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Giorno: 28 Gennaio 2019

Gol: Diego Marani E Lino Banfi

Da: Roberto Guerra, futurista, Direttivo GOL

Lo scorso 25 1, sulla stampa local, un elzeviro rivelatore del conformismo culturale che caratterizza certa Intellighenzia che caratterizza Ferrara supposta città d’arte. Sempre in nome del politicamente corretto, della guerra ideologica scatenata dalla fu sinistra in dissoluzione anche a Ferrara contro il Sovranismo vincente, nelle solite lezioni di chi vive per la dialettica solo come verità dogmatica e nei fatti antidemocratica (la cultura solo a sinistra, la destra sempre e solo un pericolo per la Costituzione, ignorante e razzista) ora nel tritacarne specifico di Diego Marani il bersaglio è Lino Banfi.

Diego Marani (scrive sulla “Vecchia” Ferrara), si sa, noto scrittore di fine novecento e di fama, sopravvalutata ma altra questione…, da sempre è un indefesso Europeista, qualunque divenire storico dimostri il fallimento di questa Unione Europea, come le cronache evidenziano impietosamente: passi che anche la sua fama di scrittore dipende certamente da certo suo storico sponsor proprio europeo, da anni ci lavora anche a Bruxelles, ma che Lino Banfi ora, come scrive, sia un sintomo del degrado e dell’odio della cultura dell’attuale governo giallo-verde, la dice lunga sul livello ai minimi termini dell’intelligenza cognitiva che sta inghiottendo come un Moloch le sinapsi e i neuroni della solita veterointellighenzia radical chic.

Lo Psicoreato di Lino Banfi, onesto bravo professionista nel suo campo, il cinema neopopolare italiano ma anche attore televisivo di buona produzione commerciale, è lesa maestà a entità evidentemente Sacre come l’Unesco: l’hanno fatto – il Nuovo Governo- Lino Banfi più o meno portavoce, ambasciatore Unesco! Marani è soggetto che crede nella sacra inviolabilità appunto di entità quali l’Unesco, oltre che l’Unione Europea e magari anche l’Onu, entità che nei fatti, al di là, delle loro grandi astrazioni e potenzialità da decenni e decenni, esprimono proprio le stesse ambiguità e contraddizioni: carrozzoni sintomo proprio del fallimento del modello globale e multietnico dominante in Occidente con i risultati sotto gli occhi di tutti di un Occidente, questo si.., in crisi strutturale e inoltre sempre più contestato – questo Occidente- dai popoli europei, dal sovranismo vincente oggi in Italia.

Marani scrive che Lino BANFI nell’Unesco è esempio di pura ignoranza e distruzione della cultura (deve essere una fissazione a Ferrara, più o meno, un giornalista ha scritto cose analoghe recentemente contro Sgarbi reo – bloccando via Ministro! il progetto di riqualificazione del Palazzo dei Diamanti- di distruggere il Modello Ferrara se non la Nazione intera!).

Marani offende Lino Banfi attaccandolo come Attore per i suoi film con Edwige Fenech (peccato che un certo Tarantino tempo fa – Biennale del Cinema Venezia – abbia candidamente dichiarato- a domanda precisa sul cinema italiano- che quei film sono i suoi preferiti… non certo Olmi o Taviani…), proclamandosi quindi esperto cinefilo, naturalmente ostile al cinema popolare, vera arroganza intellettuale: per coerenza probabilmente anche Fantozzi con la sua famosa “la Corazzata Potemkin è una boiata pazzesca” è roba solo da ignoranti e villani del popolo (Che direbbe lo stesso Gramsci, o anche Umberto Eco che scrisse saggi anche sui Puffi cartoni animati?). Marani poi elabora il suo scandalo.. con una analisi storica più originale di un porno film: tale degrado della Cultura ha origine con il berlusconismo (colpa sua… Marani ha scritto cose del genere, anche il bullismo e magari i femminicidi), insomma le tette non solo della Fenech ma anche di Drive In e la televisione commerciale.

Francamente neppure più Micromega, per non parlare di Repubblica, insistono ancora sul Berlusconismo (dopo un ventennio si sono stufati anche loro,, su Micromega scrive persino la pornostar Valenina Nappi…).

La meritocrazia, infine, secondo Marani, assente in Lino Banfi necessaria tecnicamente per chi lavora all’Unesco?: il ruolo attribuito a Lino Banfi è di semplice, come per altri … dell’Unesco, presenza simbolo o magari nel suo campo attinente.

Già, l’Unesco non si occupa solo delle Piramidi dei Faraoni ma anche di chi le ha costruite, gli schiavi, il popolo : anche Ferrara, città patrimonio dell’Unesco, non ha solo il Palazzo dei Diamanti, ma – ci risulta – anche cittadini a cui magari piacciono i film di Lino Banfi. Intervento quindi assurdo di Marani: forse avrebbe preferito il vescovo Perego come portavoce – ambasciatore all’Unesco. Certamente non ha mai apprezzato (tutti i gusti sono gusti, o no??, le tette di Edwige Fenech!

Celi E Dils al Cpia di Ferrara certificazioni di lingua italiana per stranieri e per docenti italiani

Da: Referente Comunicazione Cpia Ferrara

Sono in scadenza all’ 1 febbraio i termini di iscrizione per sostenere gli esami CELI e DILS presso il Cpia di Ferrara, in Via C.Ravera 11. La prima sessione di esame si svolgerà il 22 febbraio per il DILS e il 2 marzo per il CELI.
Inizio modulo
I Certificati di conoscenza della lingua italiana  (CELI) si rivolgono ad adulti scolarizzati, attestano competenze e capacità d’uso della lingua e sono spendibili in ambito di lavoro e studio.
La DILS-PG è una certificazione rivolta ai docenti, specifica per l’accertamento delle conoscenze e competenze glottodidattiche essenziali per svolgere in maniera efficace l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. È un titolo che viene valutato nei concorsi, nelle selezioni e nei colloqui di lavoro sia in Italia che all’estero.
Sono questi gli strumenti che la scuola statale CPIA mette a disposizione per chi voglia perfezionare le proprie competenze in italiano, che sia per apprenderlo o per insegnarlo. La scuola CPIA è infatti sede di esame ufficiale nelle sessioni predisposte dall’università per stranieri di Perugia e mette a disposizione i propri insegnanti per conseguire le certificazioni.
I CELI sono distinti a loro volta secondo tipologie d’utenza, in CELI immigrati e CELI adolescenti. Tali tipologie di esami hanno in comune il riferimento ai livelli del QCER, (Quadro Comune europeo) che definisce gli standard di conoscenza delle lingue europee in tre traguardi: lingua base della sopravvivenza (A2), lingua dell’autonomia (B2) e lingua dell’integrazione o padronanza linguistica (C2) a loro volta suddivisi in due livelli.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) riconosce il CELI 3 come certificato valido per attestare la conoscenza della lingua italiana necessaria per iscriversi all’Università in Italia, nel contingente che ciascuna Università destina agli studenti stranieri.
Il CELI 4 e il CELI 5 vengono riconosciuti validi per attestare la conoscenza della lingua italiana a parità di condizioni con gli studenti italiani. Ogni Facoltà può ovviamente richiedere specifici test di ingresso.
Il Ministero del Lavoro riconosce i Certificati CELI in contesti di immigrazione e ne favorisce la diffusione attraverso la promozione di interventi mirati all’apprendimento della conoscenza dell’italiano da parte di cittadini extracomunitari adulti e minori regolarmente presenti in Italia.

