino a ritroso verso il letto. Ogni mezz’ora, minuto più minuto meno, come il tocco della mezzora delle campane, Onorato va a fare pipì; pochissima immagino, vista la frequenza; oscilla pericolosamente sulla strada di andata e ritorno, ma ce la fa sempre.

Tutto bene, mi dico, io leggo.Ho trovato una storia che forse fa al mio caso; non è un capolavoro questo Professore Desiderio ma Philip Roth scrive da dio, sempre sulla superficie della vita e del suo io, con una sincerità imbarazzante, e una lingua incalzante, percussiva, sfrontata. L’ebreo Kepesh, alter ego dell’ebreo Philip Roth, insegna all’università, studia perennemente e cita in continuazione i suoi amati Cechov e Kafka. Kepesh racconta la sua vita ma sopra tutto il suo intricato rapporto con le donne. Che ama, che insegue, che fugge, che desidera con tutto il suo sesso e tutta la sua mente. In definitiva, prima di Kafka e prima di Cechov, il vero protagonista è il desiderio sessuale e il desiderio in generale. Continuo leggere e rimango di stucco quando arriva l’erezione. Potenza della letteratura, ma no, sarà l’effetto dei farmaci anticoagulanti. Mollo il libro e finalmente prendo sonno. Mi sveglio poco dopo e guardo alla mia sinistra verso il letto 44. Onorato non è al suo posto. Guardo la porta del bagno, aspetto, ma Onorato non sortisce. Aspetto altri cinque minuti, dieci minuti, mi alzo e apro la porta del bagno, Onorato non c’è. Suono il campanello, non viene nessuno, suono più a lungo, arriva finalmente l’infermiera, una ragazza super (sarà l’effetto Philip Roth?) ma molto addormentata, che però capisce il problema. La scomparsa di Onorato mette in moto tutto il reparto. Io seguo le ricerche dalla mia postazione,  e alla fine Onorato riappare, scortato da due infermiere, due inservienti e il medico di guardia. Non aveva trovato la porta del bagno e si era infilato in un ripostiglio in fondo al corridoio, era lì dentro, buono buono da non so quanto tempo. Lo riportano a letto e lui sorride, chiede scusa, ringrazia tutti.
Ora è giorno, Onorato dorme, la signora Marisa non si muove dalla seggiola di fianco al letto; lui dorme e lei lo guarda. Poi siamo seduti al tavolino per il pranzo. Marisa mette sul tavolo un piccolo contenitore: Ti ho portato del purè, mangiane un pochino che quello ti è sempre piaciuto. Onorato guarda Marisa e fa no con la testa. Ma cazzo Onorato!, intervengo io in qualità di legittimo compagno di stanza, se non mangi fra un poco scompari! Non ho proprio voglia, sussurra lui, poi si scusa con me: Sai, io non sono mai stato un gran mangiatore, neanche da ragazzo. E sorride a me e a Marisa.

Invece, il terzo giorno, Onorato risorge. Niente di plateale e di glorioso ma sottobraccio a quella roccia di Marisa che sembra sua mamma invece che sua moglie, a braccetto come due fidanzati degli anni Trenta, Onorato e Marisa si spingono fino al lontano confine del reparto 3C1. E mangia perfino: talloncini minuscoli di prosciutto e qualche briciola di parmigiano. Cammina, mangia e soprattutto parla. Io domando e lui risponde, anzi, racconta, così imparerò la storia di un piccolo uomo, un comunista per l’esattezza visto che lui ci tiene a specificarlo, un uomo che da solo ha spostato una montagna, un’intera montagna da cima a fondo. Ma questo dopo, alla fine della storia, perché prima Onorato mi racconta di quella sera d’estate quando Bartali stava mettendo sotto i francesi. Noi stavamo tutti con il Campionissimo, a nessuno piaceva Bartali, ma eravamo tutti e dieci in cucina, compreso il nonno che non ci sentiva quasi più ma era un appassionato di bicicletta. In un silenzio perfetto ascoltavamo la voce della radio che mio padre aveva appena comprato. La cucina era piccola che faceva fatica a contenere i corpi sudati e i fiati caldi. Ero il più piccolo e avevo il permesso di stare attaccato all’apparecchio, l’orecchio destro incollato alla grata dove usciva la voce del radiocronista. Ero il più vicino così mi sono accorto per primo che qualcosa non andava, la voce rallentava e pareva distratta da qualcosa. Poi il commento si è interrotto lasciando una parola a metà, si sentiva il ronzio dell’apparecchio, e un’altra voce ha dato la notizia dell’attentato.

