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Mese: Novembre 2018

Concerto del pluripremiato pianista canadese Ben Cruchley 2 dicembre 2018 – ore 19,30

Da: Circolo Unione Ferrara

Domenica 2 dicembre alle ore 19,30 il giovane e pluripremiato pianista canadese Ben
Cruchley sarà ospite d’eccezione al Circolo Unione dove suonerà Bagatelle Op. 119 e
Sonata per pianoforte n. 32 in Do minore, Op. 111, l’ultima sonata composta da
Beethoven.
Acclamato dai media per il suo modo di suonare personale, carismatico e avvincente,
il Maestro ha recentemente vinto il secondo premio al concorso internazionale
“Telekom Beethoven Competition” in Germania, e poco dopo il premio per la
migliore interpretazione alla “International Crieg Competition” in Norvegia. Si è
esibito in famose sale da concerto a Toronto, a Vienna e in Norvegia e ha collaborato
con orchestre prestigiose. Ha studiato con Dang Thai Son a Montreal e poi con
Benedetto Lupo all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma.

PD| Calvano: “La Regione parte attiva per risolvere la vicenda dei Cavalli del Mezzano”

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

La vicenda dei Cavalli del Mezzano, tra Ostellato e Comacchio, nel ferrarese arriva in Regione Emilia-Romagna. Considerate le implicazioni di benessere e salute dei puledri dell’ex maneggio fallito da qualche anno e abbandonato, il consigliere regionale Paolo Calvano si mobilita per trovare, insieme al Comune di Ostellato, una soluzione.

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Il Sindaco di Ostellato Andrea Marchi ha già avviato una fase di interlocuzione con il mondo del volontariato qualificato e competente in materia, per conciliare le esigenze e trovare il modo di valorizzare sul territorio la presenza dei cavalli.

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Il coro Ha-Kol a Ferrara nell’evento MEIS per IHRA

Da: Ufficio Stampa Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS

“Dalla memoria alla speranza. La tradizione musicale ebraica italiana”. È il tema conduttore del concerto che ieri sera il coro ebraico di Roma Coro Ha-Kol (“La Voce”) ha tenuto alla Sala Estense di Ferrara, in onore dei delegati dell’Assemblea plenaria dell’IHRA – International Holocaust Remembrance Alliance. A organizzare l’evento, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, in collaborazione con il Comune di Ferrara e con la Comunità ebraica della città estense.

Introdotti dal Presidente del Coro, Richard Di Castro, i ventidue coristi di Ha-Kol, fondato nel 1993 per iniziativa di alcuni cantori del Tempio Maggiore di Roma e di altri amanti della tradizione musicale ebraica, hanno interpretato opere e composizioni corali dello straordinario patrimonio musicale e religioso della Comunità di Roma, una delle più antiche d’Europa, di compositori vissuti dal XVI al XX secolo, musiche del mondo ebraico sefardita e askenazita, e brani musicali contemporanei, non solo liturgici, ma ispirati ad argomenti di vita ebraica.

Le sezioni di soprani, contralti, tenori e bassi, sotto la direzione del M° Camilla Di Lorenzo, hanno eseguito il Baruch abbà (Salmo 118) di Elio Piattelli, tratto dal cerimoniale del matrimonio ebraico, e uno struggente Qui in questa terra, dal Thesaurus Musicæ Concentrationariæ di Francesco Lotoro: il canto – o meglio, la richiesta di aiuto – delle donne ebree italiane nel blocco femminile di Birkenau sulle note del canto della Speranza, Ha-Tikwà.

Ai canti della tradizione – il gioioso Allelujà (Salmo 150), che accoglie gli sposi al loro ingresso nella Sinagoga, il Betzèt Israèl (Salmo 114), per i giorni di Pesach e di festa solenne, e lo Shir Ammaalòt (Salmo 133) – è seguito il programma della pianista Svetlana Pekarskaya, che ha esordito con la Sonata n. 7 per pianoforte solo (1944) di Viktor Ullmann, ucciso ad Auschwitz, per continuare con le Quattro romanze senza parole di Felix Mendellsohn Bartholdy e il Prelud Re bemolle maggiore “Moderato” di Reinhold Glier.

A chiudere la serata, una seconda parte di canti della tradizione – il Maoz Tzur di Benedetto Marcello, ovvero il canto della Festa ebraica di Chanukkà, e il Weshomerù (Esodo 31, 16-17), con la musica di Heinrich Shàlit, una preghiera di consacrazione dello Shabbat, il giorno più importante per l’ebraismo, santificato e dedicato al riposo.

Infine, i canti di speranza e di gioia: il sefardita Los Bilbilicos, che esprime la sofferenza per un amore lontano, ma anche la speranza che torni presto; Elì Elì – Andando verso la Cesarea…, un’invocazione al Signore perché le meraviglie della natura e del Creato continuino a manifestarsi; When you believe di Hans Zimmer e Stephen Schwartz, dal musical Il principe d’Egitto; To life di John Williams e Jerry Bock, dal film Il violinista sul tetto.

A sancire l’apprezzamento per l’iniziativa da parte dei delegati IHRA, delle autorità e dei membri della Comunità ebraica presenti alla Sala Estense, i numerosi applausi e la richiesta di un bis.

Occupazione: patto per i giovani, +3,2% imprese agricole under 35

Da: Coldiretti Emilia Romagna

Aziende giovanili con +50% occupati e +75% fatturato rispetto alla media

L’agricoltura è l’unico settore in Emilia Romagna con un trend di crescita delle aziende. È quanto comunica Coldiretti Giovani Impresa in occasione della presentazione avvenuta questa mattina in regione con l’intervento dell’assessore regionale alle Politiche europee e alla scuola, Patrizio Bianchi, del piano regionale di Attuazione Garanzia Giovani che si inserisce nel “Patto per il Lavoro Giovani Più” firmato il 12 novembre scorso dalla Regione Emilia Romagna con le parti sociali, tra cui Coldiretti. In Emilia Romagna, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Unioncamere, le imprese condotte da under 35 a settembre scorso erano cresciute del 3,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, risultando l’unico settore in crescita a fronte di una riduzione del 3,3 per cento delle aziende giovanili emiliano romagnole.

A fronte di una disoccupazione giovanile diffusa – afferma Coldiretti Emilia Romagna – il settore agricolo continua invece a richiamare giovani, come testimoniano negli ultimi sette anni la crescita a livello nazionale del 14,5 per cento delle iscrizioni alla facoltà di Agraria, contro un calo del 6,8 per cento degli universitari, secondo un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati dell’Anvur, l’Istituto nazionale per la valutazione della ricerca scientifica e dell’università italiana”.

L’incremento delle imprese giovanili in agricoltura – rileva Coldiretti regionale – va in controtendenza anche rispetto al calo generalizzato delle aziende agricole e sta rivoluzionando il lavoro in campagna dove il 70 per cento delle aziende guidate da giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriturismi, dalla cura del verde in parchi e giardini alla produzione di energie rinnovabili. Il risultato – continua Coldiretti Emilia Romagna – è che le aziende agricole guidate da giovani, secondo rilevazioni Coldiretti, possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento della media, un fatturato più elevato del 75 per cento e il 50 per cento di occupati in più.

“La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – ha detto il delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa, Andrea Degli Esposti – conferma che il settore primario è capace di offrire e creare nuove opportunità occupazionali e di crescita professionale, sia per chi vuole mettere alla prova le sue capacità imprenditoriali, sia per chi vuole trovare un’occupazione anche temporanea per fare un’esperienza di lavoro a contatto con la natura. Per questo Coldiretti Giovani impresa Emilia Romagna in questi giorni sta svolgendo una serie di incontri sul territorio per conoscere le esigenze dei giovani nelle proprie aziende e nei propri territori al fine di individuare interventi, soprattutto sul piano formativo, per sostenere ancora di più la presenza giovanile nel settore agricolo”.

Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita accanto al numero crescente di quanti hanno scelto di raccogliere il testimone dei genitori, la vera novità rispetto al passato – continua Coldiretti Emilia Romagna – sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione. Secondo una analisi della Coldiretti/Ixè, tra queste new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima.

Sulle orme del batterio della peste – Studio Unife – Oslo pubblicato su PNAS

Da: Università degli Studi di Ferrara – Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Non soltanto pellicce, cuoia e pelli lavorate; nel Medioevo, a viaggiare lungo le rotte commerciali di Asia, Europa e Medio Oriente, era probabilmente anche un invisibile portatore di morte, Yersinia pestis, il batterio della peste.

Vanno in questa direzione i più recenti risultati del *progetto internazionale MedPlag, sodalizio scientifico delle Università di Ferrara e di Oslo, che indaga i *meccanismi di trasmissione della malattia mettendo in campo ecologia, epidemiologia, genetica e ricerca storica.