La certificazione DILS-PG è articolata in due livelli. Ogni livello viene somministrato una volta all’anno nelle sedi d’esame convenzionate in Italia e nei principali Paesi del mondo; da quest’anno anche presso il CPIA di Ferrara .
I due livelli rimandano a profili della griglia EPG ( European Profiling Grid), dove vengono descritte in maniera dettagliata le competenze fondamentali che deve avere un docente di lingua straniera, poiché insegnare l’italiano agli stranieri è assai diverso che insegnarlo ai madrelingua.
La DILS-PG – I livello è rivolta sia a docenti di madrelingua non italiana che di madrelingua italiana. Il profilo a cui si rivolge è quello di insegnanti di italiano a stranieri che abbiano intrapreso da poco la professione o che abbiano un’esperienza circoscritta per lo più ai livelli A1-B1 del QCER, maturata sia all’estero che in Italia presso enti, istituzioni, associazioni che operano anche in contesto migratorio.
La DILS-PG di II livello è rivolta a docenti di italiano, a stranieri madrelingua e non madrelingua con una formazione specifica nel settore e/o un’esperienza ampia e consolidata a tutti i livelli del QCER.
Da febbraio 2016 la DILS-PG di II livello è stata riconosciuta tra i titoli valutabili per l’affidamento di compiti connessi all’insegnamento dell’italiano lingua seconda ed è stata inserita tra i titoli valutabili nei concorsi per la scuola pubblica.
Le date di esame presso la sede Cpia sono le seguenti:
22/02 DILS-PG 2°Livello (iscrizioni entro il 01/02)
02/03 CELI (iscrizioni entro il 01/02)
13/05 CELI immigrati (iscrizioni entro il 12/04)
25/05 CELI adolescenti (iscrizioni entro il 26/04)
24/06 CELI (iscrizioni entro il 24/05)
Per Info: www.cpia-ferrara.gov.it, tel.0532/978275

Maisto all’Alda Costa per monumenti aperti. La consegna degli attestati

Da: Istituto Comprensivo 2

Si è conclusa lunedì 28 gennaio all’Alda Costa l’esperienza Monumenti Aperti 2018 con la consegna degli attestati da parte del viesindaco Massimo Maisto a tutti gli studenti della scuola che vi hanno partecipato in ottobre. Nell’atrio della scuola, allestita a festa per l’occasione, erano presenti ad accoglierlo le classi 3 A, 4 A, 4 B, 4 B con gli insegnanti Milva Boarini, Paola Chiorboli, Gloria Fabbri, Rossella Fantoni, Nicoletta Forlani, Marianna Peluso, Roberta Raiteri, Paola Roveroni, numerosi genitori, la dirigente scolastica dell’Istituto Stefania Musacci e Marco Sgarbi in rappresentanza delle associazioni coinvolte nella promozione ed organizzazione Imago Mundi, Ferrara Off, Ferrara Arte. Gli alunni della hanno ricordato il percorso di preparazione e di studio dei monumenti a loro assegnati (la scuola ex Umberto I ora Alda Costa e il Palazzo Savonuzzi), con i registri scolastici degli anni trenta conservati nell’archivio ed esprimendolo anche attraverso il canto di brani della cultura ebraica. Per concludere la Dirigente Scolastica e il Vicesindaco hanno richiamato il valore della Memoria e l’importanza della salvaguardia dei Beni Comuni, da intendere come necessità formative per bambine e bambini orientati a scelte consapevoli per il proprio futuro.

Essere bravi non basta! In viaggio tra la scuola e il lavoro

Da: Camera di Commercio di Ferrara Ufficio Stampa

Orientare le scelte formative e professionali dei giovani, accrescere la produttività delle imprese, favorire l’occupabilità dei lavoratori, incentivare la nascita di nuovi imprenditori adeguatamente formati e ridurre il mismatching tra domanda e offerta di lavoro, sviluppando proficue sinergie con gli altri attori istituzionali che operano a livello locale nell’ambito delle politiche attive del lavoro ed apportando il contributo delle proprie competenze ed esperienze nonché il rapporto diretto con le imprese sul territorio. Queste le azioni messe in campo dalla Camera di commercio, che saranno riprese dal convegno “Essere bravi non basta! In viaggio tra la scuola e il lavoro”, un incontro ravvicinato con gli studenti ferraresi del triennio delle scuole medie superiori, con i loro professori e con le loro famiglie ed in programma mercoledì 30 gennaio, dalle 9.00 alle 12.00, presso la sala Conferenze della Camera di commercio.

L’iniziativa, che rientra tra le nuove funzioni in materia di orientamento scolastico e di alternanza scuola-lavoro affidate dalla legge di riforma anche alle Camere di commercio, offrirà numerosi spunti di riflessione per una strategia di ampio respiro che aiuti i giovani a vivere i processi di cambiamento prevenendo le distorsioni, cogliendo le opportunità e puntando sulle proprie competenze. Si parlerà, in particolare, della trasformazione del mondo del lavoro, di come essa si sta realizzando e quali saranno le conseguenze a stretto giro sulle professioni e sulle persone, soprattutto sul territorio ferrarese.