Il 14 luglio per i francesi è un giorno di festa nazionale ma intanto a Roma avevano sparato a Togliatti, tre colpi di rivoltella. Noi in famiglia si era tutti comunisti, e che cosa dovevamo essere con tutta la fame e la miseria della nostra terra? Mio padre si è messo a piangere e prima non aveva mai pianto. Poi stavano operando Togliatti e quella sera mia madre non preparò la cena. Mio fratello più grande si chiamava Primo, dico si chiamava perché è morto che non aveva quarant’anni. Mio padre piangeva e nascondeva gli occhi così ho chiesto a Primo cosa dovevamo fare. Andiamo, dice Primo, andiamo tutti e vediamo cosa fanno gli altri. Tutti voleva dire tutti gli uomini: Primo, Nevio, Nestore e anche io che avevo sedici anni ma che quella sera ero già un uomo. Anche mio padre si alza in piedi, si sfrega la faccia ispida con una mano, Andiamo, dice, e guida la compagnia fuori dalla porta verso la Casa del Popolo di Castelnuovo Sotto. Appena fuori ci fa cenno di aspettare, torna indietro e riappare con il suo Sten al collo.

Mi sembra di vederli gli Zuffoli al completo, il papà partigiano – era a Montefiorino, precisa Onorato con molto orgoglio – e i quattro figli maschi scendere muti nella notte per ricevere ordini dal Partito. Onorato continua a raccontare, parla veloce, e infatti la piccola squadra è già arrivata in paese, alla Casa del Popolo che trabocca di uomini e di voci. Molti hanno disseppellito le vecchie armi, i fucili Sten, i Thompson, un raro e prezioso mitra Beretta che mio padre si incanta a guardarlo, le Colt 1911 e le preziose Luger rubate ai tedeschi uccisi, e poi tante bombe a mano di varia provenienza. Nella sala, sopra il tavolone, troneggia una mitragliatrice da campo, lucida di grasso e completa di una lunga striscia di pallottole d’ottone. Perfettamente funzionante, sussurra Marco Salmi, ma al Salmi non c’è da credergli troppo. Restammo lì tutta la notte, e il giorno e un’altra notte, scordandoci di mangiare, nervosi eccitati e pronti a riprendere la nostra guerra dopo che alle elezioni De Gasperi con i preti e i padroni avevano cantato vittoria. Invece due giorni dopo Togliatti dal letto d’ospedale ha richiamato tutti alla calma. A Milano Torino e Genova c’erano stati scontri e più di trenta morti, noi invece eravamo rimasti per 48 ore chiusi nella Casa del Popolo di Castelnuovo, a parlare e a fumare perché il vino era finito subito. Dopo una settimana il democristiano Bartali vinceva il Tour.