Sono ancora molti gli aspetti da chiarire sulla peste, il flagello che sconvolse in più epoche intere popolazioni in diversi continenti. Lati ancora poco conosciuti, per esempio, a causa della scarsità di materiali genetici antichi a oggi ritrovati e analizzati. Uno degli aspetti dia chiarire sulle ondate di peste che colpirono l’Europa, riguarda i meccanismi di diffusione del batterio responsabile del terribile male: la malattia partiva da focolai dello Yersinia pestispresenti in Europa, o invece, come il gruppo di ricerca di MedPlag ipotizza, venne importata in più ondate e dall’esterno?

Per indagare questa ipotesi, il team di ricerca ha combinato indagini genetiche ed evidenze storiche.

Parte dello studio è consistito nell’analisi di 5 nuovi genomi del batterio. “I ceppi che abbiamo studiato sono stati ritrovati in 5 scheletri provenienti da 4 diversi siti archeologici: Bergen op Zoom nei Paesi Bassi, Saint-Laurent-de-la-Cabrerisse in Francia, Abbadia San Salvatore in Italia,
Oslo in Norvegia. Luoghi notoriamente colpiti dalla peste o in cui, come nel sito italiano, lo studio di documenti testamentari e registri ci ha permesso di ipotizzare il verificarsi di episodi riconducibili alla Peste
Nera del 1348 e alla pestis secunda del 1358-1363”, spiega Barbara Bramanti, responsabile
scientifica del progetto e docente dell’Università di Ferrara “Per ottenere i 5 genomi, abbiamo analizzato in realtà quasi 70 campioni provenienti dagli stessi siti”. Il materiale genetico è stato ricavato da resti di denti di vittime delle epidemie e ha permesso di aggiungere importanti elementi alla conoscenza del genoma del batterio. Ma l’analisi filogenetica, da sola, non basta.

Ecco quindi che i ricercatori sono ricorsi allo studio delle fonti storiche, da dove è giunta la scoperta più inaspettata. “E’ noto da tempo che la “Terra delle Tenebre” era in passato messa in relazione alla peste. Per la prima volta abbiamo scoperto che i mercanti arabi del Trecento utilizzavano il termine ‘Terra delle Tenebre’ per indicare i luoghi da cui venivano importate le pellicce più pregiate, intendendo con ogni probabilità i luoghi al di là del Sarai, sul Volga, luogo reso noto dalle peste stessa. Questi mercanti, dunque, suggerivano implicitamente che la peste fosse associata alle rotte di pellicce medievali”.

Una scoperta che sembra avvalorare l’ipotesi di partenza del gruppo di MedPlag: come non esistono ora, non sono mai esistiti, in Europa, serbatoi del batterio della peste. Yersinia pestis arrivò, probabilmente, seguendo le rotte, via mare e via terra, aperte man mano dai mercanti per far viaggiare le merci tra Asia ed Europa. Portando, oltre alle merci, anche malattia e morte.

PD – Tresignana e Riva del Po in aula per l’approvazione finale dei progetti di legge

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Calvano: “Le fusioni nel copparese per rispondere ai bisogni. I comuni che si isolano ci perdono”

Zappaterra: “I cittadini hanno valutato la scelta migliore per il futuro”

Tornano in consiglio regionale, per l’approvazione finale, i progetti di legge sulle fusioni del ferrarese. È stata approvata all’unanimità la fusione tra i comuni di Tresigallo e Formignana, che hanno deciso di dar vita al nuovo comune di Tresignana. Soddisfatto il relatore Paolo Calvano. Dello stesso parere anche la consigliera Marcella Zappaterra, relatrice della legge per i comuni di Berra e Ro.

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Secondo Calvano in un territorio come quello ferrarese, soggetto ad un evidente calo demografico, le fusioni fra comuni e l’unione delle forze <>.

A seguito dell’approvazione del pdl anche Marcella Zappaterra commenta positivamente: <>.

Alan Fabbri (LN): “Ostellato e Fiscaglia: l’incontro con i cittadini rende evidenti le ragioni del no”

Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“Ho voluto incontrare i cittadini e ascoltarli senza mediazioni: sono sempre più convinto che la fusione tra Ostellato e Fiscaglia sia soltanto il frutto di una volontà del Pd di imporre la propria arroganza politica a territori che ha sempre trascurato. Un modo per cambiare forma senza incidere sulla sostanza e, ancor peggio, di assecondare interessi politici che poco hanno a che vedere con il benessere dei cittadini e che anzi potrebbero risultare dannosi. La partecipazione sentita agli incontri di ieri mi ha dimostrato la volontà dei residenti di partecipare: volontà che invece è stata calpestata dalla fretta con cui il percorso partecipativo è stato realizzato”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, ieri, ha incontrato i cittadini di Ostellato e Fiscaglia per ribadire il no della Lega alla fusione per cui si voterà, con refendum consultivo, domenica prossima 2 dicembre.

“Abbiamo ribadito più volte i motivi che a nostro avviso rendono assurda una fusione tra i due Comuni”, spiega Fabbri “chiarendo come i due Comuni non si trovino nelle condizioni giuste per diventare un solo ente, avendo caratteristiche diverse e collaboraziuoni fattive già avviate e strutturate nella gestione dei servizi con altri territori”.

Per Fabbri “è evidente che si tratta di una imposizione che non tiene conto della realtà”, inoltre “una imposizione a cui peraltro è mancata la partecipazione dei cittadini a causa della fretta con cui è stato approntato lo studio di fattibilità durato appena qualche giorno”. Dal confronto di ieri “è emerso chiaramente il malcontento della gente”, aggiunge Fabbri “e noi siamo dalla parte di chi ritiene che un Comune come Ostellato non possa fondersi con Fiscaglia, che a sua volta è compresa in un’altra Unione dei Comuni, rischiando tra l’altro di perdere contributi che gli spetterebbero”.

Come è già avvenuto in altre realtà “il Pd qui vuole imporre la propria volontà politica spacciando per vantaggiosa una trasformazione che non avrà invece ricadute positive”.

Domenica 2 dicembre i volontari puliscono il Canale Goro

Da: Clara Spa

Nuovo appuntamento per tutti i volontari che hanno a cuore la salute del territorio,domenica 2 dicembre a Mezzogoro. L’Amministrazione Comunale di Codigoro e la Polizia Provinciale, con la collaborazione dei pescatori locali e di CLARA spa, organizzano“A Mezzogoro per il nostro Goro”, un’iniziativa aperta a tutti i cittadini per la pulizia di un tratto di circa tre chilometri del Canale Goro e di località Vittoria.
I ritrovi per la pulizia del Canale Goro saranno alle 8, in viaBarce e in via Munerazza: da questi due punti le due barche messe a disposizione dai pescatori locali partiranno convergendo verso il centro dell’abitato di Mezzogoro. Altri due gruppi assisteranno da terra i volontari sulle barche, fornendo eventuali ancore nel caso in cui venissero intercettati – come gli organizzatori si aspettano – motorini e biciclette gettati in acqua in passato.
Per la pulizia di Località Vittoria, il ritrovo sarà invece alle 9, a piedi.
Sia l’attività di pulizia del Goro sia quella di Località Vittoria saranno coordinate dalla Polizia Provinciale. I rifiuti recuperati saranno successivamente ritirati e smaltiti da CLARA.
«Ringrazio la Polizia Provinciale,Clara, l’associazione Obbiettivo Pesca e tutti i cittadini che liberamente vorranno mettersi a disposizione per la realizzazione di questa bella iniziativa del 2 dicembre, che ci vedrà protagonisti di un’ importante azione di pulizia del nostro amato canale Goro, e di alcune strade della frazione di Mezzogoro», – ha detto l’Assessore del Comune di Codigoro Stefano Adami – «Sarà un momento di grande sensibilizzazione, finalizzato al rispetto del territorio, sapendo che chi rispetta l’ambiente rispetta il prossimo».
I cittadini interessati a partecipare possono inviare a una mail a: claudio.castagnoli@provincia.fe.it oppure chiamare il numero verde di CLARA 800-881133. È consigliabile portare con sé dei guanti da lavoro. In caso di maltempo l’evento sarà rinviato a data da destinarsi.

Cartoline da un’altra Ferrara – presentazione con annullo filatelico Sabato 1 dicembre in Stazione, l’esito del progetto didattico ispirato a Courbet

Da: Organizzatori

Cartoline da un’altra Ferrara – il progetto didattico ispirato dalla mostra Courbet e la natura – si presenta alla città, sabato 1 dicembre alle 16 presso la Stazione ferroviaria, con uno speciale annullo filatelico. L’evento rappresenta l’esito di un percorso avviato a settembre con duecento studenti ferraresi, incentrato sul valore identitario del paesaggio che si frequenta dall’infanzia e sulla necessità di mantenere un rapporto diretto con l’elemento naturale.