“Il tema dell’orientamento e dell’alternanza – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente dell’Ente di Largo Castello – è caro da tempo alla Camera di commercio, che da oltre 10 anni è impegnata a favorire un dialogo proficuo tra mondo della scuola e sistema produttivo, colmando così alcune lacune del nostro mercato del lavoro. Il convegno – ha concluso il presidente della Camera di commercio – contribuirà anche a far conoscere ai giovani il settore del lavoro autonomo ed imprenditoriale valorizzando, al contempo, adeguatamente le opportunità occupazionali connesse alle varie forme di autoimpiego e autoimprenditorialità”.

Anche per questo, a breve, la Camera di commercio sottoscriverà con Anpal servizi ed Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna (Ufficio VI Ambito territoriale di Ferrara), un apposito protocollo d’intesa ai fine di rafforzare ulteriormente il sistema di relazioni tra le scuole ed il mondo delle imprese, anche attraverso il coinvolgimento delle Organizzazioni imprenditoriali.

Dopo l’intervento introduttivo di Mauro Giannattasio, Segretario generale della Camera di commercio, Pietro Aimetti, partner del Gruppo Class, ed Andrea Granelli, presidente di Kanso, spiegheranno agli oltre 130 ragazzi già accreditati come sta cambiando il mercato del lavoro e le tante opportunità offerte dall’utilizzo delle nuove tecnologie.

La partecipazione al convegno è gratuita. Per ulteriori informazioni: Ufficio Cultura e relazioni d’impresa e-mail: statistica@fe.camcom.it, telefono: 0532.783936-935.

Lo spettacolo più breve del mondo al Teatro Comunale De Micheli

Da: Comune di Copparo Servizio Comunicazione

Carlo & Giorgio a grande richiesta a Copparo con Temporary Show

Il duo comico veneto presenta “lo spettacolo più breve del mondo” al De Micheli

Copparo. Dopo il grande successo di pubblico dello scorso anno con “I migliori danni della nostra vita”, a grande richiesta il duo comico veneto Carlo & Giorgio torna al teatro comunale De Micheli di Copparo venerdì 1 febbraio (ore 21) per presentare il loro ultimo spettacolo, Temporary Show, che verrà portato tour in varie città d’Italia tra cui Milano.

Con Temporary Show (Lo spettacolo più breve del mondo), Carlo & Giorgio approfondiscono il loro impegno artistico e la loro capacità di osservare gli umori del quotidiano, in una chiave sempre più proiettata sugli aspetti, talora grotteschi, della vita di tutti noi.

I due autori e attori veneziani sono, oggi più che mai, una delle realtà più significative del teatro veneto, e si stanno affermando sui palcoscenici italiani.

Campione di incassi nel Nordest, Temporary Show ha riscosso ampio successo in teatri prestigiosi tra Bologna, Ferrara, Venezia (Teatro Goldoni – 5 repliche), Vicenza, Verona, Padova, Treviso, Friuli-Venezia Giulia. Il 23 gennaio sarà al Teatro Nuovo di Milano e poi in altre città italiane.

Lo spettacolo di Carlo D’Alpaos, Giorgio Pustetto e Cristina Pustetto, per la regia di Paul Kargγokris, si muove tra vizi e virtù, situazioni esemplari del quotidiano in cui ognuno di noi si può riconoscere; una sliding door esistenziale che cambia di continuo lasciando aperta ogni interpretazione ai fatti della vita. Temporary Show è un’esplosione di divertimento che sintetizza il tipo di scrittura teatrale di Carlo & Giorgio, fondata su un linguaggio comico che diverte senza mai essere volgare.

Attraverso un costante lavoro di ricerca e perfezionamento, hanno costruito un target di comicità elevata. Sono conosciuti per il perfetto equilibrio tra immediatezza ed efficacia del dialogo comico e tempi scenici, per la loro capacità di occupare lo spazio facendo sentire il pubblico parte integrante dello show.

L’animale femmina di Emanuela Canepa alla libreria Altrove

Rosita è una donna che impara a fare la differenza. Studentessa del sud trasferita a Padova, è abituata a non chiedere, a mortificarsi più che a esaltarsi, a vivere un amore latitante, di “microscopici spazi”, un amore di ristrettezza che riflette il minimalismo del suo stile di vita più subìto che agito.
L’animale femmina di Emanuela Canepa è un romanzo in cui i sentimenti di Rosita sono in trasformazione quanto lei: l’unico momento di gioia è dopo avere superato l’esame all’università, è l’inizio di una ritrovata autostima, quando capisce che ce la può fare. Verso gli uomini passa da una forma di sottomissione all’autonomia, ma questo solo dopo avere provato pena per quegli uomini, è un cambiamento di prospettiva e di considerazione di sé.
L’incontro con Ludovico Lepore è la casualità che apre a una svolta, a ventidue anni è arrivato finalmente il tempo dell’improvvisazione, del coraggio, della spinta anche di fronte alla possibilità del vuoto.
Ludovico è anziano, cinico, spietato, sprezzante verso le donne, quasi sadico nel metterle alla prova per poi dare l’impressione di salvarle. Ma i ruoli vengono sovvertiti, è iniziata la mutazione di Rosita: l’animale femmina impara a ruggire, si libera della propria miseria e disvela quella altrui.
È lei il punto di incontro e di fusione fra Ludovico e l’amore, fra la vita e la morte, la sconfitta e la conquista, la negazione, durata decenni, di un sentimento e la sua manifestazione in pochi attimi.
L’animale femmina è una storia di formazione, Rosita impara un lavoro, conosce ciò che sta nascosto dentro se stessa, arriva addirittura a provare gioia quando la sua vita comincia a girare per il verso giusto e Ludovico non fa più paura. La consapevolezza di Rosita viaggia parallela al ridimensionamento di quell’uomo che ha vissuto la maggior parte dell’esistenza senza amore, accettando e poi soffocando quello che era stato in gioventù.
Ma la prova concreta che l’amore nella vita di Ludovico è esistito, è un efebo, una statuina che diventa la sua ossessione, come le cose sfuggite e non possedute. L’efebo deve tornare nelle sue mani, perché quella è stata la sua voluttà, il suo desiderio, il suo unico amore. L’efebo sarà lo strumento di collegamento tra tutti i protagonisti e il mezzo di riscatto per Rosita: è lei che alla fine vince su tutti, sugli uomini, sulla vecchia Rosita che non c’è più perché è diventata donna.

Sabato 2 febbraio alle 18, Emanuela Canepa sarà ospite della libreria Altrove di via Aldighieri 29.