Ma questo è solo il prologo, il bello del racconto deve ancora venire. Qui entra in scena Serafina, la mamma adorata di Onorato, che vorrebbe mostrarmi una sua foto ma l’unica foto di Serafina è sopra il suo letto matrimoniale, facendo egregiamente le veci di una madonna. Serafina ama sopra tutti il piccolo Onorato perché non è venuto su bene come gli altri. L’ultimogenito era rimasto piccolo, magro e nervoso come lei, mentre Primo e tutti gli altri fratelli erano alti e robusti come il padre Desiderio. Dice Onorato: Io non ci riuscivo proprio a lavorare i campi, alla sera mi si alzava la febbre. Un giorno mia mamma Serafina è andata dritta nel magazzino, una vanga in mano, ha cominciato a scavare la terra dura del pavimento. Scava e scava, tira fuori un involto, una pezza di cotone ingiallito, ecco qua dice mia mamma e mi consegna il cartoccio di panno. Apro e vedo gli anelli d’oro e gli orecchini e le spille. Questi li vendi e ti compri il tuo camion, dice Serafina, li voleva il Duce ma mica glieli ho dati.

Così Onorato, regolarmente patentato, ma inabile per costituzione fisica al lavoro agricolo, fu promosso camionista. Correva l’anno 1952 e Onorato adesso di anni ne aveva 20 tondi tondi. I soldi ricavati dalla vendita dei miseri gioielli di famiglia bastarono appena per la prima rata, ma l’occasione andava colta al volo, il Ford 412 aveva fatto la Campagna d’Italia, poi gli Alleati l’avevano parcheggiato in un deposito a Terracina, ma era quasi nuovo e robusto e perfetto di motore. Mancava solo una ritoccatina. Nevio, il fratello con la vocazione del commercio, si procurò a prezzo di fabbrica 20 latte di vernice. A quella ritoccatina ci lavorò tutta la famiglia, chiusi dentro al magazzino per tre giorni che non si riusciva a respirare. Era domenica mattina, Primo ed Ennio spalancano il portone del magazzino, Dai Sali su!, mi ordina mio padre, mia mamma ride, i fratelli e le sorelle guardano tutti me. Non c’è più da aspettare e mi arrampico fino al posto di guida e giro la chiave del mio camion rosso fiammante. Il ruggito del motore copre tutte le voci. Tiro giù il finestrino, sporgo la testa e grido: Signori, in carrozza! Così tutti gli Zuffoli salgono nel cassone di dietro, ingrano una marcia qualsiasi e il Ford 412 si muove sulle sue enormi ruote. Quel giorno è stato il giorno della festa più bella, rossi di vernice sulla pelle e sui vestiti, felici come mai più saremo stati. Il Ford 412 girò tutta la mattina su e giù per Castelnuovo, mentre cantavamo le vecchie canzoni che ora non canta più nessuno.

Il Ford 412 “rosso comunista” ebbe una vita lunga e operosa. Sopravvisse ai genitori e a tutti i fratelli più grandi di Onorato. L’ultima è stata Isolina, senza marito e senza figli, che non era mai uscita da Castelnuovo a dare un’occhiata al mondo e aveva lavorato più di tre uomini messi assieme. Quel camion era stato un vero affare, aveva dato da mangiare a tutti, ché loro due, il camion ma anche Onorato, lavoravano sempre, anche quando la pioggia non cadeva per mesi e i campi erano gialli che veniva da piangere. E per Onorato di lavoro ce n’era in abbondanza: Non andavo nemmeno a cercarlo perché il lavoro veniva lui da me. Si ricostruiva l’Italia distrutta e io trasportavo tutto, rottami, assi, sabbia, calce, mattoni. Ma era passato nemmeno un anno e una sera arriva un signore molto distinto, con gli occhiali giacca e cravatta, dice che lui è un ingegnere idraulico della Grande Bonifica e che laggiù c’è bisogno assolutamente di me e del mio camion. Quando, chiedo io. Subito dice lui, domani mattina. Dove, chiedo io. L’aspetto a Jolanda di Savoia, in piazza, domani alle nove di mattina. E non si preoccupi, la paga è buona.