Ideato e curato dall’associazione Ilturco per la Fondazione Ferrara Arte, con il contributo di Eni e l’adesione di Aiapp – Associazione Italiana Architettura del Paesaggio, il progetto ha innanzitutto accompagnato i ragazzi attraverso i boschi, le grotte e le radure dipinte da Gustave Courbet, esposte da settembre a Palazzo dei Diamanti. È proprio alla biografia e alla produzione del celebre artista proveniente dalla Franca Contea che si ispira l’intero percorso: egli infatti riuscì ad affermarsi nella metropoli parigina senza disconoscere le proprie origini campagnole, ma anzi sfruttandole a proprio vantaggio come elemento distintivo. Attraverso le sue opere fece conoscere al mondo intero i luoghi a cui era più affezionato.
Il progetto ha quindi condotto i giovani studenti in un’esperienza a contatto con la natura, per invitarli a guardare con maggiore attenzione lo spazio che vivono tutti i giorni, a comprenderne il valore intrinseco e contemporaneamente a riconoscerne il significato in relazione al vissuto individuale.

Le scuole secondarie di primo grado che hanno aderito a questa sperimentazione sono quattro: Alberto Manzi, Cosmè Tura, Dante Alighieri e Filippo De Pisis; otto le classi partecipanti e otto i luoghi selezionati, esplorati e raccontati con parole, fotografie e disegni.

Gli esiti di questo originale percorso educativo, avviato grazie alla preziosa disponibilità degli insegnanti, si potranno apprezzare a partire da sabato 1 dicembre, quando verranno presentate le cartoline create dai ragazzi, che condensano in un semplice rettangolo di carta settimane di lavoro. Ciascuna cartolina promuove Ferrara da una prospettiva inedita, diversa da quella ritratta a scopi turistici, meno patinata ma sicuramente più intima e vicina.

«La stazione dei treni, eccezionalmente disponibile grazie alla collaborazione di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), ci è sembrata il luogo ideale dove presentare ed esporre gli elaborati, costituendo il più importante raccordo e punto di incontro tra la città e il territorio che la circonda», spiegano i soci de Ilturco. Alla presentazione, che si terrà dalle 16 nella sala a vetri a sinistra rispetto all’ingresso principale, si affiancherà uno speciale annullo postale dedicato alla natura e a Gustave Courbet, a disposizione dalle 15 alle 18: chi vorrà quindi potrà spedire direttamente le proprie cartoline, affrancandole con i francobolli selezionati appositamente per l’iniziativa

Le cartoline – oltre a essere disponibili in loco – saranno vendute nel bookshop di Palazzo dei Diamanti e in vari negozi ed edicole cittadine: i fondi raccolti serviranno a sostenere le attività della onlus Vola nel cuore, impegnata per i bambini ricoverati all’Arcispedale Sant’Anna a Cona. Per sapere in quali luoghi si potrà acquistare il set e avere maggiori informazioni sul progetto: www.palazzodiamanti.ti / www.ilturco.it

Hera, lavori sulla rete idrica a Corporeno

Da: Gruppo Hera

Giovedì 29 novembre, Hera effettuerà lavori per il collegamento di una nuova condotta alla rete esistente a Corporeno in via Statale, Comune di Cento.

A seguito di tale intervento si verificherà la sospensione idrica dalle 8,30 alle 16,30 nelle seguenti vie:

• Via Statale
• via Suore
• via Storta
• via Paradisi
• via Canaletto
• via Guadora

Probabili cali di pressione della rete ed eventuali fenomeni di torbidità dell’acqua nelle seguenti strade si potranno presentare nelle vie:
• Via Statale,
• via Ramedello
• via Lombardini
• via Giugliano
• via Vendemmia
• via Della Vite.

Poste Italiane incontra i sindaci dei piccoli comuni d’italia fra i quali quattro della provincia di Ferrara

Da: Poste Italiane

L’AD Matteo Del Fante ha presentato ai primi cittadini 10 impegni concreti che riaffermano l’importanza strategica della rete sul territorio.

Roma, 27 novembre 2018 – Poste Italiane ha riunito ieri a Roma i Sindaci dei piccoli Comuni d’Italia con l’obiettivo di promuovere un dialogo diretto e permanente, per confrontarsi sulle esigenze specifiche del territorio ed attivare una serie di servizi dedicati alle realtà locali con meno di 5.000 abitanti.

All’incontro, svolto alla presenza del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del Ministro dell’Interno e Vicepremier, Matteo Salvini, del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, e del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, e promosso in collaborazione con ANCI e UNCEM, hanno partecipato oltre 3000 Sindaci e più di 100 fra parlamentari e autorità, ai quali il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire il suo messaggio di saluto.
Sono stati 84 i primi cittadini giunti dall’Emilia-Romagna e, fra questi, quattro da altrettanti comuni della provincia di Ferrara: Jolanda di Savoia, Masi Torello, Ro e Goro.

“L’incontro con i Sindaci d’Italia – ha detto l’Amministratore Delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante – riafferma l’importanza strategica della presenza capillare di Poste Italiane sul territorio, con l’obiettivo di renderla ancora più efficace grazie alla collaborazione con le istituzioni e gli amministratori locali. Abbiamo pensato questa giornata – ha aggiunto rivolto alla platea – per parlare direttamente ai Sindaci e condividere con loro ciò che Poste Italiane realizzerà concretamente nei piccoli Comuni, con interventi tangibili che incideranno positivamente sui servizi al cittadino e con iniziative pensate per i territori, puntando su una efficienza crescente dei nostri 12824 uffici postali e dei nostri spazi digitali, ai quali ogni giorno accedono oltre 3 milioni di persone”.

Nel corso dell’incontro con i Sindaci d’Italia, l’AD di Poste Italiane Matteo Del Fante ha presentato 10 impegni per i piccoli Comuni: un programma di servizi dedicati, basato sull’importanza strategica di mantenere aperti tutti gli uffici postali situati nei Comuni con meno di 5.000 abitanti.

Tra gli impegni assunti da Poste Italiane:
• il servizio di Tesoreria in collaborazione con CDP
• l’installazione di nuovi sportelli ATM
• la fornitura di servizi presso la rete dei tabaccai e a domicilio tramite i portalettere nei 254 Comuni non serviti da un Ufficio Postale
• nuovi investimenti per rafforzare la sicurezza dentro e fuori gli Uffici Postali
• il servizio Poste WI-FI gratuito in tutti gli Uffici Postali dei piccoli Comuni
• il potenziamento delle risorse degli Uffici Postali nei Comuni turistici
• l’abbattimento delle barriere architettoniche negli Uffici Postali di oltre 1000 Comuni

L’incontro di oggi segna dunque l’avvio di un nuovo dialogo e di un confronto aperto che avvicina ancora di più Poste Italiane, i territori e le sue comunità; un percorso fatto di impegni reali, investimenti, nuovi servizi e opportunità concrete per la crescita economica e sociale del Paese.

Mercoledì 28 novembre alle ore 21.00 al Cinema Boldini verrà proiettato Ti Porto Io, il documentario di Chris Karcher e Terry Parish.

Da: Cinema Boldini

Il film è un ritratto intimo e un viaggio epico che esplora il vero significato dell’amicizia e il potere della comunità. Tutto ha inizio quando Patrick accetta una proposta pazzesca: portare il suo migliore amico Justin, che vive su una sedia a rotelle, per tutti i famosi 800 chilometri del Cammino di Santiago. Ne deriva un film documentario, unico nel suo genere, che illustra la loro impresa, il loro pellegrinaggio.

Ti porto io non è soltanto la storia di un uomo “normalmente” abile che ne spinge un altro “diversamente” abile su una sedia a rotelle per 800 chilometri. È anche la storia di due amici che hanno trascorso tutto il tempo del loro viaggio a “spingersi” a vicenda a essere persone migliori. Attraverso il loro coraggio e la loro dignità, Justin e Patrick ci ricordano che siamo più forti insieme che da soli e che tutti abbiamo bisogno di una spinta.

Per Terry Parish, Ti porto io è il film d’esordio. L’esperienza del Cammino gli ha dato l’opportunità di coltivare e credere nella speranza dell’amicizia, della generosità. In questo progetto, è stato affiancato da Chris Karcher che è codirettore del docufilm. La casa di distribuzione Mescalito Film così dichiara la sua missione: “Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”.

