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Giorno: 12 Gennaio 2019

Ascolto, dialogo, comunicazione: i tre volti della relazione

Da: Organizzatori

Viviamo immersi in una costante connessione, ma…riusciamo a comunicare? Siamo certi che i social riescano ad avvicinare le persone e ad accorciare le distanze? Che cosa significa davvero parlare, ma soprattutto “ascoltare”?
Interrogativi irrimandabili perché interessano tutti, nessuno escluso, e che aprono un importante e necessario dibattito sul quale nelle prossime settimane potranno confrontarsi alunni, esperti e educatori.
S’intitola Ascolto, dialogo, comunicazione: i tre volti della relazione il nuovo ciclo di incontri del progetto “Educare Insieme” proposto dall’Istituto Comprensivo G. Perlasca di Ferrara.
Dal 18 gennaio al 10 maggio 2019, dalle 20.45 alle 22.45, l’auditorium della scuola “T. Bonati” in Via Poletti 65 aprirà alla sera per accogliere 5 incontri e un concerto a ingresso libero dedicati al tema della comunicazione.
“Il verbo latino communicare trae origine da communis, cioè ‘comune’ , con il riferimento al ‘mettere in comune’, all’ ‘unire in comunità’ per la coesistenza e la partecipazione reciproca.
Comunicare vuol dire mettere qualcosa in comune, da parte di tutti. Vuol dire donare qualcosa di se stessi agli altri. Il dialogo fa nascere dei legami tra le persone e dà vita al ‘gruppo’, all’interno del quale si realizzano scambi reciproci”, osserva Ilaria Pasti, l’insegnante ideatrice di un progetto accolto con entusiasmo e riconfermato per l’ottavo anno consecutivo dal preside dell’Istituto, Stefano Gargioni.
Quale specificità hanno l’ascolto, il dialogo e la comunicazione nelle diverse relazioni educative, tra genitori e figli, insegnanti e studenti, oppure nella relazione tra pari? Si può imparare l’ascolto? Cosa trasmette il linguaggio non-verbale?
A queste e altre domande cercheranno di rispondere gli ospiti di “Educare Insieme”.
Si parte il 18 gennaio con Francesca Solmi (pedagogista e operatrice Csc) e Alberto Urro (educatore e coordinatore attività Ausl e Promeco) che proporranno l’incontro “Ascoltami! Lo spazio condiviso nella relazione affettiva”.
Il 15 febbraio il professore di musica Carlo Bacilieri proporrà invece il tema “Comunicare attraverso la musica”.
Il primo marzo saranno ospiti i volontari dell’associazione Dharmic Clow , protagonisti della serata “Nella potenza di un sorriso, la dolcezza di un incontro”. Il 22 marzo il professore di musica Antonio Rolfini racconterà “La comunicazione nella musica strumentale: figure di spicco dal 1600 al 1900”. Il 5 aprile la psicoanalista Chiara Baratelli si soffermerà sul tema: “Non si può non comunicare: gli effetti del non detto”.
A chiudere il ciclo Ascolto, dialogo, comunicazione, il 10 maggio, sarà il Concerto di Primavera, giunto alla quarta edizione, con la partecipazione di allievi e docenti dell’Istituto Perlasca.
“Gli incontri musicali, ovvero le serate concerto e di ascolto attivo, sono stati pensati perché la musica consente una comunicazione universale, intergenerazionale e culturale senza filtri; rappresenta quindi un mezzo privilegiato di ‘comunione’ e condivisione – aggiunge l’insegnante Pasti -. Perché la musica unisce. Parla senza parole”.

Ricostruzione. L’assessore Palma Costi: “Altri 65 milioni di euro per il tessuto produttivo e sociale dei centri storici colpiti dal sisma del 2012”

Da: Regione Emilia-Romagna

L’annuncio oggi in Regione durante il Comitato istituzionale presieduto dal Commissario e presidente della Regione Stefano Bonaccini, insieme con i sindaci

Bologna – Stanziati ulteriori 65 milioni di euro per il tessuto produttivo e sociale dei centri storici dei 30 Comuni del cosiddetto “cratere ristretto”, colpiti dal sisma del 2012. Di questi, 30 milioni saranno destinati ad opere pubbliche dei Piani organici per progetti dei Comuni e 35 milioni quale contributo per le micro, piccole e medie imprese che vogliono tornare o iniziare a investire nei centri storici con attività commerciali, industriali e artigianato e per iniziative di Associazioni, fondazioni, enti no profit.

È questo l’annuncio che ha dato questa mattina dall’assessore regionale alle Attività produttive con delega alla Ricostruzione post sisma, Palma Costi, durante la riunione del Comitato istituzionale con i sindaci dei 30 comuni rimasti nel cratere, convocato a Bologna in viale Aldo Moro, alla presenza del presidente della Regione e commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini.