Ricordo vittime bombardamento campanile

Da: Ufficio Comunicazione Comune di Copparo

L’Amministrazione Comunale e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma, in occasione del 74° Anniversario del bombardamento del campanile di Copparo, avvenuto il 30 gennaio 1945, invitano alla commemorazione in ricordo delle 93 Vittime Innocenti.
La cerimonia si svolgerà mercoledì 30 gennaio 2019 con questo programma: alle ore 10.00 la formazione del corteo presso l’atrio comunale, alle ore 10.30 la Messa per i Caduti alla Chiesa S.S. Pietro e Paolo, officiante don Daniele Panzeri, con esecuzione brani dal repertorio sacro di Spoladore, Salerno, Bonfitto e Mameli, con Stefania Sommacampagna, soprano, Gianmaria Raminelli, organo, Romano Tacchini, tromba.
La commemorazione si chiuderà alle ore 11.30 con la deposizione della Corona d’alloro al Sacrario accompagnata dalla solenne esecuzione del Silenzio fuori ordinanza.

Confcommercio a sostegno del commercio di vicinato e del nuovo regolamento Dehors a Cento

Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

“Lavorare per promuovere il tessuto cittadino dei centri storici locali significa promuovere e valorizzare il commercio di vicinato anima del sistema economico e sociale del nostro territorio – spiega Marco Amelio presidente Ascom Cento e prosegue – in questo senso consideriamo con attenzione le scelte fatte recentemente dall’amministrazione comunale di Cento a sostegno delle piccole attività del Terziario. Confcommercio lavora, da sempre ed a tutti i livelli – dal nazionale al locale – nello sforzo decisivo per salvaguardare e promuovere il commercio di vicinato evitando nuove forme di insediamento della grande distribuzione organizzata, specie in un territorio come il nostro, già sovraccaricato dalla Gdo”.
“Abbiamo anche operato per favorire l’aggiornamento del nuovo regolamento delle distese (dehors) dei pubblici esercizi -sollecitazione anche questa accolta dal Comune – ed in questo modo abbiamo inteso intercettare nuove esigenze dell’economia reale.
Abbiamo quindi lavorato in filiera con i diversi soggetti interessati: l’ente pubblico che ha fatto scelte conseguenti di promozione e difesa del commercio e delle attività di vicinato; noi come Ascom Confcommercio impegnati a fare sintesi e portavoce delle esigenze di tutta la città e del territorio; gli operatori partecipi, a loro volta, nello svolgere con passione e competenza il loro lavoro. Questi sono elementi di un modello che deve continuare a funzionare in questa direzione per ridare valore al nostra centro storico soprattutto in funzione ora dei nuovi contributi regionali che vanno a sostegno delle attività di vicinato nel cuore delle nostre città” conclude Amelio.

Premiazione Ferrara film corto 2019

Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Commission

È “COME LA PRIMA VOLTA” DI EMANUELA MASCHERINI
IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
DI FERRARA FILM CORTO 2019
Il cortometraggio “Come la prima volta” di Emanuela Mascherini è il vincitore della
seconda edizione di Ferrara Film Corto.
Lo ha stabilito una Giuria presieduta dal critico e storico del cinema Paolo Micalizzi e
composta, inoltre, dal direttore della fotografia e regista Cesare Bastelli, dall’attrice Gaia
Benassi, dalla produttrice e regista Silvia Giulietti e dal costumista Andrea Sorrentino,
dopo aver visionato le 42 opere ammesse in concorso.
Il premio (500€ e Targa) è stato assegnato a “Come la prima volta” di Emanuela
Mascherini “per lo sguardo partecipato ed empatico, ma senza retorica, ad una storia dei
nostri giorni raccontata con sicurezza e delicatezza. L’amore che lega i due anziani
coniugi protagonisti vince sulla malattia e ci offre una riflessione sul valore della dignità del
dolore e dei sentimenti. Un’opera di una grande sensibilità e forza che non cade mai in
eccesso”.
A “Goodbye Marilyn” di Maria di Razza è stato invece attribuito il premio per la miglior
sceneggiatura (300€ e Targa), mentre a “83rd Street” di Tancredi Di Paola è stata
assegnata la targa Adcom Bologna per la miglior fotografia.
Premio per il miglior videoclip (200€ e Targa) a “The Drop” di Eugenio Squarcia perché
“questo brevissimo videoclip dimostra come anche ‘su commissione’ (è un video per
promuovere un corso di laurea magistrale) si possa realizzare, anche con l’aiuto di effetti
grafici speciali, un prodotto farmaceutico e immaginifico che coniuga il passato al presente
e anche al futuro. Un messaggio di coesione tra passato e futuro riuscito con fotografia,
scene e costumi molto belli e ricercati”.
Sono stati inoltre attribuiti il premio al miglior attore/attrice al gruppo di attrici (Francesca
Fava, Lucia Batassa, Paola Rinaldi, Antonella Voce e Marta Bulgherini) del cortometraggio
“Il sexy shop delle ragazze” di Guglielmo Poggi e la Targa Comune di Ferrara per il miglior
documentario a “Cent’anni di corsa” di Domenico G.S. Parrino.
Altri premi assegnati: Targa Fedic, per un’opera di un autore Fedic, al cortometraggio
“Ultimo minuto” di Giuseppe Leto (Cineclub Piemonte), attribuita da una Giuria presieduta
da Federico Felloni, e Targa Apollo Cinepark, per il miglior corto ferrarese, attribuito da
una Giuria presieduta da Eric Protti a “Un’altra via” di Davide Arosio e Massimo Alì
Mohammad.

Le vie dei migranti: facciamo chiarezza sui numeri

I percorsi delle persone che abbandonano i loro luoghi di origine e migrano verso l’Italia, per scelta, per calcolo o per necessità, seguono molte traiettorie differenti: vengono un pò da tutto il mondo e con mezzi diversi malgrado l’attenzione del pubblico, indirizzata dai media, vada subito alle navi e ai barconi che caratterizzano il flusso mediterraneo (quest’ultimo ha interessato 648.000 persone, in stragrande maggioranza provenienti da Paesi africani, negli ultimi 5 anni, di cui 23.370 nel 2018, secondo Unhcr).