Presentazione libro “Simboli Massonici Disvelati” di Paolo Enrico De Faveri

Da: Circolo della Stampa Ferrara

Secondo appuntamento venerdì prossimo 30 novembre, nella sala conferenze dell’hotel Astra (viale Cavour 55, ore 21) per la nuova stagione di incontri organizzati dal Circolo della Stampa di Ferrara. Ospite della serata lo scrittore e saggista Paolo Enrico De Faveri,che presenterà il suo libro “Simboli Massonici Disvelati” (Inedite Speculazioni, 2017).
Testi e riti misteriosi, un’iconografia iniziatica in genere poco conosciuta e studiata e spesso guardata con sospetto, accompagnano da sempre l’esistenza della Massoneria, contribuendo sicuramente a confondere o a rendere meno decifrabile il significato, il senso profondo di questa secolare realtà. Scavando fino a trovarne le radici, il libro di De Faverisi propone come una sorta di manuale dei simboli e dei linguaggi della tradizione massonica, lungo un percorso che accompagna il lettore dall’antico Egitto, fino al mito dei Templari e dei Rosa croce.
Il risultato è che, nonostante si tratti di un saggio pensato per gli “addetti ai lavori”, il libro riesce ad appassionare anche chi è a digiuno, o quasi, della materia.
Paolo Enrico De Faveri (1956), laureato in giurisprudenza all’università di Bologna, esercita la professione forense a Padova.Ha pubblicato tre raccolte di poesie, il poemetto in endecasillabi Il mistico Connubio (Mimesis, 2008) di contenuto ermetico-alchemico e I dialoghi (Mimesis, 2010), sulla falsariga di un testo attribuito fittiziamente ad un filosofo del VII secolo dopo Cristo.
Tutta la sua opera è influenzata dalla filosofia ermetica e dall’alchimia e dalle tradizioni iniziatiche mediterranee, alle quali De Faveri dedica i suoi studi da oltre venticinque anni.

GOL: Il PD e la Mafia Nigeriana

Da: Roberto Guerra, futurologo, Componente Direttivo GOL

Incomprensibile, se non in termini orwelliani il principio di precauzione del PD local riguardo la Mafia Nigeriana. Come noto, sia Modonesi. la Sapigni che il sindaco , nonostante l’evidenza quotidiana, non solo in Zona Gad, di certa criminalità alla luce del sole che piaccia o meno è di etnia nigeriana, dopo averlo negato per anni, continuano … : il sindaco con la richiesta di ulteriori indagini subito seguito dalla Corte PD…. Nonostante sia confermato da esperti e analisti autorevoli anticrimine… e proprio questo mese di novembre il mensile Millenium abbinato a Il Fatto Quotidiano ci dedichi uno speciale sconcertante: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/09/fq-millennium-peter-gomez-presenta-il-numero-di-novembre-parliamo-di-mafia-nigeriana-storie-di-sangue-e-polvere-da-sparo/4754198/ “Mafia nigeriana“, . A novembre il mensile diretto da Peter Gomez si occupa della criminalità organizzata africana: “Sono il Buscetta della mafia nigeriana e vi racconto come stiamo conquistando il mondo”. Per quel che riguarda Ferrara, il portavoce della Comunità nigeriana nei giorni scorsi ha preso in giro una città intera, liquidando la questione… mere motivazioni amorose tra troppo focosi connazionali (motivi amorosi…). Di più la macchina orwelliana del PD, che negando il fenomeno per anni l’ha “de-generato”, ha clonato il “rinvio a non giudizio..” chiesto dal sindaco… con gli stessi megafoni Calvano, la Baraldi (il nuovo alla rovescia del Pd local?) e in sede parlamentare la stessa Boldrini (quella ferrarese) chiedendo lumi anche al Ministro degli Interni attuale, non a … Minniti in carica mentre qua a Ferrara, con il PD in carica si privilegiava il negazionismo puro nonostante da anni le opposizioni, associazioni, blogger e semplici cittadini segnalassero il fenomeno. Insomma, non solo Orwell dovrebbe aggiornare il suo 1984, anche Huxley (Il Mondo Nuovo) e Zamjatin (Noi). Il PD è ormai un OGM per Giunta… venuto male?

Ferrara Letture Dantesche – Mercoledì 28 novembre al Giro Bio di via Terranuova

Da: Ferrara Letture Dantesche

Questo mercoledì 28 novembre le Letture Dantesche Ferraresi, alla loro seconda stagione di appuntamenti, dopo i primi due in cui si è data lettura dei primi due canti dell’Inferno, riprenderanno da dove si erano interrotte a giugno, con la lettura scenica del Canto Undicesimo.

“E’ un canto di spiegazione, o dottrinale – chiarisce l’interprete, Ruben Garbellini – nel quale Dante, dopo l’incontro con le grandi figure di Farinata degli Uberti e Guido de’ Cavalcanti, del canto precedente, si addentra più giù nel cerchio dell’eresia. Accanto alla tomba di papa Anastasio II, eretico settario, egli è costretto a fermarsi, per abituarsi al terribile odore che il luogo emana: Vergilio ne approfitta per fornire una descrizione dei luoghi e dei peccati che i due poeti incontreranno nel loro doloroso cammino. E’ il canto più breve di tutta la Commedia, ma per quanto sia in apparenza privo di azione scenica, rifulge dell’altezza poetica di cui Dante è insuperabile maestro”

Laboratorio alimentazione preistorica Montalcini Argenta

Da: IIS Montalcini

Gli studenti del Montalcini partecipano ad un laboratorio di alimentazione preistorica E chi dice che la storia si apprenda solo sui libri di scuola? Lo sanno bene gli studenti della classe I C SA del Liceo Scientifico di Argenta che oggi si sono misurati con le operazioni di macinatura di grano ed altri cereali, per ottenere la base dell’alimentazione che da millenni ha nutrito l’uomo. Dalla preistoria ad oggi la selezione di sementi e di specie animali ha modificato il nostro modo di alimentarci, ma le conoscenze archeologiche ci aiutano a capire come il processo di domesticazione vegetale si sia sviluppato nell’antichità. Attraverso un percorso di storia, botanica, agronomia e scienza dell’alimentazione con la guida esperta dell’associazione Toutai Argantia, gli alunni del Montalcini hanno appreso e toccato con mano, i maggiori processi alimentari che furono alla base dell’evoluzione dell’uomo. Un laboratorio pratico e creativo che ha stimolato e arricchito ancor più la mente dei discenti, che hanno toccato con mano gli alimenti di cui si nutriva l’uomo preistorico.

Convegno Internazionale – “Alberto Naselli, Ferrara e la cultura dell’attore nel secondo ’500”

Da: Organizzatori

Il prossimo 29 e 30 Novembre 2018, presso il Dipartimento di Architettura a Palazzo Tassoni
in Via della Ghiara 36 a Ferrara, avrà luogo il Convegno Internazionale

Il Convegno, che si terrà a partire dalle ore 15,30 di giovedì 29 e per tutta la giornata di venerdì 30, è organizzato dal Centro Teatro Universitario in collaborazione con l’Associazione Cornucopia Performing Arts Labs, con il contributo del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna nell’ambito del progetto “Ferrara, il Po e la Commedia dell’Arte”. Il comitato scientifico del convegno è composto da Daniele Seragnoli, Maria del Valle Ojeda Calvo,Teresa Megale, Domenico Giuseppe Lipani e Fabio Mangolini.

Sin dalla metà del XVI secolo Ferrara fu un centro di transito, ma anche di irraggiamento delle attività degli attori professionisti. La presenza di numerose compagnie è attestata sia nelle occasioni pubbliche cittadine che nelle occorrenze di spettacolarità privata, commissionate dalla corte estense. La città fu inoltre un importante snodo viario e un ottimo approdo sul Po per gli attori che provenivano dall’area di Venezia e Padova o che a Venezia volevano dirigersi provenendo da Sud. Non a caso il personaggio del Dottore, quale specifico contributo ferrarese alla lingua dell’Arte, prenderà il nome di GratianFurbson da Francolino, facendo riferimento alla località portuale da cui partivano le barche dirette a Venezia.
Ma Ferrara fu anche la città natale di Alberto Naselli (1543-1585), uno dei primi attori e capocomici, di molta fortuna e vasta notorietà, oltreché in Italia, in Francia e in Spagna. Proprio a ZanGanassa – questo il suo nome in arte – è dedicato il convegno, al fine di mettere a fuoco il ruolo che il ferrarese ebbe nella formazione e nella diffusione europea della nuova cultura teatrale professionistica.

Al convegno parteciperanno importanti storici del teatro e studiosi della Commedia dell’Arte– Daniele Seragnoli, Siro Ferrone, Anna Maria Testaverde, Maria del Valle Ojeda, Bernardo García García,Teresa Megale, Francesca Simoncini, Patrizia Castelli, Simona Brunetti, Sergio Monaldinie Domenico Giuseppe Lipani. In conclusione della prima giornata è prevista una performance di Fabio Mangolini che presenterà alcuni monologhi con maschere della Commedia dell’Arte.