Non ci pensavo allora che l’ingegner Missiroli era l’uomo del mio destino che veniva addirittura a cercarmi a casa mia, ma il mattino dopo, prima delle sei ho salutato tutti e parto con il Ford 412 in cerca di Jolanda di Savoia, che ricordavo doveva essere una regina. Niente di più facile, aveva detto l’ingegnere, devi andare sempre contro il sole, quando arrivi a Ferrara prosegui dritto verso il mare, segui la freccia Comacchio, volti a sinistra verso Massa Fiscaglia; a un certo punto ti accorgi che finiscono gli alberi e la terra diventa nera come il cioccolato, allora sei arrivato a Jolanda di Savoja. E così in due ore arrivo a Ferrara, a Ferrara c’è un castello come quello delle favole. Parcheggio vicino al castello e me lo guardo ben bene, per non dimenticare niente di quel primo castello della mia vita, ma mi torna in mente l’ingegnere della bonifica, che del castello non mi aveva detto niente ma che mi aspettava nella piazza di Jolanda di Savoia. Dopo Ferrara la strada diventava più complicata, mi fermo ogni cinque minuti e chiedo ai bambini davanti alle case di campagna, ai vecchi seduti in silenzio sulle sedie in cerchio, ai braccianti che faticano nei campi, ma poi mi accorgo di passare davanti alla stessa casa e che sto girando in tondo. Ma cosa mi aveva detto l’ingegnere, mi aveva detto del sole, degli alberi, della terra nera. Allora non chiedo più niente a nessuno e guardo avanti verso il sole che è già alto nel cielo bianco, guardo a destra e a sinistra, gli alberi sono sempre più radi e alla fine non ce n’è più nemmeno uno. Mi passa vicino un trattore più grande di una casa, sta arando non con uno ma con tre vomeri, dietro si lascia una scia nera, lucida come una biscia d’acqua.

Nella piazza di Jolanda di Savoia l’ingegner Missiroli è lì in piedi che mi aspetta, e mi sorride quando scendo dal mio camion rosso comunista, ma lui gli frega poco di fascisti o cattolici o comunisti, lui vuole solo che il lavoro sia fatto bene. Bene e in fretta. Ci siamo capiti Zuffoli? Ora le faccio vedere. Mi fa salire di fianco a lui sulla sua Aprilia nera, facciamo un piccolo pezzo di strada e ci fermiamo in un grande parcheggio polveroso. Qui, dice l’ingegnere, passerà La Gran Linea, ma io non vedo un bel niente, c’è solo un mare nero di terra arata, non c’è un animale, una casa o un albero. Guardi che fino a due anni fa qui c’era solo acqua, spiega con pazienza l’ingegner Missiroli. Per fare le strade ci vuole il fondo, capisce cosa intendo, intendo ghiaia, sabbia, stabilizzato, se non c’è un bel fondo quando posiamo l’asfalto la terra se lo inghiotte in un boccone. L’ingegnere fa una risatina e continua: Lei andrà con il suo camion a Monselice che è appena prima di Padova, da quelle parti ci sono dei monticelli tondi come panettoni, non sa com’è fatto un panettone? Queste colline adesso sono nostre. In che senso vostre, chiede Onorato. Nel senso che la società Strade Piane Spa le ha appena comprate dal demanio. Vengo al punto. Lei arriva a Monselice, gira a destra in fondo al paese, e comincia a contare: prima collina, seconda collina… la sua collina è la numero tre. E le posso assicurare che è la migliore.

Lunedì mattina alle otto del mattino ero di fronte alla mia collina. Un gruppo di operai aveva aperto la prima ferita nel suo mantello verde, una cicatrice bianca come il burro di campagna, e già una scavatrice cominciava a mangiarsela quella collina, raccoglieva quel burro prezioso e lo posava sul piazzale del cantiere. Quando arriva il Ford 412 di Onorato, si ferma ogni altro lavoro e subito comincia il carico della selce dorata. In meno di un ora il camion era pieno e Onorato partiva per la Grande Bonifica con il suo carico di miele. Appena due ore dopo, Onorato stazionava sul grande piazzale di Jolanda di Savoia. Lì batteva il cuore della Grande Bonifica, l’ultima e definitiva, quella che dopo settecento anni avrebbe finalmente cacciato in ritirata le valli. Dove avevano fallito gli Estensi e i Veneziani, gli ingegneri di Napoleone e le compagnie inglesi, dove persino il Duce si era ritirato a metà gara, ora si faceva davvero sul serio. Uomini e mezzi, come si dice. E scienza pure, perché occorreva immaginare e costruire idrovori giganteschi per liberare la terra dalle acque. Ogni anno la terra avanzava e l’acqua si ritirava: prima Valle Pega, poi Valle Giralda, e la Valle del Mezzano così grande e bella che sembrava un mare, per ultima Valle Falce.