A fronte di questo, l’Istat segnala che la composizione della popolazione straniera residente regolare è molto diversificata per zone di provenienza, anche se è chiaramente identificabile il contributo migratorio più consistente: dalla Romania sono arrivate e risiedono ad oggi 1.190.000 persone, 440.000 dall’Albania, 416.000 dal Marocco, 290.000 dalla Cina, 237.000 dall’Ucraina, 168.000 dalle Filippine e così via, fino ad arrivare a gruppi composti da poche migliaia di persone. Ovviamente la stragrande maggioranza ha trovato una propria collocazione sociale ed economica, lavora ed è regolarmente inserita nei circuiti amministrativi.
Non sempre tuttavia i percorsi migratori portano ad un esito così positivo: c’è chi fallisce, chi se ne ritorna in patria o migra verso altre destinazioni, chi non trova risposta alle sue domande e scaduto il tempo concesso dalla legge si ritrova straniero e senza risorse; molti sono e restano irregolari fuori da ogni controllo (un numero che potrebbe essere stimato in 600.000 persone) altri ancora – soprattutto tra gli irregolari – stazionano nel buco nero del crimine e terminano il loro percorso nelle patrie galere.

Secondo i dati ufficiali del Ministero della Giustizia, al 31 dicembre 2018, la popolazione carceraria in Italia era di 59.655 persona tra le quali 2.576 femmine (di cui 962 straniere) pari al 4,3% (vale a dire che per ogni femmina presente in carcere ci sono 23 maschi). In tale popolazione le persone straniere sono 20.255 pari al 34% dell’intera popolazione carceraria ovvero, in carcere, 1 persona su 3 è straniera.
La popolazione straniera carcerata proviene da 139 paesi (su 196 stati sovrani riconosciuti a livello mondiale); i cinque gruppi maggiormente rappresentati sono Marocco (18,35% del totale di detenuti stranieri), Albania (12,7%), Romania 12,7%), Tunisia 10,3%), Nigeria (7,1%),

La popolazione che vive in Italia è di circa 60,5 milioni e di questi circa 5,1 milioni sono stranieri (8,5% della popolazione) vale a dire che in italia 1 persona su 12 è straniera. Il confronto tra popolazione residente e popolazione carceraria mette dunque in risalto una differenza enorme tra “italiani” e “stranieri” che bisogna in qualche modo spiegare. Ci si aspetterebbe infatti un incidenza di carcerati stranieri (sul totale dei carcerati) pari a quella esistente tra la popolazione straniera residente (rispetto al totale dei residenti), mentre il dato risulta essere oltre 4 volte superiore.
Al di là dei reati e dal danno direttamente ed indirettamente causato dal crimine, tutto questo ha un costo che grava sul contribuente: secondo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria il costo medio giornaliero per detenuto (anno 2018) è stimabile in circa 137 euro al giorno ovvero circa 50.000 euro/anno. Il costo complessivo della popolazione carceraria è dunque di 2,98 miliardi/anno; di questi oltre 1 miliardo di euro/anno è il costo imputabile alla popolazione carceraria straniera.
A fronte di questi dati – e ferma restando l’assoluta necessità che il carcere sia luogo di recupero e re-integrazione sociale – non vi è dubbio che un serio problema esista e non possa essere in alcun modo negato.

Anche qui però la violenta contrapposizione politica che si è venuta a creare nel Belpaese fornisce spiegazioni opposte e ferocemente avverse.
Se si seguono le argomentazioni di quanti (cittadini e media pro-migranti) sostengono la migrazione indiscriminata, la causa risiede essenzialmente in due fattori: il primo riguarda la (non) qualità delle leggi che metterebbero i migranti nella condizione di delinquere e il secondo sarebbe connesso alle difficoltà dei medesimi ad accedere alle misure alternative al carcere.
Se si seguono invece le argomentazioni di quelli che sostengono la necessità di un ferreo controllo delle migrazioni, le cause vanno ricercate in fattori differenti: la mancata selezione di chi entra in Italia e la maggiore propensione dei migranti a delinquere.

Si tratta di due interpretazioni che sono riconducibili alle contrapposte narrazioni di sinistra e di destra: entrambe comprendono elementi di verità ed entrambe tacciono su ciò che, ottusamente, non vogliono vedere.
Al di la di queste narrazioni restano i numeri sulle carceri (e i costi) ad attestare una situazione critica che si mostra come una delle tante problematiche connesse alle migrazioni scatenate dall’esplosione demografica dei paesi più poveri, dai cambiamenti climatici, dai calcoli geopolitici e dall’economia predatoria globale. A lume di buon senso appare ovvia la necessità di superare questa contrapposizione, riconoscere la portata del problema e ragionare su cosa fare, senza farsi intrappolare da quella irriducibile faziosità politica che sta generando un odio sociale crescente e rende impossibile ogni confronto. Un passo – quello di mettere insieme gli elementi validi di ognuna delle due opposte prospettive – che oggi appare tanto necessario quanto difficile.

Fonti

ISTAT. https://www.istat.it/it/archivio/153369
Ristretti orizzonti – http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/carceri-ogni-detenuto-costa-137-euro-al-giorno
Antigone. Per i diritti e le garanzia nel sistema penale – http://www.antigone.it/index.php
Ministero della Giustizia – https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_14.page?facetNode_1=0_2&facetNode_2=3_1_6&facetNode_3=0_2_10&facetNode_4=0_2_10_3&facetNodeToRemove=1_5_33
UNHCR – https://data2.unhcr.org/en/situations/mediterranean/location/5205

biblioteca-ariostea

Grande Evento Di Criminologia A Ferrara

Da: Organizzatori

Nella “Terra del niente”: quando la scomparsa nasconde il reato
Martedì 29 gennaio 2019, dalle ore 17.00 alle 19.00, presso la Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea (via delle Scienze 17, Ferrara), avrà luogo un convegno dal titolo «Nella “Terra del niente”: quando la scomparsa nasconde il reato».
Dal privilegiato osservatorio di alcuni professionisti – esperti in discipline forensi, così come in giornalismo d’inchiesta – e, attraverso il racconto di storie toccanti (in ambito sia locale come quelle di Pier Luigi Tartari, Pier Paolo Minguzzi o Marco Coletta, sia nazionale come quelle di Cristina Golinucci, Sarah Scazzi, Roberta Ragusa o Guerrina Piscaglia), si cercherà di svelare le molteplici sfaccettature di un mondo ignoto ai più: quello della scomparsa di persone care, sfociata in processi per omicidio e distruzione, soppressione o occultamento di cadavere.
Verranno illustrati aspetti pratici, legali, oltre a ricordi personali, testimonianze di sofferenze, illusioni, speranze, con uno spirito critico rispetto a una legislazione ancora carente e una burocrazia spesso avvilente, ma anche con trasporto e sensibilità. Senza mai perdere di vista il lato umano delle vicende, filtrato attraverso una lente di ingrandimento – l’esperienza diretta vuoi dell’uomo di legge, vuoi del cronista, vuoi del famigliare – che spesso costituisce lo strumento migliore di conoscenza.