La partecipazione è gratuita. Sarà possibile farsi rilasciare dalla segreteria del convegno un attestato di frequenza, ai fini del riconoscimento dei crediti formativi per l’aggiornamento degli insegnanti.

LA RECENSIONE
‘Last work’ di Ohad Naharin al Teatro Claudio Abbado: tempo di comprendere e liberare

di Monica Pavani

Un paio di giorni prima di vedere al Teatro Comunale lo spettacolo ‘Last Work’ (andato in scena domenica 25 novembre) di Ohad Naharin, il coreografo israeliano che guida la Batsheva Dance Company dal 1990, mi è capitato di leggere il discorso tenuto dallo scrittore israeliano David Grossman in occasione del Premio per la tolleranza e la comprensione che gli è stato conferito in questi giorni al Museo ebraico di Berlino. In particolare, mi hanno colpita due affermazioni di Grossman: l’impossibilità di distinguere “fra il me politico e il me scrittore, né tra il me scrittore e il me uomo”; e che la tolleranza – per lo scrittore – “nasce dalla disponibilità di sentire e comprendere l’altro dentro di noi, anche quando l’altro ci minaccia perché è diverso, e incomprensibile”.
Ho ritrovato questi due moti – più che pensieri – in ‘Last Work’ di Naharin, del quale avevo già visto, sempre al Comunale, alcuni lavori, fra cui DecaDance. Ricordavo l’energia dirompente dei suoi danzatori, i movimenti quasi esplosivi, e una specie di esaltante poesia che scaturisce dalla liberazione di una forza sopita o forse soffocata. Naharin ha canonizzato questo suo approccio in un vero e proprio metodo, chiamato Gaga, basato sul “piacere fisico dell’attività fisica”, che potenzialmente può essere sperimentato da ogni persona di qualsiasi età, e non solo da chi danza.
Eppure, in questo ‘Last Work’ ho trovato che il coreografo si spinga ancora più oltre nella sua ricerca, esplorando, appunto, quell’altro “dentro di sé” che è mosso da una forza più contemplativa, fatta di gesti anche minimi, movenze flessuose e lente che sembrano provenire dal mondo arcano di felini che si aggirano silenziosi su un pianeta un po’ disabitato, un po’ ignoto, o forse solo in fase di mutamento.

Viene da chiedersi se questo titolo, ‘Last Work’, che allude a una fine, possa riferirsi all’affacciarsi di una nuova esigenza espressiva del coreografo, che non si limita più a scatenare (letteralmente: togliere le catene) ai suoi danzatori, ma li accompagna in un nuovo viaggio che passa anche per i vuoti, le soste, e gli arresti. Gli spettatori sono chiamati ad assistere a una serie di movimenti d’insieme (e spesso a duetti) dal ritmo ipnotico che può ricordare lo sboccio di un fiore, petalo dopo petalo, o il dispiegarsi di una farfalla dal bozzolo. E la mente è partecipe, chiamata com’è a interpretare, ma soprattutto a leggere e a lasciarsi leggere da ciò che accade. I magnifici danzatori diventano sacrificali, non in senso religioso, bensì artistico: fanno dono di sé senza risparmiarsi e per di più con straordinaria grazia. Durante tutto lo spettacolo una danzatrice corre instancabilmente, ma con compostezza, su un tapis roulant. Allude al tempo che passa? Al movimento imperterrito che trascina l’universo nella sua corsa verso il dissolvimento? O solo all’impossibilità di fermare le lancette e di costringere la vita in una singola forma?

Naharin libera le immagini, non le costringe. A fine spettacolo, dopo uno strepitio di proiettili, e grida ferine sparate a tutta gola da un microfono, i danzatori si fermano e vengono legati con lunghi fili di nastro adesivo che forse li unisce o forse li paralizza per sempre; mentre una grande bandiera bianca sventola dietro di loro, decisa e affaticata.

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
Alla deriva del sapere

Il sapere non sta attraversando un buon momento. Gli apprendisti stregoni si moltiplicano. Quasi che il sapere anziché renderci liberi ci trasformi in vittime della sua tirannia.
Che il momento non sia favorevole al sapere, ci aveva già avvertito Tom Nichols con il suo ‘La conoscenza e i suoi nemici’, riecheggiando ‘La società aperta e i suoi nemici’ di Karl Popper. Perché ciò a cui si guarda con sospetto e con resistenza sono sempre i passi che si fanno verso il cambiamento, verso il futuro che ti porta via quello che avevi prima.
È lo stesso meccanismo del sapere che ti priva dell’ignoranza e, a volte, ti accorgi che sarebbe stato molto più comodo non sapere. Non possiamo più tornare alla presunta ingenuità e bellezza della società chiusa, il nostro sogno del cielo non può essere realizzato sulla terra. Platone ci ha fregato.
Diffidare del sapere ha fatto sempre bene alla narrazione umana che non avrebbe potuto progredire senza interrogarsi del proprio sapere, ma a sapere bisogna contrapporre sapere e non congetture.
È la società chiusa che nega che il sapere accumulato dalla tradizione possa essere falsificato. O si possa anche solo pensare di metterlo in questione, sono le sette, le chiese e le confraternite, che non ammettono altro al di fuori di sé. Come il populismo e il sovranismo, propri delle società chiuse, nemiche delle società aperte.
Ma se possiamo dubitare e mettere in discussione la scienza, lo dobbiamo alla ragione cartesiana e illuminista, alla fiducia nella razionalità dell’uomo che ha portato la società occidentale a diventare per prima una società aperta, una società che ha reso libere le facoltà critiche della persona.
Sono le nostre capacità di usare la ragione che ci hanno consentito di progredire mettendo in discussione i nostri saperi. Ma la ragione dell’uomo ha bisogno di fatti, non di opinioni, della ricerca e della scoperta, per riprendere altre strade ancora verso la ricerca e la scoperta di altri saperi, non di sentenze e tanto meno di pregiudizi.
Quando veniamo al mondo compiamo l’ingresso nella cultura del nostro tempo per partecipare alla sua narrazione e diventarne a nostra volta gli autori. È a scuola che apprendiamo a leggerne e a scriverne le pagine. Per questo nessuno può appropriarsi della scuola, perché quella narrazione appartiene a tutta l’umanità che l’ha composta e che continua a comporla dai vari luoghi del pianeta.
Quando si teme il sapere, i primi sintomi vengono dalle scuole. È la narrazione collettiva a correre i maggiori pericoli.
I sacerdoti della società chiusa si muovono con le loro liturgie e i loro anatemi. La nuova eresia che non deve entrare tra la narrazione dei saperi delle nostre scuole è oggi la teoria gender.
Il ministro gialloverde, titolare del Miur, ha decretato con circolare a tutte le istituzioni scolastiche che di “gender” nelle scuole non si deve parlare senza il consenso delle famiglie, come non è possibile realizzare altri progetti, al di fuori delle discipline canoniche, se non c’è il benestare delle famiglie. Il diritto al sapere, dunque, appaltato e sequestrato dalle famiglie.
La scuola non più il luogo della narrazione collettiva, il luogo dell’ingresso nella cultura, il luogo della negoziazione dei significati, ma luogo di sudditanza e di manipolazione, asservito a un culto reazionario della famiglia, conservatore e ignorante. La scuola come luogo della democrazia e dei saperi contingentati.

Il luogo dell’ipocrisia imposta come diritto dei genitori di tenere in ostaggio le menti dei figli, nel luogo dove i saperi devono essere aperti, nel luogo in cui ricevere le risposte alle domande, che non possono certo celare i loro interrogativi solo perché i genitori non vogliono.
La paura del sapere striscia in modo allarmante e soffia alle porte e alle finestre delle nostre scuole. Una riforma non detta si fa strada e da tempo attendeva il suo apprendista stregone. Alcune parole già iniziano a sguizzare nell’aria per familiarizzare con le orecchie delle persone. E allora ecco la “regionalizzazione”, l’apprendimento per “argomenti” anziché per “discipline”. Tutto un repertorio con l’intento non dichiarato di ridurre le scuole a misura della propria società chiusa, del no ai saperi che non siano quelli delle proprie tradizioni, delle proprie certezze e differenze.
Non più la scuola pluriculturale per una società aperta. Ma una scuola sovranista, monoculturale, per una società chiusa.
Non più la scuola della grande narrazione comune a tutta l’umanità, per questo comunità di destino, per questo comunità dell’incontro con l’altro. Il luogo in cui la narrazione dei saperi consente a generazioni di bambine e di bambini, di ragazze e di ragazzi di ricercare la risposta a Chi sono io? Chi sei tu?
Una scuola che ora, in nome delle regionalizzazione, in realtà aspirerebbe a difendersi dai corpi estranei, che siano saperi nuovi e vecchi, docenti o discenti di altri terre geografiche e culturali.
La deriva dei saperi comporta la deriva della cultura e delle conquiste democratiche, motivo per cui i saperi e i loro luoghi sono i primi ad essere presi di mira dal populismo e dal sovranismo delle società chiuse. Restare vigili è il nostro dovere.