Nella nostra camera hanno già portato via i vassoi della cena ma noi due rimaniamo seduti al tavolino. Onorato racconta e nei suoi occhi c’è una specie di orgoglio, come se finalmente avesse raggiunto suo padre nella guerra partigiana e camminasse di fianco a lui con lo Sten a tracolla. L’impresa di Onorato, avanti e indietro dai Colli Euganei al Basso ferrarese era durata quasi 21 anni. Non ci si crede, ma non si può dubitare di uno come Onorato. Io non mi fermavo mai, facevo tre viaggi, a volte quattro, a volte cinque viaggi in un giorno. Di notte si viaggiava più in fretta e la strada la sapevo a memoria, quando arrivava il sonno dormivo dentro il mio camion, dormivo poco ma dormivo bene, mi svegliavo, giravo la chiave e continuavo a guidare. Nel 1971, era la fine di maggio, ho portato l’ultimo carico. Asfaltavano l’ultimo chilometro della strada che attraversava le valli da Argenta a Comacchio. Intanto a Monselice la mia collina non c’era più.

Questa mattina a mezzogiorno ci dimettono tutti e due, la famiglia si rompe e non vale niente la mia promessa di andare a trovarli a casa uno dei prossimi giorni, o magari mai come succede sempre. Tanto la famiglia ospedaliera è finita, nella nostra camera, nei nostri letti, si sono appena istallati due sconosciuti. Onorato si è tolto il pigiama e indossa una camicia elegante, io impilo i miei libri e disfo le pile e ricostruisco piccole e ordinate piramidi che caccio alla rinfusa nello zaino. C’è quell’aria vaga di smobilitazione generale, una fine che ha ucciso tutte le parole. Così ci abbracciamo e lui se ne va per primo, a braccio di Marisa e preceduto dal figlio autista, impiegato in Comune all’anagrafe e che non sospetta nemmeno la grandezza dell’impresa di suo padre.

Quando Compagnoni e Lacedelli affrontavano l’ultimo leggendario tratto verso la cima, Onorato Zuffoli e il suo Ford 194 già viaggiavano tra Monselice e il Basso Ferrarese. Onorato non aveva scalato una montagna, lui la montagna l’aveva semplicemente spostata, smontata pezzo per pezzo, secchio per secchio. Se ora imboccate la statale da Ferrara verso Padova e guardate verso sinistra, verso i colli, potete vedere un specie di buco nel panorama, in quel buco un volta c’era la montagna di Onorato e adesso è rimasto solo il buco. Se poi vi interessa sapere dov’è finita la montagna di Onorato, girate l’auto e andate verso sud, verso la Bassa, talmente “bassa” che a Jolanda di Savoia un piccolo cartello vi avverte che siete a 6 metri sotto il livello del mare. Le strade che attraversano la Grande Bonifica sono dritte in un modo stupefacente, attraversano il nulla, hanno un piglio americano, e mentre le percorri senti di essere vicino a una qualche frontiera, o di averla superata la frontiera e di trovarti al di là delle cose. Sotto le vostre ruote, sotto quelle strade, sotto ogni metro d’asfalto e invisibile agli occhi, riposa la montagna di Onorato.

(Francesco Minimo – tutti i diritti riservati)
Anteprima in esclusiva per Ferraraitalia del racconto tratto da ‘Noi fantasmi’ di prossima uscita.