L’evento sarà moderato dall’avv. Alessandra Palma, presidente della Camera Penale Ferrarese.

Interventi di:

Avv. Pasquale Longobucco, responsabile della Scuola territoriale della Camera Penale Ferrarese.

Nicola Bianchi, giornalista professionista “QN- il Resto del Carlino”.

Avv. Nicodemo Gentile di “Penelope Italia” (associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse).

Con la partecipazione speciale di Marisa Golinucci, presidente dell’Associazione “Penelope” Emilia Romagna.

L’evento, libero e gratuito, è aperto all’intera cittadinanza. Sarà richiesto l’accreditamento all’Ordine degli Avvocati di Ferrara.

Con il patrocinio di: Camera Penale Ferrarese “Avv. Franco Romani”; Associazione “Penelope” Emilia Romagna; casa editrice “Faust Edizioni” di Fausto Bassini.

I colori della conoscenza: oggi Vygotskij, domani l’educazione linguistica democratica

Da: Istituto Gramsci Ferrara

Eccolo le prossime Iniziative del ciclo I colori della conoscenza, a cura degli istituti Gramsci e Isco Ferrara

1. GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2019 ORE 17 BIBLIOTECA ARIOSTEA

Lev S. Vygotskij: le vie dell’uomo verso la libertà e l’individualità

Conferenza di Giovanni Fioravanti

Introduce Nicola Alessandrini

Nel 1978, sulla New York Review of Books, il filosofo Stephen Toulmin consacrò Lev Vygotskij come «il Mozart della psicologia», un genio pari al grande musicista, un innovatore le cui idee avrebbero potuto produrre chissà quali risultati in psicologia se non fosse morto prematuramente, a soli 37 anni. Di Vygotskij si è detto “una voce che emerge dal futuro”. Gli dobbiamo molto e portiamo gravi responsabilità nei confronti del suo pensiero. Il titolo dell’incontro prende a prestito il giudizio che Bruner dà dell’opera dello psicologo e pedagogista russo: una descrizione delle vie dell’uomo verso la libertà e l’individualità. Nelle radici storico-culturali del pensiero di Vygotskij sta la valorizzazione, l’importanza della base culturale di ciascuno di noi, fondata sulle relazioni e sulle connessioni inter-individuali dalla famiglia, alla scuola, alla società. La trasfo rmazione dell’apprendimento, questo è il contributo riconosciuto mondialmente di Vygotskij, l’evoluzione del concetto di apprendimento e delle pratiche scolastiche sotto l’influenza della teoria storico-culturale.

SCHEDA
Lev S. Vygotskij: Le vie dell’uomo verso la libertà e l’individualità

La conferenza di Giovanni Fioravanti nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea di Ferrara
giovedì 31 gennaio alle ore 17,30

Diventiamo noi stessi attraverso gli altri. La cultura è il prodotto della vita sociale e dell’attività collettiva dell’uomo. Secondo la concezione storico-culturale di Lev Semënovič Vygotskij, maturazione del cervello, interazione con l’ambiente e sviluppo delle funzioni superiori della psiche sono strettamente connesse.
Questa “la voce che emerge dal futuro” che lo psicologo russo negli anni venti del secolo scorso contrapponeva alla psicologia accademica, alla riflessologia sovietica, fino alla psicologia clinica e all’epistemologia genetica del grande ginevrino Jean Piaget.
Il giovane Mozart della psicologia, morto a soli 37 anni nel 1934, ha svolto un ruolo importante nella storia pedagogica del nostro paese tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, anni di fermenti innovativi, dalla legge sulla scuola materna statale (allora ancora non si chiamava scuola dell’infanzia), alla legge sugli asili nidi, alla legge sul tempo pieno fino alla legge n.517 del 1977 sull’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap.
Dopo la caduta del regime sovietico e il crollo del muro di Berlino, viene meno la censura nei confronti delle opere di Vygotskij, si scoprono i suoi taccuini, opere inedite, la figlia Gita ne pubblica la biografia. Un po’ in tutto il mondo si riaccende l’interesse per lo psicologo russo.
Ciò però non accade in Italia, nonostante sia italiano il maggior studioso di Vygotskij, Luciano Mecacci che ha lavorato con Lurija, collaboratore e collega del giovane psicologo russo, nell’Istituto di Psicologia di Mosca, dove lo stesso Vygotskij condusse le sue ricerche.
Silenzio che è forse segno di come crisi della cultura e crisi dell’insegnamento nel nostro paese vadano di pari passi.
Oggi sarà restituita la parola al pensiero di Vygotskij, fondatore della scuola storico-culturale nell’ambito delle correnti psicologiche.
La nostra psiche non è prodotto solo dell’evoluzione animale, ma è divenuta sempre più complessa sotto l’influenza dei fattori storici, sociali, culturali e questo è un processo in continuo sviluppo. La molla di questo sviluppo è il linguaggio e in particolare la “parola”.
Siamo fatti di parole, di Mythos e Dramma, di narrazione e di azione.

Per il ciclo “I colori della Conoscenza – La lingua e i linguaggi” a cura dell’Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

 

2. GIOVEDI’ 7 FEBBRAIO ORE 17-19 BIBLIOTECA ARIOSTEA

TULLIO DE MAURO E L’EDUCAZIONE LINGUISTICA DEMOCRATICA

Conferenza di Daniela Cappagli

Introduce Roberto Cassoli

Raffinato linguista di livello internazionale Tullio De Mauro ha portato nella cultura pedagogica italiana una svolta epocale, talmente innovativa che ancora oggi il suo pensiero, purtroppo, non trova un posto adeguato nei programmi ministeriali e nella pratica didattica. Ha scritto e pubblicato moltissimo con una ricerca sulla lingua che si è dispiegata nei numerosi sentieri di un ampio sapere interdisciplinare, toccando ambiti scientifici, storici, filosofici, sociologici, statistici economici, demografici, politici. Per molti insegnanti è stato un grande Maestro: particolarmente sensibile ai problemi dell’istruzione, alle modalità formative e di apprendimento ha sempre cercato di essere in contatto con le scuole per l’applicazione e la diffusione di quella linguistica educativa che ancora oggi è poco conosciuta. La lingua parlata e scritta, il suo valore di emancipazione sociale, di crescita intellettuale, di comunicazione consapevole sono stati al centro della sua ricerca culturale e civile. Sentiva forte l’esigenza di una linguistica democratica che facesse superare quei dislivelli di cultura che ancora permangono nella nostra società. Riteneva che ‘è la lingua che rende uguali’ ed è condizione fondante della vita della polis.