Ferrara città aperta

È difficile condensare in poche righe le riflessioni per una Ferrara futura. Ci provo, scrivo alla Città che vogliamo per dirle che vorrei Ferrara fosse la città dell’ebreo antifascista Giorgio Bassani. O meglio vorrei che la città prendesse dalla sua opera i temi dell’esclusione e della discriminazione e li capovolgesse: se Bassani testimonia per gli esclusi e i discriminati, allora la città che vogliamo – l’antidoto – è quella dell’apertura e della costituzione antifascista.
Mi sembra un buon punto di partenza, tuttavia per l’apertura non basta.

Occorre il linguaggio. Occorre una città in cui chi amministra si chieda costantemente come abbattere le barriere tra cittadini, come diminuire la distanza, attenuare i confini e i divari, come rendere imitabili, democratizzabili le buone pratiche di cittadinanza, gli stili di vita virtuosi, ed eliminare le forme di dominio o privilegio.
Per questo serve investire sul linguaggio: cultura, lingue, sport, arte, musica, cibo, scuola, saperi. Occorre per i bambini una politica della gratuità e dell’accessibilità a tutte le principali forme di linguaggio, che è capacità di esprimersi e comunicare, di partecipare, di coinvolgere. Il linguaggio è autonomia e educazione, costruzione di senso e ponte verso gli altri.

Ancora, una città come Ferrara può costruire un laboratorio politico-culturale permanente, fucina di confronto multidisciplinare in grado di rispondere alle esigenze cittadine attraverso l’analisi di caratteristiche e condizioni del luogo, questo per produrre idee e soluzioni mirate, efficaci, e per non esser preda di confuse emulazioni e mode posticce importate puntualmente dall’esterno o dalle tv. Ci sarebbero, a questo proposito, in pochi chilometri quadrati, enormi saperi e capacità, sono chiuse però in compartimenti stagni (università, studenti, scuole, associazioni). Alla politica il compito di liberarli, di trattenere i numerosi laureati, facilitando l’interazione e la partecipazione.

Tutto questo è possibile, a patto che Ferrara abbia presente, difenda e consolidi il suo immaginario collettivo. Se la città è stata così ben rappresentata nella storia della cultura italiana, credo lo si debba al suo corpo, alla sua comunità di vivi e defunti. Stiamo parlando di qualcosa che la rende unica e speciale, che sarebbe imperdonabile non tutelare e divulgare.
Custodire quindi i suoi luoghi, la memoria, renderli vivi e accessibili senza stravolgerli, e nel contempo difenderli dal turismo di massa, dalla ricerca puerile di uno sviluppo distruttivo.
Conosciamo l’aridità prodotta dal grande turismo e dalla grande industria. Abbiamo visto i luoghi più ricchi moltiplicare disuguaglianze e violenze, ingiustizie, incertezza. Li abbiamo visti trasformarsi in luoghi angusti, di indifferenza, odio e xenofobia.
Direi di provare altre strade.
Bisogna visitare Ferrara, certo, e farlo perché non è Firenze, né Venezia. Visitarla perché magari ha un’altra idea di mondo: basata su più spazio e più tempo, su più capacità di autodeterminazione (alloggi, affitti e mobilità, istruzione a basso costo, solidarietà, cooperazione).
Un giorno, chissà, forse sarà non più ricca ma più avanzata e giusta in termini ecologici e di risparmio energetico, nel rispetto del territorio, nella sinergia con la ruralità circostante e con le imprese che si occupano di profitto sociale, nella riduzione dell’orario di lavoro, nel bilinguismo, nell’assenza di sfruttamento, nella capacità conviviale.
È chiaro che mi rivolgo a chi amministra, e a quel che resta della sinistra ferrarese. I punti toccati presuppongono il riappropriarsi della dimensione “politica”, mi riferisco alla dimensione ideale, teorica, alla critica della società propria di una politica alta; perché politica è, sì, amministrare, ma anche combattere idealmente e concretamente per ciò in cui si crede.

Domenica mattina

The International (Matthew Bellamy, 2009)

Mentre guidavo mille pensieri mi frullavano in testa, ma soprattutto una domanda: dove diavolo era la gente? Possibile che quella domenica fossimo usciti di casa solo io e il mio cane?
Guidavo verso il centro della città e non incrociavo nessuno. Stavo attraversando strade e piazze perfettamente deserte. Come il parco e il viale in cui ero appena stato.
Mi tornavano alla memoria i tanti film che avevo visto, quelli post-atomici o post-apocalittici. C’era sempre un post-qualcosa con cui fare i conti. Ma nonostante le tante storie più o meno fantasiose che avevo letto sull’argomento, non avevo idea di cosa potesse essere successo quel giorno… o forse non riuscivo ad accettarlo.
Il mio raziocinio e il mio innato attaccamento alla logica, alla normalità, si rifiutavano di prendere in considerazione ipotesi estreme, come quella di una catastrofe globale dalla quale ero inconsapevolmente sopravvissuto. Io e il mio cane per l’esattezza. “Questa è fantascienza, pura invenzione” mi ripetevo. “La realtà è ben diversa, assai più banale” pensavo.
Eppure un pensiero bizzarro stava emergendo. Si faceva largo scansando le varie ipotesi che avevo considerato e scartato ogni volta che giravo l’angolo e puntualmente non vedevo anima viva.
Sbirciai nello specchietto retrovisore, Kobi stava sonnecchiando sdraiato sul sedile posteriore, mentre la pioggia cadeva fitta pur senza la violenza di un temporale. Ogni manciata di secondi i lampi rompevano coi loro flash la penombra causata dalle nuvole, ed il costante, puntuale crepitio del tuono mi allontanava dall’idea di vivere un sogno ad occhi aperti.
Stavo attraversando l’ennesimo incrocio deserto, quando inchiodai di colpo la Jeep. Kobi, sbalzato in avanti, si rizzò subito in allerta.
Dalla parte opposta dell’incrocio stava un bambino.
Era in piedi, immobile, incurante della pioggia, e pareva che aspettasse qualcuno. Scesi dalla Jeep e gli corsi incontro. Il bambino fece per andarsene.
«Aspetta!» esclamai, «Bimbo sei da solo?».
Il bambino si fermò ma non rispose, guardava altrove, pareva non mi vedesse nemmeno.
Aveva sette o otto anni circa e portava un abitino nero come fosse appena uscito da una cerimonia; era fradicio ma non sembrava patire il freddo, sembrava essere indifferente ad ogni cosa, me compreso.
«Senti bimbo, se rimani qui sotto quest’acquazzone rischi d’ammalarti… Stai aspettando qualcuno? I tuoi genitori?»
Niente, non rispondeva. Sembrava proprio che per lui fossi invisibile.
«Vieni con me, ti porto sotto quella tettoia. Almeno là sotto starai all’asciutto!» insistetti. Feci per afferrargli la manina ma lui la ritrasse. Poi, finalmente, si mise a fissarmi. «Tu non dovresti essere qui, questo non è il tuo posto…» disse.
La sua era una voce di bambino, sottile e infantile. Ma quel tono…
Il suo tono di voce era tipico di un adulto, austero, distaccato e non lasciava intuire alcuna emozione o incertezza. Poi continuò: «Se sei furbo puoi ancora andartene. Devi andare via da qui, via!»

A volte non serve perdersi nel labirinto della ragione a tutti i costi per cercare un perché. Contrariamente a ciò che si crede, più una situazione sembra paradossale più esige una scelta immediata. Il tempo speso nel dubbio e nell’incertezza può fare la differenza tra la condanna e la salvezza. E quella situazione mi apparve talmente strana da farmi accettare qualsiasi cosa. Dunque decisi di stare al gioco e andai via, esattamente come aveva ordinato il bambino.
Me ne andai altrove, col mio cane, a bordo della Jeep…
Viaggiai senza fermarmi per centinaia d’anni nel passato.
Alla fine tornai a casa e andai a dormire. Di nuovo nel mio letto, come sempre.

Mi svegliai in tarda mattinata. Era un’altra domenica di pioggia, sentivo il rumore dell’acqua che scorreva nelle gronde. Scesi dal letto, accarezzai il mio cane e andai a sbirciare alla finestra. Fuori le strade erano deserte, non si vedeva anima viva…

Da giovedì 29 novembre gli Open Day dell’Istituto Comprensivo Alda Costa

Da: Istituto Comprensivo 2

Riprendono giovedì 29 novembre gli Open Day del Comprensivo Alda Costa. Anche quest’anno l’Istituto di via Previati 31 ha organizzato un articolato programma di aperture straordinarie e tematiche dei plessi scolastici, caratterizzato da incontri con i docenti e gli alunni, da momenti di illustrazione delle attività didattiche e progettuali da parte della dirigente scolastica, da saggi, concerti e laboratori.