Quella di oggi è stata la prima riunione con i sindaci del cosiddetto “cratere ristretto”. Dal 2 gennaio è, infatti, operativo il cratere dimezzato a 30 Comuni su cui si concentreranno le attività dei prossimi anni. Mentre avanza la ricostruzione privata e pubblica, la Regione decide di accelerare e investire anche in nuove misure collaterali destinate al sostegno dell’economia e della socialità dei centri storici, per rivitalizzare “piazze e portici” nei Comuni dove la delimitazione delle “zone Rosse” ha causato maggiori difficoltà proprio alle piccole attività commerciali e di servizio.

“Le risorse in arrivo- afferma l’assessore Costi- per gli interventi di rivitalizzazione dei centri storici e urbani, 35 milioni di euro, andranno a completare la rigenerazione del tessuto produttivo e sociale delle comunità. Questo si affiancherà al lavoro di completamento dei cantieri avviati nei centri storici, opere, peraltro, fra le quali numerosi luoghi di culto, in molti casi già completate. Ben 30 milioni verranno utilizzati per opere di urbanizzazione che definiremo con i sindaci dei Comuni interessati, coi quali abbiamo condiviso di completare il finanziamento del Piani organici delle opere pubbliche di loro competenza. Questo ci consentirà di ultimare il fondamentale tassello della ricostruzione rappresentato dai centri storici, sul quale, dallo scorso anno, abbiamo accelerato dopo aver terminato la concessione dei contributi relativi agli interventi privati, in via di completamento, ricostruzione privata, cioè abitazioni e in particolare delle imprese, e quella delle scuole. Questo continuando a lavorare insieme alle comunità locali”.

I 30 Comuni dell’area “cratere ristretto”

Gli interventi infatti riguarderanno i Comuni che sono restati rimasti nell’area definita “cratere” (29 sono usciti al fine del 2018): nel bolognese sono Crevalcore, Galliera, Pieve di Cento, San Giovanni in Persiceto; nel ferrarese Bondeno, Cento, Ferrara, Mirabello-Sant’Agostino, Poggio Renatico, Vigarano Mainarda; nel modenese Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Carpi, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, Ravarino, San Felice sul Panaro, San Possidonio, San Prospero, Soliera, nel reggiano Fabbrico, Guastalla, Luzzara, Reggiolo, Rolo.

Quelli che stanno sotto coperta e il sondaggio non lo votano: prova d’appello per i politici ferraresi

Qual è l’Italia che vogliono (in cui sperano, che sognano, che sostengono, in cui credono) i ferraresi?
Il sondaggio che abbiamo proposto è semplicissimo, eppure c’è qualcosa non va. Basta guardare i numeri: il sondaggio sta avendo un grande successo, di critica e di pubblico. In più di duemila l’hanno letto e a centinaia hanno lasciato un commento. Però, alla fine, molti hanno avuto qualche remora a votare. Non se la sono sentita di esprimersi pubblicamente, rendendo visibile il loro nome e cognome. E’ una preoccupazione che capisco solo in parte (mica abbiamo chiesto che partito si voterà alle elezioni), ma che naturalmente rispetto. In futuro, per i prossimi sondaggi, ne terremo conto.

Quello che invece non comprendo, che non accetto, che mi fa anche un po’ arrabbiare, è che, scorrendo la lista dei nomi dei votanti (potete verificare anche voi) non sono riuscito a trovare il nome di nessun politico ferrarese. Nessuno: nessun consigliere comunale, nessun assessore, nessun candidato Sindaco. Insomma, tutti fanno scena muta.
Ma come? Scegli il mestiere della politica, sostieni alcuni valori, ti impegni su programmi e non senti la voglia – il dovere civico – di dire come la pensi, di esprimerti pubblicamente su una questione fondamentale che sta dividendo in due tutta l’Italia?
L’unica speranza è che si siano solo distratti. Una dimenticanza, una svista, qualche contrattempo…
Così, come promemoria per tutti, ho deciso di riportare di seguito nome, cognome e carica degli appartenenti alla classe politica cittadina. Quelli al governo e quelli all’opposizione. Quelli attualmente in carica e quelli che si sfideranno alle prossime elezioni.
Da loro, almeno da loro, aspettiamo di sapere per quale Italia scelgono di impegnarsi ora e in futuro. Non gli rubiamo molto tempo: qualche minuto per leggere il testo del Sondaggio e un minuto per scrivere nome e cognome e dare il proprio voto