Per il ciclo “I colori della Conoscenza” a cura dell’Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Cicloaperitivo racconti di viaggio 2

Da: Fiab Ferrara

Racconti di viaggio (seconda parte)
Tutti noi abbiamo fatto viaggi in bicicletta o a piedi che hanno lasciato ricordi belli oppure tristi, ma sempre significativi.

Alcuni di noi hanno accettato di condividere questi ricordi e raccontarli.
A loro va il ringraziamento di Fiab Ferrara.

Abbiamo confezionato questi racconti in una specie di menù, da suddividere e gustare nelle diverse portate, e solo alla fine brinderemo con un …aperitivo.

Ecco la seconda parte di queste nostre esperienze di viaggio.

Programma (menù)

Antipasto: Bestie di Roma (da Viterbo a Roma a piedi, 2018) Monica e Giuliano

Primo Piatto: Impresa d’altri tempi (l’ Eroica, 2018) Michele

Secondo piatto: Beata gioventù (da Ferrara alla Sicilia, 1989) Ida

Dolci: Una radiosa giornata (da Ferrara a Lubijana, 2010) Massimo

Spumante e caffè: Alle ore 11 approderemo al 381 bar-ristoro in via Azzo Novello, dove Omar e Valentina, le due guide friulane di Viaggio a Piedi Liberi, racconteranno del loro progetto e dei loro viaggi in bicicletta.

Ogni racconto si svolgerà in max 20 minuti: termine escursione previsto ore 12.30. Un’occasione unica per gustare con noi i molti modi di viaggiare in bici.

Vi aspettiamo numerosi info: Massimo ma48miglio@gmail.com

Raduno
ore 9.15 in piazza Duomo

Partenza
ore 9.30

Termine escursione con aperitivo finale.

Assicurazione obbligatoria: soci 1€ non soci 3€.

Percorsi Urbani brevi, alla scoperta di curiosità o eccellenze a Ferrara.
Ritrovo in piazza Duomo ore 9.15

Proposta sperimentale di Unife per modificare l’accesso a medicina e chirurgia.

Da: Università degli Studi di Ferrara Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

L’Università di Ferrara ha immatricolato negli ultimi due anni una media di 180 studenti all’anno presso il proprio Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia a fronte di una domanda almeno 7 volte superiore. Nel contempo, ha aperto il numero chiuso nella Laurea triennale di Biotecnologie riuscendo a gestire numeri di immatricolati estremamente elevati con soddisfazione degli studenti e senza rinunciare allo standard elevato di qualità che caratterizza l’Ateneo.
Sulla base di questo, e dalla constatazione che il metodo attuale di selezione a quiz per il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia presenta riconosciute criticità e che entro pochi anni il numero di medici in Italia sarà assolutamente inadeguato alle esigenze del Servizio sanitario, parte dal Rettore dell’Università di Ferrara una proposta assolutamente innovativa e cioè quella di formare più medici mantenendo standard di qualità elevati a iso-risorse.
Come? Selezionando gli studenti più motivati sulla base di un semestre di didattica. In sostanza la sperimentazione prevederebbe la preselezione di 600 studenti che abbiano come requisiti necessari il superamento di un test di autovalutazione psico-attitudinale gratuito e l’eventuale possesso del first-certificate dando la possibilità di proseguire negli studi solo a coloro che superino gli esami del primo semestre con una media uguale o superiore del 27. Per i non ammessi, e’ previsto il riconoscimento dei crediti nel corso di laurea in Biotecnologie mediche.La proposta ha trovato unanime consenso da parte degli intervenuti alla tavola rotonda svoltasi ieri ad Architettura, tra cui il Vice Ministro presso il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca On. Lorenzo Fioramonti, il prof. Paolo Miccoli, Presidente ANVUR, il Prof. Armando Bartolazzi, Sottosegretario di Stato alla Salute, il Sen. Mario Pittoni, Presidente della Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali del Senato, la Sen. Maria Domenica Castellone, membro della Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato, il Prof. Patrizio Bianchi, Assessore Regione Emilia-Romagna, il Prof. Andrea Giustina, Prorettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele e il Prof. Andrea Lenzi, Presidente Associazione Corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia. Una sfida innovativa che parte da un Ateneo da sempre innovativo e nel quale si è’ laureato uno studente che ha rivoluzionato il mondo: Nicolò Copernico.

LA RECENSIONE
Pueblo: il Quarto Stato secondo Ascanio Celestini

È tornato a Ferrara Ascanio Celestini, Omero contemporaneo che canta di chi vive ai margini. È tornato con il secondo quadro del suo trittico sulle periferie urbane e umane delle nostre società. L’ultima volta sul palco del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara era stato nel 2016 con ‘Laika’ (leggi QUI la recensione su Ferraraitalia). In questa fine di gennaio 2019 l’attore-autore romano ha portato in scena ‘Pueblo’, la “storia di un giorno di pioggia”.

Certi indiani battono il piede per terra, come una danza e allora incomincia a piovere e quella pioggia attraversa il cielo e la terra e si va a rimescolare con l’acqua del mare. E quelli sono i morti, che attraversano il cielo e la terra e vanno a rimescolarsi con l’acqua del mare e producono un suono straordinario, prodigioso, che trasforma il pianeta intero in una campana vibrante che corre nello spazio senza fine raggiungendo le fasce di Van Allen a ventimila kilometri dalla terra. Di nuovo una storia che congiunge cielo e terra; e tornano alla mente la preghiera laica di Erri De Luca, che incomincia con “Mare nostro che non sei nei cieli”, e don Andrea Gallo, che recitava ‘Così in terra, come in cielo’.