La settimana sarà dedicata giovedì 29 alle primarie Manzoni (aperta dalle 15 alle 16) e Guarini (dalle 17.30 alle 18.30) . La Primaria Costa accoglierà nella propria sede sabato 1 dicembre dalle 9.30 alle 12.30 tutte le famiglie interessate a iscriversi: la dirigente scolastica le incontrerà alla Scuola Primaria Costa alle ore 9.30 e alle 11 alla Primaria Manzoni, aperta anche sabato primo dicembre dalle 10.30 alle 12.30.

Domenica 2 dicembre dalle 9.30 alle 12.30 sarà la volta della Scuola Secondaria a Indirizzo Musicale Boiardo ad essere aperta a tutte le famiglie interessate, con percorsi di visita guidati dai docenti e dalla stessa dirigente scolastica e interventi musicali curati dalle classi quinte Manzoni e dagli allievi dell’Indirizzo Musicale.

Tresigallo vola all’Università di Cambridge

Da: Tresigallo città metafisica

Il 3 Dicembre 2018 presso il Dipartimento di Archeologia dell’Universita’ di Cambridge si terrà il workshop “Heritage in the making: gestire la cultura materiale del Fascismo e Nazismo“. Il workshop nasce dal progetto di Dottorato di Flaminia Bartolini sul Patrimonio Dissonante nell’Italia Contemporanea e sarà ospitato presso il Cambridge Heritage Research Centre, e finanziato dal Dipartimento di Archeologia e dal nuovo hub di ricerca DAAD for German Studies.

Come emerge dal lavoro di Bartolini: “Negli ultimi dieci anni, gli studi del patrimonio hanno evidenziato il ruolo della dittatura in diverse realtà storiche e sociali. L’Italia fascista e la Germania nazista, e in generale i regimi militari del XX secolo, sono stati cruciali nella creazione di un consenso attraverso la reinterpretazione propagandistica del passato […]. Caduti i regimi, le eredità materiali prodotte dalle dittature furono oggetto di distruzione, di reinterpretazione e di lavoro di memoria. Così, il patrimonio segnato dai regimi dittatoriali non solo ha pagato le conseguenze della a seguito dei cambiamenti di regime, ma continua ad infiammare il dibattito pubblico contemporaneo.”

Questo workshop è il secondo di una serie sul Patrimonio e le Dittature organizzati da Flaminia Bartolini e riunirà un gruppo di esperti del patrimonio internazionale e professionisti provenienti da Germania e Italia, per esplorare le complessità di trattare il patrimonio del Fascismo e del Socialismo nazionale. L’ obiettivo è quello di esaminare le mutevoli condizioni dell’assimilazione del patrimonio dei regimi dittatoriali, e il loro destino della seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri.

All’interno del team italiano, anche Tresigallo è stato invitato a partecipare al convegno in quanto fervido testimone e particolare esempio di cultura materiale dell’epoca soggetta al tema del workshop. Alla chiamata hanno risposto immediatamente le associazioni del territorio da sempre impegnate nella riqualificazione culturale e turistica del paese. L’Associazione Torri di Marmo e l’Associazione Edmondo Rossoni, tramite il benestare dell’Amministrazione Comunale, saranno rappresentate rispettivamente dal Prof. Giuseppe Muroni e dall’Arch. Davide Brugnatti.

I canali social della Città Metafisica fungeranno da cassa di risonanza per l’evento.

Calvano: «Via alle procedure di vendita dei terreni dell’ex ferrovia Suzzara-Ferrara»

Da: Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico – Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

«Oggi, durante la seduta della Commissione Bilancio in Regione Emilia-Romagna, abbiamo fatto un ulteriore ed importante passo avanti per l’alienazione ai frontisti dei quattro ettari di terreno, che costituiscono parte del vecchio tracciato ferroviario dismesso della linea Suzzara-Ferrara». A dirlo è il consigliere regionale Paolo Calvano, che da tempo aveva espresso l’impegno di inserire tale area nel Piano di Alienazione della Regione Emilia-Romagna per il 2018, passaggio indispensabile per potere vendere quei quattro ettari nella periferia di Bondeno, tra la zona Santissimo e il vecchio ponte ferroviario sul Cavo Napoleonico.

«Si tratta di terreni, non più funzionali all’esercizio ferroviario e in stato di abbandono, che necessitano di essere riqualificati e valorizzati. Attualmente sono in gestione a Fer e da tempo i residenti nelle aree adiacenti hanno espresso la volontà di acquistarli, in modo tale da evitare che rimangano aree abbandonate, con costi di gestione a carico del sistema pubblico – spiega Calvano –. Con il passaggio oggi in commissione, dalle prossime settimane sarà possibile da parte di Fer avviare le procedure di vendita ai frontisti e ai residenti interessati, dando finalmente risposta ad un desiderio espresso da molti bondenesi».

Punto e Virgola; festival delle parole vere e dei racconti belli

Da: Associazione “Gruppo del Tasso” Ferrara

Programma:

Giovedì 29
Libreria.coop del centro commerciale Il Castello / ore 18
Consumatore! Parla, leggi e guarda come mangi.
Presentazione dell’ultimo numero di Consumatori con Dario Guidi, direttore della rivista, e Michelangelo Coltelli, fondatore di Butac.it. Modera la giornalista Camilla Ghedini.

Venerdì 30
Libreria Feltrinelli / ore 18
Le macchie sulle pagine. Il razzismo nei media e dentro di noi.
Lorenzo Guadagnucci, tra i fondatori del gruppo Giornalisti contro il razzismo, presenta il suo libro Parole sporche. Dialoga con l’autore Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale.

Consorzio Factory Grisù Sala Macchine / ore 21
Il cretino
Spettacolo di e con Germano Bonaveri, regia Daniele Sala – un monologo che fonde musica d’autore, poesia e teatro: un unico artista si fa interprete musicale e attore, parlando al pubblico senza filtri, se non la sua stessa arte.
Ingresso libero

Sabato 1
Aula Magna | Liceo Roiti | ore 10
Rispetto e parità di genere nell’informazione.
Gli studenti degli istituti superiori “Bachelet”, “Roiti” e “Ariosto” hanno osservato tre quotidiani locali per due settimane. Oggi ne parlano con i redattori di La Nuova Ferrara, Il Resto del Carlino ed Estense.com. Coordina Simona Bersani, giornalista e Presidente di ASER (Associazione stampa Emilia Romagna).

Libreria Ibs+libraccio |ore 11 laboratorio
Prima svolta a sinistra. Le notizie e cosa farne, o del reimpastare la cronaca e aggiungere bellezza.
Simona Maggiorelli, direttrice del settimanale Left, presenta Attacco all’arte. La bellezza negata, incrocia l’ultimo numero del suo giornale e guida i partecipanti in un laboratorio sulla rigenerazione della notizia.

Cinema Boldini | ore 15:30
À voix haute – A voce alta. La forza della parola (v.o. sottotitolata)
Film di Stéphane de Freitas (Francia 2018). Alcuni studenti partecipano al concorso Eloquentia, lanciato dalla università parigina di Saint Denis. I giovani imparano a prendere la parola per affermarsi, rivelarsi agli altri e scoprirsi soprattutto a se stessi.
Ingresso 5 euro

Aula Magna Drigo | Università degli Studi di Ferrara | ore 21
La condizione giovanile nell’età del nichilismo
Lectio magistralis di Umberto Galimberti, a partire dall’ultimo libro La parola ai giovani. Dialogo con la generazione del nichilismo attivo.
Ingresso libero

Domenica 2
Centro Teatro Universitario | ore 10 laboratorio
Dalle parole al mondo. Laboratorio sulla parola e sulla scrittura collettiva
Laboratorio di creazione artistica incentrato sulla parola, a cura di GiolliCoop, centro di sperimentazione e ricerca sui metodi Boal e Freire (Teatro dell’oppresso).

Galleria del Carbone | ore 11 laboratorio
Scavi nelle frasi e nei resti di fatti
Laboratorio con Valerio Varesi, giornalista, scrittore e inventore del commissario Soneri che nel recentissimo libro La paura nell’anima, affronta il bandito Igor. Varesi coinvolge i partecipanti in invenzioni narrative a partire dal suo testo.

Galleria del Carbone | ore 16 laboratorio
Nei dettagli compressi
Laboratorio sui dettagli dei fatti e su dove conducono, mentre l’autore non conosce ancora il finale. Con Stefano Lamorgese, redattore Rai (Report).