Consiglio Comunale in carica

Partito Democratico. Consiglieri del Gruppo:
Tagliani Tiziano (Sindaco)
Calò Girolamo (Presidente del Consiglio Comunale)
Baraldi Ilaria
Bertelli Giulia
Bertolasi Davide
Bianchini Patrizia
Cristofori Tommaso (Presidente)
Facchini Fausto
Fedeli Silvia
Guzzinati Vito
Maresca Dario
Soriani Elisabetta
Talmelli Alessandro
Tosi Ruggero
Turri Pietro
Vignolo Mauro
Vitelletti Bianca Maria
Vitellio Luigi
Sinistra Italiana. Consiglieri del Gruppo:
Fiorentini Leonardo (Presidente)
Forza Italia. Consiglieri del Gruppo:
Anselmi Vittorio (Presidente)
Fornasini Matteo
Peruffo Paola
Zardi Giampaolo
G.O.L. Consiglieri del Gruppo:
Rendine Francesco (Presidente)
Lega Nord. Consiglieri del Gruppo:
Cavicchi Giovanni (Presidente)
Gruppo Misto. Consiglieri del Gruppo:
Marescotti Deanna
Movimento 5 Stelle. Consiglieri del Gruppo:
Balboni Federico
Bazzocchi Alessandro (Presidente)
Fochi Claudio
Mantovani Silvia (Consigliere comunale sino al 13/9/2015)
Marcucci Lorenzo
Morghen Ilaria
Simeone Sergio Mariano (Consigliere comunale sino all’11/10/2017)
Vitali Alessandro (Consigliere comunale sino al 27/5/2015)
Fratelli d’Italia. Consiglieri del Gruppo:
Balboni Alessandro (Presidente)

Giunta Comunale in carica
Tiziano Tagliani (Sindaco)
Massimo Maisto (Vice Sindaco)
Roberta Fusari
Luca Vaccari
Chiara Sapigni
Cristina Corazzari
Roberto Serra
Aldo Modonesi
Simone Merli
Caterina Ferri

Candidati ‘in pectore’ alle prossime elezioni amministrative
Fulvio Bernabei
Roberta Fusari
Piero Giubelli
Francesco Rendine
Vittorio Sgarbi

in copertina illustrazione di Carlo Tassi

Se questa è informazione

I tempi che sta vivendo l’informazione non sono certo facili. Tra fake news e difficoltà nel verificare l’attendibilità delle notizie, i lettori sono sempre più diffidenti e i giornali faticano a conservare la loro buona reputazione. Ma cosa succede se, nel nome di una sempre più abusata libertà di opinione, si trascende nell’insulto?

È il caso della prima pagina di ‘Libero’ di ieri (11 gennaio), il quale, senza mezzi termini, afferma che il governo è nelle mani dei “terroni”.

Non è nuovo questo quotidiano (direttore editoriale Vittorio Feltri) a titoli provocatori, che gli hanno causato anche qualche denuncia. Ma tralasciando gli aspetti giudiziari, quello che interessa è il messaggio veicolato e la sua forma espressiva. Un quotidiano non satirico può permettersi titoli del genere? E a che pro? Per diventare virale? Per far parlare di sé? È espressione di una reale convinzione o semplicemente il disperato tentativo di attrarre l’attenzione? Leggendo l’articolo sembra ci sia ben poco di ironico. La piaga sarebbe costituita dagli incarichi di governo affidati a meridionali che starebbero sabotando l’operato di Salvini, costringendo perciò il Ministro degli Interni a “calare le brache”. Il messaggio è chiaro: nord e sud sono entità diverse e inconciliabili. E se costrette a lavorare insieme ciascuna tenterà di prevaricare l’altra. Questione vecchia quanto l’Italia. E al diavolo i sogni di una nazione unita e quant’altro. L’Italia era e resta quella espressa nella caricaturale dicotomia che oppone terroni e polentoni.

Ma che ne è della serietà (quindi della credibilità) dell’informazione quando i giornali assecondano gli istinti più bassi e si rivolgono alla pancia dei loro lettori, spesso con un linguaggio zeppo di invettive, giusto per attrarre l’attenzione? È un problema non da poco, perché sulle valutazioni deontologiche prevalgono le logiche del commercio: si dà al pubblico quello che il pubblico cerca. E, in fin dei conti, l’obiettivo sembra essere stato raggiunto: Di Maio si è indignato, molto altri quotidiani hanno commentato la prima pagina di Libero, le persone hanno condiviso la notizia, c’è chi si è scandalizzato e chi invece ha apprezzato. E il circo mediatico ha fatto il suo giro di giostra. Le reazioni sono differenti, ma un paio di cose sono certe: primo, l’Italia non è mai stato un Paese unito e forse mai lo sarà; secondo, in Italia, pur di vendere, si farebbe di tutto: “pecunia non olet”. E al diavolo “i moralisti”.