Insieme a Pietro (con la voce off di Ettore Celestini e il corpo del musicista Gianluca Casadei), Celestini osserva dalla finestra le vite che scorrono. Non come un guardone, che “spia gli altri per sapere cosa fanno e come vivono”, ma come un poeta che “si interessa alla vita degli altri solo per immaginarsela”: “io non so niente Pietro, però se vuoi ti racconto tutto”. Ecco allora, come in una danza della vita, le storie di Violetta, principessa del supermercato dove lavora come cassiera in prova, di Domenica, la barbona che non chiede l’elemosina, e dell’unico uomo che l’abbia mai amata e che “la tratta come un bicchiere di cristallo su un vassoio d’argento…anzi d’oro”: Sahid, facchino negro con il vizio del gioco e dell’alcol rispedito in Africa. Questo pantheon di personaggi pasoliniani si muove come in cerchio chiuso, fra il parcheggio di un supermercato, un magazzino strapieno di pacchi e di schiavi 2.0, bar e marcati di borgata. Fuori c’è gente ipocrita o, peggio ancora, indifferente, che “parla, parla, ma che non sa niente” perché “non gliene frega niente”.

Pueblo in spagnolo significa sia popolo sia villaggio. Il teatro di narrazione di Celestini ci costringe al confronto con un popolo che non è quello costantemente evocato dai populisti, arrabbiato ed esclusivo, ma una comunità degli ultimi che abita i non-luoghi delle nostre periferie post-moderne: ‘Pueblo’ è l’epopea di un’umanità disumanizzata dall’indifferenza, che nonostante tutto trova il coraggio per il proprio riscatto nella resilienza e nella solidarietà.
Accanto ai protagonisti ci sono i fantasmi, le ombre, i morti, presenza costante in ‘Pueblo’. Sono passati tre anni dall’oratorio laico che aveva narrato di un miracolo, che aveva dato speranza. Ora sembra che la speranza sia sulle fasce di Van Allen a ventimila kilometri dalla terra, mentre qui rimangono solo sofferenza, disperazione, rabbia, morte. Rimane una tv accesa e una donna che ride preparando una zuppa liofilizzata. E ride come chi alla fine di una guerra ride sopra una montagna di morti.

Un ricordo di due cuori

Need Her Love (Electric Light Orchestra, 1979)

Letto d’ospedale. L’uomo era pensieroso, perso nel suo labirinto d’emozioni. Stava ripassando le cose non dette, quelle mai dette, quelle dette per metà e quelle dette male. Un elenco che lo feriva, una lista di rimpianti e qualche rimorso.
Al suo fianco la compagna di una vita lo vegliava in silenzio. La complicità era massima, non servivano parole, bastava lo sguardo.
Il tempo passato insieme, tutti quegli anni avevano saldato quelle due piccole anime trasformandole in qualcosa di unico, di diverso e più grande. Un legame inattaccabile, feroce, resistente all’usura della vita, e alla morte.
L’uomo la guardò, le forze stavano per abbandonarlo e per l’ultima volta volle piangere, poiché non era più in grado di parlare e il pianto era l’unica parola rimastagli addosso. Un pianto discreto, muto, una sola lacrima e in essa tutto l’amore di una vita che gridava in silenzio. La sua donna lesse quel pianto, raccolse il riflesso di quella lacrima, lo fece suo, nei propri occhi.
Così l’uomo se ne andò per sempre dalla vita, lasciando a lei il conforto dell’ultimo sguardo.
L’anima nell’anima. Un solo respiro diviso in due cuori. Un cuore si ferma e cede all’altro il ricordo di sé.
E così l’assenza dell’uomo si fece via via presenza nella donna. E la donna visse, visse chiudendosi al mondo, sempre innamorata del suo uomo che non c’era più.

Quell’uomo e quella donna erano mio padre e mia madre.
Non ho mai più visto un amore così assoluto. E ho sempre pensato che non sarei mai stato in grado di eguagliarlo.

Mia madre abbandonò la vita un anno e mezzo dopo mio padre. Come se avesse esaurito le poche scorte di desiderio rimaste. Sì perché per vivere occorre desiderare… e desiderare di vivere naturalmente!
I desideri di mia madre si erano spenti l’uno dopo l’altro, mese dopo mese. Io ero ancora troppo preso dal mio dolore per la morte di mio padre, dalla mia rabbia, dalle mie emozioni che mi bruciavano addosso.
Non mi ero accorto di nulla. E anche mia madre, piano piano, se ne stava andando.
Poi un giorno ricevetti la diagnosi: leucemia fulminante.
Ecco, questo fu il modo che aveva scelto.

Dopo tanti anni senza di loro, dopo aver metabolizzato il dolore della perdita e soprattutto dell’assenza, mi rimane il loro romantico ricordo, e il loro splendido esempio.
Riguardo le loro foto e sorrido. Li ripenso uniti per sempre, e capisco d’esser felice.

La Cappella degli Scrovegni e l’incanto di Giotto

È a Padova, nella celebre Cappella degli Scrovegni, che il genio artistico di Giotto raggiunge il suo apice.
Le vicende narrate dall’artista avvolgono completamente lo spettatore che, in ammirazione, non fa altro che guardare in su.
I colori, in alcune zone, sono ancora fortemente pigmentati: come nel caso del blu del cielo stellato, rappresentato sulla volta dell’edificio. Per preservare il lavoro dell’artista, risalente al ‘300, le visite guidate alla Cappella devono essere prenotate, così da consentire l’accesso a gruppi di massimo 25 persone ed in fasce orarie prestabilite. Le visite inoltre, non possono durare più di quindici minuti, per non alterare il micro clima appositamente creato al suo interno.
La tecnologia, ancora una volta, incontra l’arte. Non nelle creazioni di un’artista contemporaneo ma nella volontà di continuare, per altrettanti secoli, ad ammirare quanto creato dai più grandi maestri.

Volontari come Superman

Non serve volare, basta volere…
Si tratta dello slogan di uno spot pubblicitario, in ambito sociale, risalente a più di vent’anni fa. I valori divulgati erano quelli, tipicamente positivi, delle azioni di volontariato. Il protagonista, l’aitante Superman, rappresenta un volontario, oserei dire, atipico. Dotato di super poteri, impedisce il realizzarsi di terribili disastri e salva molte vite: le sue missioni sono eroiche e “disumane”. Ma ecco che il messaggio pubblicitario colpisce! Non possiamo volare, in quanto “comuni mortali”, le quali vicende non sono narrate all’interno dei fumetti, ma questo è irrilevante. Grazie alle azioni di volontariato, tutti noi possiamo diventare degli eroi.

“L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo.”
Sofocle

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…