Galleria del Carbone | ore 18
Versodove andiamo?
Aperitivo con i redattori di Versodove, rivista di critica militante per inseguire le parole fra le pagine.

Al tavolo con gli autori per un comunicazione consapevole
I laboratori del Festival “Punto e Virgola”

“Punto e virgola ; festival delle parole vere e dei racconti belli” propone quattro giorni, dal 29 novembre al 2 dicembre, per raccontare i modi in cui il discorso culturale può proseguire a Ferrara. Nato dall’incontro fra l’associazione Gruppo del Tasso e la voglia di inventare storie autentiche, libere dai condizionamenti di una retorica opaca e greve, l’anima del festival si incarna in laboratori che invitano a mettere in campo o sulla carta se stessi, con cura. Nessun limite alla possibilità di mettersi in gioco: le attività, della durata di un paio d’ore, sono pensate per giovani e adulti che intendano provare a trasformare le schegge della realtà in narrazioni. Fidandosi, semplicemente, delle indicazioni schiette di chi per mestiere e per passione porta in superficie quello che si muove sotto gli eventi.
SABATO 1
Il primo appuntamento è con Simona Maggiorelli, alle 11, alla libreria Ibs+Libraccio di Piazza Trento e Trieste. Partendo dalla sua esperienza di giornalista e dalla declinazione che ne dà nell’ultimo saggio Attacco all’arte. La bellezza negata (L’asino d’oro), la direttrice di Left propone di superare lo sconforto generato dalle quotidiane brutture intorno. Prendere la materia di cui è fatto il loro racconto, scegliere di rivoltarla e scrivere, così, di direzioni differenti: questo il fine di “Prima svolta a sinistra. Le notizie e cosa farne”, senza nascondere alla vista ma guardando con attenzione e occhi creativi.
DOMENICA 2
Al Centro Teatro Universitario di via Savonarola, alle 10, la scrittura si fa pratica collettiva nella sperimentazione teatrale di GiolliCoop – giollicoop.it. Dal movimento, dalla musica e dai corpi scaturiscono le parole che danno forma alle emozioni, a mezza strada tra il lasciarsi condurre e occupare, insieme, uno spazio su cui costruire. Quasi in contemporanea, dalle 11, si apre la full immersion ospitata dalla Galleria del Carbone, in via del Carbone 18. Giornalista e scrittore, Valerio Varesi attinge dalla vicenda di Igor il russo per scandagliare gli effetti tragici di un’angoscia che avvolge come nebbia un intero paese. In La paura nell’anima (Frassinelli) il commissario Soneri rimette ordine tra i frammenti convulsi delle notizie scavando nell’uomo; così, “Scavi di frasi e resti di fatti” dipana la matassa delle impressioni immediate seguendo il bandolo che porta a una comprensione profonda. A fare da specchio il workshop delle 16 con Stefano Lamorgese, che individua percorsi inesplorati nella cronaca. Nei dettagli compressi il redattore di Report cerca i punti d’aggancio tra le parole per formare altre catene che esplodono, infine, in storie di legami differenti e non meno reali.
Tutte le attività sono a ingresso gratuito, grazie al sostegno di Crayola che ha donato forniture per l’arte, e a numero chiuso. Per prenotare la propria partecipazione basta inviare un’email a info@gruppodeltasso.it e attendere la conferma di avvenuta registrazione.

Lutto. Il cordoglio del presidente Bonaccini per la scomparsa di Bernardo Bertolucci: “Un emiliano geniale, ha saputo interpretare la sua terra cogliendone l’essenza e ha portato la sua arte nel mondo. Non potremo mai ringraziarlo e onorarlo abbastanza”

Da: Regione Emilia Romagna

L’assessore alla Cultura Massimo Mezzetti: “Seguiva con interesse l’istituzione di un Fondo per l’Audiovisivo regionale, confidando in una nuova generazione di cineasti: continueremo a lavorare con impegno per fare in modo che sia così”

Bologna – “E’ un lutto gravissimo quello che ci colpisce oggi con la scomparsa di Bernardo Bertolucci. Un lutto per la cultura mondiale, per il mondo dell’arte cinematografica, per l’Italia, per quell’Emilia-Romagna che ha saputo dipingere così magistralmente cogliendone l’essenza”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha voluto ricordare il maestro scomparso.

“Molti sapranno dire le parole giuste per ricordare la sua importanza da regista- ha aggiunto Bonaccini-: io voglio sottolineare il suo spessore rinascimentale di intellettuale, di uomo che ha saputo trasfondere nelle sue opere la passione politica e quella sociale, l’amore per l’umanità e per la sua terra di origine. Bernardo Bertolucci era un grande artista e artigiano della nostra regione, ha saputo interpretare la modernità e farsi ammirare in ogni parte del mondo portando con sé una parte della sua geniale emilianità. Non potremo mai ringraziarlo e onorarlo abbastanza”.

“Bernardo Bertolucci non c’è più. Se n’è andato l’ultimo imperatore del nostro cinema, e del ‘900 che ha consacrato l’Emilia-Romagna nel mondo come terra votata alla settima arte”, ha dichiarato Massimo Mezzetti, assessore regionale alla Cultura.
“La continua ricerca di nuovi orizzonti- dice Mezzetti-, non ha mai però spezzato il legame con le origini: un rapporto tormentato e creativo, che ha trovato espressione in alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema, persino in titoli impensabili. Pochi sanno, ad esempio, che proprio “L’ultimo imperatore” è stato girato a Salsomaggiore, nei luoghi che, ancora prima, avevano ospitato i set di ‘Novecento’.
Bertolucci- conclude- aveva iniziato a seguire con interesse l’istituzione di un Fondo per l’Audiovisivo regionale, confidando in una nuova generazione di cineasti che potessero riconsacrare di diritto l’Emilia-Romagna come terra di cinema. Continueremo a lavorare con impegno per fare in modo che sia così”.

Un ulteriore vittoria per il pane fresco – Il commento di Ascom Ferrara

Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

Una vittoria per i panificatori ed in particolare per Ferrara dove il pane fresco è un autentica arte ed eccellenza enogastronomica.
Dal prossimo 19 dicembre il pane confezionato che ha subito un “processo congelamento o surgelazione” o contiene “additivi conservanti” non potrà essere venduto come fresco e in etichetta dovrà essere riportata l’indicazione “Conservato” oppure “A durabilità prolungata”.
Questa è la conseguenza dell’entrata del decreto 131 del 1° ottobre 2018 – “Regolamento recante disciplina della denominazione di «panificio», di «pane fresco» e dell’adozione della dicitura «pane conservato» – vengono specificate le denominazioni a tutela del consumatore.

“Si tratta di una vittoria per chi come noi di Ascom opera quotidianamente per la promozione e la salvaguardia del pane fresco – l’esempio più eclatante la Ciupeta nota in tutto il mondo per la sua bontà unica e frutto di una ricetta secolare – e che premia la professionalità di offrire tutti i giorni ai palati dei ferraresi (e non solo) un prodotto fresco ed inimitabile” commenta con soddisfazione Romano Perdonati presidente dei Panificatori Ascom Ferrara e decano dei maestri dell’arte bianca.
In particolare il pane conservato poi dovrà essere posizionato in scomparti ben distinti da quelli dove si trova il pane fresco.
Quest’ultimo viene definito tale (fresco) quando preparato secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento o surgelazione, privo di additivi conservanti e di altri trattamenti aventi effetto conservante”.

Il punto con Ascom sulla Fatturazione elettronica – A Codigoro, 29 novembre ore 15 sala civica Finessi

Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

Si conclude il tour sulla fatturazione elettronica promosso da Ascom Ferrara: l’ultima tappa è in programma a Codigoro alle ore 15.00 di giovedì prossimo (29/11 nella sala civica “Riode Finessi” in via Matteotti, 55).
“Si è trattato di un iniziativa – organizzata dall’Ente Bilaterale del Terziario (E.Bi.Ter) e da Iscom Ferrara, ente di formazione di Ascom – che ha coinvolto oltre 700 imprese e che ha toccato praticamente tutto il nostro territorio con un totale di sette appuntamenti già svolti a partire da ottobre scorso tra Ferrara (con due date) e poi ancora a Cento, al Lido degli Scacchi, ad Argenta, Copparo e Bondeno: un esperienza che ci ha permesso di avvicinare concretamente le imprese rispetto ad una scadenza quella del 1° gennaio 2019 molto importante e che tra l’altro vede con continui aggiornamenti: Ascom Ferrara – ricorda il direttore Davide Urban – è in grado di offrire soluzioni mirate attraverso un Sistema dedicato Interscambio in grado di risolvere le esigenze dalle più semplici alle più complesse e articolate e che è trasversale a tutti i settori di riferimento merceologico”.